/ c: Digitized by the Internet Archive in 2011 with funding from Research Library, The Getty Research Institute http://www.archive.org/details/venetiacittanobiOOsans VENETIA CITTA NOBILISSIMA ET SIN p,0 LARE, Dercritta in xmi. Libri DA M FRANCESCO S ANSO VINO * NELLA OVALE SI CONTENGONO TVTTE Le Guerre paj/af e, con t Anioni I fluii ri di molti Senatori, Le Vite de i Principi , ó'gH Scrittori Veneti del tempo loro. Le Chiefe^Fabriche^Edifici^^ VaUz^zipublichi ,^ priuati. Le Leggi , gli Ordini , (^ gli Vjì antichi é' moderni j cor» altre cofe apprejfo Notabili, é' degne di CHemoria . ... .C.,q;h ÌR -RX.V I L £ Gì O . ^■■h 'Ci^/t^- /- IN VENETIA, APPRESSO lACOMO SANSOVINO. M D L X X X I. ixirepaterer , ammum induxi mefacere auiddam y auodti eoSyud quorum honejtifsimos la bores accedere non queunty tan quam hnaui^ac rabidi canes emiuus alUtrantjeos implacahi li odio dignos extflimam ^eorumfcripta inuidiofe uitupera re conamri'^ea ^velimputes h^c a me in eamjententiam di-^ fputarij'vt quci meipariunt labore s eiujtnodi effe contendamy n^t in ipjìs doElr'tn^,qUi£ panilo jìt occultiory appareant nou , 'velingenij lumen eluceaty'velprudenti^ui^yqu^ in meadole fcentemcadere nonpotefti uel denique iuditijfigna cernantur\ non enim lófumjqm milottantum^ arrogem , "Vt qu^ in me ejje no cognofcoyea ad me transfer ami fateor enim me in literis ni hil ejpiUt tamen aliquid ejjemfemper elaboraffe \ ^t 'vero etia exitus uoluntati refponderetjOptareFortaJ^epotHÌ)JperareyCum ipfe me nofcemycerte non debm:fed profeclo mihi nonpotuit te perare^quo minm in eumfermonem 'venire , uth^c aduerfus ftultam iflam turba, & colluuiemZoilorum natura petulan tiumÀicereiquippe quifimollemyac uoluptariam uitam relin querenti eamq\ litterarujludijs dicanda cenferent,ac omnia fuis laboribus , ac uigilijscoparata chartió committerenty atq\ ita committerentjUt de ijs hominumfententiamjìbi elicere //- cerei, fo rfita mjforJtta,experientia edoEii perfricarent fronte, fiquam habem^ac omnem anfam maledicendi tanquamak fìcHìH aliquid animai refu^iendum putaret: Hos omneSyquos nìhdnecejfehabeo nominare , non dubito quin tu ipfe ^ qui& tanquamLyncem omnia uides, ^ quantm,quantHS eSy totus prudenti ay totm iuditium eSylapidum no animaliumìaut fin ter animalta,pecudum non hominumy autpinterhomines,fer uorum non ingenuorum numero, ac loco habendos ejfeflatuas. ALLA SERENISSIMA SIGNORA BIANCA CAPPELLO DE MEDICI GRAN DVCHESSÀ DI. TOSCANA. T P 2{ES£^'T O' ^ confacro al nome di Fòftra (L^ltezz^ Serenifima, il ritratto della f infamo fa, ^ celebre Qtta che fa fitto il Qelo ,• perfodisfa= re in un tempo medefimo al doppio obli go ch'io le tengo , o come Tofano per natura , poi che dominando ella cotcftafortifima -^poten- tifima^rouincia , e mia naturai Signora , o come Keneto per elettione ,poi chef a le Z^enete è nobilifima ^ eccelfa . Percioche douendo io riconofer con qualche fgno d'ohedi^ enza, ff) di humilta l'c^ltezga nyoflra,come mia Principe f fa nelìuno -^ nell'altro flato, io non doueua nepoteua uenir le inanzi confoggettopiu conueneuole al fio fblime grado , ■^ al mioferuentisfmo defderio di fruirla che quefto. Con ciofach'io donol'ejfmplare diCittanobilisfma, anobilisf- ma Signor a,fiia njera f^particolarfgliuola.o^kciochefue da per ognificolo, ^ datuttelenatwni del mondo (fé perà l'ardir mio non e troppo)che lagrandezia ^ la magnifcen:^ z^ dell'una è conforme alla nobiltà della projapia dell'altra . n^erchefeft riguarda all'origìncall'inflitutioneyetaprogresfi di queflafelicisfma Patria, non puh uederfne la maggiore, ne la più memorabile in cjualfi 'voglia etapr efinte opajfata, . ^tfe da altra parte fi confiderà la nobiltà dell' zy^ltez^a i/o- A a Jlra nonptio trouarjt inltalìa^chìfe le pojja a^euolmaitc pa rdgonare. \Percioche i ì 60. a7wi con-ono daìica'if'icMionc y et conpitii tìonc dì quefla "RTp. ncUac^uóde rfappclli ^ ì A4o rojìm progenitori dj'^oHra Serenita',jiìronofin atufi dal fio principio , chiarisfemi in ognitempo, per Alagi^ratijHpremi di dentro ^ -per Generalati ìmp ort unti s fimi di fuori , (j^pèr altre dignità nobili sfime in queiio gonerno. Conciojta che del la famìglia Cappella paterna di ^voftra z^ltezz3'i^orirono uà loroftsfimi Capitani da terra f^ da mare, Trefiantis/ìmiSe naturi, £onfiglieriyff^ Sani (grandi, '\PrudentisJtmi Orato= ri, f^ 'Treclarisfimi ^Procuratori di San ^JMarco , conmol ta gloria della Citta . Fra i quali tutti furono di felice memo ria Cjiorgio Cappello , che dalla donna fua dijìirpe Landa, celebre per fardìnali^per Principi memorandi, genero %Jittorìo grauisftmo Senatore f0 Generale neUa afforca contra ilTurcOyla cui fatua pe de sire apparifcc ancora mol- to h onorata, il quale della Conforte ^irina d antica profa= pia , ripiena in ogni Jecolo di tìtoli principali nella ^p. creo "^Paolojche hehhe per moglie la forella delia "Kegìna di Qpro, ^fu Caualiero ^ Senatóre di tanta degnita , che per lefue ualorofe attioni in molte guerre doue ft trouopiu mite '^Pro- uedìtor Generale y fu ajjimto al grado di \Procurator di San t^arco^^ concorfe al Principato, et creo parimente oy^lui gì ^ oyindr e a fratelli di "Paolo. De quali zylluigi Senatore di molta flima, dopo diucrfe impre fé fatte nel 2{egno di ^a polijCreato Uuca in £andiafi morì per uiaggio.Et o^-Indrea diuenuto genero ff} nipote inun tempo medefimo dei due Princìpi Barh arighi , ff) hauuti tutti i Adagiììrati maggiori della J{ep. macato in F^^ma d'età di ^t.anniydoue era z^dm hafcladorc re fidente prejjo al PcnteficeMfdo "Vutorlo Sem tore prcdarijf per fatti honorati.perciochefu PvGuedhor nel le guerre di ^Vicenza , & Inqu>ijitor generale nel 1{egno di Cipro, EtUfcio medcfunamente Hieronimo fratello di "Vìt torio ^Senatore iibijìre, di lettere, e^ effer citato lungamente ne maneggi della fica patria. Dal quale ^ dalia, donna Jua.Ji glimla di Domenico Senatore ^5^* Caualiera di molta riputa tione ^grandez^z^y della fami Aia H? ìfana^chiarisfima oltre a i Procuratori ^ Cardinali^ per quell'antico "Vittorio Pi fa ni che nelle guerre de i GenoueJtJu riputato Padre della Pa tria , nacque t llluslrisjtmo 'Bartolomeo Senatore campii ff f^ Caualiero , H^udre delt llluflrisfimo IJittorio csr diVo=: Hra c^ltez^ . Della altra poi famiglia ^^orofina materna della Serenità 'VoHra , 'vfcirono dopo molti Bccellentisfimi Generali ^ Senatori^quattor dici Procuratori di S-^S^farco de quali due ne "viuono alprefente, tre Principi Serenisfimi della "B^p. un celeberrimo ^ dottijf. (Cardinal "l^ietrOyCrea lo nel fiondilo di Qoflania, , CjT* oltre a ciò Tomaftna ^gi=: na d Vngarta^dal cui ceppo difcende la madre di ^voflra dx// tezz^ ' ^ qi^^li tutti fùoi propri] fp) domefìichijplendori y fi aggiungono gli Jplendori deUe famiglie "Barbo )Contarina,Cor narajTDandolayDonata^Fofcara, Giuftiniana, Grimanat Loredana , Marcella , Michela , Aialipiera , Adoceniga^ PriolaySoraniafThiepolay Trimfana, "Venterà, & 25enai con altre apprejfo, tutte inne fiate in diuerjì tempi nella Caps pcUa , le quali y oltre che fono memorabili f^ notande per Pontefciyper f^ardinali,per ^Patriarchi, per tejìe Coronate^ per n^rincipi, ^ anco per congiuntione difangue co igran^ disfimi 2{e Perftam,produJfero in ogni eta^ Senatori lUuJirif: fimi f^ granài , Dì marnerà che uedendoft nella Hirpe pater na (^ materna di "VoHra c^étezzayl imagini di tanti nohilif [tmiperfonaggi^et Umagini parimente delle Q)rone di ^er= Jia,dFhgaria,della l{afcia,di Qpro,^ della Tofcana , por tate in queflo groppo di famiglie , riflrette ^ connejjè injie- me, dalla Zena^daìla ^yWoroJtna, dalla Dandola, dalla Cor nara^^ dalla njoflra zy^ltezz^, a quale altra poteua o doue uà io, per ogni debito di ragione, prejentar la figura diquefla Serenisjima a^fadre di tanti famoji jF:/eroi,cl} all' Qy^ltez^ rvoflra Serenisjima fua figliuola vera ^ particolare ? ^ figliuola tanto piuprediletta dell altre precedenti, quanto eh* ella, con ejfempio non più ueduto , efaltando la Fbfira oyiU tezz^ congiunta con nodo indijp)luhile di amore ^ di honore conFrancefco de Ade dici veramente GranUuca , vipofi in capo la Corona d'oro infegno della fiiafidiale adottione . (i^dunque Ccy^ltez^ voflra,uolgendo gli occhi reali, a quel lo interno affetto dell'animo mio ch'io le fcuopro con queHo effetto eHernoper lo debito ch'io le tengo, alla degnita delno= me dellafitajempre eterna Tatria , ^ veneranda z!Ma=: dre, ^9* alla qualità della fua felicisfima grandezza, riceua quefiofegno debole quanto aUa prontisfima volontà mia,ma grande quanto alla materia contenuta da lui, con quella beni gnita che è propria della Serenità vofira , alla quale humiU mente mi inchino , DiV.c^ltezs^ JF/umiliff. Seruitorc Francefco Sanfòuino, AVTORl CITATI NEL PRESENTE VOLVME. Alberto G 'antico. Albertino Mujpito, oleandro Alberti . ^lìirea Dandolo, iAniiCa Mocmìgo , Antonio Stelia . Battìjia Egnatio . Benneni4to [{ambaldi. Benìntendi I\auignani . Bernardo Giujìmiano . Berna-' dìno Corìo. Bernardino Scardeuone . Biondo da Forlì , Capiiolari di diuerfi offici, Carlo Sigonio. Cajjiodoro senatore. Cornelio Frangipane, Croniche a Tenna, Donato Gìannotti. Francefo Tetrarca, francefco Guicciardini Francefco Quirino. Gabriello Simeoni, Gafparo Contarini Cardinale. Giouanni Bembo Croni/la. Giouanni de Conti CroniSìa, Giouanni villani, Giouanni Tslauclero, Giouanni Simonetta, Cìo.Giorgio Trìfjino, "Gio.iacomo Caroldo. Gio.BattiJìa Ramu/ip, Gio.BattiHa Tigncr. Cottifìtdo Fillarduìno. Libri et regifiri diuerfi. Marc' Antonio Sabellico. Marc* Antonio Michele, Marino Sanuto. Mattheo villani. Mattho Talmiero, T^icolò Zeno, OrationiaVrìncìpiyenetK Taolo Giouio. Taolo B^mufto, Tatti diuerfi antichi, Tietro Guilombardo, Tietro Marcello, Tietro Delfino. Tietro Vaolo Fergerìo, Tietro Damiano, Tietro Bembo Cardinale, Tietro Giujiiniano, Triuilegij antichi diuerfi, I{afaino Carefino. F^ffaelloFolaterano. J{affiteUo de Maffei, Scritture autentiche antkbt , Statuto Veneto. Sopplemento delle Croniche, Tito Liuto. VoUrniì delle T^uigationi et Fiaggh MATERIE CHE SI TRATTANO NELL'OPERA PRESENTE, DISTINTA in X 1 1 n . libri , de quali fi ragiona NE L mmoM seflmo dì CaHelicdoue fi defcrìuom le Chìcfe, i Mom- fter'hgU Oratorijyi Corpi Santiyì sepolcrUgli Epitaffiyle statue, le Titt» reje Librericyì GÌardmh& altre cofe importanti che fi trouam in ejjò. ?\(e/ secondoydi quello di san hiarco, l^lTeriOidiCanareio. J^elQuartOtdi san Volo. 7^1 QuintOjdi santa Croce. 7^1 SeHoydi Dorjòduro. 7{el %eitimOideUe Fraterne o scuole Grandi j& de!l^oYÌginìJrjJìitutìoni ,pro-' uemi,& ordini loro. 7^11'OttauOidelle Fahrichepublìchedi ViaT^^ delle Trocuratìe y dell' IfoU di B^altOyieW^rfenaleydtl Fontico de i Tedefchiy et di diucrfi studi, T^el T^lonOydella manìera,commod!tày & belle^ja del Fabricar di f^enetia, de i Vala'^i priuatif & loro quantità , & della ricche-^ de loro orna- menti. 7{el DecimOjdegli Ffi^et Cojliimi in diuerfe materieyde gli Habiti antichi et moderniyde i Matrimonijide i Vartiyde i Funeraliydelle FeHey delle renu~ te di diuerfi Tontifici , Imper adori , & B^y in quefla Città , & di molte altre cofe fomìgliantì. '^eWf^ndecìmo , della Grande':^ & Degnità del Vrìnàpe di Fenetia. T^el Duodecimo , dell'andate publiche in trionfo del Doge,& delle loro Ori- gini & cagioni. 1^1 Tenpdecimo , delle Vite de Vrìncipì y& dei Letterati Veneti che fU" rono [otto effi Trincipi , et in qual profejfione fcriuejfero et lafciaJSero libri. T^el Quartodecimo hpoflo un Cronico particolare della Cittàydoue fono i Do- giyi Vatriarchi di Grado , iFefcoui , et Vatr'iarchi di Venetia . 1 Car- dinali, iVr oc uratori,i Cancellieri Grandi, con le Guerre, le Taci, te Leghe , et le Tregue . Gli ^cquiHi , le Verdite , le B^tte , et le Vittorie , con tutto quello che è corfo nella I{epublica ,jìno alprefente. DELLA VENETIA CITTA NOBILISSIMA deferì tta da M. FRANCESCO S ANSÒ VINO- Libro Primo. F F E R M A Tito LÌLiio, Cornelio Ni pote,5c Strabene, con la maggior parte de gli Scrittori , che gli He- neti di Paflagonia dopo la morte di Filemene Re loro, venuti in Ita lia con Antenore, & fcacciati gli Euganei , fi fermarono in quella Prouincia chiamata poi dal no- me loro Venetia , i cui habitatori nobiliillmi fra gli altri, per giudi- ci© della Republica Romana : furono , come attefta Cor- nelio Tacito nel quintodecimo libro degli Annali, fatti prnna cittadini , & poi Senatori di Roma . A quella Pro- uincia aflegnando alcuni i confini , dillèro che da Occiden te era il Mincio , il Lago di Garda, & il fiume Sarca; da Oriente le foci del Timauo, con parte del mare Adriatico, da Settentrione Palpi Taurifane", che diuidono l'Italia dal- la Gertiiania , & da mezzo giorno le bocche deli' Adice, con ie paludi di Melara & di Bergantino. Contiene diuerfe nobili & antiche Città , lequali ripiene di chiariffimi per- -iònaggi per ricchezze, & per fangue, furono illuftri ne' tempi andati : percioche vi fi annouera Padoua , Vderzo, ^ • - A Vicenza, ^ DELSESTIERO Vicenza, Ciuital di Belluno, Aitino, Eftei & Treuìlb fi* ho a Trento. Da quefta parte adunque già lacerata 6c quali diftrutta dagli Vnni,ck da altre nationi barbare nelle perfecùtióni d'Italia, nacque nelle fueuicine lagune^un'al- tra quali nuoua Prouincia detta Ducato: tanto più amiran da , quanto ch'ella fu pofta nell'acque, laquale per non el- fo punto minor di quella che la produfle : edificando del- le reliquie della defolata Prouincia nuoue città per diueric Ifole dèlie Lagune , erefle in breue fpatio di tempo, Rialto, Grado , Caftello Oliuolo , Caorli, Heraclea, Equilo , Tor- cello, Burano, Peleftrina, Chioggia, Capodargere,Mala- mocco, & Murano . Di quelle le principali furono , Rial- to , Grado, Heraclea, & Caftello Oliuolo . percioche eflcn do i Veneti intenti ( inanzi ad ogni altra cola )-al culto di- uino, vi polèro i primi fondamenti fàcri . Conciolìa che in Rialto (eftinto miracolofamenteil fuoco accefo in cafa di Entinopo Architetto) vi fu edificato per voto San laco- mo confacrato poi, con modo infolito non da un fole» ma da quattro Vefcoui delle vicine contrade. In Grado Elia Greco, huomo di {anta vita fondò il Patriarcato. In Caftello Oliuolo, la famiglia de Samacali , detti hoggi Ca- uotorta, vi fabricò ( auanti ad ogni altro edificio di muro ) vn Tempio a San Sergio & Bacco. Et in Heraclea le pri- me pietre, che ui fi mifèro , uennero dalle làcre mani di Magno nobile Altinate, ina ic ne mandano ancora DI CASTE L L O L I 5. I. j ancora alle uicinc città di terraferma, cofi fudditc come clkrne . llmedefimo auicnedegli uccelli mariniji quali (ò no di fattezze& colori cofi uarij,clìe è imposfibil cofaa poterlo efplìcare.Et la diuerfità loro è tanta,che noi ne hab biamoueduti pre(i & ritratti al naturale con colori,dall'ec- ecllcnte mano di Marino Malipierogentilhuomo diuiua- cifllmo ingegno, più di 200.(brti,ondcfi può dire che que fto luogo lìa propriamente ja cala loro. Per quelle colè a- dunquc & per altre infinite appreflb , que[ì:a Città ottiene, & ha ottenuto p molti lècoli il Principato fra tutte l'altre del mondo , come ammirabile per tante fuc marauigliofc doti.Perògli Scrittori la chiamarono SingolarerPerciochc fc alcune furono bellillìme di fito , & con ricchi & grandi edifici, nondimeno hebbero qualche iòmiglianza conl'al- tre. Ma que fta lòia pofta nel mezzo dell'acque, non ha cofa in terra alla quale Ci pofla paragonare.Conciofia che l'unico lìto fuo è di modo congiunto con le fiie parti , che fi gode in un tempo iiiedcfimo , la commodità dell'acqua, 6c il piacere della terra . Sicuro per non eflcr pofto in terra ferma da gli aflalti terrefl:ri,& ficuroper non efler nella profondità del mare, da i marittimi aflalti. Di maniera che (e l'altre città guardano & confèruano i loro cittadini» con le mura , con le torri , & con le porte , quefta aperta Oc fcnzaripari,non (blamcntecficura comes'c detto , ma co mirabil prouedimcto,réde anco ficuré quelle città chedor mono fotto la cuftodia de gli occhi fuoi . Etfingolare,coa fiderata la cagione dell'origine fua. Percioche eflcndo il mondo in gran parte contaminato dalla herefia Arriana, molti popoli fuggèdo (oltre all'iniquo Imperio de Barbari, che per ogni uerfo cercauano di fpogliare all'Italia i fuoi ho nori) la corrotta religione che effi teneuano,fi riduflero ia quelli luoghi , douc in fcgno de i loro animi catholici , 5c neramente fedeli , edificarono tante chieiè quante uedia* nio,ampliando il dominio col fauor del cielo , per la fincc- ra religione , & per lo uero culto di Dio , il quale ui fi uedc fèruentiflTimo & grande , quato in qualunque altra parte (ì uoglia d'Europa . Onde però infiniti furono in ogni tem^ A 3 pò DE L SE ST I E R O pò rnttione che ella fece , & che tu ttauia fa , cofi col nego- tic come con l'armi,per confèruatione di Santa Chiefa, & di Chnlì:ianità,coiiieè bé noto a tutti coloro che leggono nelle hiftorie le cofè pallate. Singolare oltre a ciò, perche cflendo commoda a tutte le nationi cofi uicine come lon- tancjci concorre dalle più longinque parti della terra ogili ■gènte ( onde ci fi ucggono perfone differenti & difcordi,di uoIti,di habiti,& di lingue,ma però tutti concordi in loda- re cofi ammiranda città) per trafficare & mercantare: Conciofia che la mercatura ci è in colmo , & la moltitudi- ne dell'arti è incredibile, 5c in tanta eccellenza che nulla piu.Ne ci è punto minore la copia di tutto quello di buono che s'appartiene all'ornamcto della uitanobile & ciuile,fio rédocì le lettere et l'armi,c5 molta gloria della Città.Singo kre anco,pche fé l'altre circondare da fcrtiliffimi capi, a pe- na hano a baftanza il uiuerc ncceflàrio a i popoli loro , qfta fola (cnza altro terreno ò pianura,non pur nutrifce abbon deuol mente il fuo numerofo & quafi infinito popolo , ma fpellè uolte quello delle circonuicine Città . SingolafG pa- rimente , perche in un tempo medefimo hebbr, & l'ori- gine fua , &c la fila libertà , Onde non nacque mai, ne mo- rì in Venetia alcun Cittadino , che non nafcefib & morifle libero. Laquallibertànon le filmar turbata, & ciò per laformadel (uo ecceho goucrno . Conciofia che tempe- rato di tutti i modi migliori di qualunque fpetie di publi- eaamminiftratione, & compofl:o aguifà di hnrmonia,pra portionato& concordante tutto a le fteflb , è durato già tanti lecoli, lenza feditione ciuile, fènz'arnif , & lenza làn- gucfi^a i fiioi Cittadini, inuiolabile & immaculato.lode ue- ramcnte unica di quella Città, della quale nonpuòglo- iiarfi,ne Roma>neAthene,ne Cartagine, ne qual li uoglia altra Republica, che fia fiata preflb a gli antichi di maggior grido. Singolare oltre a queftov Percioche fatta refiigio della nobiltà, i primi habitatori,ricOrfendo nelle fuenture della Prouincia per faluarfi in quefti luoghi , con fperanza di conlèruarui il feme dell'ornamento & della libertà d'Ita Jia^ diedero eHempiO altrui, che ne tempi futuri, gli altri inoP Di CASTELLO LI B. t 4 • moffi dairiftclTo ckfideriò , faccffcró il mcdefimo in tutti i (ècoli^uolcndo Ihliiar fcddri con quegli honoricheap- porta al lo huomo la maggioranza de loro oafìati . Et lìn- golarilfima linai men re j perche ripiena di iplendorcperil Tuo diuturno «ScindicibiI gouerno,rapprcfen rendo a un certo modo la (embianza della Republica Romana,man- tiene con degnirà prellb a tutte le natiohi che uiuono lot- to ilciclo, quel l'aut tori tà reuerenda, per la quafcella è ce- lebre& grande.Olrra che negliallàlti fatti ne tcpiandati,da gli Infedeli alla gente Chriftiàna, ha fbftenutò > quafi an re- murale di tutte l'ai tre Prouincie doue s'adora il nome di Chrillo, Sctuttauiafortienecoiruò inueteratohónore & ùalore, quella ri putatione che è rimafta all'Irai ia,dopo l'ec- cidio dell'antico Imper'O Romano, comerifugio 6c falutc di tutti i fedcli.Quinci auiene che è riputata domicilio illu {Ire di gloria . Pcrcioche proueriendo la gloria dalla uirtù,el latuttauiariluflc& riluce in quella con mòdo niarauiglio fb per la molta uirtiaTuaifopra là quale faldamente ferma- • ta,ha (aputo trouar modo , che non imo , non pociii , non < iiìolti rignoreggiano,ma molti buoni, pochi migliori, & irifieniemente vn'ottimo foIo.Et (ìngolarinima ^ ficuro at :bergodelùiuere humano, pcrcioche in nefllin'altro lato ;dell'uniuerro, lo huomo è afiblutofignordi fé medefimo, de beni dellafortuna,& dello honore,piu cheiri qùélró.Ori de però fu interpretato da alcuni,che qùefla uoce V E N E- Tl A , uoglià dire Veni etiam,cioè uieni ancora,& ancora» pcrcioche qilan te uoltcùerraiy ièmpre uedrainuouecole, 6c nuoue bellezze. Quella città adunque diuifa nel dio più folto corpo da iiil canale che sbocca in quelle Lagune , dalla banda de i due Callelli podi fui Lido : fu compartita da i noftri mag- giòrijin lèi fen:i,dctti uolgarmcrite Sellieri. & uollono che' .tre di qua da Canale,fi chiamafìèro di CallelIo,di San Mau- èo , & di Cailareio , & che tre di là folfero detti di San ,Po- 4o,di Santa Croce, & di Dòrfoduro, denominando! ifòrle ^allepiu nobili & principali Chiefe della Città . 11 Scftie=^ jco adunque di Caikllo: primo fra gli altri per la Ghiefa c:^ tcdrale" P E L S E S T I E R Ò : tcdralc del Patriarcato , prcfenome dall'lfoletta chiamata da gli antichi Calkllo C)Huolo,& hora Icmplicemente Ca fteUo.Laqualelfolettaè fèparata dal corpo della città, da quella parte che è dirimpetto alla bocca del Lido, ma con- giunta poi con un lunghilTimo ponte di legno. Si dice che Antenore giunfc in quefto luogo : & ui formò quafi una terra,la quale egli chiamò Troiai & dalla qual forfè l'ifola, fu per l'auenirc nominata Cartello . Et che di quindi en- trato per la foce della Brenta ne i campi fotto i monti Eu- ganei , ui edificò Padoua,ouero fecondo altri Aitino . Scri- ue Andrea Dandolo Doge,huomo integerrimo, & dottif^ fimoncltempofiio, che i primi che ui fabricailero furo- no i Samacali , chiamati hoggidì Cauotorta , & fi dice che ui fondarono una Chiefa fotto i nomi di S. Sergio & Bac- co,doue ripofcro i corpi loro . Si ha parimente, cheella fu Città fèparata dalla Città di Rialto,non altrimentc, che ila diuifohoggiBuranoda Torcello. Laqualcofa li prona per antiche fcritture.ConcioIla che ftriuendo Carlo Grol^ fbimp.alla Rep. 5c occorrendoli di far mentione d'alcune città del Ducato cónu mera Caflello Oliuolofra le città co queflc parole.C«w Fr/ò Duce yeneticorumjidcft curnhabitatoribus Bìuoa,lthCafÌYÌ OlimlUClugijiìTorcellUCiuitatii 'ì »' O ■^- .., . .-. Atj Vi / -. i*'i J.Ì ^y t v^i ,J. ,, -. . , r t _ D All'altro lato pwr ^ll;ineontiK> cyiafi di San Pietro fu l'acque del fuò canalélì troua Santa Anna, luogo an- tìiXó 5c habitato pari niente dà monache, & per la.fua mol-; ta uecchiezza, quali del tutto nudo di bellezze : ma uene- laudo , fi per le donne dalle quali è officiato , 6c fi per io fi- lo nobile doue è pofto . . ''■^-.■ii.il JÌi^iJ . ■.ì.Oj v:u 'il .= i - 3 ^ B San ^ : .DE L SE sri ER o San Domenico. SV la fondamenta uencndofi uerfo la città , è fituata la Chicfà di S. Domenico kabitata da i fratti Predicatori , & honorata per molte fue qualità . percioche ella fu fàbri- cata &c dotata da Marino Giorgi cognominato Santo,Do- ^c 4p. che fu l'anno i ^ 1 1 . & adornata di marmi nel corpo fuo quadrato, & accommodata d'ampio moniftero , & di giardini con libreria abbondante di belliffimi libri, & di di iierlè reliquie , fra lequali è notabile un pezzo del fan to le- gno della Croce di Chrilto . Vi il uede preflb all'aitar gran de la cappella di Lorenzo & di Hicronimo de Prioli amen due fratelli , & Principi l'uno dopo l'altro . Et nell'entrar perla porta principale alla deftra,ui è la prima cappella fon data da Antonio Malia benemerito della Rep. per molte fue notabili operationi, & ridotta a fine da Lorenzo Mafia fuo figliuolo : huomo eccellente nelle lettere , & Secreta- no del Senato : & da lui ornata di una palla & di diuerfi ai- tri quadri di nobili pitture, di mano di Hicronimo da Brc- fcia . Et nel fuo Chiofl:ro principale giace in bellififimo Ic- polcro di marmo in aria, compartito in due parti, Nicolò Mafia Filofofo & Medico illuftre de tempi nofl:ri , il quale ha fcritto diuerfe opere , che uanno per le mani de gli huo^ mini dotti , & fu riputato & ftimato molto dalla no- biltà Venitiana , eretto da Maria Grifalconifua figliuola al fuo nome , col ritratto di marmo fcolpito da Alcflàn- dro Vittoria , con quefli'infcrittionc . NICOLAI MASSAE MAGNI PHILOSOPHI AC MEDICI, MARIA R POSVIT Et dall'altra parte della porta del Capitolo de frati (luc^o ps rimente della predetta famiglia) e pofta la memoria nel modo medefimo di Apollonio Mafia Eiloibfo & Mcdico> fuo nipote con quelle parole , . o :j. • •• - . Mona- D 1 ^c As^T Iti o: im I. 6 tS^onumentum cy^pollonio Maffe Philofopho ac Medico Antonij fitto fojttum , "vt ejfet eiia indicium ^irtutùy adfamtlU nomimfjue me- moriam fempiternam . e^/ D LXXI L KaL Atig, Et non molto lontano (llèrbaCcfare Albcrghctto Giu- rifconfulto cclcbrc>&: altre volte mio precettore. Il quale cflendo giouanc di molta fpcranza, ritrouandofi al gouer- no di Bagnacauallo , fi morì con dolore de gli amici, & dcll'uniucr(àle,& ui fi legge . CécfarizAlbergheto lurifcon^ultiji dum Hercu In li, Ducis Ferrarix decreto J^agrtacahalli inftgni cum laude préèefiy immatura mone prd^ ^. , uentOyAlterghetus pater pientiji. T. "Vtxit ann. ^^XXIIIL D. XX. obijtAnnoSaUtti, M D XLIIL KJ. KalSept. Il fuo campanile l'anno i40p.cadde a terra , allora che una forza di tempefta & di ucntoroppe molti nauili, & man- dò in rouina molti edifici cofi publici come priuati,con au gurio di fumro male . percioche indi a due mefi s'inte(c , che gli Scithì con groflò eflèrcito, haueuano efpugnato la Tana, con gran fpargimcnto & danno del (àngue Chri- ftiano. Allo Spedale di queftaChiefaera prepoftaalgo- ucrnp>gìaio.anni fono,quella Ga0àndraFedele,ch'efIcndo famoà per molte fcientie nella giouentùfiia , fu reuerita dal Politiano , da Hcrmolao Barbaro, dal Sabellico , & da molti altri Scrittori che neicccrò honorato ricordo ne lo ro fcritti j & fiilcppcllita in quefta Chiclà. w B 2 Santo Santo Antonio.*''' SV la man deftra andando per fiando , dopo aflài lunga ftrada, apparifce il Tempio di S. Antonio, fituato quali fu la punta di Venetia che riguarda uerfoi due Cartelli . Luogo altre uolte con titolo di Spedale , ma poi per lo con corfo del popolo, per diuerfì miracoli fatti danna imaginc della Beata Vergine , conuertito in Chiefa di legname , Oc finalmente ridotto in fabrica neramente reale, fui model- lo di lacomo Lanfrani Architetto. Fu il primo fondato- re & anco Priore , Franciotto della nobile famiglia de gli Abati Fiorentino , il quale la dedicò al home di Santo An* ionio di Vienna , fi come per quefta memoria fcolpita in pietra preflò alla porta di Sa^reftia appare . oy^nno D omini 1 5 4 6". /» la fejla, a ogni Santi in lo tempo dello Inclito Signor J^ixrer cx^»- drea Dandolo Doxe de %Jeniexia, ^ del ^- uerendo tn Crijlo pare MixUn 9^icoìo Aio- rexiniVefcouo deVeniexia ifo metuda la pri- ma ptera de cfùèjìa henedeta Gtìexia de Adi^ '* ;^ - xier Sanato ùé< faliciji, tutatta efly Cypro infida J&uatay m ^\\:d^w Z^enetias ouansreuertiturCorcyra labori , r y « ' ii44 confeclt4fi fatis glorix^ixijfet ^fatc^fiiiSy ac * fatri^e iniquoiprarifitur M C CC CX C /. Il yixit > .1 ;d else STI ero Il fecondo dedicato alla famiglia Pafqualiga dimoftra im belliirimo Chrifto fatto da buon maeftro , in memoria di Pietro Pafqualigo Senatore in quel tempo illuftre. perciò- checlfcndo huonio dottifllmo, & hauendofi acquiftato grande honore per lecofeda lui ualorofamentefatte,fu ambafciadorc a tutti i Principi di Chriftianità , & (ì morì di ucleno in Milano preflb al Re Francerco.& lafciò diuerfi trattati cofì di Metanfica , come di Theologia . Scriue di cjuelVo huomo Pietro Giuftìniano nel lib. ;xij. della fu^ hi- uoria. &ncl detto luogo fileggc. ' ' " V';; ," ' ,' ..■■'. ;.■ : ■■■■ - ■- . - - -- ■■' y ■ ' . . ; »>i -».il .... Petrus PaJchaltcusDocCeleberrimm ecjues pr^ tlarij^imus , perfeSius Orator^ optimus Senator ; legMìonihus ad LuJttanU , /lijpaniie y'Britan^ i V il: -ÀmU , Z^ngarUy 'E^gesylmperatóremnue ^ax, "-' ^ r i&« lSuYgundo$ fceliciter gejlisi Legatusad Fran €Ìfcum ^allU 7(egem,it^edioUni diem faum vbijt M DXV. ^ailì^itra^rté, JFrancifcus ^allorum ^x Tetri Tafchalici '; s n/irtutes tanti fecit , 'vt eiusfunus magnifica I /vè^ pompa Mediolani celehandum» ^ìiìiwf^ Oratore ad ho£Ìpfum dejìinato , cadauer \\Àxhonorijice comitante , in patria reportandum cu %^^e\tauerit^ quod in hoc monimento conqitiefcit * ^ njixitann.XLI II, n DI C A S T E L t O. .1.1 J. I. « Il terzo ricchiffimo di colóncdi marmi, & di molto oro, contiene condilicatifs. & eccellente pittura, la hiftoria di dieci mila martiri fatta da Vittorio Scarpaccia Pittore no- biliflìmo del Ilio tempo : & molto (limata da gli imenden ti , & confacrata dà Hettore della famiglia Othobona allo- ro Priore di quello Tempio,a' predetti martiri , & ornata del legno della croce, & d'altre reliquie di martiri , com^ ini prelfo fi legge. D. 0. M, zS^fartyrumque x,millittìi He^or Othohonus patruus templi zy^ntijìes %^ mtinfejìilentiay^i/éntoniusContarenHsexCa-^ nonico loci Pont. Z^enetusjiigno crucis ijfforum-r que martymm additis reliqtiijSyptcrauit. ':^ MDXII. "''' Bt dall'altro lato della predetta infcrittionefbno l'infraftri^ te parole in honor di Antonio & di Stefano OtKoboni b<^ nemeriti della Rep. i cui difcendentifurono Secretati, 3i^ noi uedemmo a tempi noftri Gian Francefco Gran Can- celliero con Hettore ^'-«ict'' ' •r**^ ' /) • I ? 'T)»"«ff« <-~»!'^ lo-yp^.^r/pclnmbtcZ/tctór Pijatie jttrpi^ alumhm -i»i1 il) ^yArmoYum hofìilem caput eqmre clajjem : w ; Ttreno ftrauit hunc patriam claudit.nt illé "^^ "'"i^'^'^^X^Egredimrclaupim referans uhi'Brondulus Atìs <ìi\4ii ii\S-tragibm inftgnis deducit in equora^Brintam ^w. v^ hìi^{frs heu magna Tetat tunc cum mare clajsi- ^\\r\^^\k biisimplet, pall'altro lato giace; Antonio Grimani Doge 75 . del qua- le- il Giouio fcrifle un particolare Elogio nel fuo libro de gli huomini illuftrlEt dalla fmillra della cappella è ripofto ,1 Pietro Die A'STT^rUL O. LIB. I. ^ Pietro Grimani Prior di Vngaria fuo fratello . T' La pietà con le Marie polle nella graticola dalla finiftra fu operadi Guido da Modona Pittore hauutoin gran pre- gio da^^fonto Re di Napoli Vi giace parimente Pietro Landò che fu Principe l'anno r 53 ^-^ percioche la fiia cap- pella tutta di piehalilriana, adornata di figure di tutto ri- lieuo , ^ grandi al naturale, cou la ftatua del predetto Do- ge fcolpite da Pietro da Salò, rende bella & gran maeità al praktto Tempio. > In i prelTo è fabricata la nobil Ch icfa del lo Spedale di San to Antonio per noto della Repub. la quale guerreggiando col Turco per difelà' della città di Scutari , che fi perdo- na fé non compariua con molta préftezza un certo nume- ro di Marinari, claudita da Dio di quanto denderaua,il Senato fodisfecc.Òc flidatoil luogo per ricetto de mari- nari ridotti in uecchiezza, & a pellegrini, ^ come luo- go del pubi ico fu com niellò il gouernoal Principe . Ma eilèndoefiò per le continone & importanti facende del- lo (lato impedito: permeflè che entraficro in fuo luogo a quel carico i primi huomini della città . onde i Procu- ratori di San Marco detti dcSupra,lòttentraronoa quel- la cura, iii«t,.bn, San Biagio. SVI Canalaccio dirimpetto quafiall'ifola di S. Giorgio Maggiore ò di San Seruolo, fi troua San Biagio, edifica- to l'anno i o 5 2. & già Chiefa de Greci, per ri fpetto del luo go frequentato ; da diuerfi legni che approdano a quella ém^i WllìitiL.:) HhìiU J. ÌNdcntro fra terra è San Martino. Ilqualc mentre che i Barbari mandauanoaicrro Oc afuoco l'Italia, óic che i C Longo- D E L-S'E STI ERO Longobardi comevincitori la fignoreggiauano per la mag gior parte,fii edificato da i nobili di Padoiia & di Rauenna che rifuggendo in quelle lagune dalla rabbia de loro nemi cijfi poicro fopra due ifole chiamate le Gemelle : & fecero quefta Chiefà,re(laurata poi da i Valarelsi , & quella di San Giouanni Bragoìa . A tempi noftri quafi disfatta del tutto per la uccchiezza, fu ricominciata in altra forma, fui mo- dello di lacomo Sàfouino Architetto c della poca ambitione de Veneti in quei tempi ) che ui era un lèpolcro commune a tre famiglie , uolendo inferue , che allora gli huomini fi contentauano con ani-: mo parco & rimeflb del poco, poi ch'ai corpo morto con- cedeuano luogo coli ftretto & angufto. .Oiouanni Joragola. MA l'anno 8 17. la picciola Chiefa idi San Giouanni irt Bragok fu del auto rifatta da Giouanni Talonico ^ con le piazze dinanzi & per fianco . Si dice che i Veneti art tichi,chiamauano le piazze doue fi fanno i mercati pubU- clii,Bragolc . percioche altre uolte la piazza ch'è dietro alla Chiefa era luogo di mercato, peròja Chiefà fu detta in Bra gola. Altri vogliono che haucfiècoral nome, perche nifi pcfcaua , conciofia che bragolare in quei tempi fignificaua pefcare . & altri diilèro che la Ghiefa prcfe il cognome da una Prouincia detta Bragola,daIIa qual fu portato il corpa di San Giouanni Limofinario , al cui nome fu fabricatoit Tempio . Ma in qualunque modo fi lìa , fi confernanoitl quefto luogo facro alcune reliquie di fan Giouanni Battìi ila condotte di Leuante l'anno 991 . da Domenico Ba- doaro Vefcouo di Oliuolo . Vi giace anco il corpo di San Giouanni Limofinario,chc uiflè l'anno 6 1 a& fu Patriar- ca di Aleflàndria , in un fepolcro affai ricco fliori del Coro ucrfo mezzo giorno . E aliai notabile per pitture fette ne tempi nollri . conciofia che l'Aitar maggiore fìi opera di Gian D I e A S T E L L O. L ! B. f. !• Gian Battifta da Conigliano , doue è ritratto il bclliflìiiio Tito della liia patria . La palletta alla delira con la rcfurrct- tione di Chrill:o,fu fatta da Luigi Viuarino da Murano Pit tor celebre nel tuo (ècolo.& l'altare di Santo Andrea fu dì pintoda Antoniofuo fratello. La ciippcUadeNaiiaieri, con l'aitar della Croce la lauorarono Bortolameo Viuari- no, & Gian Battifta da Q)nÌ9;liano. Santo Antonino. 1> Et" tràlicrfò" in dtnt'ro è fituato Santo Antoninocdifì- i cato dalla famigli:! Participatia, allora che liebbe per lungo rem p'o il Principato della città. E famofo per lo t*orpc»di Santo Saba Abate, che uillc l'anno 5 28.ne gli hc- renii di Cappadocia, il cui corpo fu portato dalla città d'Acri l'anno 1 248. Vi dipinlc Leonardo Boldreno & La- zaro Sebaftiani, l'uno la palla di San Francelco con Santo Antonio, & San Bernardino , & l'altro una pietà pofta (òpra il Corpus Domini , con maniera aflfai polita & gen- tile . Santa Trinità. Tu Verfo l* Airfchale è la Chìefa di S-antix Trinità fonda- ta dàlie famiglie Sagreda & Cella , ma poi rinouata ne tèmpi notlridi deiitro Oc di fuori . Habitò in qucrta con- à'adaiuicrrto alla Chicfà, lanobil profapia de i Boccoli , i qiialtlnftituirono lo Spedale delle Boccole no molto lon- tano di quindi . Vi ripofa il corpo di Santo x^nallafio mar tire portato da Coftantinopoli l'anno 1200. da ValareP fo Vdlarefsi , cflcndò allora Principe, Henrico Dandolo Doge 40. P SanSeuero'. MA aflai ri^uardeuole per l'antica forma èilpicciol Tempio di San Seuero.Q^efto ftifebricato fopra vna Ifola chiamata Gemella , da Orio Participatio Vefcoiio d'Olinolo l'anno 84 1 . oc ordinò per teftamento, come co- fa di fuo patrimonio, che folle fottopoila alla Chicia di San Lorenzo ch'era parimente fua fattura . Et ancora che diuerli V'cfcoui di Cartello , & i jparrochiani medefimi tentaflero più uolteindiuerfi tempi di fottrarla dalle mo- nache, fu però per decreto di più di jp. Po^irefici Romani Inabilito ch'egli folle di eflèaionache. La cui fola Badef- fa ui ordina quattro cappcUarii & altri chericijeleggcndoH a fua uolontà . lacomo Tintoretto ui dipinte la pafsionc di Chrilto, & fu opera aliai lodata . S;M; aria r orni' ^J On molto difcofto fi arriuaa Santa Maria Formofà : •^ laqualefulaprimaChiefacheinVenetia folle confa crata al nome di Santa Maria . Fu edificata per rcuelationc di San Magno,&: rifatta poi l'anno 84 i.da Giouanni Sanu- to Vefcouo Oliuolen fé, & di nupuo .fii, r^ilaurata dalla A- iniglia Tribuna, 6c finalmente l'anno 1075. fu ridottai perfettione da Paolo Barbetta ful/modello del corpo d^. mezzo della Chiefadi San Marco >^YmcqizoCappelJ9^ chiarifs. Senatore Generale da Mare più volte, &horwDr^ to dirtatua pedert^re, & di uno eccellente elogio dalGio- uio nel libro fuo de gli huomini illufiri , vi fece la facciata di picfra Iftriana : oc uifu poilo laprefentc irv^aittionò/ , ,. Z^incentius Capellus JldaritimArum rerumpe-^ Tttipmtis i C^ antic^Homm laudihw par, Trire mium rji.il :U D Ice A S T E E X O. :LIrB. I. n -or!' : Mfnmm onerari arti Tr^feBmyab Henrico VII* "SritamuT^ege infine donatks Clàj^is'Le^ìi^} ttiU V*Jmf,DefigAer clajfem deduxìttcollap^ Yjàm naualetndifctplinam refiituityad Zacxin Uthnm Amia defaris Legato prifcam Venetam •t^ji^, nrtutem oftendit . & dall'altra parte , ^^^^ :-:aq'^/w Amhrada'finu "Barharujfam Ottomanicét '■"' " '■ dafsìs Ducem inclufit ypoflridie adinternitio- ^ -'i •' - mem deleturus nifi fata £hrifi.Ìanis aduerfa 've ' ' tuijfent. In Td^onicofìnu Cajìra nom expugnato Diui ^/arci^rocur, 'vniaerfo 2(^ip.c:onfenJu , . , n; CrYWm^ in patria moritur ^topius ciii.i^^Ms^}nosr . rore^'^^nno^ctatis LXXIL M BìXìÉJu X/I/LKalSept. ' 2ulÌ3D Sono in quello Tempio i corpi di San Nicodemo & Sa- turnino col capo di San- Romano , già poftiui da Dome- nicol Badoaro, il quale fu Vcfcotiopiitiolenfe l'anno gpi. ma Ci crede j elfèndo creCciuto ii terreno, che G^no ricoper ti . Vi è parimente la palla nobiliis. di S. Barbara, di mano dilacomoPalnTiUuccchìò.'^"*^'' .a.iJi05:>ìit>:'f i Santa Marina. DI rincontra per fìaco uerfo occidejte,app5u:trcc hCl?ji^ la di S..Marinaalcrc.uolte chiamata i,&: .dedicata ^^.^ AiclTiio 5c S.Libcrale: ornatadi nobili pintore r^pr^icnt^v DEL SESTIERO la Ulta Tua. il cui corpo condotto a Veactia da Coftantino- poli per GiouanniBuora, che lo hebbe da alcuni monaci Greci, collocato in quefto Tempio,diede occalìonedi mu tare il titolo della Chiefa in S.Marina.Vi è di nobile la cap- pella di S. Liberale, uifi tata tutto l'anno dal popolo co niol tadiuotione. Sono in quello luogo due Principi Illuftri, Michele Steno Doge 52. che fu l'anno 1400.& Nicolò Mar cello Doge ^8 .che uifle l'anno 1 47^ . All'uno fìi pofto que- fta infaittione Torto il fepolcro ricchilTimo per molto oro, fituato fopra la porta maggiore. lacet in hoc Tumulo Screni(s.Princeps & -vv.uu D.D.Michael Stcno^olim Dux Venet.ami - " - zeus Iutlitix,pacis,& ubeitans, anima cuius 04^ requiefcat in pace . obijc M C C C C Xllf . «>i S^D, XXVI Decembris. All'altro nella cappella Grande in fepolturadi marmo , la infcafcritta. . . Nicolaus Marcellus Dux Clarifsimus, iu- ",' Vj.,','- ItusjpacihcuSjCunóbis gratus,ubertatisan- •r (i-^ornon^ erario publico,Con(èruator,Cypro ^^'^^; in poteftatem récepto, Scodra acerrima Theucrorum obfidione hberàta,curis R. P.Anxiusuiucnsmorienfque,inpauper€S piifs.animam coelo hic cradidit offa . Da un'altro lato fi fcorge una ftatua equeftre : pofta dal Se- mito al nome éi Taddeo dalla Volpe da Imola : il quale fu condottiero del la Rep. & fi portò ualoroià niente nell'ulti- hic guerre di PàdòuaA ui fi legge. ' Thadeo D I e A S T E L L O. LIB. I. ti Thadeo Vulpió Equid Praef. foniis. rece- ptiE urbis Patauij,fàcraD.Marin^]uce,au- thori prudcntifsimo Carniae orse propu- ''' ' gnat . accrr. exercitus Venet. ad Boxi o- niam {èruatori pra^cipuo, Andreas Grirus Dux Sena.que gracifs. optimefèmperdc Rep. Venet.Monimen.actern hac potifsi^ ib/,T;qcjnuiYi {ède iure poi. ann. L X. obijt MDXXXllll. A. M DXXIX. Sa l'aitar grande ibno collocate tre figure di marmo al na turale,fcolpire da Lorenzo Bregno. Et la palla del Battefi- mo di pittura fu di mano di Donato Venetianoche uifle l'anno 145I. SanLeone. nrx A qiicfta fbi*te pèt fiaiico Ti uà ài Tempb di S. iLConc -ti/ Papa,detto uolgarmente S. Lio. Polìcdeua altre uoltc il monirtero di fanta Croce in Luprio, ma Badoaro Vica- rio di quefto luogo, conGiouanni& Pietro foci fratelli tutti dellafamiglia Badoara,l'alienarono, dandolo all'Aba- te della Carità l'anno li 21. per fatui un moniftero di mo naci.pcrcioche poco inanzi era ftata edificatala Carità dal- la famiglia Giuliana . Dipinfe in quella Chiefa, Marco del Moro Veronefe , il Caligaretto, & il Tintoretto , l'uno la cena di Chrifto , l'altro uh fan Giouanni Battifta , & il terzo fan Michele. Da man manca dello aitar principale ,cla memoria di làcomo Guiibni, con un quadro di mar- nilo : il quale fu ^natorc di molta ftima ne tempi noftri . '■'•'■ ' Santa . D E L S E S T I ERO ";;;; Santa Giuft^ f EAnco-parocchiala CMdà dL'Sifmti:6iiti(i:mai cjuantiin- que habitata da donne monache , pcixfoche \'i tengo- no cappellani alla cura dcU'animè .'Si dice che fu fabricata per leuelationc di San Magno . Kcllaurarono il monifte- ro Pietro Mprofino , Michele Cornarp , Bertuccip »^ Lo- renzo Delfini iiiolti anni fono : & il detto Lorenzo donò il tefréri^ per farai il luògo delle donneai La Chielh poi con quaflàta per llantichità fua,fi finì l'aniip 1 5co.per ppera di Zaccaria Bart)aro,di Marc' Antonio Morofini, di Hieroni- mo Conrarini, di Mattheo & Andrea t)onatò , & di Hic- roniniodiGiouanni, i quali donarono grofia fommadi danari. Dentro dalla porta maeftra fi. vede un (afio fitto nel niiiro , fui quale Santa Giurtina otóridòy laiciÒ le vefti- giédéllb gìnòicchia. Riterifce lo Scafdèi^one nella fua hi^ ftortadi Pàddua ; che tornando Giuftinà' dalle pòfìèlìlóni del padre,aflalita à ponte Corno da i min ittri ^di JVIafìèntio Tiranno,al quale era ftata acculata come Chriltiana , difce fa dalla carretta, s'inginocchia fu la detta pietra, la qual poi fu porrata da Paciouain quefto luogo . Dipinfe la pal- la grande aliai gentilmente Marco Zoppo da Bologna l'an nori468. Et fu l'altarericchiffimo di porfidi &ferpeiKini della famiglia Dolce> fono due Statue di marmo, parid, po- co menodel naturalc,d'i mano di Antonio Lombjardo Se di Paolo Milanefc Statuari) affai famofi nel tempo lóro". Ma di gran lunga auanza l'opera di coftoro^un Chrillo di marmo di alteziza quafi d'un braccio, fcolpito da Tornalo Lómb^do chefuìalliGUQ dd 5ani(>UÌi;>Q j^^ j r^ - > ; yir^.rjL: ■ PEr lungo tratto dì via fi peruiene a S.Giouanni in Oleo, detto corrottamcntcNuouo dal volgo. Fu opera del- la famiglia Triuilàna che la dedicò al martirio diS.Gio- fciiJ^Kv uanni DI CASTELLO LI B. I. ij uanniEuangeliftarilqualc per ordine di Nerone Imp.fu pò fto nell'olio bollente. La fua Uruttura è (ul modello della parte di mezzo del tempio aureo di fan Marco, con la (ha tribuna di fopra-Andrea Bono Vefcoiiod't qui lo laconlà- crò l'anno 15 6|.Dipinlè qui dcntro,HicronimoDcnteallic uo di Titiano,la palla di ùi\ Cofmo »5c Damiano,6c il Cali- garetto una cena. Di Scoltura ui fono , tre figurettc di bella torma , fatte da lacomo Colonna allieuo del Sanibumo. Giace da una parte Francefco Landò Dottore «5c Caualiero, con i'infcrittione di quattro uerli feguenti. FranctjcHonem Landa pium tulit alta propago Functus in hoc tumulto continet offahreui^ SlueDoctor^quem clams:^equeSyUÌrtute decord Duxit 'vitalisgentìs c^ urbis honor , San Procolo. POco di lungi è (ituato San Procolo, fottopofto alle Don ne monache di San Zaccaria, che ui tengono un Vica- rio,angufto &lénza ornamento alcuno.Solo ui fi nota vna infcrittionedi uno Amadeode Buonguadagni fatta l'anno i^ Sp.con titolo di Vicecancellìero del Comune di Venetia, per la quale (1 conofce quanto allora poteflepoco ne petti vinitianirambitione,& dice. M CCC LXXX 1 X. Die XX ! m.Decem hris, Factum fuit hoc opus in remisfionem pecca- forum Sapientis,^ catholici uiri, D, Amadei de 'Bonguadagnis commendabdis Z^icecancellarìj Commums Z^enetiarum. S.Giouanni de i Forlani. SAn Giouanni intitolato deFurlani , fu nel tempo deCa- ualicrì Tcmplarijjpoflcduto da loro . Ma eflèndo l'ordi- D ne DEL SESTIERO ne loro fpento da Papa Gemente Quinto,ad inftantia di Fi lippe Re di Francia, come fcriuonoi pili de gli hiftorici; parte de loro beni fu confegnataa Caualicri diRhodi,chia- mati hoggi di Malta : fra quali hebbero quefto Priorato . Lo poilcggono adunque iA'altefi,& i Pontefici per l'aut- torità loro,mcfìeroin ufo^di darlo & conferirlo a chi piace loro: percioche è molto ricco d'entrata. Ne tempi noftri Papa Paolo Terzo, lo concelTc al Cardinal Santo Angelo fuo nipote, & dopo lui che morì , perucnne in Aleflandro fuo fratclIo,al prefente Cardinale Farneiè,ma non però" co- me a Cardinale,ma come a Caualiero di Malta. Vicino al detto è l'Oratorio della natione Schiauona (òt- to titolo di San Giorgio, con ricca & bene intefa ftrut- tora fatta pochi anni fono. Era già Spedale fotto titolo di Santa Caterina , & lo pofledeua il predetto Priorato di Sau Giouanni. S. Filippo Sclacomo. SAn Filippo & lacomo fituato all'incontro di San Theo doro,eflendo altre uolte moniftero de frati,le entrate fuc furono incorporate con quelle di San Marco, &di qui è che il Principe ui mette al gouerno un Sacerdote con titolo di Rettore. Hoggi la cafa doue habitarono i frati, 6c che poi era proprio luogo del Primicerio , è ftata dedicata p ordine del Doge,& de i Procuratori di San Marco, al Seminario. Alle fpalle di quefto luogo è l'Oratorio di S. Scolaftica > confumato dal fuoco ne tempi andati , ne quali era Chiefà honorata,maper la poca cura, & per la frequenza delle Chicfc all'intorno, pretermeira da i circonuicini. S.Francefco della Vigna. MA torniamo un pezzo a dietro alla Chiefà di S. Fran ccfco dalla Vigna , Vi era altre uolte nell'introito fuo quando DI CASTELLO LTB. L 14 ■ quando era di tauolc, il (cpolcro di Lodoiiico Re di Sici- .lia,ilcuicorpocllendo portato dalia città di Hicrulalcm in cambio di un corpo Tanto , vcnutofi a notitia del vero , fu pollo in alto con un panno di Icar'atto per legno di ho nore. Acquillò il cognome della vigna per San Bernardi- no: percioch'efìcn do Guardiano , & habitando allora in S.Franccico dal Diferto & alle Vignuole,poco difcollo dal •lido, ridotto il conuentoàVenctia per più commodo de fuoi frati , lo nominò dalla Vigna . Fu già opera della fa- miglia Marcimana &c fu fabricata di nuouo à tempi noilri fui modello del Sanfouino, con tanta bellezza eh è tenu- ta fra le prime della città. Gli adornamenti fuoi rari per .qualità, fono di molta cccel lenza cofi nella pittura come in altro. Percioche entrandoli in Chielà nella facciata di dentro fopra la porta grande, lì ripofano due Cardinali del la famiglia Grimana , Domenico creato da Vapa Aleflàn- dro VI. &. Marino fatto da Clemente VII. Vi èjparimentc Marco Patriarca d'Aquilea che l'anno 1 5 57 fu óeneraledi Papà Paolo ili. per la lega che lì fece contra le forze di So- limano . Palla lìnifìra fono cinque cappelle : la prima del- le quali è de mede(imiGrimani,& fpecialmete del Patriar ca Giouamiijche vi fece làr l'ornaméto del volto di lauori di ftucco,d'oro,& di pittura alla Romana da Federigo Zuc caro & da Battifta Franco nobili Pittori dell'età nollra. La feconda ha la palladi ballò rilieuo fcolpitada Alelìàndro Vittoria. La terza dipinfè lacomoTintoretto, nel cui mez zo giacciono i Balfi . La quarta dedicata alla cala Dandola, ha l'altare di manodiGiofeppeSaluiati. & la quinta dei Giuftiniani,fu opera di doue fi legge. D. O. M. LAVRENTIO IVSTINIANO D. MARCI PROCVRATORI ANT. F. ET FRANCISCAE VXORI AMANTISS. M. D. L I. & dall'altra parte, D 2 ANTO- DEL SESTIERO ANTONIO IVSTINIANO SENATO- RI ANTONII F. ET POSTERIS AN- NO M. D. L I. Oltra le pdette Cappelle , di (òpra al portone che getta nel chioilro per fi5co,è lainfcrittione di Marc' x\ntonio Trini (ano Principe ne tempi noftri di vita cflèmplarc, che dice. M.AntoniusTriuifanus Princeps integer rime wìtx Se paterna virtute ac gloria {em- per claius , omnibus honoribus egregie perfunctus,d patribus inuito ipfius genio Princeps coopratus,cum annum Remp. fànd^ gubernaffet , Religionis amantifll dum (acro in imaginù aula intereflet nul- la aegritudine,flcxis ante aras genibus,in gremio patrum moriens migrauit in Coe- lumbeatiff. M D L V. i-Oót. Di quindi s'entra nella Cappella de Profeti della cala Giufti niana tutta coperta di figurette di mezzo rilieuo con ric- chi fregii marmi & di bronzi. la quale per grandezza di corpo & per bellezza di Uto è molto honorata. oc vi fono quelle infcrittioni. Hieronimo lufliniano Ant. F: Senatori sùma prudétia& integrifateclaroS.Mar ci Procurationé adepto, perq.omneisfere vrbanas dignitateis multa cum laude ver- iàto,quivixitann.LXlI.diesXIX.Agnc fuia DI CAST&LLO LIB. L ij fina Baduaiìa Hier.F.coniugi vnanimi fi- bipolkrifq.iùisF.C. 5c dall'altra parte, Hieronimo Baduario Sebaft.F. Se Hiero- nimo Baduario lac.F.viris oc ianólitate vi- tasin Rep.adminiflrandaconfilioac fide cum priuatim cum publiccE fruóluofis, Agnefina Baduaria hcres patrismagniq. patruo optime de (è meritis, iux in illos pietatistellimonium H.M.P. Del qual Hieronimo Giuftiniano & Agnefina amcnduc vfciti di nobilifs ftirpe & honorata ^ molti liuomini illu- fl:ri,nacq; Marc' Antonio Giuftiniano gentirhuomo d'in- nocente vita,lontano dall'ambitione , & ofticiofo fra tutti gli altri della fua patria nel tempo Tuo. Dorme parimente lopraal portone dirimpetto à quello del Principe Triiii(à nOjDomenico Tuo padre, i cui chiari fatti & la cui eccellen te virtù, non pur fu trattata da gli hiftorici del noftro tem- po, ma uiue ancora &: uiuerà preflb à Padri & a tutta la cit- tà . perciocheegli al tempo fuo fit de primi huomini della Rep.óc ui 11 leggono quelle parole. PLVRIBVS LEGATIONIBVS IN ITA LIA, GALLIA, HISPANIA, GERMA- NIA CONSTANTINOR ET AEGIPTO.R & dall'altra parte, Dominicus Triuifàntis Eqnes Procurato! BEL SESTIERO dilli Marci Venerai Imp.Clafsis inuióli ani miSenator in Deum pieratcmin patriam ciiantatem,in fùmmis Reip. negotijsinno centifTdecefsitjmemorabiIe poiteris exem pium. M. D XXXV. XXVIII. Decemb. Nella Cappella di Noftra Donna , la cui palla fu dipinta da FraFrancefco da Negropóte aliai buon maeftro , ricca per molti porfidi & marmi di prezzo , giace Marc' Antonio Morolìno , il quale nelle guerre di Lombardia hebbe cari- chi d'importanza, per la Rcp. Racconta di coflui, il Bembo iSc Pietro Giuftiniano nelle loro Hiftorie,che incontrando fi egli per uia in dueambafciadori Fiorentini, ch'erano an- dati a AlanTimiliano Imp.dìfleloro , Dio ui falui , al quale! Fiorentini non rifpofcro nulla . 11 dì feguente incontratifi vn'altra volt3,non volendo i Fiorentini ceder la via,il Mo- rolìno il quale bella & marauigliofa degnità nel uolto, & la perfona alta & grande haucua, prelò uno di loro,lo fpin- (è di forte che lo gettò nel fango, dicendoli .Impara vn'al- tra uolta a cedere a i ma2;2,iori di te . Habbiamo uoluto re- ferire quello fatto^percioche è anco accennato nellaicgué- tcinfcrittionc. Ad.^nt.^yì^auroceno Equit. :;s^Trocurat.'Z'i-' ro elocjuéùa.remm do tir ina auilihus negotijs Cjst* tellica minute darò . ^«/ cum omnia ornamen tA qiu in 7{ep, funt awplijf. fua 'vinuteadeftus efitj maiorihus tamen digniJ^Jfemper ejì iudica tuSyLegationes innumeras maximafcf.fapienter foniterq.gejiit , reprefa prajertim apudAdaxi milianum D I e A S T E L L O L I B. I. \é tnilianum Imp.quormda Legatomm temerità^ te Legatm in caJirid,Imperatoria omnia munta fosliciter otijt. Infuhrico hello tSl/agifier Eq.defi gnatmtmira celeritate tràfmijso & poi Patriarca d'Aquilea . & di rincontro lì legge. Fravicifco^arlarOi Equiti^ Procuratoriaue D, Alarci , Mtlitid^ literarumtjue Ihlendore in-^ ftgnitOìmuluf Franctfci F, Acquiti, Pro-^ turatoti D, trarci ^ ^iro humàmsjimo tt^ cla^ ftf. jlermolaoquè fìio eiu$ integerrimo > do^ etifs, Unguarumiue petitia ulehratijf. Franti- fcus nepos. La cappella di Hieronìmo Bragadino è notabile per la fa- mofa palla di San GiouanniBattilla dipinta da Benedetto Diana, laqualeètenurain gran pregio dai Pittori nioder- ni,& è cofa di bellezza fingolare. Si conferua parimente in quello corpo, il Doge Andrea Cnttijfempre memQrando,come è noto ad ogn'uno . ^ il Conte DI CASTELLÒ LIB. L 17 conte France(co Carmignuola che fu Generale della Rcp. La libraria del moniftero è parimente notabile per qua tità 6c per bellezza di libri , nella quale Andrea Bragadino & Hicronimo Badoaro fpelero gran fommadi danari . Elìmilmentecofa eccellente il coro dei frati lauorato di tarfie fecondo l'antico ufo de nolìri paflàti. Et fu lauoro di Gian Marco Canozzi faniofo nel tempo fuo in coli fat- to maj^illero di colè . S.Giouanni & Paolo , MA grande & nobile fabrica è quella diSanGìouanni & Paolo habitata da i frati|dell'ordiuede i Predicato- ri . L'anno 1 234. eflendo Ifola che pefcaua neH'acquaJaco nio ThiepoloDoge 42. la donò a i frati, i quali nel princi- pio vi edificarono vn'Oratorio di S. Daniello , ma louenu ti poi col tempo , fi fece l'edificio che fi vede al prefchtc. Nobililfimo per fito, percioch'è pollo quafi nel cuor del Lt città, per firuttura , ancora che la maniera dell' Archi: ot- tura fia tedefca^ per grandezza di corpo, »5c per abbelli- menti di pitture , di (lame , & d'altre cofe norahili & de- gne di ri cordo. Fra le quali una è, ch'in quello Tempio giacciono lèdici Principi di Vcnetia, & però nelle funera- de i Principi , il publico frequenta quella Chicfa , onde s'è poi introdutto perciò, cheogni altro huomo di grado pu- blico fi conduce in detto luogo nelle cclebrationi de i mortorii, come fono Ambalciatori,Condotticri,& fimili altre pcrfonelègnalnre. Vi giace adunque lacomo Thie- polo predetto) autore di quello facrario con Lorenzo Do gè fuo figliuolo podi di fuori della porta grande . Rinieri Zeno Doge 44.che fu l'anno r 2 5 2.Giouanni Dandolo Do gè 47. cheful'anno 1280. oc è pollo nel primo chioilro con quella inferi t tione . E Dan- D E L SESTIERO Dandalei generis magna minute Ioannem Hicc hreuis iìlujirem continet urna Ducetn . Claruit in magnis eitts fapientia rebus , §uem monjlrauerum ardua fa^aprohum^ Confilio follens yfenfu maturus , acutus Ingenio > prudenst eloqmoquepotens . TrcccunBis patriam fummo dilexit amore lllius ad regimen prouidus atque 'vigil . ^nni dum Chrijli currehant mille ducenti OEiogintanouem yfj^iritus ajìra petit. Qui defunElorumfruiturfuffragio luce Decedem mundo confociatur eis . Marino Giorgio Doge 49. che fu l'anno 15 1 1. Marino Fa- licro Doge 5 4. che fu l'anno 1554. Gian Delfino Doge 56. che fu l'anno i _j 5 <5.& è ripofto nella cappella grande. Mar- co Cornaro Doge jS.cheful'anno i^ 65. Michel Morefino Doge óo.chefu l'anno 15 8 1 . & quelli due fono parimente nella predétta cappella, fotto al qualMorolìno (ì leggono quelli uerfi. Inclita 'vitales Michael quem duxit in auras Maurocena domus VenetU Dux ciuihus ingens Spes erat * alta parans , intercipit a rdua fatum Capta Ducisyuirtute potenSifuit enfis acutus Jujìititti heu moriens patria per jecula luElus ^a cinis efi^iacet hic,mensgaud€t,fa ma corrn fc4t. Anto- DI CASTELLO LIB. l it Antonio Venìcro Doge 6 1. che fu l'anno 1581. fituato fo- pra la porta del Rolàrio in ricco ièpolcro, con la infrafcrit- ta memoria . ^ifquis adinfignem tumula tua lumina jleElit Ingentem cuius aneres hcu marmoraferuant , Cotuemplare Ducem > Princefshtc illeper omrte yeneriofama uolitans Antoniuscrbem , ^/ tribus hanc Vrhelujìris totidemj^fer annot Tiexeraty^ternù muniem ea tempora faUlis Tarutjinafu /ujtiti,€ Pì'inccpfque fuitjdecus ipfe Senatus cy^eternos Z^enetum titulos fuper ajira locauit . HicTeucru tumida deleuit in^equoreclafjem, Oppida Tamifii CeneU,Feltrique redemit . Vngaricam domuit rahiem, Patriamc^\fuhegit Inde Fori lulijy Cattarum^ SpalatHmcjue Tra- gurum i i** Aequora piratis patefecit claufa peremptis Vigna polumfubìjt patrijs memfej^a triumphis, Pafqual Malipiero Doge 6 5 /che fu l'an.i457.vicinoalla Sa gicftia,in monuniéto con la fua flatua diltera,(5c vi fi legge. Pafchàlis Maripetrus P. Maximis Reip. Se nato ribus,bo Ditate & eloqiientia ièmper par, Religionisac rerum vlù nulli (ècun- dus , oc cum ijs laudibus in ciuitate, in lo- cumFranciici Foicariadhucviuentis a pa tribus luiFe6lus,(]uod antea domi debilita- tum erat, (ùa authoritate in priltinum fta- tum diuinitus reftituit. Vixit in Princip. Ann. II II. MenfesVI. DiesVI. Obijt M CCGCLXI. Pietro Mocenìgo Doge 72. che fu l'anno 147 ^ in rie- chiflima fepoltura di pietra Iftriana con 1 7. figure di marmoal naturale, fcolpire da Pietro Lombardo, &da Antonio, & Tullio fuoi figliuoli, con la ftatuapcdellrc difopra DI C A S T E LiL O. LIÉ. I. 19 òì fopra al cailbne , con qucfte parole nel fiio corpo E X HOSTIVM MANVBUS, & meritamente, per- cioche per cole belliche di mare fu molto cccellcrìtc,la cui vitafulcrittadaCorioIano Ccpioncfuo contemporaneo & di fotto lì legge quefto epitaffio . Tetro i!^hcmgo Leonardi Fomnihm»non mi nus optimi quam eloquenttfsimi Senatoris mu- nerthus domiforifquefunBoy maris Imperatori ^i (L^fia à fauci s Hellefpontì ufque in Syrtan^i ferro ignique ^vafìatafiaramartnis 'F^gihui l^e' netorum focijSiOthomanno oprefsis^'E^gno rejìi^., luto , piratM *vndtqtie fMatis , Cypraà coniuroti tis non minori celeritate quam prudentia rece-^^^ vta,Scora duBu ^ aujpicijsfuii ohftdiont lihetrl rata , cum ^mp,f celie itergefsijjet , abfeHs I>l-J ^^farci Trocurator inde Dux grato Patrum. confenfu creatus e fi . Ioannestertius ab hoc Dux ' • ^ ^icoldus t^^fodenigi Fràtres piérìtifs, 'B, « Ad, D, ' Z^ixit aHms LXX, ^yù'en. ì. Dies X X, Ohijt non fine fummo populi gemitUy Du- catta fui Anno primo, Menfefecundot die X /^. \^nnofalutis MCCQCLXXFL Giouanni jMocenigo DogC7f .che fu l'anno 147 yànicpol ero di finiflimo marmo, con belle figure di mano di Tul- lio Lombardo Scultore eccellcntc,ncl cui corpo e notato . V Dux Ioannes ^^^ocenigm Thom^ Ta- trui y ^ Tetri fratris Ducum fecutt4S 've- iU ..* fi^gi'h D E L S E S T I E R O fligtaylellum Ferrar Un fé inuitm gej^h , ©^ ^- dtgij ùeninfulam adiecit Impetio , pacem colmi 2iemp, Z^enetam adminifirauit,mJ}itiaypro' hitate, O* prudentia , Dux Opt, w amantijf, 2i^ip,hahitusejì, L. F, P. Ohijt Anno .ty^CDXLF. 'vixit annos LXXFI. Due, annos V 1 L menf V /. Leonardo Laurcdano Doge 74. che fu l'anno 1 50 t. nella cappella grande , & Luigi Mocenigo Doge 84. che fu l'an- no \ 5 yo.ri pollo fopra la porta maggiore di dentro co Lau redana Marcello flia conforte. La quale donna di molto va lore premorì al marito alquanti anni prima . Oltre a' predetti Principi ui lì uedono tre ftatue equeftri grandi al naturale , confacrate dal Senato allo honor fingo late,l'unadi Nicola Odino Conte di Pitigliano , ilqualc fu Generale della Repub. nell'ardenti^, guerre che fi fecero in Lombardia & intorno alla città diPadoua,fottoallaqualc fileggc. tvi'. \ ■ ^icolao ZJrpno J^oU Pitilianique Trincipi ;<^ longe Clarif SenenJÌHmyFloretìni populhSìxti, Innocentijy Alexandri Pont. Max.Ferdimn-^ , dh Alphonftque lunioris T^sg* ^eapolit. Imp, fcelicifsimc'VeneU demum T^ip* per X V, an- nos magnis clarifsimìfque rehus gejiis, noutf fime a grauifsima omnium ohfiàtone Patauio conferuato y'virtutis ac fidet Jìngularts Sena» tusV.M. H. P. P. ohìjt^ta.LXr///. M DIX. L'altra lo- Vi,' *~^^o* D I C A S'T E L L O. LIB. I. io L'altra di R Leonardo da Prato Caualiero di Rhodi & (In- goiar Condiuticro del tempo Tuo, delle genti della Repiibr, con quelle parole. Leonardutn Pratum militem foYtifsimumi& e)cpròuocatione femper 'viEloremy^r^feEtum Ferdinàndi /mioriSiC^ Federici T^egum ^ea politanomm , oh 'virmtem terrefiribus ^aua^ lihufaue prAijs Felici fsimum , magnis clarifsi- ■tnifque rehìa prò Z^enetOr T^ep. gefìiSiàb hojìa cJfum y Leonardui Lauredanus Prineeps & amplijf, ordo Senatorius , prudenti^ (^forti-^ tudinis ergo yjlatua hac Equejin donmdum cenfmt. ^-^^^ ^ ' > La terza di Bartolomeo Coglione da Bergamo Generale parimente dell'armi Venete , fatta di bronzo , & collocata di fuori alio fcoperto.Et fu Io Scultore Andrea del Vérroc- chio Fiorentino . Scrillc la vita di quello huomo celeberri- mo & bene merito per la fua gran fedeltà alla Rep. Pietro Spino filo compatriota. Et fi leggono nel piediftallo quc fte poche parole. BARTOLOMEO COLEONO BERGO- MENSI OB MILITARE IMPERIVM OPTIME GESTVM. '^ Di fopra alla porta per fianco dalla parte doue è l'Orfino*,'fi vcdcla ilatua pedete di Dionilìo Naldoda Brifighella', fcolpita da Lorenzo Bregno,& pofla per ordine del Senato Coftui ellcado Generale della fantena,s'adopcrò nelle gucr re DEL SE ST I E R O fc con tanto ardore per la Rep. ch'il Senato gli confacfò là predetta menioria , & vi fupoftodi fotto quella infcrit- tionc. Imperatory DuSior > £({ues %^/ilefque, Dtonyjìi w.iiiv: ^aldi conduntar hic ojfa,fIic iunìorem Ferdi^ ^•%Vt mndum ^gno à ^allis fulfum reftituit , ZJe^ -i^iijii netis dignitatem Imferij fHflinuit,Fide ac for^ titudine ine omf arabili inter alios Duces pedi- tum Pr^efeSifis^atamum fermuit . Moriens nimijs "vigtlijSi hoc "virmis fu^ perpetuum ma -uiu. numentumclaripmoLauredano ^Principe ex ampltfimi SenatH5authoritate,meruit , Otijt icta. Anno XLF. oyinno Ai QX, Vi giace parimente il Conte Guido Rangone illuftrc nella militia& de principali Capitani de tempi noftri . Ma vici- no al Rofario è feppellito lacomo Cauallo Veronefe Gene rale del Senato , il cui valore meritò di eflèr fatto nobile dalla Rep. onde poi ne difcelè Marino Scnator prelbntifl^ padre già di Sigifmondo & d'Antonio .Et nel mezzo del Tempio è con bell'ordine il fepolcrodiquelHiqronimo da Canale che nelle colè marittime foprauanzò di gra lun- o;a tutti gli huomini della Tua profapia.nata fatalmente per acquiftarfì gloria con l'armi nel mezzo dell'acque lai (è. & Antonio fuo figliuolo che fu imitatore della uirtù paterna fi come nella Giornata che il hebbe con Selim Re de Tur- chi l'anno 1 57 1. 5c in molte altre prone dimoftrò corag- giofainentcjui fece fcolpire l'infrafcritto epitafio . q1^ Hieronimo Canaio ClafT. Pr. hanc fingu- Vj.' Jarem & egregiam fotifi.uiri animi ma- "■^ gnitudincm grritudinem quis admiràiifihelaclirimìs vmqup.m potcrif?cumiti (liedio Cut;{Li pri -^ clariflCrerum, Zaciiitni mortuus,bellica di laplina maìorum glorìaim illutlwuerir, '.Impeiatoiis gratis lux reliquos aurhorita- te & confilio uicerit. Poikros mèmora- biliilla pugna ad AcriutnCrerappfomon ' tbrium dócueritjquam pulchrum fit Patri /^* cJoyenetòiproìaluteKeip.inpmnifo * tiinaaciiter deceitare. A nt. paterna virt. imitato r M P L. Vixitaiinos.L 1 1^ Obiit MDxtxvJ'' " "\^ ;/" ■ \^icìiibrnf ft.ófaHo è l;i capp^fa aél'Nobili SeOiiàUJ ,"cbh'- bcHo & bene intefo fepolcroj per opera di Marino Schator preftantifs. &c eloqucntifs.dì quefti teinpì , la cui virtù viiic in Si^ifmondo & Anfònìo fuòi honoratlfigUnoli. ,' ...^ ,^ 7 Dinanzi alleai iair gr'atìdc rippfenp. If tre :Wfcplii dell'i^^ àipe de frati di q(iìelló' Sacrario , v^Èflu-òiio x^i iT^orcèlTo j eli Gtiìoggia , di CafteltDjd'AùnVòntàjdi Ccneda,4*A^ii.3c V\i\ tìmo> Arciuefcouo di Taranto . oc quali qi^llo di'Ceticcl^ ftiF. Antonio Coraro nipóte di Papa Gregòi-iò X 1 11 Et nell'introito d'eflà cappeUa è il monuménto d'Andrea' Frizziero,chefti 24. Caiiccllier grande di Vehctìa. j;-^ E,?incp:.lvono54ta p.cr\l^u^rlì litìohHtìi iìliifti-i hélle let- tere, percipche n^Ua Corte p.Ginvterio ppr fiancojfiipodo In bellaiepbhuraper' queitcnfipi ; i\ikì Cfete Rit^cardo Ma- l©bracdebcrrimoGiuri(cpnfultò, il quale ctliaiiiato dalla Signoria , acciochc riUcdcfiè le leggi di quella città già pò- (feinifìemc dal Doge laconioThiepolo , & altre apprefìò, fermatoli fuo domicilio iijX|uc(\^ parrijlafciò i llic<^ilòri, f de DEL SES T I EROV ^cqoalìmneal prclcntc Bartolomeo, cultifs. Poeta dcUa lingua noftra. Dalcuianteceflbre,furononel predetto fc- pokrófcolpitiiprefèntiuerfi. , Z^as MsylégHmj^ tubar yjlne compare DoSlor Comitis ^ miles merita ratione catedra , Dotatus tittilis Tiìcardus prole (i2 Et DI CASTELLO. LIB. L s> Et nel primo Chioftro giace F.Sifto de Medici cminentifi. Filofofo & Theologo fìngolarc , che Ielle publicaméte per moiri anni per ordine del Senato :& celebre per la eccel- lente lua dottrina. F. Sixtò MediccsVcn, viro religione Do- fto.pruden. & human, infigiii (ùmmis c^c leber. huius Coenobij & totius Prouinciae muneribus egregie fepe perfundo , qui mulros ann,S'ae.Theo.m Gimn.Pat, atquc in Patria vtramque Phylof eximia cum laude publiccprofeflusjtadenià Deocuo- catus ad coelef] vitam, fùm. totius ciuitatis dolore decefsifv ast. fuae L X. die XV I II. Nouemb! M DLXI. F. Hierony.Viel iiius Ven.TheoI.Prapccp.&tamquampa tridefèopt.merito P.G. Marmore in exiguofat erittua nomina tantum Scribtre Sixttc Pater , Utera quis refetat . Et quafi di rincórro ma per fìanco,fi legge in honor di An- drea de Francefchi eccellente huomo, & che fu Gran Can celliere della Rcp.amato & honorato molto dall'uniuerfà- l^queltainfcrittionc. nifiiiRiiD E O. OPT. MAX. ^- j j5^, jjAndreas Franofcus PetrifiIius,poft in nu- : t'oi: «lera pr£edlaraque fummae prudentia? & ■ ' ^'fideiexemplacdita,gratusPatribusobin- , 4Ò EL SESTi ERO ^ V genij manfuétùdiném , & beneficentìam' Ijngularemcjue in.lùps pietatem^charus omnibus,uriiuer(e nobilitatis cofènfujMa' gnus Venete Reip Jeótus Ganceilarius,hu mie regione quiefcit, vtfumque pàren- ' ' tem a fé ante.hic conJitos fecjuutus, fèqua turamque profapiam omnem , id quod fé *' ' ^ rum òpfet^ itemm ébcpedans. yixitannos LXXìXDÌ^ì! Ivi pLl^;- i ri %tnc\ medesimo Ctàòf^m;, <2òf>cfl%iiipiodifingo1ar (eiti- piicità di quei tempi, fi le^e in un lèpolcro no punto ani- bitiofameme oriiato ma khietto,-qiieflp epitaffio lonta- no da <^ni vanitaci anipt3Uofè parole^^"^'' " ' ''• ' ' ; ■ "^V SEPVLTNfRA JGREGII, ET STRE= NVI VIRI D-ANDREAE ERlZp HO NO RAM ti S PR.dGVRATORIS S. MAR CI; ET SVÒR VM HAEREDVM. Et hello fuolgeir del chitóne done è la tetach'èntra nei féicondo Chiolko , giace làcomo Cietà V efcouo di Coro-^ ne : nato di honoratifs. fomiglia & illcfftte per uh Cardihà-' le,& per diucrfi Secretairi & akxi huomini chiari j il qual la: corno fii di fanta uita Se e/Templare . , ' r Et ppco più oltre dilllatodelFraridefchiCjranCanceilic rOftipofa Arìto:^iioGradejai^ co Al^fla fua mogUc,il qua- ic-fii Conte dArbé l'anho'i ^48. 6l he'fliiniieftito per feu- do da totolanKO Gi:adeii,iso Doge ^o padre . ^ Si D I X'A S T f £: £ OJ tlè. I. », Sì vede anco in Chicfa il Sepolcro di MatthcoGiufltinia- no Conte di Carpallb * & iui prcllb è riporto Odoardo Viri dcibr Barone Inglefc, con l'cpitafio prcfentc . Odoafdo ZJuindefor T areni Angh ^arentth, orio.^idum J^eligionis quadam ahundmùà ^iu vrohitate ft/ Jùauitate morum , omnibui charus clarujq, ^itam dcgerety immatura mor te correpto, celeherrimis exequijs decoratOjGeor^' • gius Lecher afjinis poni curauit . ObìjtAnn. Z)*. %^ M D LXXI 1 1 1. Diti Menf. Ioni '■■'"' XXlJl/.Jetatisfu^XLl/;. ■ ■~ ■. ' ■•.'I ". ;y ' • ■ ■ . fuori della Chiefà dalla parte della ftrada cornvine^ s'entra per lo cimitero nell'Oratòrio di Santa Orfola, antico edifi- tio,nel quale è dipinto à quadroni,la hiftoriafua con nobi- le eccellenza. d'artificio da Vittorio Scarpaccia Pittóre di molta autorità nel fuo tempo, & il quale dipinfè anco nella (ala del Configlio . Preflò poi alla fcuola di fan Mar- cOjèfituatovn'altro Oratorio,dcdicato alla famiglia Ga- briella, & conlacratoal nome della Beata Vqrgined^ellaPà ce. Vi fono figure di mano di Lorenzo Brcgno,inmemo ria di Lorenzo Gabriello Vefcouo di Bcrgamo,con queftc parole. ,. ■■;'•••' ■• . /ieus'Sergoma^ytuum Laurentiùm ^ahrielem refofciSiexcuhans hic Jum » fat clyfmum Annis iili triginta reddidifTontificatumyhmcZ^trgi nijamulari pacijìce cupio ite rogontn/èxtsi^- ^ D X I r. QmiMo D E L 5 E S T I E R O Quanto poi alla pittura , ci hanno dipinto in diucrfi tempi i pia fanioll pittori clic fìano (lati in queftc parti . Entran- do adunque in Cliiefa per la porta maeltra dalla fìniftra , (1 vede la palla di S. Agoltino fatta a guazzo da Luigi Viuari- no . quella diS. Pietro martire, prima da lacomellodal Fio rc,& poi rifatta del tutto da Titiano pittore illullre . Et nel la fagreftia vi è vn Chrifto con la Croce in fpalla di mano del detto Viuarino . Ma dalla dcftra,Ia palla di San Tomaio faopera di Gian Bellino, il quale di pinfe anco quell'altra di San Vincenzo, San Rocco , & San Sebaftiano. & nella Cappella di San Luigi fatta da Andrea Stornadó Cònfiglic ro allora,& poi Procurator di San Marco,il qual mori l'an no 147 S.vidipinfe il predetto Viuarino . Ma (òtto al parco la cappelletta dalla finiftra fu di lacomo Bellino. Nel- voltar del cantone per vfcir della porta nel cimitero, la pai la della finiftra fu di mano di Rocco,aflai famofò maeftro. Et ladeftra con Santo Antonio che difpenfale Umofineà poueri,fu di Lorenzo Lotto Vinitiàno . Spedale di San Giouanni " & Paolo. E Anco dietro alla Chiefà Io Spedale con titolo di SaA Giouanni & Paolo,il quale fu inftituito l'anno 153^. da vn Gualtiero Ceroico huomo di com moda facultà , & leligiofo, percioche hauendo ottenuto il terreno da frati vi fondò quell'opera . La quale col tempo accrefciuta coli in fabricacome in eflercitio di pietà , è diuenuto luogo fà- mofo & celebre fra gli altri della città, con l'aiuto de gli huominì catholicij, che fommlniftrado per l'amor di ETìo parte delle facultà loro, foitcngonoattionc colìreligiolà écChriftiana. .'uìì^ v*w\ìHv^\ Sa« DI e A STELLO LIB. I. ^ SanGiofeppe. IMonifteri delle d6nc,fono in quefto Scftiero diuerfi, ol- tre a predetti facrarij delle parocchie & de frati . fra i qua li San Giofèffo è moderno per edifìcio, ma antico per infti turo. Vi fono due palle di afiàigentile opera, l'una della trasfiguratione del Signore , & l'altra di Parrafio Pittore che vi fabricò il fuo altare, dipinto da lui con maniera dili- cata & bene intefa. Vi giace anco Giouanni da Sole GiuriP confiilto celebre, & Oratore di molto nome in quefti tempi. Santa Maria Celefte . o ^r E tempi di lacomo Thìepolo Doge42.venute à Vc- -^^ netia alcune monache del territorio di Piacenza da vn luogo chimato Colomba, diedero principio all'edifitio della C>leftriaiQucfl:e eflendo di vita elfemplare, & fauori- te dalla nobiltà, accettando elle molte gentildonne , ri- duflèroà perfettione il detto làcrario . Eteflèndo diuen- tato celebre cofi per numero & qualità di dóne monache , comeancog edificio, l'anno 1 56p.alli 1 4. di Scttébre,uno incendio dell' Arfcnalerouinò no pur la Chiefà ma anco il moniftcro in gian parte. Era nella Chiclauecchia il cor- po di Lorenzo Celfi Doge 5 7. che fu l'anno 1 3^1. Vi fìi anco riporto con pompa (bienne dal Principe & dalla Si- gnoria che l'accompagnò , quel Carlo Zeno che faluò la Patria col fuo valore da Genoucfi afprifiìmi nemici del la fua libertà . Et ne prclènti anni venuto à morte Trifone Gabriello nuouo Socrate di quefti fecoli, i cui fcritti fo- no reueriti da gli intendenti, vi fu feppcllito con molto honorc. San Santo Sepolcfo. K ^ On è di minor reaercnza il nionin:efQ.chiaifnatoil Se poicro, per Vn Sepólcro di mariiio fatto a fembianz^ di quello di GierufalemjChe ingombra quafi f uttà ìà Chic- fa. V i fu ne gli anni andati fatto un n uouo portone da Tho iliafo Filòlogo da Raueilna . Poco dikoflo vi fi troua vn'al; tro portone douc era la ca(a nella quale habitaua il Petrar- ca,quado per nome] de Principi di MiIano,fu Oratore jalla Rep. dalla quale fu mólto hónorato . eontìofia chchaùcn- dóeflb fatto dono alla detta,dellafualibraria, il Senato fo? ce l'infrafcritto decreto, il quale ho voluto regillrarc ih quedo luogo à perpetua gloria dlquello huomo tanto ec- cellente, lliinato non punto meno viucndo^di quello che fi (la ftato dopo la morte fua. Dice adunque il predetto Decreto tatto Tan.i ^0 2.allÌ4. diSettébrcin.qftaananierpU icti >..v: Cmfiderandò quanto hahhia ad'ej^er à làudt di '>^ '• " Dioy ^ del "Beato iyl/arco^Euayì£éhflay ^ ad hotior etJama^qnello ci/ è offerto per D. fracefcó detrai cay la cui fama hoggi è tanta in tutto ti mondo , che non fi ha in memoria di hutìmini che fra Chrifìiani fiajìatogiamai o ftayvn ÌFP UfofomóraleXs^ *z^n ^oeta che gli fi poj^a par* ragonare , Jta accettata la jua oblatione fé-* condo la forma della infrafcritta polita fcrit-^- ta di fua mano . Bt fa prefoyche f poff$ ., '^} ' : Jp^^dere dèi monte , per la caja t^habitatiq^ • ne fua in 'vita fua per modo dt afftto , fico-* me parerà alli Confglierit^ Capilo allamag" gior parte . Offerendo It Procuratori della "fi:;. ìbry D I e A S T E L L O. L I B. I. ij Chtefa di S^^^arcojfar lefjìefe necejfarie per il luooo doue haueranno ad efer ripnftt CP* conferà uatt i fuoilthri . Et il tenore della poUza e (jue" fio . De fiderà Francesco , di hauer per heredeil 'Beato J^/arco Euangeltfia ^ je cojì piacerà a Chrifttì t^ a luiy di nonjo (guanti librettini eguali eglt pojsiede al preferite 0 che forfè pojfedcrà . con Quefto che i libri mnfieno uendutt, neper qualfì coglia modo mal trattati , ma fieno conferuati in alcun luogo da effer deputato a quefìo effetto . // qual fia ficuro dal fuoco y W dalle pioggie\ a, honor dt ejso Santo, ^ a memoria dt effo Francefco : t^ per confolatione ^ commodo perp€Vuo de gli ingegnoft^noj^di di quella cit- tà ^che fi diletteranno dt cofe tali wc* Sari Lòirehzo. ANgeloParticipatioDoge p. cheflil'nnno oo^.cdificò San Lorenzo & San Seucro fu Iclfble chiamate Ge- melle, oc le diede a frati per habirationc . Ma Orfo figliuo- la di Giouanni Doge Vndecimo & nipote d'Angelo, tro- uandoli Vefcouo Oliuolehfe l'anno 84 i.uì mefìè donne monache : & hauendoui creata per Badeflà Romana liia lo rella j lafciò per tcftamentoia Chiefa di San Seuero , ch'era di fuo patrimonio, alla predetta Badéflh &*alle monache. Lafciò anco tutti gli (labili & calamenti ch'erano all'i nror no di detta Chiefa, con quefto però,che douelìero celebrar gli offici diuini in canto fermo , dlcndo obligatca ricòno- G fccrc - BEL SESTIERO (cere il Ve/èouo con qualche cenfo. Di qui è che quelle donne mandano ogni anno al Patriarca, il dì della vigilia di San Pietro & di Santo Andrea,bozzolati &: danari,i qua ligli fono portati da i Cappellani di San Scuero, a quali al- l'incontro fono donati alcuni pani della menfa Patriarcale. E adunque San Lorenzo luogo importante per l'origine fila & per la ricchezza ch'cflò pofTiede ab antiquo.& anco- ra che la Chiefa non Ha molto grande di corpo; il monifte ro è però larghìffimo per ogni uerfo , 5c habitato da buon numero di donne , & tutte nobili della citiì . Per fianco ui èi'Oratorio ò Cappella di San Scbaftiano,cB'altre violte fu parrocchiale . & è (bttopofto alle monachete quah danno lina certa ricognitione al Patriarca , quando uà il giorno •della fefti Ulta Tua a predicarui ò a celebrar la mefla.& in quello è ripodo il corpo del beato Giouanni,ch.e fu Pioua- no di San Giouanni decollato . & fi la (eia uedere al popo- lo perla licenza che fu di ciò concelTa da Papa Bonifatio Ottano. Nella Chiefa di San Lorenzo fono i corpi de Santi Barbaro, Ligorio, Gregorio Vefcouo nella Cappadocia,. Paolo Vefcouo 3c martire, Plafone, & Leo ct\c fu Vinitia- no,& della famiglia Béba. Quello Sacrario è vifitatoognt anno dal popolo con gran frequenza , tutte le domeniche di Maggio :& ui uannoanco molti foreftieri per l'mdul- gcntia, col cui mezzo il dice che fi caua un'anima del Pur- gatorio. Sotto l'angiporto è fèpolto quel Marco Polo co- gnominato Milione, il quale fcriflc i viaggi del mondo nuouo , & che fu il primo auanti Chrifloforo Colombo , che ritrouaflc nuoui paefi. al quale non fi dando fede per le cofè ftrauagati che egli racconta, il Colombo aggiunfc ere dulità ne tempi de noflri padri, con lo hauer ritrouata quel la parte, per inanzi giudi<;ata da huomini fingolari no puii tohabitata.. .'>[,'j S. Giorgio de Greci . ^| El rio medefimo di San Lorcnzo»apparifcc la beila & ^ hoaorata Chiefa fatta dalla nation Greca , la quale ri- lotta DI CASTELLO LIB. L itf dotta in quefto ficiiro porto , cofi dalla Morea , come an- co da tutte l'altre Prouincie loro : cleflè qucfta parte dopo ch'ella lafciò San Biagio , per honorarui la Maeftà di Dio fecondo 1 ufo de loro anticlii.Nel qual luogo edificato con bell'architettura, & moltoornato nella fua faccia con pie- tre Ilh'ianeiconcorrendo gli huomini di quella ftirpe,s'adu nano fecondo i tempi , alle loro confolationi, abbracciati, fauoriti , & hauuti in protettione dalla Rep.come gente benemerita per tante operationi fatte à benefitio del Santo ne tempi andati, S. Giouanni Lacerano. f^ Vafì all'incontro per trauerlb è S.Giouanni Laterano ^-.^^ detto prima S.Giouanni Terrato , più tofto Orato- rio che Chieià.Le donne di quefto luogo furono altre uol- te màdate nel monifterodi S.Anna,al quale è fottopofto. Ne pallati anni arie , & (ì trattò di leuarledel tutto . Ma re- ftaurato, tuttauia fèruc più per udirui meilàdai circoii- uicini che per altro . San Zaccaria. FRa tutti i monìfteri di donne monache , quello di San Z.accaria è nobilifs.per diuerfc fiie qualità. Giuftiniano Participatio Doge Decimo, lo fabri co ò rcftaurò Tanno 407.dall'edificationedi Venetia, & l'anno 82 7.di Chrifto, pressato da Leone Quarto Imp.di Coftantinopoli , il quale no {blamente gli madò danari,ma huomini 6c maeftri ec cellétinelTArchitettura,accioche (ì faceflè una bella Ghie- 0 & (i finillc torto . ìli gratia del qual Leonc,il Doi?;c fece fcolpirene capitelli delle colonne l'aquile Imperiali che fi ueggono ancora nella ChieCi uccchia. Et quado il Tempio G a fu DE L SESTIERO ^ fu condottoci coperto, il Do^e uolle ch'il clero , dopo una fòlenne procellìone , prcgafìè per la fàlutedell'Imperador tanto Ilio amico . Et venuto e flb Doge a morte , ordinò nel Tuo teftamento( però in lingua latina) in quella ma- niera. Quanto olii moni/Ieri del beato Zaccaria , & del Sant'istmo Ilario ( è queiìo luogo nella uilla delle Gambarare (otto il Ducato , & quali del tutto disfatto per la fùa molta uecchiezza ) uo^io ^ commando chejiano confermati in nera liberta perpetuamente con quello che y con V aiuto di Dio , ui ho edijìcatOy congregatOy(^ donato , fen^a chejirijcuota mai alcuna angaria ograuez^ publica da loro . Ol- tre a CIO "Voglio (^ comandoìchefia dato ad ejjò moniftero 1 6 o. libbre d'argento ^ ^leSeluey le quali per auanti il Gloriojo Doge Agnello mio fadreylajcto perpetuamente j quando trasmuto ejfa Chieja con quella del "Beato Seruolo ^c» Oltre al predetto tetlamsto (I legge una atteftationc di fua mano in conformità di qtunto lì è detto, co quefte parole Sia noto a ciafcun Chrijìtano ^fedele del San to "Etmano Imperio^ tanto a coloro che fono pre- feniiiquanto a coloro che uerranno dopo noi , co fi DogiyCome Patriarchi y Vefcoui , O* ^^^^^ huo-^ mimprincipaliyqualmenteio ^iufliniano Ipato D I C A STELLO. LIB. I. 17 Imperiale , ^ Doge diZ^enetia per reuelatione del Signor '^ojìro Onnipotente, ^ per coman- damento del Sereniamo Imperatore (^* conferà uatoire della pace di tutto il mondo, Leonetdopò molti benefìci a noi con cej^i, feci quejlo monijìe-^ rio di Vergini in Venetia 3 fecondo che effo 'volle eh e fi e di fìc affé della propriaCamera Imperiale, Et incontanente [fecondo chemicommeffe^co-^ mando che mi f offe dato oro ^ argento iCon al- tre cofe mceffarie . Oltre a ciò ne fece dare, da confecrar quefia Chiefa Santaie reliquie di fan Zaccaria Profeta t del legno della Croce del Signore , del panno di Santa Maria,ò "vero de "vejìimenti del Saldatore , con altre fante reli- quie . Mandò anco le cofe bifogneuoli per que- Jla opera : CjT* maeJÌri,acciochefi finiffe prefto. Et come fu compita-, fatta congregatione, ho i/a luto chef preghi Dio continouamente per lafalu te delfanto Imperatore ^ defuoiheredi . Et de liberafimo che (iferhaffero nella Cameraitutte le carte fue fritte con lettere d'oro in quefia ma-* terÌAi^il dono eh* effo neh a mandato . Et 'i/o- gliamo che reftifempre nella Camera del nofiro PalazjiOyaccioche nejfuno non poffa mai dircyche il Monafierio di Sa Zaccaria fia fiato fatto di éltroteforoiche di quello di Leone Santiflmp. Tenuto DEL SESTI EROI l Tenutoadunquein venerationeinogni tcmpo^erla (uà nobiltà fu vilkaco da Papa Benedetto Terzo , quando fu à Venctia ne pdetti anni & fu due anni da poi la fua venuta , Cominciato a rifare dal pdetto Giuftiniano.il qual Papa do nò a Madonna Agnefina Morofini Badefla, i corpi di San Pancratio & di Santa Sauina ch'erano a Roma . Poflbdeua quefto facrario gran terreno^ all'intorno , & era fuo , douc hora è la piazza publicadi San Marco . però volendo Seba diano Ziani Doge 38.ampliar la piazza, ottenne il terreno dalle monache, & all'incontro diede loro poflcllloni fui Triuifano , & s'obligò allora (per quanto fi dice) di vifitar ógni anno in perpetuo il giorno di Pafqua, la Chiefa loro . PofTedè parimente la Chiefa di San Rafiaello,per la cagio- ne come in quella fi è detto. Ora confumato in qualche parte l'antico edi fi tio : 6c recato quel poco,done le donne al prcfente fi riducono a celebrar gli ofìki diuini , fi delibe- rò dal Senato di fabricar la Chiefa nuoua vicino alla vec- chia,^ fi cominciò fotto il Principe Fofcari, & fu finita in due volte: ma con diuerla maniera d'Architettura. Ella è grande , & ricca di bellifl^ & finiff marmi,con bene intcfà & ornata Ceciata dauanti, & per fianco poftìedc ampli 6c fpaciofi giardini . Leeone nobili di quefto luogo fono mol te & diuerfe,& condegne a tanto tempo . percioche', oltre a corpi Santi & alle reliquie che donaronoi^apa Benedet- to & Leone Imp.vi fono anco quelli di San Leone, 6c di Sa Tirafio heremita che fu condotto a Venetiada Domeni- co Dandolo progenitore di A ndrca & di Henrico , che fu- rono amendue Principi , cfìcndo allora Doge Ottone Or- feolo l'anno 1 020.& quelli di San Gregorio, di Nereo,& di Archileo martini,con altre cole importanti. Di pitture vièdi notabile la palla di Noftra Donna di manodiGian Bellino. Et nella Sagreftia fabricata di nuouo per opera di Francefco Bonaldi Procurator della Chiefa, fi vede vn'al tra palla di Noftra Donna , eccellente in tutte le parti fuc cofi di panni , come di figure & di colorito : & fu di mano di Paolo Vcroncfe. Et la palla della natiuità di S. Giouanni Battifta,pofta di dietro al coro , fu dipinta da lacomo Tin torctto. D r e A S T E L L O LIB. I. 2» fbrctto.Di fcoltura apparifce fopra la porta macftra vna fi- gura di marino grande al naturale, fcolpita da Alcfìandro Vittoria. Ma ricchiffimo è l'aitar grande per porfidi & fer pcntini i quali fono i più belli che Rabbia qual Ci voglia luo godi quella città. Giace di dentro alla delira m^no Marco Sanuto Senato- re al filo tempo grauifl^óc dotto huomo,& nel lèpolcroin aria è infcritto . o Marco Sanufo Fran.F.Senacori in R.P.pri maiio, Eloquentia omnic|.eriiditione prar' ikntis . Fratres pientifs. P. Giouanni Capello Caualiero.il quale dopo molti Magiftra ti &ambarciariehauute dalla Rcp. fatto Oratore ad Hen* rico 1 1. Re di Frància, fi morì in Parigi , & gli fii pollo quc- fio epitaffio. loannes Capellus Eques , foji adminìjiratam multos annos tnmcenter 'E^mf.PritfeEiuris w LegationibusmagnipcefifiimefunSusy magna jUd cum laude Legatus Secudurn ad^enricum Gallomm ^gem,LutetU Parifiomm obijt,mA gnocum huius ciuitatis mcerore,eius ojia transU 61- tajtéttt Petti fiiij cura/vt f atri fili 0* foflerk hoc eS^fonu. ejfet . Fixit Annos LX, J^enfes X.dtes I. obtjt^ero ^DLIX.dieXJJJJ^ Septembris, Pietro DEL SESTIERO Pietro Cappello figliuolo di Giouani Procurator di S. Mar co fituato dirimpetto al predetto Giouanni Caualiero,6c vi fi legge . PETRO CAPELLO IOANNIS PRO- CVRATORIS DÌGNISSIMI FILIO SE NATORI OPTIMO M D XXIIIL La famiglia de Conti , notabile per diuerfi huomini di va lore , de quali vno di loro fcriflè una cronica Vinitiana,co me attefta Marc' Antonio Michele PatritiOjnefuoi memo riali . Et nell'età nofira Natale de Conti , huomo fingola- re per lettere greche & latine, ha publicato la hiHoria de fuoi tempi,oltre molte altre cofe fcrittc da lui,tutte ripiene di efquifita dottrina . Sono parimente di quella, Nicolò de Conti 6c fi^atelli^prepoftial magiftcto dell^artiglieric dal Se nato. La famiglia Rìccia, antica & honorata per diuerfi Secrc- tari,Oratòri,& celebri Dottori illuftri,della quale è l'altare di fan Cofmo & Damiano dipinto da Giofeppe Saluiati,co quelle parole. /IiciacetP^énerahilis^irD:Preshyter/oan' nes T^iccio Venetiarum zyérchidiaconus , ^ Se renifsimi D, Ducis C^nctlUrius, Le famiglie della Vedoua,de Borghi, de i Frefchi Se de i Fra chi , antiche nella città & honòrateper titoli di Secretaria ti di letteratura & di attioni ciuili.percioche Gafparo Secrc tariodel Conf d^ X.fu molto (limato dai Padri per accor- tezza d'ingcgno.Et Gian Battilta Borghi Secretano & Cro nifta era reucrito & amato molto , & Zaccaria de i Frefchi Secretarlo del Conf de X.fu di tanta prudenza, eh 'oltre à di uerfi altri negotij importanti, conchiulèlapaceper laRep. con Selim Imp.de Tiurchi l'anno 1 5 05. & iu parimente Se cretario DI CASTELLO LlB. L 2^ chetarlo Giorgio Franco l'antìo 1 5 24. \ "^ -• Ne voglio lafcinréi dire clic Federi^ UT. Imperatore ct^ fendo venuto àVcnctia,vifitò quella Chicia con granlo^ lennirà per tre giorni conti hoiii , & le concede mofte gra- ne, al qualele donne monache fecero grandi & honoratc accoglienze 6c doni notabili , lècondo che alluna parte & l'altra lì conuennc. & ch'oltre à qucfto,vi furono feppelliti ne tempi andati diuerlì Dogi . (&li Spedali di qudtòScllicto fono diucrfi', cofi di huo~ mini comedi donne , i quali gouernati da i loro Priori, 6c forniti largamente di tutte le colè ncceflarie per (bftegno de poueri , hanno cura de gli ammalati . Et fra quelli fono oltre al predetto di fan Giouanni & Paolo , quello di fan Pietro à fui PaolOvdi GieiU Chri(lo,deUeBoccole,la Ca(à di Dio inftituitada iMaggio Pellicciaro l'ano 1 27 :.& la Pie tà,nella quale (ì raccoglionoi bambini gettati via dalle ma dri, doue fi nutrilcono con largidXpefa fatta cofi dal publi co come dal priuato, la cui wiora è confermata dal Doge; ISel predetto ScRiero di Caltcllo fono in lomma XIII. (J6 trade. XIII. Chicfe parocchiali. IIII. Chiefe di Frati. V III. Chiefe di monachc.XX.corpi lanti.XXXI.Organi.XX VII, Torri làcrc o Campanili.lll.Oratorij.III Spedali.X.Piazze. Lacafadell'Arfenalc.XVIII.PaÌazzi.XLIX.Giardini.XXX. Statue marmoree. llII.Caualli dorati. LXIIII. Ponti di pie- . tra.XXVIII.pozzi publichsòc XXVI. Corti cognominate, per lo nome di diuerfe tamiglie,ftbricatnci o per altro aC" i adente inucntrici d'cflc Corti. ^t » Della DELLA VENETIA CITTA* NOBILISSIMA defcritta da M. FRANCESCO SANSOVINÒ Libro Secondo. L fecondo Scfl:iero,prc(è il cognome dalr la Chiclà di Saii Marco,la quale quantun- que non Ha cathedrale , è però riputata la prima dopo la Patriarcale : (1 perch'è coii lacrata a quel Santo ch'è gófalone & auo- cato della Città , Oc fi perch'è cnppell a del Doge,onde il Seftiero prcfè nome dal più nobile &c eccclfo luogo che fia nel Ilio corpo . Et percioche fi comincia da quella ad annouerar i luoghi Sacri che ui fi trouano , la quale è notabililTima &c chiamata aurea da gli Scrit- tori , ho uoluto dcfcriuendo fi nobil luogo , diflender- nii largamente . conciofia che trattando di cofa fingola- re 5c piena di molti ornamenti & bellezze , mi pareua di mancar molto,cofi alla grandezza di quefto Sacrario, co me anco a me medefimo,fc io mi folTi cfpcdito di cofà tan ta importante, con poche parole . San Marco. Q! iVefto Tempio adunque,pofl:o fu la piazza publica del la città , nebbe principio in un cantone del Palazzo '>' , Ducale D I S: MA R C O. LIB. II. ^o Ducale l'anno 8 2 E L S E S T I E R O ' Athciic & da diueiTe Ifble della Grecia, &d^l la Moreà, mot te colonne, & diede principio a far lauorar di molaico il fuo ciclo . & Ordelaftò Faliero Doge ^ 5. che uillc i'anna 3o8 ;,-. la lece conlacrare a gli otto di Ottobre. Ora l'Ardii^ tettura di quello Tempio , ianiolb,non tanto per grandez za Oc larghczza,come lòno molti altri in Italia, quato mi^ rabile per ricchezza, è di maniera greca: Oc la pianta fu ordi natadaottimo macllro:ma lafacciata molh-a,n5 eorrifpó dendo puntò alla pianta,d'efìèr fatta da un'altra mano me- no intendente . Quefta dal'.a parte di fuori rapprefcnta con tanti tabernacoli & con tanti nicchi lauorati a fogliami co cftrema diligenza, una compolìtura tedeica , li come fona' medcdmamcnte tutte le fabriche cominciate in quei tépi^ La parte di fopra della facciata è còpartita in cinque uolti pieni & fermati fui muro.de quali quello di mezzo fupera col giro & con la punta tutti gli altri:& fono tutti lauorati di opera di mofàico. Fra l'un uolto & l'altro fi pofa un nic chio in forma di capanik acuto co una figura fotto di mar iiiOj&i volti fi congiungono infieme con fregi lauorati a fedoni & fogliami . La parte di fotto è di cinque altri uolti concaui,ma diuifi dalla parte di fopra,cOn un corridore di colonnelle, che circonda la Chielà da tre lati.I volti di fotto fono foftenuti da diuerfi ordini di colonne al numero di I i4.ma polla l'una fopra l'altra, co regola però non punto confufa ma ricca, percioches'annoueranoin quello fàcra-. rio fra picciok 6c grandi intorno a 500. colonne cofi den- tro come fuori .Ogni uolto ha la fUa porta nel mezzo, on- de le porte dinanzi fono cinque di metallo , due ufuali, & tre che non s'aprono fé non per qualche feda folenne. Da i lati della porta macllra di fuori fono otto colonne di porfi do di molta bellezza 6c ualuta. Sopra al portone gira un uolto con un fedone meflb a oro, 5c tutto fcolpito di ani- mali con marauigliofo artificio . Ddlla parte di San Baflb corre l'ordine medefimo de predetti uolti cofi di fopra cch me di fotto. Si ucde il medefimo dall'altro lato uerfo il Pa- lazzo , doue è parimente una porta per fianco , per la qua-^ k s'.entra nel BattiftcriO;Uicinoalquale laCappella del Car-? dinal D f S: MAR CO. LIBr IT. ^t , tìinal Zeno interrompe l'ordine de predetti iiolti ". Sui cqI ' mo del Tempio appatifcond cinqiiecubc in croce fopra Itc fpallc de Liolti di lotto clic fermano il corpo Tuo * Le quali CUÌ3C con tutto il rimanente del colmo, fono coperte di piombo, cofi affinato per la lunghezza del tempo dalle pioggic & dal Sole , che ha più tolto lèmbianza d'argenrp rozzo che di piombo. Sul corridore dimezzo fono ac- comodati cannoni di piombo 6c di rame , i quali riceueii- do l'acque piouanc dal colmo, le gettano fu la piazza in grand'abbondanza, doucriccuute da alcuni canali occul- ti, ftiUandoIl & purgandofi col mezzo della labbia , & ca- dendo ne pozzi uicini, tornano a beneficio de gli habi- tatlti che fono all'intorno . Dalla parte dinanzi fui piano deluolto maggiore, (i ueggono quattro caualli antichi di bronzo, cofirari, che fino a quello tempo non fé netro- iiapari alcuno in qual fi uoglia parte del mondo. Quelli furono fatti fare dal popolo Romano, allora che Nero- ne Impcradorc hebbe uittoria dei Parthij & gli furono dedicati & podi nell'arco confacrato al fuo nome : Se ti- rauano la quadriga del Sole , fi come (1 uede fino à i dì no- ftri nel roucfcio d'alcune lue mcdag-lic, nelle quali fono fcolpitii predetti caualli, con quelle mcdefime mouen- tie & attitudini nelle t^lle & nelle gambe, 6l co i pettora- li al coUojCome hanno i prelènti ; Ma partendoli Coflan- tinoda Roma quando riduOc la fède Imperiale in Orien- te, gli portò a Bifinzo , doue collocati nello hippodro- mo, come fcriucNiceta Aconiate greco, ui ilctte^o fino a quel tempo che la Repub.Vinitiana s'impadronì di Coilan tinopoli , alla quale eflcndo perucnuta la meta della città, fi come s'è detto altroue , & elìcndoui i detti caualli. Mari- no Zenoche uifu il primo Podellà per la Signoria,li mndò a Venetiainfieme co dkierlctauole di porfidi, di ferpetini, & di ricchi marmi,&eflèndo i caualli ripofti nell'Arfenale corfèro a qualche rifchio d'eflère alcuna uoltadisfitti. ma finalméte conofciutala loro bcllezza:furono collocati per più comodo & ficurezzafopra allaChicfa. NcUentrarein Chieia ^ qualunque porta fi uoglia , cofi dinanzi come per fianco ^f ^'D EL S E S T IX R O fiàitco daila parte di Sari Badò, fi truoua vn'angiporto auan ti che fi entri nel corpo del Tempio, il quale gira attorno fino alla capclla del Caidinal Zeno,& è fatta in volto in fot ma di cube lauorato di mofaico . Alla (iniftra della porta 'principale è riporta la Principefla Felice moglie di Virai Michele Doge 3 i.la qual fu donna illuftre pauperiei , ' ' Sicfuhnixa Deo quofrueretur eo • > Comis in affatu^nulUs onero fa ducatu , :^- Z^ultu mitis eratyijuodforis in'us erat . Calcauit luxumyfuffugit quem(]] tumultumt Ad Strenitim nuliumcontulit ipfafuum. Indole prcecUra,pr4€claris indole cara , CunBis larga fuitylargafed ipfa Jais» Z^t lahor ac ^tas e rat cccurrehat honejìas , Cum pia plura tuia, plura tulijje cupit , Hanc talem deflent modo non fuperejje , Dani pia 'Vota Deo quo pcciatur eo . Fafcihns eccegrauisyfafces quos condecorauit\ Mente Deum ^iuittCorpore faSa dm . E rgo quid cenjus, quidfit decus atque iuuentus^ Dijcidite cum percant c^ ùto deficiant , Volgendo DI S. MARCO LIB. II. f% Volgendo il cantonale pine alla detta mano oltre alla por- ta per fianco,è po(to Bartolomeo Gradenigo Doge 5 2. che fu l'anno 1 s 39- in fcpolcro aliai bello per quei tempi , con quelli verfi. e2^/orllus inftgnis reEli hajts, indole clarus , Clartor c^ meritì^,patrijfemator honoris^ Clauditur hoc tumulo, ffradem'go "Bartolomeus Duxfuit is F'enetu,quarto defunclusj anno. Et iui poco lontano giace Marino Morofino Doge 4^ . che viflè l'anno 1 2^9. in monumento fcolpito à picciolc figu- rctte,con quelle poche parole . HIC REQVIESCIT MARINVS MO- ROCENVS DVX. Ma tornando poi di nuouo alla porta macftra : & piegan- doli alla delira mano , cofi di dietro alla porta , a punto al- rincontro per fianco della capella della Principeflà Felice^ fi vede vn'altra limile capella,doue ripola Vital Fallerò Do gè ^ I . che fii l'anno 1084. nel cui marmo dinanzi fi legge. ^forihtis infìgrtisytitulù celelerrime dignis , Cultor honefiatis, Dux omnimode frohitatis In commune honus , femper ad omnia pronus , Tutlica conferuans mdiora boni coaceruans , Dum ^etemm gefia renouans> plus reddtsho-^ neflas, CunEtaque ìucundefaciens das femper ahunde, Vtferet plenus quicunaue 'venir et egenus , Tlus Tlusauomie Ic^ginquo fefmensquam cai-^ neft'opwijuos . ,. ' ' " '.''^ "^ " ' *'''^^^ '; , ■ _'*^ Vitafmt ctitus patria tremor hoflihus huitiSy,^'^} Tieddens tranauiììosjocs lingua utribus illos, Cuius eratfcire populos uro pace Jtilpire , In q-accuYìquefores expendi a Cme labores» Decretis legum muniens ...... regum , Z^t jìeres horum 7{(X & correElor eorum , Oi^ Fama juperccédros cuius dedit ire Faledros , ChrtfiitiatalisperagisdumfeJiaZ^italis, Ducer is ad funus faEius dolor omniluì 'vnus \ ' cbijt K Fale. D. I. De... Domin, Ven, Dux , , . . Ann. ..D. ^, i.-tibci.v • • • anditi. Il IL ^ Vi giace anco, CrdclaiTo Falìcro Doge ^ ?. &: Domenico: Scino Doge j o m;VPxii> li fa ii punto in che parte ^icl Teni-, pio . Snolgendori alla dei?Lra ncì cantone de i perticali : le. colon ne di Set pcn r i no rotte alou a n to, 5c fcn za fo (legno al^ cimo , ui furono pori are di Gicriilalem , dai Tempio di Sa- lomone . 6c iuiprcii'o è, fondata la capella diBaititta Lardi nal 2^eno. Qiiefiii cflcndo Protonotario fu fatto Vcfcouo di Viecza^&ì anno 1 45P^fu'creato Cardinale dà Papa Tao l^lLfuo zio per parte di forella, & ville nel Cardmalato 5 ^anni.Dice il Bembo nella hilloria, ch'il Cardinale vene do da Roma in Ancona , nafcofc in vn muro della Chic fa 26.4ì\ila ducati d'oro , i cjuali il Papa tolfe, hauendòne ha- liuto notitia dal Senato . finalmente trouandofi in Fadoua morì l'anno 1 5 o j . haiiendo lafciato per teftamcnto molti danari & gran quantità d argento lauorato , alla lua'cafa, à fiioi parenti.a diuerfc Chiefc & alla Rep. la quale gli/e l'ari- ■ Ho DI S.. M A R C O. LIB. II. ^j /no M 1 5 -vna eterna memoria, non pur con la predetta ci- .pclla,ma con la Tua ilatua.Percioche nel mezzo è pollo vn calìòne di bronzo alto & largo con diucrfè figure, fopra il- quale giace il Zxrno con lo habico Epifcopale . In faccia del la capella,è l'altaje di bronzo, con la Noftra Donna, San Pietro oc San Giouanni Battitta di tutto tondo, pur di bronzo , Se grandi al naturale , tcol pite da Pier Giouanni Campanatto . Il ciborio di Ibpra è appoggiato fu colonne di bronzo lauoratecon gran diligcnza,fopra le quali è fcol pita l'infcgna della famiglia Zena . & in memoria liia la Si gnoria (1 troua ogni anno in San Marco del mele di Mag- gio allcfue funerali . Di rincontro all'altare per fìanco;fi vedein marmo \ r.a Nolka Donna fatta alla greca, 6c. in vn'nltro quadro pur di marmo collocato di fotto fi leggono rinfrafcritic parole . ^c^ua cjU£ prius ex petra miraculojx flu^ xiti Oratiorie 'Trophet^ ^/ojìs produBa eji , ^unc autem hac tyl/khaelis fludto labi^ tur y quem ferua , Chrijìe , C57^ coniugem Ire- nem. Le quali moftrano, che Michele Palcologo Imperatore marito d'Ircne,ritrouò quciracqua,con la qual Moifetral^ fé la fete al popolo d'Ifrael la qual fino al fuo tem pò era fla ra finarrita , & vi meflc per memoria la predetta infcrittio ne chefu poi portata da Coftantinopoli,& affifla in que- llo luogo, & all'incontro vi è vn'Angelo fcolpito della mcdefima pietra . Di quindi s'entra nel Battifterio , chiamata altre volte la capella de i putti ; alla cui fini- l1:ra,è in aria la fepoltura di Giouanni Soranzo Doge. 50. che viflc l'anno 1512. Senz'altro dall'armi in fiio- I ri. Nel DEL S E S TJ E R O ri . Nel mczzoè vna gran pila di bronzo con vn San Gio uanniBattilì:aindma,inattodi battezzare aflai grande. Et qucfto Oratorio è tutto ornato di molàico per opera di Andrea Dandolo Doge 5^. che fu l'anno 15 4^. il quale è vi €Ìno alla porta ch'cfce in piazza , con quelli verfi confulta- ti dal Petrarca & da Benintendi Gran Cancellicro come per le lue lettere fcritte l'vno all'altro fopra quefta materia fi vede. ^em reuerenda cohors "vtrtutu tempore nullo > Deferuitigelidi hreuishtcc tenet aula fé fulcri, •Sembra 'valentis erant prohitas cut dogmata fenfus, Jngemum penetrans modos atq'jprofaminis altiy ^ohilitatù optiSymommferiefque ^etujìa^, ^ui dedit afsiduos patrie memorandus hono- res , Et quia darà fonant populis fua gefta per or-^ iem, IPlurafinit calamus merito recitanda notare, Dandula quem [oboles peperit generofa Du- catum . Andream omnimodam Venetum rationc men tem» Septima dunque dies Septemhris mille trecetos, Quatuor at decies iam quinque dediJ^et,ohiuit . U qual Principe fcriflc gU annali $c la hiftoria della fua p^ tria. DI S. M A R C O LIB. I. 54 tria , co i focccfìTi del mondo . & fi dice che fu il primo de la nobiltà Vinitiana, chcriceiieflè l'inkgnc del Dottorato. La pietra dell'altare di quella tapella è quella medeiìma lo pra alla quale Giefu Chrillo predicaua in Tiro &Sidone . 6c tu portata l'anno i opy.da Vital Michele Doge ^ a.Sopra la quale è la ièdia di fallò douc fedeua S. Marco ni Aquilea. Et dalla finiltra dell'altare , douelì vede vna teda di pietra in alto, vi fono due lapide fottoelfa tefta, che furono della prigione doue San Giouanni Battifta fu decollato, 6c anco- ra vi lì fcorgono alcune goccie di fangue, portate anco elle dal medellmo Doge . Ora ritornando vn'altra volta alla porta maeftra, fi \'ede il pauimento che gira intorno all'an giporto,lauorato a compartimenti di minutiillme pietre didiueril colori, da diligentilfima mano di maeftri proui- fìonari dal dominio per quello effetto . nella quale opera è incredibil cola àpenlarequal tempo & qual quantità di danaro fi fia fpefo & fi fpenda . Dinanzi alla porta grande ch'entra in Chiela , nel mezzo a punto delle due porte del- l'angiporto per fianco, l'ordine de i compartimenti è inter rotto da alcuni quadroni di pietra rofla , fra ì quali fu quel- lo di mezzo imbroccato con vn quadretto di bronzo fat- to a fogliamijfi dice che Papa Alcllandro Terzo polei pie- di fui collo a Federigo I. Imperatore . Da i lati accollo al muro in faccia, corre vno ordine di colonne grolle & gran di,fra le quali fono polle le porte del la Ch iela . Di fopra al- l'angiporto il colmo è sfondato informa di quadroncj ma dalle bande corre con diuerlc cubette , dipinte di molaico con varie hiftorie del teftamento vecchio in campo d'oro con tan-ta ricchezza ch'arreca lluporc ad ogni mio . Sopra le quali hiftorie di fotto & da ilati,è Icritta la loro lignifica tione con verfi , & fpefib vi fi leggono profetie delle colè future, percioche fi dice che l'Abate Ioachino fi trouò in Venetia in quel tempo che fi diede principio a lauorar di molaico, & fi mofira ancora in San Marco il luogo douc cllbhabitaua, & diede l'inuentione di quanto fi vedefat- to,cofi dentro come fuori di Chiefa.che i due frati & fopra la porta del Santuario furono preueduti da lui molti anni ? I 2 prima DEL SESTIERO prima che vcniflcro al mondo, fignificado l'vno per S.Do jiienico,,! E L S E S T I E R O a perpetua memoria della città di Brefcia , laquale liberata da un lungo aflèdio del Duca di Milano dalla Rep. lo pre- Tentò alla Signoria l'anno 1 440. in fegno delia Tua gran di- uotione . Ma ritornando di nuoiio alla porta maeltra di de tro,alla finiftra mano li troua vt capitello con vn picciolo altare doue fi honoia Immagine di vn Chrifto, il qual capi- tello l'anno 1 2po.era in piazza a punto in quel luogo do- ' uè è bora il primo ftendardo verfo le cafe nuone . Ma ba- uendo vn federato con empia mano> percolìb quell'ima- ginc con vn pugnale,onde vfcì fuori della piaga làngue,fu portato in Chiefa con tutto il capitello & collocato douc fi vede. Più innanzi è la capclla nuoua della Madonna, la cui palla con figure di pietra di rilieuo , fu icolpita da Mi- chele Gianbono l'anno 1484. luipreflbè lacapelladiSan to Ifidoro fabricata da Andrea Dandolo Doge l'ano i ^48. douc è il corpo del Santo, perciochc portato dall'Ifoladi , Chio l'anno 1 1 2 5 . dal Doge Domenico Michele, & elìcn- doftato fmarrito fino a tempi del Dandolo, ritrouatodi nuouo,il Principe gli conlàcrò la capella tutta ornata di mofàico, & loripofè fu l'altare in vn lèpolcro di marmo con l'infrafcritte parole fcolpite pur in marmo. Corpus Beati Ifidori prsefenti tumba clau ditur, Veneti js delatum a Chio,per Domi nicumMichaelemlnclitum Venetiarum Ducem in M C X X V. Qui occulte in Ec- clefia S. Marci perraanfitufque ad ince- ptionemasdificationis (ùx Cappellai, fuo nomine xdificatCjincept^educante D. A n drea Dandulo Inclito Venetiamm Duce , ^tempore Nobilium uirorum D. Marci Lauredano , oc Nicolai Lion , &c loannis Dclphino D I S. MARC O. LIB. II. 55 Delphino Procuratorum Ecclehx S.Mar- cijin MCCCLV. nienielulijjdieX. Er fu finita da Giouanni Gradcnigo Doge 55 .che uifle l'an no 1^5 5.cficndo Procuratori Marco Lorcdano, Nicolò Lione, & Giouanni Delfino . Poco più olrreè pofto l'alta redi San Giouanni Euangclirta conlcgnato alla fi*aterna della Madonna,chianiata òanta Maria de Mafcoli . Et dal- la parte di fuori del detto altare , 11 uede l'antico a! tare di S. Paolo fabricato l'anno i^j^.ma rifatto poi di marmo con h llatua del Santo , lòtto Chriftoforo Moro Doge 6 6. per- cloche in una bafa è icritto . DVCE INCLITISSIMO ET PIEN- TISSIMO, CHRISTOFORO MAVRO PRINCIPE. In fronte del Coro è l'altargrande pofto (òtto un iioltoò ciborio di lerpentino, foftenuto da quatrro colonne di marmo di notabil bellezza . percioche ogni colonna è la- uorata dalla cima al fondo di figure di tutto rilieuo , alte pò co più di un palmo,rappre(èntanti le hiftorie del teftamen to uccchio,i& del nuouo , cofa di gran magillcro & di fpc- ià,5c fatta per quello cheli può giudicare,nella Grecia. Sui parapetto dell'altare, (ono quattro Euangelifti di bronzo a ièdere,d'altezza di tre quarti dibraccio,{coIpiti da lacomo Sanlouino, il quale fu Prothomatho prouifionato della Chiefa . Ma mirabile & fuor di modo ineftimabilc è la pai la del detto altare . la cui coperta di fijori fu una parte del- i'altar grande di Santa Solia di Coftantinopoli,& fu dipin- ta da Paolo,& da Gioiiani,6c Luca fuoì figliuoli . & la qual coperta inliemeconlapalla,s*aprein due parti da mezzo in fu D E L S E S T I E R O in fu con un molinello a mano pofto dietro all'altare . Pie- tro Orléolo Doge a i.clie fu l'anno 9 yó.ordinò che fi facef fé la predetta palla a Coftantinopoli per l'eccellenza de gli artefici che allora fioriuano in quell'hnperio . & ridotta a perfettione con lunghezza di molti anni pei^diuerfi acci- denti , fu condotta a Venetia fotto Ordclaffo l^aliero Doge j j.cheuiflè l'anno 1 102. & collocata fu l'aliare. & l'anno 1209. fotto Pietro Zianifu rinouatada Angelo Pallerò Pro curator della Chiefa, & vi aggiunfe diuerii ornamenti di gioie & di perle . & l'anno 1545. fotto il Principato d'An- drea Dandolo , fi riftaurò di nuouo , & ui (ì accrebbero di- uerfc gemme di pregio con quelle due infcvitfioni. cy^nno milleno centeno iungito quinto Tunc Archiate Faledrm tn ZJrhe Ducahat Hcec nouafa^a fuit te,Tetre ducante Ziane , Et procuratat tunc zy^ngelia acia Faledrm (L^nno milleno bis centenoque noueno. & l'altra dall'altro lato . Pofl quadrageno quinto, poft mille trecentos Dandulm o^ndreas preeclarm honore duca^ haty ^ohilihufque uiris tunc prccurantihm aimcim Ecclejiam Marci uenerandum iure 'Beati De Lauredanis Marco, Frefcoque girino , Tuncvetus h^c Tala gemmtó pretiofa noua* tur» Ella D ios;t ma ^co lib. il ^j Ella è tutta di lame d'oro marficcio, con figure al la greca di baflò rilicuo : attorno alle quali in forma di nicclii lono diucrfi lauori acompalfj fregiati di rubini, di diamanti , di fmeraldi , di pcrlc,& di altre nobilidìme gioie di gran ualu ta . Dinanzi airaltare,doue fi mette il pallio>ui è il parapet to di tinillìmo argento indorato & fcolpito a figure greche diun palmo Tuna , dipinta l'una dall'altra con diuerfc co-. lon nette propor donate alla grandezza delle figure.Dentro nel corpo dell'altarcfi dice clì'è un gran caiìòne chiufo ab antiquo con molte fplanghe & traucrledi ferro, oc Ci crede per molti che ui fi conlèrui il corpo di San Marco . Dopo il predetto altare è lìtuato il luogo deliacramento,dinanzi alqualelòno quattro grolle colonne di alabaftro , lunghe ' due pa(si,5c trafparcnti,di ineftimabile ualuta . Il Sacrario dcll'EucarilHaè rinchiufo con unaportella di bronzo,con figure di mezzo rilieuo , fcolpita dal San fonino con artifi!- tio notando . Dalla finiilra s'entra nella Sagreftia , la cui porta di bronzo (colpita di baflo rìlieuo dal predetto San- lòuino , contiene la morte & la rcfurrettionc di Chriflo , con i Vangelifti 6c i Profeti fu cantonali,opera di uenti an ni quanto a fattura, & di ualore infinito quahto a prezzo, °nifsiuia d'ogni lode quanto a Scoltura, nellaquale perla fua molta bellezza, Federigo Contarini Procurator della Chiefa, uifece, comeincofanobilils. & per douere edere eterna^ in tagl lare qucfte parole. Deo D, digiunando , & implorando la gratia Tua, ricercò da Dio che lidcgnaflè di fcoprire douc era quel Santo. Molìrato adunque lui brac ciò fuori di quel pilaiho, vi fu da indi in poi tenuta 6c tut ta uia lì tiene una lampada accelà . lui prcllo è la cappella con l'altare di San Leonardo , il quale disfatto pochi anni fono per farui una porta che riufciflè in Corte dì Palazzo , fi trouò pieno di molte reliquie. Poco più oltre nel canto naie per fianco s'entra nel Santuario,fopra la cui porta ui è un Chrido con la fua nera effigie . In quefto luogo fi con- ièruano le reliquie 6c le gioie . percioche ui fi (erba princi* . pai niente una ampolla del nero (àngue di Chril1:o,il quale uenuto a Barutti dalla città di lcrulàlcm,fu di quindi porta to a Vcnetia, come riferifcc il Cardinal Contarino nelle o- vpere lue , ma il Dandolo ferine che fu mandato a Yenetia f.daColtantinopolijdal Doge Henrico Dandolo. Quefto (ì '■■ nioftra due uolte l'anno, il giouedì Santo alle Scuole Oc fra terne, &la vigiliadell'Afccnlione alle donne. •Vie fimil* mente un gran pezzo del legno della Croce , il quale cflèn- do legato in certo ornamento, entrato fuoco in Santuario . Tanno 1 2 j o. fi conlcruò intero , ancora che l'ornamento folle mezzo arlb . La croce che portaua addollb Coftanti- -no Imp.Vno de chiodi del Signore. Vna parte della creppà di San Giouanni Battilia. Vn pezzo di colonna doueChri {lo fu tiagellato. Vna fpina della corona . Partedel braccio deliro di San Luca. l'arte dim braccio. Se di ima gamba dì San Giorgio. Parte di una gamba di San Theodoro . Vn di^ to grolfo di San Marco Parte delle braccia di San Sergio & Bacco V n braccio di San Magno. Vna cofta di San Stefano. I Vangeli ferirti in Icuercd'oro di mano di San Giouanni Chrifottomo* \'nainìagìne di nofira Donna dipinta da San Luca. Vn bclliiiimo dito della Maddalena. 11 Vangelo ' diSL Marco fcritto di fua mano , che fi hebbe l'anno 1 47 1. & molrealrre cofe che li fono hauure in diuerfi tempi,paif •te dalla Grecia, quando i noltriuihcbbero dominio, & k 2 ^arte è i L S E S T I E R O Ì?ai-tccla diuerfi Principi del mondo per diuerfe occadoniV &i fecondo che le cole fono andate,come è ben noto adii legge le hil1:orie,& tutte approbatedal Papa, allora clie en- trato fuoco nel Santuario Tanno 1 2 j o. le predette reliquie rimafero intatte,!] come per procedo formato per ordine fuo,fopra quella materia, lì vede. Poco più a dentro è la fta za di quelle gioie & di quegli ornamenti ch'il volgo chia- ma comunemente tcforo^meritcuole d'efler veduto & co fìderato per la quantità fua. il quale li hebbe parimente, parte per la diuifione che fecero i noftri della città di Coda tinopoli co i Francefi l'anno 1202. poco pino meno, parte per altri acquifti di molte altre città fatti dalla Rep. ne rem pi andati , & parte in diucrll altri modi . Percioche l'anno i^4^.GiouanniImp. de Greci diede alla Signoria diueriì balafci,6c furono riporti in Santuario. Sono in qucfto San tuario diuerle corone, come pettorali d'oro purilfimo , oc mairicciojtempeftati di finilìlme gioie per tutti 1 lati, fme ^ raldi , to patii > rtibini , chrifoliti, con perle di ftraordinaria grandezza.corni interi d'alicorno, carboni groffilTimijVafi d'oro, chiocciole d'agata & di diafpro di graiidezza mirabi le . Vn rubino groflìllimo lafciato alla Signoria dal Cardi- nale Domenico Grim ani. Vno orciuolodi pretiofiffima gioia donato alla Rep.da Vfuncallano Re di Perfla,vafi can delieri,calici,tazze di Chriftallo,bacini,boccali & altre co- lè d'oro & d'argento in 'gran numero . Vi fi vede la berret- ta Ducale circondata d'oro finifl^ fregiata di perle & di gio- ie, con vn carbone in cima di valuta di molte & molte mi- gliaia di ducati.Vltimamcnte vi fu collocato vn diamante legato ibpra vn bellilTimopie d'oro , ch'Henrico III. Re di Francia & di Polonia , donò al Principe Luigi Mocenigo quando fo in Venetia, il qual ii confèrua in memoria di ta- to Principe . In fomma non fi può cofi ageuolmente cfpli ■ care la quantità delle cofe,ne Tefìèr loro, fé non fi vede con l'occhio vero giudice di tanta ricchezza, percioche lade- gnità della Rep. la cura de i fuoi Principi , & la lunghezoa del tempo, ha potuto raccorre in quella ficurifiìma parte quello che no fi trovia in cofi gta copia, in alcuno altro luo- ©I S. MARCO L!B.ir; 39 go del mondo . Et qiicdo cofi fatto teforo fi moftraòghì • anno in publico per le fede (blenni . & lì mette gran parte fu l'aitar grandc,có marauigliadc riguardanti,^ de Princi pi cllcrni-a quali lì fa vederc^qliado capitano in quefta par- ate. Auiienne che vna volta fu rubato da vn greco chiama to Stamatti.Coftui rellando inChiclaoccultamctein teni ' pò di notte cacciatoli fotto vno altare, & cauando il terre- no Ibtterra per diritta linea verlòlo albergo del teforo, & vfccndo fuori la mattina all'aprir deila Chielà, por tana via •laterralbtto la ve(h,6c coli continouando quclì:a opera,pe netrò nel luogo ; dal quale tralfe fuori cloche li parue : ma perche le gran cofe operate in mala parLC,non poffono per giuditio di Dio (lare occolte,haucndoerib nel volerli par- tir di Venetia,donato avn fuocompare,una delle predette gioic,fu accufato,prcfo, & punito del fuo delitto . Nel can- tonale delia delira vicino alla porta del Battil1:erio,fbno tre figure chiamate i tre Santi , di mano d'vn Santo huomo Scultore, il quale hauuto comandamento da Deciano Im- peratore che fcolpiflè Gioue, Giunone , & Mercurio , fece vn Giefu Chrifto,vnaN.Donna,& vn San Giouanni Eua- gelifta, ondefu perciò da quell'empio martirizato . &efìè Itatue furono portate da Aquilea à Venetia . Ma tornando più a dietro , dopo il coro s'entra nella fagieltia . Quefta ha la fua volta di mofaico minutiirimo Oc pertettilfimo, & fu lauorata parte da Marco Luciano Riccio,^ parte da Fran- cefco Zuccatto , <3c fi finiranno m^ r. Le tarlìe all'intorno * de gli armari & de i banchi fono di lauoro Hiigolare , & di diueric mani . percioche il quadro douc fono li fcanni de i paramenti, furono intagliati da i Canozzi , & le figure parte Ibno di Antonio & di Paolo Mantouani, & parte di Bernardino Ferrante . Vi fono anco ducquadriciiF. Seba- ftiano Schiauone conuerfo di Santa Lena . Sono annelfi a qfto famofo Tcpio, priuilegiato : f luori- to,&efaltato da diucrfi Papi,altri luoghi fàcri. percioche il moniftero delle Vergini riconolce il Doge & la detta C hic -fa per capo . Gli Spedali di San Marco, 6c della Cafì di Dio. I-a Chicfa di Santa Maria in Broglio . La Chicfa di S. Fé! i ce d'AimaiiQ, :6el s e s t I e r g ! .d*Aimano,ouero di San Filippo Se lacomo, La Badia di S. Egidio di Fontanela . 11 priorato di S. lacomo diPontida^, .& la Chicfa di San Giouanni Nuouo di Rialto . La prima perfona di quello Tèpio, dopo il Doge,è il Fri .inocerio,il quale vi fu inftituito da i primi tempi della fua cdificatione per degnità del Principe . & è eletto & inuefli- to dal Doge,&: proueduto d'aliai larga entrata Se condecen te al fuo (lato . &dee per legge l'anno J47r. & i478.eflèr nobile Vinitiano,& di età di i ;.anni. Celebra con lo habi to Epircopale,cioè con la mitra,con l'anello, & col paftora le per concelFione d'Innocenzo 1 1 1 1. l'anno 1252.il Roc- chetto per breuedi Papa Alellandro V. Dà la benedittionc al popolo, per bolla di Papa Giouanni XXIU. Concede in- dulgenza di 40. giorni , dopo la folcnnirà della mella detta dalui,perauttoritàhauutadal predetto Papa Alefiàndro, dal quale hebbe anco il facrar i preti di detta Chicfa. La fe- conda dopo lui è il Vicario, il quale s'elegge de i più hono rati & riputati facerdoti che habbia la città , & fu trasferito quefto titolo dalla Chieiàdi San Theodoroà quella. 11 ter zo è il maeftro di Coro, il quarto due Sagiellani , il quinto due balìlicani, che hanno il gouerno de preuenti del clero. Vi fono 24. canonici ordinati ab antiquo per capellani del Doge , dodici de quali fono propri) fìcerdoti della Chiefà, & 1 2.fono Piouani per la città , per la regolatione fatta da poi l'anno i4?4. nel quale i canonici erano 6. & i Piouani i8.6c in calò di vacanza s il prete canonico muorc,gli foc- cede l'vno dei Canonici che fono per numero 6.Sc le muo .re il PiouanoCanonico,gli lòccede vn Piouano. Inoltre vi fono 4 Diaconi con 4. Sottodiaconi , con altri ordini ap- preiìbche fi conuengono ad honorato clero per Tempio cofi famofo Oc illuftre . 1 quali Canonici hebbcro da Marti- no V.la còcefljone di portar la mezzetta o zanfarda di pel li di vari & dolli . L'ordine di ollìciar qtielto Sacrario è fe- condo l'vlb della ChiefaCollantinopoliiana , ma non pe- rò molto ditl'erente dalla Romana, ma tanto alTiduamcntc che nulla più . Et quanto alle colè necellàrie per quefto ne- gotio,lafpcfa d'ogni anno palla più di i2.miladucati,con- ciofia DI S. MARCO LTB; IL 46 ciofiachc vi fono prouìfionnti due Crganifti de primi d'I- talia,con grollb ftipcndio,il Mallro di Capclla co buon nu mero di cantori . 1 canonici & fbttocanonici,i maelìri di iiiofaico, i Prorhi,i Guardiani, & altri miniih-idiucrfì,(cn- za le cercgli incenn,gli oli) »5c gli al tri forniinenti che il ri- chieggono a tanto luogo. Oltre a ciò polTiedc per benefi- cio di Papa Alefìandro III. memore della cortefìa ch'cilb riccuè dalla Rcp. vnaindulgcntia perpetua, laqual comin- ciala vigilia dell' Alcenrione, < ^'' '■'MyterCaMhialhr?^'^ rl'^^\^^''^ '^^^ ^^'^ Cypriarìus S^hrifogoni ^reshyter Cardinalis. '^'■^ ^^òìmeonS.LaurenHj in Damafo Presbyter Car dinalis . f/eliasSS, Amftolomn^reshftet Cardinalis, *Bafdius S.^^lfaritè '^ou^e Diaconm Cardi- nalis . Theodorus S . E ufi api Diaconus Cardinalis . S'aggingncalle predette cofe l'ornamento vtile&religio- (b del Seminario nuouaméteinftituito p detta Chiefa , dal PrincipeNicolòdaPonte,6c dalli Procuratori de Supra, lotto il gouerno (con titolo di Rettore) di Francclco Al- legri, Prete riformato de iGiefuitijhuomof^qr dottrina & per nobili & ottimi coftumi molto eflemplare . 11 qua- le efìèndo ftato prima Canonico di San Marco per alcun tempo , richiefto da i procuratori, come ben conolciuto da loro per la (uà fofficicntia & bontà, al Tuo Generale per lo gouerno predctto,fu ecceduto loro , hauédoefio Retto re(quantunq; non foflè profcllò) prima voluto dal Papa, concelìlonc5f iicentia di quella amminiflranone, iì come per breue tcntto dal Cardinal di Como^pcr ordine di N.Si gnore,appare. :f;f;rri -.-yi r .•><.' il qual Seminario ridotto a San Filippo & Iacomo,s'è con com modo oc honeito edificio collocato vicintinadci^ fa Chiefà . Sopra la porta del qualc,in memoria della grati- tudine del Papa, tanto benefattore di quello pio luogOjfi pofc l'infrafcritta infcrittione . -"Jf^ 'Vjù'jiq ojiomO'lbn3:£::>br, ) A . j .'• ' L D. O. M. 1^ : TrZL S^E^T TE R o ^i D, 0. 4^, SemtmnumGregonanumEccle- Jiée^S.anSt'Mam Veneti arum . In his Aedihus ^ Ci^iDei omnipotentis gloria , tS^ ■>i'. iUccìefiafìicne \difcifUni£ jpecimen , ^regorij X 1 1 1 , pQnt,,9^iax. aujj?icijs , 'Suolai de ''Fonte Ducis fapientia adhìl?ita yomni animo rum moderatfùrJei'iuliénum, diuinEl.HTp E«ìlejlam prcedidam illu^ ftraturumy fanBtjsimum , laudatifimumcjue » femper pr^dicahitur . pietate ^uerendtjf, P ri- mie erij Aioyfti Die do . "Virtute lacobi Superan- - . . tio Eouitis. i Ad.z^^lntonij 'Barbar Oy lacobi /w- ■ '^'fc areno £quit!s,Fedi^rici Contareno ^ Francrjii 'Triolo , (i^^ndre^ Delphino , ZS^ flieronymo Armato Procuratorum . quorum laus^ pietas nunquam emorietur , A4 D LX X X , S.Tlieodoró. r\ Tetro a San Marco > & nel circuito delle fucmurac ■f-^iìtuato San Theodoro , già primo Auocato della città , &: Chicfa per quantolì dice , edificata da Nar- lete quando ottenne: vittoria de iGothi in Italia, fi co- me awco fu da lui edificato San Ganiniano. Nella qual Chiefa era il Vicario, !Ì:he col predetto nome fichiama- uano i Piouani delle parocchie per lo più, vfandofi pe- rò 1 vno & l'altro di quefti titoli dal clero ne tempi an- dati . Al prelentc nell'Oratorio predetto fi aduna per l'or- J di- Di; ^S. M A R CO LIB. IL 41 ■diìiario la Santa Inquifitionc con l'afTifkriza.di grauifli . Senatori, del Conlìglio de Dieci , cuftodi della fede ca- tholica ,'5c/cònIcruatori del viucre religiolo & chri- -Ihano. ,.:..' i^r- 1 1 V i 0 San Gemili jano. DAll'altro capo del Li piazza airincontiodi San Marco èlaChiefadi San Geminiano edificata nel llioprinci pio da Narfète Capitano lUulite di Giiiftiniano Imperato- re che viOb l'annodi Chrifto «j^i. perch'emendo foccedu- toGeneii^rttóihkiogo di BelifariocontraiGothi in Italia, la Republicagli diede fauore con QUcU'armatach'ella hauc- ua in quel tempo.' onde Narlcte fatto voto, quando iia- ucflè vittoria^, di edificar m Rialto dLieChicfe delle ipo- glie de nemici , IVnaa San Theodoro , & l'altra a San Geminiano , rotti i nemici, adempiè quanto promcfle . Fabricò adunque San Geminiano fu la piazza , laqualc 'non paflaua alloradoue fono hora le Procura tic . pcr- iche in quel tempo fcorreua vn canale per tranerfo della piazza, dal ponte chiamato de idadi, »5: detto altre vol- te il mal palfo : per lo quallì va nella calle de i fabbri, & sboccaua nel canal grande daqucila parte doue è po- lirà la Zecca : & la Chiela era fu lariua del detto canale. Ma eflèndò Principe Virai Michele Secondo di quefto nome, che vific l'anno r 1 56. o vero Sebairiano Zianiiiio roccclfore , atterrato il canale , & allungata la piazza qua- fi il doppio, & disfatta l'antica Chiefa, la portarono co la dome è fabricata al prelcntc , riia confumata anco quel- la da gli anni il cominciò a rifabriairla didentro l'anno 15 o 5rfotto il Doge Loredano ." Alla fine parue al Senato "di\fi'nirla fui modello del Sanfoiiino , di maniera chcfot- tf> hóTcnzo de .Prioli Doge 81., che viflè l'anno 1^5^." procurando ciò Benedetto Manzini Pioiianod'efìa Chie- •tìliì nicfle fine all'edifitio ; Come attefta quella infcrit- tione. ; > yj La ^edem Aedemliiinc vrbis non vetuiVilsimam fb- lum, fed etiam auguilifsimam,Senatus Ve netus antiqua religione obikid:us, magni ficcnnus pecunia publicayieficiendam de- creuit An. poti Chrilli Nat. M D L VI J. fumma Benedióti Mazini Antiititiscura. La qiial Chlcfìi quantunque piccola,è forfè la più ornata di qual fi voglia altra nella città, percioch'eflèndo di dentro & di fuori incrollata di marmi & di pietra Iftjjj^a, èric- chiiiima& bene in tela per ftruttura ., Nella faccia di den- tro è la ilatua pcdeftre di Marchiò Michele Procuratordi San Marco che fu Generale l'anno 1 5 6 5 .con due infcrittio ni,l'vna dalla finiilra di quefto tenore, Melchioris Michaelis AurauJ^ilttixEq^S^ cri Lateranens, Palattj Comitis-Diui Adarci n^roc.ornarhenta^lujìitia^fortitudo , qmhus ad amvhfstmùs dignitatisgradus elatuSi terra ma- rime 'I(emp.fapienter admintjirauit. & l'altra dalla delira, Dalmatieq, Leg, J?/ D XX X ÌX . Corcira MDLVIIL CUJsis Marisq, Imp, M D L X V^'Vrbesmunmiti pqpulos m officio ^ ^- de continuiti hoflimn impetum reprejjitydiligeth- tijfomnino T^ip, incolumitatem digmtatemq, jeruauit . & D r. S. ;M A R e O. LIB. II. 4^ .& del quale, ripolto nel mezzo del Tempio, fi legge in vna lapida . Melchior Michael Eques D. Marci Procu- ratore {ciens (è breui ChriftiSeruacoriani mam redditurum , Tumulum ofsibus pra: parauit,an.{àl. MDLXX. Eiusa^ta. LXXXI. Sono in qucfto Tempio tre belle figure di Scolmrapòftc fu 1 aitar grande in tre nicchi , con panni & con attitudini molto vaghe,di mano di Bartolomeo Bergamafco. Vna te ftaal naturale di marmo di Mattheo Eletto già Piouano di quello luogo, fcolpita da Chriftotbro dal legname chefii ianco Architetto della Chiefa di dentro Panno i s 05 . pofta /ra due colonne dalla finiftra della Cappella grande, & un'al tra pur di marmo di Benedetto Manzini fatta da AlelTan- "dro Vittoria , & polla anco fra due altre colonne dalla de- llra.Etfu la porta per fianco uerlò S. Moilè,la teda di bron- zo di Tomafo da Rauenna Procurator della Chielà. Di pittura, v^idipinfe altre volte Gian Bellino in quella palla d5uc fi uede hoggi Santa Carerina,di mano di lacomo Tin toretto . oc Bernardino da Murano vi fece la Santa Helc- na , a i cui piedi lòtto allo fcabello fi lèrba un pezzo del le gno della Croce , donato alla Cliiefa dal predetto Miche- k,ouc è fcritto . Lignum Crucis a Pio IIII. Pont. Mar. dono datum Melchiori Michaele Procu. S. Marci Oc Ec]uiti,ab eodem Pont, dele- ólo, cum (ècum initio fui Pontificatus prò Rcp. DEL SESTIERO Rep. Orator Romam congratulatum a- diiflet . Quod quidem lignum Crucis, idé Melchior cum inagisconucniArlocofer- uari Sacro,hic reponi uoIuit,ubi tumulum ofsibusprcEparauit. MDLXX. Vi giace in bel fcpolcro pofto in aria Gian Pietro Stella Ca iialicrojche fu Cancellier Grande l'anno 152^ .perche eflcn dohuomo di ualore,& fatte molte legationi , & condotte a fine diuerfe imprefè per le guerre ardenti ne gli anni pre- cedenti, meritò d'efTere honorato dalia Rcp.& gli.fti.in- fcnttoqueftoepitafio. •• Io. Petrus Stella Eques, charus Senarui Ve neto,gratus exteris Principibus, Magni Cancellarij dignitatem ingenribusmeri- tis confècutus , utpolìeris quoque memo- lìx prodefler, exemplum ciuibus ram ma- gnifice. lui preflb è l'altare diLodouico Spìtielli Secretano: ai^à- Jiiiglia honorata , & molto nobile nel Regno di Napoli , dalla quale difcendela prefènte,niolti& molti anni fono: 11 quale ornato di ricchi marmi rende bell'apparenza alla Chiefa, oc da piedi ui è fcritto. Ludouicus Spinellus à Secretis de Repub. Opt. meritifs. Vxori , Poilerilque monu- mentum hoc uiuens pofuit. M D LXXl 1 1. Per D r S. MARCO. ,LIB.*II. 44 Per fianco è la cappella Sanlbuina , con un Crocififlb aflai bello di mano del Faentino , per opera di chi ferine le prc- fenti coCc . & ui lì ripofa lacomo Sanfouino Architetto Oc Scultore della Signoria, al quale il figliuolo mife il prclcn- teepitafio. lacobo Sanfbuino F. qui Romas lulio 1 1.: Leoni X. Clementi V IJ. Pont.Max.ma* xime gratus , Venetiis, A rchireólrurar Scul- pturasq-,intermortuum decusprimusexci rau/t , Qaique d Senatu,ob eximiam virtu- tem liberaliter honelì:atus,(ummo ciuiu- tis mero re cIece(sir,Francilcus F. hoc M.P. j : P. Vixit Ann. X DiìL Obijt V.Kal.De- ^^''"'cèmbris.MDLXX ' ' ' . ':t . : Hi '/■ ' Et nella lapida in terra, fotto la quale giace il predetto San- fouinojcon Fiorenza fua nipote , morta d età di X I. anni e fcritto. lACOBO PATRI OPT.FLORENTIAE FILIAE DVLCISS. SIBI SVISQ^FRAN- CISCVS SANSOVINVS P. MDLXX, Et di (òpra alla prima infcrittionc fi dee collocare il ritrat- to di marmo del detto lacomo fatto da lui allofpecchio,6c all'incontroua la memoria col ritratto parimente,di Fran- cefco. Il qual lacomo'qual fbfiè & di quanta eccellenza nell'una cola «5c nell'altra, oltre che lo dimoftrano l'opere fue nelle città di Roma,di Fioréza, & di Venetia,fi può am piamente uedere nella uita fila deicritta da Giorgio Vafàri Aretino, ne 1 fiioi libri de gli Scultori & Pittori . San DEL SESTIERO San Moifé?'^ Dietro à S.Geminiano fi troua il Tempio antico di San Moife fabricato dalla nobilifllma famiglia Scopata l'anno 796. & reftaurato in parte fecondo alcuni dalla cafa Veniera . lacomo Palma vi dipinfe v^na palla di molta bel lczza5c {limata da gli huomini di giuditio. Vn'altrane dipinfe nella cappella Giuftiniana Giolèppe Saluiati, & un' altra lacomo Tintoretto. Qui giace Matthco Dandolo Procuratore & Senator celeberrimo del tempo noftro . 5c Bernardo Giorgio Poeta aQài ilimato nella lingua Latina* del quale fi legge. Bernardus Georgius Nicolai F. Helifàbct Valeria vxorijCJaiiE F. Coniugare de prò le,fibiqueviuentibiis poli fata noLiifT.Solis P.Ann.Chnll.Salut. M DLX. aetat-vero fù^ann.LXXIII. S. Maria Zebenigo. SAnta Maria Zebenigo ini poco lontana , fu opera della famiglia lubaniga , Scfendola , & Barbariga : & ancora che per lìto fia antica,fu però reftaurata ne tempi prelcnti , prima da Giuftiniano Contarini , & poi da Giulio luo fra- tello Procurator di San Marco . Gioleppo Saluiati ui dipin fé una Nuntiata nel l'aitar grande . lacomo Tintoretto fer ce le portelle dell'Organo 5<. il quadro nella cappella gran de fu di Ccfare Tonano . Nella qual cappella apparifce un bell'ornamento di marmo con due figure aliai gentili coi ritrattone! mezzo del predetto Giulio Contarini, Ócfii opera d'Aleflàndro Vittoria allicuo del Sanfouino, &ui fiiegge. , , .n:;yiA Qui Del S. M A'R CO. LIB. II. 4$ ^/ fuferis patri^que dedit jua uota ùeren-^ nts. Z^irginea^ iater tollitur ecce mentis . Illudrano qiicfto Sacrario due chiariffimi pcrfbnaggì , & famofi per lettere, & per eccellente dottrina. L'uno è Sc- badiano Fofcarini Filoiòfo di profonda (cientia , & riputa to fra i principali nel tempo fuo , al qualefu pò fta qucA'in- icrittione. Accipite Veneti Ciues , quod cft opti- mum in rebus humanis , humanas res con temnere. Vixi Reipub. cjuamdiu potui» mihi certe parum , & hic uno i(5tu ex- tin<5lo . L'altro è Hieronimo Molino cultiffimo Poeta nella lin- gua Tofcana, del quale uanno per le mani de glihuomi- ni dotti un Volume di Rime molto leggiadre. & al quale Giulio Contarini, come ottimo amico, pofe la ftatua au- rea con quefta infcrittione . * .< n' Hieronymo Molino vero Mufàrum a-» lumno,c]uihumocineres,imaginem no- . itisjcoeloanimamdicauit VJ J. Kal.Ian. M D LX IX. lulius Contareno D. Mar- ci Procurator indgni amore, Spietate, h^c fieri cur. M San DEL S ESTIERO' SanMauritio. TJ* T poco pili oltra è San Maurino fabricato dalla fami- JL^ glia Candiana, chiamata hoggi Saiiuta. San Vitale. ^'[ Ell'cdremo della piazza di Santo Stefano è pofto San ^ Vitalcedificio fabricato da Vital Falier o Doge j i.chc fu l'anno 1 084. & confacrato al Santo del fuo nome . Vi fi uededi buona mano,la palla dell'altargrande con S. Vitale a cauallo fatto in fcorcio con molto artificio. A pie del fuo campanile fono due infcrittioni antiche di un Caio Nu- «icrio : portate credo io da Puola . S.Rocco & S.Margarita. E Per fronte , oltre alla fraterna di S. Stefano S. Rocco & S.Margarita poco difcoftoduogo nel fuo principio de- dicato a Santa Sufànna, &difàbrica nuoua. PerciocheeP fendo prima un Lupanario publico parie alla fraterna di S. Rocco,che haueua poco inanzi riceuuto quel corpo Santo di Germania , di fabricarui il collegio loro . ma accomoda tifi poi uicinoa iFrari,lafciarono il terreno uacuo, il quale profanato di nuouo con cafe di legno dalle meretrici, fu fi- nalmente ridotto in Sacrario di donne monache:& orna- to di diuerfi abbellimenti di altari & di fèpolai. SanSamuello. T indi fi eamina a S. Samuello , Tempio fatto l'anno ' MilicdallefamiglieBoldu ac Soranza, in tre nani con colonne DI S; M AiRCO. LTB.II. 4^ colonne di marm i grechi . In qucfto luogo Donato Vini- tiano l'aniìo i46o.dipinre una nollra Donna nella nicchia di mczzo,un San lacomo 5c San Hicronimo nella nicchia alla deitra.òc un San Vittorio 6c S. Nicolò con la Nuntiata di (opra nel finilh-o,alla lìniLlra, della palla dell'altare della Fraterna dei Falegnami ò Marangoni 5 ÓcFrancefcoMo- ranzoncui fece gli intagli . Vi dipinfeancolatauoladiS. Hieronimo,5c S.Scballiano, & S.Luigi poftaalle fpalledel coro, Francefco de Francefchi l'anno 144^ . Et oltre a ciò la palla in tela dcH'aiccnfionc di nolh'a Donna è opera antica <5c di buon maellrOv-''"^' ' -.0 Santo Angelo. IA Chiefa di S. Angelo dedicata altre uolte a S. Moro, -^ fu eretta dalle famiglie Morofina & Lupaniza, & altri dicono dal Doge Domenico Contarini . Il cui campanile fu più uolte in diueriì tempi percoflò dalla factta, con futu- ro prodigio di infortuni) auenuti alla Rep. in diuerfl tem- pi . Giace in quella, Rocco Cataneo Vcronelè Auditor per- petuo di diuerfl Legali òNtmtij di Venetia, come huomo dottifs.nelk leggi & nelle lettere humane . S. Benedetto. SI troua poi S. Benedetto fatto per opera de i CalopHni^ & de i Falieri.Habitato prima da Monici , diuentò 1 2o«. anni fono Parrocchia.Vi li moflraua la teda di S.Vito, vna fpalla di S.Gregorio, con gli offi de Santi Tiburtio, Valeria no & Cataldo.lacomoTintoretto ni dipinlè la palla dell'ai targrande.^dipinlcanco nella cappella Contarina tutta ornata di (tucchi & d'oro,il prefepio.Nclla qual cappcllafi legge in memoria de fuoifabricatori quefto epitajfio. ' HEX S E STI ERO ' Dominìcus Contar ema zyl/aph, FiLMax, fnu^ nerihHsin'F^fuh.funEl^ 3 poflquamexcajirù uhi Legatum egerat ìnpatriam reuertituTyMa ph.zy^loy. Frane, f/ieronimi^ nominey ex c^«- gelo Fr, nepotum> aram hanc erigi curauit , MDXX. all'incontro con quel mcdefimo ornamento è fcritto . z/^ngelm Contarenus Francifci Optimi Sena-- toris flim 3 Aerejtbi ex patris teflamento pie commijfoyjtiacjue indufiria, ac dtligentia adau-^ B03 rejìituit ornauit 3 Deoj^ hanc ipfam dicath damcurauit, MDLXXIL San Paterni ano; ET San I*aternÌano per fianco della fudctta Chiefa,fii opera delle famiglie Bancanica,& Andrearda,Fabiana, &MLiazza. fornita di belle colonne di marmo greco, òt notabile altre uol te per l'imagine miracolofà di un Chri- fto pollo fbtto il fopportico : & notabile parimente per li corpi delli Santi Epimaco & Gordiano . ^ •' "'"■' >^ ^ ' San Fantino . IL Tempio di S.Fantino/abricato già dalla famiglia Fifa na,5c icftauxato con bellafoima a tépi noftrijè degno di sncmoiia DI S. M A R Ca LIB. II. 47 memoria. Perciochc fu nobilitato per vna imaginc della Vergine portata dalla predetta famiglia a Venetia,dalle par ti di leiiante. La quale operando miracolofamcnte diede occafione di ridurre il tcm pio al fuo debito fine . San Luca. QVindi fi troua San Luca fituato nell'ombilico della città , onde per ciò vi 11 vede fu la piazza vno itilo di continono fenza pennone,& fu opera della famiglia Dado la . Fu nobilitato à tépi noibri da huomini famofi p lettera- tura, de quali tre ftirono pofti i vna medefima ròba. I quali venuti a morte in mifera & infelice fortuna, furono mcffi infieme coli morti, poi che tutti viucndo in vn medefimo tempo,non poterono foppoi^tar da gloria l' vno dell'altro . Et di queftiil primo fu Lodouico Dolce Poeta Tragico, che traportò molte opere dalla lingua latina alla volgare dolciflTimamente, fra le quali fu molto lodato l'Oratore di Cicerone . 11 fecondo fu Dionigi Atanagi da Cagli , fom- nio ofl'eruatore delle regole della lingaTofcana . Il terzo fu Alfonfo Vlloa Spagnuolo, che fcrillè la vita di Carlo V* Sedi Ferdinando LI mperadore. Vi dorme parimente in vn depofito pofto in aria , quel Pietro Aretino, il quale fu co- gnominato Flagello de Principi per la licentiolà prefum- tione della fua mordacilTima penna , &: il quale morendo perde del tutto il nome: poi ch'cflèndo ignaro di lettere, & operando per forza di natura ne fuoi capricci, hebbe do- po morteli meritato premio della fua petulantia . concio- iìa cheefTendole cofefue reputate dalla Chiefà pocochri- ftiane,furono vietate del tutto a lettori,& fi farebbe affatto cancellata la fua memoria, fel'Ariofto burlandofidel tito- lo ch'egli fi haueuaprefoindcbitaniente,non haucflè detto nclFuriofo, Ecco il flagello Dq i Trinciai A dimn Tietro oyiretino. San •DEL SESTIERO- S.Saluatore. SI vede pari mente la ricca & bella Ghìefa di San Salnato rc/abiicara come fi dice, per reuelatione di San Magno da i Galatazzi & Caroli, «?c habitarada preti, ma Bonfiglio Michele ch'era Vicario d'ella, prcfo habito di canonico re golarc,mutò l'ordine,^ fuapprouato da Papa Innocenzo. La Chielà vecchia con fottoportico , fotto al quale alber- gò vna notte Papa Alellandro III. haueua vna cuba lauo- rata di mofaico per opera di Marino Morofìno Doge 4^, che la fece fare l'anno 1 248.FU poi rifatta lafabrica fui mo dello di Tullio Lombardo famofo Architetto & Scultore in queftc parti, imitato dalla parte di mezzo dalla Chiefa di San Marco , & vi fu confèruato l'altare di San Tomafo confacrato da Vbaldo Cardinale Ollienfè Tanno r 178.il qual fu poi Papa con nome di Lucio III. E venerabile , ol- tre a gli altri orna menti coli perlallruttura fiia come per altro , per lo corpo di San Theodor© , che fu il primo pro- tettore della città .il quale fu acquiftato da lacomo Dan- dolo l'anno 12') 6. pcrcioche trouadofi coftui nel mar mag giore con 1 2. galee, & hauendo'prefà la città di Mefèmbria lo traife fuori della Chiefa di Santa Sotfia & lo condufìè a Coftantinopoli , & di quindi Marco Dandolo lo portò a Venetia,& perche habitaua in quella contrada lo ripofè ia quefto facrario,ancora ch'altri dica che ve lo mettellè Gio uanniBadoaro Patriarca di Grado. Vi fi vede di marmo vn SanHieronimo (colpito da Tomafo Lombardo allicuo del Sanlbuino . Oc fotto l'organo in due nicchie San Rie- ro n imo & San Lorenzo di mano del Dancfe Cattaneo da Carrara,& di lacometto Colonna amcndue allieui del Sa fonino , & amcndue concorrenti .Vi è parimente di Scoi tura la palla dell'aitar grande di finillìmo argento, & lauo- rata con figure di baOò rilieuo alte vn piede.Di pittura il ve de nella capclla del Sagramcnto,!a cena di Chrifto di Gian Bellino, & fu l'vna delle cofe eccellenti ch'egli operafìè già Hai ,& nella capclla alla finiftravna palladi Hicronimo da DI S. MARCO. LTB.1I. 4S daTrcLiifo allieno diTitiano:&: fui carenale della fagreftia vna nuntiata dipinta dal predetto Titiano . & la tauola di Santo Agollinoco monaci inginocchioni fu di mano di I-azero Sebalhani . Vi giacciono fimilmente tre Cardina li della famiglia Cornara^in fcpolcro di marmo ch'occupa tutta la faccia fbpra la porta della fàgreftia,di mano di Ber- nardino Contino . de quali vno è Marco creato da Papa Alelfandro V I.l'anno 1 5 00. l'ai tro Franccfco creato da Cle mente VII. l'anno i527.&ilterzoAndrea,creato da Papa Paolo III. l'anno 1 544. All'incontro di quefti, fi mette in opera il fèpolcro di Caterina Cornara Regina di Cipro . Et poco difcoftojò collocato in (cpoltura di marmo, con 2.fì gurcdi fingolare bellezza,di mano del Sanfouino, cofi l'ar clìitcttura del fcpolcro come anco le predette figurc,Fran- ccfco Veniero Doge 80. che fu l'anno 1554. con quelle parole. FrancifcHS Kenerius l^rlnceps, frifac maiorum ^irtutis ne difciplwte 'vere imitator , nullo nec ddumhraulaudisfiimulo^ nec priuat^ 'vtilita tìs errore 'vnquam promotus , in regendis populis fumma continenti^, in dicundam fententiam Senatori^grauitatis pacis & concordia aman-^ tij^.in omnifermonefapientijf,jemper in Primi-' fatu,nihd pr^eter ornamentttm Principis quod efì iuflum Imperiumpulcherrimum Itheris dui hus exemplum . Vix, oydnn, L X VI» D. UH, In Trincipatu Ann. I. ^en[,X Ì.D.XXIf. Ohijt mi, non, lunij MDLVI. Nel moniftcro è notabile il Refettorio & il chioftro,ricca mente ornati amendue di colonne, d'intagli, di fregi, & d'alrrc DE L SE STI E R O ' <^'altre bellezze, douc apparifce la gratitudine di due Poti' tefici vfata a quefti monaci . perciochc dcll'vno è fcritto . Eugenius Condelmarius ////. Tont. Max, oh fuum in Canonicos hofce animum^Canonicam hanc D.Saluatoris gratuito contulit M CCCC XLI/.XLCaL/tilij. (6c dell'altro fi legge , MCCCCVI/I. gregorio XI L Corrario Pontifici Max. cuius authoritate Canonicorum ordo D. Saluatoris injlitutus fuit ^monumen^ tum hoc i grati animi tejlimonium pojttum ejì ^f D LVllI. San Bartolomeo. SVlcorfo della medefimavia,fu fondatoli Tempio di S. Bartolomeo", che la prima volta fu dedicato a San De- trio, & fu fabri caro da Marco Orfcolo 5?: da Bartolomeo fno figliuolo : rifatto poi in ^. nani dalle famiglie Salonefi Bclcgna & Vallarelfa. & altri dice dal Doge Scino. E fot- topolta alla cura del Patriarca,il quale vi mette vn Rettore con titolo di Vicario. Fu nobilitata pochi anni fono da Chriftoforo Foccari Tedefco, il quale vi conduflè vna pal- la di Noftra Donna, di mano d'Alberto Duro, di bellezza (ingolare,perdifegno, per diligenza, & per colorito .Vi fli ancodipinto,ru la (èpoltura del detto Foccari,alcune figu- re da Battifta Franco, & Marco del Moro vi fece l'altare d'O gni Santi . San DI S. MARCO LIB* li. 4^ San. Giuliane. POco difcofto è Htiiato San Giuliano , luc^o antico & cretto dalla famiglia Balbi in 5. nani , ma poi rifatto del tutto à pcrlLiaiìonc ^ ipcla in partc,di 1 homalb da Raucn na Medico , lui modello del Sanfouino quanto alla faccia , fu la quale appari fce la memoria del dcito Thomafo, con la fua itatua di bronzo & con quella infcrittione . Thomas Thylologm 'Kauennas Phyficituaere ho, nejìu lahortbm fartOi^des primum Taduce X'ir tutti pofl has Senatus permij^u , fietati erigi fé-- cit . Mas animiyhas etiatncorporis monumen- tum . ^nn. Mundi FI. M DCC L ÌIIl. ^on. OBok lefu Chnfli M D LI 1 I L Vrkis ^cxxxiur. Vi fono venerati i corpi dì San Floriano martire, & di San, Paolo primo heremita, il qualcl'anno 1 240. fu condotto à Venetiada lacomo Lanzuolo che lo hebbe dall'Abate di Santa Maria PerilettoinConflantinopoli, ma pcròfcnza il capOjil quale fu altre volte portato à Roma.Nella Chicfà vecchia Gian Bellino dipinfc la Noflra Donna, Santa Gate lina (5c San Daniello con la Nuntiata di fopra . Lazaro Se- baftiani vifeceSanIacomo,S. Marco, & San Hieronimo con tre quadretti nello Scabel lo. BoccaccinoCremonefc vi lafciò di fuo vna Noftra Donna con 4. Santi. & Anto- nello da Meifma che fu il primo inuentore della pitturaà olio,fece il San Ghrifloforo, & Pino da Meftìna il San Scba ftianochefonoda i Iati del San Rocco fattodi rilieuo.Et la palla di marmo del I a! tare del Sagramcnro di mezzo ri- lieuo,fu opera di Hieronimo Campagna V croncfè . N San > /DEL SESTIERO San BafTo. PEr fianco a S. Marco verfo lo horiuolo è la piccioli Chicfa di San Baflb,la quale fu ricca altre volte di più di due mila ducati di entrata, ma fneruata da vn fuo Piouano per farfi Vefcouo, fatta debile , non tiene altro di buono in lei , le non vna palla dipinta da Leonardo Boldrono , & la memoria in fepolcro di Gian Battila Adriani Secrctario del Confìglio de X huomo già di nobile ingegno éc di ma iic<2;oio Santo Scefaao. OLtraallc Parrochie fi truoua il Tempio di San Stefano primo per gràdezza & bellezza, dopolcChieieparro- chiali di quello Seltiero , il quale Ci finì Tanno 1 5 2 5 • 11 cor- po filo di fi:rutturaTedefca ripieno d'ornamenti & di ric- chi marmi 5c colonne , è afiai capace :& commemorato frai primi della città. Il coro è diuifo da vn parapetto di marmo ,'fopra il quale collocate alquante nobili colonne, foficngono gli Apoiloli di marmo grandi al naturale fcol piti da Vittorio Gambcllo . Si vede anco vna figiiretta di marmo fopra vna pila,fatta Tanno 1 50 ^dal Moica fculto- re aliai fl:imato. Vi è medefimamentc di fcol tura vna pal- la di bronzo di mezzo ]rilieuo,pcr opera di lacomo Soria- no da Arimino Medico di molta fama al ilio tempO; con l'infcrittione . Hic Jìtiis eft 'Veneta Surianns in Vrhe lacoinSy Urie nihil Veneta dignm orhn hahet, ^ati O^pofieritasfecura mens reddito, ccelo, Thy ficus ^ patria natns oy^riminea . li cui fepolcro di marmo di affai nobil Uuoro, fi ripofa fo*' pra DI S. MARCO LIB. II. 55 pra due grifoni di mezzana grandezza . & nel corpo Tuo vi(llco;^c. co RVRA, DOMVS, NVMMI, FELIX HINC GLORIA FLVXIT. Et pili oltre il ritratto di Marmo di Gian Battila Ferretto Giurifconfiilto Vicentino,collocato iòpra il Icpolcro Tuo, è tatto di mano d'Alellhndro Vittoria . douclì legge . IOANNI BAPT. FERRETO VICENT. IVR. VTR. DOCT. PR AEST ANTi;SS. ET INTEGERR. VIRO, IVLIA VXOR PIISS. ET SIBI POSVIT. Di pittura vi (ònodiuerfi quadri nel Chiollro reAaurato da F. Gabriello Vin itiano , di mano del Pordonone ecccl- lentillìmo Maeftro in quell'arte . Et in Cb.iefa alla dcfira la palla di San Hieronimo di Giouannij, Oc Antonio Vi- nariniche furono l'anno 1441. & l'intaglio dell'altare ili fatto da Gafparo Moranzone. Et alla (ìnilira la palla di San ta Monica, nellaquale (i veggono diuerfi habi ti antichi de Vinitiani , de medefìmi Viuarini . & la palla di San Mar co fu opera di Giorgio Vinitiano . Si lerbano quinci en- tro, il Cardinal Beltrando di Tolofa Legato di Germania, 6l è riporlo fotto l'organo. Bartolomeo Liuiano,che fu Generale della Republica l'anno 1 50 1. Andrea Contarini Doge 5 9-che vifle l'anno 1368. Francefco Nouello da Car rara Signore vltimo di Padoua . I Contarini Conti del Zaffo . HercoleBcntiuoglio nipote di Giouanni li. Signor diBologna,dolcililmo Poeta Tofcano,& Marino Giorgio Filofofo dottitrjmo & Senatore lUuitre , in ricco Icpolcro con qucfte parole,. N 2 Marinus B E L S E S T I E R O MarinnsGeorgiusPhilofophus, Grc'iror,Sc- nator Clariff. qui preter optimarum ar- titim,fuic tota Italia cxterifque gentibus (ùnimo honore ac nomine Legatus, innu merabiles Prouincias (ubijt , domi forisq. Ivlagiihatus ampljfl. cjuofque facillimc adeptuseil,& (umma cum laude gefsir, Inter quos captiuus prò Reipub. taólus, in diurnam valetudinem cum incidiflet, le- gesvrbanasex S. C corrigens,Iugente ci- uitateextinótus eil.H.S.M. quod Helena Maura Vx.fèquatur T. F. V. Vix. Ann. L X V I. Antonio Cornaro Filofofo parimente celeberrimo , il quale Iciìc per lungo tempo nello lUidio di Padoua. & vi èfcritto. Qy^ntonijad cineres 'viatoradjìa^ Hic Cornelim ille quemfolel^ant , j^mm principiai O" deos docentem . Olim yintemreéefiupere L/^then^, Qy^ccitus patri OS fui? inde ad oras , Ornatm titulifaue fafcihufquey DoEtrina^TJenetam beautt l^rbem . Lorenzo Rocca Onccllicr Grande, nel chioftro poco di- fcofto dalla cappella de Conti dal Zatlo . & vi li legge. DI S. MARCO. LIB. IL 51 ^/ T^eip.in adminiftratione uerfaurini, O* ad amplijf. in ea gradus rìte in eo contenditis^ Lau- rentij 'J^ccha Z^lyfsis Doc.filij Magni Veneto- rum Imverij Cancellarij^ uohis imitandampro fonite.^am cum uirtutes ipfe reliquoé quarum cultor ufquequaque JludtojìjJ, extitit , eajemper honitate atque innocentia decorauit, utjui ordi^ nis l^rincipatum incredibili omnium confenjh fuerit confecutHuannosad Septuaginta iam na- tuSitenehris infuam excedensy certijiimam uer^e gloria ^ honorum adtpijcendarum^ cunctis ra ttonem dedarauit . Georgius Stephanus nepos gratif/T. Scuola di S. Fantino. E anco riccamente ornato l'Oratorio chiamato di San Fatino : & dedicato a S.H ieronimo.In quctto ifratcUi, oltre che operano continouaméte per Dio, hanno per cu- ra principa! nicnte,d'accompagnare alla morte i rei condo- nati dalla Gii lidi fia,con habitomctlo 5c lugubre. Et in que- llo lì ucdc la palla dcll'altarcconS. Hieronimo dipinto da Marco del Moro , 5c il foliitto di mano di lacomo Tinto- retto. S.Maria della Faua. L'Oratorio umilmente di S. Maria della Faua , il cui di- ritto titolo è >^r.nta Maria di Confolationerfu prima un capitello, nel quale l'imaginc di noitra Donna dipinta, operando A- DEL SESTIERO operando miracoli per reuelationc della moglic^diun Fran cefcoAmadi che ville l'anno 1480. fi edifico il luogo. Si crearono in principio 6. Procuratori, tre nobili & tre citta- dini, includendo in quello numcrogli Amadi , i quali le- nata la cura dalla Chicfa di San Lio , ui milcro al goucrno un cappellano . Hoggi fatto nobile per belli & ricchi orna menti d'oro , fu dipinto da Paolo Veroncle & da Benedet- to fuo fratello , colila palla,comcanco il Ibtiitto . S. Maria m Broglio. L capo della piazza pubi ica, dietro alla Chicla di S-Gc miniano,è polla la Chiefa di San; a Mai la in Broglio,ò Bruolo,percioche era tutto quello fpntio lui quale fono ia- bricati gli edifici della predetta piazza,chiamato Brolo che vuol dire giardino , & fi dice che era il giardino & il brolo delle monache di S.Zaccaria Dalla qua! voce Brolo,nacquc quell'altra di broglio ò brolo, (ìgnificatiua di qlleceremo- nie,&di quelle inllanti prcghiere,& Ibmmelìjoni che fan- no i nobili l'uno con l'altro quando ricercano di ottenere alcun Magillrato. Percioche llandone tcpi antichi all'ulàn za de i Candidati Roinani,in piazza(per ricercar del fulfra- gio fuo chi paflaua) chiamata Broglio,fi nominò quell'atto dal luogo,& fi dille far broio.Fu netépi andati, habirationc de i Caualicri del Tépio, i quali furono cllinti da Papa Cle- mente Quinto,ad inrtanza del Re di Francia fecondo la co mune de gli Scrittori. L'anno i^ 1 ^.eUcndo PrincipeGio- uanni Soranzo,gli coparì inàzi un Nicolo da Parma Prio- re di S.Giouani de Furlani,& un Buonaccorlb da Treuifo, amendue Caualieri di Rhodi, & lo ricercauono per nome del Papa d'aiuto,5c di fauore,a entrar in pollcllb ne beni de Templari che Ci hauellcro fui Dominio Veneto, i quali era no Ilari applicati dal detto Póteficeall'ordinede Caualieri Hierolblimitani:&: fral'al tre cole eh iedeuano la detta Chic fa;nel!a quale evaallora p i Templari, una EmanucUo Prio re del detto luogo . Si ricercarono fu l'occai ".one della ri- dìiella loro i principii della detta Chiela, c^ li trouò che el- la fu edificata de danari del Comune & de i nobili di Vene tia DI S. MARCO LIB. II. 5- tia.cùcedura poi al detto ordine del Tépio. Et in dctro'luo go lì riccueuano,&: allogi^iauanogli ainbadiadori a i Prcn cipi citcrni che iicniiiano a Vnictia: Scqualiiiiquc altra per Iona importate, ad ogni beneplacito dei Doge. 11 Principe GioiianiDàdolo, donò a quello luogo un pezzo del legno della Croce di Chrillo 5 il quale peruenne nelle mani della moglie di Man no Morofino Luogotenente in detto Ora- torio del Gran Maellro. Ma ricaduta poi alla Signoria & an- nciìa alla Ch icia di S. Marco , ucnne fotto la cura de i Pro curatori de Supra,(5cfu dedicata alla traterna de i cicchi>chc ui celebrano la feitiuità dello Spirito Santo . Spedale eli S. Marco. L'Oratorio fimilmente chiamato Spedaletto a'pie del ca panile di S. Marco , fu inltituito come in fondo di Tuo patrimonio,da Pietro Oricelo Doge,il quale códóttolì ce- latamciitc in Guafcogna co Guarrino Monaco , finì gli an ni liioi in uita monaiuca 5c foliraria.5c fatto celebre Itanza di Gian Battilta Egnatio huomo dottilsimo, & eflcndo Priore del detto luogo,ui leflè publicamente per lungo té- po.ll Principe ui crea ij Priore , il quale co i prouenti ordi- nati dal predetto Pietro.Ioftienealquatipoueri. Pochi anni lono,fu relburato da Silueftro del BenejCO'n la preientc in- icrittione. Ara Deo Opt.Max. acD. Marco E uageli fi ^tu- telari VrhiSy ere^a a Petto Vrfeolo ì^enetiaru Du ce. ^ì Principatu defofito ut fé tetti religioni da- rei i a e priua tis ijìiófuis ^dibi4/S pan ferii diuer Jorio coftitutu Guarinu Aouitanii MonachuyE^muaU do^ac Avarino Tiatienatih.monachis comitihMnà cu GradonicOi et Maurocem generis fecuttHy'iyin* 5^ 7 8 ,in D. Micio adis de CujianOimultis ve fi mor lem miraculis claruit , Syluefier del'Ben , z^loifi Moce- DEL SESTIERO Mocenigo S er erti fsX^eneti ammarine, dome picusfacrommfiamenyatque D.MarciCano-' nicusy eximia optimi Principis liheralitateXe- fjodochij huius Prior fuffecius injìauramt. Et ad perenne Ducis VrfeoU decus , ac diutumam A4ocenigounius omnium liber alt j^imi Al^ce^ natis memoriam,lpenejìcio:um memor^elogium addidit. M DLXXII. altero pojì magnam naualem "viEloriam anno , obijtmtem M D LXXIIL IF.'^on. Augufliy cum Xenodochto pr che fu fatto l'anno loi ^ & doue hebbe ilfuo primo principio laScuola ò Frater-* fta della Carità l'anno i2<5o.Si giugne al Tempio di Santo Hermagora , detto corrottamente Marcuola , edificato da parte di quelle perfone che per la tenia de Longobardi ri- fuggirono in quefte paludi, in honore de Santi Hermago- ra,& Fortunato,auocati della Città di Aquilca , della qua- le fi crede che coftorofolfero cittadini, & reftaurato poi da i Lupanizi,da i Memi , & da gli Ingegneri . E luogo uenc- ràndo per lo dito di S.Giouanni Battifta, col quale mo- ftrando efib Giesv Christo diffe . Ecce agms Dei qjò tollit peccata mundi . portato da Sebafta a Venetia l'anno liop. & ripofto in quello Sacrario dal Vefcouo di Ca- ftcUo: D I C A N A R E I O. LIB. ITI. J4 dello: la cui fèftiuità ui fi celebra ogni annofblenncmcn* te . & anco iicncrando per un pezzo del legno della Santil- finia Croce. S. Mari a Madalena. LA Madalena antico Sacrario , fu opera della famiglia Baff a , edificata da loro come cappella . Fatta poi Parrò- chia,fu a lungo andare ornata di due quadroni dipinti da lacomoTintoretto, ne' quali fonoefprcnijla conuerfione d'cflà Madalena ,5c la penitenza fatta da lei ncibofchidi Marfilia.Et è rultimaChielauifitatadal popolo nella cerc- monia ufàta dalla città la fera dei Venerdì Santo. . . ■ ■ . , ,f.-, <•>• ■ S.Marciliano. Ij'T più difcofto è San Martiale detto" Marciliano dal; ^uolgo,&queftafu opera della famiglia de Bocchi l'an- no 1 1 3^. nobile per l;imagine della, Be^ta Vergine , la qual lì dice che per fé mcdefima uenne da Rimini,in quefte par ti . La contrada fu edificata dalla antica famiglia Bardana , la, qual uenuta aVenetia l'anno 70J. allettando iforeflie^ ri ad habitaruijgli accomodauano di danari perche fi fabri- caflejLa qual famiglia hebbe poi dalla Rep. diuerfi honori. lacomo Tintoretto ui dipinfcla hiftoria del detto Santo.Sc Titiano ui fece la palla con l*Angelo Raffaello, & con Tobia,& altri ornamenti ui furono per lo paOàto confu- inatf dal tempo. Santa Fofca. - ■ ' or;;fr... , "p\ All'altro lato di quà,c fituata Santa Fofca anco ella aii- J-^tica,;done dipinfc una palla VittorioScarpacciaMac ftro chiariilimo nell'età fua,Óc Bonifatio Vcronclè. O a Santa DEL SESTIERO San Felice. ET San Felice già ^4.anni rifatto di niiouo fecondo Iv* fomodreno, & infiituito l'anno p<^<5. dalla famiglia Gallina,ha gli ornamenti fnoi degni di có(ideratione.,coa ciofiacheil Tintoretto ui feccia palla di San lacomo, la ce na di Chrifto,& l'altare di San Demetrio . Santa Soffia. SAnta Sofia dall'altro canto : creata dalla cafà Granfbna, altri dice Gullòna l'anno i o2o.è rcftaurata netempino flri . Vi dipinfe la palla di San Paolo primo heremita & di Santo Antonio , Gentile da Fabriano>che fu maeftro nella pittura dei Bellini» 1^ Apoftoli . -.ri. ET più verlb Rialto fi troua la nobil Chiefà di Santi A- pollolijfondata per reuelatione di San Magno, & ifabri cata dalle famiglie Eriza & Cornara: ma in quelli anni ri- dotta in altra forma & quafi del tutto nuoua : & ueneran- da per l'aflTidue predicationi,che ui fi fanno da i primi Theo logi di Chriftianità chiamati a quefto con groflè prouifio ni . Dipinfe in quella Chiefà, Benedetto Diana eccellente Maeftro nell'arte filatatela di S.Lucia con altri ornamenti. & fu nobilitata dalla cafa Cornara.perche nella Chiefà Vec chia era collocata la Regina di Cipri , la quale disfacen- dofi il Tempio per murarlo di nuouo, fu portata a San Saluadore . & (opra alla porta deftra giace Hieronimo Cornaro nipote della Regina: & alla liniftra Giouanni Tuo fratello. Et a mezza Chiefà nella cappella della caia predetta D I C AN A R E I O. tlB.ÌIT. ^j predetta bcllifr&. ricchlflquantò più fi poifa vedete; è ripo fto in (èpolcro di marmo in aria Marco Corrmro bisnipo te di Marco Princi pe che fu l'anno i ^ 6 5 . & padre delibi Re- gina con qucft'infcrittione. ' ' ■' ■'■ ■' * MARCO CORNELIO EQ^ GEORGII PACE BELLOQJRAECLARI F. MAR CI É>VCIS EX ANDREA PRONEPOTI SENAT. OPT. SVMMA SAPIENT. xMA XI. OPIB. ET BENEFICENT. ET CA- THERINE CYPRIAE REGINAE., & in vn'altro campo verfo la porta (1 legge . GEORGiVS EQ^F. PIENTISSIMVS D. MARCI PROCVRATOR, MARCI SACROSANCTAERÒM. ECCLESIAE; CARDINALIS GENITOR,PATRI ME SITISSIMO P. All'incontro in vn'altro Sepolcro fimile è pofto Giorgio ^ Cornaro padre di Francefco Cardinale , di Hieronimo , di laco mo , & di Giouanni de quali dicémo di fopra , E.RA CATHARrtyj A So^ORB Re- GINA EivSQ;. Poster I s Mira Pietate Post H a b i t i's ,''f S p e^W 5^V e Ik^t'v'àf 'ÓV^ ^ "^V^iÓ InSYLA AvGTVM GRN'.¥Ì«/MCìb.^Esr. Marco adunque figliuolo di Giorgio fli Catialierp iliuftre & Senatore benemerito della Rep. & bisnipote di Marco CornarO Doge 5 S.che viflè l'anno 1^6 5. ^cvcn-utóa mor te, portato a Santo Apollolo con pompa reale ^ gijftcc i'o- ratione funerale, Pietro Contarino huomo dottifllmo & honorato. Di quefto furono figliuolo Giorgio oc Cateri- na'-Giorgio Tu fòtto Caùaliero dal Senato ^ Procurator di San Marco'. Caterina fu maritata a Ciacco Re di Cipro' dalla Signoria,che l'adottò per fig! iuola . La quale ri nu ntia '- to il Regnò alla Rep.venuta à Venetia, fu proueduta di ca- sella & di larghe entrate per vfo fuo. Di Giorgio nacque Marco, che fu creato Cardinale da Papa Alefiàndro VLl'an no 1 500. Francefco fatto Cardinaleda Clemente VII. l'an- no 1 5 17- lacomo Procurator di San Marco , padre d'A'n- ^ drea Cardinale creato da Paolo 111. l'anno 1 544.& di Gior giocheviue al prcfcntc . Hieronimo padre dì Gior^onc C^c mori l'anno 1571.. jli l'armata, )5c Giouapni, padre di r> I ^\^K lì M f a' fili. ITI. 5^ Ijo&uìco Cardinale creato òlh'Giuliò HI. & ho?'^i Gam'air lifiTO di Sant^ Cliiefa , di Giorgio Vcfcouò di f Fcaifo , dì Fecierigo Vefcouo ^ia di Bergamo & hora di Padoua , di Franccfco,& di Marc'Antohìociìe mori a Crema, de qua- li liabbiamo voluto epilogar qucfto pòco,in quefto luogo per cflère qiiclla famiglia ritolto chiara & illiiftrc , & bene merita,con dèlia Patria^ dome della Sacro fantaChiefà Ro- tona. All'Incontrò de predétti fopraalla Sa^reftia è ripo- fio Stefano Thicpolo Procurator di S. Marco , celebre per due Generalati , & per molte opere memorande fatte da lui perla Rep.alla quale morendo, lafciò ih fuo luogo Pao- lo parimente Procurator 41 S. Marco,che viucal prefentc San Cantiano. MA in San Cantiano (Ituato verfo Biri,&: fàbricato da i Zeni, riluce aliai il corpo facro di S.MaflTjriio Vèfco uo,&diSantaSauina.Etè parimente notando l'altare di San Luca di bella inuentioné per opera di Giouànrii Zop- po. Et iui prelTo giace Gian vi tturi che nelle guerre coi Tedeschi, molt'ahni fono, foccorfe Ofopo Calvello im- portante nella Prouincia del Frioli. Fatto poi Prouedito-i re in luogo di Gian Paolo Gradenigo, del quale fono piene . le hlftoric , fi portò valorofamente in ogni lua imprefà . & • Lucrctia fua figliuola reftaurato il monumento, gli pofè linfcrittioilc . .* :: ^ . ■ . < ) .> Io ANNI VlTTVRlO 'EqViTI; L VCRÌ't I A Fi"> LIA Andreae Bernardi Vxor Patri Opti ME Meriti Instavravit mdx.liii. Santa Maria Noua. ♦ ' f T Ndi poco lontano fi vede Santa Maria Nuouarcftaurar •* ta ne tempi noflri, 6c riccamente abbellita di ornamenti nobiii. D EL S ES TMRa , pcrcioche la palla di San Hieronimo fu di mtino di li-' tiano PittoreiUurtre.EtquellacU San Vittoiio tutta dimo falco, & petcio notabile 6t rata > fuojpeta dìtraceico & Va lerio Zucca tti . La cena di Cliriftò del Caligairetto j 6l l'alta l'è di Trifone Gradenigo d'aflài buona mano .Vi giace fo- pfa alla porta per fianco Foi'tunio Spira da Viterbo Filolb» fo celeberrimo , di profonda fcientia , trattenuto honora- iiicnte da Liuio Podocatharo Arciuefcouo di Cipro > co4 quelle parole . foRTVNivs ^iRA Omni L iterarvi! Lavde Prabst ANI? I ssiMv$ HicSiTvé Est. S.Giouanni Chrifoflorno , I . • ' : - ' • ■ . ■• , . . ,' FV parimente reftaurato San Giouanni Chrifoilom cofi al prefente per la fua molta eccellenza è tenuta in gran prezzo. & l'altro altare ini prefìò con la Madonna che ap- prefentail (ìio picciolo bambino al vecchio Simeone , fu fatto da Vittorio Scarpaccia. Vi dipinfe anco BattifiaPran- co,& Francefco de Francefchi vi fece la palla di Santo An- drea, il cui ornamento fu di mano di Gafparo Moranzonc & nel refettorio la vita di San Francefco fu vecchia fattura di Frate Alberto Arlati . Dinanzi all'aitar maggiore in vna gran lapida è intagliato . CHRISTOPHORVS MAVRO PRIN- CEPS. MCCCCLXX. MENSIS SEPTEAl BRIS. & piuinfuori fi ^^^gJonoGalIia: PrincipisfiIia,NicoIaiEll:ctì iìsFenaria:Ducisvxor,obijtai!no 1374. dall'altra, Ne priEllanrifl' matrona ignora inhumataf]-> iaceret , PienrifT. Procurarorcs de Cina , Aram hanc,rumuIumqLie podiere, Anno 1524. Jit \icino alla (àgrcftia , fi vede la ftatua pedelhe d'i marma lòpra riccliiiTjmo Icpolcro per molto oro, di Giouanni Emo, il quale dopo molte ambafciarie a primi Principi del mondo , fi morì trouandofi al gouerno della guerra di Ferrara . &. vi fi legge . la ANNI Emo Eqviti Avrato, Senato- RI Gravissimo, Q^i Domi ForisQì,Am, P L I S S. M A G I S T R A T I B V S S V M M l S Q^V E I N AsiAE Et Evropa Legationiuvs Fvn- CTvs, CvM Pado Ponte Svperato Pv- BL ICA Signa Ferrariam AdmOvisset, Non Minor Exercitvs Qv a m Svorvm La'CTV InTERIIT FlLII, PlENTlSS. Po- é V E R E . Pitiiori dalla liniera è l'Oratorio del uoltoSàto di Lucca tatto da quella nationc, la quale venne ad habirare in Vene tja l'anno 1 ^o^.Fercioche haucndo Callruccio Tirano di I^uqca Icacciate 4 "^ o. calè Guelfe della città, le quali fi ri- trallèro per diuerlè terre della Tofcana con Iperanza di ripatriare à qualche tempo, quattro fi*a le altre, che fu- P 2 rono DEL SESTIERO rono gU Amadi, i Ridolfi, gli Arborfani & i Sandelli, ven- nero a Venetia , & ottenuta dalla Signoria la cittadinanza originaria , & di poter comprar (labili (percioche i fore- ilierinonpoteuano per legge ciò fare) & di poter naui- gare,conduflèro di Tofcana s ' .famiglia, & ^ocartifti con l'arti loro di leta,& fpecialmente filatoi, tintori, & tcftori , onde confcgnate a mercatati le danze in calle della bifcia, & i tintori in San Giouanni Chrifoftomo, in San Cantia- no,& in Santi Apoltoli , & i filatoi & tertori in Birri , di- ftelero le predette arti per tutte quelle contrade . Hebbero anco libertà di far Corte daloro,tenédo ragione nelle cole eiuili dell'arte. La quale fu polla 6c ui fi v^ede ancora, vicino alla Chiela di S. Giouanni Chrifoftomo, & la fornirono di ordini,di n;atuti,& di leggi appartenenti alla feta . Ferma ti adunque , la natione cominciò a ingroflarli a Venetia , onde eretta vna fraterna, vi lì trouarono in vn tempo me- dclìmo intorno a óoo.perfone , & effercitando l'arte loro per la quale tutti coloro che attendono alla feta fi chiama- no ancora Tofcani,non folamente s'arricchirono , ma fe- cero diuerlefabriche & palazzi per la città, predarono da- nari alla Rep.& altre colè operarono di fomma importan za, percioche (i troua che hebbero a conto de loro capitali vn milion d'oro, di maniera che molti maritarono le fi- gliuole in gentiihuomini dellacittà,& alcuni di loro furo no fatti nobili del Conlìglio . 1 predetti adunque, edifica- to con X. cale per dare a i poueri, il predetto Oratorio , fe- cero anco vn falone per condurui il Rettore co fuoi com- pagni per gouerno della fraterna. Et lo fornirono d'ar- gentarie, di paramenti, & d'altre cole neceflarie al culto diuino, & vi fpelero intorno a 22. mila ducati , vlciti tutti dalle predette cale già condotte , che furono Verruz- zi , Tomalini , Pcrduzi , Garzoni , Martini , da Foggio, Trcpini , Angolie, Fantinelli, Guidiccioni , Pifanelli, Orli, Iona , Lamberti , Bonicardi , Parutta , Rufaldelli , Parigi , Turchi , Nardi , Bartolomei , Pegufi , Filami , Vanni , Micheli , & Malpigli . In memoria adunque della predetta edificatione & confecrationc , fi leggo- no DI C A N A R E I O LIB. III. 59 no l'infrafcritte parole intagliate in vna pietra di vn pilaftro . Anno I ^ /(T. de Settembrio,in di de San Mi- chiel , fo làgrada quella capella per Mifèr Giouanni de Piacentini Vefcouo di Ve- niexia,in lo Co primo ano. 6cperMefer Piero Nadal Velcouo de lefolo . Er fu dipintala Hiftoria del Volto Santo, neifaTratérha, da Nicolctto Semitccolo l'anno I j 70. ' : Santa Maria dell'Orto. IL Tempio di San Chriftoforo chiamato hora S.Maria dall'Orto,nobile & antico , & habitato da Canonici re- golari Lieftiti di turchino , è di ricca Se honorata Itruttura , & pieno di bellezze mcmorabili,& notande . còciolìa che fu di quello ordine il Beato Lorenzo Giuftiniano Primo Patriarca di Venetia, il cui corpo giace a Caftello . & qui fi celebra il fuo altare co la palla dipinta daireccellentinimo Pordononc . Nella facciata apparifcono r j. figure di mar- mo , delle quali la migliore polla fu la porta grande in mcz zo,fu fcolpita da Bartolomeo che fece la porta di Palazzo . Il colollb di San Chrilloforo fu l'aitar grande , fu opera di Gafparo Moranzone : il quale lo fece fu la mifura del uiuo in quella maniera. Che eflcndo flato l'anno 1 470 portato d'inghil terra a Venetia la patella del ginocchio del predet- to Santo,il Moranzone, tolta la fua mifura,& formato un g4nocchio fecondo quella proportione, Oc indi la gamba alla grandezza del ginocchio, oc cofi il redo delle mébraa mifura della gamba, imitando in ciò Pittagorache dall'or ma del pie di Hercolc ucnnca notitia della fua ftatura, fcolpì DEL S E 5 T lE R O I a fcplpi il predetto coloflb. Dalle bande del quale lacomo Tintoretto dipinie due hiftorie^l'una di Moifc^ l'altra del giuditio molto ftrauaganti per inuentione . Vidipinreaii CO la palla del San Giouanni, Gian Battifta 4n Conigliano. L'Organo fu fatto dal Tintoretto . Xa palladi San Nicolò fotto al parco polla fu l'altare della famiglia Stt>rlada, fi.i,di Marco Roccai l'annodi :j5^^ La tela a gi!azzo dei Chrìtlo condotto alla croce ,"la lauorarono i Zobbini fra- telli l'anno 1466. 6c gli Storiati Ja donarono alla Chiefa, Lanoftra donna Lucina al coro fopra un pilafiro fu ope- ra di Gian Bellino. Ma mirabile è la pittura del foflittoin profpettiuaj & a giuditio d'ogni uno fcnza pari, perciò- che tolto il punto nel mezzo della Chieià, (luede guar- dandofiin alto, un'ordine di colonne co Tuoi cornicio- ni, capitelli , bafcjfogliami , & fcaitocci di chiaro , & fcu- ro , cofi in fuori & di tanto rilieuo , ch'ogni occhio ben fano s'inganna : & lo sfondro del palco par tale che la Chiefa fi moftra all'altrui ucduta altiiljma.óc certo eoa infinita lode di Chriftoforo & Stefano amcnduc fratelli Brekiani , poi che ne in quefta , ne forte in altra città lì ve- de la più rara cofa di quella in materia di profpettiua . Vififerba in depofito pollo in aria, con l'infrafcritte pa- role. Valerio Orsino Barone I l- I, V s T R E Di Roma, il quale fu Goucrnator Ge- nerale nella Dalmatia per la Republica . percioche gli Or- fini fono Protettori in ogni parte d'Italia di quello of- 4incdifrati'., ; e 'Oalerio 'Vrjwo lul^^pul. Principi^ F. per om *'-■ nes yellicde laudi^gradmjterra marique^futnma ^-j, animi fortitudine , prudenti^ , ac fide , ab in-^ eunte pene cetate fui? Duàh/Tont, /mper,ac7{e^ pub.perueR:o yful? l^enetls demtim iam mul^ thAnnUy otnrtió. furnmi, acfdelu Duci^ ma- nere ì DI C A N A R E I^O. ^VIU III. 60 nere funElo j cum in mediò dtat. ac rer.gtren- darum curfu cum inuida mors fuhjiultjjèt , una cum totii4i'B^ifub,mosror€»Vx,(ic Fili] dolen- tesT.Vix.An. Xl^J.M€^f.xJ(^, Dies All'incontro giace quel Vefcoiio de Marzi , che uiuendo 'Alefl'andro primo Duca di Fiorenza, fu come Signor di quella città , ma dopo la morte fua ridotto in una picciola uilla di Chiarignago Cui TriuifanOjli morìda molto meno "Che huomopriuato Oc \ìi\i inlcirittoin unaiapidain terra. Corpus tj^/artij de Marti] s de J^edicis Epi- . ' fcópi' Msirftenfis , exiutt de uentre matri's fu 'F^Elor huiufcs Colle- ' DEL SESTIERO Collegij feu fraterna S.^^/ari^ ^2.T a ■■ ■ Si DI CANAREIO. LIB. IH. 63 Sì coipprò parimente la cortcdclla famiglia Bàrozza , & fi fàbricò il Monìllcro, douc fi coHoCatonodiucrlc mona- che di quelle del monillcro di Santa Chiara . Qucila è (lata incroftatadi Fuori di finiirinii marmi,& di dentro ihimile per terra & per tutto, con bclliirniio Ibffitto in uolto mcC- 10 a oro con molta ricchezza. Giouannide Pcnnacchida Treuifo vi dipinfc diueriè tcllc di Profeti all'intorno. Gian Bellino vi .fècq vn ^an Hieronjmo nel deferto . I putti di marmo collocati fotto l'OrganO; furono di mano tielì'ànti coPralfjtelc,& portati a Vcnetia dalla città di Rauenna mok'anni fono . Tullio Lombardo vi fcolpì le ftatue di marmo della cappella grande . Vi fono anco opere di mar- mo pario celebrato da gU antichi per il più nobile & per il più fine che produca la terra . Nella fronte fono ornamen- ti di porfidi & Icrpentini pofti con mirabile artifitio . Et di ibpraalla pòrta grande fi vede in mezz'arco vna Noflra Donniadi tutto tQindo, di Pirgotele ottimo fcultore del- l'età flia . Sono in fomma in queflo Seftiero XlIl.Contrade. XIII. Chiefe parocchiaU.lIlI.Chiefedi frati. VLdi monachcllll. éorpi fanti.I frateria Grande. XXIIII. organi .XXII. Torri facre. llI.Oratorij. lI.Spedali. IX.piazze.XXlX.palazzi.XL.: giardini.XX flatuemarmoree.LXlllI.ponti.XÌXYlI. poz ai,& XLIX.corti pubiiche. DELLA DELLA VENETIA CITTA^ NOBILI S S^I M A defcritta da M. FRANCESCO SANSOVINO Libro Quarto . R A noi pafTarcmo di là dalCanale,in quel la parte della Città, chgè compartita in tre altri Seft ieri, cioè di San Paolo che voi garmente fi dice San Polo , di Santa Cro- ce , & di Dorfoduro . & fauellando pri- mieramente del Seftici.o di Sai;i,,J?9J9> non molto grande, " kU\ //oh San Polo. Diciamo che la Chicfa del detto Santo , dal quale il Se- fticro prele il cogno me, fu opera antica & fondata da Pietro TradonicoDoge 1 2.& Giouanni fuo figliuolo, che fu l'anno 857. Altri dicono da iSicuoli , de quali Alcflàn- dro ch'era il principale,edificò S.AppolIinare l'anno 1054. La parte di dietro della Chiefa fnnilc a San Hìcremia, è fat- ta ali vfnza Greca. 11 ciborio di dentro lauorato a mofai- co,cor. ferua la palla grande d'argento indorato con figure di mano Greca, & la hilìoria di Chrifto quando laua 11 pie- di a gli A poftoli , quando ora al padre , oc quando fu croci- fillo. laoloVeronefc vi fecevna palla, & l'aitar di Santo Andrea è di ottima mano.Vi fi ripofa Azzo de Maggi che fu , DI S. POLO LIB. mi. €4 fu Vcfcouo di Trcuìfb , & Cerare Podocataro nobiliff Ca- ualiero . E il campanile antico &: coperto di Piòbo , fi fece coi danaro di Nicolo Dandolo, Senatore nel tempo fìio de principali . Su la piazza di qucdo Tempio era per ordina- rio il mercato generale più giorni della Settimanajma l'an no 1 2p 2. parendo che perciò fi donellc far benefitio alte ca le che per quello rifpettonon fi affittauano troppo bene a San Marco, i Padri ordinarono , che il Mercoledì fi facefic a San Polo, ik il Sabato fu la piazza di San Marco , fi come s'oITerua al prcfcntc . SanThomafo. DI quindi fi pafTa a San Thomafo,antico & venerando Tempio , & già fabricato dalla famiglia Miana , po- co difcofto dalla Chiefa de Frati Minori di San France- fco . Et in quefto fi difcende nella guifi che fi fa in San la- como di Rialto . apertiflìmo argomento della fua ftruttu- la fatta già per molte centinaia d anni . percioche efiendo crcfciuto il terreno dalla parte di fìiori ,il primo fuolo del- la antica città , ri malto nel fondo : ne dà fcgno dell'opere che fa far la natura ne gli elementi. Et attorno a queita, la predetta cafa hebbe lempre le fuc habitationi , fi come an- co vi fono al prelènte . San Stino. DI rincontro per fianco alla Chiefà de Frati Minori, dal l'altra riua della fraterna dei Fiorentini, è fittiato San Sti^o . il quale altre volte lì chiamaua San Stefano ConfeP ibre . Et ancora che il detto facrario fia antico, però rinòua to più volte,ha pochi ornamcnti.percioche quei che vi era no,confumati dal tempo, fono del tutto eftinti . Vi Ci vede al prefente la palladell'altar grande fatta da buona mano. ócIacomoTintorettovi ha lauoratovna palla dell'afìlin- tione di Noto Donna molto bella 6c ben fatta . Santo {.^ .;n EL s E ST i:EB.ai • IJ T per non molto fpatio di via fi giugne alla Chicfa di . •' SantoAgoftino. Qiicfta fu fabricata l'anno looi.da Pietro Marturio Vefcouo Oliuolenfe della famiglia di, Quintaualle. La quale poHedendo ne tempi antichi gran parte dcU'lfola douc è (ìtuato S.Pietro di Caftello , le diede il cognome di Quintaualle. Et volle coftui per teftamen- to.ch'ella foflc fottopofta, conie cofa fatta del fuo patrimo nio,o forlè de proucnti del fuo Vefcouado, alia giurifditio ne del Vefcouo in perpetuo , (i come per antiche memo- rie II vede. .■ .rl^lill'J^i 1 K. San Boi do. f E parimente aliai nobile l'edifìtio di S. Eubaldo chiama to corrottamente Boldo dal volgo,il quale fu tabricato dal la famiglia Giuda oc Tronà , percioche vi (ì conferua il ca- po di Santa Agata . il cui corpo fu portato di Lcuante ne tempi di Henrico Dandolo Doge 40.II quale cflèndo llato all'imprcfa di terra Santa & nelle cofe di Coltanrinopoli, arricchì grandemente la città con diuerfe reliquie hauutc da lui in quelle parti , come dinoto de amntor della patria . Santo Aponale. MA molto più difcofto,6c vicino a Rialto è Sato Apol linare detto volgarmente Aponale . Quello Tem- pio fu opera di AlcflàndroSicuolola cui famiglia l'anno io:54Ìn(ìemeconlaScopara fi dice chcfabricòlaChielà di San Moife. Veneranda per il corpo di Iona Profeta collo caro fuori del coro fopra l'altare. Antonio Viuarino del \ i470.vilaf ciò diuerfe opere di fua mano:maconfun1^re ' 4a gli anni. SanSilueilro. E Tdictro alle fpallc di Santo Aponale è fituato San Sii ueIlro,crerto da gì i Andrcardi detti anco Iulij,de quali fu DI S. I» O L O LIB. mi. 6j fu opera la Chieftì di S. Maria di Mifericordia la cui cafàs'e flinfei'an.i 2 26.LafratcrnadiS.Roccoinazidie fcrniaflè il Tuo domicilio a i Frari,l'ampliò grandemente. Et fu altre volte rclidcnza de Patriarchi di Grado, fino che il Patriar- cato s' vnì con Ca(kllo,come s'è detto altroue. Et fu conia crata da Papa Aleiìandro I II . Vi fi guardano diuerfe rcli- ì Guie,ritrouatc in vn callbne aIcódito,p riuelationc di vno \ ipiritato . Camillo Balino vi dipinfe il quadrone delio fpó j falitio di Nortra Donna,& Paolo Veronele fece l'altro con 1 la hiftoriade i Magi. L'altare de mercatanti dal vino fu per Architettura, di Giouan'Antonio Rufconi , & per pittura di Giofcppo Saluiati . Su la piazza per fianco pochi an- ni iòno , li edificò il collegio de i predetti mercatanti dal Chiona Lombardo . S. Giouanni Nuouo. ETdiritta fronte lafciatò San Mattheo vicino alle Bec- carie,fi vede San Giouanni limoiìnario , detto comu- nemente S.Giouanni Nuouo, giainftituito da i Triuifani : & rifatto poi fui modello d'Antonio Scarpognino . 11 fuo campanilefu cominciato l'anno 1 598. oc finito co lo ho- riuolo l'anno 141 o.La parte di dentro dell'organo è opera diHieronimode Prioli figliuolo di Lorenzo, delqualefi veggono diucrlè infcrittioni in diuerfi luoghi làcri della citfà.La Tribuna di dentro fu lauorata da San toZago. &: la palla di San Hieronimo da Titiano , col quale concorrcn do Giouanni Antonio Licinio da Pordononc, vi tccc la palladi San Sebaftiano di molta bellezza . rran. DOpoIcparrocchiali,fegue la memoranda fabrica di Santa Maria intitolata Gloriola, & cognominata de i Erari, principale & maggiore di tutte l'altre per edifitio , & R perciò >5 .T'D E L SESTIERO perciò detta comunemente la Ca Grande. Ne primi tem- pi fa in quefto luogo vna Badia di monachi bianchi,maef- lèndo venuto in quelle parti San Francefco, otténc dal Do- mi nio(encndo allora Dog,c Merico Dandolo) tutto il terre no del Tuo circuito, onde cominciatali la machina in quel Ja forma che li vede, concorfero alla fpefa molti,coli nobi- li come cittadini . E fra gli altri , vn gcntilhuomo della fi miglia Gradcniga vi erclìc quattro colonne con le lue mu ra da i lari . vn'al tro de Giuftiniani ve ne fece due, & vn cit- tadino della Cafa Aguiè ve ne pofe vna . Et Paolo Sauello Barone di Roma Condottiero allora dell'armi della Rep. vi fece i Volti . Il Campanile fu cominciato da vn'altro del la ftirpe Viara, il quale vi fpefe fino alla metà i6. mila duca ti, & poco dopo tattod frate del luogo, Ibpraprelò dalla morte non potè ridurlo a fine , onde l'altra metà fu com- piuta dalla nationede i Milanefi, ócde gli huomini della Terra di Manza . Vi li honora ogni anno, nella Domenica di Lazero da tutto il popolo , il fanguedi Chrillo portato da Coftantinopoli , fi come per vna infcrittione preflò al fuo Sepolcro s'attefta,& donato inlìemecon dell'vnguen- to col quale la Maddalena vnle i piedi a N. Signore à quc- fto Sacrario da Marchio Triuifano. nel pilaftro della cui cappella fondata da i Triuilani della Giudecca, fi legge U prelènte infcrittione a perpetuo ricordo della fua grati- tudinc. MELCHroRi Trivisano Pavli Tri. F. Q_y I CvM Gallearvm Roman iae Praefectvs Esset, Ex Constanti- NopoLi Patriam Rediens Praecio- sissiMi Salvatoris Nostri Iesv ChristiSangvinis Gvttam, Mariae Macdalenae Vngvento Infvsam, Di Vino NvTv AsppRTARE MeRvisset, In DI S. P O L O LIB. mi. 66 In Vrbe Iam Dvctvs, Evndem Hvic Convenivi Pie, Ac Benigne Dona V I T . Ex (Vv oNon Ingrati Tanto MvNERE, HvlVS CoNVENTVS FRATRES, . . . NONNVLLA Alia Dona Vna Cvm Clare Sacri Eivs D- Depositi Sa- C E L L V M. Hoc SVB DlVl ArCHANCEt- Ll MlCHAELlS AVSPICIIS ProVT Ex tat Extrvctvm, Eidem Largitori Et Post. Perpetvo B. M. Die a vere. Ann. Sal. MCCCCLXXX. XVIII kL. Mail Vi fi honora parimente il Chrifto miracolofo fituato a inezza Chiefà . a cui piedi è (èpoltoqucl Titiano che fu celebre nel la pittura, fra tutti gli altri del tempo noftro . E niedelìmamentc molto chiara & illuftre , per fcolture diuerfe. Conciofia che fopra alla porta maeilra fi veg- gono due gran figure di marmo di buona mano . Di dentro nella cappella de Fiorentini , il San Giouanni Battilta di legno indorato , fu fcolpito dal famofiiTimo Donatello che fece in Padoua il cauallo di Gatta Melata. Di rnicontro alla predetta cappella , il San Giouanni Bat- tila di marmo pofto fopra la pila de Giuftmlani , fu ope- ra di lacomo Sanfouino . Nella cappella di San Pietro la palla di marmo è bene intelà & fcolpita. L'Angelo nella cappella di San Marco fu di mano di lacomo Padoua no . La Statua di Nicolò Trono Doge 67. con diuerle altre iigure che vi fono , fu lauorata da Antonio Bregno . la (la tua pedcftre di Benedetto da Pefàro fu fatta da Lorézo Bre' 2;no. Et il Marte di marmo lo fcolpì Baccio da Mòte Lupo-j R 2 Fio- , D E L^ S^E S T i E R O Fiorentino . & Alclìandro Vittoria fece la palla di marmo di mezzo rilicuo con San Hieronimo di tutto tondo fu l'altare di I-Iicronimo Zane Procurator di San Marco, fe- polto in quella Chiefa. & la facciata dauàti del coro tutta di marmo, fu lauorata per opera della cafa Morofina a figure di Profeti. Ncllapittura, Titiano dipinfe la palladella No ftraDonna , vicina all'Arca del Pefaro . Nella cappella de i Milaneli , la palla del ricchilfimo altare per molto oro , fu cominciata da Guarino Pittor Milanefe , & fi.nlta da Mar- co Bafaito . La palla maggiore , fu del medefimo Titiano, giudicata da gli intédéti per la migliore opera & molto il luftreA^i dipinfe anco Antonio Viuarino la palla della (èco da cappella verfo la Sagrcftia, & GiofèppeSaiuiati vi lafciò di fua mano la palla pofta fra l'altare del S. Hieronimo &: il Chrifto miracolciò . Di huomini grandi vi giacciono,Ia- como da Pefaro Vefcouo di Baffo , il quale fu Generale di 20. galee di Papa Aleffandio V I .c5trailTurco,ncllaguer rache li fece con lui per le colè della Morea . Et lotto il ricchifllmo lèpolcro di marmodoue è fcolpitala ftatua di {lefa,fi legge . Iacobvs Pisavrivs PaphiEpiscopvs Q_v I Tvrcas Bello Seipsvm Paci YiNCEBAT Ex Nobili Inter Vene- To's AiJ Nobi''lió,Rem Inter Ange- L OS Fa M ILI AM ÌD E LA TrVi-S , No B I L I S S I- MAM In Illa Die Coronam Ivsto Iv DicE Reddente, Hic Sitvs Expe- CTAT. Vixit Annos Platonicos. Obut MDXLV II.IX.Cal.April. FranccfcoFofcari Doge 64. che fu l'anno 1423. in fepolm- raornatilfimo per figure di marmo, polla nella cappella grande occupante quafi tutta la faccia della cappella alla de ftra, & di lòtto è pollo . DI C A N A R E I 0..:LIB.: III. ($7 Accìvite Cìues Francifci Fofcari 'vefiri Ducis ima .. ginemiingenioymemoriaieloquenu a^adhcec tufti K Ita ^fortitudine animi ^ft nihtl ampliiis,certefum \.\ M\ii marum ^Princiyum glori am ^tmulari contendi. -hW^TifPtetati erga patriammemetiwis auBatriuphi Gaudiapefte Juum ejt corpus rapi ente 3 uocatus Th,£i?us adorato Chrijìi dumuoluit ah ortu Lujlra ducenta unum & centum quater aureus annis Tertiaque OElobrislux infaujìifsimà fulget. Benedetto da Pefàro (opra il portone di Sagreftiafabricato in fuo honore con bellilTime colonne di marmo , del qua- le,efrendo Generale della Rep.il Sabellico ferine l'operatio ni illuftri . & ui fi le2;2;e . 'BemdiEiusTifaurus V» Clarifs. Imp. Turco-^ rum Clafs. altera ex Ionio in Hdlefpontum fu-^ gata. Df S. TOL O LIB. liti. €s> frov..ì ^atd; altera in Amhracio Sinui capta , Leucade ^ Cephalenia expi^gnatis , alijjcjue recuperatis Jnfults , ^auplia obfidione liberata , 2{ichio peuij^. latrata intercedo , Diui «Sì/arci Pro-^ curator creatus , pace compofita ^Corcirte o- hijt. lacomo Marcello in bcllifs. (cpolcro , oue è la ftatua pcdc- ftrc litrattaal naturale, huomo eccellente nella militia ma rittima , 6c di chiarifs. nome nelle guerre clic fi fecero col Turco & co i Re d'Aragona- perciochc hauendo efpugna to più volte caflella 6c città, (i comcatretta il Sabellico nel- la hilloria , finalmente prelo Gallipoli in Calabria,fu mor- to in bartaglia.3c ui è infcritto . lacobo Marcello Chr,F, Z^iro inmcemljs.^ Cla-* rij^.fummis domi forìpjue dignitatibus ex ^- pub.junElo.^ui c^uater poliremo diffcdioribm 7{eip. temporibus cum uniuerja Italia bellumge rebatur Clafsis Imp ageretyora marttima undi^ quefìdeliter conjlamercjue deFenfa,Z/rbem Gal lipolim in Salentinis a^rejjus ej^ugnauityin ip^ fa ^iBoria intrepide occumbens,ueteris difci- plincc documenta ciuibus fuis reltquit \ Cau^ fam honortjìcis prdbtte pacis conditwmhus deditipublicis lachrymis in funus elato , £«- douicus O* Petrus flij pierìtijfpcjùere, tJ^CCCCL,XXX////, Luigi dalla Torre Conte,fratello del Conte Hieronimo pò S fto 15 E L SESTIERO! (lo in dcpofitolionoratofopra lapoi:.ta^ppi;la cjiial G difceti de nel chioftro Franccfco Dandolo Doge 5 j'.cllc uilleran no r 3 28 .rìpoflb in faccia del Capitolo nel cliiolìro uicino alla porta per fianco del coroidei qual li legge. \ ,-., Laudihus innumeris meritijque paremihus ijle Francifciis uirtHtenitfnsddtifpimaprohs Dandola quemgenuit , patria uenerahiUs huius Duxfuh tllujlrts y^uiiihertatis amator, EdomuitfafÌHS turni dosw uincla refoluit . t^Iarcbia quas dudum nimium quoque prejpc iacehat Teruijtna qutdtmuicìnaque cajira Salinh ' Attentata ruit y darà dum rextt hahenas , ^aque decus terraq\ A^ari fuccefsihus auxit^ Jitc 'Venetum patriam hojìi magis ejje ti^ ^ menda Fecit ^at undenojoltj p r^jtgnh in anno Decefsitfoelix , domini t une mille trecento^ Ter denòfque nouem '^htchus deuoluerat annof Luxq\nouéhris erat cunEiis celeberrima diuis , LodouicoFofcariniGiunfizonlLilto, & r4.uoIteOi:a torca i primi Principi di Chriftianità, 6c finalmente Procurator di San Marceranno i ^68. 6c ui è fcritto. Lodouico Fófcareno Ditti Marci Vrocuratoriy Vi fé Ó^fumm^eloquentiiCgloriaìts^r* ciuilis ponti-- ficijs iurisfcientia , atque Philofophidfludio pr^ ftanti^ Tatrix confdio ^ indujìria femper tu^ tator DI S. P OLO LIB. mi. 70 tiXtor XII II. Le^ationes diuturno morhocotr A" Eloy ante diem è 'vita egre^Oìjilìj fièntiJSSTatri benemerito pofuerunL Federigo Cornaro, riporto nella Tua cappella fotto titolò di S. Marco. La aicmoria del cui ualorc nelle guerre di L5- bardia è celebrata dal Sabellico nel fecondo della Quarta dcca:& fopra il fepolcro il legge . Federico Qornario opuw,famdÌ£e,uirtutis , eximiò Jplendore darò y ejui Genuens . Mio lahorantem fame Tu. 7\emfujlinuit^ofes cu amicorum ujui ^ patria ìahorihuSytum diuinis rehus magnifi- che pietjue femper imperttjt j ex modejlia etiam atque iujlitia primam tulit laudem^ ingenti om niurrh tfìejliùaextinEioi te jìè funere mnininus Ciuium lacrimisi quam meritis laudthus cele^ hratOi^ eius pofleris Ioannes FF, hoc Sacci lumdicauit, l*ietro Miani Vefcòuo di Vicenza, huomo dotto nelle ìet* lete greche & latine > & notabile del Tuo tempo con (^uefti Vcrfi. ^icolumèn pàtria fueratyJj^esJìdaSenatus Tronti fìcis Jacri premia promeritus . Enituit lativ pariterjermone pelago , Hic decus ^fan^^e religionis honoi ». Occupathoc tande Emilianus marmare Petrus ^uemUincentini congemuere vatrem . Sui. P. ^CCCCLXIIII. ■,.ì S 2 Vi D E L S E S TI E R O Vi fono anco rìpofti fuori della porta per la quale fi uà a S* Roccojdueperfonaggiilluftri perlettcre.hinofu Pierio Va kriano dortifs. nelle lingue & digra no me in ItaliaJ'altro fu Vrbano Bolzanio dell'ordine de propri) frati, eccellente huomo nelle fcientie Ornella lingua Greca. Quali nella fine del maggior eh ioiho, fi uede dalla parte fin idra l'Oratorio lòtto tìtolo di S.Nicolò,fatto da Nicolò Leoni , per vna cortefia,ch'efìb riceuè da i frati, la quale gli fu dinegata da uno altro conuento.il qual Nicolò Senatore illuftrc,fu Procurator di S. Marco,& fcoprendo la congiu- ra del Doge Faliero,la quale gli fu reuclata da Beltràdo Ber- gamafcofiio famigliare, fu cagione che fi conlèruaffe la li- bertà della Patria.&. ui fi legge . NICOLAO LEGNO SENATORI OPTI MO, ORATORII HVIVS ATQVE MO NASTERIOLI BENEFICO FVNDATO RI. OBIIT ANNO CHRISTI^MCCCLVL La palla principale fu dipinta daireccelIentilTimo Titiano. A muro del chioftro fu l'acqua è fituatala fraterna dei Fiorentini già intorno a 40. anni inftituita da Chirico Bar ducei, Giambattitta Gambarcllo,& IacomoNardi,& cófer mata co fuoi capitoli dal Duca di Fiorenza . Nella quale fc condo l'ufo della natione , celebrano gli offici diuini , & ui creano il Guardiano d'efla fraterna, & il Confolo,checon i Cóliglieri amminiftragiuftitia fra loro medefimi . & nel giorno di San Giouanni Battifta Auocatoloro, celebrano ìolennilfima fefla . S.Giouanni Euangelifta. PEr poco tratto di via fi giugne di quindi a S. Giouanni Euangelifta, Tempio inftituito dalla famiglia Badoara l'anno ypo. della qual famiglia fu femprc comciufpatrona to t)l 5. P OL O. LIB. un. 71 tó lóro il Priorato del predetto luogo.L'cdifitio è vecchio per antichità ; & vi fi vede il detto bàto di ftucco d'altezza d'un braccio di mano di Tornato Lóbardo . In terra foprà vna lapida di marmo a pie della porta principale comune a tutta la famiglia fi legge. Illvstri Badvariorvm Fami li ab Io. Andreas Badvar 1 1 E Regione Sb FVLTi Affinivm Et CognatORVM ComMVNE SePVLCRVM MDLXVIII. * II qual Giouanni Andrea notabili^ Senatore , haunti tutti gli honori im portanti della fua patria , Ci dice(fi come s'ac- cenna nell'infrafcritto epitafio) che fu inuentcre 'diridur la galea grolla à facilità di combattere , con la forza de re- mi . la quale inuentione conferuò poi la Rep. l'anno 1571» Pofto per tato in ornatiif fepolcro con la ftatua di marmo (colpita dal Danefe Cattaneo da Carrara, vi fi leggono le prelenti parole. Eccae Ioannis Andrej Baduarij huius loci Prioris, pcrmirabilirer diiòta effigies,ma- gni index animi,&: maritimae difciplinae fimulachrum . Qui cum honores omnes cflèt confccutus , pietatem in pauperes vnumcoluit,Senexq;triremen illam no- bilem adinuenit pugn^ naualis propugna culum,&virtutis praelUntis viriapud po- fleros claris tellimonium . Vixit Ann, LXXXll.Obijt MDLXVI. Et di dentro dalla fmillra fi fcrba Angelo Badoaro che foc- celie ecflc nel Priorato à^Gipnahm Andrea^ ì^ì^Iqtq éi m*Mf- Angeli BaduarijPrions, Senatoris optimi^ quipriuatis rebus gerendis^pUbliciScidliii^ niitrandis^Hoipitalè paupémm regendo, fèdulam animi' vircutem , fummunh inge- nijprobitatemclaritàcemque pra^ftititfin gularem, Albertus àe Petrus fili j,-charo$ parentiscineiesi pietate debita profècutii nicoffa quiefcenda curarunt. Vix. Ann. LXXII. M, Vl.obijt MDLXXlé/ ^:; SanRocco- 1^ Artco notabile il Tempio di San Rocco fituato dietro •*^>' allaChicfa dei FrariV& nobilitato dal corpo del Santo, gin |X)rtato diGerni-aniada alcuni mercatanti Tedefchi, oc collocato fu l'aitar grande in bellilllcpolcrodi marmo, dà i lati del quale'le due figure di marmo, di tutto tondo,di S* Scbatli ano, furono fcolpite dàlMofca nobile artifice del fuo tempo * Et il fanro fopra l'arcadi S. Rocco fu di mano di Bartolomeo Bei'gamafco . Dalla defh-a in entrando , Ti- riano vi dipinfequdla palla famofa di Chrifto, per la quale j'c fatua ricca la Fraterna, 6c la Chicfa . La tribuna fopra al- l'aitar maggiore fu notabile opera del Pordoaone .Vi fi ve- de anco la Ihtua pededre di; vn Condottiero della fami- gHa BalcUa. 6c la nicinoria ib'pra yna porta d'vn Barone del làngue reale di Francia , che fu morto a Oriago dalla furia de i contadini l'anno 1 5 r 8* ' San r'^' S.Iacomo di Rialto. ^' ■ ' • - ■ ■ . ■-->.) MA nobilifl'. fi può dire ilTcmpiodiSanlacomodi Rialto . pcrciochc fu la prima opera fatta di pietra in Ouefta città l'anno 421. Conciofia che hauendo i Barbari iaccheggiata qucfta Prpuincia,& rifuggi te(ì molte genti in quefte lagunc,Entinopo Caaidiotto , macftro di far barche, tuuendo fatta vna cala iiia con 24. altre cafe di tauole fu l'I JlJbla di Rialto, & eflcndoii appiccato il fuoco in caùfua co ipauento de ftioi. vicini , implorato con lacrime l'aiuto di- uino , & fatto voto à San lacomo di edificargli vna Chicfà in quella cafa , il fuoco (1 ellinle per vna repentina & Tubi- tapioggia,ondel'anno42r.fu fatta la Chicfa, & l'afinp 4^ lifo coni'acrara,da quattro Vcfcoui,cioè d:{ Seiieriano'ijÉi Padoua,da Ambrogio onero Ilario di Aitino , da Giocón- do di Treuifb , & da Epodio di Vderzo . Et il primoìàcer- dote die vi fu meflb hebbe,nomeFelice,con fèlicilfimo ati gurio,poiche concorrendo tanti prelati ili uftri a quella ceremonla,ella doqeua per l)auenireeflcr Chjefà , della più j:eligiolà& chiara fitta che.nafccflegiamai in, Italia. Fu adunque fabricata già 11 60. anni. Ma perciò ch'ella anda- uà in rouinagia 5 00. & più anni fono, Domenico Selup Doge 30. la reftaurò in gran parte l'anno 1 07 1 . & vi fece i lauori di mofaico che vi fono al prelente.L'anno poi 15^1 Natal Reghia, che vi era al gftuerno, vi fece nuouoreftau- rO;fi come per la memoria polla fotto il portico li legge. Corruptam Templi exteriorem partem^ 'Natalis T^egia Vlehmus & Prothomtarius cy^pojioli iUéyinteriorÌ6 etiam refarcitor^ in hanc auguftio^ remformam exornandam non pamm curauit . Anni a ìaBìs Templi W Vrhu fundamentis Qentefimo decimo Jupr a millepmum U 1 1 1 L , kaL «^ DEI S E S TIE R O Xal, Aprii, Anno 'vero Chrijiian^ Salutls Ci/ DXXX/, mi. KaL Aprii. FrttsQif Templi Die fi atalnio. Lacompofitiiradellatcftudincècofi ben raccolta infic me & maienuta da i volti che fofkngono gli archi, che e niirabil cofa a vedere, & può dirfi che ella folle il modella della Chiefadi San Marco. Et ancora che il Tempio (ia pie dolo & angufto:però per pietre eccellenti & fini,p pitture antiche,pcr ornamenti d'altari , oc per reuerenda deuotio- ne è f 3rfc la principale . & vi il celebrano di cótinouo mol temeilè.& il Gioitedi Santo è vilìtatadatuttoil popolo per diueriè indulgenze concedè a quello luoghi dadiuerlì Pontefici . Il colmo di fuori è di piobo , & nella fua faccia contiene vn grande botinolo col razzo , il quale dimoftra allediuerfè nationi del mondo che concorrono co i traffi- chi , fu la piazza fàmofilTima di Rialto,mtti i momenti de tempi fatto già fotto Michele Steno l'anno 1410. Si tf ouano in (bmma in quefto Seftiero IX.Cotrade.IX. Chiefe parrocchiali . I.Chiela di Frati. 1 1. Fraterne Grandi, lll.corpi Sant i.X.organi.X.Torri làcrclILOratorij. lIl.Spc dali.Vl.pìazze XXV.palazzi. XXV.pozzi.XXIX. Giardini. V I I.ftatue marmoree.l. Cauallo dorato. LXXXiX. ponti di pietra , & XVllL Corti publichc. DELLA 7? DELLA VENETIA CITTA^ NOBILISSIMA defcritta da M. FRANCESCO SANSOVINO Libro Quinto. ^ L Seftiero di Santa Croce non molto gran de, (e non in quanto che l'Ilble circonui- cine le fono fottopofte,fu intitolato dalla Chiefa di Santa Croce in Luprio , come da pili nobile in quel tempo & principa- le fra le Chiefe di quelle contrade, chia- I mate allora Luprio o Lupao. Santa Croce. N quefto Seftiero adunque è Santa Croce, fabricata dal- la famiglia Maftropetra, altri dicono Badoara . percio- che Badoaro Vicario della Chiefà di San Lio, la diede all'A bate della Carità /i come dicemmo in San Lio, il quale vi tenne per lunghilT. tépo monaci dell'ordine fuo,fu poi cò- cedutaadonnemonache dalle quali è al prefènte habita- ta. Vi giace Domenico Morofino Doge 36. che fu l'anno ii48.doue fi legge. MCLV. Menf' Feb. Hic iacet Dominicus Moroceno QJDux Venetiarum,cum So- T phia DEL SESTIERO phia Vxore fua Duci(£t. Qui Dux fuit bo- nus,& prudenrifsimus, plenus fide & veti- tate^Scamator patria^. lik fuit expugnator Tyri .Tempore illuis capta eli hlria, & i'o lacum jo.galeis. Qiicfta è vifitara dalle pcrfoiiéjn ttitti i Venerdì dell'anno, ma ne i Venerdì del mefe di Marzo , il po}?olo vi concorre con molta piti frequenza , conciofìa che dopo la viiitatio- ne fatta con puro & dinoto cuore, (ì ottengono dalla bon- tà infinita di Dio diucrfe grafie. Neirenrrar della porta per fianco fiil canal Grade vi è affilio vno edificio conlacra to alla fraterna della Croce.nel quale , oltre a molte opere piene di carità, fi marita ogni anno vn certo numerp di donzellerà honorc oc gloria di Dio . S.S imeon Grande. V Er(b il canal grande fu fondato l'anno póy.San Sinico ne Profeta dalle famiglie Ghilà,Aolda, & Briolà . nn- gullo per terreno , ma venerando per due corpi Santi che vififerbano. L'vno di San Simeone predetto,6cl'altrodi Sato Ermolao prete martire portati l'ano 1 20') . da Andrea Baldouino &da Angelo Drulìano, che gli hebbero dalla cappella di Santa Maria, ch'era attaccata per fiàco alla Chic ^^ fa di Santa Soffia in Collantinopoli. San Simone Apoftolo. Ij* T più verfo S.Giouanni Euangelifl:a,fi vede la picciola -^ Chiefa di San Simone & Giuda Apoitoli fatta già dai Birolì &. detta comunemente San Simon picciolo.i-a qua le antica per edificio: fu pochi anni fono,rcftaiirata di nuo uo in molte fue parti.AU'incótro quali della quale , di qua dal- DI S. CROCE. LIB. V. 74 dall'acqua, è fitiiato Tofììcio del Purgo : luogo importante per lo giramento dell'arre del lanificio , ne cui opcrarij fi fpcnde più d'vn milion d'oro airanno,gouernato da vn'or dine di cii tadini (opratlanti , co aurtorita iiccuura dal Sena to , che giudicano in prima inltantia per ogni fcmma in quell'arte , & condannano fecondo le leggi in ciò diiponc ti. Et oltre i Signori, de quali vno è cailìeroo camarlingo da vn Marzo al l'altro vi fono fcriuani , pagatori , capitani , fanti,^ coli tatti altri otlìciali,i quali tutti intenti al bcncfi tio publico: fono (òttopolU al Magiftrato delii Signori Proucditori di Comune . S.Giouanni decollato. SAn Gionani decollato fu opera della famiglia Vcniera\ ridaurato poi ne tempi noftri . La cui feftiuità fi celebra per la cagione che (1 s'è detto più oltre nel libro Xll.dcl prc (ente volume. San lacomo deli* Orio. ET più oltre è la contrada di Luprio , nella quale è fitua to San lacomo di Lu prio , & dello Rio , detto corrot- taméte dell'Orio . Fu reiwurato a dì nolìri c5 diuerfi orna nienti.pcrcioche la palla di S.Sebaltiano fu opera diGiaBo no Marifcalco,v5: è tenuta in pregio da i buoni macllri. qui Ili prcflb lì vede in piedi vna colonna di 5 .braccia & grofìa alla fua.pportione, di tata bellezza ^ finezza che è riputata più tolto gioia che pietra. PaoloVeronefè vi dipinfèla capei la di S.Lorenzo fornita di marmi , co l'altare carico di mol to oro. Vi fi troua anco vn pulpito di forma ottangola di fi nifljiiarmOjCÒ dife^no notabile, il quale Ci ripola (òpra vn balauftro fimilmétedi marmo,cò maniera coli ftrauagatc, che fi puòannouerar fra le cofe più fingolari della città .Fo co pub lacapelladel Bartiiìerio fìbricata da Gian Maria da Potè Piouano del luogo: è degna di cófideratione.pcioche T 2 ricca D E L S E S T I E R O ricca di lauori d'oro & di lliicchi , & con pitture nobili & lìngolari contiene la palla di mano di lacomo Tintoretto. Il f òlfitto (òpra l'altare della concettione fu opera di Pao- lo Veronefè . Di rincontro è fituato lo Spedale col titolo del predetto SantOjlbtto la cura de Procuratori di S.Mar co deSupra. San Stai. NOn meno è lodata la Chiefa di Santo Euftachio det- to Stai dal Volgo, dedicato prima a Santa Caterina. Si dice che fu opera della famiglia del Corno , la qual mancò l'anno i apé.Haquefto facrario il capo del detto Santo, del la moglie, & de fìgliuol i . Il lauoro di mofaico fopra la cap pella grande è argomento della fuanobiltà. lacomo Pal- ma vi dipinfè vna notte,con vn Chrifio che ora nello hor to, opera ftimata frale fue la piufingolare . S.Maria Mater Domini. Più oltre Santa Maria Mater Domìni eretta l'anno p5o. dalla famiglia Capella, & reftaurata a tempi nollri fu la forma della cuba di mezzo di San Marco, è cultilTmia &, bellilTimajle l'ofcurità del luogo non VoffcndeflèJn quello Tempio la palla dell'altare diHieronimo Co ntarini Dot- tor che ville l'anno 1 5 1 2. fu di mano di FrancefcoBifllio- la,& Bonifatio Veronefc vi fece la Cena di Chrifto. La pal- la dell'aitar grande è di iìniffimo argento,oue in 2 1 .quadro di mezzo rilieuo fi contienela palfione diChrifto,d'operd Greca.La cui lapida di marmo rolTo fopra la qual fi confa- qra è opera antica con belliH! lettere Romane che dicono» ArU^JF, Serenai Apollonius Lth,wSihL H Caligarino vi dipinfc intorno l'annutiationc,Ia natiuità> la DI S. CROCE LIB. V. 75 h circoncifione, & l'adorationc de Magi.Iacomo Tintoret to Lii fcccl'inucntione della Croce. Angelo Filomato Pio- nano & rcftaurator della Chiefafabricò l'altare di S.Chrifti na : & fu dipinto da Angelo C. P. Lorenzo Bregno fcolpì tre fìgiìrc di tutto tondo , & le finì Antonio Minello,nella palla della famiglia Triuifana, fatta già da Paolo padre di Giouanni Patriarca di Venetia,a cui piedi fi legge. Andreae Trivisano FiLio, Et Hele- NAE FlLlAE, IlLI BimO, HvIC SeXENNI Vtrisclve Aceree Defvnctis, Et An NAE VxORI InCOMPAJR ABILI CvM Qv_A IvcvNDiss. VixiT xiir. Ann. Pavlvs Trivisanvs Andreas Filivs, Et Sibi Et Posteris Vvlt Fieri. San Caffano. INqueftoSeftiero adunque fi contiene San Cafìano,il quale fu prima dedicato a Santa Cecilia , poi che lo heb- bero fabricato le famiglie Michele & Minotta : & vi habita rono donne monache. Vi fi confèrua la teftadì Santa Ce- cilia . Et di notabile fi uede vn pulpito di marmo fbpra cin quc Colone di (èrpentino di molta bellezza . Antonello da Meffina inuentor del dipingere a olio , vifècevna palla, la- como Tintoretto vi dipinfè il Chrifto che caua i Santi Pa- dri del Limbo,il Crocififlb , & la palla dell'aitar maggiore . lacomo Palma Vecchio vi fèce,nella medema cappella del Mefllnefèjla vita dellaMadonna. La pietà con Santa Maria Maddalena ui fu porta per opera di Luigi Storiato Procura tor di S.Marco. Et l'organo fu di mano di Frate Vrbano , il quale fi diceda mufici, che non hebbe alcun pari in coni- por coli fatti ftromciui. Sono poco difcolto da quettd Tcm- r)EL SESTIERO Tempio due Theatribclliirimi edificati con {pela gr-andc , l'uno in forma ouata & l'altro rotonda, capaci di gran nu- mero di pcrfonejper recitami ne tempi del Carneuale, Comaiie, fecondo l'ufo della città . San Nicolo de Tolentmi. Ivi preflb è la venerabil Chiela di San Nicolò detto de Tolentini , già commoda ftanza di Gian Piero Carrafa . Il quale hauendo rifiutato il Vefcouado,Theatino,condot tofi in quefte parti, ui inftituì l'ordine de preti, chiamati volgarmente Chietini . Et fatto poi Cardinale, riufci final mente Papa»& fu detto Paolo II II . S.Andrea. i ALle fpalle del predetto luogo i Bonzi fecero la Chiefà di Santo Andrea detta de Zira , la quale con la faccia ri guarda la terraferma,da quella partedouefìfcuoprono per linea diritta i monti Euganei , & per trauerfo quelli del Vi- centino j habitato da donne monache dell'ordine di Santa Chiara .Vi giace Marco Gofmero Vefcouo di Napoli nel- la Morea,Giurifconfulto celebre nell'età fua. & fuori fui campo è (èppellita la Principefla moglie già di Michele Ste no , che fu l'anno 1 400. All'incontro per fianco nella fra- terna de Pefcatori,fono 1 2. quadri di pittura bene intefi & di mano di maeftro eccellente . Santa Chiara. I :j i l'tivro r^ T fi uede poi l'Ifoletta di Santa Chiara,congiunta alla ^f città p un ponte di legno, habitata da monache del l'or dine DI S. CROCE LIB. V. 7^ dine di San FranccfccSc fhbricato altre volte dalla famiglia Poiana 5c Bcrnarda . Vi erano per inanzi alcune memorie antiche: ma diltrutta dal fuoco pochi anni ibno,(i uede ho rarifìitta di nuouo,ma non ancora finita. Santa Helena. NEil'otiìtio della Sanità douc fi leg2;ònoi Scftieripcr l'ordine loro, l'ilble circonuicinc alla città , fabricate ò co chicle ò con città,lbno cooipreic (otto il prelcnte Se- ftiero . Lafciando adunque per hóra,di ragionar delle città ò terre di Torcello>di Burano, di Mazorbo,di Murano , Oc di Peleihina , diremo folamcntc de luoghi fieri ali in- torno, dedicati a diuerfi Santi , i quali fenza alcun dub- bio come neri amici di Dio, la con fer nano con lepre- ghiere , prellb a fua Diuina Maeftà , intatta da gli fortunij del m5do,& nella f.ia ièmpre eterna libertà : eflcndo mol- to più ficura la guardia celeile, che la terrena delle fortezze & delle muraglie. Ne uiene adunque inanzi fra l'altre l'Ilo la doue è (ìcuata la Chiefa di S. Helena detta dal uolgo Lc- na.Fu il fondatore & Tauttore, Alelìàndro Boromeo, nobi le & ricco huomo della città di Fioréza l'anno 1420. il qua le habitando in Venetia,fabricb fu l'ifola una Cappella , & la confacro a S.FIelena madre di Colanti no Imp.il cui cor pò era ilato portato da CollantinopoliaVenetia l'anno li 1 2.«Scripoi1:o nella Chicfi de i Scrui,fu poi trafportato di quindi alla Chielà de Carmini l'anno 1208. Cinlè lo horto di mura , & ui fece un paramento d'oro , un meflàle a penna bellilljmo , una croce di ualuta di quattrocento ducati, (ingoiare , & fenza pari per artificio , & un ca- lice , con altre cofe necellàrieal culto diuino. Da que- llo cofi fatto principio , nel quale egli fpe(è molti da- nari, la co(a andò tanto inanzi, che a dì noftri quefto Tempio è tenuto per uno de i nobili della città . La fua itruttura è d'ordine tedefco, oc alFai largo & ampio DEL SESTIERO colmonìftero capaciffimo di molti frati, dell'ordine del Monte Oliueto . Apparifcono in più luoghi le memorie del Boromco cofi dentro come fuori, percioche fuori del- la porta maellra fono intagliate lettere in un marmo fìtto nel muro che dicono . ^Mitk (L/4lexmder ^vir "Bonromem Etrufcus ^atus enim Santo Miniate propagine darà, Frater ft) ipfe Jims quoque 'Bonromeus ame-* nis Sortihtis exhihitus , jierif ecere capellam Jlanc Jielene fuum bonore facre fulgente pa* ratu» Et di dentro nella cappella doue giace il corpo della predet ta Santa,{i uede in terra dinanzi al parapetto dell'altare l'ef- fìgie del detto AlefTandro ueftito co le maniche a Corneo, &col cappuccio in capo alla fiorentina, fecondo l'ufo di quel tempo, & attorno al fepolcro fi legge . Hoc Sepvlcrvm Est Magnifici Et Gè NERosi Viri D. Alexandri De Bon- ROMEis Q^Dni. Filippi E Svcesiori SvoRVM, Qvi Es Hoc Secvlo Migra- viT Die vili. Mensis Ivlii mccccxxxi. Ilfomigliantefi uededifuo fratello Conte di Valtaro, & d' Arquato , conciofia che nella cappella predetta epodo dalla fìniftraun fepolcro di marmo con diuerfe figure pic- ciole afìaì beneintefe, & con fogliami, & altri ornamenti molto ricchi . fotto al quale fi leggono in campo turchi- no, lettere in forma Gothica mellè aoro . & quefta ope- ra Dì S. C R O CE- LIB. V. 77 ra fu di mano di Matthco de Réuetti da Milano Tari- no 1422. Inftgmm uirtute uirum Comltemque Thiare , Z^allis ^ z^rc^mti dominum y celeberrima fre fens Vrna, tenetytantamgenuit Florentiaprolem, Hic pietatisbotJorigrauù ts^ feSiator honejìi . *Bonromem erat iujius , ditauit egenos Semfer i at hi^ meritis fuperumfenetrauitad aulas, ^fatthem de 7{euettis MedtoUn .fedt 142 2: Fufìmilmcnte protettor di queftaChiefa & benefattore non punto meno del Boromco,ThomafbTalenti:il quale haucndofpcfo molto nell'cdificiodellaChie(à,lafciò final mente a i frati per teftamento fette mila ducati, & ui fu fcp pellito in ricco monumento con quelli uerfi. f/oc iacet illujiri conclufus marmore Thomas §ut de Talemii clarus^fedclarìor altis QydlrtibiiSyingen^siuJìiSjClarifsimusautem Adorìttis ^ uìta,prcprio tejìatus ut ere . r &: dall'altro Iato del fepolcro detto , uerfo il cantonale fi continoua. Hac marìs incoleret fedem fanali fsimus ordo AiontisOlìuetimeritisnunc congrua fumit Sujfragiu hereSySantla tuo precis FI elena tanto lac quodparens horum concrejcat agmina fra trum, V Da DEI SESTIERO Da quali Talenti fu anco fabricata la nobil cafà a San Bene- detto,famoia per la Pf olerpina & per lo cauallo dipinto dal Pordonone Pittore illuftre , fui Canal grande, peruenuta poi nella famiglia d'Anna. Ncllaqual cafa fitrouanola- uorati da Titiano, uno Ecce homo, & un quadro di noftra Donna , con diuerfc figure 6c ritratti de i predetti Anna , di molta bellezza. E notabile la fiia (agreftia , perciocheil fuolo è tutto di ihialto azurro & bianco co ciquifito lauo- ro uermicolato, & è fatto a quadretti con fèi faccie bislun ghi : & in ogni quadretto uicendeuolniente è fcolpita una aquila nera , & un breue in lettera di forma Francefè , che dice luftiniani . La quale opera fu di Giouanni , & di Franccfcofuo figliuolo della profapia Giuftiniana , amen- due Caualieri & Senatori .Sicomeperrinfcrittionepofta a pie dell'altare fi legge . IoaNNES IvSTINlAN. pATER, Et FraK- ciscvs FiLivs Senatores Optimi Facvndia Et Dignitate Eovestri Insignes, Hic Clavdvntvr, mcccclxxix. Et gli armari lauorati con bellifsime tarde da F.Sebaftia- no & da F. Giouanni da Verona ottimi maeftri in quel- l'arte . nell'uno de quali fi confèrua oltre a molte altre re- liquie, la parte di dietro del capo di San lacomo Apofto- lo . E parimente notabile il coro . ne i cui fedili di tarfia, oltreaidifegni dei fogliami che ui fono & leprolpetti- uc,ui fono ritratte in 34.rediU, ^4. città delle principali del mondo a punto come elle fono, con molto artificio &uaghezza.& fu di mano del predetto F. Sebaftiano da Rouigno conuerfo di quell'ordine , che uiflc l'anno 1 480. Dipinfe l'aitar grande carico per molto orojacomo Pal- ma, & ui fece la hiftoria dei Magi . Vi dipinfe anco nel Refettorio DI S. CROCE LIB. V. 78 Refettorio una Madonna, Donato Vinitiano , che fu l'an- no 1452. & un'altra ne fece in Chicfà fuori del coro laco- mo Moranzone. Sono in queflo Tempio diuerfi huomi- ni illuftri della Rcp. cofl in te mpo di pace come di guerra . Percioche ui giacciono,cominciandofì dalla porta princi- pale molto ornata, Vittorio Cappello, la cui flatua pedeftre fatta di finillìmo marmo pario al naturaie da Antonio De toneScultor Vinitiano & di gran nome al fuo tempo, è pofta ingìnocchioni dinanzi a Santa Helena.Quefti (racco ta il SabcUico ) fu Generale nelle guerre che fi trattarono con Bacdt Re de Turchi nella Morca : & rotto a Patraf^ ib,li morì di dolo»'e nell'lfola di Negroponte , & fu da i fi- gliuoli Andrea, Lodouico, Oc Paolo, honorato con que- lla memoria. D. Imp. Victor Capsilvs Imperator Maritimvs, Maximis Rebvs Gestis hi. £t lx. Annos Natvs, Ab Anno Salv TIS MCCCCLXXX. I D. MaRTIAS In E V- BOiEA Perit.Hic Elvs Ossa In Cohlo Anima, Andreas, Lvdovicvs, Pavlvs FiLii P1ENTISS. Parenti Optim6 Po« s vervnt. Luigi Loredano ìlluflrc nella mìlitia : che fiorì nelle guer- re di Lombardia per la Rep. & fli Capitano d'armata cen- tra Alfonfb Re di Napoli j de come ferine il Sabellico nel fello della HifloriaVinitìana,fu in diueife imprefè co mol to ardire oc ualore . & ui fi legge. ALOISIO LAVREDANO PAVLI FI LIO M. D. PETRI DIVI MARCI PROCV- RATORIS N E P O T I C LAS S. VENETAE V 1 PRO- DEL SESTIER O:^ PROVISORI mi. ID. MARTII DE- FVNCTO MDII. EIVSQVE POSTE- RIS CONDITVM. ià Pietro & Iaconi oLorcdani padre & figliuolo, amcndiié; chiarilllmi per fatti honorari 5c benemeriti della Pxp.per- cioche Pietro nella Dalmatia hcbbe per forza Tran luogq allora i m porta te,roppc iGenoucfi & iTLirchi,a Gallipoli',] & a Porro Delfino. VI rimani en te eflcndo Capitano dell'ai^ mata in Pò contra Filippo Duca di Milano, fu uelenato da' i nemici Tanno 6ó.deli'erà fua. lacomo non punto minoi^. del padrc,efìcndofi perduto Collantinopoli, mantenne la Grecia contra i TurchÌ3arfe i S.galce di Corlari,rortomefie 11 fola di Rhodi che s'era ribellata, purgò il m^ìre da i pirati,' & altre cole operò delle quali rratra ampiaméreil predetto Sabellico,onde meritarono i'infrafcrittoepitafio . Vtrique^atri 3^jilioy HPetro ^ lacoho Laureai nis^amhohus uiris fummis ^ triumphatorihus fortìfsimisyVAcis bellique artih. ci ari fs imi S.Alter 'virtute fua Dalmata^s domuit^ex pugnato mu- ttitij^, Tragurij oppido *, Turcos ^ Genuenfes fregìLFormidolofus utrijcjue duplici uiEloriayol tera adGallipolimialtera adportum Delphinu» Demum hello ^hilippicoTadane^ da fsts Pr^e feEluSjper injìdiashofìium uenenofuhlatusj dtta, tisfuce an, VI. ^ LX. Alter auté rerum geJìarH magnitudine uel muneruuarietate tanto paren tepary7{eip.nunqua non hellator ftmul ac conjul tor illujìris i exanimata & ruentem Grecia Co ftantinopolitanaclade,ful?Jlinuìt ^ recreauit . \. 7 ^^ Trit- DI S. CROCE LIB. V. yp Fr^edatorias naues Turcicas , ad duodeuiginti ' captus incendit . 2\hodìos contumaciterfe hahen tes ClaJ^e cinH:osJmperata ac tutum facere coe^ gir» Afare infejlum pr^donitus expugnauit.Sic que I II. Imp. 'virtutiìju^fama ^ ji^lendore nomini s fuit terrori hopihus prodire. In aciem eo imperante non audientthmy^^t quamfortu- na patri conceder atyformido hojiil^ jilio bene gè reme de ^ip, ademerit occajìonemy'vixit inno^ centiJf.ConceJsit natur^e annum agens LXXl^, chartj^.tp* optatij^ìmus patria, ^od funeri s fui moerore deciaratum efì. Ant. CjT* T^etrus Laure dani nepotes ^ filij pi entijf memorile tp* pietà" tis ergoJìmuUtem cp^pofieris'viuidedere, Pietro Balbich'eletto Generale Panno i44o.mentre che s*apparecchia per le colè della Morea venne a morte . Antonio clonato che l'anno 1460. hebbe chiaro nome per mol ti maneggi di guerra per la Tua patria , dalla qiial fu molto amato. • Francefco de Rofll ambafciatore del Re d'Inghilterra l'anno 1521. honorato da Antonio Taléti Fiorentino con quello epitafio. Francifci "B^bei ex 'Brìtania citeriori monimen» Quod miferum putatisfelicifimum experi mor tuusfum, tum cumfuaue mihi erat 'viuere priti Prouinciarum Senator Legatas ad Venetos deta, tumjlorem fiffe^us^d^ntonius Talentus de DEL SESTIERO Florentia Mediolani Parifti Senator de Me- diolani condì avud gentiles fuos curauit - Ohìjt M D X X I. Et finalmente Domenico Aleppo Vefcouo di Qiiflamo hiiomo di kttere,il quale morì l'anno 1 505. S.Andrea della Certofa. POco più oltre è l'Ilbla della Certofà chiamata Sato An drea di Lio . Nel principio vi habitarono frati di Santo Agofl:ino,ma il Senato poi iaconcefièa i Certofini , luogo ampio con bei Chioftri 6c giardini, ma il Tempio è di co- politura difconcertata per efière edificato in più volte . Vi dipinfè dentro Marco Balàiti maeftrodi molto nome , & fece la palla dell'aitar grande con la conuerfione de gli Apoftoli l'anno 1 5 i o.doue fi veggono bellillìmi & vaghif^ fimi paefi , colori viuifiTjmi , & figure con molta gratia.Vi dìpinicanco nella cappella di Federigo Vailarefìb ottimo Scnatore,Titiano Vecellio Se vi fece vn Chiifioche porta la Croce . Sono riporti nel detto Sacrario diuerfi huomini di valore, de quali vno è chiaro per la militia lacomo Bar- barigOjChe nella Morea l'anno 1 46 5.fu Proueditore del ca- po della Rep.contra il Turco, & vi morì in vna giornata come attefta il Sabcllico nell'ottauo libro della Hiftoria Vi nitiana . D. O. M. Iacobi Barbadico Senato- ri Integerrimo Be llo Peloponessia co Legato, Pro Christi Fide Pa- lTRlAQi.PvLCH£RRlME I N TE RE M ? T O, Ac HlERONYMO ClaRISS. InDOLIS FILlO MCCCCLXVI. In Id. Avgvsti. Et \ DI S. CROCE LIB. V. té Et della medefima famigliavi fono parimetc, Hicronimo Barbarigo che fi portò valorofamcnte nelle guerre della Romagna, & fU vclcnato da i nemici . Hieronymo Barbadico Proc. Fran, P.ROC. F. Flaminia In Expeditionb Veneno Hostili Patriae Cvi Vixe RAT EXTINCTO E. P. Marco & Agoftino che furono Principi amedne l'vno do ~ pò l'altro , i cui depofiti furono poi fatti nella Chiefà della Carità doueeffi haueuano le habitationi , come s'è dettò . Vn'altro Agoftino,la cui prontezza & grandezza d'animo operò tantcH che fi fece quella giornata memorabile col „ Turco l'anno 1 57 1 • nella quale conlacrato il fuo fàngue al- la libertà perpetua della fua patria,rimafè eftinto combat- tendo, con grauilTìmo danno della Chriftianità , poi ch'el^ -iendo celiato quel mezzo eccellete, fi diflblfe la lega, la qua- le quel fcmpre inulto hcroc , hora vngcndo bora pungen- do, tenne falda & ferma fino a quel punto. Degno verame te d'eterna memoria . percioch'cgli fu belliflimo, con vol- to militare , & in tutta la difpofitione del corpo fuo ri- guardeuole molto fra gì ihuomini armati, & con fiorita eloquenza ammirabile fra i togati . Orfatto Giuftiniano , illuftre parimente per franchezza di animo & per cortefia magnifica , & di gran nome in Italia per molte fue legationi.il quale eflèndo fòcceflb nel Gene- ralato a Pietro Loredano, & hauedo operato gran colè nel- la Morea,fì come attefta il Sabcllico nel lib.Ottauo della hi ftoria,fi morì in Modone in mezza hora , Et è ripofto fò- pra vn caflbne di marmo nel mezzo d'vnacappella,con la ftatua a giacere , fcolpita da Antonio Dentone per ordine di Marino Giuftin iano, & vi fi leggono i prefenti verfi • IIU Procurator Veneta modo mdximus Vrhe ^ Orfatus "- 13 EL SESTIERO- ^' Orfatus iacet hi e luflinìanus Eques, ' '"T ^ui Thycos himari Clafsis Prdfecius ah ijìhmi Vumfugat 0 fatunt quanta trochea ravis . Decefsitanno Chrifti JMCCCCLX flIL V. Id.^tnt, lacomoSoranzoProcurator di San Marco nella fna orna tiflìma cappella,il cui altare è di marmo di mezzo riiicuo di affai gentil mano fcolpito : per opera di Francefco fuo fi gliuolo, &padrediIacomoai prelcnteProcuratordi San Marco , di Lorenzo , di Giouanni Canal iero , Se di Vitto- rio , huomini chiari oc illuftri nella Rep.& vi fi lègge. , , lacobo Su peranno D. Marci Erjocur. Senato ri grauiff. iumixìx integritatis 6c innoccn- tìx viro ampliff. in Rcp. hononb. funóto, FrancifcusF.Senator patri. opt. Cecilia lu- llinian^ matri offici & pietate ergo fibiq. & h^redibus pofiiit. V. A n. L X X X 1 1 1 1. Obijtlll.id.Nou.MDLI. Antonio Soriano Patriarca di Venetia ottano per ordine dopo il beato Lorenzo Giuftiniano con l'infcrittione. D. O. M. Antonio Su ria no Patriarchi Venetiarum, Antonius Eques &c AuguiH- nus F.S.Michaelis filij,patruc benemerito D.M.P.Vix.Ann.Lli.M.V.D.XXni[. Obijt M D V 1 1 1 . An. Patriarchatus fui////. Gior- D ! S. CROCE. LIB. V. ti Giorgio Nani , ripofto nella fua veramente regia cappella » nella quale lì ripolà Paolo già (limato dalla Rep. Dionigi Contarmi Orator celebre nel (uo tempo , dalla cui Scuola vfcirono i primi oratori della città. 11 quale morédo dopo molti honoriconlcguiti nella Rep. lafciò cometeftimoni del ilio valore Andrea , huomo di gràd'cloquéza che fupe rò tutti gli altri nelle cofe criminali, Nicolò che morì p la pefte pallata, Gian Battifta, & Paolo, il quale l'anno 1571. ialuò con la vittimi & con la grandezza dell'animo Ilio l'ifb la del Zante dall'armi Turchefche . Francefco Grimani fi- gliuolo di Pietro col prefènte epitafio. Francifco Grimano Petrifilio, Marcus Ant. Vincentius,&: Petrus D.Marci Procurato-' rcs,atque Andraeasfilij amantifT. pofùerc. Cbijt Ann. M D X X X 1 X. die I. Martij. Vix. Ann. LXXX V. MenC XI.D.XX/-//. Antonio Vinciguerra Secretarlo del Gonade Dicci.Il qua* lefli di tanto valòre,che maneggiò con molta fua gloria dì uerlè imprelè per la Rep.& fu oratore al Pontefice con tali ta fatisfattione del Conciftoro,che Innocentio con vn Tuo brcue nel quale lo celebra con molte lodi, ricerca il Doge Agoftino Barbarigo che lo lafci nella legatione per lungo tempo . Era huomo di buone & belle lettere, & dilettando fi della lìngua volgare, co mpofè alcuni capitoli in Forma di latire . doue derciiumdoi virìj & le virtù con ftìlc alTai praue,pieno, pungente & nctuótb.fu ne Tuoi tempi molto honorato, & l*opere fiie lette auidamcnte da gli intcndéd. Antonio VIncìcverrab Viro Do- CTRINA ELOCLVBNtlA FiDE Et I N T E- X CRI- D E L S E S T I-E R O ? '■ CRITATE ApVD V EN ETVM SeNAT V M Clariss.Mb T. 1. MPXVII. S.Giorgio Maggiore. •iirf - . ■ ■ . ALl'incon tro del Palazzo Ducale è fitiiata l'Ifola di Sa Giorgio Mviggiorehabirata da monaci dell'ordine di San Benedetto . Fu altre volte lottopofta alla Chieladi San Marco, ma l'anno p82. ritornato di GuafcognaGiouarini MoroHno , done era Itato molti anni in vita romitica con Pietro Or(èolo Doge 2 2. già fuo luocero , ottenncin dono rifola con la Chieìa che vi era , da Tribuno Memo Doge 24.^ vi mcilci predetti Monaci, facciidoui vnanuo iia Badia . Et vi era allora vnalibrcria,con diuerlj altri orna menti & ricchezze per coni modo della Chicia.vSc nella Ilo letta era preflò alla Chiefa vna vigna & vn bofcó, & vn molino con due rote, che Ter u ina al palazzo Ducale, li co- me nella diftefa della detta donatione li contiene, lotto dì 2o,di Dicembrclòttofcrittoda i 56.tcrnnioni . Auuennc poi per quato li dice , che l'annD f 20 > .ellendo (lato sbrana to da alcuni cani del luogo , vn figliuolo del Doge Pietro Ziani,moflb dall'ira & daU'eftremo dolore, arfeil luogo co parte de i monaci , ma ritornato in le ikllò & pentito per l'ammonitionedel Papa , non rolamenterifcceilmonìlle-' ro,magli cpnceil'e diuerlè,gratie, »5c lo honoiò molto , per cloche egli vi haueua vn ilio Palagio , ccn. molini Scaltre ^Ole ch'erano peruenute nella famiglia Zi^na . Rifabricata Ili adunque la Chiefa vecchia dal Dogeiii helJiaforma,rilb la fu ridotta a cultura con dilicati giardini èc cpn.hortidc litiofi, eficndo del tutto diuenuta libera del moni Mero . 6c ancora che l'anno 1 2 2p,andallè per terra gran parte del Ino go per yn terremoto che fece gran danno a tutta la città , tuttauia lerùiirato conrinouò fino a quelli tempi.Ne qua- li eflcnvloiì niolroinuccchiato,paruea gouernaiori demo mei' drrif^r fa Chiefa fu la torma dun modello ^atto altre y ol te |c hauer?,4onc data la c-qra ad Andrea Palladio Archi -3 ;. ;. V. ' tetto DI S. CROCE LIB. V. Si tetto di molto nome lU ridotta in pochi ann i alTuo fine' E adunque rabnca mirabile & bcneintcla, conmagmfica ^ larga Ipcfa latta . Et per fianco ornata di vn beliilìlmo thioltro con vaghe verdure di allori «S: di boilì . Al cui ca- po è pollo il Retcttorio nobile &. degno di confiderationc per la Ina flriittura .Giace in quello Teh-.pio il corpo di Sa to Stefano primo martire, portaioaVcnetia l'anno i lop. altri dicono r i.7$>. & riceuuto dal popolo con nioltaleti- tia,dclquaie,alcuni potenti inflituita la fratcrnadiS. Stefa- no , aggradirono la telliiiitvi Tua, in tanto chcquefta Chic- fa fu per un tempo chiamata San Giorgio «fc San Stefano , Vie parimente il corpo di San Paolo Marti re,, tolto à Co ftantinopoli dall'Abate Paiolo con l'aiuto di Marino Stor- fato PodcM pcrlaRcp. diCofìantinopoli, 6c condotto à Venetia.Etanco i corpi di S.Cofmo *>: Damiano,con vn'aì tro San Codilo che fu confeflore . Vi dipinlè Luigi Viuari no la pailadella Madonna, & Paolo Veroncfe fece nel re- fettorio ìciìpzzc di Cananea,eon marauigliola maniera &c molto lodata da i buoni maellri . Ma non è punto inferio- re a qual li voglia altra della città,la libreria di quelli mona ci.La quale Hi labricata da Cofmo de Medici quando fu co - finato a Venetia dalla fua Rep. douc fi veggono le infcgne delle palle . & tentò anco difar la facciata della Chicfà, ma non gli fu permeflò per cóuenienti riipetti. Fu eriadio latra illultreper tre Principi i cui monumenti fonoquafi del tutto e(i:inti,poi che s'è disfattala Chicfa vecchia.L'vnofu. Domenico Michele Doge 34.che ville l'anno 1 1 1 7. & nel fcpoicro erano 1 prcfenti verli . TenoY GrcccoYum iacet hic,^ latss Vetìerorurny DommicHsMuhaeliqm tenetflemanueiy Dux prohus etfoYtis,quetotus adhuc colit orhis, Prudens confili ofummus tp* ingenio ^ Illius aEla 'viri decU rat capito Tyri , InterjtusSyriieymaror^'V-ngarì^e.^ ^ X 2 o«« DEL SESTIERO Qui fedi Venetos in face manerequietos, Donec enim "viuit patria tutafuit, ^ifquis ad hocpulchrum 'venies Ipeiìarefepul chrum, Genua ante Deum fleBere propter eum. Anno Domini MCXXFIII. IndiSione VII, Oiljt Dominicus Aiichiel Dux Z^enetia , L'altro fu Scbaftiano Ziani Doge 5 8. che fu l'anno i r 7 ^ del quale (I vede intera la tlatuadiftelà fui fèpolcro fopra la porta vecchia. J^ic Ditx egregÌHSyfapienSydiueSiCenerefcity Vtuit cum Chrijìojmundofuafama nttefcit, Sehajìianus 'vocitatus in orbe ^ianuSy Cu PapaiVrincepSiCleruSjplebs hunc recolehanty JujìuSypuruSyCaJluSyfnitiSyCuicjHe placehat . Confilio pollensyhona plantansy^ mala tollens, 7{^hur amicorum 3 patrizi, lux , f^es miprorum, Etflos cunBorum/Dux eleUus Venetorum . Tinos coniunxit gladics , Q^ more refuljtt, Eloquiumfinfus, honitas clementia cenjm , Jllt parehanty nulla 'virtutecarebat^ Ol^t anno Domini MCLXXV 1 1 L<^en[. zyÉprilis^ Il terzo & vltimo , Pietro Ziani che fu fcppcllìto nel fèpol- cro del predetto ScbaAiano. Et l'anno 1474- vi fi ripofc Tiiadano DI S. CROCE LIB. V. s^ Trìdano Gritti General dell'armata di Mare , illuftre huo- mo di qucll'erà.alle cui funerali fu prefènte il Principe con la Signor ia,& gli fu fatta l'oratione , da Hermolao Baibaro Dottore, 6c allora d'età di 2 2. anni,il quale poi riufcì come e ben noto ad o2;niuno. 'O* San Clemente. ET poco difcofto è S. Clemente, fatto ne tempi di Pie- tro Polani Doge ^ 5 . che fu l'anno 1 1 ^ r . da Pietro Ga- rilefìb, con uno Spedale a ppreflb, ilqualefupoflèduto pri- ma da i poueri , ma peruenuto in podeftà de i Patriarchi di Grado, & leuatofi lo fpcdale per l'incommodità del paflag- gio,diuenne finalmente luogo de i frati della Carità . & ui giace il corpo di Santo Ariano. Santa Maria delle Gratie. /^ Vindi non molto lontato apparifce in Ifóla Santa Ma ^--^ ria delle Gratie,che l'anno 1 5 28 .arie dalla Chiefa,& dalla Canoua in fuori,alla quale ogni principio del mefc co corre frequenza di popolo per fua diuotione . luogo nobi- le per fito & per fabrica, 6c ornato per lo fepolcro dell'ulti- mo Cardinal Pifani . Santo Spirito. MA di gran lunga fupera i detti due luoghì,Ia Chicfà di San Spirito,nobile non pur per fito , ma per itruttu- ra,pcr opera del Safbuino. Percioche oltra clVc ricca di bel leltatuc,di chioftri, & di ampli giardini,c anco ornata di mpltc pittine nobili, 5c fatte da huomiiii famoii in quella arte. DEL S E S T I EU O arte . conciofia che il Gobbo Organi ila Vicentino ui di- pinte la palla a man deftra dell'aitar grande . Bonifario\'c- roncfe uilafciòla palla della Madonna. GioicppcSaluiati ui lece il Ibtiitro del Refettorio : con un cenacolo de gli ApoftoliTitiano vi lauorò, nel primo vigor della iba gio- ucntii,illbtfìtto,di[ì:into in tre quadri, ne quali (ì uedc uno Abraham che facrifica, un'Abel che occidc Cairn , & un Dauit ch'ammazza Golia , & la palla dell'aitar grande, con un'altra tauola apprellb,còatti tanto uiuenri co panni & coloriti cofi belli , che fono mirabili a rif guardare Gian Maria Padouano ui fcolpì la figura di iMoile di marmo che è fu la pila d'altezza di urt piede <5c mczzo,& le ducfigu re che fono fu l'aitar maggiore. Nicolo dall'Arca Schiauo- ne ui fcolpì il prciepio di terra corta colorito di mezzo rilieuo . Oltra a ciò ui è un artificiolo Candelicro di bron- zo di molta ualuta. San Francefco del Diferto. DI uerfbla parte del Lido doue fonoiCan:clli,è pollo S. Francefco del deferto, luogo già habitato dal Beato Ber nardino,che diede principio a S. Francefco della Vigna : & pofTeduto da i padri di quell'ordine . S Jacomo di Paludo. ET Vlfola di San lacomo di Paludo,della quale elìèndo padrone Orfo Badoaro,la donòaGiouanni Trono; che ui edificò uno Spedale con laChiefà coniàcrata ai no- me di San lacomo per ricetto dei pellegrini Fu poi habita- ta da donne monache dell'ordine Ciflerticfe fino l'anno 1427. nel quale leuate uia le donne percflcr luogo difcom- modo & lontano ,rimafc à frati Minori di San Francefco . '" "' Santo DI S. CROCE LIB. V. 84 ' Santo Erarmo. VI è parimente Santo Erafmo con belle & delicate ui- gne & giardini , da quali lì lomminiftra alla città co- pia di lierbaggi , 5c di frutti , in moli» abon danza Òi ^fetti. S.Nicolò del Lite. SVI Lido dalla parte del porto è porta la Chiefà di San Ni colò habitata dai monaci di S.Giorgio Maggiorerà qua le tli tabricara per ordine di Domenico Con tarino Doge 29. che fu l'anno 1 044. nel qual giace il fuo corpo in bello bricco ièpolcro di marmo di porfidi &.rerpentini. Di quello Sacrario fu tratto già Nicolò Giutriniano Mona- co,pcr ordine del Papa, accioche reiburalle la nobililFima famiglia Giutlinianajchc s eitinlcriella guerra di Emanuel k) Imp.di Colfantinopoii. Colini tolta per donna Anna fi- gliuola del Doge Michele,^ riceuuta di lei bella & copiofa prole,lè ne ritornò di nuouo in Monillero , doue fabricati alcuni luoghi , ucnuto a morte ui fu icppellito con Anna; & l'uno «5c l altro per la Santità della ulta loros acquiltaro no titolo di Beato.i cui ritratti lì ucggono in coro, con lafì gura di ^.Nicolò nel mczzo.Vi iì ripolà il corpo di S.Nico lo Vefcoao delle Smirre con un'altro S.Nicolò zio del pri moEt ui è fcpolroin tomba di marmo SalinguerraTorel lo,cbe afpira^icjo al dominio di Fcrrara/u fatto prigione da i noilri Ót condotto a Venctia.kii prollò è vn marauigliofo pozzo d'acqua dolce di coli abbondante uena , che fornen- ijo tutte le galee 5c.le nani die efcono dalla città, -è riputato piq toftp p^r un miracolo di natura che p aUro,poi chela iJctt^ acq u a non il fccm a ò (ceca giamai, tJi San Lazzaro . Dt Alladcrtra fi vede la Chicfadi S.Lazaro.Quiui fi goucr , „ ixano i lebbrofi lèparati dal commercio de §U)a|t;;i VCW COR 15EL SESTIERO con ottima cura & prouifione delle cofe che bisognano airinferniità loro. LazarettOi Secchio . IT' T per fianco ha il nobile edificio chiamato Lazarct»» J^' to Vecchio .il quale l'anno i^\i 5. fiicdilicato dalla Si- gnoria per gli ammorbati . percioche hauendoella tolto il luogo a un Fra Gabriello dell'ordine Heremitanoi il quale allora fi chiamaua S.^Maria in Nazareth,onde è corrotta- mente chiamato dal volgo Lazaretto, gli diede per ricom penià ò S. Spirito , ò San Clemente.Si edificarono per tan- to in qucfto Icoglio diuerfe & commode & capaci ftanzc , non tanto per fouenirc a gli infermi , come dice il Sabelli- co, quanto anco per dare aiuto a poueri , i quali condotti a qucfto luogo erano curati più commodamente . Et accio- che lì hauelle diligente gouerno ne tempi calamitofi di pc* fte,ui crearono un Priore con honefto falario , & ui confti- tuironoferuenti,Medici,& altre perfone pronte per i ierui gì de gli ammalati, con ordine che fi è poifcmpreoflerua- to finoa quefto anno 1 5 76. il quale fizriuendo noi le pre- fèntì cofè , habbìamo ueduto per la horrenda pefte di que- fto anno , ripieno di otto mila perfone infettate , con gran danno & dolore dell'afflitta città. Lazaretto Nuouo. D All'altra parte della terra all'oppofito del Vecchio, fu fatto l'anno i4<58. un'altro Lazaretto chiamato Nuo- uo per tilèr pollcriore in fabrica al Vecchio, con cento ca^ mere, 6c con una uigna ferrata, il quale dalla lontana ha fembianzadi callella, come ampio di circuito . Vi habita un Priore con gli ordini medelimi del Vecchiotma ui uan no folameniei fani , che enèndofi mefcolati con gli infer- mi, dubitando di qualche cótagio , fi ritirano a quefto lue* i>i s. e n oC'E 'lib;v. sj gO,& ui fanno la contumacia di 22.giorni.La qual cofa ha^ ucndo io conofciuta per prona co mio grauifs. danno per la morte di Aurora mia ligi iuol a d'età di undici anni,& per lo difturbo di Benedetta Mifocca mia conforte, allora che fu la peftej'anno 1 576.mi piace di raccontar l'ordine che fi mantenne in quel trauaglio , a efìcmpio de i Principi efter- ni,acciocheapertaméte comprendino , qual (ìa la (ingoiar carità de 1 noltri padri & Signori uerfo il popolo ne tuoi bi fogni urgenti,& accioche imparino ad imitarli con opera neramente degna di loro , & da farne memoria perpetua a gloria di que(la,fenz'alcun dubbio,chrilHana & pietofacic tà. Erano adunque da 8. in lo.mila pcrfonein ^.milaòpifi barche. A tutti quefti per la maggior parte poucri ( perciò- che ui erano anco diucrlì nobili Oc cittadini, che uiueùano a fpeic proprie) 6c fpogliati de loro beni infetti, lafciati a Ve netia, li daua la fpcià dal publico p 22.giorni.ll numero di tanti legni coli piccioli come groil^percioche ui erano al- cuni arlili,che fono corpi di galee disforniti) podi in torno a Lazaretto haucua (cmbianza d'armata ch'aficdiaflè una città di niare.Si uedcua in alto una bandicra,oltre alla qua- le non era lecito di paflarc,«&: poco preflb era la forca per ca fìigo di coloro che non hauelfero obedito a comandam5- ti defupcriori. La mattina a bora competente compariua- noiuilitatori,i quali andando a barca per barca, intcndeua nofy; uieraaicunoammalato: «3c trouandonegli mandaua noa Lazaretto Vecchio.Non molto dopo fopraueniuano altre barche cariche di panc,di carne corta, di pcfcc 5c dì ni- no , & difpcnfauano ad ogn'uno la detta roba a ragione di i4.1oldi il giorno per bocca, con tant'ordinc, &: con tanto filétio che nulla piu.Sul far della fera fi fcntiua una harmo- nia mirabile di diucr(c noci di coloro ch'ai fuono dell auc Maria lodauano Dio,cantando chi letanic & chi lalmi .In tépo di notte no fi icnriua pure una parola,pur un zitto;di modo che harefte detto, ohe nò ui fofic uno huomo uiuo no che otto ò dieci mila pcrlbne. Ma non era però giorno, che non fodero rimorchiate 5 o.barche almeno piene digc te che ueniuano a far]acontumacia:lc quali tutte erano ac- . Y cettate DEL SESTIERO Gettate Sl faliitatccon lieto applaufo , 6c con allegrezza di ogn'Lino, proteftando a ucgnenti che fteflero di buono ani nio, pelle non tH>S'laaoraLia,& erano nel paefè di Cucagna. Indi c5 preghi che ufcinano dal profondo del cuore, fi uol tauano al Cielo , & a man giute pregauano per lo perpetuo mantenimento di quella Ilep. Era anco mirabil cofa a ue- dere il numero delle barche che andauano a uifitar le loro brigate condiucrO rinirefcamenti.Et non picciola maraui glia dauano a ri j;uardanti,lc cafc di tauole fatte dal publico intorno a i margini del Lido (òpra la marina per còmodo della gente: percioche dalla lunga pareualaformadi una nuoua città:& per altro di grato & giocondo afpetto,quan dogli animi troppo atterriti da tanto male, non follerò Ila tioppreffi & occupati da ellrcma compaffione & dolore . San Seruolo. Molto più lontano ma dalla parte del Lido/i troua l'I- fòla dei moniltero di S.Seruolo:ftàza già di monachi, traf^ortati poi l'anno 8 16. dall'Abate loro,aS.llario per co fenfo d'Angelo Participatio Doge;& ripieno poi d'altri fra ti . dopo i quali focceflero donne monacne di habito negro . hi quello Sacrario uenne altre uolte occultamente Othone Imp. l'anno ppS.uifitato anco occultaméte da Pie tro Orfeolo Il.dì quello nome. Vi giace SLeone Vefcouo di Modonc. Et ui fono anco le memorie di Michele Soria- no Dottore & Caualiero, & huomo chiarifs.in quelli tépio S.Chrlftoforo della Pace. FRaVenetia & Murano è collocata l'Ifola di S.Chrillo- foro dalla Pace, per occafione d'una pace guidata & có- clufa fra la Rep.& Filippo Maria Duca di Milano,da un Fra Simone dell'ordine Heremitano, che in quel tempo (& fu fotto il Prmcipe Fofcari)era cognominato il Fatacchione . 11 quale riccuute molte cortcfiedal Senato, hcbbe anco in dono D ! S. CK O C E LIB/V. ^& dono quello luogo, fai quale aiutato dalla Signoria, & d'al- tre per iòne liic diuote,tàbricò la predetta Chiela coniaci-^ taallùdctto Salito» u San Michele. Più oltre fi gìugne a S. Michele , poflcduto da i Frati dell* ordine di CamaldoU.Di fuori dalla quale ii uedeuna rie chilTima cappella tabricatadiinarmi,dirpiccata dal corpo " -della Clìiefa, tìitragia per opera di vna gentildonna della ca ia Miana: & ne fu Architetto Guglielmo Bcrgamafco • Gli ornamenti «5c i fogliami della porta del Tempio furono la uorati da Ambrogio da \rbino. Vi (1 vede iòpra una pila vn S.Giouani alfai bello.Et la prima palla a man delira fot- to il parco fu di mano di Andrea di Bartolo da Siena . dubitam* do Genufio chiamato anco Giglio da alcuni , Signor di Pa doua,ch'Attila,dopo Pefpugnationed'Aquilea, non iì vol- tale a fuoi danni , per hauer dato aiuto alla città d*Aquilea con cflcrcitó Padouano, mandò nelPIfola di Riaitò, la nio ^lle Adriana co i figlinoli, con la famiglia & con gliarnell fuoi più cari. La quale sbarcata a punto in Dorlòduro, fe- ce voto all' Angelo Raffaello, di fabricaral fuonomevna cappella, s'il marito lì faluauada fuoi nemici. Tornato adunque Genutio libero, la donna fodisfece al voto . & ha bitando in quella contrada d diede à pratticar con le dónc dì San Zaccaria, fole monache in quel tempo in quella cit- tà.Pcrchc eflendoiì vna delle figliuole d'Adriana inuaghi- ta DI DORSODVRO. LIB. VI. ^ ta di lorcfi fece monaca,6c fi dice che fu la feconda Bade(^ {à di San Zaccaria,di maniera che contratta fra loro Ilrctta amici tia, le monache falendo ogni Sabato in barca,andaua no a San Raffaello & ui cantauano vn folenne vefpro . Ma venuta la Signora a morte, lafciò per tcftamento l'Orato- rio alle monache, alle quali fu per lunghini mo tempo fot- topofto. li quale efìcndofi l'anno 895). abbruciato per vn fuoco che con fumò tutte le caie all'intorno, San Raffaello per reuelatione di San Magno,fu rifabricato di nuouo dal- le famiglie Candiana & Ariana , & le donne di S.Zaccaria perderono la giurifdittione.De quali Ariani fi veggono ati Cora l'infègne in diucrfi luoghi del Tempio, & vi è riporta l'arca loro poco fuori del coro . PolTiede di facro il corpo di S.Niceta Veicouo d'Antiochia. Vi dipinte in vna cappel la dei Micheli vn SanNicolò,con San Luigi & San Giona ni,vn pittore chiamato il Piua. Vi è anco di notabile la for ma di vno ftromcnto mufico ch'era detto Rigabello, il quale s'vfaua in Chiefa innanzi l'inuentione dell'Organo & vn'altro limile era nella Celeftia fopra la fepoltura del Celli . & dopo il Rigabello s'introdufle il Torfello che fi fonaua con mazze , condotto a Venetiada vn Tedefco . il qual fauorito da Marino Sanuto che f criffe la hiftoria , die- de il cognome di Torfello al Sanuto . ma eftinto anco il Torfello,fi ritrouarono i Ninfali,chefi cigneuano a trauer fo di colui che ^li fonaua con le dita,& erano co tatti come gliorgani,ma ntoccauano fòlamenteconlafiniftra. &di quefti fé ne vedcl'effempio (opra vna porta della Carità, 6c nella làla del Gran Configlio in mano a gU Angeli , nella faccia del paradifo . vltimamente furono ritrouati gli Orga ni che fono inviò. SanBafiIio. Lontano poi di qu ìndi verfo terra ferma , la profàpia de Bafei,fabricò San Bafilio, il quale caduto l'anno i ^47. per vn terremoto, fu rifatto come (ìvede. Si ripofano in «Juelto D E L S E S T I E R O i^efto Sacrario San Coftatino Confeflbreche venne d'An cona , & il Beato Pietro Acotanto nobile Vinitiano . S. Margherita. DIfcofto cento braccia per diritta linea apparifce Santa Margherita fabricata lotto Pietro Tradonico Doge 1 2.che fu l'anno 8^ 7. da Geniano Bufignaco padre di Mau- ro quinto Vefcoiio d'Oliupio. La cui cappella grande di mofaico dà manifefto inditio quanto ella folle riputata in quei tempi . lacomo Tintoretto vi dipinfe la cena, l'adora tionc,&. il lauacro de piedi di Noftro Signore . La piazza di quello Tempio è la maggiore della città dalla publica in fuori,nella cui edremità giace il moniftcro de Carmeliti. SanPantaleone. FRa quelle apparifce molto nobile San Pantaleonc,fon dato l'ano lozs.dalle famiglie Signol a Oc Cau la oDau la detta poi fecondo alcuni , Dandola in Venetia, & in Pa- doua Dotta . 11 corpo del Santo l'anno 15 14. fu portato con (òlennilTjma procefllonc , dalla Procuratia di San Mar co doue flette vn gran tempo , fino alla fua Chicfa . della quale in ogni età fono flati al gouerno huomini che poi riufcirono Vefcoui , Arciuefcoui ^ & prelati importanti . Il paradifb a guazzo nella cappella a mezza Chicfa,fu fatto da Giouani& Antonio Viuarini l'anno 1444. La palla del facramento è di marmo di mezzo rilieuo . Vi giace pari- mente vn'Arciucfcóuo di Corfu della famiglia Gritta , & vn lacomo Barfaldo Cacellicrodel Principe l'anno 1500. &PÌOU ano del luogo. Villette vn tempo fotto il portico vngran faflb , portato dalle fondamenta di vna fortezza al lora chiamata Mongioia ch'era de Genouefi , per ricor- danza perpetua delia vittoria & deli'efpugnatione d'eflà tbrtcz'-Ùjhauuta da Lorenzo Thicpolo . San DI DORSODVRO. LIB. VI, 8^ San Barnaba. DI qua dalla quale fi dimoflra a riguardanti con hono rata apparenza S. Barnaba aflài comodo Tempio con fpatioOi piazza edificato da gli Adami . In quello fi vede di buono,nclla cappella dalla fìniftra , la palla a guazzo della coronatione di I^oftra Donna,con Angeli & Santi aflai.óc fu di mano di Giouanni & d'Antonio Viuarini. San Geruafo. INdi pocodifcofto fu redificato l'anno 1028. il Tempio di San Geruafo & Protafò detto dal Volgo Trouafb^dal le famiglie Barbariga & Carauella . Ampio, notabile , & di bella apparenza,nel qual fi conlcrua il corpo di San Grifo- gono che vi fu portato da Zara . & nel (òtto portico è pofta la memoria di Antonio Milledonne Secretario del Confi- glio de Dieci, huomo di fomma prudenza & di conofciu to valore . Et di dentro ui ha parimente vn nobile altare , poftoin honorata cappella del medelìmo Secretario. La qual Chiefa come antica per l'apparenza fua,fu da quella in fuori di S. Pietro in Caftello, la maggiore che folle fatta a fuoi tempi, o perch'ella in quefto Sefticro hauellb luogo della prima,quafi come più degna di tutte l'altre circonui- cine,0 pure perche feruiflè a gran parte , ne gli offici diuini della gente anco di la da Canale. Conciofia che ella ha fèm bianza a vn certo modo di Cattedrale. S. Agnefe. SAnt'Agncfè Tempio affti venerando per lo concorib ogni anno del popolo per 1 5.giorni auanti alla feftiuità lua,fu fondata, chi dice da i Mellini nobili allora non pure in Venctia , ma al preièntc in Fiorenza , & in Roma,& di Z antica DE L SE S TI E R O antica profhpìa, poi clic Cicerone fd ricordo di qucfla gcn- tc,& chi dice da i Molini . Ma in qualunque modo fi /ìa , è Cliiefa molto antica & di bella ({rottura. Et vi fi ripoia il corpo di S. Venereo . Oltre a quella vi lì aduna vna fraterna la qaal crea vna Priora che ha in goucrno 6. giouani don- zelle lino all'età da marito dalla quale, apprendendo collu mi ciuiii & altre virtù conueneiioli a donncjfono poi ma- ritate o meilc monache ne monifteri. fottentrando in luo- go di quclic clic vacano altre donzelle ben nate & di pcrlo ne honorate per l'ottnna inftitutione dei luogo . San Vito. SAn Vito fu opera della Cafa de Magni l'anno 9 1 7.nobi- litata prima per lo corpo della Beata Contcfìa dellafami glia Tagli api era, & poi per l'andata del Principe che la viii- ta ogni annodi come nel i z.libro s'è detto . San Gregorio, SVI canal grande o quafi poco in dentro rifponde per fia co San Gregorio,edifitio della famiglia Pafquafìì, habir tato già di. frati monaci fbtto la cura d'vno Abate,<^i reftan raro dal Vcfcouo Bartolomeo Paruta huomo dotto. Il quale, còtra fua vogha, hauuta quella Chiefà da Califtò III. col mezzo di Filippo Paruta Arciucfcouo di Candia, fom- mamétc amato dal predetto Pontefice, vi fu il primo Aba te di queita famiglia . Et per cloche quefìo luogo fottcntrò nelle ragioni di S. Ilario già tabricato da Giulliniano Do- ge decimo , di qui è cheponiedc gran parte del territorio delle Gambarare, di Trefligoli , completa M DX [. Die V I /. /uhj profètach^redibus . .,.h.i Conuertite . .o ;,,^^,,. T^ T pòchi àhni fono , fi labricò il moniiìeró delIcCon- -Lv ucrtitcaccioche fi come le Vergini confacrarc al fcrui tio di Dio hanno ricetto per conleruarfi, coG le peccatrici pcntitcjìabbiano parimente doue laluarfi in tutto d?f i pcc cati. Qiiiui dimorando aliai gran numero di donuc 6c lue- te belliflime^tpcrcioche non vi li accettano lèjiónquejlc che hanno fomma beltà, acciochepentendofi non ricag- §itìo ne peccati per la forma loro attrattiua de gli altrui dc- fiderijlielièrdtanocoii ordine mirabile in diuerlì artifici;. -^ Vitelle DI DORSODVRO LIB. VI. 91 Zitelle. ^7 On meno fono notabili le Zitelle, inftituite da poco ^tC'poin qLia.Pcrciochcaicune honoratiIs.5ctildonne, prouedendo con religiofa cura a quelle poucrc fanciulle , che eflcndo orfane andauano vagabonde perla città, fon- darono il luo^o loro con ordine nioko pio . Doue indrut teortiniainóre da matrone elette a cotale offici o,nella via del Signore,^ prouedutedel uitto , s'elTercitano nelle colè diuinc con falutc dell'anime loro. S.Sel- 3artiano. MA ritornando di nuouo ^ Venetia dalla parte di San Ba(ìlio,(ì uede quali per fronteil bellifs.Tempio dedi- cato a S.Baftiano,altre uolte Chiefa parocchialc, retìaurato a tempi noftri cofi dentro comefuori,con la faccia d'eccel lente (ìmctria , & confacrato l'anno 1562. dal Vefcouo de i RolTi. Ricco di bellezze diuer{c,& cultifs.per qualità di co fé nobili ,^crarc. Conciofiachedalladeikavicinoallapor ta per fianco è pollala palla dipinta daireccellentifs.Titiii- no , con San Nicolò, in ricchillimoaltare di colonne & di marmi nobili, per opera di Nicolò Craflb Oratore eloqué- tifs.& de primi Caiilidici de noilri tempi. Et nel corpo del :lo altarejii leggono l'infrafcntte parole. NlCOLAVS CRASSVS FORVM PRIMVM, NAVI ' «ATIOKEM DEfNDE SECVTVS, ADVIRSA FOK • ' TVKA, FORTVN JS OMNIBVS SPOXiATVS, AD »ÓRVM VTEIVVM REVER^SVSj HVNC POSTREMO lOCVM LABORVM OMJIIIYWCj' E'T ; M I S^ RI ARVM QVIETEM, SIBl ET PO.STERIS P, MDLXIÌI. Nella DEL SESTIERO Nella prima cappella dopo la predettala Niitiata fu di ma- no di Battifta di Bonifatio da Verona . Nella feconda, fabri- catain memoria dell'antico Melio da Cortona Generale della fanteria della Repub.da Melio da Cortona celebre Giurifconfulto & Oratore , la noftra Donna di marmo fu fcolpita da Tomafo Lombardo , a imitatione della Vergi- ne polla nella lo^getta di piazza, di mano del Sanfouino . dalla cui fuiiftra fi legge . Melio Cortona Vniuerfi Peditatus Pr^efedo fortitudinis , ac fidei incomparabilis^Qui magnisjclarifsimifque rebus prò Veneta Repub.geftis, Scodra ab obfidione libera ta,Profligatishofl:ibus ad Molinellamlo cum in Bononienfis agri fìnibus , Coritta fèu Veglia Inlula co nfèruata, in bellum demum Ferrarienfii fortiis.dimicans, tor- mento bellico iótus occubuit,MeIius Cor tona Iurifc.6c Cablar nepotes,auo paterno pof ùere . Nella terza della famiglia de Garzoni, la palla del Crocifil^ lo fu opera di Paolo Veronefe . Et iui prefTo giace in lèpol- cro di marmo Architteturato dal Sanfouino Liuio Poda- catharo Arciucfcouo di Cipro con quella infaittione . LlVlVS PODACHATARVS CypRIVS Ar- CHiipiscopvs Levcosien. Ex Testa- mento, Obiit MDLV. XIIII. kAL. FeB. V. Ann. Lxxxi. U DI DOUSÓ0\rRO LIB VI. 9^ La cappella grande con la hiftoria di San SebaPtiano da tift- ' ti i lati tli dipinta da Paolo Vcioncle . il quale nel (òiiirt'o sfondato, che comprende con oro & con pitture tutto il , corpo del Tempio, fece in copartimenti di quadri & di tó- di , la Hiftoria della Regina Heller , con tanta forza d'atti, con fi bei panni,6c con colorito tanto gentile, che fu repu- tata per cofà iIlulì:re,poi che fu fatta nella prima fua giouen tìi . La palla di marmo nel la cappella Grimana fu fcolpita da Aleflandro Vittoria, il quale ui fece anco la ftatua di marmo di Marc' Antonio Gruiiani , fotto alla ^ualeèin fcritto . Adarco <:y4ntorÀo Grimano Senatori integerrimo y C> tam jubtundis Magijlratibus quam opti- mis confdijSydomi forifque optimefemper de ^e pub, merito y acpoji Z^incentium ^ Petrumfra tres Procuratoriam dignitate ampli fsimis fuf" fragijs adepto , Obijt anno Salutls M D LXV, XI.Martij,'vixitann,LXXXI.<:^loyftus0^ 0B:at4Ìanuifìij pienti fsimiJI^P.M, Nella Sagreftia.li 9. quadri che la circondano con vaghiti- ma viiìa/urono dipinti da i Veronefi. & il S.Moife fudi ia- como Tintoretto. Nel cui veftibolo giace Hieronimo Ragazzuola,letteratohuomo del tempo fuo,& (bmniolc ^ifta della Repub.il quale fu Cancelliero del Patriarca & ui li legge. ; . . * Io: AVO EGIDIO ^'lavrae parentibvs opt. ARIaNAE INF. FILIAE SVAVISS. VITA FVN- CTIS, DARIAE CONIVGI CARISS. EGIUIO, SIMPHOROSAE^ LIBERIS DVLCISS. V. SIBI \ Ì^OSttL- HlERONYMVS REGAZQLA H. M. P. M D XLYlil. V/ Aa Vi DEL SESTIERO- Vi apparifcc fimilmcnte la memoria di Domenico Beui* laqua huomo di bontà & dottrina ringolare,& Secrerario del Configlio de i Dieci.con Tcpitaffio. Dominicus "Beuilaqua Excelfì Decemuirum Confi liiaSecretis minimus ^fleredume^ue cinerthus adnouifsimum diem uiuenst hoc uoluit poni mo mmentum. MDLXXF* armini * C Rande Se bel luogo è poi,con comodo & largo Con- uentOjla Chielà di S.Maria de Carmini, nella quale Bc liedetto Diana famofo maeftro nella pittura , fece la palla con tre Apoftoli dentro de Lorenzo Lotto ui dipinle per fianco la tauola di S.Nicolò con S.Giouani Battifta in aria. Vi dipinfè anco Lazaro de Sebaftiani la Miiericordia col Dio padre che lancia faette con S.Roeco a guazzo. Vi fi ri- pofa Marc*Antonio Veniero Dottóre & Procurator di S. Marco, Senatore integerrimo dell'età noftra > Oc Daniello fuo figliuolcall'uno è infcritto Marci Antoni] Veneri] PhiLOpt.Mer.D.Mar ciProcuratoi'isofla.Vixitann.LXXIL M. IX. Obiit M D L V L 1 1 IL non. Aprii, all'altro» Daniel Venerìus Marci Antoni] Phil.D.Mar ci Procurato ris O prime meriti filius,fibi & poikris viuens P. M D L V II. IH. Id. ^an. Vi Di DORSODVRO LÌÌ5. Vi. 04 Vi fono parimente le in fcgnc della famiglia Poiana con là infcrittione. Marino Se Dionorar PoUni Parentibus Opti inis , Francifcò fratri carifs. fibi & pofteris Triphon , Beniardus j oc Bernardinus filli meihfs.pofiiere. M D L X V I* Et quelle della Cafa Ciurana alla deftra della cappella gran- de, doiie in Icpoltura di marmo di diuerfa forma dall'ufo comune, (1 ripofa Luca con la llatua di marmo > & ai (ì legge. LvCAÉ CIVRAMÓ SENATORt Ò P T. ET A M- fLISS. HONORIBVS FVNCtO, PETRVS GEOR GIV$ EX SORÓRE MEPOSjPONENDVM C V- RaViTì JDfcCUSSIT ANN» MDIII. Et all'incontro quelle della famiglia Gucra doue fi legge * PBTRl GORII OSSA* Etuicino alla porta del Chioftro appari fce il fcpolcrodi bello Ócuagodifcgno, pollo da Pietro Giurano valorofo ^^ntilhuomo, & d'animo ueramenteinuittOjfi come nel- la guerra paflata fi potè uedere p l'opere fuc/atte coli a Zara comcaltrone a beneficio della fua patria, ad Andrea Ciii- rano,con i'infrafcritto epitaffio. Andrcx Ciurano,Qui rei ttiilitari annis XX« Strenue operamnàuandojMuglam,to- , .,. Aa 1 tamquc DEL SESTIERO tamque Ulriam , ab Vnnorum impetu fèruauitjTurcaiumuim in Dalmatiaré- pre(sir, Cremam ciimexulibus obfidio- ne cinxir, A puliam a C^farianis recupera uit, Atqueideo de Rep.optime meiitus ^ AtìDOXtmsiux L V 1 1 1. fcelicitérobiir, Andrca^deindefunim^fpeiadolefcenri, poli naufragmm,morbofublato, Petrus Ciuranus illi fìlius , buie uero pater pien- tifs. M.H. P. MDLXXIL ; S.Maria della Carità. D All'altra parte del Canale,! Giuliani conflriificro la ho nocabil Chiefadi S. Maria della Carità l'anno i iip. Percioche eflcndo prima dì tauole attorno ad un capitello d'una imagine della Vergine, famofa per diucrtì miracoli. Marco Giuliano la fondòi&indicrefcendoapocoapocó diuenne celebre fra l'altre della citrà.Ethaucndoia Papa In" nocenzo 1 1 . conceduta al Prioredi Santa Maria in Porto da Rauenna . ni furono podi ad habitare Canonici regola- ri . Fu poi fatta molto più Illuitre da Papa Aleflandro III. quando ritiratoli a Venetia per la periècutione di Federigo Imp. ui dimorò occultamente 6: fconofciuto. Percioche non folamente la honorò con la prefenza fua, ma lediede una Indulgenza perpetua &hmile a quella della Chiefa di S.Marco,alla quale concorre non pur tutto il popolo di Ve netia, maquafidi tutta la Prouincia all'intorno, il terzo giorno d'Aprile.In memoria della quale fi legge fottoall'ar me fua fopraalla porta maeftra , l'infcrittioiie infrafcritta. Alex, IDI DORSODVRO LIB. V!. 9i Alex. iir. font. max. federici AVRABti PROPVGVS, HAS SACRAS REGVLARlVM AEDES PRO MVNERH RECEPTA HOSPITALITATIS INEXAVSTO I N DVLG EN T I ARVM THESAVRO PfiRPETVO DICAVIT. MCLXXVir. Sì Icggcoltrc alla predetta inlcrittionc l'infrafcritta bolU del medelìmo Papa, in quefta forma, Qy4LEX A^ DE'E^ Epìfcopus Seruus Seruo-^ rum Deiydtle^isfilijs Priori (^fratrikus San^ ci deuoto CjT* humiliter 'vijitauerit , de pcenitentia fibi iniunSla 'viginti dies , conjìjìde mijericor-^ dia /efuChriJìiy^ beatorum Apofloloruml^e' tri ftj Tauli meriti s duximus indulgendosele igiturilludind Algenti <£quod X'ijìtantibus Eccle Jiam 'vejìram annuatim indulfimusy in pofle-^ rum a memoria hominum elabatur yremifsio-^ nera DEL SESTI E R O fieììi qua,mfecimtis auEiorhatè (i/^pojlolca coH firmamuS) eamque ad perpetuam memoriarfi futurorumin fcriftis duximus redi^enda* DataZ^enetiis in 'Kiualto > quarto KulJunij* Vi fono diucrfi nobili ornamenti , de quali la palla di SaA Giouanni Euangelifta dipinta a guazzo fli fatta da Giouart Bellino , & lo fcabcllo dì lotto, fu opera di Lauro Padoua^ no.EtlapalladiNodra donna fu dipinta da GianBattifta da Coniglìano fuo allieuo . Titieno vi fece la Noftra Don* na che fale i gradi nel Tempio * Nel primo chioftro fi veg* gono due quadri di bronzo di mezzo rilieuo nel fepol- cro di marmo porto in aria di Brianionte Capitano illu- llrc, ncU'vno dequalièvna battaglia pedeftreót nell'altro vna a cauallo,lcólpite da Vittorio Gabello* Et nella cappel* la del gióielliero , è vn Chrilo di bronzo di buona mano. Vi C\ veggono fimilmentc due ftatue de Principi Barbari- ghi,i quali hauendo le ilanze loro nella preicn te contrada, vollonoeflèr riporti in quello nobilirt. Tempio, ócfuro- no,Marco Barbarigo ^ Agoftino amendue fratelli, perciò che hauendo occupato tre volti non forati i5c congiunti infiemc con colonne doppie, vi fono tre belle figure in pie dijdi tutto tondo , & nel volto di mezzo è collocato vn'al- tare,alla cui dcrtra è iltuatala ftatua di marmo del Doge in ginocchioni, & dalla (ìnirtra vn'altroDoge fimileal pri- mo. Scfotto il primo de volti predetti fotto vnfepolcro di marmo doue fi vede dirtelo Marco Doge 72. che ville l*anno 1 45^ 5 . vi fi legge in campo d'oro. Marci Barbadici Pinci pis offa hic funt , ciuA dem rede fadoriim ìntct homines nun- quam interitura laus. Qucm cum diuin Principatiiadmirarinonpotuiflèntjcun- dem DI DORSODVRO. LIB. VI. 96 dem pene viiientem Patria^ iteium reiH- tuerent, Auguftinum fiatrem ei fuffccc- runt, debitum uirtuti tellimonÌLim,quod antcainaudituin,poll:erosadgloriamfèm perexcitauit.Pr^fuitMenfès IX.Vix.Ann, LXXILMCCCCLXXXV/. Sotto all'altro volto oltra all'altare in fcpolcro fimile a mezza aria & di pari lauoro 6c bellezza, vi è ripofto Ago ili tio fratello Doge 7 5. che gli foccefle nel Principato, & vi fi legge. Augullinus Barbadicus, frani Duci optimo in credibili totius ciuitatis confenfù fbfFeótus Rhetico bello confeóto , Cypro recepra, Piratistoto mari fùblatisjrebusltaliaspoll: fufòs ad Tarum Galles, Ferdinand umque /uniorem in Regnum rellitutum compo ficis,maririmis Apuliie oppidis, Imperio adiundis , Hetrufco tumultu fèdato,Cre- mona,Abduana(]ue . . . receptis, Ce- phalonia de Turcis capta^florentifT. Reip. ftatu viuens M.H. R Vixit A n n. LXXXl r. prrfuitXV.D.XX///.ObijcMD/- più oltre la palladi San Giorgio di marmo,legata in hdìiff, altare con ricche & nobili colonne, fu compodtione di Chriftoforo GobboArchitetto Milanefè,p ordine di Gior gìo Dragano, ricordato dal Sabcllico nel io. libro della 3.Dc- 6 Et SESTI ERO 't ^^.t)ecaperhiiomodi mare, & della eui famiglia fu Luigi GrifalconiFilofofoillullre de noflri tempi fepolto nelci- miteriodi San Giouanni & Paolo. Al l'incontro apparifcc la cappella di San Saluadore , notabiliffima fra tutte l'altre della città,edificata da Domenico di Pietro gioiellicro ric- chi(l"!mo,&: antiquario,con marmi, con porfidi,& con lèr pcntini molto alla grande. 11 Coro di rare tarfie adornato fu fatto da Alefìandro Brigalo. Vi è parimente di notabi- le,il chioftro con belle,giollè, & fpefìe colonne comporto .da Andrea Palladio nobile Architetto. Si (èrba in quello Tempio il corpo di Santo Aniano Vefcouo d'AIeflàndria. che fu difccpolo di San Marco . Nel mezzo della Chiefa è il fcpolcro della famiglia de Roffi di Parma, della quale Pie tro fu Generale della Rep.Óc il Conte Guido Tanno 140Ó. fu (eppellito in quello facrario, come nobile Vinitiano be- nemerito della Signoria,!] comealtrouchabbiamolun- :gamente trattato. Santa Marta . ^^ EU'eftrcmo della città che guarda verfb Padouaèil ^ Tempio di Santa Marta habirato da donne monache fabricato già dalla famiglia de Salamoni . In legno & rcco- gnitione della qual cofa , fuole ogni Badcfìa fatta di nuouo mandar nel fuo principio a donare al più vecchio della caia vna rofa difèta. In quello fi vede la palla in due niqchi incò tro alla porta dalla finillra , dipinta da Bartolomeo ócda Antonio Viuarini. S.Maria Maggiore. ' - -^ T) Inoltre Santa Maria Maggiore di nuouo edifitio,& -1 Juogo di donne monache,ha vna palla notabile di San Gimianni Battifta nel deferto : & fu di mano dell'eccelleÀ tcTitiano. I GiC' DI DORSODVRC. LIB. VI. 9-j Giefuad- SVlamedcfima fondamenta apparifce il Tempio dei Gieliiati compofto con aliai beila forme coli di dentro come di fuori , Era per auanti fli quctlo tóndo vna piccio- la Chidcttadi San Hicronimo, oc i irati lì cliiamauano al- lora i poLicri di Santa Agncic,dalia cui Chicfa fono per po- co fpatiodifcofto. Ma lianendofì mclfo mano alia collrut tionc d'elfo luogo allora tutto pieno di paludi & di fqiie- ri,fi fabricò nel tempo di Nicolò Marcello Doge 68. che fu l'anno 147^. Il quale fu moltoaficttionatoa quello làcra* rio,(5<: fauorendolo,dicde loro diuerli aiuti,& come protet tore vi lafciò alla morte fua tapczzarie diuerfe,argcnti per altari , Oc altri ricchi ornamenti. Fra quali fono vn Chrifto d'argento d'altezza quali di vn bracciodi molta bellezza. Oc a.Candelieri di diafpro : fu le quali tutte cofe è fcolpita l'infègna del detto Doge. A quello luogo il Beato Lorenzo GiultinianOjdonò la fua cocolla,tenuta da i frati come reli quia . Oltre alla quale vi fono delle reliquie di Santo An- drea,di San Giouanni Chrifollomo , 6c di San Sebaftiano. Di fuori fono collocate _j .figure di marmo, cioè vna refur rettione,vn SanHieronimo,& vn San Giofcppo . In Chic fa vi è vna palla di vn Chrifio in Crocejauorata dal Tinto retto . Vn Dio padre di lacomo Palma il vccchio,con vna pietà di ottimo & intendente maeftro . Furono protettori di quelli padri,i Corboli di Fioréza in quelli tcmpi,de qua- li vi giace Francefco famofa &. honoiata perfona nelle co- ie della mercatura. Incurabili. TTx leci pafll più oltre fi troua lo Spedale cofi di huomini -*-^ come di dóne de gli Incurabili infliruito l'ano 1S22. Pcrcioche hauendo per auanti Papa Leone X. deliberato che lo Spedale di S.Maria . & 2 5. a quelle che non hanno l'antianità del tempo » Spirito Santo. T caminando per diritta linea , fi giugnc allo Spiiito Santo,Tcmpio habitato da monache dell'ordine di S. Hicro- DI DÒRSODVRO. LIB. VI. 9? Hlcronimo , fotto la regola di Santo Agoftino . Il qual Sa- rrario,cflcndo ne tempi de noltti maggiori di legno, fufat to di pietra , non vna \'olta lòia ma due «Se tre per ridurlo a perfettione . Et in vn tempo mcdclimo fu ancofabricata U fraterna per fianco delio Spi) irò Santo, co i tefori dell'in- dulgenze donate a quelle donne , da diuerfi Pontefici Ro- mani . Alla quale è prepollo vn prefidente d'anno in anno lòtto titolo di Guardiano , del corpo de più eletti & fcelti cittadini . I quali fanno duieriè operationi religione & Chri iliane . Et Ci dice ch'il primo cheiòndallcla Chiclà di pic- tra,fu vn Santo Verde, molto .{ftcttionato al predetto luo- go . Et Hieronimo de Prioli aiutò in parte a fabricar la fiic- ciata .Vi Ci vede di buono , la palla dell'aitar grande lauora- tadaTitiano, & tenuta con molta cuftodia dalla madre Suor Maria Celeftina Pifani Badefià delmoniftcro . Giefuiti. p\ Alla parte vcrfo Dogana fi trouano 1 Preti Riformati, -L>' detti Gie(ùiti,infl:itutori d'vna ottima regolationealla vita Chriftiana.nella quale facèdo molto frutto co la predi- catione & con la confelfione, fono vtili molto nella vigna delfignore.La Chiefa loro reftauratadi nuouo incom- modq Oc bella forma, èvifitatadi continouo dalla mag- gior parte della città . onde adornata di molti abbellimen- ti s'è fatta nobile & chiara fra l'altre.percioche vi fonoquat tro bellill palle, l'una della paffione di Chiilto dipinta da lacomo Palma.L'altra degli Apofioli San Pietro & S. Pao- Jo,fatta da lacomo da Baflnno.La terza della circonciiìonc di Noftro Signore, di mano di Marco del Moro. &rvl- tima di San Francefco di Simonetto da San Calciano . Vi è parimente il foffitto molto ricco & degno di con- fideratione , òcfu opera di Paolo Veronefe.'Vi (ì fabri- ca più oltre a quello vn bcllillìmo tabernacolo permet- ter in l'aitar principale , nel quale dee riporfi il corpo Bb z di © E L S 1 S T I E R O éi N.Signorccon intagli cofi fin^olari , con tanta ticchcz- za d'oro, & con pitture cofi nobili, di mano di Paolo pre- detto,dcl Palma,& difrancefcoda Baffano, che farà cofa veramente dcgna,non pur della fudettaChiefa, madiquc- ftareligiolà città. Ogni Santi. SI ha fu] cafo di quefte chìefè Ogni Santi di donne Mo- nache, ma di nuouo edificio: chiaro per Santo Barbari- go,ócperIaconioDuodo. . Trinità, 'VT Icinoalla Dogana da Mare, Ci troua la Trinità : fabrica ^ antica,& di molta diuotione, la quale fu conftrutta Se inftituita da i Caualieri Teutonici della PrufTia , allora che cllendo il mondo inferuorato nell'acquifto di terra Santa , fi faceuano fpelìl palfaggi in Soria . Per cagione de quali,ef fèndo Vcnecia commoda fcala per quei paeH , ogni natio- ne cercaua dihauer luogo proprio in quefta città per le co- lè loro . & tanto piu,quanro che la Rep. abbracciando la lo ro Santa intcntione,non folo daua ricetto, ma aiuto & fa- uore con legni Oc con armi contra gli infedeli) ad augumé- to della Santa fede di Cimilo . Nel 111 fcritto Sellerò fono in Ibmma X I. Contrade. XI. Chiefe parroccliiali. XIII. Chiefe di Frati. Vili. Chiefe di Monache . Vna Fraterna Grande.XXVi.Torri (acre.Vl.cor pi Santi, XXVIII. Organi. Il.Oratori. III. Spedali.X.piazzc. XIX.palnzzi.XXVIII.Giardini.V. Aatue marmoree.XLIX. ponti di pictra.XX.pozzi publirhi,& XL.Corti. Sono parimente nei IM foie circonuicine che fonoal nu- mero di Xlll.non connumerando S.'laconio di Paludo,nc S.Francefco dal Diferto. XII. Chiefe di Frati. I.di Monache X.corpi Santi.XlIl.Torri facrcSc V.ftatue . DELLA 99 DELLA VENETIA CITTA* NOBILISSIMA defcritta da M.FRANCESCO SANSOVINO '•C>2Gi Libro Settimo . Opo le Chiefcji Monaftcri,gli Oratorij, & ^ gli Spedalijche di fopra s'è detto, fi troua- no fra le più honorate, & religiolc cògre- gationi della Città,fei Fraterne, chiamate comunemente Scuole Grandi de i Battu- tijconciofia che abbracciano gran quanti tà di pcrfonecofi nobili come cittadini & popolari , & fo- no fottopofte al Configlio de Dieci.In quelk s'operano co fé rcligiofc , percioche quali come in Academia ò Scuole publiche vi lì imparano & effercitano l'operationi Chri- ftiane a beneficio dell'anime de fratelli cofi morti come ui ui , & iìluftri & di gran beneficio per i poueri a gloria di Dio & , Scuola della Carità : LA pri mn che fofle inftituita fu Santa Maria della Cari t2,u: fi comincio l'anno i26o.aSan Leonardo,lu l'oc cafone ddìa Vergine mi racolofa per la quale fu edificata la Carità . Oc da quella tutte l'altre cinque prefero la fora-» a lo- < : DELLE FRATERNE .^rotcòfì nel modo della fabrica come del gouerno.Cond(> fia che in Ggn'iina il crea del corpo decittadini per nn an- no,imGuardiano,aI quale fi dà titolo di grande, ri fpetto al la cura Tua di tante perfone,^ rifpetto anco all'altro Guar- diano ch'è fotto di lui chiamato da Mattino . Vn Vicario con altri officiali,& miniltri,& li dodici della Giutita,l'offi ciò de quali è d'efler adiunti al Guardiano &c alla banca nel le deliberationi che fi trattano fra loro,& quelli fono il neruo di tutto il gouerno . 11 Guardiano Grande col Vica- rio vanno vediti nella folennilTima telliuità del Corpo di Chritto , l'uno di color crcmclìno con le maniche alla ducale,& l'altro di panno pauonazzo a comito, comerap- prelcntanti in quella parte il Dominio: & per l'ordinario fi come infcituto procedete ab antiquo,!! honora il Guar- diano con titolo di Magnihco.Queflefci Scuole,maritano ogni anno fenza alcun dubbio più di 1 50o.donzellecon l'entrate de ilafci dei teda menti. Difpenfano Umilmente ca(è,danari,farine,matelli, & altre colcalla pouertà perno tabil fomma d'oro,per cicche ogn'una d'cfìè Fraterne ha di rédita intorno a cinque ò lèi mila ducati di ilabili & di pò deri. Et tutti i predetti officiali , cofi di queila come dell'al- tre fraterne, (i creano co modi medefimi, che fa quella . Et nel vero apportano grande ornamento,& giouamento in- fieme all'vniuerlàle.Percioche oltre che fono copiofamen te fornite d'argenti,di paramenti,di làcrofante reliquie, & di altre cofe appartenenti al culto di Dio,rapprefentano aii co un certo modo di gouerno ciuile , nel quale i cittadini , quafi in propria Rep.hanno i gradi & gli honori fecondo i meriti.& le qualità loro. Hanno etiandio diuerfè bellezze, cofi di fabriche,come di pitture &d'altro.Percioche in que ila della Carità edificata preflò al canal grande & per fronte della Chiefa della Carità, grande & capace a baflanza con bella fala& albergo, vi fono gli Apofloli fatti a guazzo maggiori del naturale,da lacomello dal Fiore,che ville i'an no 141 8.Et nell'Albergo la noflra Donna di pinta anco ef^ fa a guazzo, fu opera di Antonio Viuarino da Murano . Vi fi uede etiandio il ritratto del Cardinal Beffarione , il quale veilito O SCVOLE GRANDI LIB. VII. loo vcftito da fratello di Scuola , ha quiui prcflb il cappello da Cardinale.Quello huomo (Involare nelle dottrine, haucr- do fatto dono al Senato della f iia libreria, li come s'è dc'a<> altroue,fu parimente cottele a quella Scuola,di vn quadret to,ncl quale fono dipinti all' vfanza greca in Capitoli, i mi- fteri j della palllonc di Chrillo, co le parole greche del Van- gelo polle di (otto . Vi fi vede ctiandio un quadretto con vna teda di Chrillo in maellà fatta a guazzo da Andrea Bellino . Di fotto nel primo piano, (1 leggono in teftimo- nianza della fuaedificatione, & della reltaurationc l'infra- fcrittc parole. CharitatCì Amore , /zlumanitate, pauperes antecejfores edijìcauertint MCC LX, SucceJJòres uero rejiaura uerunt MDLXVI. & dall'altra parte, Dominium Uenetum » T^eligione^ Legej /ujlitia confer'^ uAt 2{emp, CharitateyAmorCy Pietau fubditos. MD LXVL Scuola di San Giouanni Euangelilta, P\ Opor la Carità fu comi nciatoTanno 12 ' S. Giouanni Euangelifta: il cui ridotto la prima volta fi fece allaChie(à di S. Aponale.lndi a poco tépoottenncra dalla famiglia Badoara terreno, douc collocarono l'anno i^o7.ralbergo,& lo edificare molto nobiimcte. Et comin ciatalilafahrica l'anno 1^48. fotto il Principato d'Andrea Dan- DELLE FRATERNE . Dandolo , fi finì l'anno 1405 . del mefe di Marzo , fbtto il Guardianato di laconio Tattaro.ll Salone di quella fabrica è lungo 64.piedi & largo 24.& halafi-ia lalita per fianco cq bellilfimafcalajimitata poi da quella di San MarcoL'or di- ne del gouerno è come quello della Carità . Et è ricca di prouenti di cafe,& di poderi per lo maritar delle fanciulle. Oc per gli altri bifogni.Anzi qila ha di più dell'altre uno Ara fordinario detto facccch'ogni dózella figliuola de' fi^'atelli di fcuola che voglia ò monacare , ò maritarli pur ch'ella lo ricerchi dalla fi:aterna,eflèndo però di balla fortuna,rieeue dieci ducati per fi.10 fouegno . Ma molto la rende illullre & chiara la Croce miracolofadel fantifs. legno doue fu mor- to Chriflo, ch'i fratelli confèruano con molta veneratio- ne , la quale famofa perdiuerfi miracoli, le diede reputatio ne & grandezza. L'anno 1 5 6p .un Filippo Mallèri Caualie- ro & gran Cancclliero del Regno di Gierufalem, hauutala in dono da Pietro Tomafo Patriarca di Coflantinopoli la diede a quello Sacrario . Et portandola i fratelli in cima al pennello, auenne fra diuerfe altre cofe fcritte di quella fan tifllma Croce , che andando la Scuola a San Lorenzo nella feftiuità fua , & non potendo paflarfi fui ponte per la folta delle brigate, vfcita del pennello, cadde in acqua, ma ftando ella fòfpefa in aria fopra all'acqua, Andrea Vendramino Guardiano in quel tempo,hebbe gratia di poterla toccare &. ricuperare. Auenne parimentea S. Lio un'altra maraui- glia per un fratello di Scuola poco dinoto d'ella Croce, che nella morte fua,non potè ellèr portata al fuo funerale,fi co me attefta una parte del Configlio de X. fatta l'anno, i ^ 74. a gli 1 1 .di Maggio in materia de predetti due miracoli me- morandi . V i fono medefimamente pitture diuerfè, della hilloria del tellamento uecchio & nuouo, con la palìlonc di Chrifto, non punto volgari , & la feconda parte di que- lla opera fu di mano di lacomo Bellino,chefece anco la fe- conda parte della Natiuità. Nell'albergofi ueggono dipin- te le hillorie dei miracoli della predetta Croce, di buona mano & di diuerfi maellri . Conciofia che la prima tela a man deftra fu di Benedetto Diana . La feconda di Gian Bei- imo O SCVOLE GRANDI LIB. VII. tot lino , amcnduc lodatifs. 5t famod macftri.La terza di Gio- uanni de Manfueti,& la tela alla finiftra deiraltarc,di Vitto rio Scarpaccia huomo di rara eccellenza. L'altra all'incoii tro fu di Giouanni Marifcalco . Et oltre all'altare, la prima tela dalla {ìniftra,tLi dipinta da Lazaro Sebajliani. La fecon- da da Gentil Bellino , & la terza da Giouanni de Manfucti . La palla dell'alrarefuoperadilacomo Bellino . Nel fecon- do albergo di dentro, il foffitto fu fatto dal (èmprc memo rando Titiano . Et nella facciata dalla finiftra parte pcde vit quadro di Rocco Tedefco,di tanta diligéza & bellezza clic e flimato di molto prezzo . Vi fono ctiandio diueriè rcli-r quie , fra le quali Ci nota una gamba di S.Martino,& la tcila di S.Angelina . Nella facciata all'incontro del Tribunale, doue feggono i Gouernanti,fi conferua vn tabernacolo di opera Tedefca di radici di perle, conia hiiloria della pafìlo- ne di noltro^ignore di figure piccole di baflb rilieuo, di grandezza tuttala machina di poco più d'un braccio , ma di efqiiifita uaghezzaAdi ualore di molti & moiri ducati, oc fu dono fatto alla Scuola,di Liuio Podochataro Arciue- Jfcouo di Cipri fratello di ella Scuola. Della quale fu fatto medefimamente fratello l'anno i y 7 1 .Filippo 1 1. Re di Spa , gna,Ferdinando fuo figliuolo, Don Giouanni d'Auflria fra tello del Re Filippo , Diego Gufman Oratore del detto Re prefìb a quefta Rep.Iacomo Crifpo Duca di Nicfia.Riccar-t do Sedici Gran Prior d'Vngaria, lacomo Scellei fuo fratcl-, lo Commendator di lerufàlem. Vn'altro Riccardo Scellei nipote del primo Riccardo. Felice Nicto di Gufìnan nipov te dcU'òjratore.Odpardo Gran Barone del Regno d'Inghili terra,(Sc Chriftoforo Salazar creato del detto Re,eflèndo al lora Guardiano,Bernardino de i Nafì, Vicario, Giouàni Fi golino,Guardiano da matiino,Ottauiano Zecco Dottore, & Scrinano Giouanni di Pace. Sono anco fratelli di que- fto ridotto, i Frati Mmori,la cui Cliicfa è per fianco . Et di qui èjche la Domenica di Lazaro, quanclo fi moff ra il ùi\- gue miracolofoal popolo, i Frati fanno intendere alla Fra- terna, cornea lorofratelli,chc neghino a uifitarlo,ond'clla comparendo progefnonajmcntc alia Chiefa , & tràsferitafj «,i^. /v-: Ce vcrfb DELLE FRATERNE Vet/bla cappella maggiore, gode della deuotione del pjc^ detto raiigue conferuato ne Frari . Scuola della MiferL cor di a. NEI Scftiero di Canareio fi contienela Scuola & frater- na di S.Maria della Mifericordia, & inftituita da quel- la de iMercatanti ab antiquo : della quale facemmo mentio ne di fopra faucllado di S. Maria dello horto.La fabrica vec chia è riguardeuole molto : pereiochc la fala è lunga & lar- ga quanto altra che Ila nella città, con bello & honorato al bergo.Con tutto quello l'anno 1 5 54.POCO più ò meno,'ci^ fèndo Guardian Grande Francefco Feletto eccellentift.Ora tore & Caufidico^diede principio a un'altra Scuola nuoua rper fiaco della vecchia,'ful modellodi lacomo Sanfouino : oc fi fabricò con larghiflima fpefa . La quale per qualità di fondamenta , per grofìezza di muraglia , & per bellezza di compofitura,è la più notabile & la meglio intefa,per giù ■ditio dei periti in quella profeirione,che fi troui nella città. Ma ben fi crede che non fi habbia da ueder cofi toflo il dio fine , fé non fi deftaffe perauentura qualche fpirito nobile, che {limando veramentelo honore & la gloria della fua pa tria, procurane quando che Ga,di mandarla inanzi più che fi può.Ha la fabrica vecchia fopra il portone la (tatua di no- flra Donna di marmo,con beiraria,belle mani, & con pan ni molto benintcfi, & fu fcolpitada Bartolomeo che fece il portone di palazzo . Scolpì fimilmete le figure che fono nel frontifpitio d'cfla Scuola,fornita copiolàmétc di argen tarie,di uafì,di reliquie , & d'altri arncfi neceffarij a tanto ri dotto.Ncl quale tiene il uolgo che fi riduca la maggior par- te de i cittadini originari j,& che però dia a un certo modo preceda all'altre per quello conto. Scuola O SCVOLE GRANDI LIB. VII. i«i Scuola di S.Marco. SI ha parimente un'altra Scuola Grande, (otto titolo di SMarco,ntuatavicinoalIa Gliela di S.Giouani s3c Pao- Io,notabile per edificio, per numero di pcrlone , per entra- ta,6c per ogni altra qualità di cole eccellenti. Nel principio fìriduceuanoa ^anta Croce in Luprio:mariceuuto 1 anno 14^ 8.un fondo da i frati di S Giouanni & Paolo, (i partirò no di colà nel giorno della fèftiuitàdi i. Marco, con lolen- nilfima procellionc . Auenne poi che l'anno 1 48 saric 1 al bcrgo,onde (i rifece rcdificio l'anno i490.in quella forma che li uede hora,cioè ampio, con capacilfima fala & cónii- merata fra le principali ,^(Sc ui fi monta per due leale com- mode Oc ricclìe,& di lotto lo fpatio è conlìmilea quello di fopra . La faccia di fuori è tutta incrollata di marmi fini A (imo con aliai bella bruttura Le figure di marmo polle Co- pra la porta nel frontìfpitio,(5c ricuperate dall'incendio,fu rono fcolpitc dal fopradetto Bartolomeo . I due quadri di mezzo rilieuo polli da i lati del portone , con due miraco- li di San iMarco fono di Tullio Lombardo . NcU'cntrar della Scuola,il Chrillo tattoa guazzo nello horto,fu opera di Giorgio Schiauone allieuo dello Squarcione . 1 quadri nella lala co i miracoli del Santo,di lacomo Tintoretto.& Gentil Bellino vi di pi n le il quadro, nel quale San Marco predica a gli infedeli pollo in faccia dell'albergo. & Gio- uanni deManfueti , il quadro doucSnn Marco guarilce un calzolaio 11 quadro alla delira doue è efprella quella Ibrtu* na memorabile perlaquale San Giorgio, San Marco, <3c San Nicolò, ufciti,comc dicono l'antiche fcritture, dalle Chiefe loro, faluarono la città , fu di mano di facojiio Pai ma, altri dicono di Paris Bondonc. Vi Cu anco comin- ciata l'arca di Noè da Bartolomeo Montagna , fu la quale Benedetto Diana diede principio a una fantalia che non fu finita da lui per l'incendio . 11 martirio di San Marco fu di Vittorio Bell ino . Sono in quello ridotto in gran copia ricchezze di tutte quelle cole che fi conuengono a honora ta congregationc.Ne gli anni palliati ui fu rubato iinoanel- Ce a lo DELLE FRATERNE lodi S. Marco che il conferiiauacon molta vcncratione, il quale fli con altri argenti disfatto,& ucnduto dal mal fatto re, ch'alia fine (coperto , ne riccuc il debito ruppiicio & ca- ftigo. Scuola di S. Rocco. VNa Quinta fraterna fu eretta da certi huomini di reli- giofa vita, in quei tcm poche il corpo di S. Rocco por- tato di Germania aVenetia, & ri pollo inS.Giuliano la pri- ma volra,la liberò da vna accrbifsiina pelì:e,gia po.anni fo- no. Qnefti pofero il ridotto loro a S. Rocco & SantaMarga rita; ma ottenuto poi da i Frati Minori , vn terreno vacuo, vi edificarono la Chiedi & la Scuola, intitolataaS. Rocco. Fecero p tato la faccia della loro fraterna tutta incrofiata di nobili fs.marmi &riccadi ornamenti,con incredibil fpefà. Alla qua 1 cofa fare gli aiutò grandcmétc,molti anni fono l'imagine di Chrifto dipinta da Titiano,la quale facédodi- iierii miracoli, fufi'equentataconamplill;mclimofine6c doni, non pur di\ tutta Venetia , ma anco dalle circòuicinc città. Accrefciuta poi per i tempi calamitofi del morbo ( il quale ha CpeCio dato moleftia a quefte parte)di liniofine, di lafci,& d'altri utili & uiui prouenti,diuenne finalmente la più ricca fraterna di tutte l'altre . L'edificio nobitlimo, per ftruttura, & con bcllifilme & artificiole (calc,è fommamS te arricchito di pitture notande, percioche vi fono nell'al- bergo diuerfi quadri-Nell'uno de quali è la hifioria di Chri ito quando orò nello horto,neiraltro, quando fu condot- to auanti a Pilato , nel terzo quando fu crocififlb nel mote Caluario,& nel quarto la fua paflTionCjCol (bffitto compar- tito in diuerfè inucntioni,tutto di mano di lacomo Tinto retto,fratcllo & prouifionato della detta Scuola ò fraterna, alla quale ha voluto con corteic animo dimofl:rare quato egli fofle amoreuole & grato con l'indufiria del fuocccel- knte artificio.Et quella fraterna è parimente fornita di ric- chilfima fomma di cofe condecenti al culto diuino , & di grolfa quantità di danari che fi difpéfaa fua gloria . Et pare «he nelle proccflìoni di tutto l'anno^clla in pópa 6c inume IO O SCVOLl GRANDI 1!B: VII. % to di pcrfone, preceda all'altre; & fperìal mente nel Giouc- dì Santo, elvelle vanno a San Marco a vcnaare ilfangue- niiracolofo. Pcrciocheil popolo concorre a tanto Ipertaco lo per veder quella particolarmente, conciolìa , ch'in quel la notte vicaminanoin proceirione gran numero di bat- tuti con marauiglioladiuotione. dal quale vfo , anco l'al- tre fraterne hanno introdotto il medelìmo già pochi anni fono. Scuola di San Theodoro. L 'Viti ma delle fraterne Grandi , eleuata nel tempo no- flro,è quella di San Theodoro . la quale ellcndo prima picciola & fatta da i Merciari, crcfciuta di huominifaculto fi : fu fìnalméte dairccceKb Confìglio de Dicci annouerata la Seda fra l'altre . Fondata adunque fecondo l'ordine del- le precedenti) & co medefimi officiali al gouerno fuojfi pò lèro vicino alla Chiela di San Saluadore , nella quale giace il corpo di San Theodoro , & compratoui vn fondo vi co mìncìarono afabricar il ridotto loro . Et ancora che ella non habbia rendita alcuna ftabile,& fia fondata (blamente fulcborfedefratelhinonè punto inferiore all'altre nelle colè appartenenti al debito loro, anzi nelle proccffionifi vede molto ben fornita di arncfi di gran valuta. Oltre a ciò difpenla amplilTjme limofine , marita donzelle , & di- ftribuifce altre cofe a poueri in abbondanza, con molta lo de de fuoi fratelli,! quali infcruorati nell'opere di carità, (b- tengono con tanto fplendore, carico di tanta importàtia. Scuola della Pafsione. QVafi a ìmìtatìone dì quefte grandi, ma non però nel numero delle fei , quantunque non punto mino- re per quantità di fratelli , s'è leuata in queft'anni vn'altra Scuola chiamata della Palìlone, ma diuerfà di habiti& di iègnali.Quefti fi veggono vna volta l'anno in proceflìo- iic, doc la notte del Giouedi Santo quando fi moftra al- l'altic ' DELLE FRATERNE Taltrc fraterne il ùn^ut miracolofo . II ridotto loro fu al- la prima in jan GÌLiliano,ma poi fu trapoitatoa i Frari.GIi othtialicli quella difpenfano limofine, maritano donzel- le, &. tanno come l'altre. Le domeniche di Quarcfima vi- filano la Chicfa di San Pietro a imitat'one delle lei grandi, 6ccrelcendo tuttauiain perfone &indiuotione,licredc che col tempo habbia a riulcir cofa importante . Alle pre- dette Scuole s'aggiugne vn numero incredibile di Stuoie o traterne dette picciole collocate indiuerfe Chiefè.per- ciotheogni arte ( & l'arti ci fono in gran copia) ha la fua (cuoia gouernata dal Cataldo annuale con la banca, & re- golata dalle deliberationi fatte da loro fecondo i bifogni dell'arti, le quali tutte fono fottopofte alla GiuftitiaVec- chia. Dalle quali fraterne p fcuolc picciole in tcpo di guer- ra,fi trahe quantità di huomini per armare, fecondo la qua lira d'efle fcuole . Et ogni fcuola ha in ogni Chiefa il fuo al tare . & molte di loro maritano donzelle,dilpenfano limo fine,&: fanno cofi fatte altre opere pie . Oltre a ciò vi fono le fcuole del Sacrametoin ogni Chic ù. appartate da quelle dell'arti , le quali hanno cura folamc te all'altare del corpo di N.Signore , tenendolo in punto di paramenti, di luminari , &: d'altre cole bilbgneuoli a cola tale . Et quelle, dopo il giorno folcnne del Corpulciomini, nel quale la Signoria fa Iblcnnilfima procelTione, fanno ogni anno ladomcnica,lècódo la volta loro la procelllonc per ladettafeii'uità.Ora tutti i Ibpra narrati luoghi lacri,co lì di Chicfc come di ogni altro Sacrario edificato in quella città,è impoiTibil cofa a narrare, quali ricchezze habbiano & in quanta copia per amminiftrar gli offici che s'apparté- gono a fua Diuina Maeftà.Olrra che tutte le Chicle, per pie ciola che fi fia, hanno il campanile, l'organo , 6c la piazza o per fianco o dinanzi . & ogni piazza ha il fuo pozzo publi co, di modo che fé tu dillendclfi in circuito tutti gli (pati) vacui di qucfta città, vedrelli facilmente vn larghifllmo ca- po per edificarui vn'altra gran citta appreflb . Et tuttauia noi lappiamo , che molte citta delle principali in Italia 5c polle in terra ferma, doue non niacaua loro il terreno, ha- no ' O SCVOLE GRANDI LIB. VIL 1^4 no a pena vna piazza publica . Sono parimente in tutte le Chiefe, Sacerdoti fecondo la conuenienza del luogo,i qua- li afìTiduamentc attendono al carico loro. Et tutte le cere che fi confumano dal clero per qua! fi voglia occafionc,{b no bianchifllme come neue,& le gialle non fono in conto alcuno . Appreflò qu,efl:o,ogni Chiefà ha qualche prouéto, chi piujchi meno,& i Piouani d'cflc fono creati da cittadi- ni Se popolari che poflèggono fiabili nelle contrade, per via di fuftragij,& approbati & confermati dal Patriarca. In (bmma la qualità delle ricchezze & del gouerno loro è di cofi fatta maniera,che ogni Chiefa di Vcnctia può diifi co Ogni ragione vn picciolo Vcfcouado. DELLA DELLA VENETIA CITTA* NOBILISSIMA defcritta da M.FRANCESCO SANSOVINO Libro Ottauo. O r che habbiamo defcritto a baftanza la Città per via di Sefticri, quanto alle Chic- (c oc luoghi pijjCófacrati al culto di Dio , ornate riccaméte & copiofc di tutte quel le colè che Ci poQbno chiedere a bocca ap partenenti a coli fatta materia, paflèrcmo hora a i luoghi publichi & non facri , & primieramente lì fauellerà della piazza publica con tutte gli edifici adi nccn- ti , come parte principale & di molta importanza . Piazza di S. Marco. /^ Vcfta adunque diciamo ch'è poftn da quella parte che V^jriguardafraS Giorgio Maggiore & San Giouanni del laGiudecca,quari nel mezzo arco del Canal grade, comin- ciando l'arco dalla punta di Santo Antonio , & diftenden- dofi fino a Rialto . Ella è rpatio(à,& larga,& bella quanto altra piazza del mondo come attefta il Petrarca nel 4. del- le fue fcuili nella lII.Epiftola dicendo , rterque ludus in pUm .'■ .. . tea P V'bL I e H E LI B. Vili. 105 tea Illa cui nefcìo an terrarum orhis paremhahcat» & tutta co* perta <5c faleggiata di mattoni , o piettc cotte , per ope- ra dilli nicro Zeno Doge 44. & d'Antonio Veniero Do- gc6i.chcla fece finire l'anno 1582.0 fccondoaltri 13^4. La fila fituationc compartirà in quattro quadri , & congiii ta infìemc,!! riduce in vn corpo folo,formando in vn tem pò medefimo quattro piazze. Percioclie fé (i riguarda be- nc,il palazzo ha due piazze al feruitio fuo, l'una per fronte fui canal grande, & l'altra per fianco di rincontro alla libra ria,quadrata ogni vna & co la fua giufta larghezza.La Chic la di San Marco ha la fua che fi diftende'fino a San Gemi- niano , & San Badò ha fìmilmentela fua per fianco della Chiefa di San Marco dal lato della Canonica . Ma miliiran dofi la più lunga ch'è quella di San Ivlarco , ella è di 470. 6c più piedi , & di larghezza 1 20.& più. & dalle colonne fino alla torre delle bore è lo fpatio di 5 00. piedi . Ora dandoli principio dalla parte ch'è volta verfo la torre, fi vede vna banda di ca(è tutte yguali di altezza oc di lunghezza , che corre fino all'eftremo della piazza, con la faccia vgualedi lìmmctria , polla fu pilaftri & colonne di finilfima pietra Iftriana , in trefijoli , tanto vaga & ricca a vedere che nulla più: &quefte fi chiamano calè nuoue della Procuratia,ri- ipetto alle vecchie che fono all'incontro, & furono fabrica te fui modello di Mafi:ro Bono Protho di San Marco . Si legge che Sebaftiano Ziani Doge ^8. edificò la piazza con vn corridore per lo quale s'andaua attorno da tutti i lati , & del quale ne apparifce ancora qualche vefi igio,& tutte quc ftefabrichefuronolafciate alla Chiclàdi Svi Marco dal det- to Ziani, con buona parte della merceria . Dalla parte del canal grande fono le calè de Procuratori , il cui obligo è di habitarui per rifletto della Chiefa,della qualcquelli de Supra hanno il gouerno & la cura, & anco pct molte altre occorrenze della Rep. efièndo elfi i primi huomini della città.Di rincontro alla Chiefù, s'ergono in aria tre filli o fu fti chiamati volgarmente fiendardi , fitti fu bafe o balau- ftri di bronzo,fcol piti a figure di mezzo rilicuo, i quali ftc dardi fignificano franchigia & libertà dipendente da Dio Dd & ^o' DELLE FRATE R^E . foIoj& non da Principe alcuno. Si dice che rapprcfentano anco i tre Rcgni,di Vineiia, di Cipri, & di Candia. Clic gli, vltinii foiìero Regni è noto adogn'uno, ma che Venetia fìa ncminato RegnOjiohabbiamodimoftratoampiamen te più manzi. Aivre volte lo ftendardo di mezzo poftq nel rcpo di Paolo i3arbo Procuratore , (;he fu l'anno 1 50 1 . fufolo.Vi furono poi aggiunti gli altri due nel quartaan- no del Principe Leonardo Loredano , fi come lì legge da pie . Sopra i predetti ftilijfi mettono per le fciìc folcnni,trc gran llcui lardi d'oro »5c di feta di gran valuta , rifatti fotto HicronimoPrioli Doge, l'anno 15 5p. Campanile di S.Marco. PEr fianco verfo il Canale, è la notabìl fabrica del Cam- panile, perciochc oltra all'altezza è fondato maraui- uigliofamente Ibtterra, & tirato di Ibpra con muraglia, &, con architettura ftabile & foda.Le lue fondamenta flirono gettate nel tempo di Pietro Tribuno Doge 1 6. l'anno 8 i5 8. L'anno poi 1 148. fi cominciò a tirar la= muraglia di (opra fotto il Doge Domenico Morelìno . E fu ordinato che fot- fé comune al Palazzo, & alla Chiefà , fèruendonell'occor- rcnzcall'uno & all'altro luogo. L'anno i32p.furinoua- to peroperadi vno Architetto chiamatoli Montagnana. Et l'anno 1 4oo.arlc nella ereatione diMichele Steno per le fcilc del popolo fatte in tempo di notte co i fuochi . ttl'an no 14 1 7. percofib da vnafaetta celeftcy fu la cima ch'era di legno , abbruciò fino fui vino del lafiò , onde fu poi rifat to di pietra nella forma che fi vede al prelèntc , & dorato uobilmcnte fino allo cfiremo della fua punta . Con tut- to ciò l'anno 1490. s'abbruciò per vn'altrafaettachcmei^ fc anco fuoco nel campanile de f rari . Fmita la fabrica au- ucnne vn miracolo non pimto volgare. Percioche cadcnr do vnoperario dalla fua cima, raccommandatofi di cuo- re a San Marco, s'appiccò con le mani in cadendo a vna trauc PVBLICHE LIB. Vili. io<;' éhc IpDr^ciia irifiiori quafi a mezzo campanile,^ Ibdcnc- dOii foitcmcittc, rcfto lòrpclb in aria , onde aiiitàdolì con- ^jni , li calo in reira (cnz'alcun male . Gira da pie pei; ogni vcrlò 1 62. piedi .è alto fino al primo (liolo 16^. piedi. ^ di quindi all'Angelo 1 52. Il quale Angelo polto in cima l'anno ' 5 1 7.è alto ró.piedi tatto di legno & coperto tutto di rame dorato in atto di dar la bcnedittione. il ijual porta (b}^ra vn perno di lèrro,fi volge attorno fecondo che iotfìà ino 1 venti,non altramente che lì taccua la llatiia polla Ibpra ►Vn'altilV. torred'Athcne,il qual girando moiìrana la quali- tà de venri,come ricorda Vitruuio. Dal piano delle cam- pane lino al Ibtiitro doue elle Hanno appclè, la fàbrica è fat- ta ili volto con grolle tSc alte colonne di marmo . Ui fbpra corre vn pogginolo di fuori di colonne di bronzo , alto qiianto vno huomo,per lo quale (I camina comodamen- te attorno a tinte le faccie . Ne i quadroni , dal pogginolo inlii,doucil campanile comincia a piegarli in piramide, fono fcolpi ti Leoni di marmo di notabil grandezza. Di dentro ha le muraglie doppie , oc quella di fuori è grolla 5. piedi,Óc i volti delle fcale che vanno all'altro muro di den- tro fono di larghezza di 6. piedi , le quali montano lènza fcalini , & ad ogni ramo dilcala doue lì volta , il troua vn pattoconla fineftra che dà lume. Scuopre con l'altezza lua non pur le lagune & la terra ferma, ma quando è buon tempo 6c lèreno, i nauiganti che fi partono d'ilhia lo veg- gono per lo fpatio di cento miglia lontano . Ha la cuftodia di quella machina, vn cittadino ben nato , podouì dal Do- minio con faiario di 1 50. ducati l'anno, il quale vi tiene huomini pagati, che fuonano per legge 141 5. alle horc or- dinate-Oc commelìc loro, DELLE FA ERICHE ]Prothi,Comadatori,Capitani, & cotali altri officiali a (cm bianza di Magiftraro , le quali tutte cofe glirendono pieni di grandezza & di reuerenza . Et pcrcioche quella degnità fublime è Hata col tempo & è tuttauia in diuerfe famiglie, mi è piaciuto di mettere i Procuratori in quello luogo , col tépo nel quale efsi furono , per ordine di alfabeto . Che quanto poi al giorno che efsi furono creati, fi può ampia- niente vedere nell'ultimo libro chiamato Cronico di Ve- nctia . Bado AHI Giuftino 1138 Marino 1 3 20 Albano 142^ Basbi Bafcio iij7 Giouanni i 205 Barbari Francefco 1451 Zaccaria 1487 M.Antonio 1572 Barbi lacomo 1234 Pantaleone 1366 Giouanni 1 3p5 Paolo 1501 BarbaRighi Giouanii^pS Francefco Hieronimo Marco Agoftino Bblegni Filippo Marco • Paolo Bernardi Nicolò Paolo Nicolò Bolani Marco Bragadini Giouanir^oj Bernardo 1466 Luigi 1^97 Hieronimo 1557 1442 1467 1478 148$ 1245 1294 1^67 1458 1464 1542 151^ Boni Alcflandro 1570 Canali Guido i^ijf Cappe lli Marino 1265 Giouanni i486 Antonio 152^ Paolo 1524 Andrea 15^7 Vincenzo 1 538 Cara velli Marino 14 io Celsi Nicolò 1268 Marco Ì363 Centranighi Tomaf i 141 CoNTARiNi Marco 114^ lacomo Marino Nicolò Stefano Andrea Antonio Andrea Stefano Federigo Natalino Nicolò Andrea Leonardo Bertucci 1267 1286 1^26 1352 1414 HS4 1441 1444 1455 1461 146^ 1481 148J Gio- * -V ^ i ì cu "E LI b; vi n. rop ^ Giulio' -^ Alcllandró - Tornalo Frati ce (co Tornalo Federigo Hieronimo CoRERi Angelo Filippo Paolo Lorenzo " GoRNARi Marinò - ' ' '- Marcò' ''■'-> Fictrò Federigo • '^ 'Giouanni Giorgio Francclco lacomo Paolo Dandoli Marino ] e >. ' «-Riniero ^ ' ' ' Pietro "'- lacomo -"— Andrea -1 '- Graronc - - ^ Andrea ' Leonardo Mattheo t)fEDi lacomo Do meri co Delfini Cugliclmo EelcUo -Giouanni • ' Andrea Donati Leonardo 15^7 1556 1570 157* 1165 1407 157? 1^74 1485 t^S6 1509 1511 iipj 1217 1131 127P 1382 155^ 1457 1454 1155 1300 1J50 I57i ^ .. r BartdoiWo Andrea / , f ' Francelco? DvoDi Ghriiloforo Emi Giorgio Erizi Andrea Antonio Fa LI E RI Angelo \ i lacomo 5 ' Nicolò Nicolò Nicolò FoscARi Franccfco e; I MarcOìfff'I J'' r { Filippo ]',:'. Francefco Foscàr ini Marino ; ( ,> Giouanni Giouanni IT Luigi ; lacomo Hrat-elli Leonardo Gabrielli Andrea Zaccaria Garzoni Marino Gradenighi Moifè Pietro Bartolomeo Giouanni Giouanni Luigi Grimani Pietro Giouanni Ikrmcci Antonio Antonio Marco E e Vittor, 4^-7 44S> 5^2 490 516 348 47J io5. 370 415 435 474 51^ ^19 Ì4? 364 468 580 164 502 316 501 ^49 ^^7 47i^ 541* ii9 4P4 510' 51Ì o DELLE F Vittorio 15 la Vincenzo . 1 5 29 Pietro ijjS Hieronimo 1560 M.Antonio 1564 Ottauiano 1570 Marco 1 5 76 Giorgi Gratiano . 1 a 1 2i i^> ■ lacomo 1S77 <:? Giouanni 1521 Gì vLi ANI. Paolo 1410 C I V- s T I N I A N I Orfat- ;: !f 3 .' tOì: ;' 1207i ?. Andrea 1522 Lorcdani.Marco 1234 r Paolo 1352 ff;. Luigi 1382 ; ,: Pietro 1426 x , Luigi 1442 lacomo ^4^7 Giorgio 1474 Antonic> 14781 , io- : Gabriello 1480 5— , Leonardo 1492 -.::<^ ; Lorenzo 1516 Mafl:ropetri.Nicolò 1184 Malipieri.P.afquale, i^^6 < ' ; : Stefano 1480 Marini .Donienico 1505 Marcelli NìcqIq 1^66 joii I^ietiof-.i . H :I5-^^ Hieroninip 1537 Memi Do men jco 1 1 8 8 1 ;.f,' I22P MoL INI lacomo 1261 . - Benedetto? 1340 \ ■ \\ Ma^cgi.ri i 1442 : . Lmgjkfoxi 15 1<^ >/ r MarcO^ .:": 152* ^ ^ ) Gafparo 15.2^ MvAZ z I Angelo 1 3 28 Mori lacomo 1 3 6^0 Antonio 1407 ce Chriftoforp 1448 Giouanni 1493 Bernardo 1537 Mo- ?^! I-i FiolWò 'I O'^I Michieté'^ )Yf' Marco ?Vf' Andrca *^^f f Nicolò- - QH- Michdfe' 11.71 LiVigi ■ ■> ^•^(i Bartòlòrineo ^7, : Domenico e M.Anrotiio * Carlo '- 1 B.uriflà' •' L-'iL:, ^ Vincenzo ■ • Moc ENicm Pietro t,^- Tomaio Leonardo Pietro Hr-l Nicolò è\ : r Tòm^fo «..,-• Antonio' , >^ Leonardi i.' > ■■ r ' Frànccfcò òo.: I Tonfato f ti ^^iiiittV'^''^''' Mì<^HELi Gkx'jànni ■ ■- ' ■ i- Marco f >M Fantino -^ O' 7 ; Pìerio ■' c\ì: Niccolò ■ ' Marchiò .' ■ / Gioùanni MvLA Lorenzo : i.;.::- '•'Micron imo Mt Ani Tacomo ] Hani Paolo ] Ni CRI Nicolò- - ' .1 1307 I JIO I3I7 1361 1404 144? i4Pi 150^ 1521 15,7^ 1405 1471 1492 1504 152^ 1524 1528 154^ 1565 1 26 I 1275 1428 1448 1 5 e*) 15^0 1570 i5 7>'^ 156^' 157^ 12^^ . l^)2l/,.'/li ISH/./'iU^i t^ ' Lorenzo. Michele 1450 Antonio 1471 Francefco 1475 0 Benedetto 147Ó Antonio 148P Marino 1501 Andrea , 1509 M.Antonio 1554 Bernardino 155^» Sebaftiano 1 570 Nicolò 1 5 79 Vendramini Andrea '4^7- Zaccaria 155^ ViTTVRi Pietro 1284 Mattheo 1460 21ane Rinieri 1178 Nicolò 1275 Francefco 1462 Marco 1471 Hieronimo 1 5 68 ZfiNi Andrea 1296 Giouannino 1J14 Marco i sp'i Carlo 1401 Luca 1 50^ Flieronimo 15^0 ZiANi Marino 1 2^8 Oraentrandofi nel Cortile di quefti tre ridotti congiunti inHeme, fi veggono fottola loggia cinque lunette con dj- ùerfc pitture a olio di mano de primi maeftri della città : Percioche ui lauorò lacomo Tintoretto , Paolo Vero- nefe, Marco del Moro , & altri . Nel primo ridotto a capo della fcala, ch'è quello de Supra, che ha la cura F V B L I e H E- LI B. VII!; fri fJc goucrno in particolare della Chiefa di San Maro», tò- no nel fecondo albergo i ritratti al naturale di diuerfi Pro- curatori moderni . Fra quali è viuacillìmo Antonio Cap- pello,& dall'altro lato Federigo Contarini,Óc Vittorio Gri mani di ili ullrc memoria, (5c Giouanni da Legge Caualie- ro & Senatore eloquentilTimo, & di viuaciffimo ingegno. & parimente lacomo Soranzo vecchio, di venerando »5c graue alletto , auo del prefcnte lacomo Soranzo Procura- tore nel medelìmo ridotto.Vi è parimente vn quadro d'vn San Hieronimo di moiaico,di mano di Franceico Zuccat- to, tenuto per vna delle cole rare ch'egli faceflè giamaùNel la terza ftanzetta ornata di ftucchi & d'oro , fono i ritratti de Principi che vlèirono,come s'è detto, di quella Procura ria, tutti di mano di lacomo Tintoretto . 11 fecondo ridot- to in faccia della fcala è quello di Citra , & vi fonoetiandio ritratti nobili,dc quali è molto riguardeuole quello di Car lo Morofìni . Il terzo in tclìa del corridore , è quello d'Vl- -tra,douefra i ritratti degni di memoria, è molto (ingoiare il quadro di Fiieronimo Zane,che fu Generale l'ano 1 5 70. Loggetta. A Pie del campanile dirimpetto alla porta di Palazzo è fituata la loggetta antica per inllituto , & rouinata del i4S9.per la furia d'vnafàetta, la quale percotendo laci- nia del campanile mandò tanta materia a terra,che diftruf fc quafi ogni colà . Rifatta adunque con l'architettura del Sanfouino bene ordinata & inte(àdilauoroCorinthio,ha nella faccia fua ornamenti di molto artificio con fignifi- cati elquifiti. Percioche nelle nicchie che fono a puto quat tro, vi fono quattro ftatue di bronzo, di mano del detto Sa ibuino . L'vna figurata per Pallade,l'altraper Apollo, la ter za per Mercurio , & la quarta per la Pace. Diccua l'auttorc diefle ftatue,quandorcndeua ragione della fattura & del ri trouatoloro,che la città di Venetia, ha di gran lunga auan- zato tutte l'altre Rep. co la diuturnità del tempo,col mez- zo del fuo marauigliofo gouerno, 6c cllcndo nel fuo pri- mo ^ e E L L'È F A È R I C H T : hlò^ato. Qncfto mantenimento (di cena egli) non ptiò Tdirfi che fia proceduto da altro effetto, che da vna iòmma làpienza de fuoi Senatori , concioiìa che hauendoledato buon fondamento con la religione & con lagiufl:itia,è da rata & durerà lungamente . Hauendo adunque gli antichi figurata Pallade per la fapientia,ho voluto(diceua egli)chc quefta figura fia Pallade armata, & in atto pronto & viuen te, perche la fapiètia di quefti Padri, nelle co fé di fiato è {in- goiare & fcnza pari alcuno . Et fauellando poi della fiatua del Mercurio foggiugncua . Et perche tutte le colè pruden- temente penfatc & difpolk, hanno bifogno d'edere efprei^ •le con eloquenza,pcrcioche le cole dette con facondia, hà- •no molto più forzane glianimidicolorochealcoltano» che quelle che fi efpongono fcnza eloquenza , & in qucfia 'Kep.la eloquenza ha fcmpre hauuto gran luogo,5c gli huo mini eloquenti vi fono (tati in numero grande & in fon> mo grado di riputatione ; ho voluto figurar Mercurio , co- me (ignificatiuo delle lettere & della eloquenza .Quell'al- tro ch'è Apollo , efprime , che fi come Apollo fignifica il Sole , & il Sole è veramente vn folo & non più , 6: però (l chiama Sole,cofi qucfia Rep. per conllitutioni di lcggi,per vnione,5c per incorrotta libertà è vna fòla nel mondo fèn za piu,regolata con giuftitia & con lapicntia . Oltre a ciò fi fa per ognuno, chcqucfta natione Ci diletta per ordinario della mulìca , & pero Apollo è figurato per la mufica . Ma perche dall'vnionede i Magillrati che fono congiunti infide me con temperamento indicibile, elee inulitata liarmo- nia, la qual perpetua quello ammirado goucrno, però fu fa bricato l' Apollo.L'vltima fiatua è la Pace, quella pace tant to amata da quella llep.per la quale è crcfciura a tanta gran ilczza , &. la quale la conftituifce Metropoli di tutta ltaiia> ■per i negoti) da terra «Se da mare . quella pace dico ch'il Si* gnor diede al Protettor di Venetia , San Marco , diccndolii T»a.v libi Marce Eitangcli^ameus. La quale,dalla religionc,dal- ia giu(litia,(5c dall'oileruanza delleleggi,prouiene in quella maniera che elee il conce nto da vna ben concorde harmo nia.cofidiceuaegli. '- Nei tre quadri di baflb rilieuo podi di fopra alle prede:! c.»i ' ' te P V BL t e H E LIK VII!/: tii té quattro figure fi contiene il dominio Se la Signoria di; terra ferma Se di mare . Conciofia che nel quadro di mez-: zo (lede vna Vcnetia in forma di Giuftitia , (otto alla quale, fonodillclì i fiumi che vcrfano acqua, 6c quelli rapprelcnta no le città di terra . Nell'altro quadro dalla parte di mare è fcol pi ta Venere (ìgnificatiua del Regno di Cipro, come quella che tu Dea & Regina di quel Regno . Dall'altro lato è vn Gioue che fi.i Re di Candia , la cui lèpolrura , come ai^ ferma LattantioFirmiano, (tette lungamente in quell'ilo-. la , & apprcflb ui è il Laberinto, douekabitaua il Minotau ro . & accioche fi conofca che la figura fia Gioue, vi è vna aquila in aria che gli porge la verga reale , & tutte quefte co fé fono efprcfsiue dell'llbladi Candia . In faccia della porta maeftracioènclla loggia, è collocata vna nicchia foprail icggio de i Procuratori , nella quale è vna imagine di No- ftra Donna con San Giouanni Battifta Jbambinodiuitta tondo,tenuta in molto pregio da gli intendéti,& fu di ma- no d'eflb San(ouino.Seruiua la predetta Loggia ne gli anni andati per ridotto de nobili , i quali ne tempi coli di verno come didate , Vi paflauano il tempo in ragionamenti . Ma ceflato quell'vfo , fta (errata per la maggior parte , fuori chenegiornichefifa gran Configlio. Pcicioche allorai Procuratori (toccandola volta a vicenda ad ogni Procura- tia)vi danno alla guardia,fino che i nobili efcono di Confi glio , per ordine dell'anno 1 5 6p. nel qual lèguì quello hor- ribilc incendio dell' Arlcnalc . 'Libreria di San Marco. ALl'incotro del Palazzo,fi vede la fabrica moderna chia mata laLibreria.La cui antilàla (crue come per Studio publicoa lettori falariati dal Senato, che infcgnano alla giouentii le lettere greche & latine. Qui fi confcrua la libre ria di San Marco,notabile.quata altra Ci voglia in qualunq; parte d'Italia . Percioche ne tempi di Francefco Petrarca, fi cicdc principio a mettere infiemc vna copia di libri (ìngo- ... lari -■? DELLE E A B R I C HE • iarìjprocurandocìò il Do^c Dandolo che fcriucuala hìfto^ ria . Et il Petrarca offerì il liio Audio al Senato > (1 come s'è detto altroue. Venne poi il Cardinal Befiarione, huomodi molte lettere j6cafifettionato alla Rep.il quale morendo Fanno 147^ le lafciò i fuoi libri, ch'in quei tempi furono i; più belli & famofì che haucfiè Europa. Perciochequefto nuómo illuftre (alla cui corte concorreuano tutti i dotti, ■ mentre fu in Roma,douccra il (bftegno dell'atHitta virtù , > eflèndo le cole di Grecia in rouina per la prefura di Colbnj tinopoli occupato dal Turco) faluò diuerfì libri rari in di-, uerle facuItà,ch'eranodirperlì per la Grecia, & che gli furo no portati da diuerfe parti , & venuto a nìorte \ olle, come, s'è detto,che follerò del Senato,^ ordinò per vn lafcio chd iledificailevn luogo per conlcruarli» Oltreàciò Hicroni-: mo Leandro dalla Mota Cardinale di fomma dottrina, la- fciò al dominio la fua libraria . Il medefimo fece vn Cardi-j nalGrimani.Iquai tutti libri furono per vn tempo tenuti nella Sala di Palazzo che fi chiama lo Scrutinio . & meffi ; poi fopra la Chiefa di San Marco, non eflbndo molto bea: guardati,(ène fmarrironoalcuni,& alcuni furono trafcrit ti & altri rubati, fecondo che piacque a chi ne haueua il gO' uerno.Parendo adunque al Senato, che all'incontro del pa lazzo publico douelìè apparir qualche edifjtiohonorato (percioche per inanzi vi erano botteghe & hoftarie per fo rertieri) & che per confcruatione della libraria fi doucfiè cfc guir la volontà del Cardinal predetto, commeflb a Prpcu* ratori deSupra l'anno 1 5^é.quefl:o carico, (ì feccia prclcn- te fabrica fingolare, lui modello del Sanlbuino , neltempo di Antonio Cappello & di Vittorio Grimani,allora Procu ratori . Et percioch'ella doucuadiilendcifi quanto alla fac- cia,non folamente fino al cantonale della beccaria, ma cir- condar la piazza,cominciandofi dal Campanile,& fcguita- doaSan Gcminiano,& voltando alle cale nuouc finir alldf torre delle bore , vedendo l'Architetto ch'il fito della piaz-f za era il più nobile che habbia qual altra città fi fia, mettcn^ doni ogni ftudio , la fece ricca d'ornamenti ^ di lauori di ogni maniera fecondo le regole de gU antichi, & volle che foaè PVBLICHE LIB. Vili. u^ folle di compofitura Dorica & Ionica , & piena di colon* ne,ditregi,& di cornici iionoratc. Ma fra lealtrccofe vie di notabile il cantonale vedo la panattcria, fatto con mol- ta induihia, v\:con artifitionon efcogirato giamai da gli antichi nell'ordine Dorico. Perch'ciìi non voltaiiano ilca tonale per ladilTìculta della corriljxjndcnza delle metho- pe co tr igl ifi,conciol ia che douendo per la ( immetria della fàbrica,ener di pari Ipatio l'vn triglifo dali'altro,c la nietho pa di fopra non variar pur d'vn pelo dalla mifura, H difpro- portionaua la fimmetria nel volgereil cantonale , onde el^ li per ciò faccdo facciate in quell'ordine non le volgenano, o che lecòduceuano in forma sfcrica,pcrguardarri da quel la dilHcultà . Volendo adunque ilSanfouino, prouarcon niiouainuentione, (è gli riufciua quello lentatiuocofi lira uagantc non tatto giamai da tanti huomini chiari nella fua profedlonc, giunto con la fabrica al cantouvile, lo lalciò per vn tempo fenza voltarlo^Óc volle ch'altri Architetti ne facericromodelli. Furono pertanto mandati di Lombar- dia,diTo(cana,daNapoli,da Roma,& d'altri luoghi diuer fi dilegni ibpra il detto cantonale . Et il Cardinal Bembo di felice memoria, amando (bmmamcnte tutti gli artefici di fama, oc affaticandoli volentieri, come dcnderolb che quella opera riufciflè perfètta , per l'amore intcnfo ch'elio portauaalla patria, mandò aLSanfouinodiuerd llhizzidi colè fatte da gli intendenti di Roma . Et Claudio Tolomei ehfhaueua inlhtuiia vna Academia per l'interpretationc di Vitruuio,feceil medelimo. Finalmente dopo qualch'an no , tenendoli per ogniuno che il Sanfouino non potelìc o non fapelTe rilblucrli in rrouar modo di finire,fccein pò chi giorni l'opera che fi vede con marauigliadiogn'uno. Percioche lo huomo accorto, haucdo fatto in cala vn mo- dello di legno occultamente,ritrouò,non lènza difficultà, l'inuentione del cantonale,ccn faluczza della proportione di quanto s'è detto,ondenon pur la città , ma gli Architet- ti & gli intendenti del l'arre, reftarono pienamente fodisfat ti . Ora l'ordine, come s'è dctto,è Dorico con belle & poli- te colonne di pietra lftriana.Ne gli angoli dei volli,' le figu- Ff re dei D E L L E F A B R IC H E re dèi vecchi con vafi verfanti acqua , fono fignifìcatìuc di fiumi Et nelle chiaui che ferrano i volti nel mezzo, fono tede di huomini, di donne ,& di lioni interzate , le qua- li tutte furono fcolpite dal Danelb Cattaneo , da Pietro da Salò , da Bartolomeo Ammannati , & da diuerfi altri no)- bili & laudati Scultori . La cornice fra triglifo 5c triglifo , contiene vn]quadro con la bacinetta, vn'altro quadro con fpoglie d'armadure, oc vn'altro quadro con San Marco in forma di Lione, con ordine ièmpre interzato . i vuoiti for no 16. in tutto , & riduccndoli fino al cantonale della bec- caria faranno 22. & vi ii fale pcrtrefcalmi. Dall'vn pila- llro del volto all'altro fono ó.picdi & mezzo , & da colon- na a colonna 8. piedi.. Dalla colonna ai muro di dentro doue ftanno le botteghe di lòtto , è ailài buono fpatio , & il foffitto è tutto in volto, compartito con lauori di ftucco che vannod'oro & dipinti . Di iòpra all'orduie Dorico è l'altra parte delle fineilre di coni politura Ionica, le quali corrifpondendo vna per volto, fanno il numero di lé.fi- neftre con 4, colonne per fianco ad ogni finellra . Ne gli angoli delle fineftre fono vittorie, cioè donne con l'ali collocatea federe fu le fineftre ne detti angoli,per accompa gnar l'ordine Ionico ch'è molto più fcarmo & morbido che non è il Dorico. & le chiaui de i volti delle fineftre, fo- no tefte di donne & di Lioni interzate come nell'ordi- ne di fotto . A pie delle fineftre corre vn pogginolo di co- lonne , che arreca grande & vago ornamento a tutto l'edi- f^tio. L'vltima cornice alta & ;proportionata aìlafaccia, ha 16.. fori che corrifpondono alle 16. fineftre & al li 16, volti . Et fra l'vn foro &c l'altro fi diftendono alcuni bcllii- iimifcftoni , foftenuti da putti ignudi , lauorati con nota- bile arte. Diibpra alla cornice corre vn'altro pogginolo di colonnelle, diftinto in 1 6, campi proportionati all'ordì-- nC;di fotto . Et (opra ogni pilaftro che corrifponde ai capi- tello della colonna di fotto, debbe andare vna figura in aria di ii tro tondo grande al naturale , fi come fi vede per cfltunpio fui cantonale verfo il campanile, percioche pref- lÌ);aU'Qt)^ljtfco :, vi è pofto vn Nettuno di mano di Bartolo- i. '. meo P V B L I e H E LI B. VIIL 114 Anìmannati,che fu allicuo del Sanfoiiino . La porta prin ci pale di cofi celebre editi rio , ha il Tuo volto (òftenuto da due donne che feriiono in luogo di pilartri o colonnelle eguali lòdencndo quel pelo , mortrano fatica &. leggiadria inlìemc, 6: furono fcolpiteda Aleflàndro Vittoria. Le fcale in due rami larghe , conuiiode , & belle , lauoratc di fopra di ftucchi con oro & pitture, furono per fcoltura fatte dal detto Vittoria . Et per pittura la prima fu di man^ di Battifta Semolclli , la feconda di Battiitadel Moro Vero- neie. Sul primo patto lì trouano alcune colonne di coli fatta qualità , che partecipano della gioia , & furono porta- te d'Iltria per quello edifitio. In cimadell'altroramojC la fala de lettori quadrata , ampia , & ornata di marmi , di pitture, & di lUicchi . Et più oltre la porta della libreria con colonne di Icrpentini & di mifchi , contiene di fopra vn quadro di marmo con quefta infcrittione . 'Beffarionis Cardinalts ex le^. Senatus iujjti tTrocu- ratomm Diui Sfarci cura Philtppi Trono , c^^n- tonij Capello , zydndre Joannis a Legeyloannis a. Lege E a. 'BtHiotheca infjru- £ia , g^ ereEia.M. o^nt. Triuifano Principe ab l'erbe Condita ^^ C X X X I I I. Per quella porta s'entra nella libreria copiosa di cofèfingo lari,»S: compartita con diuerfi banchi dalla diritta & dalla finirtra, & fi dilknde fino al cantonale della panattcria, al- la cuftodia della quale fu meflb dal publico Luigi Gradeni- gogentilhuomodottiOlmo^ di bontà ringoiare. Il fof- fitto tatto in volto è dipinto notabilmente da i primi Mae ftri d'Italia . Et è diftinto in 2 i. tondo , che occupano tut- to lo fpatio del foffitto , conciolia che per largo vi fono :?. tondi & per lungo fette . Dall' \no de capi nel pi imo ton- do è efprellb il trionfo vfito da i Capitani, co bcli'inuério- ne5c con colorito leggiadro 6c viuacc.Nel fecondo (] cótie ne la degni rà de gli Impcrij & de Regni , nel terzo il Sacer- irf 2 dotio DELLE FABRl C H E dotio . Et quefti furono dipinti da Andrea Schiaiionc . Nei primo tondo del fecondo campo è figurata laMufica, con diucrll fironienti & bizzariedi ritrouati .Nel fecon- do è ritratta la Geometria & l' Arithmetica co i loro fègnì , & nel terzo è io honore all'vfànza antica , con perfonc in- torno chel'incenfàno & fanno facrificio, & furono di ma no di Paolo Yeronefe. Nel primo tondo del terzo campo fi figurano diucrfè cole che (i conuengono a tutte le fcien- ze.NeI fecondo , il diletto di diuerfearti, Ja facilità, il buo- no habiro delle fcientie & delle virtù . Nel terzo fono le Mathematiche co loro llromenti,& gli fece Benedetto fra tello di Paolo predetto . Nel primo tondo del quarto fpa- tio è dipinta la vigiha, il digiuno , la patientia & altre cole che fi ricercano a gli amatori della virtù. Nel fecondo, la gloria,la beatitudine, & l'altre felicità che s'acquiftano col mezzo delle fatiche perconlèguir clfa virtù. & nel terzo quelle cofe che Ci fanno per l'acquifto della predetta» «Se quc Ili furono di mano di Giulio Licinio . Nel primo tondo del quinto campo il vede P Agricoltura con Pomona,con Cerere,& Vertunno.Nel fecondo, lacacciaoue è Diana & Atheone,con cani,reti,<5c altre colè necellarie a quell'arte. Nel terzo è lafoliecitudinei, la fatica, l'eflèrcitio & cofe al- tre , & le fece Batti (la Franco . Nel primo tondo del Sedo fpatioè figiu-ata lauirtù, che difprezzando la fortuna fi uolgealla prudenza,allagiuftitia, alla fortezza, alla tempe- ranza & all'altre compagne. Nel fecondo l'arte con la fino nomia che dimoftra ringegno,racutezza,& la folertia,cò Mercurioappreflb & Plutone . Nel terzo la MiHtia , & fu- rono opera di Giofeppe Saluiati . Nel primo tondo del fèt timo & ultimo cani pò, appari fce la Natura dinanzi a Gio- ue,che li chiede licenza di produr ogni cofa , & Pallade co figlia Gioue dell'ordine . Nel fecondo la Theologia dinan zi agli Dei,al]aqual Ganimede porge l'ambrofia & il net- tare , moftrando in atto ciò ch'ella opera alla Fede , al- la Speranza, 6c alla Carità. Nel terzo , la Filofofia na- turale , polla nel mezzo del mondo con gli elementi , con le herbCpCon glianimali,6c con gli huomini attorno : _& fé ce P V B L I e H E L I B. Vlil. 115 ce il tutto lacomo Tintorctto. A quella fabrica coli illu- ftrc, tenuta da i periti per la più bella opera che fi veda hog- gi in Italia,ta oppofto ch'ella fofle balla rilpetto alla Tua lar ghczza . Alla quale oppofitione l'Architetto rifpondcua , che paragonandola al Palazzo ch'è dirimpetto,(ènz'alcun dubbio ella è bafla^ ma percioche nell'ordinaria non fi hcb bc in confiderationc il Palazzo,non fi dee mettere in con- ftrutto l'oppolìtionc quanto a quello capo . ma quanto al ilio corpo conlìderato in le Ikllòjdiccua che doucndofi el- la difender in quel terreno per lungo , 6c eflendo il luogo occupato dalla Zecca , non era pollibile allargarla dalla par tedi dietro, 6: dinanzi no fi poteua per non intaccar il ter- mine circonfcritto della piazza ronde non hauendo fpal- le,fu neceflàrio darle l'altezza a proportione della larghez- za : accioche fofìc con (immetria per tutti i ucrfi, & in con (cgucnzapiu durabile 3c forte. -^ Zecca . NEI fine della libraria verlò il Canalc,giacc la Zccca,ma china importante, 5c fatta dalSanfouino per ordine dell'Eccello Configlio de Dieci ; la quale è fingolare per co pofitura,& tanto unita che nulla piu.Perciocheui fono tur ti quei luoghi còmodi che bilògnano all'artificio dell'oro, deiraigcnto,5c del rame,& a Signori, & miniftri per le cui mani palla il maneggio del danaro. Ma fi-a tutte l'altre quc fta è notabil cofa, che ella è tutta tclTuta coli di lotto come di fopra,& in ogni lua parte,di pietre uiue,di mattoni,^ di fcrro,icnza che ui ii troni pur un palmo di legno, di manie ra che per fortezza , & per ficurezza del fuoco , non è luo- go alcuno che fé le polla paragonare . La porta principale ucrlb la piazza (percioche ui ficntraanco perlariua)dimo ftra al primo incontro la fodezza dell'edificio . conciofia che è compollo d'ordine Ruftico melcolatocol Dorico. & in luogo di colonne ò pilaftri che foltengono il porto- DELLE FABRICHE ne, fono due termini fcolpiri , molto più grandi vna volta & mezzo del naturale: fatti nobiliirimamcnte.Nel mezzo del Cortile(airintorno del quale corrono le botteghe o fu cine doue lì conia la moneta ) è pollo vn pozzo di forma ottangolare , fu la cui cima iìede vno Apollo di pietra fcol- pitodal Danefe Cattaneo, il quale tiene in mano alcune verghe d'oro, con figni{ìcatione,che l'oro nafce nelle vifce re della terra per virtù del Sole , figurato da gli antichi per Apollo.Si (ale al primo Se al fecondo palco per due fcalere gie che fono all'incontro l'vnadell'aitra,alla cuilòmmità fono i cortidori.checircondanoilluogo.La principal fac- cia di fuon,rilpondeIiil Canal grande d'ordine, parte Rudi co,& parte gentile, con tal mefcolanza, ch'è diletteuole al- l'occhio, & fecondo le regole di Vitruuio. Lefalefonoin volto con le camere fecrete.La prigione dell'oro coniato è tutta di pietra uiua per ogni verib : con fineilte groiTiHìme di ferro,che riguardano nella detta prigione. Sorto alla Zec ca dalla parte del l'acqua, fono per larghezza della fua faccia Travolto & volto , diuerlèjbotteghe, delle CjTiali il publico ne trahe vtile di momento per lo (ito doue elle (bno . Ha quello luogo alcune pitture memorabili , fra le quali la ta- uolacon la noftra Donna , che (ìedecol putto inbraccioi fu fatta da Benedetto Diana. Pefcaria di S. Mar co . DAllaZecca,volgendofi il cantonale,s'entra nella Pefca ria largale lunga per ogni verfb > doue fono i granari del publico,l'officio della Sanità,delle Legne , & fi chiama Terra Nuoua.Primache vi fi faceflero i magazini,ui erano fl]ucri, doue i\ fabricauano lenaucdel comune , & le galee grolle . Vi erano anco cafotti di legno , doue Ci teneuano i Lioni,che furono donati alla Rcp.da i Fioretini,& Leopar di hauuti dal Prete Iani,Ócvi erano le prigioni ordinarie,do ne lì tenero già i Genoue(ì,dopo la ricuperationedi Chiog «;iaSi fecero adunque in vn tempo medefimo i granari, & la PVBLICHE LIB. Vili. n^ la Dogana da Mare fu la punta della Trinità,accioche prò- uedendoil Senato di biade nel tempo delle caredicjiaueilc doue collocarle .& accioche venendole niercaniie da di- ucrlc parti del mondo per mare, vi folle chi le riceucfle , 6c ri polle rifcotellc legiuite & douute entrate & prouéti, che per quelle peruengono al Comune.ln quello luogo adun- que,Óc nella Pcfcaria di Rialto,fi troua due volte il giorno, tanta copia di pretiofi pefciin tutto il tempo dell'anno, & fccódo le loro llagioni, ch'è impolfibil coìà a poterlo efpri merc.Percioche li colhima per la più gente (quantunque fi confumi ogni fettimana 500.buoi,2s o.Vitelli,con vn nu- mero incredibile di caprctti,di pollami, & d'altri carnaggi che végono di hora in bora da terra ferma ) di hauere ogni di fu la menfa carne & pefcc , il qual pefce Neramente fop- plifcc in gran parte al numerofo popolo di queila città » Due Colonne di Piazza. MA tornando di nuouo alla piazza , fono erette poco difcoflo dalla Beccaria , due grolle & alte colonne di Granito,le maggiori di quella citta. Furono còdottedaCo ftantinopoli al numero di tre^Sc eflendo fu certe caracche, nel tirarle in terra vna di loro cadde in acqua, & cacciadoH nel fondo per lo fuo peiò, 5c no fi potendo cauarea modo alcuno.vi rimalc.Ondecrefciuto poi col tempo il terreno, lì dee credere che (ia molto in profondo. Et ancora che ne gli anni pallati,vn maellro l'andafle cercadop molti gior- ni con vn lunghilTimo &: appuntito ferro ch'egli cacciaua nel fango con fpcranza di y'no officio che gli fli promeflb: la fua fatica fu vana . Quefte due adunque dettero per mei ti anni dillefè in terra,non fi trouando perfona a cui bafta(^ fc l'animo di leuarle in j^iedi. Alla fine vn Lombardo chia- mato Nicolò Baratticro le dirizzò,& ne hebbc honefio p- jmio.okr. al quale volle priuilegio, che i giocatori haueflc- rohbertàdi giocare a pie delle dette colonne, fenzapena alcuna. La qual firancliigia de i giocatori conferma anco il DELLE FABRICHE il Bembo nel primo del la Tua Hiftoria mentre dicc.Fu ordì natocheneadadinead altro giuoco che a fcacchi nella città,& 2 5. miglia intorno non fi porelTe giocare, eccetto nondimeno i tempi delle nozze , & le horterie , & quella parte della piazza di S. Marco,^ch'alledue colonne è polla, 5vC. il qual vfo poifuleuato dal PrécipeGritti.Et dacoftui forfè deriuò il vocabolo a i barattieri «Se ladroncelli 3c dal cognome di quefto Architetto, & fi dice che fece un mo- dello del potè di Rialto . Ritrouò anco certe calle di legno, con le quali tirate fu & giù, mandaua in cima del campani ic,arena,pietre,& calcina con grandilllma facilità. & fotto la fua difciplma s'allenarono diuerlì Mathematici,& archi tetti. S'è introdotto che fra quelle colonne fi fa giullitia de rei, la qual prima fi foleua fare a San Giouanni Bragola . Su l'unadiloro più vicina al palazzo , è pollo un S. Marco in forma di Leone fatto di Bronzo , con la tella volta vcr- fo Leuante,per fcgno dell'Imperio che (j tenne altre uolte in quella parte,& fu l'altra è la flatuadi marmo di S.Thco- doro chiamatada Pietro Guil5bardo,chefu prcfènte l'an- no ijip.quandofu polla in cima,S. Giorgio. Nella cui fla- tua fi nota quafi come per difetto , ch'ella habbia lo feudo nella ma deftra douédo hauerlo nella fini (Ira. La qual cofà fu dal maeflro,& da Prefidenti in quel tépo dell'opera fatta con belliffimo lignificato, percioche Ci uoi le con fi fatto fimbolo dimollrare,che l'animo della Rcp. non fu mai di offender alcuno , ma (ì ben di defenderfi dall'altrui oficfe , poi che ella tiene armata di difefa quella mano con la qua- lefi fa per ordinario l'offefa . Intorno a quelle colonne fu- rono altre uolte botteghe, le quali occupando lo fpatio, che corre fra l'una & 1 al tra, im pedinano la ueduta del cana le , & arrecauano indegnità 6c bruttezza alla piazza . ma l'anno r 5 2 9.ÌI Doge Gritti , per ricotdo del Sanfouino, fe- ce Icuarc ogni impedimento , Se da indi in qua le colonne fi ueggono dalla cima al fondo . Torre rC ^VELICHE IIB. Vni;-! n^ Torre delle hoix di Piazza, ALl'incontro dall'altro lato della piazza fu fatta ìfe torre delle horc: notabile quanta altra lì Oa-pcrcioche è di aP lai honella altezza, incroftata di finifllmi marmi.Di fotto è vn portone per lo quale s'entra di piazza in merceria, onde alla prinìa veduta rapprclcnta quali come vna porta per la quale lì vada nella città . Di Ibpra è lo horiuolo,che mo- ftra le horc col raggio, il cui circuito occupa gran fpatiodi luogo. 6: lòtto vil cerchio che contiene i numeri fino a 24»' Ibno i legni del Zodiaco, in capo turchino meflb a oro. Et vi lì vede parimente .1 Sole & la Luna, quando i fegni li ri- ceuono dimdc in mele, perciochecaminanoinfiemccol moto celclle.ni (opra al tondo terminato da vna bella cor iuce,(rede Immagine di N.Donna di tutto tondo,grande co me il naturale , <5c indorata , a cui piedi le gira in torno vn mezzo cerchio in fuori,6c ella è collocata fra due porticela le,dairuna dcllequali \'fcendo vno angelo con la tromba, è icguito da i tre M^gi,grandi quafi come il naturale : & paf^ l^andole dinanzi le fanno reucrenza col capo, & entranop l'altra porta,a forza di ruote, che dano loi-o il moto v5c il gi lare.Piu^lto in capo azzurro (Iellato, è fcolpito vn Leone con l'ali . & fu la lòmmità della Torre fono due ftatuedi bronzo chiamate Mori dal volgo, nel mezzo de quali è (b ftenuta vna capana grolla lòpra vn palo di ferro, fu la quale le ftatue battono le horc a \'iccnda,cÓ vn martello per \'na, =: lìiodandod da mezzo in fu con arte notabile ^ bella . Et^ quella opera fu fabricata l'anno 1 496. da Gian Carlo Rinal di da Rheggio . Il quale huomo tamofo nelle mathemati-- c+ie , &: di molta cfpcrienza in coli tatti magilkri , fu chià-^ mato dallaRep. dalla quale rimunerato correlèmcnte Se* prouilionato con vtilede fuoidifcendenti, fi fermò in que: Ik parti , 6: fece diuerlè cole degne di memoria; in diuerfi' luoghi dello itato. • ^ Gg Pa- r-r D EL L^ FA DKIC H E Palazzo publico. PEr fianco di S.MarcO;è firuaro il palazzo della Signoria. , Pcrcioche portato in Rialto il Trono Ducale, Angelo Participatio iJo^e Nono, diede incontanente felice princi- pio a vn luogo piiblico, doue lì potcUe anuniniftrar ragio- ne.Fu per tanto cominciato douciì vede,vicinoal potè del Japaglia.è^ rifpondente lui Canal grande. Arle,&lu rifatto più volte, Pcrcioche Pietro C'rfeolo primo di quello no- me, che fa l'anno 9 76 conti nouando la fabrica abbrucia- ta per auanti dal popolo, quando ammazzò Pietro Candia no Dogcla finì. Et l'anno iio6.vfcitofliocodi vna cala pri. iiata,& diltrutto S.Lorenzo,S.Seuero,S Zaccaria, & S.Sco- Jaiiica fino a S.Banb,arfe parte del Palazzo, & della Chielà di S.Marco & fotto Giouanni Moccnigo Doge 7 1 .che vil- fe Tanno ' 477. fu conlumato in vna notte buona parte del Palazzo Ducale . perche hauendo vn miniiiro lafciata per trafcuraggine,una cadclaaceià neila fua cappella,caduta vi appiccò il fuoco,il quale crcfcendo fi nutrì il giorno ^egue- te,& la notte alle 4.hore diede fuori la fiàma . Il medcfimo auenne lotto Luigi Moccnigo Doge 84.I 'anno 1 ■> 74 cocio iìa che hauendofi fattoli fuo annuale agir > i Ai Maggio,(5c celebrato vn lòlenneconuito in palazzo : s'acccfe il fuoco per poca cura de fuoiniinill:ri,in vna camera,per la quale là; ìendo alle leale di fopra, s'abbruciò il Collegio, l'anticolle- gio,&lafaladel Pregadi, &aucn tarali la fiamma alla Chie- la,liquefece vna cuba di piombo,& piuol tre farebbe anda- to,le la gente corlà a tanto incendio , nò lo haueflè eltinto. 11 medefimo auenne fotto Sebaftiano Vernerò Doge 8 5 .al . Jora che s'abbruciò la Sala del Gran Gonfiglio con quella dello Scrutinio, l quali tutti fuochi & altri apprellb, hoa- uertito per la hiftoria , che hanno predetto in ogni tempo guerre 5c trauagli,dopo le quali fono feguiti felici & auen- turolì foccefilPerciochenell'infantia della città,arfero 24; cale di tauolc nclTllòla di Rialto, oc indi a poco Arila ritor nò PV B LI e H E LI£.-VnU nS mò d'Vngaria:3c ne fcgiiì che Rialto fi angumentò di popò lo 6cdi nobili,con tanto accrc(ciméto,che le calè di legno, fi mutarono in ricchi palagi di marmi . Sotto Pietro Can- diano s'abbruciò il palazzo, & no molto poi vennero i Sa- •raciniin lralia,& focceiìeclie Pietro Orfeolo Doge gli oc- ci(c & didrufle.Sotto Ordelaflò Fallerò il fuoco distecc j 6, IfoIc,cominciando da S. Lorenzo come s'è detto,tìno a i>. Baflb,& poco dopo il Red'Vn^aria moOè la guerra in Dal maria, per le cofe di Zara,& ne lcguì,che il Fallerò ricuperò non pur la Dalmatia,maaggiun(è all'Imperio Veneto gra parte della Croatia. Et nel tcpodi Sebadiano Ziani arfe Fi- fola di S.Maria Mater Domini co molti edifici publichi ^ priuari,(k fra pochi men,fu la guerra co Federigo Imp. per Papa Aleirandro.& aucnneche fi prefeOthonc fuo figlmo lo,^ la Rep ne acquillò grandi honori.Sotto Andrea Con tarini s'abbruciò il monitkro delle Vergini, indi a poco Leopoldo Duca di Auftria fcorfè fui Vinitiano,v& no mei to dopo fu rotto 6c fcacciato da noli ri . Sotto Michele Ste- no arie il Campanil di S.Marco, & nacque la guerra del PvC d'VngariagouernatadaPippoSpano:6coccorlèchePippò fu morto,lì hebbeil Frioli,& s'aggiunie allo (lato tuttocjl- lo di piuch'èdaVdincinlà.SottoGiouaniMoccnigoarlè il palazzo:!! molle l'armi córra Ferrara, & ne fcguì che fi fé ce racquiftodcl Polefenedi Rouigo. Sotto Leonardo Lo- redano abbruciò Rialto, (ì hcbbc la guerra co i Principi co giurati a Cambrai, la vittoria fu,chealla fine l'I mpcrioA'^e- neto nccrebbe . Sotto Pietro Loredano fu quello horribilc incédio dcll'Arfcnale,india poco fi venneail'armi col Tur coni beneficio fu, che liprelè & le quattro figure di porfido che s'abbracciano infìeme, collocate fui cantonale della ftanza delle gioie di S.Marco. Daquefta porta appari fce in faccia la fcala vera mete reale di candidilfimo marmo lauorata a ftrafori, la quale ftando fi al campanile,fi fcuopre dalla cima in fondo,& fi fa il me defimo quando s'entra in palazzo per fianco, per loappa- rentilTimofuo fito , per lo quale (1 formano due Corti, la grande 6c comune, & la picciola dei Senatori . All'incon- tro della fcala pure in faccia,la fabrica fi congiugne conia ChiefàjCon vn volto didiuerfi ornamenti & con buonnti mero di figure grandi quanto il vino, fatte di buona mano Frima fotto il Fofcari,6c poi lotto il Principe Moro che fa anno i462.Et per fianco filale per vn'altra fcala coperta di piombo chiamata la Fofcara,dal cui capo Ci circonda per tutto il palazzo , doue fono fopra la corte , corridori fimili a gli altri fbpra alla piazza , fra i quali corridori fono le flati zc chiamate Corti o tribunali de Giudici che tengono ra- gione . & di fotto di elfi nel mezzo della Corte,fì \'eggonb due bellifiìnii pozzi di bronzo intagliati di fogliami & di fìgure,di mano di Nicolò de Conti <5c fratelli. Ma tornan- do alla fcala principale di marmo (pcrcioche fi fale al palaz 20 per quattro fcale) fi trouano fulfuo piano due Cololli oftatuc di marmo,chiamatedal popolo Giganti,ch'appor tano maeftà & grandezza alla fcala . Et l'una fu figurata per Marte, & l'altra per Nettuno, fignificatlue amendue lo (tato di terra & di mare , di mano del Sanfouino, &; polle in opera l'anno 1 566. Àirinconrro delle quali fi vede vno Adamo <5c vna Eua di tutto tondO; fcolpite da Andrea Rie i . ~ ciò D E L L E F A B R I e H ,E^ do Padouano,con diligente fattura . La faccia del Palazzo Ducale (percioche quello dauanti fu la piazza è del pub!;- co per imagi (Ira ti, &queft'altro fu fatto per habitatione particolare del Principe) cominciata dal Doge Marco Bar^ barigo , & finita da Agortino fuo fratello Oc focceflbre , fu opera d'Anton io Bregno Architetto & Prothomaftro del palazzo . Di rincontro alla fcala predetta in faccia del cor- ridore apparifcenel muro vna lapida tutta d'oro, pollaui a honor perpetuo di Henrico III Re di Francia oc di Polonia per la fua felice venuta l'anno r 574. ctouc fono fcrittc con fmaltoroflbin campo d'oro quelle parole. Henricus 1 1 1. Gallile R ex Sci. Polonie Chrillia- niffacceprodeimmamia Caroli V I li l.Gallias Regis fratris cGniun6li{siiTii,moite trilli nuncio è Polonia in Franciamad ineundum Regnuin h^rediraiium properans , Vènetias anno bai. MDLXXIllJ.XIlII.Cal.Aug.acccfsit.Atcj;. ab Aloydo Mocenigd Serenifl^ Venetornm Principe, & omnibus huiulce Reip. ordinibus^ non modo propter veterisamicitis necefsitudi- nem^verum etiam ob fingularemdeipfiusexi^ mia virtute arqne animi magnitudine opinio- nem,magnilicenti(r.poil; hominum memoriair|i apparatu,atc[ue alacri Italia propè vniuei i^e^ium moiumcj. Principum pra:lertim concurfu cxcer ptusell:. Adcuius rei gratiq. Regis animi erga hancRemp. memoriam (èmpiternam Senatus ■hocmonumentunitìe^i curauit. ArripldoFer- rerio P VBX I e HE LI K Vìlt ìin rérioSecretioris Confili] participe,Regio apud Remp.LegatOjid etiam poll:uLaiuc . & l'ornamento attorno alla predetta infcrittionc, di mar- mo, con tcltoni, ligure, 6: fogliami/u di mano di AlcfTan- dro Vittoria. La predetta bcliill'.rcala con la taccia dell'edi fìtio,fu comandata dal predetto Antonio Bregno,& gli in tagli a grottefchene volti in cima alla fcala, furono fatti da Domenico & Bernardino Mantouani . Dalla (Iniflra del piano,vicmo a vna fcala per teda , è litiiata la cappella di Sa Nicolo fatta l'anno 1 1 i2.dal Doge Pietro Ziani per com- 'moditàdcl Principe , il quale per legge era tenuto andarui ogni mattina alla mefìa , auanti cheli faceiìèlafaladellete fte,v5cla cappella vicina al Collegio,ma eflcndoilluogodi shabitato <5c quafi disfatto per la vecchiezza, il Principe Leonardo Loredano lo relburò, & ui feccia faccia di mar Ilio che rifponde fu laCorrede i Senatori , fi come fi uede per le inlègne. Et in luogo di colmo, ni fabricò una terraz za di fopra chefcrue pergiardino,& gettain cafa del Doge, tt il Principe Griiti ni polefu l'altare la palla di marmò con figure di mezzo rilici o,onde ridottoli luogo abcllez za,la Signoria ui afcolra ogni anno una mcfìà lblcnne,nel-- lafelHuitàdi S.Nicolò. D'altra parte nell'offitio dell'Auo ' garia è atfifib un quadro di lacomo Tintoretto con tre fi-' •guie al naturale dal uiuo.di tre Auogadori inginocchioni, l'una di Ottauiano Vallerò Senatore di prudenza &: di bon tàiingolare,& di conofciutoualore, l'altra di Francefco Pi fani , & la terzadi Michel Bono,gentilhuomini fingolari. Et pocodifcofto da loro lì ucggonopur nel medefimo- quadro,! ritratti di Nicolò Padauino, & di Ottauiano Va-- liero,amendue d'animo ueramenre nobile,& principalilTl mi Notari & Sccretari di quel luogo Et più oltre nel ridot to de i Cen(ori,i due quadri di pittura furono , l'uno (opra laporta,d'Antonio Palma, l'altro all'incontro di Camillo Bai ino. Qiiindi uicinoamezzodcl corridore del palazzo Pucalefabricatodinuouodal Doge Donato come lì uè- , de ^M BELLE FA B R :I CHE^ tfc per le Tue infègne, è la rìcchifsimiìfcala chccon gran pratico del le colè del mondo, & adoperato dalla Rep. in molte legationi, &fugrand'amicodeI Petrarca, oc vìC- le 18. anni. &. gli foccefie l'anno 1^65. Raffaello dettoan- CQ Rafaino Carefini, non punto inferiore a Benintendi, percioclVoltre alle lettere , era huomo facul tolb, di molto {èguito,5c amoreuolealla patria , onde nell'occafionc del- l'ai prillìma guerra de Genouefi,haucndoaiutata la Rcpub. con le fuefacultàjfu fatto nobile delConfiglio, & con tut- to ciò volle con tinouare nel fuo grado. Scrifìèlahifloria delle cofè di Venetia, continouando quella d'Andrea Dan dolo Doge, & trattò i fòcccffi del Principe Andrea Con- tarini . Mancò lafua flirpc in Giouanni ilio figliuolo che fu Podeftàdi Vicenza,moltodininiile al Padre. Dopo Rafaino che ville 2 5 anm,hebbe il fuo luogo l'anno 1^90. Hh Pietro DE L L E f A B Ri CHE Pietro de Rolli cognominato Qiiarahta, che durò 4. aiuti. Et morto coftui entrò l'ano 1 394. l^clìderioò Defidcrato Lucio . al quale IbccelTe indi a 2. anni Gian Vito, nel cui luogo fu creato l'anno 1 40 5. Nicolò di Gherardo . al quale venne dietro l'anno Icguete Giouanni Piumazzo, & l'ano I4z8.fu creato Francelco Beuazznno, progenitore di quel- lo Agoftino, che a tempi nortri fu riputato aliai dalla Cor- te Romana,& celebrato dal Giouio,& amato dal Cardinal Bembo,come Poeta ili ut tre nelle cofe latine & volgari, al quale icgul Ixancefco dalla Sega l'anno 14 jp. & viflcj i .an no. & hebbe per foccellorei annoi 47 o.Aleffandro dalle Fornaci cognominato .Salone, che ville io. anni, & die- de luogo aFeboCappella,hiiomodi gra fentimento& fpi rito nelle cofe di flato, & di riputatione , 6c dì molto meri- to con la Rep.l'anno 1480. & indi 2 2.anni hcbbeii fuo gra do Giouani Dedo , ricordato fpcllb nelle hiftorie publichc perla fua prudenza ,& per le colè fatte da lui in tempo di guerra «Se di pace . Al quale feguì Tanno (510. Luigi Darda no d'antichilTj ma famiglia. Oc che nelle guerre di Padoua hebbe carichi importanti, & fu Proneditore aMiranoin quei maneggi . Ne quali fodistece coli bene alla Rep. che il Configlio de Dieci lo honorò aliai co fuoi decreti , come in quell i fi legge . Et gli ibccefìc Tanno feguente Franccfco Fagiuolo Giurifconfulto.al qual venne dietro Tanno 1 516. Gian Piero Stella Caualiero honorato, di molto nome, 6c amicodiquafi tutti i Principi elicmi, che vifìe lètte anni. Dopo il quale entrò Nicolò Aurelio l'ano i< 2^. peifona di molte lettere, ma sfortunato, percioche rimollò dalla dc- gnità, fu pollo in luogo fuo Hieronimo Dedo peri fuoi benemeriti & per la memoria di Giouanni fuo anteccfio- rc. Dopocoftui habbiamo veduto Andrea de Franccfchi grato alla città , offitiofo per gli amici , & di ottimi coftu- nii /Lorenzo Rocca peritifì. delle leggi di qucfto flato , & huomodi molte lettere , Gian Franccfco Othobono , me- morando per l'accortezza del fuo viuacifllmo ingegno, & di coli profonda memoria (della qual fece gran profeP iionc) che fu mirabile ad ogn'vno. Andrea frizziero di molta PVBLICHE LIB. Vili. 121 iììolta bontà, & Giouanni Formento che viuc al prcfcn- rc. Ora tornando alnolho primo inftituto, s'entra (po- ;rpolla la Canccllaria) nel Salone dinanzi all'AnticolIc- .^io, & di quindi ncKoUcgio. Era quello luogo ó.anni. Joiio, ornato maiauigliolamente, come ridotto princi- pale del Doge ^!f<: della Signoria. Pcrcioch'oltre alle co- ■ic niciièaoro »5: latte di marmo, vi erano tre gran quadro- ,ni dipinti da Gian Bellino, & da Titiano, i più rari & lìn- ■golari ch'elll facelìèro giamai , nel maggior colmo o vigo- re dello fpirito loro pi»^ viuace & ardcnte,in quella protei- [ione. NeirAntico'ilegio eravnatauola d'Italia cofi per- fetta nelle lue niiiiire, the dincifi Principi ne domandaro- no l'ellèmplare ■. 11 Salone auanti airAnticolIcgio haueua il IbBìtto nuono,caiicod'orO;& ammirabile per i Tuoi inta gli,con pitture erquifitc fatte da i primi di queftc parti, *5c le porte di marmo parlo colonnate Oc figurate con gran mae ltria,le quali tutte colè furono cófumaie dal fuoco l'anno is 74. In luogo delle quali lì veggono al prelcnte altre bel- iezze di colori & di ftucchi veramente reali v'k: condegni a tsnto Dominio. Conciona che nelprinio Salone per en- trar nell' Anticollegio, il foffitto è fatto alla Romana con ori <5c lì:ucchi,& pitture. Il fuo compartimento fu di ma- no d'Andrea Palladio, gli lUicchi del Bombarda, & d'al- tri Scultori, lepitturedi lacomo Tinto retto, & rinueutio ne di colui cheicriuelepieiènticofè. Quello èdiftintoin tre quadri . Nel primo Venetia è mandata da Gioue in que ilcacque, perch ellafufattaperdifpolitionedi Dio , accio- che VI U conferui la religione 6: la libertà chriftiana . Nel (e <:ondo fi vede vna donnache rompe vn giogo, con altrefi gure attorno che portano il pilco infcgna della libertà, per cioche eficndonatalibera,ha mantenuto & mantiene Pan tico fplendore della libertà d'Italia, al la quale tutti rifuggo- no con-jc in po;:toiìcuro & libero a ciafcuno, per con ferua- tionc della vita «5c delle tacultà.Nel terzo è dipinta vna Giunone accompagnata da diucrfè virtù, fignifìcatiua di nobiltà, Conciolìa che nel fuo principio i nobili partori- rono qncfto ÀQUikiliP , <5c Imperio , & mantennero Ccmr ■.j.ì.:j': Hh 2 prc D ELLE FABRICHI prc incorrotto il fangiic loro illiiftre. Dalla parte del Ca- nale fopraallc finelhc è ciprcffo im Nettimo che Tpolà Venetiain memoria d» Papa Aleflandro 1 1 1. die diede il dominio del marea ^cballiano Ziani Principe della Hep. Dalla parte vcrib piazzali vede Venetia Vergine , la quale conia fila incorrotta purità, fi difende dall'i nfolcnza al- trui , & s'appoggia al mondo , perch'clla fola fra tutte l'al- tre è rcftata incorrotta , & intatta da gli altrui barbari & tirannici Imperi). Nelle otto mandole fparlcper tut- to il componimento, firapprelcnta Io li ato della Kepub. perche vi fono dipinte otto figure per otto città princi- pali. Conciolia che nella prima è polla Verona col fuo bellifiìmo & antico anfiteatro . Nella Icconda Tadoua , li- gnificata per i libri che le fono all'intorno. Nella terza Brefcia circondata dallarme, delle quali la predetta è co- piofafabricarrice. Nella quarta l'iiiriache tìcn la corona in mano , non eficndo più in podcilà di tefte coronate» Nella quinta Treuifo,con diuérfi priuilegi & danari,& con ia fpada perla punta. Pcrciochceìlafa la prima delle cir- conuicine che (ì delle alla Kepub &c dono alla Signoria non pur fc medefima , ma anco tutte le fi:c particolari en- trate del comune che fono abbondanti . Nella fella la Pa- tria del Frioli che mette la fpada nella guaina, dopo mol- te guerre fatte da i Patriarchi d'Aquilea con quello (lato . Nella fèrrima Vicenza con diuerfi frutfi, percioch'ellaè il giardino di Vinctia . Et nella ottaua lìfigura Aitino , lle- rile, con anticaglie t^c rouineper l'antichità. Di quella s'cn tra neirAnficolle';io , ornato col fbffitto di flucchi,& poi nel Collegio con belli if. & vago ciclo co mirabil com- partimento ricco di molto òro . percioche iì contengo- no nel fuo campo due quadroni co vno ouato nel mez- zo , ricinti attorno d'altre forme di figure sferiche & acute che lo rendono vaghitTì mo all'altrui veduta . Nel primo è dipinto,laGiullitia>5clapaccche honoranola città diVc- netia.Ncll'ouato di mczzoè la religionecon vn facrifitiol & nell'altro quadro verfo il Tribunale del Doge fi cótienc vn Marte 6: vn Nettuno,^ la fortezza di terra &di mare di quello P V B L I e H E L I B. vili. i^^ iqncflo ftatò . Nel prinio tódo fopra alla porrà fi legge. Cv- STObES LlBtRTATIS. llcl fcCOndo Re ! P. FVNDAMENTVM. nel terzo Nvnq^vam derelicta. nel quarto Rebvs IMPERI!. & dalla dcftra della porta lungo il muro è di- pinta la modcraza di Dauit & di ^olonc.L'induftria di Ar chi!iìcdc,<5c la man(uetudincdiClandio.Et dalla (ìniflraja liberalità d'Aleflandro, la contincnzadi Marco Curio, & l'obcdicnzadi Leonida. Negliouati bislunghi dalia de^ (Ira. nel primo lafortezzadi Siila, nel fecondo, l'oferadi Dcciodi morir perla patria, nel terzo Caronda che per con (èruar le fiie leggi (i diede la morte.Dalla finiftra nel pri mo la fortezza d'Aleflandro, nel fecondo il Sacrificio di Alelìàndro (òpra dodici altari , nel terzo Scleuco che fi fa cauar gli occhi per lagiuftitia. Vi è parimente la Fede & la Concordia con altri ornamenti. In faccia del qual folTìtro, a puto di fbpra al Trono,ui è figurata per Venetia, \ na bel- lilfima Regina coronatala qual corona col corno Ducale, Scbaftiano Venicro,chcrè dinanzi in ginocchioni ueftito di bilenco. Et tutto fu opera di Paolo Veroncfe . Vicino al Collegio è fituato un'altro Salóne fopra il Riodi palazzo, il qualefia cominciato Ikinno i ^o i. fotto il Doge Gradeni go,&:vieraappreflolaCanccllaria, <& la Ghebao Gabbia, chiamata poi Torrcfella , & fi finì l'anno 1509. nel quale fi diede principio a ridurfi il Configiio Grande , & durò per cotale effetto fino all'anno 1425 .i'ercioche parendo che il luogo no fofle capace, tu ordinatala Sala fui Canal Gradc, la qual fi finì nel predetto tcpo del 42 ?. & fu la prima volta che ni fi fece il Configlio .onde ii prefcntcrimafcpcrlori- dutto del Cònfìglio del Prcgadi . In quello adunque il Cic lo fu fatto per difcgno di Chriftoforo Sorte Veroncfe : ^ ne quadroni compartiti intorno alle mura,fi dipigne dico tinouo tutto lo Stato di Terra Ferma poflèduto dalla Rcp. di paefc in paefè.con le diilanze,Òc i fiti delle città,dclle ca- ftella,& de tcrritòri),co loro confini,in quella maniera che fi vede vna parte del mondo nella Sala del Doge . lui preflb fono vndici Imperadori di marmo, faluo il nero, tuttian- tichi 6c belli,quanto più fi polTa dcfiderare, & di mol to pre- gio* DELLE FABRIGHE mo, parte hauutc da diucrfe città,5c parte da Principi,chclc hanno donate.& in telia vi è pofto vn'altarerpcr doue fi di- fcende per (cala Iccrcra in cafadel Doge.Et da altro iato è la Chiciuola , doue la Signoria a hora di terza, alcolra ogni giorno la meflà. La palla del cui altarexon vn Chriilo fla- gellato è nobilifs. quanta altra fi fia nella città, & fu di ma- no di vn Fiammingo. Ora vfciti di quelli luoghJ,fi pafla al le falc dell'Eccello Configlio de Dieci, illufiri per pitture notabili & dilicate.Percioche nella Sala del tribunale,fono rapprefcntati nel fuo cielo , i cafi propri), che s'afpettano al detto Configlio. conciofia che vi [ì vede ritratta con nuoua inuentione la Herefianell'ouatodi mezzo: & più oltre la Ribcllione,accompagnata dalla Sodomia, & dal! a Fai fità amica de' monetari.iSc furono dipinte da Paolo Vcronefe, da. Battilla Farinato, & dal Bazacco : i quali compartirono fra loro i quadri a olio : & l'inuentione fu di Daniel Barba- ro eletto d'Aquilea dottifs. gentilhuomodi quella età. Nel l'altra Sala vicina,fi rappreicnta nel palco , S, Marco in aria foftenuto da gli Angcli,Óc di lotto V cnctia nel mezzo , fra la Fede,la Speranza,(Sc la Carità. Vie parimente vn quadro con vn Chrilto morto folicnuto da due Angeli , 6c lo fece Antonello da Mefiina. Di quindi fcendcndo li penetra nel- la Sala del Gran Configlio, cominciata dopo Tanno 1 509. ócfinita l'anno 14 25. Fu la prima voltadipinra a uerdedi chiaro & fcuro;& lalècondafu rifatta di diuerfi colori, & il primo che vi colorille fu Guariéto,il quale,l'anno 1^6^. vi fece il Paradifo in tefta della Sala]. Vi lauoròanco alcuni altri quadri , fra quali vno fu quello della guerra di Spoleti vltimamen te ricoperto daTitiano . Et Tanno poi 1 400. vi fi fece il cielo compartitoa quadretti d'oro , ripieni di llcl- lc,clVera la infegna del Doge Steno. Ma focccduto al Prin- cipato Nicolò Marcello , paruc a Padri che Ci rinfrefcaflcro le pitture della hifioria di Federigo Imper. artendo vn pane fra loro,fe lo porgeuano l'uno all'alrro,c j Ugnificarionc di carità.p dimoltrarech'i goucr nanri di qlló Srato, debbono eflèrc infieme vna colà mede f ìma,amàdon intéfaméte l'un rakro,& comunicàdol'vno all'aitro gli honori co carità, & co giuftitia p màteniméto^ DELLE FABRICHE della libertà . Per fianco s'entra nella Sala dello Scrutinio , fatta fotte il Principato del Fofcarijpercioche finendo al fuo tempo , il palazzo colàdoue è fcolpiia di mezzo rilie- uo vna Giuftìtiain vna lunctta^vollonoi Padri,che fi con- tinouafie fino al cantone,che hoggi fi chiama alla Carta,& vi fi fece la predetta Sala . Il cui iotfitto in quefti anni, di- (liuto in tre quadri,fii dipinto da Giouanni Antonio Por- donone con arte marauigliofà,per gli fcorcijper i nudi , & perl'inuentione che vi Ci vedeua: nella qual fattura il Pitto refuperò tutti gli altri della fua protefiìone. Vi fi vedeua anco la battaglia nauale, dell'anno 1571. col Turco , fatta dainoftri. Nella quale con magiftero indicibile, & con un mirabile intrigo & viluppo di cole , 6: con groppi fantaftichi di perfone, ii come nelle zuffe auiene, fi rappre- fentaua quella fcmpre memoranda uittoria cheli otten- ne già,fotto il Generalato di Sebaftiano Veniero.& c- ra di mano dì lacomo Tintoreto. Vi fi uedeua etiandio fo- pra il Tribunale dipinto un dì del Giudiciodi molta for- za & diléguo, ritratti de Principi,Loredano,& Moccnigo, del medefimo Tintoretto . lui preflb era la Sala del Colle- gio dellì 25. con diuerfi ritratn di Dogi pafiati d'altezza di un braccìo.óc mezzo in habito antico, lauorati già da Laza ro Sebaftìanì . Ma tornando di nuouo nella Sala Grande , vi fi comìnciaua dalla parte doiie erano i Santi Romiti , la hiftoria di Federigo Imp.la qualeandaua circùdado la Sala in diuerfi quadroni, con rare pitture , con le infcrittioni di fòtto , de loro (ìgnificati , di mano del Petrarca , rimutate poi quafi del tutto , dal Sabellico,come fi uede per le prime copie die fono in diuerfe mani.Dadofi adunque principio da i detti Romiti, fi conteneua nel primo quadro alto fino al foffitto, con uaga inuentione di ricche figure , Papa A- driano,che coronaua folennementerimp.nella Chiefa di San Pietro, doue erano diuerfi perlbnaggi a quella ceremo nia,con ritratti dì molti nobiIi,con bei panni, & begli atti, & molto lodati^. & fu di mano dì lacomo Tintoretto : oc di fòtto in campo d'ore ui fi kggeua. Ad RIA' PVBLICHE LIB. Vili. 115 AdRIANvS rOKT. M-^X. FEDERICVM E N O BARBVM; ROMANI IMP. INSIGNIBVS IN D. PETRI DECO- RAVI T. MCLXII. Nel fecondo era cfj'>rcfla vna zuffa che auenne in Roma do pò la coronarione, fra le gcti dcll'Imperadorc,& il popolo Romano . Pcrcioclie cficndo i 1 edelèlii inibfpettiti per ar tificìo d'alcuni baroni,(ì combattè fu i prati diNcrone,& i Tcdcfclìi furono incalzati quali fino al padiglione dell'I ni pcradore. ^^ qucrta fu opera di Oratio Vccellio figliuolo di Titiano doue fra Talrre cofe notabili fi uedeua un cauallo armato,di molta bellezza . & ui era fcritto . Romani familiam imperatori s a prato ne ronis profectl ad molem adriani acgre- divntvr ad tenxorivm v s qj/ e imp. Nel terzo era dipinto , che eflendo ftati creati Pontifici Aleflandro 111. & Ottauid Scifmatico , chiamati amen- due dalllmp aPauia<5cnon hauendo Aleflandro uoluto andarui l'Imp.confcrmò Ottauiano & l'adorò, con infini- to difpiacere d' Alcflàndro . & fu di mano di Paolo Verone fe,& ui era infcritto . ALEXANDRVM III.PON.MAX. RITE CREATVM ET OCTAVIANVM VITIO FACTVM IMR FEDE- RICVSTICINVM EVOCAVIT, ALEX. DICTO E- IVS AVDIENS NON F\aT. ITAQ^FEDERICVS ID AEGRE FERENS, OCTAVIANVM QVI AD SE UT PONT. DECE ARAVIT, AC VENERATVS EST Nel quarto, efìcndofi Federigo difpofto di mantenere in (lato il Papa icifmatico, fi uedeua che Papa Aleflandro lo li fcch- DELLE FABRICHE fc6municaua,& gli proteftaua guerra . onde vi era efprcfà Ja cercmonia chef! luol fare dal Pontefice in quell'atto: c6 diuerfe figure molto bene intere,con attitudini, con habi- tijcon coloriti,& con panni molto fingolari. Oc lo dipinfc il Tintoretto. & vi erano quefte parole . iTs^SOLETlTES FEDEBJCl CO^{yiTrS ^LEX» TOIiT.ji'H.dTHEMjlTE ET BELLO JÌ^DICTO DEVBJMIT ET TBJÌVyLSjlT, EEDEBJC^S IMV. Jl^IiirO EDICTO SFBDITOS SFOS ^B ^LEX, ToyiT. ^L1E%AT. Kel quinto fatto da Titiano con incredibile indudria & ar "* te, li rapprefentaua la giornata di Spoleti nell'Vmbriay Doue, oltre alle coiè nobili che vi appariuano, fi moftraua a gli occhi de riguardati un Capitano ch'eflèndo dello al ro more d'una zuffa \ì faceua armare da un ragazzo, nel petto della cui corazza,rifplendeuanocò incredibil magiftcro , i luftri , i chiari,& i reuerberi dell'armi, & de panni,de quali era vcltito il ragazzo. Vi era parimente vn cauallo di elhe mabellezza,&. vna giouane che vfcendodi vna folla, & fa lendo di fopra, moftraua nel volto, vna gran paura.£t fotto non ui C\ leggeua nulla. Nel fefto appariua l'apparecchio del Re di Francia per di fendere il Papa.onde mettcndofi all'ordine l'uno & l'altro, fi vedeuano diuerfi groppi di figure,di panni,di tefte,& d'ai treco(è> tenute in quel tempo che furono dipinte, in niol to pregio.& vi era notato . T\AETyLlT BJ.X IV^CLITFS BELLVM QVlETl VT TOTslTìBlClS DlGj^IT^TEM TFEI^ETril 'P^K^Vjy^FTBJlslQyE ^B^iM^y ^DSFXJ FE&EEJCO BOEMly D^CI, GETjlE, GEl^MjlJlU jr ITjlLl, I^EGJ FB^AT^CI^E E^FE^T ^T^ GLlCh J PVB L I e HE LI B. Vili/ ji6 DIEJ^SES ET FjiSCO'hlES» Nel ictrimo fi comprendala In fiiprema bontà del Papa. Il quale hnuendo còlidetato, che la guerra apparecchiata per fua cagione, poteua apportar gran danno alla Rcp.Chriitia na, deliberò di ritirarli a Venctia , come à città libera, reli- gio(à,Óc lìcura . hauendo per opinione , che s'arrcfterebbc- ro l'ar m i,quando nelTuno di loro nò iàpeilè doue egl i fi fof fé : fperando in tanto,cheil tempo accomodaflè le cofe. 5c uierafcritto. PONTIFEX NE TOT CHRISTI ANORVM MILLIA SVA CAVSA HOSTILITER CO NFLI GERENT, CE LATA PERSONAE DIGNITATE, E MEDIO EXCE^ SIT, VENETIASQ^ LIBERAM VRBEM SE CONTV- LIT GREGARII SACERDOTIS HABITV, FVITQ^ HIC SEPTVAGESIMVS SEPTIMVS SVPRA GENTE- SIMVM, AC MILLESIMVM EO QVI FVIT HVMA- NAE SALVTIS. Nello ottano fituato nella fuolgitura del cantonale nella faccia che guarda ver lo la Zecca, fi vedeua, che cflèndofi il Papa incognito ridotto nella Chiefi della Carità: fu cono- fciuto da unfarefticroiche lo fcoprì alla Signoria. Et vi era dipintoli Principe col denaro, chcandauaakuarlo col Bu- centoro,riconoicendolo per Santo Pontefice . «Se le figure di quello quadro erano alte poco più di un braccio,& Tàtte da Gian BellinoiiSc di fotto era. PRIMA NOCTE DECUNAVIT APVD CANONI COS S. SALVATORIS, QVI DVXERVNT EVM AD MONASTERIVM S. MARIAE CHARITATIS, IBIQVE IN FORMA .... SERVIEBAT. li 2 & Vlr DELLE FABRICHE écpoco difcoflo dalle predette parole ch'erano quafì cadu- che, fi )c?gcua. QVIDAM PEREGRINVS NVTV DEI, EX VOTO VENERAT VENETI AS, QVI DVM VISITARET ECCLESIAM SVPRASCRIPTAM S. MARIAE DE CARITATE,COGNOVIT PAPAM,NOTIFICAT IL LVSTRI D. SEBASTIANO ZIANI, TVNC INCLY- TO VENETIARVM DVCI, QVALITER SVMMVS PONT. EST IN TALI ECCLESIA. ócpocopreffo. DvX, CONSILIAKII, NOBILE S, ETtOTA VENETIARVM CIVITAS, S IMILITE R PATRIARCHA GRADENSIS,ET EPISCOPVS CASTEL!, A NVS CVM TOTO CLERO PER VE N IV NT CVMCRVCIBVS AD D. PAPAM DVBITAI* TEM DE TANTO CONCVRSV. DEVOTI SS. DVX GÈ NIBVS FLEXIS DEDIT OSCVLA AD B E A TIS S. PEDES PRESENTANS CLAMlDEM, MITRAM ET ORNA- MENTA, pedvm, et CONFORTANS VT METV DE- POSlTO,ASSVMERET ANIMVM ET PONTIFICALIA ORNAMENTA, QVIA EST IN VRBE TVTISSIMA LI BER A, ET POTENTE. Fra il finimento del detto quadro , & il principio dell'altro che fcguita,fono di mezzo per tetta della Sala due fineftro- ni,fra i quali era Icolpito vn S. Marco con l'armi del Doge Vendraminoda i lati, che toglieuano in mezzo l'arme Co tarina,d'AndreavltimoDose di quella famiglia. Nei rVBLÌCHE LIB. VITI. Yif Ne! nono quiìdro dopo il fineftroné, s'abbracciaua la cere- xnoniadel Papa , quando dette diuerfì priuilegi & honori al Principe & Tuoi rocccfìòri.Douc porgcua il cero biaco al Principe,in fogno della buona rifolutione del Doge in di- fendere il Papa , & della patronia di San Marco . & qucfto quadro fu fatto da Gentil Bellino j & Vi erano fcritte le fè^ guenti parole, t)VX, VNIVERSÓ 'POPVLO GOMITAN- TE AD ALTARE ECGLESIAE SANGTi MARCI PAPAM CVM CANTIBVS ET DEVOTIONE PERDVCIT, VBl PERSO- NAM, FAGVLTATEM, MAGNITVDINEM CIVITATIS, ET TOTVM DOMINIVM IN protegtionem svam et egglésiaé C.QNTRA QVOSLIBET OFFERT ETG & dall'altro lato fi leggetià continóuado la pcìettà iiiàterk, papa praestat dvgl gerevm al- bvm, qvo ipse et dvgantes post evm, perpetvo in svis processio- KIBVS VTERET. Nel decimo volgendofiil cantonale^ C\ fcorgcua dipinto dal medefimo macero , il trattato delia pace del Papa con l'Imperatore fatto dalla Rep. per lo quale Ci mandauano ambafciado ad intenderla volontà dell'Imperatore «& vi era notato^ PRO PACI TRACTANDA MITTVNTVR.AD IMPE* DELLE F A B R I C H E ; Rato REM tvm in apvli.a residentbm, solei» NES AMB AS e I ATORE S DVM LITERIS D V C A LI- 1 V s Q^v as papa mandat per DVCEM. MVNIRI BVLLA PLVMBEA CVM FICVRA S. MARCI VTQJi^B D Y C E. & pcrcioch'il detto Gentile era ritornato da Coftan tino- poli , doue haueua fatto il ritratto del Turco , dal quale era flato creato Caualicro ((ì come ho veduto nel Tuo priuile- gio) con molti ricchi doni,fcriIlèfottoal predetto quadro iicguentiverli. ^entilis fatrtne dedithdc monumenta 'Belinus, Othomano accitMS,munerefactus Eques, Et in quefto quadro ripieno di belle figure*, con molto dife gno,6c con coloriti grandeméte vaghi & fini, co profpetri uc molto be tirate .R,T.ATVR ALEXANDER PONT. MAX. PRINCI^.> PEM ET VENETOS, VT CVM XXX. TRIREMIBVS PV BLICE AD BELLVM INSTRVCTIS, PRO PIETATE E,T RELIGIONE FORTETER IN H O S TEM M O- V.EANT, DATQVE INCLITO DVCI, ET SVCCES-, SORIBVS ENSEM PERPETVVM IVSTITIAE INSI- t}NE HABENDVM. CETERIS AD BELLVM EVNTI- BVS PLENISSIMAM DAT VENIAM. & dall'altro lato era fcritto, rOSTQVAM TREPIDE NVNCIATVM EST QVINQ^ ET SEPTVAGINTA HOSTIVM TRIREMES OTHO- NIS IMP. FILII DVCTV ADVENTARE, TVM VE- NETVS DVX CIRCA SALBLO ICVM HISTRIAE PRO MONTORIVM, SVOS AD PVGNAM HORTATVS EDI CIT, VT QVOM FERRVM A SE I N HOSTEM VI- BRATVM VIDERINT, SVO EXEMPLO DIMICA- RENT. Ncltrcdecìmocra diligentemente efìèmplatala battaglia nanale del Principe con Orhone, nella qual fi fcorgcua la gran patientia di quel Pittore nel contiitto.Percioche efpri mendo l'intrecciamcnto delle galee, la furia de combatten tijSc la vittoria ottenuta, mollraua altrui quel fatto co ma- rauigliofa eccellenza . Ht fu opera di Gian Bellino,& (i dice che Itette fu quel lauoro,vndici anni . & fi leggcua di fotto. ATROX VTRlNQVfi PRAELIVM COMMlTTITVR, DBMVM DVX FORTISSIMVS, DIVINA OPE, VEME* TAQJ^E VIRTVTE N J X V S, IMPERATORIA C L A S' SE P V B L I e H E L I B. Vili. 119 91 DISIECTA, OTHONEM CVM TRIRIMIBVI LJC CAPIT. RELlQJ^rS, PF.AETER PAVCAS QVAE C li- IERI FVCA ABIERANT, AVT IGNE ABSVMPTIS, AVT ALTO MARI DEPRESSIS. Nel quartodecimo il Papaabbracciaua il Dogc,& lo (aiuta uà Signor del mare,& gli porgeua l'anello col quale lo fpo- faflc ogni annoin perpetuo, per fegno del fuo Imperio che gli daua dell'acque falle per la riccuuta vittoria. & vi era icritto. complectitvr laetabvnuvs pontifex ve- ketvm, dvcem inclitam victoriam repqr- TANTEM, ET PELa'gI DOMINVM SALVTAT. TRA jpi(T ET ANVLVM QV O ILLE ET R E L I Q^V I PRINCl T^E S, IN VERI PERPETVIQJ/B IMPERI I ARCV- MENTVM qvOTANNiS IPSVM SIBI MARE DE- SPONSARÉNT. Nel quintodecimo , Othone tratto di prigione promette- uà iu la fuafeded'efìèr mezzano iìra il Papa & fuo padre,di conchiuder la pace , onde fi ^artiua, per queftocftcttqj & l'infcrittioncdiccua. ' "^ '*" "^.. " "•' ^ ' OTHO IMPERATORIS FILIVS DIVINA MOTVS VOLVNTATE, SE FVTVRAE PA QIS CVM FEDERICO PATRE ARBITRVM PONTIFICI ET VENETIS POLLICETVRL AT^CO'^A F1]D'^ ACCEPTA, CV^ \k '^ Nel DELLE F A B R I C H E Nel ièftodecimo , Othone s'apprefentaua al padre tutto aU legro,per la Tua liberatione . 11 quale addolcito l'animo fuò feroce & perfuafo dal figliuolo alla pace : ottenuta libertà di trattarla,la concludcua . & (1 leggeua . LAETATVR IMPERATOR VISO FILIO, eVIVS CONSTANTIA QVOD ALIOQVI ABHORRVERAT ANIMV^, ..X A N D E M VICTVS, EI TRACTANDAE PACIS TRI- BVIT POTESTATE.M. & quefta opera fu cominciata da Luigi Viuarino,'ma venti tó a morte , fu finita da Gian Bellino, con maniera molto dilicata& gentile. Nel decimofèttimo , il Pontefice condotto con l'Impera- tore in Chiefa di San Aiarco,fatta la pace infieme, & adorai to da lui, gli metteua il piede Jul collo per fegno di fuperio»- rità . & vi era fcritto . IMPERATOR OTHOQ.VE HLIVS, HIC PRI DIE PESTO, ILLE CHRISTIANAE ASCEN SIONIS DIE, TRIREMIBVSVENETIAS ADVECTI, EODEM DIE CVM RO. PON. VENETOCiVE DVQE PACEM EIRMA' RVNT.^-^ avi/r^- 2i:^orA /f^^fMi orto Et qucfto era dipinto da Titiano, & fu il primo quadro ch'fcglifaccfle nella fala . Et era tenuta per lapiu rara pittu- ra,che fofle in quello luogOj <>{ .; / x ^. ; ì f -1 i T M Ci ' Nel decii^To ottauo , jlPapa con molti Cardinali &Yc- fcoui infiémc,tletta là mèffa folennè m San Màrcoi^oncc dcuaindulgcntia perpetua nel giorno dell' Afcefione^a t\xt i P y B LI CH E LI B. yiIL 150 ti coloro che vifitaflero la detta Chielà . Et quefto fu lauo- rato da Vittorio Scarpaccia valente hupmo nell'arte. 6c vi crafcritto, OPERATVS SACRIS IN DIVI MARCI AEDE ALEX, PONT. OMNIBVS DOMINIO AE A S C E N S I ON I S DIE INTRA BINAS VESPERAS F. . . . ADEVNTIBVS PLENAM DELICTORVM VENIAM PERPETVO CON CBSSIT, SEPTIMA PECCATORVM PARTE PER OCTA VAM FREQJ/ENTANTI BVS REMISSA. Nel decimonono , il Papa conccdeua l'ombrella al Princi- pe, v?c fuoi Ibcccflbri, & le lettere caduche non vi fi poteua- iian o a patto alcuno vedere . Nel vigerimo,il Papa, l'Imperatore,& il Doge giugneua no a Ronra. Incontra a quali vfcito il Senato & il popolo , con le trombe & con gli ftendardi con molta letitia, erano riceuuti dalla città . oc vi era infcritto . j . . . PRO? l'C I se VNTVR H INC ROMAM CVM CELERI EQJITATV ALEX. PONT. IMPERATOR ETDVX V E N E T y S , QJ/ IBVS IBI APPROPIN Q_V A N T I B V S OMNES SVPREMl ORDÌ NIS ANTISTITES CVM TO TQ CLERO PRODEVNT OBYIAM, SBQ_VVTI P R I- MORES CIVITATIS . . . TOTAQVE NOBI- LI TAS, POSTREMO MVLTITVDO INCENS STV* DIO EFFVSA, VENIENTES CVM MVLTA LAETiriA lEJ VENERATI ONE E X C I P I T. Nel vcntefimoprimojil Papa donaua al Principe otto ften- dardi di diucrfi colori, & altretate trombe di argento in Ce kk 2 gno ^l^ IfBL i: £ IF AB R 1 C H E^ ^ttbdihonore , acciocheiiiioi foGceflbrile jJomffcraia Trionfo per Tua memoria,& fi leggeua . ' ono: j C." : j oi •: OBTVLIT ROMANVS POPVLVS ALEXANDRO 1 N- CRESSO, OCTO VARi'i COLORIS VEXILLA TOTI DEM Q_V £ ARGENTEAS TVBAS, QJ/ AE DIGNITÀ- T,I S OR N A M E N T A V L T R O P O N T I F E X VENETO DV CI DETVLIT. Q^V IBVS IPSE ET OMNIS DVCVM POSTERI TAS, SOLEMNI POMPA VTERENTVR. Nel ventefimofècondo, il Pontefice con gli altri due Prin- cipi,andaua a San Giouanni Laterano , doue apparecchiati due feggi , il Pontefice comandò che foflc portato il ter- zo per il Doge, & volle chervlaflè in perpetuo. & vi era critto. INVISIT ALEX. PONT. LATERANEN- SEMBASILICAM CYM IMPERATORE ET VENETO DVCE. HIC CVM FORTE SELLA ESSET VNA PONTIFICI ALTÈ- RA FEDERICO IMPERATORI STRATA, TERTIAM VENETO STERNI IVSSIT, DE DITQVE TAM ILLI AD CVRRVLIS SEL LAE INSIGNE QVAM POSTERIS V E- NETORVM DVCIBVS PERPETVO HA- BENDVM. Ne quali tutti quadri erano diuerfi ritratti di Senatori & h uomini illuftri , dipinti di tempo in tempo da diuerfi cc- c clienti Macftri. Pcrcioche cominciandofi daqueftovl- timo, & andando fino all'altro capo del Salone preflb al- lo Scrotinio, fi vcdeua l'effigie di Marc' Antonio Sabclli- - eo. j !> V B L t e H É LID. VTIT.- ^Jt tójàì Gregorio Amafeo , & di Giorgio ^Menila . Et nel quadro più oltre di Titiano, vi erano al naturale Pietro BcinbOjChe fu Cardinale,lacomo Sannazaro,nobiliir.Scrit tori nella liguaLatina & uolgare, & Andrea Nauaiero.Gior gio Cornaro fratello della Regina di Cipro , in velie d'oro, Antonio Trono Procuratore , Domenico TriuifanoCa- ualiero & Procuratore pad re del Doge, Marco Grimani Procurator di San Marco, figliuolo di Antonio, allora Principe, Paolo Capello Procurator di San Marco, Ga- fparo Contarini d'età giouane, & che poi nella matura fu fatto Cardinale , Marco Dandolo , padre di Mattheo che fu Procurator di San Marco , Fra Giocondo Architet- to Veronefè, Agoltino Beuazzano, Marco Mufuro , 6c ^Lodouico Arioffo . Et più oltre , nel quadro douc il Papa còcedeua l'indulgétia con diucdì Cardinali dalla de(lra,& dalla lìniftra,ri vedeuano efprelìì mirabilmétc quafi tutti i Cardinali Vinitiani, ch'erano (lati fino a quei tempi , cioè Angelo Corero che fu poi Gregorio X 1 1. Franceico Lan do , Pietro Barbo, che poi fatto Papa fu detto Paolo Sccon do , Marco Barbo, Giouanni Michele, & Giouan Battilla Zeno , figliuoli di dueforelledel predetto Pontefice , Pie- tro Fofcari Velcouo di Padoua , figliuolo di Marco Pro* curatore, che fii fratello del Doge Fofcari , & Domenico Grimani figliuolo del Doge, tutti Cardinali. Et oltre a predetti nel quadro feguente erano podi, Bernardo Giu- Itiniano Procurator di San Marco, chcfcriilelahiftoria di Venctia . & poco difcolto da lui Leonardo fuo padre, anco eflTo huomo chiaro per Ietterete per dottrina, con Bedàrione Cardinal Niceno , veftito con lo habito de Monaci di San Balilio . Nell'altro quadro contiguo al predetto , doue era vna lunga fchiera di huomi- ni fegnalati di quel tempo , «Se podi a due a due , che accompagnauano il Principe Ziani all'armata, fi vcde- ua Giouanni Barbarigo Caualiero & Procuratore di San Marco, Tadeo Giudiniano Caualiero, Vittorio Pifani, Giouanni Hemo Caualiero, & FrancefcoSanuto, amen- due proucditoh in campo nella gucrrade Ferrara, Fantino Giorgio DELLE FABRICHE Giorgio Dottore & Gaualiero , Carlo Zeno Procuratore, Roflb Marino, Antonio Bernardo Dottore & Caualìero, Fantino Michele CaiialieroSc Procuratore. Marco Zeno Caualiero , Marco Lippomano Dottore , Barbon Morofì- .ni,Nicolò Canale , Lauro Quirino, Vital Landò luniore, FrancefcoDiedo, Marco Saiiuto, Nicolò &c Francefco Con tarini padre & figliuolo tutti Giurifcòfulticelebratiffimi del fuo tempojco rottane di broccato, & con manto di fo- pra di porpora, & haueuano il bauarod'erm clini habito alla vlànza antica de Dottori, oc perfone graui. Si vedeuano an corainhabito togato cauati dal vino & dal naturale, Mari- no Carauello Procuratore, Antonio Contarini Procurato- re cognominato dal dito , fratello del Doge Andrea Con- tarini,Luigi Storiato Procuratore,Federigo Contarini Pro curatore daSLuca,&FilippoTrono figliuolo del Principe Nicolò.Orfatto Giuftiniano Caualiero chiarils. per molte ambafciarie,& per altri fatti honorato,Triadano Gritti Gè nerale, Pietro & lacomo Loredano, padre & figliuolo, a.niendue Procuratori . Antonio Loredano Caualiero fat to dal Senato per la fiia valorofadifelaa Scutari , Francefco Barbarigo cognominato il ricco, padre dei due Principi, Federigo Cornaroda Santo Aponale Procurator di S.Mar co. Vital Landò fratello del Cardinale , Francefco Barbaro acerrimo dilènfor della Città di Brefcia, Zaccaria fuo fi- gliuolo, che fu padre di Hermolao amendue Procuratori : Lt appreflb a quelli fi uedeua il Biondo da Forlì hifioricò di molto nome.Marco Cornaro Caualiero padre della Re- gina,&Iacomo de Lufignano Re fuo genero, tutto armato in arme bianche. Luigi Fofcarini Dottore & Procuratore. Tomaio Lippomani dal banco, Chriftoforo Duodo Gene ralc & Procuratore, & Vittorio Cappello che fu Generale. Marc' Antonio Morofino Caualiero & Procurator di San MarcOjBenedetto da Pelato Generale , Zaccaria Contarini Caualiero padre di Francefco, che fu Procuratore di S.Mar co, vicino al quale fi uedeua l'altro Zaccaria Con tarini fuo bifauo,veftito d'un manto cremofìno foderato d'ermelini ^fopra Parmi col capuccio in teda, dipinto in queft'habito, per PVBLICHE LIB. Vili, i^i per dimoftrar il valore di quel Senatore creato dalla Repu- blica più uolte Prouediior in campo , & feflantatre uolte mandato ambafciadore a diuer(ì Principi . Vedeuafi an-^ Cora Andrea Donato caualiere & genero del Doge Fofca- ri , con manto di broccato , preflò a Bartolomeo Tuo padre & procuratore . lacomo Veniero Generale di mare, la-» corno Mtircello Generale, che mor' a Gallipoli nella Pu- glia, &: prelìò a quelli Candiano Bolani Dottore, Gian Francefco Pafqualigo Dottore, che parcua che porgefle vn libro a Paolo Ramufio Giurifconfulto celebre del- l'età Tua , che fu padre di Giouanni Battifta Secretario del Configlio de Dieci, & haueua da lato Gentil Belli- no. Dopo a quali fcguiua undrapellodi perfon aggi tut- ti fingolari nelle lettere Greche & Latine , & di cono- fciuta dottrinare quelli erano, Giouanni Argiropoloì Theodoro Gaza , Emanuello Chrilòlora , Demetrio Gal- condile, & Giorgio Trapefuntio , ueftiti ugualmente alla greca con capelli in capo , quafi in foggia Albaqefe. Et alle Ipalledi queftifi fcorgeuano Angelo Politiano , Hermo- lao Barbaro, & Hieronimo Donato veftito d'oro con bella & ricca collana al collo . Antonio Cornaro Lettore in Fi- lofofia : Zaccaria Triuifàno Dottore & Caualiero,co un'al tro Zaccaria parimente Dottore & Caualiero fuo figliuo- lo,co i cappucci in teda all'antica, Paolo Barbo Caualiero fratello di Papa Paolo II. Andrea da Molino,che fu figlino lodi Henrico cognominato dalle due torri, Antonio Dan dolo Dottore, che fu genero di Giouani iMocenigo Doge, Luca Zeno Procurator di San Marco, Domenico Marino Procuratore & nipote di Roflò,& Nicolò Michele Dotto re, Caualiero & Procuratore. Dall'altro lato poi della Sala, dalla parte del Canal Grande,nel .quadro che feguiua dopo la rotta di Spoleti , erano in quello del Tintoretto efprelH dal viuo, Stefano Tiepolo Procurator di San Marco in ar- me bianche , al quale come rapprefentante vn capitano della Chicfa il Papa daua il baftone del Generalato centra Federigo:£ra il Tiepolo pofto in mezzo di due Patriarchi, eie quali i'uiio era Daxuei Bàrbaro Eletto d'Aquilea,& l'ai tro DELLE FABRICHE tro del Grimani.Et più oltre fi vcdcuano Filippo Tronoja- corno Soranzo Procuratore & auo di lacomo Caualicr & Procuratore, Vittorio Grimani , & Giouani da Legge Ca- ualiero, Procuratori di San Marco, Marcantonio Veniero Dottore,e Procuratore , Francelco Con tarino Procurato- re,Marco Fofcari padre di Pie tro, Bernardo NauaieroCaua- liero,che poi fuCardinale^Marc' Antonio Michele liuomo dottiir.& padre di Luigi, la terza uolta Auogadore mentre fcriuiamo le cofe prelènti,& Giuftiniano Giulliniani gran Commendatore dell'ordineHierofolimitanocon altri ap predò. Et nel quadro di Paolo Veroncic, fi fcorgeua Luigi Mocenigo che fu Doge, Agoliino Barbarigo che morì nel la giornata del 7 1 .Paolo Tiepolo Caualiere 6c Procurato- re,& Marcantonio Barbaro Procuratore; M.AnronioGri mani Procuratore & padre d'Ottauiano che fu parimente Procuratore, Nicolò Zeno che fu padre di Caterino , & fi- gliuolo d'un'al tro Caterino, Francefco Loredano nipote de Leonardo Principe, & Abbate della Vangadizza, Anto- nio Capello , Giulio Contarini , & Lorenzo Giuflinia- no Procuratori , con Antonio fuo fratello , & Leonar- do Mocenigo Caualiero, Eriuilòpra vn pogginolo era- no ritratti Andrea Gradenigo padre di Luigi con \e{ie Senatoria, &Giouanni Battifta Ramuiìo Secretarlo del ConfighodeDieci,che fu padre di Paolo , i quali pareua chcragionafìeroinfieme. Et nell'vltimo delTintoretto ftauano,Marchiò Michele Procuratore di San Marco , Mi- chele Soriano Caualiero , lacomo Barbo , Pietro Sanu- to, & Antonio Longo padre di Francelco , lacomo Gufìo ni, Antonio Calbo , Gio. Mattheo Bembo , & Bernardino Rinicro fratello di Luigi Procuratore. Le quali tutte co- fe confumate dal fuoco del 1 577. apportarono gran difpia- ccre a tutto l'vniuerfàle , per la perdita delle fatture di tanti valentihuomini, 6c delle memorie di tanti perfonaggi ec- cellenti,dc quali il mondo è rare volte copiolò. Ri fatta fer tanto la Sala con nuoui còparti menti per difegno di Chri- ftoforo Sorte, coli del fofHtto dipinto a hiilorie di fatti Ve- neti , come da i lati , vi lì dipinfero in cambio di vna fola V., due 1^ V BLI'CH E L IB. Vllt t^^ ^tie'hiftbriccioè qiielhdi Federigo predetto, & quella dei l'acquifto fatto dalla Rep.diCodantinopoli, tratta daiSei libri latini dell'acquili© di Codantinopoli» ferirti da 1-aolo Ramudo luniore, fecondo i Commentati) di GiofFredo Villarduino Caualiero Fracelc,che litrouò p re lente all'i m- prefa Co quelVordine,clic nella faccia dalla parte di \ Mar co,{ì contengono l'attioni di Federigo con la Rep.dal tem- po che il i\ipa fu trouato nella Carità fino alla fua gita à Ro ma, oc nell'altra verfo ilcanale,l*efpeditione predetta fatta co Frace(i:5c cominci5.dolì le hiftorie dal capo del tribuna le, le due prime città del mondo,nel finire vengono à ri- fconttarlì (il i cantonali all'incontro del tribunale, dai lati ■delle fincitre . Nel cui mezzo è collocata, in belliltima nic chiadimarmi,la ftatiiadi Noftra Donna col Chrifto in braccio,di tutto tondo & grande quanto il naturale,à Cede re,con .^ .an:;eli intorno, fcolpita da lacomo Sanfouino , & data, da chi fcriue le cole prefenti, al Senato. Di qui ndid paflà ali armamento deirecceUò Configlio de Dieci, La cui porta dauanti è di legno odoratifì'.di Cedro,fattocodur rc,p indultria & per opera di Gian Battilla Ramufio predet to,dall'eccclfo Configlio de X.dal Mòte Libano fino in Ci- pri, & di quindi a Venctia,con groflìlfima fpelà . Il quale ac mamento confifte di quattro Sale ample,6c fpatio(c, ripic- nedi corlaletti bellirtlmi, coperti dipannod'oro, di giac- chi,d'armi di hafta in diuerle foggie, d'archi Soriani in.piii forme,di freccic,d'archibufì elettifrimi,& d'ogni altra forte d'arnefi per armar vn gran numero di perfbne & fi confèr- uanocongradiflxurafòttoil gouerno d'vn cittadino prò- uifionatOjilquale ha carico di farle tener lucide & nette* Ol treaciovififerbalaftatuadimarmo, confacrataalla me- moria di Giberto daCoreggio, che l'anno r ^ 7^.fu Genera le della Rep.5c ottenne honorata vittoria del Re d'Vngaria nel giorno di San Marciliano : la cui fciHuità fi guarda per lo detto rifpetto. Vi (ì ferba parimente vn'al tra n-atua,.la qua! il crede che folle di Bianca Maria moglie del Duca Fra cclco Sforza , & lafratuadi marmo di FranccfcoNoucl lo da Carrara vlrimo Signor di Padoua , con al tre cofe acqiU^ LI ftatc DELLE F A BUtCH Ef ftàté nella vittoria dd 1 17 1 .notabili & (ìrigòlari . Et queflc fono(dclle 1 6. Tale che fi includono in qùefto palazzo ) le più aire per fito,«5c le più fecrete . Nella predetta fala , fono S.Iacomo & S.Giouanni.& il Doge Orio Participatio l'an- no 864. comandò che s'atterraflero le paludi che ui erano intorno.perchc efiendouifi fabricate molte cafe,fu lafeiato vno fpatio, doue Ci faceua il mercato . Ma l'anno poi 1097. del mefedi Maggio,Tito & Pietro fuo fratello, figliuoli di Stefano della famiglia Aurea forfè hoggi Oria , che habita- ■ nano nella corrada di S.Giouanni detto bora di Rialto, do- narono alla Rep. tutto quel terreno doue è al prefcnteRiai to Nuouo : percioche la Chiefadi S.Iacomo co la famiglia Fallerà da S. ApoIlolo,pofledeua gran terreno dall'altra par tc.Et l'anno 1 3 2*. il luogo fu ampliato di edifici) . Vi furo- no F V B L r C'H* E' L l'B. Vlir. 1^4 no anco rifatti i pertichi fotto il Doge Fofcari, alle rpcfe dì- Scipio Bono.Et l'unno i4vp.fbtto Palqual Malipicrcfuror noslargati,coi rimnoucrci tclaruoli,Ócvi fuiifaua,coii Ieri ne Pietro Delfino, la bill orla del Canale orfano ( ch'era la battaglia,che fi hebbc co Pipino, ma in qual parte di Rialta dipintane lofo)5c il Mappamódo . Vltimamcte arfb Rial to l'anno 1 5 1 ? . tu riftaurato di nuouo con le volte di fbpra l'anno [5:0. forte il Principe Lorcdano . Fu anco (aleggia- to nel tempo d' A ntonio Veniero Dogeó i .che vifl'el'antio 1^8 [.Giace adunque dinanzi alla Chiefà di 6anlacomo,la piazza di Rialto in forma quadrata,intorno alla quale cor- rono Ibttoportichi doppi . da i cui lati ti veggono uoltc & ftanzcdel Dominio, & d'altri priuati che-feruono ai mer- canti pei^riporui le cofe loro,& per ScLioie,perchevi (bno quali come in ellcrcira tori), Pittori, Mullci,òc altri artefici ch'in legnano a jiouani le virtù.Di fotto ne portici dalla de ftra,vi s'aduna ogni mattina,quali fu la hora fèlla, gran par te della nobiltà:& ur fi aduna non per altro etfetto, che per uederlì infieme,& p inrrinlicarfi ragionado a fine di cófer uarlempre runionc,&Iacócordia fra loro. Dall'ai tra parte doue è la pietra del bàdo,i fopportichi fonoogni giorno frc quctati dai mercati Fiorètini,Genouefi,Milanefi,Spagniia li,Turchi , & daltrcnationidiuerfedel mondo, i quali ui còcorrono in tanta copia , che quella piazza è annouerat^ fra le prime dell' Vniuerlò.Et da i lati , doue corre la via co- mune,lbno lunghiflìmi volti,doue Ibno botteghe in gran numero di finillimi pani di diuerfi colori, de quali la mag gior parte è madata,per tutta Europa,& in Lcuate,doue io no grademéte delidcrati.ò: quella (1 chiama ladrapperia.Sc guita Rialto Niiouo,cofi dctto,pcrche fu fabricato dopo il vecchio,ncl qualel'anno i ^5 i.(iuendeuanolccofeda ma- giare: ma poi vi furono polle tutte le botteghe della lèra, i cui maeilri lì chiamano Tofcani, come noi dicemmo nel fine della Chiefi de Serui . Per teila de i Tofcani , di- nanzi alla Chicfa di San Giouanni,(i diltende la ruga , ode- rò il corto de gli Orefici . Nella quale con llupor de fore- ilieri li troua gran quantità d'oro , 6c d'argento lauorato ,■ i'-, Li 2 non DELLE F A B R I C H E non (blamétc per vfo della città, ma per commodo & per delitie ancora di molte altre parti del mondo. Dall'altro liatoèlaru!2;adei gioiellieri, de quali Venetia è molto ab- bondante TCòciolìa che in quella profefllone di gioie i Vi- nitiani non cedono a qual (i voglia altra gente. & vi fono (lati in ognitempo, &fonoalpre(cnte, huoniinidigran nome, & i migliori & più lodati maeftri di Italia , da quali furono fatte i mportantiflìme imprefe di gioie . Padano ho ramai 4o.anni, che Vincenzo Leuriero,in compagnia di Luigi Caorlini , Scaltri infieme notabililfimi negotiatori di gioie, fabricaronovno elmo lungo con quattro coro- ne per Solimano Imp. de Turchi, ornato & pieno di tante gemme , che quel Principe di (ingoiar giuditio & potente come fa ogn'unoyrellò ftupefatto di colà tanto fègnalata,. & efll né diuennero ricchi . Fecero anco am culcnio , una teftiera da cauallo,vna pennacchiera,con'altxe cofè di prcz zo & di bellezza ineftimabile . & volendofabricar di nuo- iTO un baldacchino, ouero ombrella per il medcfimo, fui modello del Sanfouino che entraua con loro a portione , hebbero difaucntura per la mortedi Ibraim Bafsàche gli fauoriua con Sohmano . Altri parimente in diuerfè altre Gccafioni, hanno fatto opere per Francia, per L amagna, per Inghilterra,& perRomadigrand'artifitioóc valitta.6:hog gi lacomo Rancatio dalla Rofa,polfiede una tauola g^oici-? lata di gran bellezza & di prezzo.AntonioMaria l oniana, vna cafla di Chriftallo molto grande, fatta di modo clie le cofe che vi fi ripongono dentro , apparifcono tutte fcolpi- tc di fuori . Et Federigo Curelli, un guarnì mento di lei tic ra,di cafle,di tauole,& d'altri arnefi per vna cariiera , d'Fba- no 5c di Auolio co lauori d'oro coli percgrini,chc è impof fibil cofa a narrarlo. Da! capo della detta ruga, h gira alla Beccaria,gia habitationede congiunti di Baiamonrc, oc ri- dotta poi per (corno loro, in Beccaria Oc luogo di giuditio . Scriue Pietro Guilombardo che ville l'anno 1 3 .;c. in ceni fuoi memoriali , che il palazzo del comune in Rialto , era preflò alla Beccaria,doue (òlcua efièr la merceria , & e he fli cominciato del 15 22. &. finito del 1 5 24: Òcthc fu dipinto per PVB LI e HE L I B. Vili: r^y per tutto , 6c che nel niefc di Gennaio , vide fcoprir le dette pitture . Dinanzi alla Beccaria, fi dilknde la refcaria , fatta del predetto anno n. la qua! corre tino alle fabriche niic« uè, fabricate fui Canal grande a tem pi noLtri,a utile del Do minio, per opera del Sanlbuino.Nel finimento delle quali, oltre alla piazzetta , Tono le habitationi de i Camarlinghi, che l'anno i ^ i o era cafa del Medico, che fi chiamauaclalle città ertcrne , con buona prouillonc , per lo b'fbgno delle pcrfone . Paruc poi al Senato di fabricarui un palazzo re- gio, tutto incroltato di pietra Iftriana co bene intefàftrut tura: & vi fi.irono collocati diuerfi Offitij : doue fono pit- ture per le lue ftanze , di diuerfi macftri celebri & famofi • Alle rpalle di quello luogo, è cógiunto il Ponte di Rialto , ch'attrauerfa il Canal grande, lungo & largo per ogniuer-, fo, ma però di Icgnc . Ne tempi di Rinicr- Zeno Doge 44. che ville l'anno 1 25 i.uiera un traghetto di barche: fatto poi il Ponte, (i chiamò per un tempo il ponte della Mone- ta , & poi fi-i detto di Rialto . L'anno 1400. fi fini, & del 1 4 3 e ui fi fecero le bande in forma di cancelli, ma rouinati icancellìjdel 1450. dallacalca delleperfone ch'erano fui ponte per veder l'entrata di Eederigo III. Imperadore, Se- caduti molti di loro in acqua, fu allargato , & in luogo di cancellijUi il fecero due rughedi botteghe dall'una parte & dall'altra. le quali cadute perla uecchiezza,fi rifecero Tan^ no 1 5 2 4.con l'apertura di lbpra,accioche uì polla paflare il Buccntoro . Et ne tempi noftri fi trattò di farlo di marmo, & elfendofi perciò còpofii diuerfi modelli , quello del San- ibuino preualfc a gli altri , come più comodone bello per tantoedificio, ma foprauenuta la guerra del Turco l'anno 1 5 70 laimprcfà rimafc imperfetta. Fontico de i Tedefchi . A Pie del Pon te verfo S: Marco , fi vede il Fontico de Tc- delchi che rilpondc fui Canal graii ie. luogo ne tempi andati , particolare delia Si5iioria> & chiamalo fontico, dalia ^ DEL LE E A B R I CHE ^ della qùantitàddlcrabe che vi' foko codone dai mcl'c.iifJv tì.Ma concorrendo la natione Germanica a Vctietiacón lé{ file merci, oc (aluadole in quefto luogo,fccero il negotio lo- ro molto importante.Et tanto più che non eflendo ancora^ fìara trouata la nauigatione del Mondo Nuouo da i Portu- ghefijle plee grolTe Vinitiane portado le fpetiaiie di Leila-- te,le diffondeuano da Venetia per tutte le parti di ponente/ onde oltre a gli altri popoli che ci concorreuanocon gran' de vtilcdel publico & del priuato, i Tedefchi fpetialmentc ci portauano,ori,argenti, rami & altre robe dalle lor terre. Conceduto loro adunque il Fontico,auuenne poi che con l!incédio di Rialto arfeanco quefto luogo , ma rifatto dalla Kep.fotto il Principato di Leonardo Loredano , fu ampia- mente allargato. Gira quefto edili tio intorno <> 1 2. piedi,co la liìa faccia piena di lumie di fori fii l'acqua Di fuori io cir «ondano 2 2. botteghe, pur del corpodi quefto palazzo, dal- le quali 0 trahe grofla entrata . Le faccie da tutte le parti for- no dipinte da primi huomini d'Italia. Cóciofia che in quel: la dinanzi fopra la Merceria lauorò Titiano con fua gran- dillìma lode , Vi dipinfe etiandio Giorgione da Caftcl Fràn co,aniendue principal iiTimi in qfte parti . Détronel FóticQ gira vh cortile quadrato co foppor fichi attorno involto 4 pofti l' vno fopra all'altro a quali (i fale per due fcàle grandij éc all'intorno fui piano vi fono camere & ftanze còmode al numero di 200. fra le quali era altre volte molto notabi- le la Camera del Foccari, doue con ordine pur troppo ma- rauigliofojfìconteneuano tante foppellettili & mafteritic che harcbbono addobbato ogni gran cala . Vicino alla ri- ua èfituato viVoftìtio,nel quale fanno relìdcnza tre Nobili Vinitiani,chiamati Vifdomini al fontico,& fono cognito ri de i dati) & de i traffichi di quefta cala. I quali quanti fìa- no,di che qualità,come importati, & di quato momento a tutto r vniuerfale, èquafi ipoftìbil cofa il poterlo efplicare. Arfenale. MA la bafa & il fondamento della grandezza di quefta Rcp.anzi io honor di tutta Italia, & per dir i^ieglio & con P V B L I e H E L I B: viti i^^ con più verità , di tutti i Chrifticini, è la cala dell'ÀrfenalcV che s'interpreta Arx Scnatus, cioè fortezza, bafl:ionc,antc*. murale , & ibitegno del Senato , & della fede nodra contra r^armi degli infedeli . Fu cominciato ne principi) di Vcne- tia , percioche conucnnea gli antichi (fondando la Patria loro neiracque)armarn, per reprimere gli aflàlti de popoli circonuicini di mare,i quali fopportauano mal volentieri, che fi faceflègrande vna nuoua città piantata in quelle la- gune,non preuedendo efll come ignari, ch'ella nnfccua a bc nefitio & falute loro . L'origine adunque fu antica , onde vien tanto più in conlcquenza ad eflcu mirabile , quatoche cpn la lunghezza di quafi mille anni, vi (i fono fatti détto , tanti apparecchi per le cole di mare , che èincredibilcolaa chi l'ode . Ne tempi a dietro fu Htuato in altro luogo : ma l'anno 1^04. fi cominciò douelì vede al prefente.<5cl'annò 147 j. fu fondato dietro àll'Arfènal nuouo dalla banda del Moniftero delle Vergini , vn'altro pezzo di luogo , capace per cento galee.& coli di tempo in tempo vi fi aggiunièro luoghi & ftanzein tanta copia,che gira intorno a 3. miglia tutto ferrato di grolle & forti mura . L'anno 1 25 o. fu lla^!. tuito , che i Conliglieri andalleir» a vifitarlo ogni due meli vnà volta » Etl'anno 1 344. s'ordinò, che le galee grolle non fi fabricallèro più ne gli fqueri della città, ma nell'Arlcna- le,& afpelè della Signoria, che prima fi faceuanoda i priua ti per mercatare . Vi s'entra per vn portone antico molto bello,fatto con nobile architettura , lòtto Palqual Malipie- ro Doge l'anno 145 7. con vn^ran Leone di marmo in ci- rna>fopraal quale è collocata lui frontifpitio v^na Santa Giù ftina di marmo di tutto tondo, Sc più grande del naturale di mano di Hieronimo Campagna Veronelè. & -di lòtto, al portone è fcritto . Leo de Molino , (J^/arco Contareno , c^/. Capello L Duce inclito T^afca li Ada ripetro . & dalla delira ne ì quadrìcelli di lòtto delle colonne, Chrijìi incarnatione MCCCCLX. Sopra o- DELLE F AB R I CHE Sopra alla porta dì dentro > onde s'entra nella piazza d'ile- <5ua,è collocata vna nolira Donna di marmo , fcolpitadal Sanfoiiino. Nel mezzo della piazza fono i Volti fotto aqua li fi fabricano le galee in gran numero. Ma quante & qua- li ftanzeui (ìano per l'artigliaricper l'armi, per Icuele , per legomene, per l'ancore , per i remi, & per millealtre cofò necclfarie acofi fatta Cafa, &c quali i miniftri prouifionati, ì guardiani , gU operarli > i Prothi, i capi , fotto bell'ordine con leggi utili intorno al le predette materie, no è pefo dal le mia braccia,il poterlo narrare.Bailabene,che le ne tempi aadati,allora che la Rep.era di minor foi za, potette armar locgalee in ioa.giorni,contra rimp.Emanuello,al prefen te ch'ella è tiorida, &accrefciuto l'Arfcnale&rimperiodi infinite colè atte a ciò, fi dee credere cofe molto maggiork Onde come parte ammiranda è lodato con ogni ragione, & ftimato da i Principi del mondo, per nera conlcruà del- la libertàChriftiana,tante uolte minacciata da gli Infedeli: &. poco meno ch'opprefla da loro : quando quella Repub, non foffe la difefa 5c lo feudo d'ogni uno . Et cofi fatto prò pugnacolo arie più uolte con horribile incendio, & con efterminio di molte cale all'intorno: & l'una fu l'anno 15 op.(5c l'altra l'anno 1 5 69. dopo il quale fi rifece & rcilau- rò molto meglio che prima . N Ghetto. E fi dee lafciarea dietro il comune ridotto degli He- brei, chiamato Ghetto. Percioche efìcndo quella pa- tria danza frequentata da molte genti d'ogni linguai paefc, ci uenncro aiKo gli Hcbiei , i quali la prima uolta fi mifcro in Spina lunga , che poi cambiato nome, fu detta per io nome loro Giudecda . L'anno r 549. fii ordinato che non poreiìero ftauc in Venctia' più di quindici giorni, &che non dcfièroad vfura > oc che portallèro (ul petto vn'O di grandezza di un pane . Et l'anno r^ij.fuuietato che PV ELICHE LI B. VIIL 137 che non pofledcflèro cafc nella città . & l'anno 141 5. por- tando le berrette negre , & vlando diuerfe fraudi & ingan- ni,!! confermò l'ordine di portar l'O. oc l'anno 1426.535- giunfcche portailèro l'O appiccato al collo con vna cor- della gialla , & che non haueflèro Sinagoga . Panie poi l'an no 141 6. che fi riduceflbro in vn luogo TlTrato,acciochc no potclìero mefcolarli coChriftiàni,& perche fodero cono iciutijfi tlatui che portaflero la berretta gialla. Et che fotto grauilllpene non doueflcro vfcirc dal luogo afl'cgnato,daI- Ic 24.horc in dietro. & furono collocati a San Hicronimo in vna llbletta , nella qual s'entra per due porte , chiamata Ghetto. "Nel mezzo vi ha la piazza con le cafc all'intorno» & la (era fi (errano le porte a chiane da i guardiani . Et nel mezzo d'ella piazza è vn'albergo fotto la cura d'vn cittadi no falariato dal publico,il quale ha carico di vedere, fé i boi lettini de i pegni fono giultio nò nel pagamento dell'vfu- re & de i capitali , accioche le pouere pcrlone & le donne , non fiano ingannate da i predatori . Quefti per il negotio, fono opulentifllmi & ricchi , & dimorano più volentieri in Venetia ch'in altra parte d'Italia . Percioche non fi v(à- no loro violenze ne tirannidi come altroue, & fono ficuri ili ogni occorrenza delle facultà loro , & confeguifcono giuftitia con tra qualunque fi fia . percioche ripolàndofi in iìngolarifllma pacc,godono quella patria quafi come vera terra di promilìlone . Giardini . CI fono ctiandio diucrfi Giardini, oltre a icomqni di fèmplici,notabili & fàmofi per piante nobili & rare, cofà incredibile a i foreflieri,poi che e(Iìpen(àno che l'ac- qua ùìCa non pofla cedere all'artificio humano . Et fra gli altri degni di memoria, fi vede quello di Gafparo 1 rizoa SatvCantianOjOrnatodifabrichecon figure & pittuieillu- Itri. Quello di Andrea Michele a San Geruafo con piante fingoiari, difpoftecon bell'ordine con figure importanti B E L L È f A É A 1 e H È & con bella fonte che getta acqua dolce, & quello parimeli re di Francefco Bono . Vn limile è poitoa Santo Angelo , in cafa di Cerare Ziliolo Càcelliero inferiore del Principe , del quale hauendoeglifommo diletto, vi ha pofto piante rare portate di Leuàte,& nuoue in quelli paefi.Et notando è quello altro di Pietro Bofèllo , percioche oltre alle fabri- che,6c le corti fin?;olari,ornate con diuerfi lauori di alberi, nofirani 7 vi fono tutti quei fèmpliciche f i poflbno addo- niandare a bocca. Et è parimente nobile il giardino di Fra cefco Telia . Oltre a predetti fi vifitaa Sàta Maria dello hor to,il giardino di TomafoContarini Procuratordi S. Mar- co: A Santo Antonino,di Sato Moro. A Santa Caterina, del Grimani . A San Bali! io, d'Andrea Pafqualigo . A San Hieronimo di Leonardo Moro . A San Samuello, di laco- mo Contarini . In Canareio del Maffei Medico . A Santa Croce,di Agoilino Amadi. Alla Pietà,d'AÌcisadroVittoria. Alla Giudecca, il giardino de i Gritti è delicato & raro per ièmplici,per ediiici,& per fculture 5c pitture. Oltre al qua- le fono anco nobili in quell'lfola,i giardini d'Andrea Dan dolo fu la puntarifcontro aS. Giorgio Maggiore,deMoce nigijde \^endramini,de Comari & di molti altri ch'in que- ila ifola , 6c per tutto il corpo della città (non ragionando io però punto delle cofe di Murano) fono fparfi copiofa- mente con ftraordinaria vaghezza & dilicatura. Ne quali con la varietà de gli abbellimenti,& co gli ornati dellever- durc,& delle pitture & fcolture,con fontane & con altri ri- trouati diletteuoli & gratiofi,fi compiace ogni vno che gii riguarda,non fenza confolatione 6c piacere . Librerie. ^' I fono parimente Librerie particolari , di fingolar fti- ^^> ma & veramente meriteuoli d'cflcr ricordate & ve- dute. Et fra quelle (tacendo delle publiche & comuni de nionifteri,di San Giouanni & Paolo,di San Francefco , de Frati Minori,di Sato Stefano,dc Scrui,di San Giorgio Mag jiorc^di S.Domcmco,di S.Antonio,chclahcbbe per lafcio del I PVBLICHE LIB. Vili. 13? del Cardinal Grimani,efìcndo priniaflatadi Giouanni Pi- co dalla Mirandola) è notabile quella di lacomo Contari- ni a San Sa m nello . 11 quale con fpcla indicibile, ha pollo in iìeme quali tutte le lìiltorie ftampate Sclcfcritte apcnna, non pure vniucrlali , ma particolari delle città, con diucr(ì altri libri oc in gran copia nelle fcienzc . Coquali Ibno ac- compagnati dilegui, lìromenti marhcmatici,& altre cofc di mano de i più chiari artefici nella pittura,nella fcoltura, e nell'architettura, che habbia hauuto l'età nollra,! quali tutti egli ha (èmpre, come amante dei virtuoll fauoriti <5c accarezzati. E anco dcgnifTima la Libreria di Daniello Bar baro Eletto d'Aquilea. Di Giouanni Delfino Vcfcouo di Torcello. Di Monf.Valicro Vcfcouo di Ciuidalc Del Del fino Vcfcouo della Canea . Del Vielmo Vcfcouo di Città Noua,& di Rocco Cataneo Auditor Generale di diucrfi Legati del Papa in qucfta città . E nobile ctiandio per libri Greci & Latini,lortudio di Scbaltiano Erizo,di Luigi, *S: di Warc'Antonio Mocenighi . Di Hieronimo da Mula Pro- curatordi San Marco . Di Paolo Paruta, di Luigi Gradeni- go.Di Francefco da Ponte.Di Luigi Michele che fu di Mar c'Antonio,di lacomo Marcello, di Luigi Lolino , di Fran- cefco Soranzo , di Luigi Malipiero hauuta dal Cardinale Amulio,& di molti altri nobiU ftudiolì delle lingue 6; del le fcientie . S'annouera fra quefte la libreria di Luigi Balbi oratore & caufidicofacondifllmo.Nella quale, oltre i libri teologici,hifl:orici,& di leggi,ridotti a facilità còfommari &. rcpertorii in ogni materia, fi nota vna fingolariflìmasfe ra fatta co marauigliolò artifitio.E anco copiofilfima quel la di Aldo Manutio luniore & piena di cole elette &:fin- golari.Et quclladi Monf Gioicppo Zariino Macuro di Cappella di S.Marco,del Medico Rincdi Agofiino Amai, & di molti altri apprefiò^de quali non milòuicne al pre- fcnte . Studi d'Anticaglie. ^^ E ci mancano gli (ludi di Anticaglie *5c di medaglie, ^ fra i quali è principalifli nò pur di Venetia,ma quali di Mm z ogni DELLE FABRI CHE ogfii altra città, quello di Giouani Grimaiii Patriarca d' A- qiiilca .nel quale,inllituito prima da i Cardinali Tuoi ante- ceflbri con fcatiie & medaglie hauute da Roma, d' Athenc> da Cofl:antinopoli,& di tutta la Grecia, hafabricato vn luo go celebre de ripieno di bellezze antiche »5c fingolari per quatità & qualità . Percioche vi fi veggono in diuerfe ftàzc ch'entrano l' vna nella altra,figure intere & fpezzate, torfi, éc telte in tanta abbódaza che nulla piu,& tutte elette & di pregio. Oltreaciolo ftudio appartato delle medaglie d'o ro,d'argento,6<: di rame,con altre colè di gioie, di marmi, & di bronzo,è rarilllmo da vedere . Alfonlò Duca di Ferra ra & Henrico Terzo Re di Francia l'anno 1 5 74. vi ftettero tutto vn giorno a confidcrarlo, tratti dalla nouita delle ma tcric «5c dal diletto che hebbero in luogo cofi fìgnalato. So- no anco lodati gli ftudij d'Andrea Lorcdano raccolto con lunghezza di tempo & fornito di bellezze efquifitcdi Ga- briello Védramino, di Leonardo Mocenigo Caualiero, di Francefco & Domenico Duodo, amédue Senatori grauiP llmijdiBattifta Erizo,di Luigi Mocenigo, di Simo Zeno , di Giouanni Gritti,di Sebaftiano Erizo , di Francefco Ber- nardojdi Gian Paolo Cornaro,di lacomo Gambacorta, di Agoftino Amadi,di MonCSoperchio, di Giulio Califtano di Domenico dalle due Regine, & di Rocco Diamantaro, con altri appreflb in gran copia . Studi di Mufica. ET oltre a ciò ci habbiamo diuerfi ftudi di Mufica > con ftromenti 6c libri di molta eccellenza . de quali è nota do lo ftudio del Caualier Sanuto,figliuolo già di Gian Fran ccfco,a San Giouanni Decollato . & lo ftudio del predetto Catarin Zeno : nel quale,fra l'altre cofe , fi vede vn'organo che fti di Mattliias Re di Vngaria , tanto harmonico & per fetto & di tanto prezzo , che i fuoi lo conditionarono per teftamento,che non vfcilTe giamai di quella famiglia . E fi- milmcntc nofeilifT-qucUo di Luigi Balbi CauTidico a Santa Maria PVBLICHE LIB. Vili. 15* Ma\*lajZcbtenigo . Perch'altrb^a gli ftromcnti muficali ^hc ui fono in qualfi voglia maniera, fono perfctti,c^i:in fi fatta quantijtà ^che fono ilii'^a^i di moka valuta. Et quello di Agoftino Amadi è fingolarc, cociòfiacheùi fonolkomé- ti non pure alla moderna, maalla greca & all'antica in nu- mero aliai grande. Et oltre a predetti luoghi,ue ne fono di ucrfi altri per la città,con diuerfi ridotti.Doue cócorrendo i ui^rtuofi in <]ucfta profclsione, fi fanno concerti fingolari in ogni tcmpo.cflcndo chiarifsima & nera colà, che la Mu fica ha la lua propria fede in quella città . Studi di Arme. 1^ T non meno fono riguardeuoli gli Studi d'arme in ^ diuerfe cafe nobili , fra i quali rifplendono per quanti- tà & qualità di cofi fatti arnefi,i luoghi di Zaccaria Salamo nc,di Nicolò Soriano , di Gian Battifta Quirini,di Catarin Zeno a i Crocicchieri,di Luigi Pafqualigo, di Fabio da Ca- nale, di Pietro Giurano, ualorofi & notabili gentilhuon-ù ni , & di molti altri apprefro,dc quali ci rimettiamo a i prò felTori di cotale eflèr ci tio honorato . DELLA DELLA VENEZIA C I T T A* N O B I L I S S t M A defcntta da M. FRANCESCO SANSÒVINO Libro Nono. O N è Città in Europa, che habbia più palazzi & di gra circuito , coli fui Canal grande come fra terra, di Venetia,iquali noi chiamiamo cafè per modeftia,n5 hauendo no me di Palazzo, altro che quello del Doge . Et certo che (e fi difcor re per le città principali d'Italia,co me è Roma , Napoli, Milano , Gc- noua , Fiorenza , Bologna , Pado- ua , Verona , & Pania, non fi trouerà che babbi ano più di quattro ò iei cafàmenti per vna , che meritino titolo di Pa- lazzi . Ma in quefta fé ne contano poco meno di cento, & tutti,cofì antichi come moderni,magnifichi & gradi,cofi nella compofitura,come ne gli ornamenti, ne partmienti, & ne luoghi utili per habitare . Et nel uero che non fi veg- gono in parte alcuna edifici,ne più agiati , ne più raccolti, ncpiu acconci per lo vfohumano di quefti. Et quantun- que i Vinitiani (ìano (tati rillretti in quelk Ifole circonda- te dall'acque del mare , fi fono però allargati quanto com- portaua ilfito del luogo, fuplendo al difetto della natura con ì ne £T DE LORO ORNAMENTI Llé. IX. 140 con l'artificio , onde è cofa manifefta, che (e rutti i palazzi & calamcnti liaueflèroi Cortili, & gli horti(chc molti fo- no che gli hanno) & che le llradc tollero larghe &: fpatiofc come in terra fernia,la città farebbe di gran lu nga maggio- re di qrial li voglia altra nel mondo . Nello eftrcmo delle contrade verfo terra ferma , lecafecon l'apparenza loroif (come fabricate nella mfantia di \^enetia )dimoiìranoia parfimonia de primi fondatori . Percioche fono balle con iineftrc ftrette, Oc con pochi tori , per rifpctto dell'aria in; quei tempi non molto purgata . Ma elTendofi poi con gli anni accrefciutala terra , & bonificata l'aria per lo concor^ fo delle perfone, per la quantità de i fuochi,& per lo contr- ' nouoflullbóc refluirò dell'acque, & fabricandoii palazzi' oc cafamenti di molta grandezza, s'intiodufle l'architet- tura Tcdefca : facendo i N'^eneti il medelimo che fece anco ilrimancnte d'Italia. Nella eguale iGothi dimorati molti anni , empierono ogni cofa de loro ufi barbari 6c corrot- ti: fpegucuido quafi affatro le bellezze Romane. Onde fi iiede perciò che le Chicle , 5c le cale fono compofte per la maggior parre fecondo la maniera di quella narione . Si legge che ne primi tempi, volendo i nolhi mofirare vnio- ne 6c parirà in tutte le cole loro , edificarono in virtù della legge Daula, le cale tutte vguali in altezza. Ma crefciutc poi le ricchezze per la mercatura che fu fompreil iieruo di quella Republica,s'alzarono ócabbaflàrono fecondo l'ap- petito de i fabricanti. Quafi tutti i palazzi fono ne i primi fitiòc nel le più belle veduredella città, &: pofti per la mag- gior parte lu l'acque . 5c quafi tutte le calè de gli habitanti hanno riua . la qualequanto fia commoda per i porti delle cole necclfarie ad ogni famiglia in tutto l'anno, non fi può cofi ageuolmenteefplicare. Oltre a quello ogni cala ha la terrazza fopra il (tetto, fatta o di muro o di legno: & fi chiamano Altane, per vfo di diftendere i panni al Sole,dal- le quali fi fcuopre anco p lungo tratto di acqua, tutto il pac fé all'intorno . £t tutti i coperti fono di tegoli o coppi dop- pi, fenza embrice alcuno j onde la fpefa del fabricare è mol xo maggiore i qfta parte ch'in terra ferma. Attorno al tetto girano DE I PALAZZI PRIVATI, girano le gorne ò df occie di pietra vìun, per le quali l'acqua picuana Icorrc per via di cannoni nafcofti ne pozzi-, douc purgata la materia più grolla : torna a beneficio delle perfo ne , perche non ci ellendo fiumi,ne fondo di teirra uiua on defipoflàtrouar la uen a dell'acque dolci , fiulànolecifter- ne , le acque delle quali fono più fané & migliori a digeri- re,che l'acque viue per la crudezza loro.De qualipozzi ò ci fterne la città è molto abbondante, cofi in publicocomc in priuato . Conciofìa ch'ogni piazza,ò campo,ò corte, ha ilfuo pozzo fatto dal publico per la maggior parte in di- uerfeoccorrenze,ficome auenne fottoilDoge Fofcari, nel cui tempo , non eflcndoin vnoanno piouuto punto da i tanti diNouembre fino al Febraio feguente,la Rep. fe- ce far trenta pozzi di nuouo,a beneficio de,poueri,& faccn do portar l'acqua co burchi, tratta dalla Brenta, fodisfecc con l'arte al difetto della fl:agione. Ora le fondamenta di tutti gli edifici , fi fanno di fortilllmi pali di quercia ò di ro- uere, che dura eternamente fotto acqua, per rifpetto del fondo lubrico,& non punto faldo della palude . Quelli fit ti per forza nel terreno , & poi fermati con grolle trauerfe , & ripieni fra palo & palo con diuerfi cementi & rottami di làlTì , fanno per la coa^ulatione & prelà loro fondametc cofi liabili & ferme, che Ibftengono ogni grofla & alta ma raglia,fenza fegnarfi pure un pelo . I mattoni o pietre cot- te,& le calcine ci uengono da i territori) di Padoua,di Tre- uifo,& di Ferrara , ma le più lodate fono quelle del Padoua no : fi perche il terreno è migliore, fi perche le pietre fono più ftagionate & ben cotte, & fi perche il morello del tego lo , del mattone, & della tàuella è di maggior mifiira de gli altri. & una barca guidata per lo più da due pcrfone fòle co duce le piuuoltc la materia dafabricareognigrand'edifi- cio.Le barene fi hanno dalla Brenta,& dalLido,mala dol ce è migliore . I legnami ci fi portano in molta abbondan- za per i fiumi in forma di zattare dalle montagne di Cado- ro,delFrioli,& diTriuifana, laferrarcccia daBrefcia, &da diuerfi altri luoghi di Lombardia. Ma bella &z mirabil co- fa è la materia delle pietre viue , che fono condotte da Ro- uigno. rr PE LORO ORNAMENTI Lm.,IX. 141 .iiÌ2,no & daBrioni^caflcllain riuicra ddlal^almatia^ fona di color bianco v^ limili al marino: ma falde & foni di ma oliera che durano per lunghifsimo tempo a i g;liiacci .S: al Sole: onde ne fanno aatLie:le quali politecol te iroagui(a del marmo.poi che lòno pomiciate, hanno fembianza di marmo . Ht di quelle coli fatte lì incrollano le faccie intere delle Chicle Ck de i palazzi:,con colonne al te,oranzi,fono'degni d'efìer veduti, oc de quali GiofèppeSaJ uiati dipinfe la faccia della fabrica de Bernardi . A i Carmir ni è notabile il palazzo di lacomo Fofcarino Caualiero & Procurator di San Marco , &: fornito di molte anticaglie. A San Pantaleone , i Lorcdani vi fecero il fuo abbellito di molte figure antiche . A Santa Marina fono memorabili gli edifici de gli Emi , de i Mocenighi , de i Soranzi, & de i Bragadini,tutti per grandezza, per commodità, & peror- jiamenti,rari & fingolari.. A San Bafilio ii vede la fabrica de Molini di molta importanza . Et vicino a San Geruafo, la veneranda habitationc de i Dogi Barbarighi , rifatta poi fui modello del Sanfouino,dal fempre memorando Ago- Ibno Barbarigo . Vi hanno ctiandio i Nani, gli edifici) loro . ornati ETDE'ÌCRÒ" OHNAMÉT^tl LIB;Lt f44 ornati di pitture & di ftucchi dì mano di Alerfandro Vit- toria, poflcduti al prcfcntcda Paolo Procuraror di ban Mar co . Et nelle parti di San I uigi , fono limati diucrfi Palaz-' 2i,dequaliè molto nobile quello della famiglia Michela » habitat© molti anni Ibno, da Arnoldo Ferrcrio Amba-' fciadore del Re di Francia. Et qixllo del Medico Ncgrcn ni. Etalla,Mifèricordia quello di Luigi ThicpoloProcu^ fator di San Marco degno di ricordo . Percioche confuma' to dal tempo , fu con artifitio non più per auanti vdito, ri-' fondato di lotto , mentre chef! habitauadi fopra, lenza moto alcuno &con marauiglia della città. Poi che ftanr* dola fabricain picdi,& Ibftenendola in aria,fi polibno gct tar nuoue fondamenta lenza difconcio de gli habitanti, oc ciò fu ritrouato dal Sanlbuino. Con la quale inuentio- ne egli foftenne in pie la Chicfa di San Marco . La cui cuba di mezzo andando in rouina , & tirandoli tutte l'altre die tro , séza hauerfi giamai ritrouato a^chi baftaflb l'animo di metterui mano,fu da lui nò pur foftenuta,ma riparata & ri fatta con mol to honor fuo, & co gran piacer del Senato Se d'vnìuerfale , eflèndo per auanti tenuta per colà difperata affatto da ogniuno, il poterla, o mantenere o acconciare, ASanFiieronimolafabrica dei Mori, quali a lèmbiari-^ za di vn grolfo cartello , fu opera di Leonardo Moro . A SeruijiGrimani pollcggono edifici honoreuoli & belli. & poco difcofto fono iVendram ini, il cui palazzo con fòc- ciadi marmOjfii già ridotto de i virtiioll della città . Per- cioche viuendo Gabriello amantilìMella Pittura,deila Seul tura,& dell'Architettura, vi fece molti ornamenti, & vi raccollè dincrle cole de i più fa mofi artefici del fuo tem- po. Percioche vi fi veggono opere di Giorgione da Ga- ìkl Franco , di Gian Bellino , di Titiano , di Michel Agno k), Se d'altri conlcruate da fuoi Ibccefiòri . Et ini prelibi e il Palazzo de i Duchi d'Vrbino di honefta grandezza ^ polleduto da loro molti anni fono fecondo l'vlb d'al- tri Principi che vi hanno hauuto& hanno habitationt f>cr diporto loro . Alla Maddalena , & a San Leonar'^ ào apparilcoiio gli antichi «difici della cafa Donata; " ' ■ Mg DEI PALAZZI PRIVATI "7 Ma fenz'alcun dubbio,!a maggiore fomma di palazzi,di ca, famcati,& d'altre fabrichcnorandc, fi vede fui canal graja-j de che diuide la città per mezzo, come parte più imporrati te,& riguardeuole di tutte l'altre, onde però paruc a gliaiv tichi,di honorarla con regi j &c magnificili edifici). Però ca minciadofi dalla Doganadimare,fino a Santa Lucia,riem pierono per tutto,coli dall'una come dall'altra fponda del canale,dincchiirimi (labili , i quali fi pofibno ragioneuol- mente chiamar palazzi, tanta 6c tal gi-andczza .5<. magnifi-. cenza è la loro . Ma perciociie (àrebbe tediola & forte trop pò curiofa materia, l'andare efàminando minutamente quefta parte,faremo ricordo d'alcuni di loro più apparen- ti & maggiori, fi come habbiamo anco fatto de i lòpradct ti che fono fra terra, accennando a forcllicri vna parte, per la quale defiderofi di vedere ogni cofa, ricerchino il tutto . Oltra ch'io tengo per fermo,che non potendo lo huomo, (fi come io conofco per efperienza) fatiar gli occhi con la diuerlìtà di fabriche con belle, meno lì pofla ciò fare bade- uol mente con la fcrittura E per tanto da fa pere chi princi palilìlmi di tutti i palazzi del Canal grande, fono quattro, (parlo per architettura, per artificio di pietre viue, per magiftero , per grandezza di corpo & di ipcfa , pcrciochc quelli foli coilano oltre a 200. mila ducati) cioè il Lorcda- no a S.Marcuola , il Grimano a San Luca, il Delfino a San Saluadore,6c il Cornato a San Mauntio. Quelli larghi per circuito, per altezza^ per ogni altra qualità che fi richiede a bene intefi cdificij,fi.irono fatti ne tempi noftri, & (econ- dola dottrina dell'antico Vitruuio,dalIe cui regole a gli ot timi Architettori, non è lecito di partirfi. Il Loredanoadu que,di gran corpo & di grand'altcz za, & anteriore interna poaglialtri,&quafi pollo in Ifo^aè molto nobile, perciò- cheoltre alla copia delle llanzedidentrOjha la faccia coper tadi marmi grechi,con gran fineflroni tutti coionriati al- la corinthiadl Grimano, che l'eccede di gran lunga di (lan* xe reali 6c d'ogni altra cofa,è ricchiir.mo di fatture , pcrciQ che gli intagli,! fogliami^óc l'altre dilicature quafi fatte por fiaoalle fondaaicnta, fono con fperacGteiriua.Vi iòno p^ rimcntc ET DE LORO ORNAxMENTl LIB. IX. j4^ /^ mente magnifichi colonnati nel Cortile , & la faccia è ab- bondante di tiquilìtc ricchezze di componimenti & di la- iioii, per opera di Michele da San Michelc,che fn l'Architet to . Il l)eltino,primo dopo il Lorcdano,che foflè fabricato in Venetia con regole d'architettura, è degno di lode . Per- cioche occupado gra l'patio di tcrreno,col cortile nel mez- zo circondato diloggieairvranzaRomana,èdi fuori con bencintefafaccia,&di dentro ha larghifllme& commo- de iì:anze,fabricato per ordine di Giouani Dclfino,ful mo- dello del Sanfouino.il Cornato ch^è il quarto per fìto, per magnilìcéza,percapacità,per ricchezze di pietre, per ftrut- tura,& per iimmctria,è fra tutti gli altri memorando. Per- ciochedidentro,congran cortile coperto oc icoperto, con bellezze (Se ornamenti alla Romana,^ con inucntione ac- commodateall'vib comune, è capacilìlmo da vna parte per ogni famiglia di Cardinale,^ dall'altra per le donne & Signori d'efìb . tt fcuopre 6: è fcopcrto all'intorno per l'ai tezza fua,le lagune . Et la faccia tutta colonnata doppiarne te con lauoro ionico di (òpra , & Ruftico gentile di fotte, & con fori nobili, apparifce a riguardanti piena di macftà . Et dinanzi la loggia con le fcalee della riua, rendono gran- dezza all'edifitio, fabricato per ordine di Giorgio Cornaro già figliuolo di lacomo Procurator di San Marco , fui mo- dello del Sanfoumo . Ma tutti quefti quattro, trapafià per (1 tOjìk per grandezza di machina,il Palazzo ho(caro,r,ntico ^rfabrica& fecondo l'viòTedefco. Percioche pollo fui cantonale del rio di San Pantalone, fcuopre nello fuolger del canal grade,dalla llniltra fino a Rialto , dalla defìra fino alla Carità non molto lontana da San Marco, di maniera che per quello conto è (Ingoiare. Et perciò l'anno i ^ 74.fu eletto per condegna habitarione del Re di Francia, per cofi rara&nobil veduta. Oltra che ècopiofilfimo quanto al- tro nella città, d'appattamenti «S: di fianze dipinte da Paris Bondone.ll quale (labilcfii altre volte della fai)iiglia Giufii ftiniana,dclla quale Bei nardo huomo preclarilTimoJo vcn de del 1418. al Senato,chcne fece dono al Marchefedi Man toua, ma ritornato in Signoria, Svenduto allincontro, Co il DE I PALAZZI PRIVATI il Principe Fofcari lo comprò , & infabricando l'alzò , ac- cioche no parciVe più della cafa Giuftiniana. La quale pol^ Ikdcanco ella nobililìlma habitatione, contigua alla detta per gran (patio di circuito.Sono etiandio fui Canal grande memorabili ck. di gran corpo,i palazzi del Duca di Ferrara a S.Iacomo dell'Orio , antico , & fabricato come in forma di callello con (Iruttura Tedefca. del Duca di Milano a San Samuello,il qual cominciato con gran principio di colon ne «5c di marmi , diucntò poi della tamiglia Grimana, de i Mocenighi poflèduto da Giouanni fratello del Principe Luigi,de i Comari fatto a bugne di pietra rozza nella Cor- te dell'albero.Dc i Comari della Pifcopia, chefli già dal Re di Cipro,i5c da lui donato a detti Cornari,& per vn tempo fu ricetto di diuerli Principi eftcrni che vennero in quefta città. De i Guflbni al Potè da Noale, fabricato fui modello diMicheledaSan Michele, ricco d'alberghi & benilfimo intcfo.Dei Troni a Sàto Euiiachio , con giutia (Immetria oc di honorata apparenza . Dei Contarini delle Torricelle. ' De i Capelli fui rio di San Polo,l'vno di Già Battif}:a,dipin to da Paolo Veronefe, l'aliro di marmo, già di Marino fuo fratello, con compolìtura alla moderna 6c ornata.di Maf- fio Bernardo a San Polo . De i Contarini a San Geruafo,c5 gran corpo & di ben comporta & regolata forma. De i Gri mani a San Vito,con maniera aliai bella & gentile. Dei Fo fcari aSan Simeone,di bellaapparenza,6ccon diuerli orna menti.Percioche Pietro Fofcari^Senatore d'animo egregio dilettandoli della bellezza della Scoltura &. della pittura, comeamante delle arti pellegrine 5c ciuili , non pure ornò & lertaurò il predetto Palazzo, ma rédè anco famofb quel- l'altro fuo palazzo fituato nell'Arena diPadoua, dignifll- mo alloggiamento del Re di Fracia.De 1 Pifàni a Santa Ma- ria Zcbcnigo, di maniera Tedefca, ma con forma durabile & foda . De i Bonaldi a Santo Euftachio.Et quello de i Coc Cina , coti ben comporto di dentro, & tanto vago di faccia dalla parte di fuori , che non è punto inferiore,pcr ftruttu- ra,& per ornamento, a qual fi voglia altro palazzo fui Ca- nal grandc,5c finalmente de i Giuftiniani da San Moifc, & di ET* DE LORO ORNAMENTI LIB. IX. 1^6 dimoltcalrrefainiglie,chcnonmi foucngono al prcfcn- te.Sono criaiìdio ncll'ilbla della Giudcccadiucrle fabriche di importanza , delle quali due , fra le altre apparifconodi moinenro.L'vna nel principio dcH'llbla, & è il Palazzo di Andrea Dandolo, di gran (ito, copiofod'alloggiamcntijdi cortilijdi loggie,òcdi giardini. Et l'altro quali nel fìned'cP- fa Ifola, della tamigliaVcndramina. Tali & tanti edifici adunque con altri apprcflo più & meno importati, forma- no vn'ampliirima «Se gran città.La quale a i lottili confidc- ratori delle cofe,!! mollra non vna fola ma più città fepara te,& tutte congiunte indemc . Percioche fé fi confiderà la fua fituatione,ridotta in pianta fenza i ponti , fi vedrà ch'è diuifa in tante grolle caftella & città, circondate da fuoi ca- nali , alle quali (ì palla dall' vna all'altra co ponti o di pietra per la maggior parte o di legno,che la congiungono infìe- me . La fanno etiandio parere che fiano molte città con- giunte in vna fola , le botteghe che fono fparlè per tutto l'vniuerfo corpo & circuito d'eflà città . Perche ogni con- trada ha,non pure vna fola ma più Chie{è,la piazza co poz zi,i forni , i magazzini del vino, l'arti de Sartori, de Frutta- ruoli,dcgli fpetiali,de i maefiri di Scuola, delcgnaruoli,dc calzolari,& finalmente d'ogni altra cofa bilègneuole all'v- fohumano in molta abbondanza.Di maniera chcvfcen- dofi d'vna còtrada,& entradofi in vn'alrra,tu dirai fonza al- cun dubbio, d'vfcir di vna città & di entrare in vn altra, co infinito commodo Se fodisfattione de gli habitanti , Oc co fìupore de forcllieri . Co 2 DELLA DELLA VENETIA CITTA^ NOBILISSIMA defcritta da M.FRANCESCO SANSOVINO Libro Decimo. ^^èi N qncfta nobilifTima patria diucrfa da tutte l'altre per (Ito , per gouer- no,& p l' berta , fono anco dicerfi vfi introdotti da gli antichi,dcgni di eflere auuertiti & confiderati . Et quantunque la lunghezza del tépo apporti lèmpre alterarioneal le cofc p ordine di natura , & cor- rópa a lùgo andare , cloche lì truo uà fòtto il cielo,nódimenoin qfta città conferuata intatta dal ilio principio fino al prefcntc , fono certi coftumi principali , meno corrotti che 'in qua- lunque altra porte d'Italia . Habiti. p Ercioche cominciando da gli habiti indicatiui del- •*■ lo humorc delle perfone , noi vediamo che gran parte de gli Italiani , dimenticatifi di efìèr nati in Ita- alia , & fcgucndo le fattioni oltramontane , hanno co pcnfieri mutato lo habito della perfona , volendo parere quando Fràceri,5c quando Spagnuoli, Et certo con danno i ET VSI DELLA CITTA LIB.X. r^^r ^^7 & uergogna loro , & con nianifefto (cgno della loro poca ftabilirà 6c fermezza , poi che non lì è mantenuto mai , da quegli huomini ch'altre uolte hanno lìgnoreggiato l'altre nationi del mondo,un perpetuo 6: laido tenore nelle cole loro.Sola quefta città se conlcruata in generale meno cor rotta fra tante, le bene in ogni tempo è Hata , & è tuttauia rifugio de iforeftieri,i quali lògliono introdurre in cafa al- trui l'ulànze loro . Percioche facendo i Veneti profefsio- nc , fino dalla prima origine loro,di pacifichi, & religiofi, & d'elìcre uguali l'uno airaltro,accioche dalla ugualità ne nafcelìè labilità & concordia, poi che la dilparità partori- fce còfu(ìone,s3c rouina, uetlirono pani quali di religione, ócdimollratiui di pace Oc d'amore.Non niego però che lo habiro de tempi noltri non fia diuerlb in qualche parte dall'antico j ma la diuerlìtà nafce ( credo io ) dall'occulta virtù della natura che opera negli huomini in diuerfi tem pi diuerlamente,lècondo le difpofitioni del cielo & dell'ai trui uolontà, ma dico bene che la Ibftanza è quella medefi ma ch'el la fu fèmpre . Già i Padri paOàti , olìeruanti ama- tori,come s'è detto,dclla religione : fu la quale fondarono tutte l'opere loro,uolendo ch'i giouani s'indirizzaflèro al- la uirti;i,uera anima dell'attioni humane, & fopra tutto al- la pace,trouarono uno habito conforme alla loro granita, accioche uelfendoli di lui.fi ueftiiTero anco di modeftia & dirifpetto. Et perche l'animo loro fu fempre intento a non dar noiaò moleftia ad alcuno , &di uiuer quietamen- te inquanto che folle loro permelTojpiacquedi mollrar ad ogniuno , non pur con l'interiorcma con l'cfterioreanco ra la loro infenrione,uellendo habito lungo , il quale non fa punto a propofito per coloro che hanno gli animi ga- gliardi,»?cgli fpiriti ardéti & feroci. Ordinarono p tanto la uerte luga & copiofa di falde,cò le maniche llrettealla boc caperlapiugéte-dallaqual uelle uogliono alcuni che una delle Gal lie,prédendo l'ulb daVeneti,lì chiamallè Togata. Dalla velie chiamata da gì i eftcri Toga. 1 Senatori portaro- no lì come anco portano al plènte.le maniche aperterdellc quali alcune erano dette Dogaline,& altre Ducali. L'orna- mento DE GLI HABITI, COSTVMI, mento def capo era il cappuccio per rifpetto dell'aria , il qnal pcndcua , o dierro del capo , o dall'uno de lari fòpra le Ipalle . Dall'altra parte cadcua quel panno,clie al prcfcnte fi chiama Stola, ma era largo & appiccato al cappuccio, fi co meli puouedere ne i rirratti & nelle pitture di quei tempi. Ma Icuandoii molti il cappuccio, & ritenendo folaméteil cerchio dal quale nafccua il cappuccio , coprendo il fondo del cerchio con panno,formarono la berretta che Ci porta: ma più larga & più alta. Et fpiccando la ftola che ftaua pen- dente,la ritennero fu la fpalla,ma però lunga per coprirli il capo ne tempi di pioggia, & le maniche larghe della velie fi ftriniero in bocca,& quefte chiamarono a Comeo. Etper- che nel tempo del uerno i panni afìettari alla perfona,la difendono molto meglio dal freddo che fu ole cflèr talho- ra in quelle parti di mométo,fodcrarono le velli di vaghiP fime pelli di vari nell'autunno, & poi nel col mo del freddo di doiri,di foine,& di volpi.Onde fi può alloraj vedere intor no a i Senatori,& a gli huomini grandi &: ricchi,incredibil copia di lupi ceruieri,di martori,& di zibellini . Et fi cinfe- ro la manica a Corneo di fuori,có cinta di velluto nero, & ne tcm pi di duolo ò corrotto , dopo lo hauer pollo giù il mantello, di cuoio fornita dalle telle di paifetti d'argento. Ke tempi di Hate le vetli(pur fempre di panno v^ non al tra mente)fi foderano di ermefino . Ne gli anni andati s'ollcr- uaua nel ueilirfi uno ordine,quafi come per grado. Perciò- che i giouani ufciri dcll'infantia , fi uefàuano a Dogalina, cioè con le maniche alquato aperte fenza cintura.Et giun- ti all'età, nella quale è permeilo ch'entrino in Gran Confi Wio.n mcttenano le manichea Comeo,imitandoi Roma ni, che dopo la pretella piendeuano in età uirile la toga. Si coilumaua etiandio fenza dillintione alcuna , cofi ilio- fato come il pauonazzo per la y)iugente,ficomjefipuo chiaramente conofcere per diuerle pitture antiche, & ue- derc per i libri di molti a'ini,chcfono nell'olìicio del Pro prio, dcue fi contengono i pagamenti dotali delle donne i!cdone,& delle maf.critiedi cafa , ne quali fi fa mcntione della foggia delie uclti oc dei colori. Cinquecento anni fono lET VSI DELLA CITTA LIB. X 148 fono fi conftumaua il color turchino per tutti . Fu poi fta- tuito che i Magiltrati principali vellillero di fcarlatto . & l'anno 1 560. che i Dottori , oc i Caualieri poteficro vfar le maniche aperte . Ledonneanco elle del 1 1 00. veftiuano di turchino con manti in ipalla, che lecopriuano dinanzi & di dietro . Mutato poi modo , fi mifcro le ueft i con le ma nichc Ducali,& coprendole di doffijdi martori, & di zibel lini, fé le riuerfauano fu le fpalie , fecondo il collume Fran- cefe. onde i Padri l'anno i i o j .prouidero per legge , che no fi facelle cofi fatta fpelà . Perche le donne polle giù le ma- nichcaggiunlèro tanto più roba alle code,& le ridulTcroa tanta grandezza , che anco quello fu vietato loro . Alla fi- ne lì vcftirono d'oro , viàndoio per l'ordinario come cofa pofitiua . il che parendo graue a padri, lo prohibirono . Et clic vcliitelì di lcta,fi milcro lotto le faldee con le cinture, dalle quali pendeua la catena con la guaina del coltello & del cucchiaro . & con le maniche alle vcfti tutte piene per traucrfo & per iungo,di grofli bottoni d'oro , & fcollate in forma tonda, con zoccoli di altezza eccefsiua , & cofi pò - nendotì freno di mano in manoa quefte materic,& elle di mano in mano trouando nuoueinucntioni , s'è ridottala cofa a termine afl'ai comportabile & honefto . Conciofia che al prefentc portano diuerfi colori, ma di fopranero in ogni tem po,alla greca . La qual cofa ancora che in una don na paia funefta , apporta però bellezza. Perciò ch'elfen- do le donne in quella parte bianchilsime per natura , il pa- ragonedel negro fuo contrario,le réde molto più bianche, & apparilcenti . Et veramente che non fi può dire qual fia la ricchezza delle uellimenta & delle biancaricdi lino del- le donne Vinitiane. Percioche tutte le colè loro, cofi di fè- ta comedi lino,fono ricamate,fregiate,lauorate, ftrifciate, & di modo ridotte a bellezza con l'artificio dell'ago , della fcta,dell'argento,& dell'oro, con tanta dilicatezza & poli- tia , ch'ogniuno confefla , che non {) troni in qual parte fi uoglia,la maggior di quella, ucro légno d'animo candido, inetto, & di finilsimo giudicioipoi che conofcendo la loro bellezza , notabile fra l'altre donne Italiane , la fan- no DE GLI HABITI, COSTVMI, Ilo accompagnare con gli ornamenti de capelli biondifsi- nii per forza di Sole , & con abbigliamenti della perfona, quando fono andate a marito. Perciocheefìendo donzelle no li lafciano punto uedere a gli ftrani Et quello fi ollerua con tatafl:rettezza,che chi fi marita , prende per moglie la donna fenza uederla inanzi,o faperne altro,fèn5 quato in- tende per terza perfona . Et perche quella è materia diuer fa da quella di terra ferma,nc ragioneremo a pieno. Matrimoni; SCriuc Herodoto , & lo replica il Sabellico , che gli anti- chi della Prouincia Veneta , maritauano le donzelle al- l'incanto» cioè a chi offeriua più danari per hauerne una bella , co quali danari, dando loro le doti , lì rnandauano a marito le brutte . Ma nata la città, & nella fna prima in- famia efìendo ella Chrilliana , fi mcfle in ufo il contrat- tar le nozze alla icoperta , & deliberato il ncgotio , le don^ zelle fi riduceuano a S.Pietro in Caftello Oliuolo, per la fc- ftiuità di Santa Maria di Febraio. Et portando con loro la dote in una cafla chiamata arcella ( perche allora non fi da uano le migliaia) fi flauano alpettando gli f pofi . Iquali ue- nuti co i loro parenti,s'afcoltaua la meflà folcnnc, dopo la quale il Vefcouo fatto il fuo fèrmone in materia del matti monio, 6c datala benedittione,i giouani toltele fpofè <5c J'arcella, feneritornauanoacafà, doue poi s'attendeua a i conuiti & a piaceri . Dalla quale occafione nacque la fefla delle Marie,& la andata del Principe a Santa Maria Forme fa,come s'è detto più inaiizi. Hoggi conchiufe le nozze per terza perfona, fènza ueder lafanciulla,con dote per l'or dinario fra i nobili molto grandi , lo fpofo riduce la matti- na fcguente in Corte dì Palazzo,doue fi publica i 1 parenta- do,& co fuoì congiunti incompagnia,toccaògliuien toc cata la mano, da coloro ch'entrano in Corte. Indis'inui- tano gli amici a cafa del padredella fpofa, per un giorno di putato a hora di uefpro,doue uanno a rallegrarli ( fauellan- do ET VSI DELLA CITTA LIB. X. >^r" do (èmprc de i parentadi nobili ) i Confìglicri, gli Auoga- dori,i Saui,i Capi del Confi de Dieci , Oc in fomma tutta la nobiltà . Et nell'entrar della porta,alpettati dallo fpoio , 5c da i parenti,!] rallegrano di nuouo, & fi toccano la mano, & montati in fala , doiie non lì veggono altri che huomi- ni, porti a (edere, il Paraninfo conduce fuori d'una fìanza la ipofa , ueftita per antico v fo di bianco : oc con chiome fparfe giù per le fpalle , contefte con fila d'oro , Et fatteli le parole ceremoniali dello fponfalitio, uiene còdotta al Tuo- no di pifferi,di trombe,5c d'altri ftromenti armonici,attor no alla fala,tuttauia ballando placidamente, & facendo in- chini a i conuitati. Et coli moftrata 6c veduta da tutti,fi ri- torna dentro. & ucucndo perlbnc di nuouOjellaefcc & tor nadinuouoin fala. 11 che fatto più volte quali in fpatio di vna hora ò poco piu,di fccnde a terreno , & accompagnata allora da diuerlè gentildonne ch'erano per diuerle camere afpettando, monta in gondola fuori del felze , & lì pone a lèdere fopra vn feggio alquanto rilcuato, coperto per tutto di tapeti((5c quello modo fi chiama andar in ttafto) fcguen dola vn gran numero d'altre gondole, & lene va a vilitar i monilleri delle monache,doue hanno,o forelle,o parenti, 6c congiunte. Le quali tutte cofe fi fanno con molta ragio* ne. Perciochedoucdo ella accrelcer co lageneratione quel lafaniiglia,nella quale s'innen:a,ella fi mollrain cafa oc fuo ri alla città, quafi come a tanti tcllimoni del matrnnonio contratto. Et le pione all'incontro vanno alla ccremonia, quafi che Ci allegrino di cola propria, poi che p l'ordine del ^oucrno, fono incorporati infieme perpetuamente,comc fé tutti fodero d'vna lielTa famiglia . Vn'altro giorno uano poi le gentildonne a congratularfi con la fpofà, che fi chia- jna dal volgo Nouizza,ofièruando il medefimo che fecero poco dianzi i mariti loro . Et non molto dopo (ì fa la fefta publica con pópa & fpefa notabile,percioche gli inuitati^ l'ordinario in nozze comuni , arriuano beneìpellba ^oo. perfone,con apparecchi di efquifitè viuande & diuerfejma regolate però dalle leggi . Etnella fefta fi toglie vno ò più compari chiamati deU'aiielloJquali in quefto cafo, rapprc Pp fcntano ì4q DE GLI HABITI, COSTVMi; ientano quafi vn Maeftro delle ccremonie^ perche a lui toc ca la cura de i Mufici, & di molte altre cofe appartenenti aU la fella . Et la mattina fufleguente al banchetto, prefenta a gli rporì,donatiui di zuccheri , di confettioni , & d'altri fi- iiìili rilioratiui : & eflb all'incontro è prefèntato da loro. Ne tempi a dietro (1 coftumaua di condur la fpola dinanzi al Doge comeapublico teftimonio, ma l'anno i5oi.le- uato quel coilume dalla legge , fu introdotto , che lo ftro- mento delle nozze il regiftrafle nell'Auogaria da mille du- cati in fa . Doue lì danno anco in nota i figliuoli de i no- bili quando nafcono, della qual nota lì feruono a luogo Òi tempo * Parti . Xj Ella cui natiuità, non è minore la pompa delle parto -^^ rienti: percioche allora lì moftrain cafa fplendidezza & magnificenza,nella ceremonia del parto.Concioiìa che apparecchiandofi le danze riccamente , & in particolare quella doue giace la donna j con ornamenti di pitture , di icolture, di lauori d'oro, & d'argento, 6c di cofé altre di pre gio,fi riceuono le gentildonne amiche , ò congiunte, che vengono a rallegrarfi Con tato apparato tal hora di confet tioni,& d'altro in diuerfè maniere, poile in oro & argèto , ch'è nobil cofa & bella a gli occhi de i riguardanti : & con tanto fafto , che i Padri fono (lati aftretti a prouedere anco a quefto,GÓ diuerfe leggi, per le fpefe grandi che vi fi fanno* BattefimL IL medefimo auiene nell' vfo del battczzare,diuerj(b da i modi,in alcune cofe,di terra ferma . Percioche il padre inulta, non pur tre compari fecondo il confueto inftitu- to , ma fé ne fono talhora trouati infieme in Chiefa , fino al nwnicro di 1 50. £t perciie fpeiiò fi contrahe quello uin- colo ET VSI.DELLA CITTA LIB.X. i$d colo di conginntioKiG con diucrfi di(egni,&acciocIieil compiirarico non impcdifca il contrattar matrimonio, fra i nobili , o per Cjiuùchc altra cagione : fu ordinato pei: legge , che il nobile non pofla torre altro nobile per com- pare. Et però auienecheil Piouano quando verià l'acqua fui capo al bambino , ricorda prima la legge , & domanda (è fra compari è alcun nobile Vinitiano . finita la ceremo nia lènza in ter ucnto didòne,fuori chedell'alleuatrice, che ha la creatura in goucrno : il padre manda il giorno mede lìmo ad ogni compare un marzapane per legno dell'affini- tà contratta con loro : onde il compare , o padrino , non lente grauczza alcuna di far donatiui,fecódo l'vfo di terra » ;Eunei'ali . NEIla materia de Funerali : non fi può veder vfo ne più magnifico ne più ricco di quello . Percioche i morto rij delle peribne ordinarie , non che de gli huomini di im* portanza,fi polfono paragonare a funerali di qual lì uoglia gran p'erfon aggio di terra ferma . Trono che l'anno r ? ^4. Fu Oatuiro> che il morto non habbia altro che la ftamigna, eccetto i Palatini,& Ducali , i Legifti , i Medici , & 1 Caua- lieri . Ma ho2;^Jii eflendo l'huomo venuto a mortc:(ì tiene in cafa fino alla Icra (cguente. Nella quale a vna bora o due di notte , il clero della contrada , con molti de fuoi fam 'v- gliari & amici, lieuano il corpo, & l'accompagnano in Chiela con 1 00. &c 200. torcie , ne più ne meno , couie iè folìb il mortorio . Et pollolo in mezzo della Chiefa con due torcie da piedi , & due da capo : gli lì fa la guardia per huomini deputati, fino al giorno Icguente. Nel quale li dicono Icmclfeper l'anima liia, tencndofi in tanto due candele accele per ogni altare . Venuta poi la bora di por- tarlo procelsionalmente al luogo de fuoi maggiori in altra Chiefa :o la mattina, o la Icra alle venridue bore, s'aduna la Chierelìa . Et prima iianno inanzi diuerlì pennelli , o inlègne di Scuole , o fraterne chiamate Pp a picciole. DE GLI HABITI, COSTVMI, picciole, tutte di feta lauoratc d'oro. Da poi ucngono i prc ti d'ogni contrada, con pennelli appartati,& con leftolcal collo diuifatc di colori^pcrdidinguerrunacongregatione dall'altra. 1 quali paflati in numero grande ( pcrciociie in quelto fatto non uanno mai frati j feguono i due capitoli di Caftcllo,& di San Marco , & poi i fratelli dell'una delle Tei Scuole grandi(.s'il morto è in qualche Scuola) ucftiti di bianco al coftume loro,con le hafti co diuerfc torcic, in ta- ta Quantita,chc talhora Te ne annouerano fino a 2oo.la me tà de quali, pafTata , auanti che uenga il morto , fcguitano i marinari a due a due: tutti huomini principali, 6c padroni di naui,con groffa torcia in mano per uno. Et dopo cofto ro ucngono iGiefuati, de quali è proprio offirio inquefta citta, d'accompagnarci morti per priuilegio già gran tem- po , ottenuto da loro. Et pafTàti in buon numero, feguc il cataletto o la bara, portata da otto perfonc, col morto uc ftito riccamentc,Òc coperto di panno d'oro, o d'altra mate ria . Et dopo 1 ui continoua un'altra parte di Giefuati . Per- ciochc il Cataletto fi mette nel mezzo de detti frati.Et quel funerale è tenuto più & manco honorato, che ha più ò manco numero di Gief iiati . Dietro a coftoro compari- fcono i fcrucnti di cafa , vediti a duolo . Et dopo loro una altra parte de fratelli di Scuola, con l'hafti , Se con torcic. Finalmente feguono al la coda,i fanciulli de gli Spedali, de gli Incurabili , & di San Giouanni & Paolo . Et cofi fatta pompa fi porta per lo più, per la piazza di San Marco & di Jlialto,accompagnatadapiudi soo.perfonc. Et non fifa funerale punto honorato , che nò monti almeno ^oo. in 400 ducati.'Et giunto il morto alla fcpoltura , fi difpenfa li- mofìnaadogniunodefratelli,6c poucri de gli Spedali. Il giorno feguen tei congiuntidcl mortofche prima furono vifitati acafa da diucrfi parenti & amici ) ufciii in publico vcfliti a brunojcó lunghi ftrafcichi,òctuttiinfiemc,s'appre Tentano in ( .ortc, douc polli alla fila,lc perfonc a capo fco- pcrto fi códogliono & toccano loro la mano,6c qlla matti na fleffa fanno il mcdefimo a Rialto.Nei funerali dei Pro- curatori di S.Marco fi fa di piu,chc la mattina feguente alla morte ET VSI DELLA CITTA LIB. X. t>5 '"?/ morte rua,San Marco fiiona a doppio tre volte & lunganiS tc.Ft portaiidofi il morto per piazza,la pompa pafl'adinaa zi alla Ciucia, oc (i ferma il corpo alla porta principale , oc i f)ortatori tutti i vn tcpo daccordo co moto pari & vgiiale , •alzano da terra in aria trcuolte, in (cgno di riuerenza & di tor licenza dalla Tua Chiedi , & ciò fatto (èguono il viaggio loro . Et gli fi ù il Baldachino nella Chielàdoiie fi fcppeìli- fcc,5c la orationc funerale, quando Ha huomo di conto. Et perche ogni Chieià in Venctia, ha tre cittadini eletti dal Piouano col clero, che procurano le cole loro,onde però li chiamano Procuratori di quella tal Chiefa, morendo alcu- no di qucn:i,la fua Chieià mona a mortorio , di tutti gli al- tri non mai . Nelle funerali del Cancellicr Grande , il quale lì porta la notte nel Battiftcrio di San Marco, preceduta la pompa come s'è detto , (ègue il morto . alqualc va dietro il Principe con la Signoria &. con gli oratori de i potentati, Et vi fono i corocciolì col capo coperto, parenti del mor- to,accompagnati dalla Signoria,dalla deftra. Et entrati in San Marco , li mette il cataletto fotto il haldachino pieno di lumi . Indi fi recita rorationc,& cantateTeflèquie, la Si- gnoria ritorna a palazzo, & il morto n conduce ad altra Chicià . Perche non (i Icpcllifce nelììmo in San Marco , le non l)oge,quando elio lordi ni, o qualche Canonico della medelìma Chiefa in certi luoghi appartati. A i figliuoli del Principe vino, lì coftiuua la ceremonia medelìma de i Pro curatori, lì come s'ordino nel tempo che morì Bertucci Gradenigo figliuolo del Doge Bartolomeo che vill'e l'an- no 13^9. Ma nei mortorio (lei Principe s'è ragionato a pie no più auantL Felle. MA trapaflando hora mai da quelle materie fimellea cole pili licte,diremo al prefente alcuna colà intorno alle fcllc,cofi publichecomc priuate. Le publiche adunq; lìfanno quando la Signoria riceue alcun Principe operlò- naggio.Lc pnuate, quando vn corpo di nobili adunati inlìc me DE GLI HABITI/ CÓ$TVMf;TH me fanno compagnia per dar piacere al publico , o quando fi fefteggia da i prluati per cagione delle loro allegrezze par ticolari . Le publiche lì celebrarono in diuerfi tempi , adi- uerfimodi, perdiuerfe occafioni. Fra l'antiche s'ordinò quella del Gioiiedì grafìb in piazza, dinanzi alla Signoria. Pcrcioche hauendo Vlrico Patriarca d'Aquileamofìè l'ar- mi contra la Rep. vinto & prcfo in vna giornata : fu infti- tuito per legge irreuocabile (otto grauilllme pene, che in memoria perpetua di tanta vittoriani facefle ogni anno'la predetta fefta . Et fi foleua Icntentiar a morte alT'offitio del Proprioil numero di i 2. porci, con vntoro,al quale fita- glialièla tella. Et andata la Signoria nella Sala del Piouego doue era vn caftello di lcgno,i Senatori con alcuni braccio lari in mano,lo combatteuano,trahendoli in quel caftello. 11 quale ufo, parendo al Principe Gritti , che folle ridicolo affatto, fé bene ordinato da gli antichi Padri,fu del tutto le uato via, rellando folamente la feda in piazza,del folaro & del tagliar la teda al toro,che tocca all'arte de fabri,6c lafcia ta anco da parte la morte de porci , de quali fi foleua m an- dar ad ogni Senatore , vn pezzo d'èfll per ricordanza della predetta vittoria . S'inftituì anco da gli antich i la fella delle Marie , famofa 6c honorata molto,della quale s'è fauellato più inanzi nel libro dcue fi tratta l'andata del Doge a Santa Maria Formofa. Alla quale fi meflè fine per le guerre dei Geuouefi l'anno 1579. Le più moderne, fi cominciarono da 2co.anniin qua,delle quali fi ha qualche memoria-. Da indi in la,fi dee credere che foficro infinite & belliffime per molte cofèauenute, ma il tempo ne ha confumato ogni ricordo loro. L'anno i4co.creato Principe Michele Steno, la città fecefefta per molti mefi . Ne quali una quantità di giouani nobili, mefil in monte 2. mila ducati per vno (che ne tempi loro valeuano per 4.mila de noftri)leuarono vna còpagnia della Calza. Percioche portauano lohabitoper quel tempo ch'ella duraua,diuerfodairordinario,& fpetitil jnente vna calza.diuifandolaa quartieri di diuerfi colòn'Et oltre a ciò cieggcuano vna impicfacon motto o fenza,( he folle comune alla còpat^nia , trouando alla compagnia va nome ET VSI DELLA CITTA LIB. X. ijt nome conforme all'animo clVefll haneuano . Et a qucfto corpo crcauano vn Signore & capo che comandaua.Et eia fcLino d'eli 1 haueua la im imprefà particolare, & cocorreua no uifienie a fare ornamenti c(c]ui(ìti & ricchi,nelIegoclo- le,ne i fctuitori,&: ne i iauori della calza, la quale abbeiliua- no di oro & di gioie merauigliolàmcnte. QuelH teneuano in fefta la città,& acciochc la compagnia appariflc piuillu {lre,eleggciiano percópagno nel corpo loro, qualche Prin cipe d'ltaUa,«5c qualche cittadino de propri j,& li determina uà il tempo che haueile a durare.Et pparato in vn Tépio,fa ceuano cantar folennemente la mcfla dello Spirito Santo, dal Capellano(percioche haucuano nella loro cògrcgatio- ne,Capellano,Secretario,& altri officiali) obligandoli con giuramento, di oilèraar i capitoli della compagnia . Quc- il:e,fino all'anno 1562. fono ftate al numero di 4j. I primi furono cognominati Fanoni oc gli vltimi Accefi . Ma fra tuttCjfurono famofi & di molto nome gli Eterni , & i Rea- li. Mifouienedihauerne vedute due a miei tempi , l'vna de i Sem pi terni, & l'ai tra de gli Accefi, la prima l'anno 1541 .l'altra 1 5 62. La Sempiterna , nel celebrarla fua mag- gior fefta, rapprelèntò in Canal Grande la machina del mondo,nel mezzo del quale eflcndo vacuo & regalmen- te addobbato d'oro & difeta , furono 100. elettilTi me gen- tildonne, le quali ballando al fuono di ben cento ftromen ti mutici , erano tirate dolcemente da palafchermi & al- tri legni per lo corfo dell'acqua : ellèndo per tutte le ca(è,le fineftre,i tetti & le fondaméta coperte di popolo, didòne, di barche,di pfone folazzeuoli, di mafcare & di fuoni in ta ta letitia.La notte feguéte fi recitò vna Comedia,nel cui ap parecchio fi fpele gran fbmma di ducati. Il rimanete del té pò lo cófumarono in altri tratteniméti diuerfi,cóuitado,ra gattando Scaltre cofè facédo cóformi alla lor cópagnia . L* Acceft poi, còduflè p canal grade vn pòpofb Spettacolo n5 molto differéte dal modo pdetto,có gra diletto dell'vniuer fale,eflèndofi fatta la fefta nel Palazzo Delfino pffo a Rial- to, percioche allora fti l'vnodecópagni Andrea Delfino', «Ipfcnte Procurator di S.Marco.S'appresétò vna Tragèdia * DEGLI HABITI, COSTVMI, cofì fattamente > che in qiicda patte non fi hebbead hauct punto d'inuidia a gli antichi. Pcrcioche il teatro fu capacif fimo di molte migliaia di perfone. All'incontro del quale era porta la ricchifllma lcena,raflbniigliante vna città,con tanto bell'ordine di colonne & di altre profpettiue, che fu mirabil cofa a uedere * Fecero oltre a ciò diuerfi altri conni ti fecondo l'occorrenze. Et da quelle cofi fatte adunanze, fi faceuano accetti honorati a i Principi ellerni ch'a tempi lo 1:0 veniuano qualche uolta a Venetia . Sotto Lorenzo Cclfi Doge 57. che uiflc l'anno 1 5 6 1 . effendofì ricuperata l'Ifola di Candia dalle mani di molti ribelli che la haueuano fot- tratta dall'obedicnza della Rep. la allegrezza del popolo & della città fu tanta, che fi fecero diuerfe fefte , frale quali fu una folenne gioltra fatta fu la piazza di San Marco,di ta- to gridOjChc ui concorfero diuerfi Principi . Et fra gli altri gioftrò il Re di Cipro con lacomo dal Verme figliuolo di Luchino, ch'era (lato Generale dell'armi della Rep. nella predetta imprefa di Candia.Et nella quale fi trouò ptrefentc il Petrarca-, cheladefcrifleavn Pietro Bolognclèfuoami- co,in gratia credo io di Luchino predetto, molto amato Se honorato dal Petrarca. La qual lettera cfprimcndo la fu detta fefta,(Sc parte defcriuédo la qualità di Venetia in quel tempo,mi è piaciuto di mettere in quello luogo , non lati na come egli fcri(re,ma fatta volgare, fi come ella ftà,per in telligenza d'ogni uno,& è quella, dopo l'introduttionc d'cffa lettera. Uo^u^uJìiJ^ima citta de i HJenetiyla qualehoggi ècafa di lihertàidifacettST* digiuftitta > rifugio de buont» So-- lo Torto de legni conquajjati dalle tempejìe in ogni far te y delle guerre ^ delle tirannidi , a coloro che defide^ rano di 'viuerhene. Città ricca d^ oro yW a fin ricca di fama. Totente difacultà^ma molto più potente di *vir tu. Fondata fu faldi marmi ^ ma più faldamentefìa- bilità HTVSI DELLA CITTA LIB X. mi lilita jul Caldo fondamento della concordia cmle.Cmt» dxll' onde [alfe , ma dtfefa da piufalji configli. Er pÌLi oltre al pafTo della iiairatione doue ragio- na deiroccalione di detra fella foggiugne . Stando ic peranentura allafìnejlra allià^, di (jmgno de qucjfanno \ "^^^.qua Ititi le ì^.hove^ & guardando in alto mare^& ejicndo con meco un mio già fratello, (^ ho ra padre amantijj.o^rciuejcouo di Tatrajio^ilijuale 'vo lendopaj^ar nel principio dell'Autunno alla SedeJua,Ji Kejìà aueJìdftateiC^ui con meco in cafafua che è chiama ta mia , %^'edendo entrar in porto una galea tutta orna- ta di frodi yfuh ito ci auifammo chefojse augurio dicjuaU che lieta nouella.Q^c. Et più oltre .Si fecero duegìucchi.et amendue a canal lo L! uno ^V altro in quella pia ^tji della quale io non fos*in tutto il mondo fé neuegga una pari t dinanzi alla Chiefa marmorea ^ aurea, ma nel primo non inieruen ne alcun f orcflieroX^emiquattro giouani nohdi riguar- deuoliper telle^^a^perhabiti , c^ per qualità furono in queflagiojira.^e è facile da dire, ne ereditile a udire^ qualfojfe la frequenta delle per fone de riguardanti . // Doge accompagnato da gran numero di grandinerà fo* fra un palco dauanti alla faccia della Chiefa y doue fono i^uei quattro cauallidi tronzp indorati , doperà antica C^ dluflrè^t^doue sera proueduto di tende di colori di Q3. u^^4 DE GLI HABITI, COSTVMI nerjt^acctoche il Sole non defe noia ad alcuno. Io pregai to(c!s^ quefla èjpejìa cortefia del Doge) gli fedetti dalla deflray^ fletti duejiorni a uedereJn piazza non ut era nullo diuot0y0ndec;s^c, ^ Finoaqui fcriue il Petrarca. L'anno 142.?. fi fefteggiò dalla città uno anno intero , in capo del quale ilDoge conduflc in palazzo la Principe(Ia.Et l'anno t 440. eflèndofi maritato lacomo fuo figliuolo in v- na figliuola di Leonardo Contarini,fi fecero diuerle dimo- ftrationi d'allegrezza, perche lo fpofo hebbe iS.conipagni, i quali tuttia uicéda fefteggiarono p fpatio di ^.giorni per uno.Nelle qiiai fefte,il Cote Fràcefco Sforza, che fu poi Du- ca di Milano , fece unagioftra che durò yhorchaucdo ppo ftop pmio al uicitorc, una pezza di fèta di ualore di 1 5 o.du cari. La qual corte(ia,conofciuta dal Doge, come qllache fu fatta per honorar i 1 figliuolo , fu cagione ch'egli ne fece un.* altra , & il premio fu una giornea di uelluto cremifìno da foldato fornita d'argéto.Et netepi del Principe Malipicro , conducédo l'anno i457.a 26.diGennaio,laDogareiraDan dola in palazzo,fi feftcggiò lungamente.Ht 5 . anni da poi il Principe Moro fece il mcdefimo, quando menò a cafà la Principefla Sanuta.Et l'anno 147 1 . il Doge Nicolò Trono, non mancò punto alle allegrezze della città , menando la Principefla Dea Morofina fua con(brte,in palazzo. Et l'an- no 148 & di fopra l'armi del Doge & della Duchefla, & venendo fino a bado , il pilaftro era veftito della medefima tela alia ruftica, dipinta a diuerfi fregi . & di fuori per le parti dinan zi «5c di dietro fopra i cantoni, vi erano le quattro virtù , & di dentro 4. giganti con fpade & rotelle in mano , & nella fommità del uolto & di fopra al pilaftro fpoglie & trofei con vn breue che diceua viua San Marco. L'arco di dentro era coperto di tapezarie a figure con 'una tela intorno con Colone finte alla ruftica.Sc nel piano una tauola grande nel mezzo della facciata con bellilllmo tapeto , & in terra vn piano ditauole.Paflando adunque fotto l'arco , fàlirono in Bucintoro per un ponte di legno fatto fecondo il cófue- tofu]barche,& andarono alla cafa di Hieronimo de PrioU Procurator di San Marco & fratello del Doge, la quale è fi- tuata nella contrada di Sa Barnaba fui canale , doue era un' apparato di tapezzarie d'oro & di fetadieflrema bellezza. Salita la fcala, venne loro incontro la Principefla veflita al la Ducale di panno d'oro,con maniche larghe, con una fòt tana di broccato,& fu la tefta vn velo bianchiffjmo di Can dia che le copriua le fpalle.fopra il quale era vna diadema o berretta a guifa di corno dello fleflb panno d'oro con un poco di piega. Et fatte ledebitefalutationi,Iefu dato il giuramento dell'oflèruanza del fuo capitolare . Et ciò fatto , ella donò incontanente a Configlieri , per anti- co inflitutojunaborfa d'oro riccio , & vn'altra al Cancel- lier Grande. In tanto fi cominciò in canale una ragatta xii fifolare , la qual principiando dalla Chiefa di Santo Antonio , tcrminaua al palazzo de Fofcari in uolta di canale ET VSI DELLA CITTA LIB. X. 155 •canale. &: mentre che la ragatta correua,!! canale era tutto pieno di palafchermi armati, ibpra a quali dazauanoa fuo- 110 di piliàri tutte l'arti che ui furono,fra i quali ui era il pa- lalchermo de gli Orefici , che haueuacon lui 14. gondole coperte di damalco cremifino. In quel mezzo coirùncia ronoad arriuar dinanzi all'arco trionfale , tutti 1 Caftaldi dell'arti co i loro cópagni , doue di ^ia ftauano ih ordinan- za attorno alle riue da cento Tedcichi alabardieri armati . Eteflcndo quelli fmontatide i palalchermi,quelì:i altri co- minciarono a marchiare in ordinanza fotto all'arco, & gli altri a Icguirli per piazza. La quale era coperta di pani biaii chi con molti palchi emincnti,carichi di perfone.Et uene do ciafcuna arte in ordinanza,con gli ften dardi fpiegati , a fiiono di trombc,& di tamburi, & d'altri ftromenti muil- ci,co mazzieri inanzi : & con gli huomini più attempati a due a due veftiti di velluto,didamarco,&: di rafo alla lun- ga, fi Ipiccò il Bucentoro dalla riua di San Barnabà,nel cui ducal trono (èdeua la Principella,con la compagnia, che fi dirà apprelTo : & giunta a San Marco, fi fpararono tante ar- tigliarle ,l& code di ferro,che erano in Terra Noua,& dalla banda della Carità, chefir cofa horribile a fentire . Venne- ro a fiiiontareal ponte, & all'arco (bpradettodel macello, doue erano già paflate tutte l'arti,quando cominciarono a comparire i Comandatoti , o Preconi , & gli Scudieri del Principe . Dopo i quali fèguirono le gentildonne gioua- ni a due a due,al numero di 2^ j.veftite di rafojdi damafco, & di tabino tutto'bianco,ma tutte infieme adornate di per led'eftrema groirezza,^ bellezza,con baueri , & còcieri di varie maniere, tempeftati di perlc,6c di gioie, di ualutaine- ftimabile : fi-a le quali erano lei fpolc co i capelli diftefi fò- pra le fpalle filati d'oro . Dietro a quelle uennero 2 1 . ma- trona con ucfte negre, & co ueli in capo,l'ultima delle qua li fi.1 la moglie di Vittorio Grimani Procurator di S. Mar- co , con velia di rafo negro, con maniche Ducali , per efler donna di Procuratore.Dopo|iègiiirono i Secretati col Can cellier Grande, & poi i due generi del Principe,i quali haue uano in mezzo il fisUuolo dèi Doee, veltito alla Ducale di crcmJTino, DE GLI HABITI, COSTVMI, crcmifino . Et dopo coftoro fcguirono le fue due ibrellc fi- gliuole del Principejèperatedall'altre, perche follerò cono fciute,ucftitediuelluto bianco foprariccio, l'una moglie di Antonio Morofino,l'altradi Pietro Cappello. Et prcilb a quelle erano due puttini fuoi nepoti: & poi ueniua la Principeflain mezzo di due Con%lieri,che furono Anto nio Giuftiniano,& Marco Ccntani,col fuo caudatario. Al- la qual fcguiua Mattheo Dandolo fuo fratello , col manto d'oro da Caualiero alla delira d'un ProcuratorcH come an coandarono alla delira de i Senatori , tutti i parenti della Principefla. Con quell'ordine giunfcro alla porta grande di San Marco,ch'erachiufa,accioche dalla gran calca il po- polo non fi affogalTe , 5c aperta,le gentildonne che afpetta- uano a federe airintorno,entrarono, nel giugncr della Du chella. hi contro alla quale uennero i Canonici con la Cro- ce : & dette alcune orationi , le diedero a baciare una pace: & condotta all'aitar grande catando re Dcum Laudamus, la Duchella prefentò loro una borfa con cento ducati . 5c fatta rorationc,leportarono inanzi il niellale, fopra al qua le giurò dinuouo alcune prò ni efsioni, 6: il Caualiero del Doge dille alcune parole , che per lo (Irepito del le genti no furono udite. Et leuatali dall'altare, vfcirono tutti perla porta del Santuario/alcndo perla Scala Fofcara, per anda- re intoriio,doue fono gli offici dei Magiftrati, p niolirarfi a tutte l'arti della città. Le quali erano compartite attorno al palazzo in ciafcuno officio, fecondo che da i lorofupe- riorierallato ordinato. Ella fu incontrata alla prima dal Callaldo de Barbieri & compagni , i quali erano collocati in un'andito a mano lìnillra a pie della Scala per mezzo l'officio chiamato dell'acque,in bocca dell'altro corridore, ch'era llroppato, polli a federe a una tauola coperta con bcllifsimo tapeto, & con fpalliere a brocca all'intorno : ik. le di fiero quelle parole il Callaldo infieme eòi compagni. Sia hen uenuta 'voftra Serenità . ^oi 'B artieri uofìri fedeli ferui , ci rallegriamo con lei y ^lafu^lichiamo, che ET VSI DELLA qiTTALIB. X. i^^ che fi degni ài f arca rità con noty Mollrandole con mano la colationc preparata fìi la tauola di uaric confettioni(la quale fu mandata dal Principe a tut- te l'arti alle iS.hore accompagnata da trombc,da pitfari, da tamburi,& da Violoni, in diucrfi pezzi d'argenti fra bacini 6c piatti pieni di contèttioni diuerlè , con fiafchi d'argento di uino roflb & bianco) & ella rifpondendo diflc. Siateli ben trouati , ti7* gran merce, flora non fa hifo'^ gno , perche ci fentimo alquanto fianca . La faremo poi un'altra Holta,Volemo pajpir pia auatitet uifitar li altri. Et eflTiiòggiófero tutti lieti p l'humanità della Principeflà. Z^ofira Serenità et hatbia per raccomadaticomefuoi, A quali ella tutta gioiora,&quafi con bocca ridente difl& Cofifar emo , S(.{ìcttc un poco guardando l'apparecchio. Et con lieta cera procedendo piuauanci,fu riceuuta dal Caftaldo de gli Orefici & compagni, con la medefima ce- rcmonia . Quefti haueuano il luogo loro per mezzo i Bar- bieri , uéè rofficiodcl Peti^ionC)fli liceLiuta dai Sancii,] quali lo haiiciiano ornato di belle rapczzarie, con la faccia del mu- ro , di due panni di uelliito crcmiilno con ritagli d'oro , & col cielo coperto di due panni (cariarti, Itratagliati di pan- no giallo a fiori i5c fogliacee , con due armi nel mezzo . Et andando quattro palli inanzi, feguiualv^fficipdel Efami- natore, doue erano i Calzolai , & era acconcio di tapezza- rie finisfime fatte a figure , col cielo coperto di tele dipinte con alcune rofe grandi fregiate doro. -Et ui erano feltoni perornamento,con tapctidi (èta damafchini Cimifcalàti, & Caicrini. Dentro nella prima faccia ui erano molti ar- genti . Carni nando più oltrejpcruenne all'oiiicio delForc- Itiero ,doLie ftauano i Mcrcian , i quali lo haueuano molte? bene adobbato con tapezzarie di feta, con un uelo coperto di broccato fatto a opere di uarij colori . Et fbpra all'arcò della porta ui erano ricami d'oro , & di perle molto ricchi : & fopra una colóna un tapeto di feta uerde con teilo d'oro, con molti uaghillìmi felloni per ornamento. Et dentro all'albergo fi uedeua una credenza con molti pezzi d'argcn tOjCon un profumiere a pie de gli argenti, & intorno alle ra pezzatie altri pezzi. EtduepalTj più inanzi fu incontrata dai Pellicciali ridotti in un picciolo andito fra l'oftìcio del Forertiero , & quello del Mobile, il qual pafia nell'altro cor ridore (opra la corte di Palazzo,che ftaua (errato, & adorno di tapezzarie, intorno ài quale erano molti pezzi di uafi d'ar géto & (opra la pòrta un panno di rafo ucrde, & nd mezzo più a ba(ro,l'agnellò pafqual per inlègna . Più inanzi fi,i ri- ceuutadai Calderari, che erano alloggiati nell'officio dd Mobile,ornato con un cielo bianco fornito di (Ielle, & co i fedoni alla porta, & da una parte di fopra ui erano due Ve rìsole ò fucchielli di rame intagliati,5c uno in mezzo d'ar- ^gento . Più oltre ftauano gli Armaruoli , polli nell'officio .del Procuratore, ueftito di razzi di (età, & d'oro a figure: col ciclo di telaazurra (Iellato . Et dalla deftra un raftello d'armi diuer fé, con una tauola piena d'argenti. Fu poi ricc- iiuta dai Pittori pofti nell'andito fra gli Auditori Nuoui & ET VSI DELLA CITTA LIB. X. 157 & il Procuratorc,benfomito'clirazzi,cò un panno di broc cato per fregio, & nel mezzo un breuc,che diceua vi^lores, ornato di felloni con rauola carica dargentaria . lui pre fio giunle da i Tintori, ncll'otììcio de i Cathaueri ornato ricca mente,con S.lofafa loro Auocato nel mezzo . Scorrendo più inanzi,paflato l'altro cantone, fu riceuuta da i tellori di panni di (età , che (tauano all'officio de Signori di Notte al Criminale,fornitoditapezzarie, Oc di ricchiffimi panni di lcta,có tauola piena anco ella d'argenti'. Et ibpra alla porta erano felloni , con tre panni di fera l'uno giallo , & l'altro d'oro, & il terzo di crimifino . Et più oltre trouò quattro arti unite cioè. Falegnami , Fabbri, Muratori, & Scarpelli- ni,ridotti nella Sala del Piouego.ornata di ricchi arnefi,c5 quattro tauole vna per arte,con molte confettioni in arge- ti. Et nelle faccie del muro ui erano dipinte le armi dell'ar- ti loro per fignificato,& la porta ornata con fefl:oni,có l'in fegna della Principcfla. Fu parimente accolta da i Boml?ar dieri , ch'erano nell'officio de gli Auditori Nouilsimi,ad- dobbati riccamente, con la figura di S.Barbara loro protet- trice . Et fpuntando i due cantoni trouò gli Scorzatori di cuoi nell'officio del Proprio . Et nell'andito fu incontrata da i Panattieri ch'erano a mano (ìniftra airincótrodell'of- fitio delle biade,con ricchi adornamenti per tutto. All'vlti mo giunta a pie della Scala che porta in Gran Configlio,fii accettata da i Vetriari,parimente copiofi di begi i ornamcn ridi tapezzarie,& d'altri lauori. Et giunta nel Gran Salone fornito a Spalliere a brocche,ni fu polla a lèdere nel Trono Ducale ; & le fcdeuano al l'in torno i Configlieri , i Capi di Quaranta, Mattheo Dandolo, il Caualier Cappello , & Pie- tro fuo figliuolo ueftito di rafo crimifino , & dalla dcftra erano tutte le matrone . Su le banche di fopra fèdeuano fopra alla porta grande,gli Auogadori, i Caualieri , & altri Senatori , & cofi di mano in mano tutti i conuitati del cor pò del Pregadi. Erano leuati parte de banchi del Configlio, di maniera che la fai a libera faceua piazza nel mezzo ad ogniuno:hauendol.afciatolblamenteuna doppia mano di banche, fopra le quali ftauano a federe le gentildonne Rr do- DE GLI HABITI, COSTVMI, gìonani,lc quali non vi potendo capire , fedcuano anco fbpra due altri banchi in faccia dell'altre . Nel mezzo della fàla era nobiltà 6c malcauc in gran copia,di modo che non vi era piii ! uogo per capirui . rreHò al poggio , che guarda fui Canal grande , (opra uno eminente palco,i pifferi fona uano continouamente . Ofcuratofi il giorno, s'accelero 40.torcie,chependeuano dal cielo della làla : & furono ac- ceH per tutto il palazzo altri lumi : & portati da gli huomi ni più nobili dell'arti , i quali furono polli in ordinanza co un piatto d'argento in mano per vno,al numero di ^6o.ca richi di confetti,& compofte. Coftorodilcefi in corte con loo. torcie accefe , portate da giouani velliti di lèta a due a due, con 25 . gentiihuomini intorno co i balloni in mano velliti alla lunga di velluto negro per guardia , & inanzi co i mazzieri che faceuano ftrada , con trombe , & tamburi , caminando intorno alla Corte, vfcirono in piazza dalla pprta delle Biade , & vi fecero la motlra all'intorno , & ri*- tornati in palazzo a tre hore di notte , giunlcro in Conli- gliOjdoue furono difpenfatelecolationiadogniuno. In Corte vi era vna piramide aliai grande piena di fuoco arti- ficiato , la qual accefa , fu cola fmgolare a ueder la furia de i raggi , & lo llrepito del rimbombo ch'ella fece , & duraro- no quelli fuochi intorno a tre hore . Finita la colatione 11 cominciò a danzare, & alle otto hore fi cenò nella fala del Pregadi con pompa reale: dopo la quale iì ballò fino a dì chiaro. Il giorno lèguente fino al terzo dopo mangiare , fu un concorlò di popolo in Corte,cofi grande,che non ui fi poteua capire . Et alle i S hore vennero i macellari con tori , & fecero la caccia in palazzo, & per piazza fino a not tc;& il fimigiiantei.l. giorno feguente alla prelènza della Principeira,& de fubi parenti, & nelleleggie tutte l'arti bai lauano al luono de i loro llromenti:& fi corlèro molte ra- gatte.La mattina p tepo,&dopo magiare ancora ufcirono in ordinaza tutte l'arte armate co l'inlègne&cò gli llédardi fpiegati,& co i taburi,facendo la mollrap la piazza, per pa lazzo,& ^ la città più uolte.Et finalmente il giorno di San Mattheo, uenuta lanette una granpioggia, firidullèroa ballare ET VSl DELLA" CITTA LIB. A. m^ ballare in palazzo fino a dì. Nel quale il Piincipc andato at- torno vi(ìrandoiN4agiilrari fecondo il confucto, vide gli ornamenti dell'arti, & rin^ratiò i loro Catrakii, che gli ven nero incòtro . Iquali gli baciarono le mani ad uno ad uno, & partito il Principe , l'arti fi partirono anco elle in ordi- nanza, andando ogniunaalle lue contrade. Belle (Se honorate parimente furono , le dimoftrationi flngolari di allegrezza, che fi fecero l'anno 1 5 7 1. per la vit' toria che lì hebbe del Turco . Et lalciando l'altre cofe a die tro,che fi videro in qucfla materia, due furono gli apparec chi principali: glorificandofi tuttauia in coli fatte fèfte 5c trionfi,la fua diuina bontà.Il primo fu de iTedefchi,i qua- li rallegrandoli co la Signoria della vittoria,hebbcro licen- za di poter felkggiare , fatte che fodero prima le folcnnità Ipirituali . Efsi adunque per tre lère continue acconciaro- no il Fótico di razzi,& accomodarono di détto & di fuori p diucrfi gradi, himiere,dal primo corridore fino alla foni- mità del tetto, che rédeuano dalla liìga vna veduta quali di un cielo llellato . Da prima fera fino alle 5. hore di notte,(i udì còtinuo fuono di taburi,di pifferi, & di tróbe fquarcia- re,6c: fopra i pgoli del Fótico,fi fecero diucrfi & rari cccerti di mu(ica,c5 Ipefsi tiri d'artigliarie,di modo,ch'il luogo raf Icmbraua la caia, «5c il palazzo della giocondità & dell'allea grezza infìeme. Quello fatto incitò il popolo a far il mede lìmo p lacittà.Ma l'apparato de i drappieri tatto in Rialto, fu delle cofe fingolari & belle che fi pofsino giamai vedere. 11 portico della drapperia dal ponte fino alla ruga de gioiel-r ■lierijè di tramito più di 100. paiìa:c>: le botteghe vi Icguita* no l'una dopo l'altra. Dillelcro adunque dalliui cnpoall'al- tro,vn cielo di pani turchini tutto llcllato d'oro, & ni iippi carono di lòtto molti laternoni, o fanali dorati . i e botte- ghe,le mura del fòpporticoJe bache, & le Colone de uolti, furono tutti copeiti co ricchifsimetapezzarie.Daognivol to pendeua vn fellone. Et attorno a tutte le fììbriche niiouc della piazza di Rialto,cominciadofidal potè fino alla ruga pdetta,furono tirati pani finifsimi di fcarlato : &i ui fi ariac carono di fopra con vguali diflantic , bellifsimi quadri di llr 2 ■ pitture. DE GLI MABITI, COSTVMI, pitture , di imprelè , di ritratti , & d'altre diucrfè hiftoric . S'adornò poi partitamente ogni bottega d'armi , di fpo- glic, di trofei de nemici prefì nella giornata nanale, & di quadri marauigliofi di Gian Bellino , di Giorgione daCa- itel Franco, di Raffaello da Vrbino, di Baftiano dal Piom- bo j di Michelagnolo, di Titiano , del Pordonone , & d'al- tri eccellenti Pittori . Et s'adornò parimente il luogo chiamato Paragone, di lunghezza poco meno de portichi fopradetti . Et tutte le botteghe del ponte con l'altre intor- no alla piazza . Fecero a pie del ponte uno eminente por- tone , & dall'altro capo de gli Orefici ne fu pofto un'altro , fu quali erano l'armi de i collegati, cioè del Papa, del Re Filippo , & di San Marco alla finiftra. Si {piegarono a tutti i volti , & balconi, bandiere in numero grande,& nel mez zo della piazza alquanti flendardi di San Marco , La pri- ma mattina (1 cantò la meflà {bienne ibpraun palco dinari zi alla Chiefa di S.Iacomo con mufiche marauiglio{c.Do- pò; terza Ci fece la proccfsione col CrocifiUò inanzi, prece- dendo piffari, trombe fquarciate , & tamburi , con un lun- go ordine di Sacerdoti,di cantori, & di mercatanti . Dopo mangiare il di{Iero i Veipri con le mufiche medefime, & cominciatifi tardi fi finirono alle due bore dinotte.Il reila te del tépo Q confumò in harmonie con uariati concerti . iEra bellilllmo uederein tépo di giorno coli rarofpettaco- lo & apparato, co tanta frequenza di popoIo,& di melodie. Ma {ènza còparatione era molto più bello la notte p la gra quantità de i lumi chefpledeueno fu la piazza,ful ponte,{Ii le finefl:re, & {li le cornici , & de i Fano accefi fotto i porti- chi,& delle torce {opra i panchi delle botteghe,& i Cande- lieri d'argento con cere . Copariuano poi donne di diueric c5ditioni,p(bnaggi importati, ma{caratecó{lromctimii- fici,& follazzieri co lumi : le quali tutte co{è accompagna- te infiane,faceuano una apparenza del tutto impofsibile a dirfi.Còciofia che lo {Irepito dell'artiglierie , il fuono de ta- buri , & dellctrombe, tantearme, tante {poglie,con tanti trofei , con tante bandiere , & fi:endardi, & con tanti abbi- gliameti,& inuiluppi di cofe tutte rare, tutte belle, & tutte nobili. ET VSI DELLA CITTA LIB. X. "15^ nobili & honorate, & la moltitudine delle perfonc che an- dauano in dietro & inanzi,rapprefèntaua altrui nellamen- te,quei trionfi che (i leggono di Scipione Africano & d'al- tri limili Capitani 5c Imperatori condotti da loro in Cani pidoglio. Percioche chiù ili trouò rimafè confufo per lo ftuporc in tanta letitia:& non era alcuno d'animo coli roz zo o trillojch'al comparire in quello luogo,non s'allegrai^ fé oltre modo . Ma quello che aucnne di notabile in que- llo moto,fi.i,clVin una fella tanto lunga, coli continoua, & allaquale concorfe tutto il popolo della città , ch'è pur numerofo, non fcguiile pure un minimo trauaglio ò di- fturbo 7 & il Cielo fu propitio & con benigni afpctti,a que fta operatione , conciolìa che fu fempre buon tempo , & aere fereno , & ui regnò di continuo Tranquillità , Corte- fia,Pace,Concordia, & Amore. Di maniera che i Gioiel- lieri,! Tofcani,& i Mcrciari (& quelli furono i ter2Ì)emu- landò la gloria & la felicità della predetta dimollrationc di letitia,fecero anco eflì la loro . Et indi a pochi giorni appa- recchiarono in Rialto Nuouo.Conciolia che coprirono le fabriche intorno di quadroni compartiti con fregi di uellii ti,di rafi,& di broccati d'oro . Le botteghe all'intorno, & di dietro al Paragone furono tutte ornate di razzi, di tape- ti,di quadri dipinti,di Scolture, & d'altre cofe di rara bellez za . Nel mezzo Ibpra al pozzo fecero una piramide,laqua le uolgendofi attorno, mollraua diuerfi lauori & compar- timenti fatti di lumi. Si cantò la mefla folenne lècondo l'altre, & le mufiche ui furono fenza intermifsione, tutte rare & elettejcon gran frequenza di gente . Ma perche l'ap parecchio de drappieri fu il primo, panie che eccedellè quello altro , ancora che prellò a molti rellalTe in dubbio qual di loro folle più degno di lode & di honoxe. Venute di Principi edemi. T Rapaflando bora ad un'altro coftume , è colà manifc- fta adogtxi uno, che quello Stato usò Tempre cortefie ftraor- DE GLI HABITI, COSTVMT, ~ ftraordinarieaqiici Principi, che per qual fi voglia cagio- ne, vennero publicanicnte a Vcneria . Ne tempi anticiii(& fu l'anno 85 5 . & della città 4j 5 .) Papa Benedetto Terzo ,ci fu palercmente,i& lo raccolfe, Pietro Tradonigo Doge 1 2. con infinita letitia, «Se furono infieme a vifitar le monache di San Zaccaria. Et fi dee credere che in quel tempo la Rep. & il popolo parimente/acefìè diuerfi fegni &z dimoftratio ni d'allegrezza,& quefto fu il primo che ci venifiTe . Et Tan- no to45>.fi accettò Papa Leone Nono, che venne a vifitare il corpo di S.Marco-À gli andò incontro co tuttala nobil- tà de gouernanti, il Principe Domenico Contarini, & alla partitafua la città riceuè da lui molte gratie. L'anno poi iiyó.cifu Papa AleliàndroTerzo,fuggcndo il rabbiciò fde gno di Federigo Imperatore,!! come è ben noto ad ogniu- no.Oltre a pdetti Pòtefici, ci furono in diuerfi tèpi daotto otto Imperatori, de quaU vn fu,Lodouico ll.ilieme co Au gulla fua con fot re, & gli andò in centra,! ietto Tradonigo predetto , fino a San Michele in Brondolo , & condotto a Venetia con piacere incredibile, fti luo compare , perche l'Imperatore gli tenne a battellmo vn figliuolo . Et l'anno ^pS.lòtto Pietro Orfcolo, ci véne Othone IL di qucflo no- me, ma celatamcnte , altri fcriuono alla fcoperra,& di- cono,che allora il Principe fece fare vna giofirain piazza , doue non fiirono altri che Principi, cofi Italiani come Te- defchi . & che il premio della gioftra, fu vna fua bellifiìma nipote chiamata Camilla , co dote di 2. mila ducati, la qual fu data ad un Giorgio, Barone, principale dell'Imperatore che ninfe la giollra. L'anno poi 1 107. Henrico Qynto, vé- ne a vifitar il corpo di ^an Marco , & fii raccolto da Orde- laffo Fallerò Doge 5 j.& alloggiato m palazzo,1u feReggiiv- to con molta pompa . Et haucndo egli veduto la città & le cofc notabili d'cfià,lodò molto il fito, la maniera del viue- re,la politezza, & la religione di quefia naticne & concef le diuerfi priuilcgi a diueriè Chicle . Et Tanno 1176. Federi- go Barbarol'là iì condulfe in quefia città per f\r la pace con Papa Alelìàndro, Oc fu inconirato fino a Rauenna da 6. ga- lee, ddic quali era Capitano- Piet^-o Ziani figliuolo del Do- ge. ET VSI DELLA CITTA LIB. T. i^o gc.Et giunto a Chioggia , gli andarono incontro molti le- gni con diiieriè galee. Et entrato nel portoalli 24 di Luglio dalla parte del lido,tu incontrato con legni più piccioli, da gran quantità di nobili oc d'alt re pcribnc, 6c fu condottoa S.Marco,accompagnatodagran numero di Principi eftcr- ni 6c di prelati Tedefchi . Etl'anno 1 23 2. ci fu Federigo Se- condo accarezzato da Pietro Ziani Doge 41.(1 come attefta elio Federigo in vn priuilegio conceflò a lacomo Thiepo- lo Doge42.i'anno predetto. Et ci venne l'anno rioi.Alef fio Imp.di Coll:antinopoli,il quale fcacciato di cafa,ricor(c all'aiuto della Rep.ma no ui trouò il Principe, ch'era all'ai^ lèdio di Zara.L'anno 1 40 1 .Michele Steno accettò Alberto o Roberto Imp.con la moglie, Oc gli fece diuerlè fefl:e,& al lora forfè hebbero principio le compagnie della Calza . Et nel partirfi fu honorato con molto ricchi prelènti. Et l'an- no 1 42 j.alli 1 5 .di Dicembre, ci giunie Giouanni Impera- tor de i Greci,condotto dalle galee di Romania, delle qua- li era capo Moi fé Grimani, & gli furono fatti honori di moltaimportanza.Parimente l'anno 14^7. volendoCalo- ianni Imperatore paflàr al Concilio intimato in Ferrara, fé ce fcàla a Venetia,con Don Aleflìo fuo fratello,col Patriar ca di Collanti nopoli , & con tanti altri prelati & Signori , ch'afcefèro alla fbmma di poo.perfone . Et giunto a Caftel- locon 5. galee grolle, & con vnafbttile,alloggiò quella not te a San Nicolò,douc fu trattenuto da molti nobili del go- iierno » che andarono a vifitarlo per nome della Signo- ria . 11 giorno fèguente, che fu la Domenica a i o. di Febra- io, la Signoria l'andò alenar col Bucintoro , & con grof^ io numero d'altri legni, con (bienne pompa, doue fat- te infieme le debite accoglienze, l'Imperator fall in Bu- centorOjCfu condotto per Canal grande , fino al palazzo del Marchcfe di Ferrara. Et quiui il Principe, menato- lo alla camera apparecchiata per lui , tolfc licenza , & nel tornare in dietro , condulTe il Patriarca a San Gior- gio Maggiore , doue hebbc le flanze . Gli altri Signori alloggiarono alla Giudecca nel conuento di San Giouan- ni, ^ furono fpcfati per j. giorni, & prefcntati di diuerfc cofc DE GLI HABITi; COSTVMI, CoCc da mangiare. Vi comparirono (Imilniente due Cardi- iiali,rvno per nome del Papa,che inulto llmp.al Concilio & l'altro per vilìtarlo . Et eflendofi l'Imp. trattenuto alcun giorno g veder la città, fi partì per Ferrara, molto ben fodif fatto, & fu accópagnato da diuerfi nobili fino a Chioggia. pone ripofatofi quella notte,fii dai 2.altri n obili p ordine del Senato, condotto 6c accompagnato fino a Ferrara.Final mente l'vltimo de gli Imperatori fu Federigo III. l'anno i468.con Leonora imperatrice , 6c gli furono moftrati di- uerfi fegni di amore & dihonore. Habitò nel palazzo del Marchefe di Ferrara a Santo Euftachio, & l'Imperatrice fu polla iui prefiò,nelle cafe de Giuftiniani.Si raccòta, che Fe- derigo dille al Doge Fofcari , che farebbe perpetuo amico de Vinitiani,mache auguraua con molto fuo difpiacere , che la Rep.riceuerebbe da i fuoi difcendenti gran difpiaceri & dìftrurbi.Il che venne a effetto,conciofia che Marfìmilia no fu cagione di gra trauaglio a quefto Stato , per l'infelice dieta fatta a Cambrai . Si dice oltra a ciò , che ci venne Car lo V. Imperatore ma fconofciuto. Pari cortefie , accoglienze , & accetti riceuerono le teftc coronate,alle quali piacque di capitare in quefta patria. Nelle quali, ci furono vn Re di Portogallo, che defiderofo di vederla à fua voglia, ci ftette alcun tempo nafcofto : ma fcoperto,fu vifitato dalla Signoria,& condotto in palazzo, gli fi fecero infinite caréx,ze.Onde venne poi da quefto,ch'i Vinitiani tennero fempre leale amicitia co i Portoghefì. Cefi dice Pietro Delfino ne gli Annali, & il Sabellico lo conferma . Vn Re di Daria giouane di ^ 5 anni , & di fanta uita , il quale non mangiaua carne , non dormiua in letto, 6c portaua il cilicio . QLiefti giunto a Segna per pallare in Gierufalem, uennea Venetia accompagnato da 6. Amba- fciatori della Rep^col Conte di Segna, & fu leuato a Lio ne i piatti da lo.nobili del gouerno, & condotto a Santo An- tonio. Doue afpettato dal Doge, & dalla Signoria nel Buc6 toro,ui fu riceuuto a grande honore , & con quello mena- to al Palazzo di Ferrara . Et al Conte di Segna fi diedero gli alloggiamenti nel palazzo di Cariò Malatefta a Santo tu^ ftachio. ET VSI DELLA CITTA LIB. X. i^i ftachio . Partcndofi poi , dopo molti trattenimenti & do- natiiii diuerlì fatti dal Principe al Re , montò fu la galea di Bernardo Gabriello creato Caualieroda lui , & (ègiii il fuo iànto viaggio . Et l'anno 15 04.I1 tece honoratiffimo accet- to ad Andrea Re d'Vngaria, figliuolo della Regina Toma- fina Moro(ìni,GentildonnaVinitiana,rinicnb in Stato dal la Signoria . Percioche hauendolo i Baroni del Regno fcac ciato,(5cegU con quelle armi, vinti oc fupcrati i nemici , & ricuperato il fuo, venne in perfona a render grafie al Scna- to,&furiceuutocondimoftrationi fingolari. Il mcdcfi- mo C\ fece a Pietro Infante, figliuolo del Re di Portogallo . Percioche fu incontrato dal Principe con 2 ^. Senatori fi- no a Mergara , & menato al Bucentoro ch'afpettaua a Scin. Hieremia,fu accompagnato da tutta la città a San Giorgio Maggiore. Et pocc» dopo,gli fi fece vn conuiro nella (àia del Gran Configlio,doue inteniennero ?oo. gentildonne, 1 5o.dclle quali furono veftite d'oro, con tantegioic intor- no,che fu gran cofà a vedere. Moftrarogli poi la città, l'Arfè naie, & le gioie, fu accompagnato dal Principe finoaMa- lamocco. Et nel fepararfi l'vno dall'altro , il Doge, mentre fàceua le parole di ceremonia, gli mifc al collo \'n bcllilfi- mo pendente gioiellato, di valuta di mille ducati, & con le- gnato il giouane a 2 5 gentilhuomini,andaronocon lui fi- no-a Chioggia.Sotto Lorenzo Celli Doge 5 7. ci pafsò il Re di Cipri con tre galee, ch'andaua in Francia , & riceuuto in publico.alloggiò a San Luca nel palazzo Cornaro , & par- tendo fu accompagnato dal Principe fino a Mergara. Et l'anno 1440. la Regina di Cipri figliuola del Marchefèdi Monferrato,fu raccolta dal Principe & dalla moglie, a San Clemente,& portata al palazzo Cornaro a Sa Luca , fu poi condotta in Cipri,da due galee per ordine del Senato . Si- milmente Tanno i474.1a Regina d'Vngaria figliuola dì Fer dinando Redi Napoli , ci venne col Cardinal fuo fratello. Alla quale fatta granfefta & cortefia, Bertucci Gabriello le tenne compagnia fino in Vngaria . Et non molto dopo, la Regina di Datia ritornando da *Roma al fuo Regno, ven- ne a Venetia, doue fu regal mente riceuuta. Et Tanno 1 48 p, Sf Ca- DE GLI HABITI, COSTVMI, tcrinaG)rnara Regina di Cipri ritornata a Venctia,dopo la morte dei Re fuo marito , fu incontrata dal Principe Agoftino & da tuttala nobiltà, de le fu poi donato dal pu- blico,il belliffimo Cafteilo d'Afola in Triuifana . Ci pafsò mcderimamcn te l'anno 15 55.BonaSforza Regina di Polo nia,ch'andaua al fiio DucatodiBari , & ci ricordiamo che fufetteggiata & incontrata dal Principe Francefco Verne- rò, &la Repub. le fece molti fègnidi riucrenza&diho- nore . Et finalmente l'anno r 574.HenricoII I. Redi Frati eia , ritornando dal FvCgno fuo di Polonia , per la morte di Carlo fuo fratcllo,fu a Venetia,la quale egli haueua fino da fanciullo dcfiderato di vedere . Et ciò fu nel tempo di Lui- gi Mocenigo . Ma pcrcioche la venuta del maggior Re che ci foflè in alcun tempo, portò che gli fi facelTero te maggio ri accoglienze che fi vedelìero giamai fatte da quello Stato a per Iona viuente, fi per la qualità di cofi gran Principe , & lì per la conditione dell'età noftra,ho giudicato che non fia punto inconueniente (quantunque forfe parrà ad alcu- no che ciò fia fouerchio o fuori di luogo) di narrare a pie- no,a perpetua memoria , Òca conlblatione di chi leggerà le prelènti cole , vedendo quanta fia la magnificenza degli animi Vinitiani (nell'occafione) tutte quelle cofe ch'rlla fèceparticolarméte in dimoflratione della fiia leti tia, vedu te in parte danoi, & in parte tratte dalla fcrittura di Rocco de Benedetti , il quale fu il primo fra gli altri , & forfè il pia diligétc,che ne trattaflè.Hauendoadunq; Herico,chefi tra uaua allora in Cracouia Re di Polonia, intelaia morte di Carlo (ìio fratello Re di Francia, óceflèndo chiamato dal Configlio di Parigi & dalla Regina madre con grande in- ftantia , alla fbccefiìone della Corona, la notte fi mifè con alcuni de fuoi, de quali più fi fidaua , fècretamente in viag- gio,5c giunto in polte a Vienna fii raccolto dall'Imperato- re con grand'afFetto.Di quindi fcrifìè al Senato il defiderio fuo,palìando in Francia, di arriuarfinoa Vcnetia per vifi- fitarlo, &che quando vi foflè giunto,riputarebbe d'eflèrc in cafa propria . Il Senato intefo ciò , hcbbe oltre a modo ura l'occalìone di honorare vn Re tanto antico, & fubito deliberò ET VSI DELLA CITTA LIB. X iSi ^deliberò di riccùcrlo con quella pompa & magnificenza che li poteua maggiore per cofi poco f patio di tempo. Spe- dì per tanto il Secretario Bonr iccio in diligenza, a far com plimcntocon lui, & acciochcdeflè ragguaglio alla gioma* ta de progrcllidelfuo uiaggio. Et creò quattro ambafciado ri de principali del Senato, che furono, Andrea Badoaro, Giouanni Michele Caualicro,GiouanniSoranzo Caualìe- ro,& lacomoFofcarini,al pfente tutti tre Procuratori di S» Marco,huomini còfumati ne maneggi della Rep. & nell'a bafciarie. Ordinò parimente che di luogo in luogo del fuo Stato , fodero preparate danze reali , & prouifioni per rice- uerlo.EleUcancodiuerlì nobili, chi con carico diprouede- re di vettouaglie & d'altre cofe neceflarie , chi di far gli ap- parati,& chi d'vna cora,& chi d'altra.Mandò Valerio Chic regatto fuoColonelIo,a mettere infiemel'ordinanzc&fc ce intendere a Giulio Sauorgnano& a tutti gli altri Con- dottieri di huomini d'arme,che fteflero preparati alla venu radei Re. Diede ordine a Marco Molino Capitano del Colfo,&: a Gian Battifta Contarini Capitano della guardia di Candia, che quanto prima veniflero a Venetia,con la ba da delle loro galee , & che tutte l'arti della città armafìero per ciafcuna vn Bergantino . Et ch'il Palazzo de i Fofcari , per eiler nel più bel lito del canal grande , fi adornafle real- mente per fuo alloggiamento , infieme con i due palazzi contigui defla famiglia Giuftiniana , con altre cole appref^ fb. Hauutafi poi dal Bonriccio, la certezza della venuta fua,della partita, & dell'auicinarfi ai confini , Hicronimo Moccnigo Luogotenente del Frioli, andò a incontrarlo al- la Pontcba , confine della Patria, con s oo. genti Ihuominì Forlani bene a cauallo . & con 200. fanti. Et poco appreflò il giorno dietro, fu incontrato Ibpra Venzonc dal Duca di Niuers,& da i quattro Oratori predetti , con gran numera di carrozze, di cocchi , & di fantaria,&gli oratori gli prefentarono vna bellìlTima carrozza tirata da quattro Corfieri leardi , (opra la quale ilRe làlito, gli fu fatta per viaggio vna bella (alua d'artigliarla dal Cartello d'Olopo. Paflàto il Taglìameiuo rapidifllmo torrente , fopra vn Sf a gran DE GLI HABITI, COSTV2vII, gran ponte riccamente addobbato per lo fuo paffaggio,'& giunto a Spilimbergo , fu lionorato da i Signori dei luogo con molta reucrenza , doue fu incótrato dal Duca diFerra ra.Et partito per Sacile r alloggio la (èra & definò il giorno vegncn te,ncl Palaz zo di lacomo Ragazzoni . doue fu rcal mente riceuto co i due.Duchi Niuers & Ferrara.La fera ar^ riuò a Conigliano difcofto da Treuifb 1 5 . miglia; callello per fito il più ameno che Ci polla vedere, doue fi fermò fi- no al dopo definare , per il ponte della Piaue che fi era rot- to, ma rifatto di imouo fu gabbioni ripieni di iàlTj di.65^ palTi di lunghezza & di tue per larghezza,ui pafsò commo- damente , &c peruenuto alla Carità, luogo lontano tre mi- glia da Treni io, fu incontrato da Bartolomeo Lippomano Podeftà (lo quale elfo fece Cau'aliero) con tutti inobiliTrt uifàni , & a Santo Artiene , glifii prefentato vn cauallo di gran bellezza 5c di prez2o,coperto di pauonazzo , iiil quar le il Re falito,il cauallo s'inginocchiò. Ali entrarnella por ta di Treuifo , fu incontratadal Vefcouo Cornaro col cle- ro, & inginocchiatofi dinanzi alla Croce, il Vefeoua dette alcune orationi, gli diede a baciarla pace& lo benediflè.^ oc poi a fuon di trombe &c di tamburi , con vna gran falua di artigliarie,& con (trepito dLeampane,fu accompagnato al Palazzo de iBrelIàni,iotto vn baldacchino portato da 6. Caualieri. Quicenò &dcuno il giorno (èguente. Et poi preiè la via per Venetia. Et alle 21 bora giunfeaMerga- racon la Avanguardia di tre compagnie di huomini d'ar- me. La prima del Conte .\lfonfo da Porto , la fecon- da del Conte Brandolino di Val di xMarino , la terza, ( nel mezzo della quale ftaua il Re) di Pio de gli Obizij & al fuo arriuo,gli fu fatta falua di molta artigliarla. Vi erano afpettando per leuarlo 70. gentilhuomini Senato ri in vede Ducalcdi crimifino, & ciafcuno di loro haueua la fila gondola guemita,chi di coperta d'oro , chi diueilu^ to , chi di rafo ,. 6c chi di tabi crimilino, con diuerfì ricami & lauori d'oro & d'argenta, con quattro fèruitori per vno Yclbtialiurea. Fra quedi era Giouanni Ceraio Caualiera in maato d'orQ,yenuto vltimaméte d'ambag;iaria dall'Im pera- ET VSI DELLA CITTA LIB.X i^^^ peradore , & che fu già inanzi Oratore in Francia . 1 1 quale imontato con gli altri ad honorare il Re , gli Ipicgò grauc- mcntc, in nome della Rcp.l'incrcdibilc allegrezza, ch'ella fcntiua per la Tua felice ucniita . Furono anco apparecchia- te diucrlè gondole bene adornate per la fua Corte , & trep la Tua pcrfonarl vna fornita di velluto negro,raÌtra di vellu to pauonazzo , la terza di broccato , fopra la quale montò col Duca di Ferrara,& di Niuers,& s'auiò verlò Murano,lè guitato da molte altre gondole d'ogni forte » Et per uia fu latta fìlua d'artigliarla a SanGiuliano,a San iecondo,aSan Luigi , & a i-.Chriftoforo dalla Pace. Et fu rifcòtrato da 40. gondole, le qu-al i in torma lunata,lo tolfcro in mezzo ^ co- perte di velluto ncro,di 40.gcntilhuomini giouani de i più honorati della città, dellinati dalla Signoria al fauitio del- la lìia perfona mentre vi dimorallè, tutti nobilmente v.q^ì ti alla lungaalla Romana , con due fèruitori per gondola , velliti a liurea di lèta,&. con vn'altro in banchetta honora^ tamentc adobbato . Giunto al Palazzo della famigliaCap pella , doue alloggiaua il Marchcfè di Vico, trouòapparec- chiatauna grolla guardiadi huomini armati , con beliilsT- nie azze tratte dalle Sale del Configlio de Dieci,co(i ordina te,da Scipio Coli anzOjilluftre Códottiero di huomini d'ar me della Rep.al quale s'era deputata la cuftodia della perfo- na reale,con buon numero di trombetti, & di tamburi, ve ititi alla liurea d'cilo Re . Et trouò gente fènza fine,ch'era fparfa d'ognintorno per vederlo . & lì fpararono molti pez zi d'artigliarla , «.^ fi diede nelle trombe , & ne tamburi,fo- nandofi per tutto le campane . Gli Oratori gli prelèntaro^ noÌ4o.gentilhuomini perfcruirlo. llgiornoicguentea 1 8.di Luglio in domenica, il Principe fece andare il Bucen toro eo^ergantiniarmati,al numero di 2co.alLido, & cf^ io con la Signoria, (àlito fu la galea desinata allora per la- como Soranzo,ch'era bellifsima , fcguitatada 1 4. altre ga- kc,dalle filile del Conlìgi ìd de Dieci,& da gran moltitudi- ne di barche , andò a Murano a leuare il Re, per condurlo poi trionfalmente per la via de idueCaftelli a Venetia,al palazzo de Fofcari . Smontato per tanto a Murano , ouc il DE GLI HABITI, COSTVMT, il Re ftaiiaìn Salaafpettando , lèntendo eflb la uenuta Tua » gli fi fece incotro uerib la fcalajeuandofi la berretta in quel io che il Doge Ci leuò il corno,& inchinadolì p honorarlo. Il quale rirpolè in lingua France{è,alle honorate parole che glidifleil Principe in complimento della Repub.& Monf. Arnoldo Ferrerio ilio ambafciadore , gli ridiceua in Italia- no , come fuo interprete . Polli a fèdere, & hauendo il Re fauellato in lingua noftra col Principe per alquanto fpatio di tempo famig!iarmente,m5tarono inlìeme (òpra la det- ta galea . Et il Re fi polè (òpra vn Trono reale cc)llocato in poppa,al quale s'afcendeua per tre gradi , & era dalla delira il Cardinal dì San Siilo nipote del Papa, & Legato Apofto- lico,& dalla finiftra il Doge , fedendo tutti gli altri Duchi, & Signori a luoghi loro . Quelta galea fu la più bella che vfciflè giamai dell'Arfenale . Per cloche oltre che folle un bello,forte,grofIo , & nuouo legno, con la poppa fcolpita di Satiri,& d'altri fogliami indorati,le pendeua dall'antena vn grande & ricco pennone,chiamato Fiamma, d'ermi fi- no cremìfino fregiato d'oro , con vn S. Marco nel mezzo. Nell'una fponda, & nell'altra vi erano piantate trenta ban- diere,alcune d'ermifino bianco, 6c turchino , & alcune dì roflb & giallojcon ricami d'oro , & d'argéto col Leone del Vangelilla nel mczzo:& fotto,l'arme del GeneralcMa vna molto più grande di tutte quefte, era fermata fu l'alta cima dell'albero , del medefimo drappo. Se vagamente dipinta. Vi era anco artigliarla alla fomma di ^4. pezzi. Et quel che più daua a ciafcuno marauigUofodiletto,erano 5 54.Schia- uoni pofti al remo,tutti veftiti di taffettà giallo 6c pauonaz 20 a liurea di elfo Re . La poppa era coperta di un panno Scarlatto , foderato di damafco uerde . Quattro marinari con habito di rafo cremìfino alla greca , flauano d! gouer- nodel timone. 11 Gomito & l'Amiraglio haueuano in dolfo il fimìle , ma l'uno dì loro era con la beretta dì vellu to nero. Giunti al luogo deftinato del Lido, i tiri della arti- gliaria,chc fu fparata,cofi da i due cafl:elli,come dalle galee & da altri infiniti vafèlli, a pena Ci poffono imaginare. Al- lora il Re abbracciando con éonte allegra Antonio Cana- le ET VSI DELLA CITTA LIB. X. i6^ le Gouernator Generale del trionfo,& cómendando fbm- mamcte il Tuo valore, & le prodezze heroiche fatte in ma- re nella giornata del yi.IocreòCaualiero. Smontato fui Lido , oc iicnendo fotto all'ombrella portata da fei Procu- ratori di S. MarcOjChc furono , Tomafo Contarini , Scba- diano Vcnicro,che poi fii Doge , Nicolò da Ponte , al pre- fcntc Principe di Venetia , Marc'Antonio Barbaro , Otta- ulano Grimani, & Hieronimo Contarini : pafsò fbttoa un'arco trionfale con tre portoni , dirizzato al fuo nome, dirimpetto alla Chicfadi San Nicolò , & fabricato da An- drea Palladio, per ordine di lacomo Contarini, & di Luigi Mocenigo eletti amenduc dal Senato (òpra i preparamen- ti del Lido , a imitatione dell'arco di Settimio, fatto da gli antichi Romani alle radici del Campidoglio. Nel cui froa tifpitio di fuori era fcrittojin vn quadro cinto da cornici. Henrico III. FrancU atqueToloniaT^egiChriJlta nijs.c^ inuiSliJ^. Chriftia,n ET VSI DELLA CITTA LIB. X. i tn fegno deljuo amor grande ^verfo dt luiylo ^clejje portare , Indi mangiò al Moranzano nel Palazzo de i Fofcari , appa* recchiato prima,"pcrordinedellaSignoria,diquanto era bi fogno . Et tornò a imbarcar fi, & riguardàdo hor l'vno hor l'altro di quei palazzi che fono fu per le vie della Brenta per lo fpatio di somigliargli piacque molto il palazzo alla Mi- ra di Federigo Contarini Frocurator di San Marco , 6c fmontò per vederlo , & vi dimorò per buono Fpatio , onde per quedogiunle Fui tardi a Padoua, &i montato in carroz- za incontrato da i Rettori della città , 6c dalla compagnia di cento huomini d'arme di A ntofiio Martinengo, & dal- le compagnie del Conte Brandolino di Valdi Marino, & di Fio de gli Obizi , dalle fanterie del territorio , da tutta la nobiltà & popolo di Padoua, & a Suono di varij (homenti & a lume di gran numero di torcie, fu accompagnato alla Arena , &: al palazzo reale di Pietro Folcari prelbntiiF'mo Senatore,doue cenò & deFnò il giorno Fegucnte.Et hauen do creato Caualiero Vittorio Bragadino Capitano di Pado ua,mòtò Fu le 1 6.horein carrozza,6c s'auiò veriò Rouigo. Tali & tante farono & coFi fattele coFe che li Fecero allo ra per la venuta del Re di Francia : le quali però Furcno in gra parte ftraordinarie & Fuori del coFueto.Percioche qua- do ci viene alcù Principe ò Duca, o Signor di quahtà (che Fpcfibci vcgono) s'vFano per l'ordinario l'inFraFcritte acco gliéze. Comes'è intefo cheil tal Principe vuol venireipu- bÌK:o,s'apparecchiailBucétòro.Qi5flo belhfì'.ò: gra legno, fu fart o Ihr dal Senato l's no 1 5 i r . per la perFona del Doge . Forra gra numero di pFone,come quello eh è maggiore Oc di più corpo d'vna galea grolla , ma di Forma difielo & col felze di fopra p tutta la Fua liighezza.Nel mezzo è diuiFo da yn liìghilLmo corridoreche (cparai cori' pieni di lèdili da i lati.ln faccia vi è il Trono del Doge.Di fuori rifpk nde per molto oro > «5c di lòpra è tutto coperto di raio crcmilino. Dalia ET VSI DELLA CITTA LIS. X, ^^ Dalla parte dinazi vi è piarnto vno ftcdaido del Dominio, al cui piede è porta in al to vna ^rà figura di i ilicuo,rapp(èn tate vna Giuftitia.Dicono che li chiamò Bucctoro co voce corrottaipcioche nella legge che (i pfedi fabricar]o,ii clicca, ^uod fdhricetur nautiium ducentorum homimim, cioè di portata di 2oo.huomini,& che da quella voce duce toru fu detto Bucentoro. Oc altri dicono alrranienre. Maia qualunq^ modo fi lìa,qH:o fi conduceua altre voltea remr.r- chio,ma poi gli furono aggiunti i remi, onde [\ moue ai-ài velocemente Apparecchiato aduq; il Bucétoro, l'arti in ta- to {\ mettono al l'ordine di Bergantini & di Palafcliermi^a- dornati, di razzi , di felloni, d'armi di haftc,d'infegne,(5c di fuoni diuerlì p accòpagnare il Bucentoro. Veni ta la hora,i nobili del gouerno,a quali lì fa inteder quatobi fogna, velli ti di cremilino accópagnano il Doge in Bucétoro & s'aria no a ilidi.l Palafchermi,i Bcrgatini,legódole & gli altri le gni diucrfi in numero pur troppo grande , occupàdo tutte l'acque del Canale, parte vano inazi,& parte fèguono il Bu- ccntoro,con tanti luoni,con tanto firepito di voci,có tato romor di campane & di artigliarie, che è fiupore a ièntirc. Concorre a quefto fpettacolo tutta la ?;ète della città, pone- dofi doue dee paflàr tanta pompa marittima per vedere . & leuato il perlbnaggio in Bucentoro,fi conduce al fuo allog giamento.ll giorno feguen te, fi rappreièntaragatta di bar- che,o guerra fui pontc,ouero attorno a callello di legno pò fto in Canale, come fi fece l'anno 1 5^0. che ci venne il Du- ca di Milano : o qualch'altro fpettacolo illurtre.Si fa poi fo- iéniffimocóuito in palazzo co gétild5ne& córicreationi diuerfe. 11 terzo giorno fi còduce il Prlcipe forefliero ali Ar icnale . L'ulti mo,gli fi fa vedere in San Marco le gioie, oc le Sale dell'armamento , cole tutte notabili & honorate . JMa nelle fede de priuati fi fanno altre cofèdiuerle. Concio (ìa che ne tempi licentiofi antecedenti allaQiiarefima (aua ti alle quale l'ano i2 6y. fu ordinato che il giorno di Canio uale folle fcll:iuo}fi è vfato da molti anni in qua,dirappséta re alla città, Comedie . Percioche tra i Poemi imagi nati da gli antichi per infegnore altrui ipcetti della vita cÌLile,fotto velami ìhS DEGLI HABITI, COSTVMi; velami di fauoIc,\'n fa la Comedia , dalla quale fi traggono bene Ipellb regole beliiflìme & molto gioueuoli al viuere humano.Qucde hanno fèmpre hauutogran corfo fra ino ftri , quantunque corrotte le più volte da i recitanti,con in iientioni o perfonaggi troppo ridicoli , & rapprefcntate da perfone poco intendenti di quelle materie. Ne tempi anda ti ci fu di molto nome Francefco Cherea, il quale fauori- to da Papa Leone Decimo in Roma, tenendo il primo luo go fra i recitanti in Scena (onde perciò fece acquifto del co gnome del Terentiano Cherea) fi fuggì in quelle parti per lo facco infelice di quella città, lotto Papa Clemente VII. Egli piacque grandemente a i noftri, onde inuétore in que fte^parti di recitar Comedie , Ci fufcitarono in quei tempi a fua perfuafione,diuerfi nobili ingegni,che ne recitarono di belle <5c honorate.Percioche allora mife mano a quefta ini prcfa,Antonio da Molino cognominato Burchiella , huo- mo piaceuole , & che parlauain lingua greca & fchiauona corrotta con l'Italiana, con le più ridicolofc & ftrane inuc tioni& chimere del mondo. Frate Armonio dell'ordine de Crocicchieri , Organifta di San Marco , Valerio Zucca- to dal mofaico,Lodouico Dolce, & altri diuerfi . Et fra quc ftifii notabihfiìma recitante, una Polonia, che poi fu don- na del detto Valerio . S'vfàrono parimente per la più gen- te,fefl:e publiche di balli & d'altri bagordi,fii diuerfe piazze della città . Et il Fontico de i Tedefchi coilumaua nei tre giorni auanti a quello diCarnouale^di far fella publicaa porte aperte. Doue concorreuano tutte le mafcare di quel tempo , in un perpetuo ballo , che duraua per i predetti tre giorni. Si fecero etiandio bellifilme&ricchifijmcmafca rate,con diuerfè liurce dicaualli,con corfi di tori,uiene , appari fce foJj)etto , 'i.'iene in treue (patio yO per prudenza de i particolari totalmente fopito ,o per auttorita del ET VSI DELLA CITTA LIB. X. 170 MagiPratOi in tanto dallo j)inione de glt huomini ejìit vatCicht rimane ejìinto . Sono fra loro le rijfepiugra" ut ttJ maggiori , generate fewpre dal defiderio folo di feruire al l-'rmcipe , w di giouare al puhlicoj ajiirando fenza intermifstone a Legaiiom t9* ^ a^/^- giflrati 3 non perdonando per conjeguirli , 0 esercita r- li , ad alcuna fatica ouantunme grande . ZJnojfe' . quia oltre a ciò ^erfo i più antichi , 'vno applatip) gè- nerale ^erfo i miglioriy'vna falutare ewulatione 'ver- foi più grandi i che maggiormente per honefla con- tentione genera utilità c> diletto , che per tumulto ciuile pojfa caujare Jcandolo 0 danno . Le elettioni de i Ad agi (irati cvft debili come inpgni, confiderà- te ^"Ventilate inmvdo , che di rado auiene che non fieno eletti t migliori . Ogni contefa , ogni competenti a dapo la elettione , in 'vno infante rejf a talmente fe^ data , che difficile è fuori delConcilio ^difcerner nel" lo ajpetto tl^into dal vincitore . Daquefaarden- te f^ tnfemefruttuofa ambiti onCilontanafempre dal- t in joientia: fondata tutta nella manfuetudine^nafce *vno file continouatodi preghiere fupplici , 'vnalar-- ga promtfsione per li reciprochi hif ogni, ncnmencaf-^, fettuofa che facile , *vna f molata credulità con gli auerfari flejsi de fauori daloro non rtceunth^nap--, parente cordial doglien^a,nonoflanteicontrarij offitìj delle gratie per alcuni non ottenute y ^vna gioconda & VU » UÌHX' ^- DEGLI HABITI, COSTVMI,!? *viuace allegrezsa, intorno lej^etitioniietiandio da ime^ no cari confeguite 3 ^finalmente cefi con glt firanico^ me con ipiupropingm , coficon gli emoli come co i fau- tori y'vn a general concordia ciuileMntopari agli hono- ri quanto alle repuljèjche maggiormente e degna di am^ mirationepiu che facile d'imitatione . ^onjitrauano per quefto i più eminenti 0 più ejaltati cittadini nell'or^ dinario proceder loro ^odiofamente difficili 0 ingiurio^ famentp. danno fiejfendo per lahondan^ de i competi- tori (^ per la breuità de i A4 agi (irati , affai facili ad ejjer deietti^^ dalla eaual dignità del Senato col Prm cipCi^ dalla fiuprema ^ ajfolutapotentia del General Configìio,cjualunqueefiraordinaria licenza regolata in guifa^che impo fisi bile e a far nella Città co fa grande af-* jvlut amente danno fa , 0 per mediocre ìpatir grane pena dell' auttorità male^fata . ^Per la fomm a prudenza de i Legi slatori y'vengono i M agi frati quantunque gran-^ di yC ir e a le cure loro in maniera commepi ^ dijpofi, che efmdo t'vna potefìà dall'altra temperata^ ft/ infie me tutte riguardando al capo , dal quale parimen-^ te difendendo ^ri ordinario interuento di preminen-^ te giujiitia 'verfo i membri , conferendo ogntuno di ne- cejsitànonmeno il fuo fapere ch'il fuo potere alla fa- tuie comune , m quanto alla degnità non fi par difetta et alia auttorttà non dato eccefio , ^on dubita per nefun tempo età cofi giouane come matura 0 secchia , pur ET VSI DELLA CITTA LIB. X. 171 ch'ella non Ji renda indegna, in tanta diuerfnà di Ma gijlrati , in tanta copia di gradi cs^ di luoghi illufìri nella città q^ fuori, che mai al'valorefia negato lo ho' nere : ahondando forfè più la 2(ep. con raro ejfempio di Legatiom CjT* Preture da conferire : che di j oggetti alle 'Volte, per loro giudicati hahdi al gouernare . Di modo che eft foli pofono con verità affermare cjuel'volgato prouerhio , che ciafcuno è c^ui fabbro dell a fua fortuna, tylfeno ha da temere chi nafce nobile in quejia patria , ne d 'vtuer mendico, ne il morir mifero: efjendo gli fìi^ pendi publiciy^ la ricchezza del Dominio talcyche^ diuijapernecefità ad ognihuomOyO intelligente yO buo- no ^puo a qualuncjue ordmatot^honorato cittadino , commodamente pApplire , c^/ cui bt fogno cautamen- te prouidero i loro maggiori , regolando nel 'viuere , & nel - liei 'Veramente , ^ di quejio nome degni huomini nobi Il , che fcacciato come auerfo nemico qualfiuoglia ufo barbaro , ne rueuuto 0 innouato file alcuno , 0 uano , 0 uario i fi contengono cofìanti dopo tanti fecoli, ne gli or" dini(^ riti patrij . Et più felici ancora , poi che foli al tnondoyin luogo non menofìertle che difficile, tranquil- li y tp* liberi f lungamente regnanoynon con armi prò- prie 0 mercennarie , non con efìerne 0 ciuili uiolentie > maconfolo afi duo culto di fame leggi y Q^direligh- I>E GLI HABITI, COSTVMI, ne ytnantengono in ohedienza , &/ quiete, pochi inermi & togatiyperfede dt tanto /mperid quejìo cojigrandcr ^ quajì impenetrabile propugnacolo . Mafeltcijsimt foihauendo ciajcuno in ogni età , c^ in qualunque wf- diocre fortuna natoy aperta jempre una larga c> w^- gnifica jlrada a cofe grande , ciuile,^ libera ammini^ Jìrationejajfai più varaci più cara di eia fcun altra, poi che al conjeguire i maggiori premtj (^ titoli , rtguar- dandofifolo al uerojìne dello honefìo , ne Ma uirtu nuo ce mai pouertà , ne aluitioptiogicuar ricchezza , rima-^ nendoper ultimo rifugio a qualfifia o benemerito di lo-^ rOyO prejìante intelletto^tl far fi degno d" efere anco irtro mejjo a participare di tanto tlluflre cp^fwgolar bene fi-* ciò. La qual porta je bene a pochi > (^ con jamma diffi- coltà fi uede di raro aprire , non per ciò refla alla uirtu peregrina perpetuamente chmfa.cof dice il Seluago . Ci fono medenmamcnte fra i varij piaceri, co quali fi efler cita la giouentLi,diucrri nobili & honorati trattenimenti . Peroches'è gra diletto i terra ferma l'uccellare & il caccia- re,nonè punto minore l'andarein valle uccellando ad ani mali marini,o con fchioppo, ocon arco . Hanno i noftri alcune picciolirfimebarche,chiamate fiiòlare,per lo nome dell'uccello detto fiiblo , nelle quali ftanno dafei , in otto frruitori vcftiti di turchino,© di uerdc, o di colori più con- formi all'acqua che fi puo.Etquefti uogando per ogni uer- fo , o douc loro è comandato, portano il padrone, il quale lolo in barca,ocon lo fchioppo,o con l'arco , uà feguitan- dofifoli,o fmerghi,o archazze, otali altri uccelli di mille maniere . Et togliendoli di mira : facendo occhio & giudi- ' -^ Tic, ET VSI DELLA CITTA LIB. X. 172 tio,o lo cogliconó lo cogliendo, l'uccello fpaucntaro per lo rimbombo dell'aria &: per lo'ftrepito delTacqua percol- fa dall'arco, o dal lo Ichioppo, fi caccia fotto,& pocoftantc appari (ce fuori col capo in altra parte, onde bifognachc l'uccellatore ui lì uolti con molta deftrezza. Vanno a que- lli piaceri più barche infieme con groffiirime fpefc.Et ritor nari con la preda,!! mettono per (egno di uittoria gliSmer ghi fu le tineftre, in quella guila che dai cacciatori di terra fcrina,fi mcrrono (opra le portc,lereu:e degliOrli , deCin- giali (Se de i Cerui,riceucndo colui il premio dello honorc, che ha occilb maggior quantità d'uccelli grofsi . 11 mede- fimo piacere guftano d'altra parte , coloro che uanno a pe- Icare in uaile. Percioche cflèndo le ualli fotto acqua , piene )?cr rifpcrto del fondo non vgualc , di pefci circondati da i grancci,che difiinguono i luoghi da ualle a uallc,fe ne pre- de gran copia , con diucrfi llromenti accomodati alla qua- lità de pelei , & in quelle ualli nel jtempo del uerno lì con- fumano i quindici giorni interi per volta, con gran diletto dei (bllazzicri . Oltre a ciò la 2;ioucntLi fa nobilifsime cac ciagioni in terra ferma.Cóciofìa che fui Padouano, fui Vi- cenrino,& in altri luoghi, & fpctialmcntencll'Iftria,fono campagne, bofchi, & valli accomodate grandemente per cofi fatto piacere, al quale pallàno da Venetia con le barche in poche hore . Ne tempi andati, la gioucntìi s'eflercitaua nel tiro della baleflra . Percioche era ordinato per legge , ch'ogni fefta.cofi nobili come altreperlbne,andaflcro,acer ta hora llabilita.a Lio . Et accioche lì ^x^rcllèfareagiatamé te, diuerfe barche a trenta remi per barca, approdatealle ri uè di San Marco per ordine del Comune,leuauano i gioua ni & gli conduceuano al detto luogo, imparando in un te pò rucdefìmo a vogare , Se a tirar d'arco , per ellere utili ne bifogni alla guerra. Il medellmo giuoco fi faceuaperle contrade l'anno 13 1 8. Et per qucft'effetto medefimo s'in- trodulTèro le Ragatte, cioè il corlb delle barche al palio, in quella ^uilache fanno i caualli in terra ferma . & a quefto proposito fu ordinato del 1 3 1 5 . che lì facefiè ogni anno una ragatra generale il di di San Paolo.S'ufarono parimétc inanzi DE GLI HABITI, COSTVMI, innnzi che fi fabricaflcro ponti di pietra, & che fi faleggiaf^ (èro le piazze, 6c Je ftrade, l'cfTcrcitiodel caualcare.Et anco ra che le ftrade fo fiero ftrette & angufte per lo fitp della cit tà fatta a cafo,fi haueua però agio peri caualli:petche il po- polo allora non era cofi numeroib ne pieno : & elìendo il terreno per tutto fcmplice & fbdo,fi caualcaua comnioda mente & lènza pericolo alcuno , conciolìa che i ponti di legno erano piani, & ageuoli da paiiare . Ma non fi poteua però caualcar preflballa piazza publica a certe bore: perche concorrendo le genti per l'ordinario alla piazza,& fpetial' mente nel tempo della mattina, che fi fan no le fa ccnde, le vie che sboccano in piazza , fono fempre più ingombrate di perfone che l'altre £t però l'anno 1 2p i .fu ftatuito per legge,che chicaualcaua,eiìcndo giunto a S.Saluadoreal fi- caio ch'era nel mezzo del campo, non poteflè d:i terza in- dietro venir a S. Marco per merceria. Et per fègno che in Ve netia fi caualcafTe, oltre a molte altre colè che lo dimoftra- no apertamente, corre ancora a i Configlicri il falario lot- to nome della muletta, fu le quali elsi in quel tempo anda- uano a palazzo. Inoltre fi legge che la Rep. manteneua per bellezza, come fuacofa appartata & particolare,feibellifsi- mi corfieri a fpefè del Com une.Et che era gra fiuore,quan do la Signoria difpenfaua chefoflè còccduto ch'alcuno gli caualcaffe.Onde a quefto propofito auéne l'anno 1 476.che hauendofi fatto acquifto di Brefcia, vi fi mandarono per ri conofccr!a,Giorgio Cornaro , & Marco Dàdolo Senatori principaliisimi di quel tempo, & di molta reputatione . Et accioche,oltre alla grandezza loro , compariflcro anco in Brefcia con molta più efiftimatione, come honorati mol- to dalla Signoria,fu propofto che (ì defièro loro i fèi cauallì del Comune. Ma parendo a molti che ciò foflè o troppo fé gnalato fauore in quei due perfonaggi,o pur perche la gran Gczza loro fenz'altro folle a baftanza, la deliberatione heb- bc molti fuffragij in cÓtrario,& quefto vfo mancò i8o.an- ni fono. Si troua che il Doge Steno , che vifle l'anno 1 400. matcne ftalla di caualli,la più bella & migliore che haueflè allora qual Principe fi voglia in Italia. Moltiplicando poi le ET VSI DELLA CITTA LIB.:5f/ iji le pcrfonc : & prouandofi pcrefpcricnza, che la barca arre* cauadiic bcni,cioc pocarpefarilpctto acaualli, »^ gran co- i"nodità,per i tempi pioiiofì,'pcrcioche il fango era grande per lo terreno lèoperto &. fcnza mattoni,i ricchi (ì voltato no a quell'vib ch'era allora de i plebei,cioè d'andare in bar* ca:& vi aggiunfero il felze, & cominciarono a far i poti al ti & in volto. E dandole di tempo in tempo niioua forma, & fornendola di panni,di tele, oc d'altre colè neceirarie,la fc cero fottentrare in luogo di cauallo, chiamandola gondo- Ia,nome antico nelle fcritture, 5c corrotto dal greco . Per- ciocheella deriua,o da concula,ch'è il diminutiuo di con- ca,la qual lignifica ogni forte di fcorzo duro,di pefce,come l'ortrica , & la cappa , che fi chiama in diuerfi luoghi Gon- gola, ouero da kondylion, che vuol dire arca o cafla. Se dalla voce concula,s'è detto gondola quaficoncula, come fèquefto legno folle fpetie d'oftrica , odi cappa per la fua durezza di fotto, & da i lati, & per lo coperchio difopra ch'èil felze: quali che lo huomo nella gondola (la quel buono in quello fcorzo , che è la carne , & il buo- no dell'oftrica, nella fua gongolao cappa . Et le dalla voce kondylion , mutatafi la k in G & la Y in V, fi co- me è i'vfode Latini , s'è formato Gondulion , detto poi volgarmente Gondola : cioè fcorzo duro o cappa . Que- lla adunque fi come prima fu di rifpiarmo , cofi poi diuen- tò di fpefa quanto il cauallo,a coloro che la tengono a po- lla . Conciofia che è impolllbil cofa a credere, quanto vi va da ogni anno attorno,di còcieri,6c d'altri riftori.Oltre che a nobili,o altri che voglia apparire honorato, fono di bifo- gno due feruéti p barca,runo da poppa,6cl'altro di mezzo. Da indi in qua cefsò la materia de i caualli,& in luogo loro s'introduflèro tate gondole, che hoggi fra qlle che fono al lèruitio de nobili,&dclle pfone còmode,& qlle che ftànoa traghetti,o che vanno a guadagno per la città,fono p. ò io. mila.Et vcraméte,che è cofa da non poterfi efplicare quan do fi confiderà la comodità fua . Conciofia che egli è pron- to & apparecchiato per tutto, in ogni luogo, & per tut- te le qualità di pcr{òne,cofi di notte come di giorno, & Xx con DE GLI HABITI, COSTVMI, con poca fpe(à; oltra che lo huomo ftadoui (ìcuro da ogni ofFefa,è quafi come in cafa rua,o legga,o donna, o ragioni in andado.Ma la fiate è di marauigliofa ncreatione,& con- tento . Pcrcioche molti, paflati certi ardori di caldo, ritira- tifi nella gondola e on la famiglia loro , uanno a cena alla larga per lo Ipatiolb lèno delle lagune , cercando aura oc frefco fino alla notte. Nella quale fi cofiuma andando at- torno in gondola, cócerti di mufiche,di cercarli per Ibllaz zo.Onde paflcggiando per canal grande, diuerle gondole , con donne, & con altri trattenimenti,(ì paflhno con mira- bil gufto,le hore rincrefceuoli & calde della notte. Ma bel- lilsimo è lo fpettacolo di quattro o lèi mila gondole infie- me : le quali allora fi ueggono , quando s'accoglie qualche Principe , ii come fu allora che ci venne il Re di Francia . DELLA DELLA VENETIA CITTA NOBILISSIMA defcritta da M. FRANCESCO SANSOVINO Libro Vndecimo. Ora falendo a cofè di maggiore importanza, poiché fiamo vfciti da i coftumi della Cittàj & venen do alla fua prima pfoila ch'è quel la dei Doge,diciamo,chéefrcndo augumctitàte le co (e dei Longo- bardi In Italiani Veneti,che per lo fpatiòdi ly^i anni s'erano gouer nati à Comune fotto là cura dei Tribuni, penfarono à nuoua for- ma di reggimetitOjpcr matenerfi.Parue adunque di cótino uar nella loro incominciata libertà, fotto vn capo eletto & legato da loro con leggì,con titolo di Principato . Perche ftimauano che nofoflchonefto , ch'un folo fignoireggiaflè aflblutamcnte quei foreftieri , che hauendo abbadonatele calè loro, & ritirati in queftelfole perno viuerefotto la uo lontà d'un folo,trouaflero colàdouc erano ticorfi per fàlit te , quella fèruitù fotto nuouo Sigtlore,ch'efsi fiiggiuanò. Percióche era conueiieuole,che fi come la città fu ftabilita con confenlb didiuérfi popoli circónuicini, cofi anco fi vi ueffe in comuìle,Cioè (cnza fignoreaflbluto.Si fermò adu- que nella dieta che fi hebbe in Heraclea a pfuafione di Chri uofbro Patriarca di Grado,dic5tinouare in Rcp acciochc Xx * ogniuno DELLA GRANDEZZA Ognlnno folle partecipe de gli honori ch'etano in quel c6- Ibrtio itati ordinati a pubiico benefìcio . Et accioche li co- me tutti inlleme d'accordo,haueuano con molta virtù da to principio alia loro nuouà città, cofi anco potefleroac' crefcerlajóc farla perpetua con la medefima virtù , la quale per l'ordinario , è molto più efaltata dalle Republiche , & Comunanze , che da qual fi voglia altro gouerno. La qual co fa venne loro fatta ageuolmente , cóciofìa che habitan- do nel mare , non poteuano coli facilmente eflere offell da i Barbari , o da gli inuidiofi di tanto nobil principio. Oltre a ciò eflèndo collocati in parte comune a tutte le ge- li, ch'è il mare : fondarono vna città fòttopofta,non ad al- tri che a loro , che ne erano i facitori : onde in confèquen- za veniuano a non riconofcer fignore , o legge alcuna, fc, non quella ch'eiTj medefimi s'hauelTero impolh a feftefTì i Ordinato per tanto il gouerno conforme alla qualità delle Jorcofe,& pofti faldi fondamenti a una nera &(ìcurali-^ berta, crearono un capo, fotto il quale, ridotto finalmente il Dogato a Rialto intorno a gli anni di Chrifto 807. o po- co più, lafciarono , operando cole eccellenti , uno fiato àt quella importanza, che il mondo conofce. Fortificato dalle leggi con marauiglioia prudenza,fermato fu lagiufti tia, & fiabiiito fu la faldifiTima bafc della religione , per fai- uezza, & perconleruatione della libertà , & dello honor quafi perduto affatto della mifera Italia. Piacque per tanto alla Republica, che fi come il ca- po creato da loro , era per la fua preminenza il più degno & maggiore huomo che hauefic quel corpo.eolì anco mo fìralTenel nome, «5c nell'apparenza efteriore, forma di ca- po & di vero Principe, creato, non per foccelfionedi here- dità, o per uiolenza, ma per ordine di leggi ciò difpo- nenti . Vollono per tanto , che il capo loro foflè ho- norato con titolo di Duca, o Duce. Perciocheinqucl tempo che il gouerno fu cretto in Ducato, il predetto titolo era preflb a i Longobardi in molta riputatione . Conciofia che haucndo conftituito diuerfi Ducati in Italia , come Principati non allbluti , ma fottopofti immc- CT DEGNITA ML PRINCIPE U% XI. 17? immediatcmentc al Re loro che gli clcggeua, haueuano ap portato a cotal degnità fomma grandezza.di maniera ch'a goLicrnati per nome d'altri , eracóceduto il predetto hono re coli da i Lógobardi , come anco dà i Fràcni,6c da i Cucci che allora haueuano Stato in Italia. Onde i Veneti a forni- gliaza lorOjChiamarono il nuouo capo,Duca,o Duce, feco do l'vfo di quei tempi . ne quali era vn Duca nella Prouin- ciadel frioli dominata da i Longobardi,& vn'altro nell'I- Uria pofleduta dalla Corona di Fracia . Et perche in quei fé coli inoftri maggiori chiamarono lo Stato Reggimento » diedero anco al Duce titolo di Rettore , in quella maniera che fi da hoggi a coloro che vano alla cura delle città (òtto polle alla Rcp»Conciofia che fra il Doge 6c il Rettore in fo uaza,è gradilfima conformità in molte cofc,in tanto ch'il Doge è ragioneuol mente detto Rettore,&il Rettore può dirfi meritaméte Duce, in quella parte ch'eflò gouerna.Per cloche fi come il Rettore per l'ordinario porta perdimo- ftratione della fua prcminéza^come proprie infegne,lo Stc dardo,lo Scudo,lo Stocco,5c conduce co lui il Cancelliero Oc il Caualiero , cofi il Dope ha lo ftendardo che gli fi con- degna in quel giorno che è fatto Doge, lo Scudo, che nella morte fua per fua memoria s'appende in San Marco, Io Srocco che gli fi porta dauanti in certe folennità , due Can cellieri chiamati Ducali 6c Inferiori -, & un Caualiero ch'è quafiMaeftro delle ceremonie nelle fue andate in trionfo. In quefto folo fono differenti, che l'uno è capo perpetuo del tutto,& l'altro è temperaneo, & gouerna una parte fo- la. Fu medefimamente detto Principe, perciocheeflèndo primo & grandemente reuerito & honoratoda tutti, rap* prefcnta nella maeftàfua con tanti ornamenti acquiftati per via del valore , vn Principe veramente aflbluto , all'al- trui vifta,ma in fatti legato dalle leggi , di modo che non è punto differente da gli altri podi in alcuni magiftrato . La qual maeftà & grandezza fu tanta ne rem pi andati,che nel le fcritture publiche era chiamato Signore,fi come fi legge ne gli ftromenti dell'anno 1 oop.oue fi dice . ^fidente Othone^ Seniore nojlro, CP*fiis ludiciius» DELLA GRANDEZZA & la città d'Arbe l'anno i o i S.fcriue, Domino Othoni Seniori nojìro Duci Veneticorum • &Chioggia l'anno 1049. cy^nte prefentiam Dòmini Dominici Contareno Ducis Seniori nojìro, & l'anno 1075 .Spalatro ferine, Vobis D.Dominico Siluio Duci Venetia^ Dalmati^ ac Imperiali Prothophedroit^ Seniore nojlro. Ma l'anno 1400. fu proueduto per legge che non fi vfàflc più cofi fatta parola, odiofà a huomini di libertà, & fu ordì nato ch'in parlando non gli fi poteflè dire altro cheMefil- re , o Meilèr lo Doge . Et l'anno 148 5 . fu vietato al Dogei, ch'eflb non potefle dire ad alcun nobile Magnifico Mefle- re, tanto dilettò fempre lamodeftà & la fèmplicità natura- le congiunta col defiderìo della libertà,a noftri maggiori. A quelli predetti titoli di Principe pieno di molto fpien dorè , parue a gli antichi di aggiugner gli habiti , i quali ac- compagnando l'altre circonftanze del Doge,lo rendefiero venerando &c degno capo di cofi illuftre corpo &c famiglia Et perciochefu antica vfanza ritrouata,o da gli Egitti) oda Frigi) , di portar per (ègno di maggioranza, alcuna cofa in teftà di forma acuta & piramidale: fignificando perciò,chc chi regge popoli , dee effere , più de gli altri , acuto d'inge- gno, o che dee con la mente ìndìrizzarfi al cielo , dal quale prouiene ogni aiuto , ornarono il Principe di quella berret ta o corno che egli vfà al prefente. Dicono i Legifti in quefta materia,che l'infègna de i Duchi è chiamata Pileo , & è circondato di corona rotonda, non diritta & afcendente, Una in fórma dì falcia ò benda che rici gne attórno il Pileo.Di maniera che fé bene i Duchi han- no in lóro le ragioni de i Re , però non portano la corona diritta & coi rampini come i Re * Dicono etiandió che no fanno l'origine di quefta -nuentione : ma che forfè può cC- fer nata dall' vfo antico de Romani . Percióche i ferui o pri- gioni prefi da i Capitani detti Duces iti lingua loro , fcgui- tandoli ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB. ^ tjS tandoliin trionfo portaiianoloro dietro il pilco , come rc- ferifcc Quintiliaiio,di Tcrétio,chc prcfo da Scipione Afri- cano,gli portaua il pilco in trionfo. L'attclla anco Luca de Penna nella L-MimleguliC deMurilegulislib.n.ondeaué ne poi ch'i Duchio Capitani, prefero nel trionfo in vece della corona il pileo . Onero che,diconoeflfi , cod fatto co- ftumc del pileo è introdotto da quello , che (1 come altre volte i Flamini o Sacerdoti de Gentili, portauano il pileo quafi come Duchi & Paftori fra i loro , fopra il quale era vna picciola cordella con alquanto di lana,come dice Albe lieo nel fuo dittionario alla parola , Flaminis , cofiquel co- ftumereftòprelToanoftri Duchi & Principi, in fègno di degnità & di preminenza fra i fècolari,(ì come erano i Fla- mini nella (piritualitvi.Ma in qualunque modo fi fia , quella del Doge fu di forma diuerfa in diuerfi tempi . Conciofia nel principio era acuto & rotondo in quella maniera ch'è il Regno del Papa,fi come chiaramente fi vede nelle figure di mofaico, fatte nel Tempio di San Marco, più di 5 00. an- ni fono . Bernardo Giuftiniano grauiffimo,& erudito fcrit tore nel lib lo.della Hiftoria,chiama il corno, Mitria fatta in forma di piramide come quelle de i Pontefici , & di co- lore di porpora o cremifino . Si crede anco per alcuni,che folle fatto a imitatione dei Re de i Parthi , i quali portaua- no vn corno fimile a quefto fi come in alcune medaglie di bronzOjfi conofce . Ma io ho notato nell'antiche monete de noftriPrincipi;Che l'ornamento loro del capo,ha più to fìo fomiglianza,come dice il Giuftiniano,di Mitra ched'al tro, in legno cred'io ch'egli fofle quafi come Principe che partcci palle a un certo modo dd facto , poi che daua la be- nedittione,& vfaua altre cofe tali,come diremo più oltre, ma poi con gli anni fi venne a mutarlo in altra figura. Con ciofia che abbaflandolo dalla parte dinanzi, &eleuandolo a poco a poco di dietro in forma piramidale, fi riduffe al fc gno che lì vede come quello ch'è tenuto dalla legge per prc 'cipuoiègnodellohonor Ducale. Il primo che lo alterafic fu Rinieri Zeno l'anno 1 24p.perche fi dice che vi aggiuniè (òpra allafrontcquafi a fcmbiaiiza dicorona,un fregio d'o ro DELLA GRANDEZZA ro che lo circonda.per ch'allora tutto il corno era di vellu- to rollb.Il qual fregio campeggiando fui rofìb , rende mol- ta vaghczzaa quell'ornamento. Onde fu poi ordinato ch'il Principe nella fua creatione,giunto fui ^atto della fcala grS de in Palazzo, riceucfle dal Conligliero più giouane la ber- retta Ducale accompagnando Tattione. con quefte parole. cy^ccipe Coronam Ducalem , Ducatus Z^enetiarum . Dopoil Zeno, Lorenzo Celfi, l'anno i36r.viaggiunfèfo- pra il fregio dalla parte dinanzi, vna Croce d'oro con gem- me, acciocheluo padre , fiinchinaflea farli riuerenza, non come a lui che gli era figliuolo, ma come alla croce ch'egli haueua fui capo , il quale vfo fi eftinfè infieme con la vita del Celfi . Finalmente Nicolò Marcello del 1475. volle che fi facelfe il corno tutto d'oro.Ma percioche qfto ornaméto fi chiama hora Berretta, horaCorno, fi deefapere ch'egli ha quattro nomi,cioè,Corno,Corona,Gioia, & Berretta Du- cale . Corno , per la fomiglianza ch'egli tiene dalla parte di dietro, alla forma del corno . Corona , dal fregio d'oro che lo circonda. La qual corona, fi come è fcgnodi honore, & difegna plenitudine di grandezza, cofi dee efler d'oro. Per- cioche fi com£ l'oro è più pretiofb, più graue, & più fplcn- dente di tutti gli altri metalli , cofi il Principe è tenuto a fo- praftare a tutti gli altri per granita di coftumi, per fplendor di vita,& per pretiofità, per cofi dire, d'intelletto & d'inge- gno . Gioia , o d^lla Ghirlanda detta da molti gioia , onero dalle gioie delle quali è ripiena,fècódo l'ordine delle leggi. Conciofia che la corona de Principi, oltre alle perle & l'al- tre ricchezze,della quale debbe efler fornita , ha da hauere, I a.forti di pietre pretiofc,fignificatiue di 1 2. qualità o virtù che debbono eflèr nel Principe,fi come ampiamente fi leg gè ne i Giurifcófulti. & Berretta Ducale^erch'è pcipuo le- gno de Dogi. Eanco chiamata Berretta Ducale quella ch'il Doge porta in priuato. La quale vfano anco i Generali da mare,5c gli ambafciadori, & fi chiama à tagliere . Et è co- mune a tutti i Duchi,fi come per le medaglie di bronzo di diuerfi huomini famofi nell'armi ne tempi paflàti,fi può vedere. Quefta Corona adunque, Gioia,o Berretta Ducale, voi- ( ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB. XI. 177 voUonoi noftri antichi che foflc infegna di Principato , nel Doge . t.t l'anno i j 2 8. termatono per Icggcchc per de gnità dello Stato (ì facelìc vn Corno di valuta di 1 5oo.dLica ti . Ma ne tempi notiti afcende alla fomma di 1 50. mila.<5c lì Icrba nel fantiiario di San Marco ; ne (i adopera fé non nella Coronationcdel Doge . Fu fimilmcnte l'anno 1^67 inrtitiiito , ch'il l^rincipe ufcendo in publico, non andaflc mai icnza il Corno,lì come s'è fcmpre oireruato. Sotto alla predetta Corona o Berretta , lì vede una fcuf- fia bianca di rottilil1>cnlb,o cambrà,la quale i Dogi hebbc ro abantiquo,qua(ì come inlègna di pct Iona racra,rappre- fcntandofi con quella, una certa memoria del Tanto olio col quale s'ungono alcuni Re Chriftiani , non altramente che le qllo Principe fofle vno del corpo loro . La qual fcul- ■fia, oltre che habbialembianza di quella fafcia ch'era già antica corona dei Re,aggiugneanco molta gratiaalla teda lotto al Corno,il quale prede per quella,molto più fcrmez za nel fuoripolb. Oltre a ciòilDogetrahcndoliil Corno per qual lì uoglia cagione, reftacol capo uelato, & non del tutto nudo (5c sfornito . La fottanellafotto il ricco & fplendido manto : ne tcm pi a dietro era la uefte principale , & nel principio fi porta- ua con le maniche ftrette & col collaro alto , & non era di feta . Ma quando lì alterò la forma del Corno,lì mutarono anco le ueftimenta. Et fu proueduto per leggeranno 15^9. ch'andafie con più nobili ornamenti che lì potclfe per con Iblatione della città,& per auati l'anno i j 2p.la legge in qfta materia dice.cheil Doge porti nelle più folenni teli:c,le più lòlcnni uefte.Et che lo habito fuo fia lem predi lèta, dal Ve- nerdì Santo in fuori,cofi in publico come in priuato : & di color chremilìno.Ma eflendo uenuto a Vcnetia Papa Alel^ fandro 111. l'anno 1 1 76.trouandolì il Principe infìemecol Papa & con l'Imperatore , fu itabilito ch'anco eflò, a forni glianzadel Papa & dell'Imperadore,ueftilIè col manto,lar- go,fpatiofo,& con la coda o tlralcico per terra,con la fotta nella fotto al manto. Tutti i predetti habiti o prima o poi , ficoftumaronodi uellutoroflb&non altramente.Ma ere Yy fciuto DELLA GRANDEZZA fciuto grandemente l'Imperio Veneto cofi per mare come per terra & eilèndo per legge ftatuito, che il Principe portaf fé vna roba d'oro, Nicolò Marcello Principe di molto fpiri to,fii il primo che l'ano 1 47^. ufciflè in publico veftito tut- to d'oro coli di fopra come di fotto,hauédo anco fatto d'o ro rombrella,i giianciali,& la lède che precedono al Doge in tri5fo,Ie quai tutte cofè prima erano,come s'è detto , di crcmifino roUb.Però Ci dee notare,che quàtunq^ lo habito Ducale per ordinario foflè rollo, alcuni Principi ueftirono d'altro colore. Percioche Lorenzo Cclfi Doge 5 7.veftì feni pre di bianco per diuotione particolare ch'egli portaua alla madre di Dio. Michele Steno Doge 52. riceuendo l'anno i 4o6.gli Oratori di Verona co le chiaui di quella città, vol- le eflèr veftito di biaco. Andrea Gritti Doge 76. fu il primo che variane i colori : eftèndo il predetto Principe di bellilT, prelènza,& molto magnifico, & liberale, veftì lem pre ric- camente, & ne giorni lòlcni della Beata \'erginc, coftuma- ua d'eflère ornato tutto d'argcnto.Et ne gli altri tempi fece i manti coperti di vari) lauori & ricami fplendidilTimi . Da indi in qua,i tuoi focceflbri imitandolo in quefta parte , lo hanno di gran lunga auanzato per bellezza & ricchezza di drappi d'oro & d'argento, 5c di ièta di variati colori. Et per- cioche,comc s'è detto, il manto ha larga & lunga coda,s'ag giugne il Caudatario , il quale Ibikncndolo ftrafcico fu le braccia,gl i apporta grandezza,di maniera che quanto al ve ftito di Ìbpra,Ie(l vedelìèro inliemc il Papa,l'Imperatorc,& il Doge in maeftà , farebbe a un certo modo,fatica a difcer- nere,qual folfe fra loro la differenza della pompa del man- to , & fpecialmente fra il Principe & l'Imperatore . llqual manto egli non porta lè non nelle maggiori feftiuità del- l'anno.Pcrcioche ne gli altri tempi adopera la vefte Duca- le con le maniche larghe, & con la coda come il manto. Di fopra al manto , gli adorna il petto & le fpalle vn ba- uaro di nobilillìme & bianchiffime pelli di Armellini,det- to da Bernardo Giuftiniano, Monile, quafi come catcna,& nominato coli dalla natione Bauara forfè inuentrice d'e(^ io , Il quale pendendo, lo cuopre dinanzi & di dietro douc iQ ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB. XT. 178 lo huomo fi cignCjiii fcgncche fi come il petto del Princi pe è riputato uno armario di fcicntia per le leggi, delle qua li egli e capo & cflccutore (che tale è il fignificato di quella pelle, inicgna particolare attribuita da gli antichi ai Dot- tori) cofi anco dcbbc, lì come fa l'Armellino , guardarfi da tutte le brutture che potefìèro contaminar lo honore oc la cadidezza dell'animo fuo.U qual Bauaroordina la legge del 1 5 2o.chc il Doge lo porti almeno dicci volte l'anno . iMa le calze con le pianelle rollò, lodimoHrano Caualie- ro la qual degnità di Caualeria,lahcbbefino da primi prin- cipi) della fua creatione,dagli Imperatori di Colrantinopo li,da quali il Doge fu in ogni tempo fauorito Oc itimato. Et però quando Papa Aleflàndro predetto, honorò il Ziani di molti priuilegi , gli porle lo Stocco in mano come a Caua- liero 5c difenlòre di Sata Chiefa,confermando l'antico fuo grado,& creandolo anco di nuouo fuo Caualiero. Di qui è ch'egli come Prìncipe,crea Conti,& Caualien,(5c Poeti an cora,fi come feccil Doge Grimaninella perfona d'un'Ora- tore di Capo d'iftria, ch'egli honorò di corona di Lauro.A quali creati , uolendofì qualche uolta dare intera pienezza, il Senato con l'auttorità fuaconcorrea quella creatione co fuffragij . Et co quello modoRirono creati diucrfi Caualie- ri. Fra ouali vn fii Giorgio Cornaro , ch'ellcndo fiato cagio ne chela Regina vedoua forella, raccomandallc alla Rep. il Regno di Cipri , fu per legno di honorificenza adornato con quel titolo dal Principe & dal Senato . Col mcdefimo modo fu fatto Caualiero Antonio Loredano, che mantcn ne lungamente Scutari con tra il Turco.Et a dì noflri Gior- gio Còtarini Conte del Zaffo, hebbe corale honore, & On- frè Giuftiniano, Oc finalmente Bartolomeo Capello fiiocc rodel Gran DucadiTofcana , con Vittorio fuo figliuolo fujrono intigniti di cotal degnità con l'i llclla maniera. Il medefimos'ollèruò l'anno 1428. allora che il Senato creò Conte , Francefco Carmignuola fuo Generale . Percioche moftrando coftui molta aSett ione alla Rep. dalla qualeera flato arricchito di molti poderi &caftella,pergro(rafom- ma d'entrata, haucndoeflb rifiutato cloche poflcdeua in Yy a Lem- E)£LLA GRANDEZZA Lombardia (òtto il DucadiMilanOj&nnuntiatoancoi'l titolo di Conte, fu dal DogeForcari(ropra un palco emine te dinanzi alla Chiefa di S.Marco) creato Conte con bellif- fnne ccrcmonie . 11 medefimo fu anco ofTeruato più volte nelle perlbne de Con ti di Goritia . Lo Stocco indorato,difègna l'auttorita ch'egli tiene della predetta creatione. Et oltre al dimoftrar ch'egli è capo del- la giuftitia, rapprefèntaetiandio quella fpada ch'il Papa die de in mano al DogeZiani, allora ch'andò Generale, con 5 7. galee , contra l'armata di Federigo hnperatore. 11 quale Stocco nelle fue andate folenni,(ì pprta da quel nobile che debbedi breue andare in reggimento, & in caminando do pò il Principe,è la prima perlòna dalla man deftra . Ora ordinati quefti coli fatti ornamenti intorno alla per fona del Principe , Il venne alla fua creationc,la quale auati che fofTe (labilità , fu molto varia . Nel principio fu creato dal popolo a voce,ouero fatto da altri,fu dal popolo confer mato. Et gUfidauanodueTribunijiqualicrefciuti col tem pò al numero di 6.furono chiamati Cóciliatori, & poi Cò- figlieri del Principe,& di Venctia. Et fc tal bora (nò eflèndo ancora le cofè ben fermate con leggi) hebbe ardire di vfur- parli l'auttorita di Duca aflbluto,non fi ricordando di eflcr Doge di Rep.trouò gagliardi rifcontri . Perche quatunque il popolo dopo la fua creatione gli lafciaflè tutta la cura del gouerno, però l'oflèruatia 6c reneua méte afuoi progrelTi , 6 quadomancauadel debito fuo,lo puniua Perch'il popò lo vokua,che il Principe lo riconofcefle, non come Princi peaflbluto & patrone d'elio popolo, ma come eletto 6c partorito da lui.Et però auéne che Orfo Doge Terzo eflèn dofi portato me che bene nella guerra coleiolani, fu taglia to a pezzi dal popolo, fdegnato co lui per la fua troppa len- tcsza.Teodato fuo figliuolo & foccefforCjdifegnado di far fi tiranno, fu per configlio di Galla accecato &fcacciata del gouerno.Galla medefimo fatto Principe,e(rendofi attuf fato in una profonda fentinadi uitij , fu parimente acceca- to & mandato in efilio . Domenico Monegario Doge Se- ito, non fi fcrucnda di tanta degnità fé non a malefitio ET DEGNITA DEL PRINCIPE L13.XI. ly^" de i priiiati,fu efpulfo . Et cofi aneline a molti altri , di ma- niera che le ben pareua , che il gouerno quanto all'am- ininiftratione dipendeflè dal Doge, poi ch'egli inueftiua da fé i figliuoli, & i fratelli propri), de feudi perpetui in que fta parte & in quella , che fabricaua il palazzo & la Chiefa , chemandaungli ambafciadori a Principi col fuo proprio danarOiClie crcaua i notati, & che difponcua liberamétcdi Chioggia,di Poueia,& di Pcleitrina a fua volontà, non era però Signore aflòluto. Pere he non fi faceua nulla lènza Taf icnfo di quel magiftrato , che hoggi fi chiama Quarantia Criminale : la qualeallora era quel corpo di Configlio che infieme col Dogeicggeua lo Stato, &fichiamaua la Signo ria, onde per ciò i tre Capi della Quarantia Criminale , Icg" gono in Collegio, 5c in luogo loro nella Quarantia uanno tre Configlieri,per rimembranza dell'antico gouerno. Et quantunque il Principe toglieflè per compagno nell'am- miniftratione,ilfigliuolo,il fratello,oil hipote,non gli a-a per quello permeilo come a huomo allbluto , ma erane- ceflario,che la fua elettione folle approuata dall'uniuerlale. Et ancora che s'apparentafle co Principi forellieri , perciò- che Giouanni Participatio hcbbe per donna una nipote delllmpcradore di Coftantinopòli, Pietro Candiano la Valdrada figliuola del Coiue Guido della Romagna,Otto ne Orfeolo , la figliuola del Re d'Ongaria, Ordelaffo Falie- ro, la Matilde di (angue reale, Domenico Seluo la forella di Michele Comnenolmperador della Grecia, Pietro Zia- ni la Coftanza figliuola di Tancredi Re di Sicilia,& Loren zoThiepolo vna Signora della Dalmatia , non per quello era altro che Doge,& dipendente dal Comune, chegouer- naua.Et perciò le predette materie furono regolate da cin- que huomini chiamati Correttori,introdotti dalla Rep.irt quello fpatio di tempo,che corrcfra la morte del Doge,& l'apparecchio delle fue fi.merali.ACCÌochelegaflèro le mani al futuro Principe , leuandoli a póéo a poco l'auttorità di quelle cofe che il conofceua per efperfehzà,che non torna- uano punto in acconcio della publica libertà . Et però l'an no 1004. fi prohibìpcrleggCjchc Doge non potefle ifar Do DELLA GRANDEZZA gc,5c l'anno 1 159. che non poteflè eflere altro che nobile» & del Conriglio,«Sc l'anno i ^ ly.che non fi maritaflè in fo' reftieri fatti Veneri per priuilegio.& l'anno 1 3 8^. che non prenderle donna figlia o forellajO cógiunta di Principi fen- za licenza del Gran Configlio. & l'anno 138 5. che non deflènericeuefle, fendi di qual (ì voglia maniera: le quali tutte leggi con al tre apprellb, fiirono poi riconfermate più volte con nuoue leggi. La predetta creatione adunque fatta dal popolo,continouò fino all'anno 1 1 ji.ncì quale s'ordi- nò la forma infrafcritta. Vedendo i Configlicrijgli Auoga- dori,& i Capi di Quaranta , che nel popolo non era fé non confufione & tumulto, & ch'era ben fatto in cofi fatta oc- cafione,di fuggire ogni romore,& difturbo , deliberarono che dodici perfone qualificate & degne , foflèro elette del corpo di tutti gli altri. Et che coltoro apprclentatifi alla Si- gnoria,giuraflèro làntamente,di non mancar del debito lo ro.Il che fatto,ridotti gli eletti in vna ftanza lècreta, efàmi^ nando fra loro quale huomo folle habile a tanto grado , & nominando hora vno, & bora vn'altro foggetto.dauano i loro voti o fufFragij,& colui reftaua Principe che rifcoteua almeno none balle, & con quelVordine fu fattola prima volta Sebaftiano Ziani Doge 58. Ma l'anno 1 1 yS.non fi Co disfacendo i Configlieri interamente del detto modo per molti rifpetti , fu ftatuito , che ciTi inficme co Capi di Qua- ranta,eleggelìèroco i fuffragij,quattro huomini principa- li,i quali faceflèro eletta di quaranta altri a dieci per uno, & qucfti ridotti infieme , fecondo l'vfo de i dodeci paflàti , creafìTero il Doge.& cofi i primi Quaranta rinchiufi a 1 5.di Aprile l'anno 1 1 78. fecero alli i p.del detto me(è,Orio Ma- ftropetro . Ma in procefib di tempo,il numero de i quaran- ta apportò qualche difficultà. Perche auenne(haucndo Pie tro Ziani rinuntiatala Signoriajch'i Quaranta,adunati per fare in luo^o di Pietro, &: eflendo grandifsima compcten- tia fra Rinieri Dandolp,chefu figliuolo del Doge Hcnrico, & lacomoThicpolo, &haucndo pgniuno di loro 20. fuf^ fragij fermi , & non potendo alcun di efiTi auanzarfi pur di vna balla , (Ietterò chiufi dal primo giorno di Marzo fino aUi ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB.XI. i8» alli fèidcl vegnente Maggio,con gran rcommodo& alpct tarione della Città . Alla fine per romper cofi fatta durezr za,fi introdiilTc,con eflcmpio non più fatto,ne molto loda tOjChe lì gettò per rorte,chi di loro doutflè riufcire a Prin- cipe : Oc ellèndo cadutala forte fopra il Thiepolo , paruc che folle ueduto mal volentieri . Onde andato dopo l'elet- tione a vifitare il Ziani , fu deprezzato da lui , come Doge creato,non per benemerito , ma per bcnefitio della fortu- na . Per Icuar adunque del tutto coli latti accidenti, l'anno 1249.fi aggiunièa predetti Quaranta, un'altra voce, 11 ch'in tutto furono Qiìarantauno. L'anno poi 1 26 8.(ì riordinò la creatione del Doge.La quale come più eccellente fu con tinouata finoatèpi nolhi.Ne quali s'è aggiunto,chei Qua ranrauno eletti da gli Vndici , lòno a vno a vno approuati co lutfragij,dal Gran Confìglio.Et ancora che cotal forma di creare il Doge (la nota adogniuno , ho voluto però trat tarlain quello luogo per più chiara intelligenza di coloro che leggeranno le colè prefenti. Fatte adunque l'elèquie del Principe,!! riduce infieme il gran Conliglio , nel quale , in quello cafo,non può entrar gentilhuomo che habbia me- no di ìo. anni . lui meflè in un cappello di rame coperto, tante balle bianche, quanti lòno i nobili che lì trouano in Configlio,fi mcfcolano con le dette tréta balle d'oro.Chia matipoi tutti ordinatamente, ogniuno caua una balla , & coloro a quali tocca per forte di trarla d'oro, che fono tren ta,(ono condotti in vn'altra fala vicina . Quiui da capo fi pongono in un cappello trenta altre balle bianche , lècódo il numero de i trenta ri malli , & fra quelle Ci mclcolano p. d'oro.& i trenta trahendolea forte, coloro a quali toccano Icp. eleggono quaranta . 1 quaranta col modo medefimo eleggono dodicidcl corpo loro, i quali fanno venticinque. Et delli vinticinque fi traggono noue,i quali fanno quara- tacinque, & quelli chiamati alla forte traggono di loro gli Vndici , i quali creano i Quarantanno, che partorifcono il Do^e . In quello mezzo, che fi eleggono le predette perfo ne (il che fi fuol farcal più nel termine di due giorni)! Coii jìglicri co i Capi di Quaranta Criminali , per legge dell'an- no BELLE GRANDEZZE no r 289. fanno refidenzà in Palazzo, & fpcfati di quetren- tratc che fi dauano al Principe vino, rapprcfcnrano come in luogo di Doge,tiitroilgoaerno, eflcndo in tanto ferra- to qiiiafi ogni altro officio di giurifditione . Et il più ucc- chio de Configlieri,per legge dell'anno r^56.ne gli atti del la Icrittura s'intitolaua Luogotenente del Doge,che poi fu chiamato Vicedoge .Orai Quarantauno eletti, & con- fermati dal Gran Configlio, fi ferrano in palazzo, colloca- dofi fra il Collegio,l'Anticollegio,6c la Sala del Pregadi,co le fineftre & le porte ben chiufe , accioche non pollino ue- dere altri , ne efsi efler da altri veduti . Conciofia che auen- ne altre volte, che ridotti inficme, & non Ci accordado fra ioro,& dando alle finefire a pallàr tempo, videro Marino Giorgio cognominato il Santo,chepairaua per uia, perche incontanente trattifidétro, & dati i lìiffragij per lui lo crea rono Doge . Etne tempi del Celfi,eflèndo uenuta nuoua, ch'eglijche era allora Capitano del Golfo, haueua data una rotta notabile a Genouefi,i Quarantauno, fui caldodi quel la allegrezza gli diedero il Principato, & non molto dopo giunle l'auifojche il Celli era (lato rotto da i Gcnouefi . Ac- cioche adunque non feguiflèro per l'auenircdi cofi fatti ac cidenti,& che l'elettione fi faceflè netta, & del tutto fincera 6c fenza pafsione, furono i Quarantauno ferrati con ogni ftrettezza . Fra quefti, tre di loro più degni per anni,& per auttorità,nel primo entrar nelle ftanze loro,fono ordinati Capi 6c Priori di tutti gli altri,i quali poftifi in luogo più ri guardeuole, tutto il refto fi diuidc in quattro parti, accioche vi fiano luoghi,da quali fi chiamino per nome coloro che hanno da dare ifuffragij , & ogniuno può torfi qual parte egli vuole,che non importa molto. Da ciafcuna adunque di quelle parti,i chiamati vengono inanzi, con una carta ò poliza piegata in mano, nella quale è fcritto il nome di co loro ch'clti vogliono in Doge,& gettate le dette carte in vn luogo,& tiratifi in dietro,due Secretari, che Hanno dinan- zi a i tre Priori,guardano m prefenzaloro,il numero delle bal'edate a ciafcuno. Et allora fi mettono di nuouonel cappello, i nomi di coloro a quali fi diedero le balle : 6c Ci come ET DEGNITA-DEL PRINCIPE UB.XL iSt -Gom'c folio tratti per forte , cofi ciafcuno è notato per oè- : dine con le lue . ht quelle ballottationi li fanno, non taiv to per creareil Doge, quanto che per intendere ladilpoll- tione de gli animi loro. Ridotti i nomi in ordine,& polli di nuouo infieme , lì trahc fuori per forte il primo nome . Mainanzi che fi ballotti , fi manda fuori in luogo appar- tato. Et lì domanda a Quarantauno le fi vuol dir altro di quel tale che fi dee ballottare . Et s'alcuno ^ che voglia ac- cularlo, fittoli inanzi,gli parlacontra,<5j. finito l'officio Tuo , l'acculato efcc fuori dal luogo occolto , & condotto alla loro prclenza , gli e comandato che fidebbe purgare. Et poi ch'egli ha fatto lua fcufa, ritorna al tuo luogo fè- creto, & tante volte fa quello, quante che gli uiene op- polloda qualch'uno, che non fia habile al Principato. Et }xrcioche quella maniera di fare è più tollo odiola che nò, &. potrebbe partorirà qualche tempo,non buo- ni eflctti , s'ordinò per legge del 147^. fotto grauilììme pe- ne, che non i\ potelìe o douellè riuelar cofa alcuna , o fat- ta,© detta da i Quarantauno , fé non palTati dieci anni. Fatta l'ultima difefa , Ci danno i fuffragij , & le bai le legnate co alcuni caratteri di lettere,© d'altro per fchiuar ogni frau de fi mettono indueboflòli,chervno dinota nò,l'altro sì, oc le le balle nel bollòlodisl,faranoal numero di vinticin que, colui rella Doge , calo che nò , fi oflèrua quanto s'è detto in tutti gli al fri di mano in mano. Creatoli Prin- cipe con la indetta maniera , fi collumò ne tempi antir chi, di publicarlo in quel punto ch'egli fu eletto, & tallio* ra il giorno feguente . Percioche adunato il popolo in San Marco , oc condottoui il nuouo Principe da i Configlieri , iàliua fui pulpito di marmo ch'è dalla delira del Coro in en trando , & quiui mollratofi al popolo,era confermato dal le voci dell'vniuerfale . Vditafi poi la niella lòlcnne , & da toli il giuramento delle cofeclVeglidebbeollèruare con Io flendardo infieme,filiuafu lagalea,o pergolo, che Ci chia.r iiii,doue vellito alla Ducale,con la berretta a tagliere, por-» tato intorno alla piazza da gli huomini dell'Arlènale, gecr tando ttutauia danari alla gente, fi conduceua in palazzo DELLA GRANDEZZA fui patto della Scala maggiore, Cu. la quale gì i era confegna- toi! gouerno , Se coronato della Gioia,ò Corona Ducale da i Con(ìglieri , era finalmente condotto alle fiie lì:anze . Quelle ^ coi! fatte altre ceremonie, fono Hate lùrme fino al prefèntc . Fuori che giunto il Principe in Chic/a fui pul- pito tii marmo, (lordino , che fi come il popolo daua l'al- ien fojcofi per proceder con più tranquilla & meno tumul tuofà operarione,vn Callaldo ò Sindico del popolo Vini- tiano, giù rafie neil'animedi tutto il popolo, & per fuo no- jne,di haucre 6c tenere per Doge, & Rettore colui chefof^ fc eletto fecondo il modo ordinato dalle leggi. Et promet- tefièal Principc,accettandolo per nome del medefimo po- poIo,di oflèruar quel tanto cheli cotienc nella fiia Promil^ iìone, ilqual coftume, fudel tutto leuato via l'anno 1425". come fouerchio. Si mutò anco la materia del danaro, che il getta p piazza. Perche doue prima la moneta che elio tra heua,era col conio del Principe morto, o d'altri fiioi prede cefiori,hoggi, comeè creato,fi trattiene a còdurlo in Ghie fa»fino alla mattina (cguéte,& in quel mezzo fi battono di uerle monete col fuo nome proprio. Si aggiunlè pariméte l'anno i47^.clvil Doge douefiè gettar per lo meno 1 00. d\i catidi monera,ol tre all'oro, & per lo più 500. Si trafi^qfia cófuetudine dalla Corte di Coftantinopoli:& il primo che gettaflè danari Ci dice che fu Sebafi:iano Ziani.Ma perauati, quando il Principe giugneua in palazzo, ordinaua che fi faceflè vn donatiuoal popolo , & daua vn conuito all'arti, ch'andauano a fargli riuerenza.il qual conuito eflèndofi melTo in dimenticanza, Thomafò Mocenigo Doge 65. lo- rinouò l'anno 1 4 t 4.FU medelìmaméte introdotto,che da' pò la ceremonia del confègnarli il palazzo, poi che lo han- no condotto nella Sa! a dePioueghi,iQnarantauno>andan- do la mattina icguente a vifitarlo , l'accompagnano in San Marco alla Mctìh>& ricondottolo in palazzo, rcftano a definar con lui , tacendo quefla ceremonia ogni anno in quel giorno medefimo , nel quale fu eletto, & fi chia- ma Tannuale del Doge. Tuttequefte cole furono prin- cipiatc,pcr la maggior parte, nel detto Sebaftiano .Perciò- che ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB.XT. igi chcfuriccohuomo, faiiio, & potente, »5c di nobilifsiim ilirpc, 6c aggrandì molto il Ilio Principato, inanzi a lui che fu l anno 107 1 . fi tene in Domenico S^luo, quell'altro modo. Poiché fu icppeilito lyomcnicoLontarinoLo- gc 29. il popolo s aduno al Lido, con diueriebar».he arma te. Et mentre che il v eicouoco Monici celcbraua 1 otiicio diuino in ^>an Nicolò ♦ il popoio grido ad aliauoce , \ ole- mo per Doge Domenico ieluo , i*-. lo laudiamo » Uicon- tanentc il ideino tli prcfo da molti nobili, & lenza con- tradittionc alcuna* portato a braccia, alla nauc che lafpct- taua accompagnato da gran numero di perfone. Entrò in barca , & li tece fcalzarc, per andar con quella maggior humilrà che poteiia,allaChiela di San Marco, doue elio douciia riccucre l'inucrritura del I^nncipato . Slargatod dalla riua,tutta la turba comincio a càtar il Te Deum Lau- da mus, fonandoli per tutto le campane, con molta alle* grezza . Giunto a ^an Marco , fu abbracciato da i Confì- glicri,Òc caminando in procclfionc con laChierclià,fii riceuuto alla porta della Chieià, dai fuoi Cappellani* Et entrato in San Marco coli fcaUo , (ì gettò fubito in ginoc- chioni , & fece oratione. Accollatoli poi àiraltare, ri- ceuè la bandiera del Principato ( & fu il pirimOàcui foflc dato in San Marco il uefsillo ) & quindi condotto in pa- lazzo , riceuè dal popolo il giuramento di fedeltà ; al qua- le comandò, che foflè fatto il Tuo donatiuo . Et non mol- to dopo fece rifar le porte di palazzo , k Icdie de 1 Giudici^, i tauolati, le ftanzc , &: i Cenacoli, ch'erano (tdti gua- fti per la morte del Contarini. Coli ferine Domenico Rino, che fu fuo Cappellano , & che iì ttouò prefente a quanto ho narrato. Dalla quale fcrittura fi notano di- ueriècofe, che erano in confuetudinein quelletà j cioè , che il popoio nel creare il Doge, non s'adu nana lempre in San Marco, percioche cflcndo citati tutti coloro che habitauano daGradofinoaCapod'argere,che uenifìèroa Rialto a creare il Doge (fi come attella il Dandolonella fuahiiloria) la moltitudine era grande, onde bifognaua anco gran luogo, oc capace per accettarla. Inoltre lì no- Z£ i ta^ r- DELLA GRANDEZZA .n n' tócche i! nominato fi portaua à braccia & fu le fpallcda pia nobili, in quella maniera che fi portano hoggi dal po- polo i Piouani nella loro creatione. Et che la inuefiitu- ra fi prendcua in Chieia, &allo aitar maggiore. Et che condotto in palazzo , fi come eflb giuraua di ofleruar quanto fi contcneua nel fuo capitolare, cofi it popolo prò nietteua con giuramento, d'ellèr fedele, & obedienteal Comune. Et che fi faceua vn donatiuo al popolo, poi che il Principe haueuaprefo il pofièllo del palazzo, all'v- lanza degli antichi Impcradori di Roma,come fi legge in diuerfi Icrittori . Et che nella vacanza del Doge, fi fac- cheggiaua il palazzo Alla qual cofa fi prouide co legge l'an no 1 5 2 8. per fchiuar molte cofe che in quella occafione fa rebbono potute auuenire . Il Principe creato a quefto modo,ò era fuori della città, o nero era prefènte.Sefuori, gli fi daua incótanente la mio Ila , indi fi faceuano ambafciadori de primi huomini della città, i quali armando galee con altri legni in compagnia , l'andauauoa Icuare Se códurloa Venetia, & giunto o al Li- do,o a S.Clcméte,(i faceua intendere alla Signoria,la quale gli mandaua incontra il Bucentoro con due Còfiglieri,ac- cópagnati da gran numero di nobili,& di cittadini. Et me- nato alla piazza, raccoltoda i Magifirati , & entratoin San Marco,fi faceuano le ceremonie predette.L'anno 959. fi Ic- uò da Rauenna Pietro Candiano,al quale i] madarono due ambafciadori, & gli andò incontro il Vefcouo di Caftello, coH forle loo.legni. Et l'anno ^o ? 2.uenne da Treuifo Do- menico Flabanico,accompagnato da 4 Oratori,& da gran numero di perfone. Et l'anno 1252. Rinieri Zcno,eflendo Podeftà a Per mo,fu condotto da dieci ambafciadori con 4, galee , fotto il gouerno di Marco Ziani Conte allbluto di Arbe. Et l'anno 1268. fi mandarono a Lorenzo Thiepo- lo Signor di Veia , dieci Oratori , con quattro galee . Si fe- ce il medefimo a Giouanni Dandolo l'anno 1 280. eficndo Signor di Cherfo. Et Pietro Gradcnigo l'anno 1288. tro- iiandofi Podeftà in capo d'Iftrìa , fu condotto da dodici Oratori con cinque galee . Gian Delfino l'anno 135^. - > vfcito ' ET DEGNTTA D^ PRINCIPE LIE. XT. iS^ t'fcito diTrcuifo douccraaficdiato dal Re d'Yii^aria, giuri to a bandiere fpiegate a Mcrgara, fu incontrato dalla vSi- gnoria col Buccntoro. Lorenzo CcKì l'anno i^6 \. rro- uandofi Capitano del Golfo , bebbe 12. oratori con diuerll legni armati . Andrea Contarino,ch'cra fuggito dalla Pa- tria per non ciler creato Doge , l'anno 13CJ. hebbe 1 6. ami balciadori,con gran numero di legni armari che gli anda* rono incontro. Et Antonio Veniero, l'anno i :?8 i.eflcn- do Capitano in Candia, fu da 12. ambafciadori & dai?* galee accompagnato alla citta che lo riceuè con infinita al- legrezza. Ma s'il Principe è dentro, trouandolì nel nu- mero de i Quarantuno , refta in palazzo . Et fc foflè a cafa fua, i Saui del goucrno, lo vanno a leuare,& con- dotto in Palazzo , fi fa poi quanto s'è detto di fopra. Alle preminenze date & concedute , o per leggi o per vfo aqucfto honoratopetfonaggio, fu aggiunto, che nel- le fue andate publiche nella città , per ordine dell'annov i^ ay.foflè accompagnato da i Configlieri , da i Capi di 40 Criminali , da i Capi de i Signor Dieci , dai Saui del Con-: figlio , da gli Auogadori , da i Procuratori di San Marco , &da certi altri Magiilrati compiei] dalla prcdettakggc. Ma nelle priuate, fu Inabilito che hauefle in compagnia per lo meno 4. Configlieri con i Capi di Quaranta, & altri. liioi famigliari . Percioche è conueneuole ch'egli , al qua-; le fono ftati conceduti tanti ornamenti da i Principi efler-. ni , & dalla Republica , la cui macftà egli rapprcfenta con la perfona , habbia debita accompagnatura di huominii tutti di panni lunghi & fenz'arme , con manifefto indi- tio ch'il uero Dominio debba efler uolontario,& per amore, & non violento & con tema. Andando adun- que in trionfo & con folennità , porta con lui fra l'ai-- tre , fette cofè degne di confiderationc , & dimoflratri- ci della fua molta eccellenza . Le quali egli hebbe dai pri- mi Principi del mondo, cioè dai Pontefici & da gU Im- peratori . la prima è un drappello di otto Stendardi difèta, la- uorati a oro , i quali gli furpno donati da Papa Alef^. làndxo. DELLA GRANDEZZA /anJro. Conciofia ch'haucndolo il Ziani accompagnato a Komainfiemc con l'Imp.Federigo , il popolo Romano v- fcì loro incontro co trombe 5l ftendardi, onde il Papa uol le che Tvna colà & 1 altra folle del Principe & de (uoilòc- ceflòri, per eterna memoria dellacortellariceuuta dalla Re pub poi ch'ella lo haueua coli religiolà <5c ualorolhmcnte difelò . Quelli gli precedono a due a due , & fono di quat- tro colori diuerli,cioè due bianchi,dueroiri, due tm'chini, &due pauonazzi. 1 bianchi hanno lignificato di pace>i rof fi di guerra,i turchini di lega, 6: i pauonazzi di tregua. Et il portano con queft'ordincchc lèla Repub.ha pace, i bian- chi vano dinazi a gli altri fci,fc guerra, i rollale lega i turchi ni,^ fé tregua i pauonazzi fono i prinn adellcr portati. Si- gnificano parimente Imperio alioluto fcnz-aalcunallipe- riorità. Perciochei Principi liberi,^ non dependenti dal- l'altrui arbitriojtcngono Tu le piazze publiche gli (iendardi diritti & aperti , li come aflei mano i Lcgilli in diucrli trac tatij&: come fi vede in più luoghi, & fidimoftradai noilri peri tré Itendardi di piazza. La Teconda lòno le trombe d'argento , le quali nel prin- cipio furono quattro,ma l'anno i2« 9. fé ne aggiùfcro due, & furono al pelo di 24. marche, & l'anno i j 1 8. lì fecero di ^o.marclie per maggior degnità . Erano altre uol te di lun- ghezza come le trombe comuni, ma Nicolò Marcello le riduilc al termine che elle fono al prcfcntc. La terza fu un bianchiamo torchietto , chiamato Ce* ro iQtielto è portato da un cherico uellito di pauonazzo o di rotato, & dimoftra l'aficnlò del Papa,allora che il Pria cipe gli promeflè di procurar la pace per lui, nel qual propo filo il Dandolo ferine, Cui Dux '^^lofideiaccenfHS ,/e c^jubditos <^erensycle ptocurandapace reqwfitHSjTapa, Duci confenfm prebuit, Tuncin huius oblàtionis memorium , ceieum dealbatum Duci ^fuc- celforibuSyCongruisfolemnitatibi4S,depoYtandi'mconturu.X)'nr\OÌ\ra anco lapatronia del Principe nella Chicladi San Marco. Percioche piacque alla Rcp.che quella Chiclà edificata con la propria facultà, da i primi Dogi che portarono 6c ferma- rono il Trono Ducale in quella città , fcfic (allentendo a ciò ET DEGNITA DEL PRINCIPE IIB. XI lU Ciò con diiicrfe grafie, diucrfi Pontefici) loro capella parti- colare,6c ni iiaueflero (come in cola propria) allòlutà aiit- torifà.Etpero egli ui mette il Primicerio, ui elegge 24.Cap pcllaiii che lioggi (i chiamano Canonici , ui hfci^ un pal- lio d'oro per l'aitar grande, ui appicca dopo la morte il Tuo Scudo Con la (uà infègna,ui ordina,(è coH gli pare, la fepol- tura,«Sc finalmctc ui fa diucrfe altre operationi,chepef bo- ra lafceremo di ragionare . La quarta è lo Srocco con gli fproni d'oro hauuto quad nel pruno principio del Dogato da gli Imperatori Greci :ì iqualii Principi Veneri conlcguirono diuerfc de2;nità 6c titoli illuftri , comefi dirà più innanzi , 6c poi confermato dal Papa. La quinta è la Sedia ofeggio che fi dica.La quale oltra che nelle (acre lettere, flgnifica (labilità & fermezza, è anco le- gno didegnità & preminéza,poi ch'il Signor (lede, & ch'il luddito ftà in piedi alla prefenza rua.Pcrcioche,{ecódó Bal- do in I.quoties Cvbi Scnatores, & tutti di altri Lcgifti, co luiche (icdc,è in più fegno di honore, che non e colui che non fiede . Et quefta Sede egli hebbe dal medefimo Papà * Conciofia che effendo innemeconl'Imp.&coIDoge,& vedendo ch'egli ftaua in piedi, non fopportadò in huomo tanto degno,atto cofi priuato,comadò che gli fi portaflè la fèdia.Et uolle che per l'auenire,trouadofi infiemc co primi Principi del mondo, quantunque folle loro inferiore > le- delle aj3aro con gli altri * La fefta furono i guanciali, chiamati cortlunèmente Cu fini,dimoftratiui di ripolo, perche per l'ordinario (ì metto no fu le fedi , per ornamento & per commodo de i Si- gnori. La lettima fu l'Ombrella, datali dal predetto Pontefice, Percioche eflendo giunti in Ancona per andare a Roma^ prefentatedueonibrelleda gli Anconitani, l'unaper il Pó- tefice, l'altra per l'Imperatore, allora if Papa fece portarla terza & dille . Defératur tenia. Duci P^enetiar uni, cui merito con* gruit i qui nos ab £(iu tmbationU liherans,in refrigerio pacis pofuit^ ^uod bene f^mbrellaftgnificaC* ìrtmus rei memoria , J>nm yenetìx-' I • DCEL L A GR ANTTEZZArn -[.-7 - - ruìnyolumus in fuis foiemnitatibus uti y cofi fcriùe il Dandolo nel x.libro. 6c coli comandò che fi portaflè la teiza al Prin- ' cipc, accioche eficndoella legno di refrigerio, come eflb di ce^fidimoilraflèin perpetuo, perle fatiche fatte per lui, qual folle (lato l'animo pronto & ardente della Rep.Vene- tiana,per mantenimento della religione, contra fi grand'a- ' uerfario. Volle oltre a ciò,che folle honorato come Re, poi ch'il Papa,l'lmperatore,&i Re confacrati & vnti, camina- no,qua(i come cofa facra,lbttorOmbrella.II quale honore ' fcnz'alcun dubbio lo rende fimileai Re.Però diuerfi Pon telici paflati,& fpetialmente Pio QLiarto,connumeraua c5 =: fàldo giuditio, gli ambafciadori di quella Rep. fra quelli de i Re . Percioche fapeua molto bcne,che gli antichi Impera tòrihaueuano fommamènte honorato , non pure il Do- ge,ma anco la Prouincia de Dogi con titolo di Regio. Có- 'ciofia che l'anno 840. Lothario Imp. fcriuendoa Pietro Tradonico Doge duodecimo, vlaua quelle parole . 1' Et "volumus ^vt omnes homines n^efiros ,poftmatfxva'* Bum anterius faElumfuit 7{a,uenn.ie,am ad nos confa-' gium fecerunt ^ji eosinuemre potuerimus ^ad partem ■'vejlram rejiituamus . Similiter repromittimus 'vohis \'vt homines Chriftianos de potejìate 'vel 'Rjugno Domi- ti ationis Z^eftr£yfcienteSy no emamus nec uenutjdamus, \nscpro mdibet ingenio tranjponamus ^vt captiuitatem pattatttr. Et l'anno 1 1 r r. HenricoV.fcriuendoaOrdelafìb fallerò ■^og^^^'^iccua. i'rrO- M^: i l£iqijij^ tpfltiìréi efficacia , CjST* fapientumiudicio ifty iptensi^tqmdifcretus Fenetici Tiegnt jR^Etor extitity & -^egre^jjd^s ^pure ddeEitonisexhibitio quam fem-- .fsr erga^os hakìjt ^nojlrum Imperiumt eum in orti- ■ * nibiis ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB. XT. 18 j nihus nohis commendahilem exhihuit , dignus eius ti/ honejitis interuentuSyapud noflram Imferatoriam ma ieftatem^locum 'Vt fote amici caripimi CjT^ ^irifapien tifsimi tener alpiltter obtiyiuit etc. Et l'anno 1 1 ?6.LotharÌQ U. cófcrnia il mcdcfimo a Pietro Polani Doge ? 5.H|t l'anno i r 7 7.fcdcrigò Barbarofla a Sebà n-'ianò Ziani Doge i?. tt l'ànrk)' 1 1 94.Hcniico Vl.ad Henn cp DAndolo Do§e,40. Ht l'anno i acp.Uthonc II I La Pietro Ziani Doge4r.(5<: al predetto Zianì Federigo ll.l'cnno 1 220 chiamando tutti,Rcgno V^nctico queflo Staro . P^ròOf- delatfo Fallerò che fu Principe di gran cuore , haucndo fat- to per certe occafioni corfè fra la Rep. & alcuni partico- lari vn priuilegio a un monifterodi Belgrado nella p^^l- maria, diccua fra l'altre claufule quelle parole, f^oh er- go DiAcali & l{egali auclorìtate conce fsiones firmare xi^c. Et per- che noi dicemmo di (òpra che, il Dòge era qua/ì conVc annouerato fra i Principi Sacri , voglio aggiugncj-e' in quello, luogo (a propolito della fua dcgnita) ch'egli hque- ua alcune preminenze molto nor^nde,conicìi vede per Io ftromentò della traslatione del Vefconadòiii Malaniocco allacittà di Chioggia , 6c delladonarione fatta del l'I fol^^i h^n Giorgio Maggiore, allo Abate Giouanni Moròfino ranno 98 2. & delia pcrmutationedi San- Cipriano dilWa- iamoGco a Murano . Et fi legge,che l'anno predetto Tiibiji- jioMemoPloge 24. dòpo il contenuto della donationc (òggi ugnò. SÌquis hoc decretum ccrrumpere vduevi^ , eina>^h'éth!r~ tis pana niutóleìur . che non vuol dire altro, fc non chefja .-fcomnHuiicato.Et Pietro Orlcolo Dqge 2 s .hanendo l'aii- no ioo6.donato alla Rep. 1 2 ^ 00. ducati d'oro del {lio,"ditc quafi nel fine dello ftromcnto . ^^i •-'..■.ì HatK meam difppjutonem firmam ^ incoriuulpìm fiare perpetms temporibus tolo , ita ut nema fuccejfo- iium micvrtim Ducum t neaue fuhditus jibi popului , .'< "i.j Aaa teme- DELLA GRANDEZZA temeraria 'Vohtntate de pr^dtElo numero dimmue-^ re pr^Jk'mOt , nè(jue aliud^ej^tàì^ a me conjìitutum *'ejì facere . Sì quis hoc facére pr^efum^fèrit yhateat ftbi in ccntrariumy Tatremt Fdium, c> Spiritum San^nmy^fuh anathemate ^ t 8 .Patrum conjìitutus fermaneat,^ cumimprouido Chrijìiproditoreyinfer- nali damnetur incendio , ^ nunquamjuam merea^ turimplere'voluntatem Cs^c. Ch'egli delle la benedittione,la habbiamo per vno ftrome- to di Pietro Polacii Doge l'annuo ir^o. nel quale regolata la procefììone che li faceua per lapuriiicationediNoftra • Donna,a 2.dì Febraio,dÌGe neUa riforma. . Sane pr^cej^ores nojlri 'viri rehgiofiy "videlicet clerus , ac populus y pia cnm demtione depofuerunt ^ Jìatue^ rmt y ut in uno quoque anno , in purifcationis San^^ i Ad aricefejioyad honorem c^ laudem Dei,feu ^"Bea- ''ik!''Adari^ femper Z^-rginis Dei aenitricis y procefiio Scholarumfieret, qu^ ab ipfis quorum exercitio aptan- turyéorumdem cura^ ipfe fcholepurijìcattonis S. Ma-- ^ruJieivJque ad Ducis l^enètiarum Talatium dehe^ f^rent duxi > ìbique heneditiwne necepta y que di cola fua propria . i ; Ma paflàndo più oltre, è notabile &. degna cola la maicr. ria.de titoIi>de quali li ieruirono i Principi noilri ne tempi a dietro.Queili fnrono di tre manicre.L'vnaera propria «5c lìgnificatiua del Dominio ch'elio teneua, uariata però nel- le parole,lècondo la uolontà di quel Doge che fotrófcriue- ua.L'altra era efpreflìua di degnità riceuuta da gli Imperato ri GrecijCO quali i Veneti dal canto loro, furono fcmpie co giunti in amcire. La terza era ceremoniale ò^dimoilraii- ua di reuerenza& di honore. Ma quella terza^ maniera di ti toli riceuuti in diuerli fècoli da diuerli,Dogi , lì rimonèro poi (Scmutaiiono Iccondo l'occalìoni ik i tempi,. Quanto adunque alia prima qualità de titoli propri Oc di dominio , ch'i Dogiuiàrono nelle loro patenti, priuilegi , & Icrittii- re,habbiamo,che Angelo Participatio l'anno 809. (primo chefbndafiè la fua fède in Rialto, fecondo la comune) lia- uendo per compagno Giuftiniano fuo figliuolo , fcriueua in quelta maniera . t^ics angelus ^ luUimanus , per ùifi'mam gmuamVeneticoyum Trouincia D«cej e^c.Et Giuflinianp n^edc fimo dopo la iiiorte del padre vlàua . Ego GiuHmianhs Vror uincia^eneticorum Dux . Pietro Tradonicodiceua, Duxyé- neticomm, & Orlo Badoaro, K^os f^rfus, diuit]ofetusauxilio,f^et mticomm Dux. Pietro Orfeolo fu il primo che fi fottpjcri■• uelleD«^^D4/ws- Dalmatia Dux . Òi'delatfo aggi Linfe Croa- tM : perche le Tue imprefe gli riliièirono felicemente in quella Prouincia.Henrico Dandolo Doge 40. diceua Hen- ricus Dandulo Dit4Ìn£ grat'm f^enetiarum y balmaticey atqt4e Croà- t'mDiiX i Domìnus dimidm ^ quarta par nstoms Imperij F^ma- tik . Perche fotto lui , che fu l'anno 1202. fi fece il notabi- lilTimo acquilto della città di Coftantinopoli in compa- gnia de Franceli. 1 quah tutti titoli diueriàmente con diuerfe parole efpreni da i Principi fopradetti , furono regolati per leggeranno 1360. Per uigor della quale li itabih , che con quella parola ;& cetera > fi fopliflè.a quanto (ì potellè dire , OC ch'il titolo ordinario per fem* pre^follè in quella maniera, loames Ddphinm ^ Dei gra- tin Dux yeneiiarum & teiera. Et cofi s'è continouato fino a tempi noliri . Et \'eramente con indicibil mo- deftia della Republica, (e fi riguarda alla potenza , alla aut- torità , &alla dcgnitàdelfuonobililPimo Stato. Quan- to poi a titoli clpreisiiTìui di deiTilità ch'eUl hebbero da gli imperatori di Oriente nel pr in ci pio dd Dogato > fu- rono diuerfì, & grandemente fpcndidi & illultri. Per^ cioch'era coilume di quella Corte , di fare dono altrui v con aperta dimoltratione di fegnalato fàuore , de tito- ii ddl'imperio. Onde fu introdotto, che incontanente creato il Doge, mandaua airimperadore,o figliuolo, o fratello, o nipote , accioche reltringcndofi infieme in più firetta familiarità con quei Principi, ne riportai^ Icro ytili 6c degnità per il Ducato loro. Onde poi fatti liabili , a un certo modo , co detti titoli , poteflero pcruc- nirè più ageuolmerite alla elcttione del Principato : co- fìumaiìdoli allora d'ekggerfi huomini ricchilTimi , & fra gli altri riguardéuoli per grandezza & degnità. Era- lid 'adunque i titoli ordinari) de i Dogi. Hypato Impe- riale , Spararlo , Pròthofpatario , Archifpato , Protho- ièùado , Prothofcdro , Patririo Imperiale , & fimili . I qua li nella lingua noltra fignificauano , Confole Imperia- le, ET DEGNITA DEL PRliNìCIPE LIB.XI. 1S7 ICrEnfifei'o, o parta ror. d t Tpada I m pci'iale,Pri mo Enfifcro, Arcienlìfcro , onero òiipreno Eniìfcro , primo Augutto , Gran Camerario , quafi padre dell'I mperadorc&c. L'an- no adunque 8 2p. Giuftiniano Doge decimo fottofcriueua Ego lujiimanus Imperiali^ HypatM . Orlò diceua . Jips yyjù/s di- tiinofretus auxilio Imperialis Trothojpatarm . Pietro Tradoni- co . Ego Tetrus Pax , ac Spatarm, & V ital Fallerò. V^s Vita- lui Faletro Dux,ac Imperiali^- TrothofeuaUon . 11 medefimo Wà- ua Vital Michclei'anno 1097.EtilSeluofottorcriueua.Do- mìnìcus Siluii4s Dux& Imperialis Troihophedro . & Domenico Contarini. Dominicus Contareno DuXy é^ Vatrìms Imperialis ^r chifpatus . Ma l'anno 1560. come s'è detto di fopra,ri proui- de nella forma che noi vediamo alprefcnte. Glifurono oltre a ciò dati i terzi titoli di lionorificen'za , non pur da i priuati , ma da gli Imperadori di Ponéte,di Grecia,dai Re, dai Duchi,dalle città foretliere d'I tal ia,& dalla Rep.medc- lìma, co quali lì moihò (empre in ogni lècolo reuerenza , & rifpettoalia perfona del Doge,comea Prniciped'impOr tanza,& come a capo di gouerno eccellente. L'anno r 04^. Domenico Contarini, Vital Michele,& Ordclaftb Faliero, furono con diuerlì altri Dogi ni ti telati . GLORIOSO, per lefcritturc che viuono della Rep.& de gli Imperadori. ^ _ GLORIOSISSIMO, fcriflc Lothariolmp. a Pietro Tradonico. ;.«"Gri;::j:ii ,. MAGjNIFICO, fidiceuai'annoìo7r.& i268.aISeluo & a Lorenzo Thiepolo . 1 L L V S T RE, era intitolato Pietro Ziani , da Federigo Secondo Imperadore . ILLVSTRISSIMO, lochiamauano,l'annoiii8.ipo pòli della Dal maria, 5c dell'lrtria . C L A R I S S I M O, gli diccua Roberto Imp.di Coftanti- iìopoli,& fcriflc anco PRECLARISSIMO, Duci Veneti^, Ckrìffmi Socij Impe rijnofìri. EGREGIO ET ILLVSTRE, era U titolo che gii daua Andronico Imp. EMI- N DELLA GRANDEZZA r E M INENT I S SI M O, nello ftromcntp douefmictà il portar armi o ferro a i Saracini . - INCLITO, l'ordinario delle fcrittiirepublichc, &pri^ uatedenoftrx. - ' . .f' STRENVISSlMO, vsò l'annoi IO i.Calomano Re d'Vngaria. . SAPIENTE ET DISCRETO, diceuano Henri- co 4 & Henrico 6. Imp. CHRISTIAN©, fcriiTero i medefimi Imp.a Vita! Fa- llerò, & al preceflbre . ALTISSIMMO, FORTISSIMO, ET POTENSSIMO, fcriueiialacpmo Thiepolo Podeftà di CoftantinopoH l'an no 1 227 in quefta maniera . Tslos lacobus Theupulo de mandato, bluffimi iFoniJJimi atque Totentifsìmi Domini mei DucisFenem- rumjToteftas&c* SERENISSIMO fi troua perle fcritture dell'anno 1095 .che dicono, ^e fidente f'' itale Faletro Sereniffimo Duce in pu hlico Talatij placito. Et l'anno 1 3 9^. in vna com pofitione del la Rep.con Theodoro Defpoto nella Mojca fikgge. Taci- taqueconftderatione induólitSereniffimusy & Eccellemiffmus D.^n- tonius Venereo, Dei gratta Inclitus'Dux Fenetiarum cJ^c.ilqual tito lo finalmente reftò infieme con qnefto al t ro, « ECCELLENTISSIMO, vfato fino dell'anno 971. per efler conueneuole a tanto Principe, partorito dalle leg- gi in città nata libera & chriftiana già 1 1 60. anni , & legit- timamente eletto , & conferuato di tempo ih tempo dalla Rep.non mai corrotta . Ultra alle predette colè , piacque al Dominio , che il Tuo Principe folle honorato di quefta altra preminenzaxome filò capo ; cioè. Che le fcrittiire publiche di qual fi voglia Configlio,& le monete follerò infcritte col nome fuo . Et quanto alle, fcritture , ogni attodi qualunque Collegio , o Configlio ridotto in publica forma dalla Cancellaria, Ila nel fuo frótifpitio il nome del Doge , quafi che tutte l'cfpc ditioni fi facciano per fuo mandato . Et di lotto pende la bolla di pióbo, la quale ha dall'uno de lati fcolpitodi mez- zo riiieuo vn San Mai-co in piedi , col Doge dinanzi ingi- nocchionc ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB.XI. i88 nocchione per più réueircnza , che auanti all'anno 1 47 5. fi fticeua in piedi ì il quale riwcue lo Stendardo. Et dall'altro è fcolpitoil fuonome, in qucfta maniera, IsIìcoIa^s dt Tonte Du\ renetiariim eJrc U quale vlo del piombo Icnz'alcun dub bio fu introdotto ne primi principi j,o della Rep.o della fua crettionc in Ducato. Ma percioche con la lunghezza del tempo è prcuakito nelle menti de gli huomi ni quello er- rore, che il bollare in piombo fi haucflèda Papa Aleflan- dro 1 1 1. confermato poi da gli (crittori poco diligcti in efh minar quella parte, mi piace di Ibggiugner quefte poche pa ro le, intorno a qucfto tatto, accioche la verità ( fé perauen- tura l'ardir mio non è troppo) fino a qui non conofciuta per la poca cura de i nollri Chronilli , ritorni a Cuo luogo . Dico adunque che il Dogc,inanzi ch'I Papa,non pur vcnil^ fé a Venetia , ma che follò anco Papa , bollaua in piombo . Quello appari fce per un priuilcgio di Vital jMìchele,al qual focceflc il Ziani l'anno 1 i7j.ConciofiachehaucndoiiMi chele conceflò a gli huomini dell'Ifola d'Arbc,che elegeflc ro il Conte a uolontà loro ( fi come anco ferine Andrea Dandolo ne fuoi Annali ) mandò loro la bolla col pióbo pendente: nel qual piombo è fcritto dall'uno de lati pun- talmentecofi. VI. MICHAEL DEI GRATIA VENET. DALMATIAE ATQ^CROATIAE D V X . & dall'altro , è l'imagine del Doge dinanzi a San Marco, la qual bolla filèrbaancora nell'archiuo della ca- mera d'Arbe. Apparifce parimente per quattro fòttofcrit rioni fatte,in quatfrollromentipattuali. l'anno 11 50.ven- ti(ètte anni inanzi che Papa Akflàndro venìflc a Venetia, •contenenti la deditione di Polavdi Rouigno , di Parenzo, 6c d'Omago alla Rep. daun Viuiano Notaro Veneto , che vide del 1 200.ventitre anni dopo là morte del Doge Zia- ni. Il quale hauendo fatta la copia de detti llromenti cele- brati dal Doge Vital Michele nell'anno 1 1 5 o. fottofcriue in quefta maniera . Ego f^iuiams Scriptor, T^tariusy & ludex V.Benmi lmpeì-atoris,^utentkum i^HniiCum tribù sfigilììs cxrefi- gilìàtum^'S' uno figlilo dephimbo pofitoper memoratum DuceniiUÌdi ^ sxamplauì . Et apparifce vltimaniente in Andrea Dando- lo, DELLE GRANDEZZE lo, ne Tuoi AnnaIi,doue ragionando di quefta materia afFec ma, come teftimone di veduta, di iiauer letto le commef- (ìoni del Doge Ziani fatte l'anno r 1 7 j . agli ambafciadori madati da lui a Emanuello Imp. di Collatinopoli, legnate col piombo, dicendo. Horum.aiuem legatorum cùmmifjìonesjbul la Ducali plumbea commuMuas u'tdi ^ legi. Quod opìnicnem ajje- rentium jilexandrum Vapam , cuml^enems foret,Ducì primo tunc habuiffe , excludìt . Et foggiugne più oltre nel decimo libro, che il predetto Papa confermò qit'antico ufo del Dogejdo uè eflb dice . Dux itaque Imp . l egatos mmit , . e^ dulcia epigram-r mata , jolita bulla plumbea commumta, cjuam Alexander conjpiciens laudauit y & Ducem fuasliteras totaliter figillare ^ approbauit &c. Adunque l'vfo del piombo non fu introdotto per concel- fione del Papa . Et ancora ch'il SabcUico lia di molta fcdcj però lacofa fta pur cofi come io fcriuo . Quanto poi alle monete , la Repub. uolle ch'elicli coniaOcro col nome del Principe fuo : ma non già con l'eitìgic , o con l'imagine di cllb. Percioche ellèndo l'ctiigie per ordinario,(ìgnificatiua di Dominio allbluto, (ì come (i ucde per le monete de gli Imperadori antichi , & de i Principi clìerni, no pareuache fteflè bene , che in qfto noftro s'oiìcruaflc atto alcuno che haueflb dell'alibi uro. Et però hauendo Nicolò Trono, per corregger la corrutcla introdotta dalle perfone cattiue, nel l'adulterar l'oro, & l'argento, fcol pira la fella fua nella moneta che fi chiamaua Trono, dal nome fuo: fu per leg- ge dell'anno 1 48 5 . uietato, ch'il Doge nò mettefle il ritrat- to nelle monete . li medefimo fu prohibito dell'infegne , 6c dell'armi l'anno 1 47 i,Jc quali egli non può ne dipigne- re , ne fcolpire in alcun luogo col Corno Ducale,ne portar nel le galee fu le bandiere : fuori che nelle fabriche del palaz 2.0 . Et chiara cofa è,che allora che Rialto fu edificato,i Ve nèti cominciarono a fpender moneta propria j ma fola- mente di rame, fi come attefta Caffiódoro Senatore, che fu a Venetia l'anno 77. dopo l'edificatione di San lacomodi Rialto , co quelle parole . Moneta illic quodammodo percmitHY uiUualis^&c, Crefccndo poi laRep.dalla parte di mare:&fà- -cendofi la città tuttauia maggiore , s'introduflèro da Prin- cipi Et dignità del principe LIB.Xt. tÈr cipi le mohqtc d'oro 6c d'argentò . Onde è nianifcftamen- te fallo, che Ridolfo Imperadore defìè licenza la prinja Volta alla Republica,di coniar la moneta. Pcrcioche,j5èi*lc parole del mcdefimo Ridolfo fi comprende, ch'i Principi Veneti antichi la coniauano (ènz'altro.Di maniera che nò concede,come dicono gli fcrittori, ma conferma l'ufo del batter moneta,fatto ab antiquo da i noftri Dogi.Et le paro * ledei priuilcgiofuOjfotto la data dell'anno p 2 4.alli ip.di Fé braio in Paula, dicono in quella forma. S'midque eUTsIùtni moneram concedimus,feuiium quodeorum Trottmcia DuceSja prifcts temporibus f Confucio more habuerunt . Sopra la qual materia fà- uellandoancoil Dadolo negli Annali, dice quelle parole. In eodem priuilegio declarauit,Ducem Venetumpoteftatem haberefa deridi monetam,qmA et conSìititf antìquos DuceSfhoctContinuatM tem' poribuSt pe>fic}JJe, Volle parimente la Repub che il Tempio di San Marco, folle Cappella del fuo Principe,con 24. Cappellani al Icrui- tio fuo,eletti da lui di tempo in tempo . Oltre a* quali l'an- ìio 1 27 s .gliene concede un'altro particolare in palazzo co Vn cherico.Et'ordinò ^ legge del i^ii .che andallè in Chic fa al diuino officio , tre uolte la fettimana , Se anco tutte le felle principali,accioche folle fbllecito in ogni luogo, alle cofe del la religione. Appreflb quefto,gIi conllituì 25. Scu- dieri con honeflo falariO;Con auttorità, che nelle cofè ciui li poteffc giudicarli fino ad un certo fegno. Et l'anno 147 r. ordinò,che fi punille tutti coloro, che ingiurando il Doge in parole o in fatti , non gli hauellero quel debito rifpetto che fi conuicne,commettendoi primi al giuditio degli Auogadori,& i fecondi al Cófiglio de Dieci-Piacquelìmil mente,che in certo tépo dell'annOjfacelTecome ucro Prin cipe,undonntiuo alla nobiltà, quafi come padre a tanti fi- gliuoli in guilà di mancia.Et percioche ne primi tempi , il dono era di cofe mangiatine, lì tramutò in una moneta di argento,con quella infcrittione. NICOLAI DE PON TE MVNVS ANNO SECVNDO. Etperchea ^ellrignclll ancora molto più con lanobiltà,s'ordinò, che ogni anno facellc quattro Conuiti, accioche comunicane Bbb do DELLA GRANDEZZA doinqiicll*occafionelafuaconucrfationc con diucrfi no- bili d'ogni grado & età, veniflè a (embianza de i conuiti pu blici de i Lacedemoni , a participar di fé fteflb con tutta la Republica : poi che il mangiare infiemefu riputato , non pur da Platone , ma da molti altri Sani antichi, de quali ne fauella alungo Atheneo, comcvnfacramento reftrittiuo della vera amicitia. Il primo lo celebra il giorno della feftiuità di S. Stefano primo martire . Percioche eflendo ftatp portato il Tuo cor pò a Venetia l'anno 1 1 op. & riceuuto dal popolo con fbm- ma letitia,il Principe fu inuitato alla folcnnità ,Ia quale fu fatta nel portarlo,a S.Giorgio Maggiore. Et egli allora,co- me dicono alcuni , fi obligò di vifitarlo ogni anno in per- petuo, il dì di Natale . Et facendo il medeTì mo la mattina ìcguente , ch'è a vcntifèi di Decembre , ritornato a palaz- zo , reftano al fuo conuito , fèi Configlieri , fèi Sani Gran- di , cinque Sani della guerra, detti hora di terra ferma, tre Capi della Quarantia Criminale , tre Auogadori , tre Capi del Configlio de Dieci, due Ccnfòri, tre Giudici di Pro- prio, & il Cancellier Grande, & i due reggimenti , che portano lo Stocco in trionfo dietroal Principe, con due compagni . 11 fecondo lo'da il giorno fblenne di San Marco. Per- che fattafi la mattina la proceflìone dalla Chierefia , Se da tutte le Scuole Grandi , con belliffimo apparato dì ricchiffima pompa , il Doge dopo gli offici diuini , ri- tiene con lui la Signoria , oltra alla quale vi fono , venti di giunta , con tutti gli altri, dalli Quarantauno infuori che (i difledifopra. Il terzo lo fa nel giorno della Afcenfione. Percioche hauendo Papa Aleflandro giudicato ( per la vittoria che hebbe la Republica, di Othone figliuolo di Federigo Impc radore a Saloro in Iftria ) ch'ella folle Signora del mare , (giuditio confermato poi molte volte , & fpetialmente dall'Abate di Neruefà per nome del Papa, nella contro- uerfia , che hcbbero gli Anconitani co i noftri , quanto al poflcITo del mare ) '\i Principe andando a i Caftelli col Bu- centoroa ET DEGNÌtA OEL PRTKCll^É Life. XI. r^d centoro , ipo(ato il mare con belIifTima cercmonia , & ri^ tornato a palazzo, reftano con lui la Signorir, con diucrfl altri d'otiìci) che fono lòtto Prcgadi •-, cioè , i patroni del- l'Arfenale , i Signori all'acque , i Cathaueri , i Sopracaftal- di , la Sanità , i Signori alle Icgnc, i tre Cotinii d'Aleflàn- dria , di Damasco , &di Londra, che fono due huomlni per officio, i Signori alle Ragioni Vecchie, & Nuoue,i Camarlinghi di Comune , la Camera d'imprefto , i dieci Saui , i treSaui fopra i conti, i Proueditori di Comune,i So pra Dati) , fopra le Camere,& fopra i Banchi,le Cazude, & gli Auogadori Fiicali, quando vi fono. Il quarto &: viti mo a i quindici di Giugno , nella feftiui- tà di San Vito & Modello . Conciofia che l'anno i ^ i o. (1 faluò in cotal dì , la Republica dalla congiura di Baiamon- te. 11 quale eflendoftato figliuolo di Doge, ricchifsimo di facultà , di gran (èguito , & pieno di fpirito tirannico, in- citato da fuoi più congiunti , machine contra la patria . Et hauendo alfalita la piazza con gran moltitudine di malfat- tori, fu rotto da Pietro Gradenigo allora Doge , & man- dato in efilio. Et i complici & dependenti furono (èuera- mente puniti. Per la qual vittoria il Doge vifita la Chiefà de i predetti Santi , & fa il conuito alla Signoria , alla Qua- rantia Criminale,a i Saui degli Ordini , a i Signori del Pro- prio, «Scalli due dello Stocco. Ne quali tutti lauti & rega- li conuiti,& regolati in altra forma che non erano i conui- ti feditiofi, & itrcpitolì de i Lacedemoni , fi effercitano anco attioni virtuolè . Pcrcioche bene fpcilb dopo man* giare, vi fi fanno dimoftratiom nobili di qualche hifto- ria,da eccellenti poeti, con concerti di mulìche, & con altri trattenimenti honoiati. Silcg^.eche in unode pre- detti conuiti in tempo del Doge Agoftino Barbarigo ; Caflandra Fedele giouanetta aliai bella, & illuftre per molte fcicnze , cantò fu la lira verfi latini all'impro* uifa , con tanta marauiglia dei circonftanti , che ne acquiftò gloria per tutta Italia. Onde fu poi celebra- ta dal Politiano , 6c da tutti gli huomini dotti del fuo tempo. Bbb % Diede DELLA GRANDEZZA Diede anco la Rep. prcminéza al figliuolo del Principe : Percioche ordìnò,che ueftifle con habiro Senatorio, & co le calze rolTe a fimilitudinc di Cauaiicro, & ennaflè in Pre- gadi,&che potefie cflèr Generale in armata,& Curatore ai Principi efterni. Et perche viuendo Pietro Gradcnigo Do- ge 48.morì Bertucci Tuo figliuolo, il Scnatovolle,che le fuc funerali fi facefìero,ne più ne meno,come quelle de i Pro* c'uratori.Et fu permellb che precedeflc a ruttigli altri perfo naggi,dal Procuratore in fuori . Il medefimoauicne del fra tcUo , il qual però non porta le calze rofìe. L'anno 1249 fu ftatuito che i figliuoli di Doge non poteflcroeflèr citar le Podeftarieefterne. Attento che trouàdofi Podeftà di Mila no Pietro Thicpolo ,ui fu fatto prigione da Federigo I L Imperatore , con tanto difpiacer di fuo padre , che la Rep. che fommamente amaua il Doge , fpcfè molti danari per rifcattarlo . La qual legge riconfermata del r556.fi diftefe anco in ogni altro nobile del Cófiglio . Percioche chiama ti per la fama dell'integrità & bota loro agli altri goucrni , s'eflèrcitauano ne gli offici, &magiftratideforeftieri,& Ipetial mente nelle PodeftarJe,di tanta importanza in quei tèpi,che diuerfi diuennero col mezzo loro fignori aflbluti delle città,fi come fecero iTorrianiócVifconti in Milano, i Roifi in Parma , gli Scotti in Piacenza , & altri,de quali fono piene le hiftorie . Lt fu anco proueduto l'anno 15 40. peri troppo honori che lacomo Thiepolo, & Bartolo- meo Gradenigo , amendue Principi, procurarono a i loro parenti, che i figliuoli, fratelli, & nipoti di Doge, non poteffero hauere offici nella Republica uiuente il padre. Etl'anno 1575.fi deliberò, che figliuoli , & nipofi, pò- tefferoentrar fòlamente in Pregadi , & che il fratello non foffe mai del Configlio de Dieci . Et fi come il Principe fu aflbluto dalle leggi nella materia delle pompe , alle qua- li foggiacciono tutti gli habitanti , &fudditi dello (laro , da lui infuori , cofi fu conceduto il medefimo a fuoi fi- gliuoli , fratelli , & nipoti . S'aggi.unfe alle predette colè, . ch'il publico uoUe, che riceuefle dall'arti (che per leg- ge dell'anno ia68. andauano a reuerirlo , alle quali la Prin- ET DEGNITA DEL PRINCIPE LIB. XI. j^ Principeflà faceua un cornuto ) & da diuerfc Cartella 5c luoghi della Rcp. regalie di diuerfc qualità , date non fb- loaluimaalla Principeila ancora. All'incontro lì uietò non purea lui,ma a qualunque altro della famiglia rua,che non riccuell'e doni,le non di fiori,d'acquarofà, di odori, di baliamo , cole da mangiare , &c di vino per fino a vna certa fomma . Che non rilpondcfle nelle materie appartenenti al gouerno,(5c che non aprille le lettere indirizzate al domi nio fènzala prefènza de i Configlieri.Chehon raccoman- daflencflimo a qual lì voglia giufdicentc.Che non poteflè fcriucr della Tua efaltatione,fc non alle città fottopofte . Et che non poteflc vfcir del Dogato fcnza licenza del Gran Configlio. Et in fomma molte altre colè non poteflè fare, le quali pretermettiamo per breuità . Le quali tutte predet- te materie, cofi concefle come anco uietate, fono con la lù- ghezza del tempo fiate anco regolate , o riftrette di mano in mano fecondo l'occafioni & i tempi. Et perche il Principato gli fu conceduto in vita, fi cor- rifponde allo honore che gli fi fece viuendo, con non minor pompa & grandezza delle paflàte,nel tempo della . fila mortc.Ne i primi principij, morto U Doge,fi feppelliua , il giorno fèguente, & fi portaua Icnz'altra ceremonia nella Chiefa doue era l'arca de fuoi maggiori,ouero in San Mar- co,© doueegliordinauaperteftamento. Talhora auennc ch'eflèndò morto la notte, fu fcppellito la mattina fcguen- te , & morto la mattina fu portato quel giorno fl:cflb al le- polcro. Lapin antica pompa funerale ch'io troni perle fcritture , fu quella del Doge Giouanni Delfino . Queftifu meflb in Sala de Signori di notte , cori gli fproni d'oro in piedi,& con lo Stocco nella guaina,(5c con lo Scudo alla ro uefcia cioè a capo piedi . Lo feguirono molti Senatori de principali fino alla Sala , doue poco prima s'erano congre- gati diuerfi nobili ueftiti a bruno , oltre al numero confue- to de i 2o.che fono eletti dai Configlieri per accompagnar lo . La Principeflà in tanto, andò in San Marco , con gran comitiua d'altre gentildonne; doueefìèndo dimorata per lo Ipatio di una hora,ripartì.Condotto poi il corpo in San Mdi'co DELLA GRANDIÈZZA Marco,perchefu lèmpre coftumedenoftri d'ac compagnar le cofe temporali con la religione . Apprefiò codoro caminano i Caftaldi del Doge,& poi i Secretali del Collegio, quei di Pregadi, & quelli del Confìglio de Dieci» & dopo vengono i due Cancellieri del Doge che fi chiama no Interiori & Ducali , rifpetto al Grande ch'è per lèruitio della Rep. Et dietro a quelli iègue il Cancellier Grande , Se tutti coitoro fono velliti di pauonazzo, ma con le mani- che chiulè, fuori ch'il Gra Cancelliero che velie Senatoria- mente . Et immediate è il Cappellano del Principe col Za go che porta il Cero , & col Ballottino del Doge. Poi vengono la Sedia , & il Guanciale, l'vno della delira & l'ai* tro dalla liniftra,cò l'Ombrella. Et poco prelìb compare la perfona del Doge attorniato da gli Oratori de Principi elicmi . Et in ttionfo porta fempre il Bauero d'Armellini. Dopocoftoro vengono i Configlieri, & Procuratori di Sa Marco almeno per legge del i459.adueadue,gli Auogado rì,i Capi de Dieci, i Saui Grandi, i Saul della guerra , detti di terra fcrma,& gli altri Senatori, & Magiftrati di. mano in mano tècodo le leggi,tutti vefliti di lèta di color cremifino co le maniche alla Ducale, co tanta magnificcza oc gradez- za che nulla più . Et quell'ordinanza in quella maniera, lì chiama, come s'è detto di fopra,andare in trionfo ,. ...... . Andata a S.Maria Formoifa!^' l'.Ra la prima andata del Principe (mettendole noi per ordine de meli in tutto l'anno) fifa la Vigilia della Pu- rificatione di N.Dónache vicnea due di Febraio,alla^hie- là di S.Maria Formoià per l'infraicritta occafione . Erano Ce e 2 Trielti >-: DELL'ANDATE PVBLIGFIE Tricftini{g5te in quel tempo auezza alle rapine di iiiare)irt^ tiidion delì'accrefcimcnto della niioua città , & defidcrofi ài preda, peniàrono l'anno 945. (fecondo la comune) di ru bar le fpolè con le doti. Sapeuano che a 5 1 .diGenaio iì C^o banano le donzelle in S. Pietro alla prefenza del Vefcouo , i& che tutti in quel giorno concorreuano alla ccremonia. Armata adunque vna galea,fe ne venneroin tempo di not te,a Cartello a 3 o. del mcfc, &c Ci aieolèro m Vcfcouado . La mattina Icgucnteful colmo ddrallegrezza,allàlendola bri gata co l'armi, rapirono la roba & le donne.ll romor fu gra àCjCi come è da crcdere,in cofa di tanto momento, onde ar niati incontanéte alcuni legni di huomini, per la maggior •parte artefici di cailè,& della contrada diS.Maria Formofa, Il cor (è dietro a rapitori. Et trouatili a Caorli quel di ftello, •douediuidcuano la preda fra loro, fc ne fece grandiffimo tìratio , & fi rihebbero le doti & le donne . Et perche i caP i<;liari fi portarono valorofamente , prclèntato il tutto al Doge , icalla Signoria, fu detto loro , che domandaflèro qualchegratia . 1 buoni huomini allora,diflèro che volcua- tio ch'il Principe con la moglie & con la Signoria, vifitaflc ogni anno la Chiefa della loro contrada neldìdellafuafè- ila. Et dicendo il Principe, et caso che piovesse, XÌ(polerO, VI MANDEREMO CAPPELLI DA COPRIR VI, IT S£ HaRETE sete VI DAREMO DA BERE. Di qui è che il Piouano,per nome del popolo dona al Prin cipe nella fua andata , due fiafchi di maluagia con due me- iarancie, & gliprefentadue cappelli indorati,con l'armi del Papa , del Principe, •& del Piouano che dona i cappelli. A 1 lora fu ordinata la felf a delle Marie, laqualeè chiamata dalle leggi nobile, & famolà . Percioche concorreuano a vederla i popoli circonuicini, & fi faccua in quefta manie- ra . S'adunauano infieme in Chiefa i capi di cafa delle con- trade, & fi buttaua per forte quali contrade hauefferoad acconciar le Marie ch'efiìeleggeuano, per via di fufFragij,& fi fpendeuano mille ducati per contrada. L'elette (ch'al- tre uoltc furono dodici , & del 1 27 2. quatto per quello an- no,con quello che fi acconciaffcro la é.cafc, dicela legge) ix DEL PRINCIPE LIB. XII. i^r fi vcftiuano 5c adornauano di gioie , d'oro , d'argento ( fcr- ucndolianco delle corone, & dei pettorali cheiì trouano nel Santuario di S. Marco) & d'ogni altra maggior pompa che li poteflc fare a concorrenza dcll'vna contrada con l'ai tra . Et la cura di quefti ornamenti (ì commetteua ogni an no a i primi capi della contrada .Et qiiefta imprefa era cer- cata con pratiche grandi, & li haueuatalhorafaticha a met terli daccordo: percioche ftimauano a molto honore lo ha nere auanzato gli altri di pompa & di fpefà . Con quefto apparecchio adunque le neandauano co loroBergatini & Palakhermi aSanMarco,aleuareil Principecon la Signo ria . Et per legge dell'anno 1 2p_} . nefliin piatto poteua par- lar oltra le colonne di piazza, fé prima il Principe non era falito in Bucentoro . Et il Doge co i Configlieri puniuano tutti coloro che non faceuano il confueto in quefta feda , dando cartigo , tanto a coloro nelle cui contrade efle erano, quato a coloro che haueuano ad accettarle . Leuato il Doge,s'andaua a Caftello, doue fi cantaua una mefla fò- Icnne , & fi ringratiaua Dio della uittoria paiTata , & della ricuperatione delle cole loro . Gli altri giorni ( perche la fc fta duraua tre dì) la pompa ii conduceua per le contrade principali della città . Et qualche uolta fi ueniuaa contcn- tione per quai luoghi ella Ci hauefle a condurre , métte che ogniuno uoleua ch'ella pallallè da caia Tua . Conciofia che le donzelle finontauano da i loro parenti,& quiui con ma gnifici conuiti], & con balli,& altre allegrezze, confuma- uano il rimanente del giorno . Le quali tutte cofe ceflaro- no per la guerra importante di Chioggia co Genouefi l'an no I ? 7p. Percioche eflendo la Rep. in trauaglio : & facen- dofi la predetta feda con grofla fpefa , fi meJlè da parte, SC finalmente fu del tutto polla in dimenticanza . Et di que- lla folennità di S. Maria Formofa,confermandola Bernar- do Giorgio preftantifiìmo Senatore,ne tempi noftri, ne fc £c memoria, con gli infrafcritti vcrfi latini . Ctér n^m Fehrarii Formo f^ ad Tempia Calendù ^ullo non anno , Duxque Senatus eant. DELL'ANDATE PVBLICHE Si nefcii caufam ) pancia ( aduerte) doceho , ^am uetM atque recens hoc monet hijìoria» ty^hjiulerat nojìras pr ty^nnuaqua propter celebrantur fejla quotannisy Duxque epulo iuuenes excipit egregio , JIoc proaui fanxereppj> 'viSioria tanta , Vt prejens ejfet^perpetuoque recen^ , Iure quidem patriam quoniam lux illa redemity A mi fero ciueseripuitque iugo > Solemnis iam 'vos huiusjiudiofa iuuentusy ^e lateat certe prodita caujafuit^ Andata a Santa Marina. T A (èfta è l'andata di Santa Marfna a 1 7. di Lugl io . Nel -*-/qual giorno , hauendola Rep. quali perduto aOatto lo Ikto ^:.- DELL'ANDATE PVBLIcm ftatodi terra ferma già yo.annifoiio per la congiura di Gaf brai promofìà da Papa Giulio 1 1 . &: efièndoli da nemici occupata Padoua ch'era la chiane di tutta l'imprefa , An* drea Gritti,che fu poi Principerà ricuperò felicemente nel detto giorno nel quale ella fotto lo Steno , venne la prima volta a diuotione de i Padri . Percioche hauuto inditio di quanto poteua foccedcre , giunto inanzi giorno preliba Padoua con mille fanti 5c mille caualli , fi fermò . In tanto alcuni bifolchi indotti a ciò da lui,fi conduflèro dinanzi al la porta della Città,con alcune carra di grano, & afpettaro- no alquanto, perche folk loro aperta. Il che fatto dalle guardie, mentre che i carri badauano a paflare,! fanti giunti volando,pre(crola porta, & il Gritti fpintolì inanzi col re- fio , entrò in Padoua , & paflato il fecondo cerchio delle mura , non folamcnte roppe le fantariede Tedefchi che la guardaiiano per l'Imp.Malìimiliano,mafece prigione Leo nardo Trelfjno, principale huomo dell*Imp.con diucrfi al- tri capi importanti.Di maniera che per quello fòcceflò fi ri hebbe poi quanto s'era perduto,fi come fi legge ampiamcn tenellehiftoriedi Andrea Mocenigo, del Guicciardini , & del Bembo. Il Principe adunque conia Signoria è riceuu^ to alla detta Chiefa dal Piouano , & vi fi celebrano gli offi- ci diuini , Si. fi rende gratiea Dio di tanto acquifto per in- terceffione della Beata Vergine Marina, fi come anco aftei'-, nia il Giorgio. Cur adeant proceres Diu^ pia facra Adarirj luce Marincc» Tojì idus lulij t res quoque pojique dies^ ifoAcc DEL PRINCIPE LIB. XIL lot Accifo Imperio cunBts in nojque coaSlis» 'E^gibus Eurofx^'vrhs ea rapta fuit, Poftea cum Veneti $ rebus fortuna jaueret , ^luo prius "vrbsfuerat parta y recepta die efl. . Andata a San Giorgio Maggiore. L A (òttima .ìndata,èalla Chiela di San Giorgio Maggio 're per decreto fatto l'anno iiop.o fecondo altri rjyp. Conciofiadìe in quel tempo fu portato a Vcnetia il corpo òì Santo Stefano , & fu ripoflo in San Giorgio Maggiore . Onde hauendo il popolo inuitato il Pnncipe alla foìcnni- tà di quel giorno,s"obligò co fuoi foccefibri, di vifìtar ogni anno la predetta Chicfa , la qual lì chiamò per lungo tem- po San Giorgio & Stefano . Altri poi vogliono che la pre- lente andata fi faccia in honore di Seballiano Ziani.Fcr che lafciò per teftamento alla Rep.diuerfi beni, parte pofìi fu la piazza publica, che fono gli ftabili intorno, & parte nell'i- iòla di San Giorgio, pere he vi haueua cafamenti & molinr. Ma Bernardo Giorgio ne i verfi infrafbritti dice, che hauen do i Cani de i frati , sbranato & morto il figliuolo dei Doge Pietro Ziani , mentre o ui notaua, o ui andaua a fpaf^ fo per un giardino , il padre commoflb da accrbiffimo do lorcfèce ardere il moniftero co frati indeme . Et che il Pa- pa hauendolo grandemente riprefò, volle che rifaccfle il luogo , & che tenefle i monachi in conto di figliuoli : Oc ch'ogni anno co fuoi foccefibri andaffc a vifìtar la Chicfa Ciel giprnoj della Natiuità di Chriito , ^d "vada diuertenSy & Sancii [lagna Georgéj , Vnica progenie s ^j^es auoaue fola Duci Sy Ece Dum DELL'ANDATE PVBLICHE Dum nandi Jìudto falfis /verfatur in^ndisj Aiyfìramm a> canibas dilecaratus ohtt , ExtinEttim "vt natum Duxfenfit concitus iray Combufsit monachos , cmobiumque facrum , Maxìmus hocPr^fulfallumfojlauam audimt illad» ^on tulit y tratum corripuitque Ducem\ Exin Dux monachos ìllos 'Vtce prolis habercr lu^iiSy^^ exuflum rejiituijje locumy Vnde facras cedes ^tfìt Dux quolìbet anno , Et fanElo lujlrat cor p ore, Je Stephani^ •Andata in San Marco . IA ottaua (& qiiefta è la principale) la fa in San Marca -^Protettore Oc Gonfalone della città . Gonciofia che edi ficata Veneti a l'anno 42 £ .fi crede che il popolo haueile per Auocato San Jhcodoro , la cui Ghie/à fabricata per voto da Narfcte GapitanodiGiuftinianoImp.. 115. anni dopo redificatione di Rialto . 6c efìendofifcorfoperlofpatio di 264.anni fottola tutela del predetto Santo,auenne chel'an no.8 28.a ^i.dì Gennaio,fu portato a Venetiail corpo di S5 Marco,da BonodaMalanT;OCco & da Ruftico da Torcello, cilèndo allora Doge Angelo Partici patio con Giuftiniano fuo figliiiolo,& altri dicono Giuftiniano Iblo . Onde ricca to dalla Città con allegrezza in comparabile (con ciofia che per qualch'anno inanzi s'era diuolgato per tutto,che lo Spi rito Santo haueua predetto a S. Marco , paflando ir^ Italia , che l'offa fue quando che (ìa , fi ripoicrebbono in quefte la- gune) il Principe deliberò di firgli una cappella : & pollo mano all'opera , lafciò in teftamento a fuoi focceflbri che fi finiflc,con iritentione che quefto Euangcliffa dóuefle cG icr il tutelar Santo della Città; poichcfi tenctìa pcrcofa ' certa DEL PRINCIPE LIB. XII. loi ccrta,che (otto la Tua cuftodia , l'Imperio di qucfta natione doucflccrdcerc^Sc mantenerli perpetuo per lalutc del ge- nere h umano . Da intìi in qua (ì rcuerì San Alarco, & i Prin cipi vollono che la Tua Chiefa todc la loro cappella. Et nel- la Illa teHiuità lbléne,chc viene a 25 .di Aprile, ordinarono le proce(Iìoni,& diedero conuito alla Signoria , 6; comin- ciarono a fpiegar per tutto nelle inlegnc & in ogni altra co fa, la figura di San Marco , bora in forma human a , 6z hora ra in fórma di Leone con l'ali , fi come fu \ eduto dal Propheta Ezechiel . In quel giorno adunque feiicilfimòa quelto Imperio, il Principe difcende a ballò co la Signoria, a gli offici diuini , & in tanto tutta la Chierefia della città s'apprefenta in piazza procelTìonalmente . Alla quale l'an- no 1 502. fu pollo ordine per legge , accioche non nafcefìè confufione per la precedenza fra loro. Percioche fudatui- to ch'i primi in ordine follerò le Scuole Grandi: & dopo loro vcniflcromtti i frati, cioè GieIuati,San Sebaftiano,Sa ta Maria di Gratia,i Crocicchieri,i Serui,i Carmini, San Stc fano, San Francefco, SanGiouanni & Paolo, San Saluado- rc, la Carità,Santa Helena, & San Giorgio . Et dopo quelli veniflèro nouecongregationi di Preti . ócdopo loro qiiei di Caftello.i Manfionarij di San Marco co i capitoli , i fi- nalmente la Signoria. Ma il Giorgio,nella fopradetta mate ria è di parere,che quantunque San Marco foflè reueriro co me Auocato , fi teneflc però per principale San Theodoro. Et dice che l'inlègne Se bandiere con la figura di San Mar- co non fi fpicgarono fé non nelle guerre co Genouefi.^Per- che hauendo elfi per loro Auocato San Giorgio non pun- to differente da S.Theodoro nell'habito & nel l'armadura-, ingannarono fpeflc volte i nodri, con trafaccndo l'in fegne nel le galee. Onde per Icuar quel pcricolofo dubbio, fu mèf lòillìmolacro di San Marco nel le bandiere in cambio di i S.Theodoro,& per tanto dice , .i»- Tendehant SanEli Theodoriinjìgma Ciues , ^driacique domi^ tum pariter(]ueforis , £ee 1 Cum DELL'ANDATE PVBLICHE Cum Ligure a fi auoniam quam plurima bella uigeha, Tendebant eandem qui p ) opeftgnaforis, ^e dolus inferri^ aut damnumfihipojfet ab hojìe, Trima eafanxerunt ponere fìgna Tat^r^es , tyddueElum bue tifarci fueratpaulo ante 'Beati» Corpus ab Aegipto , non fine mente Dei . Attarda quare omnes fìatuerunt fumere ftgna , Euentura fibi profjjera cunEia rati ^ Hinc Dux o^auo A4aij quocunque Calendas , Templum adit , hinc epulo condecoratque ^Patres^ Andata per la Madonna di Marzo. LA nona è parimente in San Marco , per l'annunti.atio- ne dv^lla Madonna a 2 5. di Marzo . Si ha per certo che . quando Radagaflb pafsò con gli Ipigothi & co i Gcppidi in Italia, il deflè principio alla habitationedell'Ifole di Ve-; nctia . Percioch'eflendo gli hiiomini della Prouincia fpa- uentati per la Tua venuta, lì fuggirono alle lagune : ma len- za far.ui altre ftanze, fpcrandodi ripatriare, tofto che foP le celiata la moleilia dei Barbari, che fu l'anno 407. Et perche di già l'Imperio di Roma cominciaua a declina* re , &LÌ Barbari a prendere tuttauia più vigore & forza Ibpra di lui , conciofia che douc per auantifoleuano ar- meggiare fu le frontiere preualendo a poco a poco, pafla- lono, non folamente nelle Prouincie vicine a Roma, ma andarono anco a Roma& la mandarono in rouina, per quello entrando Alarico Re de i Viligoti in Italia l'anno 41 5. & haucndo con lungo afledio prefa oc facchc^ giata^ Padoua , i Veneti eftinto il fuoco apprcfo in cafi per DEL PRINCIPE LIB. XII. lo^ pcT voto fatto a S.Iacomo, & il miracolo (c^uito della pioggia,fabricarono la Chiclaal predetto J3ato,iì come noi dicemmo in altro luogo.Et l'anno medefimo a 1 6.diMar zo,lì prefc partito nel Contìglio di Padoua,eflendo Conio li Galiano di Fontana , Simone de Glauconi , & Antonio Caluo de Loiiani,di fabricare vna città portuale in Rialto: & fu fatto quello editto . Si quis naualisfaber ,fi quis nautica rciperrus , co habitatumfe cyntHlerit, is immunis efio . Seruis tamen crproditioms , acfnlfìtatis damnati exceptis^irc Con ordine che vi fi tenelTe vn'armatapcr eflcrcitarfì nel mare, & nelle oc- correnze della guerra per guardia del porto , & furono elet ri tre Con (òli (òpra l'opera per due anni . Et coli a i 2 5 . di Marzo, fui mezzogiorno, fi diede principio a fondar la Chiclà, & laCittàdiVenetia,cflèndoilcicloin fingolar dJfpofitione,fi come da gli Aftronomièftato calculato più uolte . Et neramente con felice & fortunato principio per uolonta di Dio,afinedi fblleuarla libertà,5c lanobiltà d'ltalia,la qual doueua andar del tutto in rouinapcr la par- tita di Coftantino . Conciofia che rimanendo in preda de i Barbari,uolle che nella declinatione dell'Imperio, furgcf fé una nuoua città libera & chrifiiana j U qualefoOe ricet- to de i nobili , & foftegno dello fplcndore di quella giii do- minatrice Prouincia . ond'ella nacquecon aperti inditij di' ciò che doueflè riufcirc . Conciofia che il primo Sacerdo- te che fu pollo nella nuoua Chiefa di San lacomo , hebbc nome ( fi come il dille più adictro ) Felice,&: il primo Prin- cipe che trafporrafìè il Trono Ducalca Rialto fi chiamò Beato,oaero Angelo , quafi cfpreflamente inferendo il cicr lo , che quella parte per ogni qualità fuadoueflceflcrFeli- ce,& Beata,& Angelica per habitationc.Oltre a ciò le le die de principio in tempo che gU huomini erano molto più fcruenti nella religione , come più uicini a fecolide Santi padri. Nel mefedi Marzo, ueneraro anticamente dagli Egitti) , & dall'altre più eccellenti nauoni . Et nel quale il niondo fi riuefte di nuoui colori,rinfrefcando le fue perda te bellezze . Et il qual fu tenuto da gli antichi Pàdri,& da i Ronuni , il capo dcU'anno/i come teniamo anco noi . Et nel . DELL'ANDATE PVBLICHE nel quale aucnne il miftef io della redcntione del mondo", per la morte di Nollro Signore . Nel giorno a punto , che hBtatifsima Vergine fu annuntiatadal mefìb celc{l:e,della incarnatione del verbo di Dio . Nella hora , ch'il Sole era nel maggior colmo del Tuo fplcndore, Nel monumento del più fupremo puto che fofcnel cielo. Per quefto princi pio adunque tato alto, & illuftre, accioche riufcifìè ammi- randa città , predetta recodoalcuni,da Ezechiel,doue dice. n^fiendamad terram ahfque muro . Fen'iam ai quiefcentes habìtan^ tefqueftcure . Hi omneshabìtint fine muro, uecies & porta nonfunt eìs&c. Et dal quale (1 prende la natiuìtà di Venetia . Et per «luci IblennilTimo giorno conlacrato alla madrr di Dio, la Rep.facédone lieta commemoratione,ordinò,cheil Prin- cipe con la Signoria , difcendefleogni anno in S.Marco,6c celebratili gli offici diuini della mattina, uì udiflèdopo dc- iìnarc una predica detta, che fi fuol fare dal maggior predi cante che allora fi ritroui in Venetia. Et di ciò il Giorgio fcriflè, ty^Tatauù fondata die hocfuit inclita nojìra 'Urhs Excidium patria cum 'veritifque Jua , Omnia nam ferro 'vajlahat , ^ c^tiU flammli IBarlarm , Italiamfuppeditare *volens . Marcia mocirca flatuerunt rite quotanni^ Z^irginis oh laudem ^ifere Tempia Tatrec . Dux ex hoc igitur luce hac comitante Setiatu Sacrum adity^gratei Dis retulij^e folet . Trateriere anni nojìra VrhsyUt condita f rimo ejl Ad die ac Centeni bis duo terque decem , H^c eadem ^t totidemfcelix pertranfeat annos Ferie pr^ces 9Mari{ps rrìbumst^'enetuèum^Y^pofitUl Seijatus'j &■ alcuni altri hanno detto'. M Tribuno di Fene- tia,SenatGr,& Vopolo.ó^ nondimeno l'vna & l'altra d'cfle in- fcrittioni none rcra.Pcrtioche quanto alla priiiia^ egli feri ne a Tribuni , & non i Tribuni a Calfiodoro. Quanto alla feconda ferine a pia Tribuni,& non ad un folo . Adunque accioche la verità habbia fuo luogo, mi è piaciuto di regi- ftrar la leLteya di Calilo doro in quella maniera apùto ch'el- la fu fcritta da lui.ll quale fu liiiomo illuilre nel renipo fuo per dottrina & per maneg?;io di cofe di Stato , come quel- lo che fu Secretarlo diThéodorico Re de gli Oftrogothi , l'anno 4P5.& di Theodato fuo foccefìbre , Oc fattoda loro Senatore, Prefetto del Pretorio o Palazzo, ócGouernator di Rauenna. Ma fatio poi delle cofedel mondo fi fece mo- nacOj&'fcrìffe fopra i Salmi;6c compilò la Hitlori'a Tripar titalcrittagiain lingua Greca da Socrate, da Sozomeno & da'Thébdoreto V€(gouo,6c pcrlonc,eccellenti.Et fu cofl-ùi in'qucftc parti,&vidc l'Kblé delle lagune yy.in oo.anni,do- pol'edificationediSanlacomo di Rialto. Ond'io non lo a qual fcrittura fi pollòi predar più fede che a quefta, pò- ih in un libro d'altre fue lettere raccolte, & da lui me- defimo allora publicate , & intitolate Variarum . diqe; adunque^.'' '^^ ■■/■'[,^':y'' '. /■ -^'-Z- , . 1-^ CTy;f.PRt Tjìrìa ■p'm'i & olà fpecks qua- ■■ rum pT^fenli anno copia ìndnita perfnàt'ur , ad I^auemaum fetifi-i' ter dìrìgeret manftonem . Sedvos qui numero fa naHÌgia in eiufcon-'' fnìopoljtdeùs , prri deuotionis' gratta promdete , ut qwdilla parata ' eH tradere , yos HnelèdtVi'f^b celcicate portare . Sìmilis erit quippe • ytrifquc grafia per fe^iónis , quoniam unum ex bis àiffociatum implert r.onpermitnt efftClum . Ejìote ergo prorhptijjimi ad mina qui fapej^ci ■ tia tranfmittitis infinita. Ter hojpuia quodammodo uejìra difcurritii ^ ■ qui perpatriam nanigatis . ^cceditetiam commodis ueHris , quòd vo ' bisalmd iceraperitiAr perpetua ficuritate tranquillurri, IS^am ctnn' yeritis JmieMus mare fuerit claufumyUi'a uobis panditur per DE P R I N CI VI PMfB. XIIL S>5 } Htnxnìjjima flmiorum.. CariM velìra flatus ajperos non pàuefcunt, terramcum fumma felicitati cominguht , & perire nefdttnt qnx fre quenter impingunt . Vmantur cminus quaft per prata ferri, cum eorum contingii alueum non uideri , Tra^<£ funibus ambulant , qua Jiare rudentibus confueuerum * & condiiione mutata pedibus iituant tfomines naiies fms . /^ e^ìrices fine Ubore trahunt , & prò pauoìc ■ uetorum , utuntur pa/fu profperiore nautarum . luuat re/erre quem- admodum habitationes vejiras fitas effe profpeximus . Venetim pr$~ dicabdes quondam piene nohiiibus , ab aufiroB^uennami Tadumque continuum, ab Oriente iucunditaie lonij litoris perfruuntHr» ubi al- ternus ^ftus egrediens modoclaudit , modo aperit fkciem , reciproca inundationc camporum. Hicuobis aquatilium auiiìm mare domus eU . Islanque nane terrefiris ?nodo certiitur infularis , vt illic mar . gis xHimes effe cycladas , ubi fubito locorum facies rejpicis immuta- tas . Earum quippe fimilit Udine j per aqmra longe patentia domi- cilia uidentur jparfa, qua natura protuUt illigatis terrena illic con^ gregata folidata aggregatur jC^ marino fluSiu tam fragilis munì- -tionon dubitatur opponi , fcilicet quando uadofumlitus moles eij ce- re nefcit undaruìn ; & fine viribus fertur quod altitudinis au- xilio non iuuàtur.. Habitatoribus . ìgìtur una copia tH ut folis pifci- btts expleantkr . Taupertas ibi cUm diuitibus fub aquabilitate con- utuit, Fttus cibus omnesrefìcit .habitatio ftrnilis uniuerfa conclu- dit. Klefciunt.de penatibus initidere . & fub hac menfura degen- tes euadunt uitium 3 cui mundum conjiat efie obnoxium . In fa- linis antemexercendistotacontentioeU . prò aratris , pno falcibus y cylindros uoluitis . Indeuobis fru£ìuspmnis enafcitur : quando in ip- Jis , qux non facitis , pojjìdetis . Moneta illic quodammodo percuti- tur uióiualis, ^rti uefìrx omnis flu^us addi5ìus eH. Totefl au- rum aliquis minus qu^rere . T^emo efl qui falem non defideret inuenire. merito , quando iHi debet omnis cibus , quod poteH ef- fe gratijjìmus . Troinde naues y quas more animalium ueftris pa- rietibus illigaftis, diligenti cura reficite. ut cum uosuìr cxperiea- '■ tìffìmus Laurentius , qui ad procurandas jpe cies dire&us efl , commo- neretentauerit y fefiinetis excurrere , Quatenus expenfas neceffarias nulla difficultatetardetis: qui prò qualitate aeris compendi 'Amuobis eligei e poiejììs iùnerìs^ Dal- f- DEELLE VITE T Dall'antecedente fcrittura adunque poffiamo chìaramS te comprender con verità, molte cofe degne diconfidera- tione. Percioche per la prima fi uede ch'efìi non furono del tutto poueri , ne meno ignobili peccatori, ma potenti, poi ch'in fpatio di 77. in 80. anni dopo l'edificatione di San la- comojhaueuano cofi gran copia di vafelli & di legni,dicen do Cafljodoro , ^os qui mmcìofa nauigia in eias confinio pojjìde^ tiSì& renetix piene nobilibuSé Oltre a quefto erano perciò (limati & carezzati molto per tutte le parti doueelTinauigauano, quafi ch'andando ne gli altrui paefi,andaflèroacaialoro, tanto erano amati, fi come fi intende per quelle altre parole. Ter hoJpUia quo- dafnmodo vefìra difcurùtisy qui per patriam nauìgaùs . Si vede parimente per ladettta fcrittura quali fofìeroi confini della Prouincia in quei tempi . Conciofia che dal- rOftro tcrminaua a Rauenna & al Po . & dall'Oriente coi lidi diletteuoli & ameni del mar Ionio . Nella qual Prouin eia era per tutto pieno di perfone nobili , cheli ritirarono nelle lagune. Si conofce anco la parità ne gli habitatori di efle Ifolcjla qual confcruatrice d'ogni cófortio humano,vi era in mol ta perfettione. Perche vi viuenacon vgual conditione,cofi il pouero come il ricco : & vi vfàuano un medefimo cibo: & habitauano ftanze pari d'altezza & di capacità , & fatte tutte ad un modo , per edere interamente , \\ come d'ani- mo, cofi anco dicofeefteriori vniformi & cócordi. Accio- che non foflc cola fra loro per la quale haueflero cagione d'inuidiarfi l'un l'altro , vitio nel vero , che ha fempre cor- rotto il mondo. Era ogni conterà fra loro (fé pure ve ne era alcuna) nel fare il fale vfando in luogo di falci & di aratri-, il cilindro col quale fi fpiana & fi aflbda il fale . Dal qual fale efll ne tra heuano quell'vtile chegliforniua delle colè neceflarie al Viuere humano & ciuile. Si foggiugne poi , ^foneta Ulte percutitur qmdammodo ^iElualis, cioè vi fi batte moneta , non per am maffar nelle caflè , ma per DE P i^ IN JC l:iP,I it:IcB. XIII. 209 iijhetbfìcdiKuue, 6c picciola., ^ vÌLialc„pi fogno delle pei: fone, pcrciochp peraltro, hiabitatonbuSidice egli y una copia. eHtUtfolapillibifS expkantuY iDal qnal luogo (ì caua,dicendo i5PeycMr/?'-<)',c;heiioii è yerQ,^p|iicicri,Liono alcuni, ch'i Vene .ti haucilcro licenza di batter mpncra,da:Ridolfo Imperatp -r^ l'anno 9 tv^J^erghc nel j-uincipio della llep.i; Veneri ordì .natono Zdccs) per vip loro,iì conìCanco ilprcdetto Ridol- /c^^confeilìail medelìnìo>i>cl.ruo priuilegio, dicendo, Simul- que eìs iit4mi monetam concedimus , jecundum quod ecrumTrouincìa Ducts^a pYÌfcìs temporibus confueto more babimunt, .t >Vedi^nio.ctiandip per l'inferi rtione.di quefta lettera (iij terpretataijnale da.chi (laiiipp l'opere di Callìodoro, perciò ^he trouando,r>v7;«wiV A/<3rifi»2o>-«w,J>^;v^ro»',PP.di(ì:e(^ le due PP.in Popolo,doiiendolc difendere iti, Vrd&fiQusyVratonoy ch'era cognome di Callìock)ro , Senatore , & Prefetto del Pretorio,allora degnirà in vfo di quella gente , quali dicet f^Tribunis MavitimùYHm-t Caffiodorus cognomento SefatoryTmfe^ ^thsVrMoYÌo )!Ì:>7Ì)i0chc,i;Tiibuni il quali egli fcriuc, &nori ad Via fplo i era H Configlio iGrande della P..epub. dal quale ■^rocedcuanp tutte l'attioni dell'anrico gouerno,che qu^m- do vi folle ftatovnloloTnbuno(fi come alcun dice che vi fu per vn tépo)nó harebbe detto Tribunis,ma Tribuno:on de in ógni luogp doue fi legge,al Tribuno,SenaroreM5c Po- polo è conqrrore &,cofi)doue fi legge, Tribunus Venetia- cum,fc.riuendppiir^doro a Tribuni, òi npi^ilTr^biji^pjg. Can'ÌQdorp;.rij',r;> ,:>^.o( : .. r,,- ■ ■,_ ^ -,rU JBra pcjtr t'atoàllora^come bnfa del goucrno, il Connglio generale delle genti ridotte nelle lagune.! erciochc efendo Ili rifuggiti diueriì popoli , è vcrilimile, che (ì liducellèrp innemeperdeliberareintornoallecole loro, o ogni Ifb.'a da per (è co fuoi habitanti,o tturc infeme in un luogo fo!o ^ a certi tempi ordinati . Nelle quali adunaze pt:bliche,troua doli tutto il corpo delle perlbne, arie a ciò, fi iratraiKìno le faccilde.Qiicfto princi}:a!c,6: laido fcnc-amédo della l«cp. fu fcnipre confcruato nel iuo Liigorc,coli in tempo de i 7 ri Ggg bulli DELLE VITE buni , come anco dei Macftri de Caualieri,5c deDogi,qu5 tunque alterato dal più al meno. Et fé bene non fi troua cfprefla mentione di quella parola,Con(ìglio Grande,auan ti l'anno 1 1 20.0 iui intorno,lè ne ha però notitia, a chi oC- fèrua bene le fcrittureantiche.Et per confermationedi qua to ho detto,aggiungo , oltre alla lettera , quefti altri luoghi tratti da approuate (critture.L'annop5 8.diChrifto& 5^8. della Città : facendofi prouiiione fopra coloro, che vendc- nano i Chriftiani per fchìaui , fecondo l'abufò di quei tem- pi , fi legge nella deliberatione della prohibitione, quella daufiila. B^uodiO in Cune Talatij. D. Vetro Duce Candiano , ma curn D. B9 noegregioque Vatriarcha,& cum Venerabilìbus Epifcopìsy^ prima" tibusnoflrìs y in publìco placito-, cioè in Configlio Grande, che cofi vuol dire quella parola , publico placito, cioè nell'adu- nanza publica, oc generale del corpo del Configlio, doue erano i primati , cioè , Tribuni , o Confìglieri del Doge. Et l'anno 97p. in unacartadi quietatione fatta daVital Can« diano figliuolo di Pietro Doge , chefii morto dal popolo , i6c Patriarca di Grado, fi ìc^^c.Quodnos per Comune cotìjiUum éediUis f^aldradte matrinete mea.Ter commune Conftliumy cioè per lo Configlio Grande, & perconlènfodel publico adunato in Configlio . Et l'anno i oop. fi troua fcritto. Tempore Oda-- nisOucis fue^unt omnes Equiknfes interpellati de decimo in publico flacitOiCÌoè in Gran Configlio. Et l'anno 1015 .OtBo Dux una cum ludicibus terrxy& populo FenetU . cioè col Configlio Adii • quc Ci vede che ci era il configlio : & ch'era nato ab anti- quo, & non ne tempi del Ziani Doge , che fii l'anno 1 1 7^0 come ferine il Giannotti . Il qual Configlio hora fcemato & hora accrcfciuto dalla lunghezza del tempo, & da gli ac cidenti corfi in fpatiodi8oo.anni,conuoueriforme,fu poi l'anno iap7.fl:abilitodinuouo,felicemente, comefi vede. Ci era mcdelìm amen te,ol tre al Gran Configlio, vn corpo de più vecchi,6c efperimentati dellecolèdel mondo,che(i chiamaua Senato,doue i Tribuni, ne primi tempi, 6c poi i Dogi ne gli anni fuficguenti, proponeuano le materie im- portantijóc ui fi df:Uberaua fecondo il bifogno . li qual cor- po DE P R I H C I P .1 L I B. Xin. S.Ì& '2,\o pò forfè crn quello che hoG;gi è detto Qnarantia Criitiiiia^ le,dclla quale non (i ha cognuionc alcuna quando nafceflè. Et qfti tali del >cnato , crederò che lì chiamaflèropcr ordi^ Ilario Senatori, per che Ira diuerli tellimoni iòtrofciitti nel teftamento di Giuftiniano 1 articipatio Doge decimo , va di loro fottofcriue in qnefta maniera . Bgo loanncs Senamf et Cermanus DJaflimani h}y>aii.Et: ancora che (1 poreflè oppot- rc, che quefta voce Senatore foflèflimiglia, percioche fra le cafe Venete era anco la Cafà Sen^uora o Sanadoia, iì può rifpondere, che la detta famiglia no venne a Ycnetia fc no l'anno p 1 2. & la foprafcrittione fu fatta Tanno 8 9 onde non fi può tenere al trnmcn te, fc non che folle titolo di de- gnità , & Giouanni fofie imo del corpo de i Senatori. Simil mente i Tribuni furono capi di tutto il corpo delr la Republicad quali Tribuni s'introduflcró dopo il primo gouerno de i Confoli . Percioche eflèndoricorlì in queft« Ifole diueriì popoli , è vcrilìmile,che i meno potenti , & di poca fortuna haueflcro l'occhio, & ricorreflcro per confl- glio , & per fauore a i più potenti , & di maggior fortuna < Dal qual ricorfo oc concor(b,fi dee credere che nafceflè l'or dine dei capi gouernanti, oltre all'ordinario deUa natuta che vuoici ch'ogni corpo hgbbia capo. Percioche oiri ogni Ifola da per le , o tutti glihabitanti delTlfole, ridotti in un Conf glio gcnerale,fi crearono i Rettori, di maniera che dalla publica adunanza nacquero iMagirtrati*! quali nel principio dopo i Confoli , furono.i Tribuni. Percioche i Conlbli fiirono in tempo , che l'ifole non erano ancora pìene,& allora , che fi attendeua alla fabrica di Rialto, con animi dubbiofi, le fi doucua (lare o nò in quelle acque. I quali Cófoli durarono per lo fpatio di? co 54. anni al piti;, dopo la prima edificationc di Rialto. Conciolia che com- parendo di continouo dalia Prouincia di Vcnetia in quefli luoghi : huomini di altre città che di i'adoua, (òpra a quali i Padouani non haucuanoauttorità alcunri,cclìaiono i Co foli , & furono dal publico placito , 6i confcnlò del Confi- glio de gii hnbitanti, creati Rettori & capi della Rep. non un lòlo ma diuerli.I quali Rettori din i fi per ogni Ifola , cllì Ggg z chia- ' ' : B E L 1^ VITE chìamaroftO Tribuni . Perciochc o ciei-iui qnefto nóme dalla Tribii de gli Hebrci o de Roiriaiii, o da auttorità ii\ili tare i o da qiial fi voglia altracagione,in quefìa parteTrihu Ho non vuoi direalrrO clic, Protettore, difcnfore, capo^Sj goucrnarore di coloro da quali era eletto . Il qual titolo cor leua allora , & era comune per tutte le Prouincie di Ycne^ tia 6c'dell'llh-ja , & per dioerfè altre parti tenute in Italia in t]ueltcmpó da Greci 3^come titolo non» punto fu perboo gonfio , ma (ignificatiuo di dominio libero oc volontario, mi fouiene hauerlettoin vna efamina fatta l'anno 8 04. da ÌZzone,Cadolao,& Alone Conti , & Commefìari in Iftria di Carlo Magno, lo pra l'eflordoni fatte a quei popoli da un Duca Giouanni gouernatore in quella Prouincia i perno- liiedel dotto Carlo, elìcndoui alTilknte Fortunato Patriar- ca di Grado , quefte parole intotnó alla degnità del Tribii?- natOidel Hypato,& degli Efcufati,uòci non beneintefcda molti , & però'dame pofte in quello luogo , a dichiaratio- ne di molti palTi che fi leggeranno più oltre . ^b antiquo tem poredum fìiimiisfub potefiate Grecorum Jmperij (coli dicono gli Iftriani nella detta efam ina) habuerumparemanofiri covlimudi fìem habendi aHi4s Tribunaii,Dómeftkos/eH FìcarioSyncc mn Locifer uatOY (erano tutte le predette voci di degnità) eìr per ipfcs ho^ notes ambulahant ad comimonèm, et fedebam iti confefiu urrns qutfq; pirofilo honore . Et qui volebant meliorem honor'è habere de Tribuno^ ambulabat ad Impevium , qui illum ordinabat Hypatum . Timc ille qui Imperialis erat HyHatus,ino?nni loco fecundum illum Magijlra- tum Militmn pnecedebant . & più di lotto . Grecorum tempore ommsTribunùshabebat'Excufatos quinque et cimplius etcATxì- buni adunque fi crearono, non folamentedal principio & fino a tempi del primo Doge,che fu Paoluccio fanno 697. ma per molti & molti anni da poi . Si troua che del 7 5 6. che fu l'anno 5 9. dopo l'erettione del Ducato , Domenico Monegario Doge Sefto,hebbe per afllflen ti due Tribuni da tilidal Gran Conliglio, per affienare alquanto la troppo li* centiofa auttorità ch'egli haucua. Etnei teflamcntodi Giù fìiniano Doge X. l'anno 828.10110 diuerli Tribuni fotto- fcritti come teftimoni , in quella forma . Carolus Tnbunusfì- lÌHS DE P R I N C I PI L I B. Xni. iFi llus Bonoft Tribuni & Trìma'.es . Bafilìus Tribuntis ex pruicepto Do- mìni liiUiniani Hypato . Sigìmm mei loann.t:^ Tribuni ; £t l'afi- no 880. è fciitto in vna carta d'accordo fra il Doge Orlò 6c Valpcrto Patriarca d'Aquilca . Ego ^rmatus Tribunus de Lu- prio . Ego yigilim Tribimus de Geminis, di maniera che fi vede, chenoneranoTribuni, cioè della famiglia Tribuna, ma Tribuni , cioè capù & gouernanti, l'vnodi Luprio , chera Ifola nel Seflicro di Dorloduro , & l'altro deil'Ifble Gemi- ne,deLte Gemelle, ch'erano nel Seftiero di Cadello , ma |5e rò auanti che Venetia folìe coli folta di habitationi,óc diui fa in Seltieri . Et l'anno p8 ^ .fi fa mentione in vn'altro ftro mento di patto , di vn Pietro Andreardo Tribuno . Onde per quello fi comprende , che gli fcrittori che dicono , che dopoil primo Doge non fi troua mennone alcuna de Tri buni, s'ingannano , i\ come anco s'ingannano tenendo, ch'iMagiìtratiócGiudiciiiellaRep. furono introdotti & creati nel tempo del Doge Sebaftiano Ziani . Percioche del 8op. nel quale il Dogato , fu ti-adotto da Malamocco a Rialto, a troua , oltre a Tribuni , fatta mentione dei Giu- dici. Conciofia che in vno ftromento del Doge Angelo Participatio primo Doge in Rialto.del 8op. lì legge. Egojlngel'AsVanicìpatio meamanufcripfi. Ego Tctrus Caloprino ludex^manu meafcrip/ì . Etl'ànno 8p2.fi legge in vno altro priuilegio fatto alla ter- ra di Chioggia, Ego Tetrus Forentio Index mea manufcrìpft. Et l'anno PP7. in vno accordo publico è fcritto . Decrem- mus omnetam ludices & nobilcs hominesVenetiaè , quam mcdiocres a maxima vf^ue ad minimum , hanc paginam iteri D Vetro ì'rfeo^ loy&c.Et l'anno looo.gli huomini di Capo d'argere dicono in vnacompolìtionedeloro confini col Y)o^c . Quoniam a prafcnti die venimus in lege^^ iudicium ante ucHram prafemiarn ,et ueiìrorum nobilium ludicum tendi , et parte bonvru bominu ibide adft fìente. Et l'anno 100 >. B^fidentib. D.DuceSyetDominico Epifcopo ^uoaUenfi ,feu Leo Epifcopo Mathemaucertfiy ludices ^ et magno- rum nirorum conglobatio perfiHentes . Et l'anno i o 1 5. J^cs oiho ^uxunacum ludicibus Tena. Et l'anno 1 100. J^os Ordelafus . Falttro 15 ELLE VITE Patetro T>ei gratta Dux f^enetìarumtcum no^rìs ludicibus &€» Ego Tetrus Baduarius ludex^ Ego Dominicus falétro ludex. Ego Dontinìcus de Canale ludeXj&c, Le quali tutte memorie auanti a SebaftianoZiani , cheru del 1 1 7?i fanno fede di quanto ho detto » Onde fi dee dire, che nel (iio tempo no cominciafleroiGiudici nella Rep. mas'ampUafTeroin maggior numero che non erano per l'adietro,(ì come s'è poi fatto fcmpre > fecondo roccorrcn- ze delle co(c* Ma ritornando noi di niiouoai Tribuni, Nicolò Zeno amplini Senatore, & di molta auttorità per l efatta cognitio ne ch'egli haueua deirantichità Venete , ferine, chetlopo i Confoli, entrarono diuerfi Tribuni al gouerno,i quali du- rarono per lo fpatio di 5 0. anni * Et dopo loro fu fatto vn Tribuno folo, che gouernò llfòle per Scanni continoui * 1 quali finiti fi fecero X.Tribuni in luogo di un lòIo,& quc fti mantennero la Rep.per i j o. anni , a quali XXi aggiunlc- ro poi due Tribuni, allora che fi fabricò la Città di Kera- dea, onde furono dodici, che durarono fino all'anno 697. nel quale fu creato il primo Doge. La quale opinione del Z^nononè punto contraria a quanto ho detto, intorno al corpo della Republica . Percioch'egli ragiona (blamen- te quanto a i Tribuni come capi , & non quanto a gli altri membri d'efla Rep. prouati da me con fcrirture antiche 5c degne di fede , & fenz'oppofitione alcunaTuttauia mi ri- metto in quella parte , a tutti coloro che hanno migliore & più piena intelligenza di me , in cófi fatta materia * Ora durando ancora il gouerno de predetti dodici Tribu- . ni (i qua li mentre e he fra loro contendcuano della prece- denza , diedero occafionea i Longobardi d'allàlire fenz'al- cuna refiftenza i loro confini) auenne che alcuni de popoli circonuicini,vfccndoa vfanzadi Ladroni, qiiafi per comu coniiglio,da diuerfe bocche d i fiumi , aflTalirono la citta di Hcraclea,di Gradò,& di Rialto. Ht alcune naai di mercan- tie venute di Leuantc,5c malamente guardate & cuftoditc, da i Vcncti,ftirono prefe da i Corfari , entrati di notte nelle lagune: DE PRINCIPI L l'B. Xin. pi^ 2-/2 lagune : prima che le guardie auiluppate nel (bnno,hàucl& ro potuto fapere,che gente gli hauefl'e allaliti. Ma conofciu ta la cofà,5c leuato il romorc dall'altre naui vicine a quelle, vi concorfe diucrfà gente , & venuti alle mani co i cor(àri , vi fi fece un mezzo tatto d'arme, nel quale ui furono am- mazzati & feriti molti, coli dall'una parte come dall'altra . Perche ripieno ogni cofa di lamenti & di doglienze , fi adu nòilConfìglioin Heraclea.Ncl quale eflendofi difcorlb lungamente fopra la conditione di quei tempi , & confide rate le forze de vicini popoli & le loro, cominciò ciafcuno a ricordare diuerfi rimedi per aflbttar le cofe loro.Alla fine venuti in contefa per la diucrfità de pareri , Chriftoforo Pa triarca di Grado huomo fingolare di vita & di lingua ," do- po vna lunga & grane oratione,gli conduflè a far delibera- tione di creare un capo della Rep.Ma inazi che fi venifle al- l'atto, penfarono a due colè . L'una all'auttorità ch'egli do- ueflè hauere,&al nome colquale fi doueflè chiamare3& l'ai tra a prouenti , che gli fi haueflèro a dare per (bftentarlo . Quanto alla prima,con(èntirono nel nome di Doge, pareti do loro che quella voce di Re foilè troppo inuidiola & già difufata in Italia.Conciofia ch'i Veneti riebbero fcmpre in odio cofi i nomi come anco i coftumi,che moftrano trop pa fuperbia . Et già nell'età de noftri auoli;allora che Federi go Ill.lmp.vennea Venetia, oftcrì a qucfia Città la degni- la Regia. Con tutto ciò nefluno hebbe ardire di parlare in Senato di quello nome,come dicoCa troppo infblcnte.On de portogli il titolo di Duca già frequentato in diuerfi luo- ghi in Italia : come titolo non punto fallofo : vollono che egli foflè fopraftantealle caulè,Ie quali apparteneuanoaUa falute & degnità publicxEt che poteflefare adunare il Con figlio a fuobeneplacito:& conftituire Tribuni Se Giudi- ci , i quali amminiftraflèro giuftitia nelle colè priuate, con quello però che foflè lecito a gli aggrauati, di ricorrere al Doge per aiuto . Et che per fuo ordine fi adunaflè il clero^ & il popolo : & hauendo eletto, prefèntaflèro l'eletto al Do ge,il quale gli deflc l'inueftitura .Quanto alla feconda, deli- berarono , accioche il Doge porcile mantener la riputatio- ne DELL E VITE *? ne &'i1n tanto grado di maggioranza, di dargli Hcraclea per fede , & coli fecero tutti i fcrui libcri,obligandoii al Do o-e in certe cofe. Et (latuirono che tutte le famiglie di CV norba, Remondina, Pigneda, Piane, & Lidi,gli portaflcro, tarano, legne, carne, & nini , fecondo il poter di ciafcuno . Oltre a ciò gli afìegnarono terre pubiiche&uigne. Coli dice Nicolò Zeno.Fatte quefte cofe fi ridufìèro in Heraclea, doue le pratiche, & le concorrenze de i Tribuni furono ta- te fra loro:chenonlì potendo per ciò eleggere alcun di eflì fu gridato Doge a voce di popolo . PAOLVCCIO ANAPESTO DOGE.; PRIMO. ANNI 6^J. PAoLvccio Anafefto, cittadino Herackano, delU famiglia Anafefta : nobile & fauio huomo 6( di molta bontà . Et gli diedero giuramento ch'eficrciterebbe l'ofH* tio Ilio legai mente, & lenza rifpetto alcuno , '& lo meffero in fediacon fèmplici ceremonie. Ora Paoluccio per corri- fpondereall'efpettationedel popolo <3c de principali, tutto intento al benefitio comune, li mcfìe a raflèttare in mi- glior forma lo Stato della Rep. & ordinò guardie a i fiumi, & gli fece forti con le cartella . & volle ch'ogni terra fecon- do il Ilio grado , tenelle un certo numero di legni apparec- chiati per ogni occorrenza.Còtralìe etiandio amicitia con Luitprando Re de Longobardi, 6c ottenne da lui conferma tione di alcuni capitoli,pcr i quali acquillò, nò pure a fc me defimo , ma anco a tutti i fuoi cittadini & fudditi , diuierli fàuori & immunità, mantenendoli in gratia con quella gè te efferata . Et potei contini di Heraclea, infiemecon Mar- cello Macftro de Caualieri , dalla Piaue maggiore fino alla Piauicella.Et hauendo gouernato 2o.anni,6.mcn,& S.gioi: ni (ne quali (ì dee credere ch'opcrafìè diucrfe colè importa ti, eftinte dalla lunghezza del tempo & dalla carclìia degli fcrittori, fi morì, Con lòmma lode di buon Doge,in Hcra clea,& vi fu feppellito , MAK- DE PRINCIPI L I B. Xm. 2i| MARCELLO TLGALIANO DOGE li. ANNO 717. VEdcndo i Prouinciali ch'il codili Principato era riufci to mirabilmente a profitto loro,6c che lòtto la forma fua lì poteiia fpcrare vtile&grandczzaallo Stato, ridot- tala dieta vniucrfalc in Heraelca, l'anno 7 17. crcaronoìi|| iuogodel morto, Marcello, ch'era Maelhode Caualieri. Percioche,con tutto eh il Principe folle lupremcui erano pero i Tribuni col Maellro de Caualicri , che rappreiènra- nano inlìemecol Doge la Signoria . 1 quali nomi d'offici) erano llati introdotti in Italia da i Greci,come s'è detto al- trouc . Colini tu prudente huomo, utile, & valorofo nel- l'armi. Et ancora che non haucllè occafionedi guerreggia- re, difefe col mezzo di Papa Gregorio Secondo,la Chiefa, oc il Patriarca di Grado, moleltatograuemcnte da Serenip Patriarca d'Aquileatauorito dal Re Luitprando . Et efìcn- do flato p.anni,& giorni z i.in gouerno,màcòin Heraclea Tua patria. ORSO HYPATO DOGE Ut. ANNO 725;'' A Marcello foccefle Tanno y26.CvCo Hvparo ancocflb Heracleano, & dinobilprolapia. il quale con molte opere illultri, acquilo nome honorarodi Principe finsola re. l'crciochehauendo Luitprando po'lol'aiìcdioa RauS na,& prera,v.V dillruttal armata grcca,ri (luco Paolo (i ihucadi Vicenza, ócnmcUcin Stato rnàrco,.»^ et eiia fulapiimaimprcfa che facelicro i Vinitiani ccn Tarmi, Ma ritornato poi a cala come trionfante , & lufeiratafl difcordia ciuile per le colè di Iclòlo , & imputata a lui H h h come BELLEVITE comcpartiale,fu crudelmente ammazzato . Coftui fu Hy- pato Imperiale , cioè Confolo .altri dicono ch'era della fa- miglia Hypata , la quale venuta da Padoua/u poi chiamata Dandola . Ma diftìcilmente iì può intender la uerita in co- fè trattate tanto ofcuramcnte da gli Scrittori.Bafta che que fta voceHypato , la quale è greca , era titolo di degnità, col qual titolo furono honorati diuerfi Dogi,fì come s'è detto difbpra.Et uiflè z.anni,& 5. meli . THEODATO HYPATO DOGE IIII. ANNO 742. DOpo la morte d'Or fo , nacque nuouo difparere fra le brigarcPercioche alcuni teneuano che foflè migliore vn Magirtratoannuale,che un perpetuo: percioches'iltem porale era maUiagio , finendo in capo dell'anno , iì poteua col mutarlo, fperare col reggimento che fofiè buono.Final mente dopo molte difpute accordati inflcme, crearono un Magiftrato pct vn anno, con titolo di xVlaeftro de Soldati fé condo l'ufo de Greci di quel tempo,i quali teneuano ch'il Maeftro per degnità precedere al Tribuno . 11 primo adun- que fu Domenico Leone: dopo il quale feguì Felice Corni cola,&: dopo lui Deodato già figliuolo del Doge Grfo . al quale in capo all'anno foccellè Giuliano fatto Hypato per il fuo molto valore . L'ultimo fu Giouanni fabriciaco, che poco da poi fu priuato di quello honore oc acceccato . Il popolo adunque,fatto certo per fpatio di quali 5. anni , di quato poco utile folle quel Magiilrato per molti accidéti feguiti,ridotto a xMalamocco, per rifpetto delle guerre pal^ fate fra le città di Heraclea,& di Iefolo,che diikuflèro l'vna & l'altra città , tornarono di nuouo all'elettionedel Doge, Et l'anno 742.diedero il Principato a Deodato Hypato Im periale, & ftatuirono che perl'auenire,il Trono Ducale fteflè in Malamocco, florido fra tutte l'altre in quel tempo per hiiomini, & per ricchezze : & cofi quella fu la feconda città che folle honorata di tanta eccellente perfona,come è il DE PRINCIPI L,I B. XIII. 114 il Doge. Ora codili confermò i confini antichi di Hera- clca chiamata hoggi Città Niioua,con Aillolib Re de Lon gobardi,& tèce diuerfè altre co (e a prò del goucrno . Ma ve- nuto poi alla ti ne in differenza col detto Re, & afpirando ancoavendicarlamortedifuopadre, & fortificando per ciò il Camello di Brondolo perfua (icurrezza, Galla (èditio Co & cattino huomo, dato a credere al popolo , per ordina- rio volubile & leggiero , che Theodaro facefìè quello edifi- tio con animo di tarfi riranno afloluto della Rep. locom- molledi maniera, che Tcodato, in capo a 1 3. anni, fuprefb, Ócpriuato de gli occhi, & del Principato infieme. GALLA DOGE V. ANNO 755, ET Galla corfo a Malamocco , poi che vide effettuato il Tuo dilegno, fi fece crear Doge l'anno 75 5. Ma non. andò molto che i cittadini fatti accorti del fuo andamen- to, leuati a roniore & portogli le mani addoffo, glitol- fero gli occhi , & lo mandarono in efilio perpetuo . Et cefi lo huomo empio hebbe il fine condegno all'opera fua, do- po vno annojàltri dicono 2.& mefi due . DOMENICO MONEGARIO DOGE VL ANNO 75^» HAuendo per tanto la città conofciuta la perfidia di Galla,& vedendo per le colè paffate che era neceffario affrenar l'auttorità del Principe in qualche maniera,creato Domenico Monegario l'anno 7 5 6. ^li dierono due Tribu- ni percompagni.iquaUmutandofi d'anno in anno fi tro uaffero con lui prefenti all'efpeditioni delle facende.Et que fta fu la prima volta che fi cominciò a temperar con leggi la potenza del Doge , dal quale effem pio credo io che fofiè- ro tratti i Correttori che fi fanno nella morte del DogcMa cflendo egli di fiera natura & uiuace, Se dando altrui giufta cagione di penfare a liberarli dal fuo tirannico giogo, poi Hhh 2 che DEL LE VITE che difprczzaua i due Tribuni datigli dal Con%lio , il po- polo impaticntc delia feruitù, come quello ch'era nato libe ro , (òlleuaton,lo priuò del Principato & degli occhi, l'an- no quinto altri dicono otto del fuo Magiftrato . E MAVRITIO GALBAIO DOGE VIL ANNO 764. Tin fuo luogo pofèroMauritio Galbaio Heracleatlo/ ' prudente,nobile,& ricco huomo,ranno 764,in Mala- mocco . Et era anco egli Hypato, «3c fi por taua otti mamen renella cura del Tuo gouerno . Percioche hauendo cura a far nauicare,& a crefcer l'cntrate,s'era acquiftato famad'ot timo gouernante . Nel coflui tempo la Chiefa di Grado fli moleltata molto da fuoi nemici, onde i Vefcoui d'iftria tol tifi dall'obedienza di Grado, il Principe dolente che quella Chiefa fcemalledi riputatione, mandò al Papa, Magno Prè te, Scriuiano , & Coftantino Tribuno, Tuoi Oratori , per ri- niediar€,a tanto difiurbo, ma eficndo il Papa uenutp à morte in quei giorni , non fi fece nulla . Oltre a ciò fi creò il primo Vefcouo in Caftello Olinolo . 11 popolo adunque veduta la buona mente del Doge, & defiderando di mo- fìrargli qualche iegno dell'amoreuolezza & reuerenza che gli portaua,gli diede per compagno nel Principato Giouan ni fuo figliuolo. Et allora cominciarono i Vinitiani a vede re in un tépo medefimo due Principi nella Rcp lafciado c6 quello fatto, peffimo eflèmpio a fuoi fotcelloiì. AU'vltimo retto lo Stato per lo fpatio di 2^. anni fi morì felicemente. Onde Giouanni rimafto folo , &: fatto dilfimile al padre (il quale viuedo ricopriua co lehonoratc fue attieni i difet ti del figlio) non hauédorifpetto alcuno al commodo del- la patria,operò di modo, che gli fu dato per collega Mauri- tio fuo figliuolo. Sotto il fuo re2;s;imento il mare crebbe ta to,che quali tutterilolefuronoatlondatedall'acqua. Indi a non molto il Doge mandò Mauritioa Grado ad occiderc il Patriarca Giouanni. Et hauendo Mauritio prefa la ter- ra, il Patriarca prima fu ferito, 6c poi gettato a terra da vna^ DE PRINCIPILI B. Xm. iTs una altilìl ma torre. Per qucfta opera cofi federata , Fortu- nato parente del morto , & Ilio Ibceellbre nel Parriarca- to,gli congiurò centra . £t nella cóginra furono Obelcrio Tribuno di Malaniocco, Felice Tribuno, Demetrio Mari- mano, Fofcaio Giorgi , 5c molti altri, a quali difpiaceuano fommaméte l'opere de i due Dogi. Htriitrctti infieme elei- ferodi comun fenfo per legitimo Doge,il predetto Obele- rio . Onde Giouanni & Mauritio Ipauentati , fi fuggirono, GiouanniaMantouaóc Mauritio in Francia, doue finiro- no la vita loro. Hauendo Giouanni col padre Signoreggia to p. anni , & altri p.dopo il padre , 6c con Mauritio fuo fi- gliuolo 7.anni,che furono in tutto 2 5 .anni. OBELERIO DOGE Vili. ANNO 804. I Congiurati adunque ritrouandofi nella Città diTreui- fo inlieme con altri Vinitiani , fatta l'elettione d'Obele- tio Obeleri) altri dicono Antenoreo l'anno 804. & fcnten- do la fuga dei Dogi , conduflcro il nuouo Principe alla fua corrfuetarefidenza,Douericeuuto da Veneti con folenne, honore,gli fu poi dato per collega , Beato fuo fratello . Et poco dopo fu diftrutta la citta di Heraclea, dicono alcuni dai Veneti per l'odio che portauano a i Dogi mandati in efilio, oc altri dicono da Carlo onero da Pipino che mofìè guerra ad inftaza di Fortunato Patriarca, per uendicarfi del* la morte di Giouanni . Atterrata adunque Keraclca : le fa- miglie nobili fi ridufièro a Malamocco , a Rialto che co- minciaua a fiorire, aTorccUo , & ad altre Ifole circonuici- nc. In quelli medefimi tempi uenne a Rialto,Niceta Patri- tio, Generale dell'Imperatore d'Oriente, & efìendo flato raccolto co molta cortefia,creò Spatario Imperiale, il Do- ge Obelerio. Et nel partirli menò con lui a Conftanti- nopoli Beato, Chriftoforo Vcfcouo 01iuoten(è,& Feli- ce Tribuno , doue furono confinati , perche s'intcndeua- no co i Francefi. Ma non molto dopo, Beato ottenuto dall'Imperatore il titolo d'Hvpato , fé ne tornò felice- mente alla patria : òi gli fu anco aggiunto per terzo Doge^ va bEL LE VITE con confcnfo de gli altrì due, 6c confermato dal popolo^ Valentino loro fratello » Et mentre coftoro vnitamenteat tendeuano al Reggimento della crefcente Kcp. nacque la guerra di Pipino* Il quale afl'alendo Malamocco abbando nato da fuoi che s'erano rifliggiti a Rialto,fu rotto dal vaio redeVinitiani . Onde lafciataUmprefa di penetrar più ol- tre in Rialto , mefle a ferro 6c fuoco tutto il paele fino a S. Michele di Brondolo . Scriuono alcuni che Pipino fatta là pace venne a Vénetia,&: ch'eflcndo Obelerio bandito , per- cioche diedero la colpa a lui della guerra , fu richiamato a ca(à in gratia d'eflò Pipino : dopo la cui partita,fu crudel- mente ammazzato . Et che Beato gouernò dopo lui alcun tépo : & altri dicono Valétino.Ma in qualunq; modofi fia, codoro durarono nel principato 6. anni in tutto , comin- ciandofi da Obelerio.Et fecondo alcuni, portarono il Tro- no Ducale in Rialto . Percioche nella fala del Gran Confi- glio,doue erano ritratti i Dogi,attorno attorno nelle iunet te fotto il Cielo d'efla fala,& di fopraalla hiftoriadi Federi- go , fi cominciàua da quello Beato , il quale era pollo fotto l'anno 807.& haueua attorno lafua figura l'infrafcritto Bre uè . Et còfi parimente haueuano tutti gli altri di mano in nianojquafi ch'egli folle ftato il primo Doge in quella Cit ta^Era adunque il fuo Breue o vero infcrittione . Fratris oh inni di am 2(ex Pipinus in^uoaltuuenitf DèfendifMrUmfihi grati jicAtu$. ANGELO PARTICIPATIO DOGE IX ANNO oOp. \J( A l'anno Sop.fu fatto Dogc,dopo ì predetti, Angelo, ^ ^ detto anco Agnello , nelle fcritture antiche , della fa- miglia Participatìa o Particiaca cóuertita poi in Badoara,di Heraclea . Et in fatto, chi dice in Malamocco,& chi in Rial to, come benemerito della Rep.percioche s'era portato ot- timamente nella guerra con Pipino . Nel cominciamcnto del fuoPrincipato,fece Vefcouo di Torcelio Giudo fuo fi* glielo* DE PRINCIPI L I B. Xm. ii4 gliolo,& Giuftiniano ch'era il maggiore, lo mandò a Leo» ne Imp.di Coftantinopoli/{ì perche foflc honoratodi qual chedegnità : dk:!! perche s'intrinficafle con quella Corte a benefitiodella fila Città rconciofia che quella con quella furono fèm pre corrifpondòn ti per la conformità de i ne- gotij : percioche l'una è foftegno dell'altra : eflcndo per ri- ipetto del mare, quella capo dell'Oriente j Se quefta ftnz'al- cun dubbio dell'Occidente. Dal qual Leone raccolto gra- tiofamentcfu fatto Hypato . In tanto dio padre, s'era fatto dar per col lega Giouanni l'altro figliuolo. Il che intefo da Giurtiniano, fdegnato grauemente che gli fofle prepollo il fratello neiramminifì:ratione,ritornando alla patria, non volle andare a palazzo, ma alloggiò con la moglie Felicita, nel moniftero di San Seuero , ch'allora era Badia, & fi chia- mauadi San Gallo, finalmente pacificato col padre Giu- ftiniano entrò Doge con eflbluij & Giouanni non molto ben veduto dal popolo, perche non vfàua rettamente la Si- gnoria, fu confinato a Zara: ma rotti i confini fi fuggì in Francia. In quefti tempi fcguì quella nobile diuifione fra Carlo Magno & l'Imperator Greco fattafra loro de gli Im- perijjper la quale i Veneti pofli nel mezzo come contermi ni in quefla parte fra l'uno & l'altro di loro : rifpettati dal- l'uno & dall'altrojreflarono nella loro antica libertà . Con ciofia che conuenutifi i duelmperatori inficine , termina- rono in queflo modo . Che reftaflèro efènti & liberi dal- l'Imperio dell'uno & dell'altrOjtre Ducati che allora fi tro- uauano in Italia , cioè il Ducato Romano , che conteneua tutto il paefè da Perugia fino aCapoua,inclufiuamente,ec- cetto Gaeta ch'era della giuri fciitione di Napoli . II Ducato di Beneuen to in confino di Puglia che abbracciaua altro ta to dall'altra banda d'Italia,diftendendofi fino al mare,& co tenendo tutto quello ch'ai prcfèntefi chiama i'Abruzo, Il Ducato Vinitiano che confifleua di y.città Epifcopali,cioè di Grado , di Caorli , di Heraclea , d'Equilo, di Torcello, di Malamocco , & di Cafiello . I termini delli due Imperi; fu- rono,che l'Oriétale,fofto ilqualeera la Puglia, la Calabria, la Sicilia,6c il Ducato di Napoli fimlTe a Gaeta. Ch'il reftaa te DELLE VI TE te d'Italia non c(ènte , reftafle a Carlo , onde perciò furono di fuo dominio,la Tofcana di qua da Perugia, la Riuiera di Genoua,la Lombardia , 5c cioch'è di qua dal Lago di Gar- da . L'tlàrcaro di Rauenna , & il Ducato di vSpoleto , con la proIlJma Marca ch'era tutto vno (iato , perciochc allora il Ducato non eradi S. Chicfa , (e non in quanto che vi era ladonatione di Coliantino , il qual Ducato fu poi l'anno 1 274.reltituito aUa Chicfa da Ridolfo . Dalla banda di qua^ che l'irtria ch'era parte del Ducato del Frioli, terminallè l'imperio di Carlo,la quale Itiria era prima de Greci,con la Dalmatia. Onde i Veneti rcliarono come liberi nel mez- zo per la detta diuifione Dellaquale parlando Gottifredo; auttore antico dice , fra molte altre cole, quelte parole. : . •.■,' F{egni Caroli intererat terminusya Bulgaria fine illirico vf^ue ad H/-> jpanos,atque a Danìs ufoiC adfarimi Sicil'.x^exceptis adiacentibus re- gionibaStittpo.hiBiemiay T^oni^j Dalmatia,HiPtria, Feneti^e,!:^ Brit Tania . Vgone parimente & Pontio,vniformi fcriuono , Islucfonis ad Carolum M agmm,defignatum B^m£ lmptrator(m,Le gaìos mifity& firmiffìmum cum eofedus compofuit , totamcjuc Fene^ tìam (ponte ceffit &c.Et oltre a ciò li nota,chefcriucndo Carlo predetto a Fortunato Patriarca di Grado , & concedendoli alcune immunità per tutto llmperio fuo , nominando" le prouincic ch'elfo diceefler lotto il fuo Imperio d'Occi- dente,nò fa mentione alcuna della prouincia di Vcnetia^co mequella che no era ne dell'uno ne dell'altro Imperatore . Laqualcofa apparifce per fcritturc antiche ce gli inipp.- che foccellcro , i quali confermano la predetta diuif one Se attione . Perciochc Lodouico ii.Imp. confermando il De-; cretodi Carlo , in una fcrittura mandata a Orlo Participa-^ tio dice , Dux Feneticoriìn deprecata eit horiram Maiejiau ni, ut. ex rcbisfiii Ducau^s^quoi infra ditiomm ìmpenj noimexi;erenojcun~ tur,corffirmationis noiii cspneceptum feri iubevemus. Ter quod ipfi ac *Patriarca, Tonti fces atque popuìus fbi Iubie6ins/ibi debi as nsabfqi cuiufpiam comr arie tate fvu ufraga'.ione retÌKerc qiAii^jJenr.Qiumad" fmdtim iempo)ib:is biCaiù nafiri Caroli^pef Decretum cum Grecisfan" cìitmi pojfiaerum . Il mcdcfimo fa-iflero Othone l.Lothar con DE PRINCIPI LIB. XIII. 117 rio mi. Federico L Henrico Vl.CrhoilcIlII* & Fedeirigó» ILconfeniiaiidó il medclìmo : cioè che Carlo fàcelle la di- Uidone co Greci » & lalciade i Veneti liberi dall'uno & dal- l'altro Imperio. Ora haiiendo Angelo darò efìcmpio di buon Principe,fatto vecchio , lafcio in capo a 1 s, anni tut- to il pefo del gouerno a Giiiftiniano . Si dice che Torto lui sbordino il Coniglio di due in due anni. Che gli furono dà ti alcuni airitienti.chc poi furono chiamati Cóliglieri. Che fu conftituito il Conliglio chiamato bora di Pregadl,& Se nato . Et che fu creata la Quarantia Criminale, & diuifà U Città per Seftieri . Ma difBcile,óc quali impoifibileimprelà toglie colui che vuole in tanta lunghe2;za di tempo, nel quale (ì fono (pente le memorie , & le fcritture antiche, af- fermar la verità di quefte colc^ lontane da noi per lo fpatio di tante cciucnaiad'anrìi,^ fcnz*alcunlume. kitrattopet tanto in palazzo hcbbe il prelènte breue. TeBa palatina Commums paruuUfundo, Aedi fico Santi um 2^achanamq\i llariumauè * GIVSTINIANO PARTÌCIPATIO bÓGE X. ANNO 828. • Mòrto per tato il vecchio Angelo,Giufl:inianoc6tinc>« uò nel Dogato Ma percioch'era mal fano & poco (bf* feréte delle fatiche,quatuqtie vigorofo d animo & forte, ri chiamò Giouàni da Coltatinopoli^ & fattolo partecipe del la Signorìa, uolle (ritornato in^ratia della plebe) che folle fuo (òcceflòre. Diede poi fbcorlo co molte nani a Michele Imperatore córra i Saracini ch'andauano depredàdo l'ilòle dei mari circonuicini: &l*aiutòdueuolte. Anzifcriuono alcuni ch'egU andò la feconda inperfona (u l'armata, ma non trouando i nemici, ritornò a cafa (èni*alcun frutto. Il fecódoannodel fuo Principato, li hebbe il corpo di >*Mar co portato d'Aleflàndria da Bono drl Màlamocco , & da Rullico di TOrcello , & riceuuto da i Veiieti co tato feruoc • • lii da- DELLEVITE nimo 5c di'deuotione, che lo conftituirono loro AuQcato Se prò rettore . Et Giultiniano ordinò che glifi fa bricaflèi vna Chicfa : la quale nel principio, fi chiamò cappella del Doge . Oltre a ciò erefìe la Chiefa di S. Zaccaria , fi come fi è dctto.AUa fine aggrauato dali'nidirpofitione,fi mori l'aii no Sip.altri dicono 50. & il fecondo del Tuo Principato, Se fli feppellito in Santo Ilario, Chiefa al prefente diftrutta,nel fèpolcro paterno. Et fu ilfnobrene. , Qor^'orisaita datur mthi S aneti gratta t^ar eh '-^-^^ i? :<>= ^ . oirn ÒIOVANNI PARTICIPATIO DOGE XI.] ANNO 82p. Jf> MOrto Giuftiniano , reHò nel medeilnio Principato, come era anco prima , Giouanni fuo fratello , ma con più dura fortuna : percioche fu trauagliato da diuerfi accidenti . Conciofia che Obclerio, eh 'altre uolte fcacciato della patria & del Dogato infieme, ritornato nella Pròuin- cia,s'era ridotto a una Ifola detta Vigilia , affai ben habitata trattando colè nuoue.ll Doge ciò fen tendo j fatto efercito , gli ntifeTaffedio attorno. Ma quei di Malamocco ch'era- no andati in aiuto del Dogcfi ribellarono , & entrati nella Città, fi diedero ad Obelerio chetraheua l'origine fua da Malamocco.Giouanni adunque sforzato a partirfi, affediò Malamocco, loprefe,& l'arie. Indi ritornato a Vigilia la. hebbe per forza, & préfo Obelerio, lo fece decapitare : & mandata la teila a Malamocco, la fece appiccare m piazza , accioche ogniuno la uedefiè,6c perciò temeilè il (Lio Impe ; rio . Fu anco moleftato da Narentani , auezzi co legni loro a predar l'altrui robe, nel mare , ma hauendoeffi mandato . lino ambafciadore , hebberò la pace da lui . Il quale amba- fciadoreeffendo buono,prudente & d'ingegno,fi battezzò aperfuafione del Doge . Conciofia che gli Schiauoni fino ;; a quel tempo,nò haueuano ancora riceuuta la fede noftray • & come quelli che haueuano l'origine loro da iGothi,at-' tendeua- DE P R I N C I PI LIKB. XIII. 118 tcnSeuano al j'a^rc piratica. Ma non hauendo Iiing:\mcni,c oflciuata la pace , aìlàlirono 1 Mercatanti V initiani che tor- nauano da Bcncucnto , »5c tolte loro le robe, gli gettarono in mare. Oltre a ciò ^li fu conj?;iurato contra da Carlo 1 ri buno figliuolo di Bonolo, ilqualecra liato molto amico diGiuihniano,6c era (lato l'uno dei tdlimoni nel tellame to,chiainato corrottamente da gli Scrittori Carolìo. Co- ftui fattoli capod alcuni principali della Città, guidò la cò- giura,ondc il Doge fuggitoli in Francia a Carlo Magno, ac- cettato da lui corte(èmente,hcbbe buona rperanza deflèr rimeflb in cafacol fuo aiuto In tanto Carlo Tribuno occu pò il l^rincipato . 11 chedifpiacendo molto a Bafilio Trafi- niondo , aGiouanni Marturio, »5c a Domenico Orcianico con abri ^o.apprellò,aquali eraodiofo il Tribuno, partitili da RialtOvlè n'andarono a S. Martino di Strà,^ poco dopo fì pattirorio diuerlì altri della Città, & gli andarono a ritra- uarc . Onde fatta afìài buona mafia di perlòne importanti, ritornati occultamente a Rialto , aflhlirono il Tribuno in palazzo,& per ordine dell'Orcianico gli rraflèro gli occhi; & lo cacciarono di Rialto. Con tutto ciò coftui tenne il Dogato (5. meli . Et dopo il fuo efil io furono ammazzati Diodato Gruro , Marino Patritio, Domenico Monetario, & Tribolo da Grado l'uoi dependenti . Et defidcrando il popolo la ritornata del Doge , mandarono in Francia a ri- chiamarlOjhauendo in quel mezzo me/lòal goucrno,Or^ fo Vefcouo01iuolcfe,figliuolodcl Doge, BalilioTralimó do,& Giouanni Marturio, i quali , ritornato Giouanni,gli diedero il luogo fuo con ogni integrità . Non moltodopò il Doge fatto nemico della cala Mallalitia,che hoggi lié chiamata Balcia , prefo da loro nella Chiefa di ian Pietro > & fattogli radere il capo Oc la barba, lo confinarono a Gra- do. Douc prefo habiro monacale vifinilafua vita. Et l'in* icrittionein palazzo fu quella. - .,,• 1. ì':ì ■ r!;;a J«^ me^SanEfi J4 farcì Ecchfia Conditur , t Jhique corj^us deDonhur>Primicerim ordinatar, 1 i i 2 SanCtì DELL E V I T E ' SanSli hlimi Ecclejìa erigitur, tandem clertcus diem claujì. PIETRO TRADONICO DOGE XII. : PAruc alla Città dopoGionannì,dì crear Doge Pietro Tradonico detto anco Tradomcnico, di nobililTjmafa 'iiiigliada Pola, ma lungamente ilatoin Equilo, & poi ve- nuto ad hahitarea Kiako, in quei tempi che Pipino mofìè Ja guerra a Viniriani . Etelìcndoil in quelle operationi por tatoaflai.bcnc : fu fatto Doge per i meriti luoi , ancora che egli faceiièrelìdcnza d'accettar tato grado, per le difcordie che con-euano allora. Creato adunque dal popolo , dc(ìde- rofbcheil Principato non andafìè per lòcceflìone in una niededmafamigliain Cittàlibera& comune ad ogniuno, fi diede ad un retto gouerno,òc hebbe per compagno delle fueiatiche,GÌGuanni fuo figliuolo, col quale, come perib- ne religiolè & diuote, fabricò la Chiela di S. Paolo . Indi fii richieito dall'Imperatore dì Coftatinopoli , che lo fbccor- relIecontraaSaracini , & per quello effetto venne a Vene- tia , Theodofio Patritio, il quale per nome dell'Impera- tore creò il Doge , Prothofpatario dell'Imperio.Fattaadu que un'armata di 6o.gaIee,& accompagnato fi co Greci fot to il Generalato di Giouanni filo figliuolo, s^azzuffò con Saba Capitano de Saracini, dal quale prima i Greci & poi i Vinitianì, riceuorono vna grauifllma rotta . Dopo la qua- le fcorrèdoeffi per la marina, pafìàrono in Dalmatia, & mi lèro fuoco in OfTero: & di qumdi pafTati in Ancona dan- neggiarono grauemen te per tutto. Hebbe anco che fare co gliSchiauoni, percioche predando elfi i mercatanti Vini- tiani , vi fece Pimprefà in perfbna. Ma finalmente venuto in accordo con Mio Principe della Dalmatia , gli diede la pace, & di quindi palfato a Narentani rinouò la concordia con DrofaicoGiudicedi quella geme. Voltatofi poicoiy tra DE P R 1 N C IP 1 L 1 B. Xin. itj^ tra CHhdino con nuouoeflcrcito , gli furono ammazzati più di cento huomini,ondc mal contento, riduflèreflèrci to a cafa . Non molto dopo gli Schiaui : hauendo prcfò di nuouo Tarmi in mano , venuti a danni della Rep. milèro a fàcco la Città di Caorli , contra i quali il Doge mandò due naui^randi da guerra chiamate in quel tempo con voca bologreco palandarié. Et fu allora la prima volta,chei Ve netivfallèro quella forredi legni. Quafiin queimedefimi anni, venne un ghiaccio cofi afpro & crudele,caufàto dal Te ftremo freddo del uernò , che ne prima ne poi, non fi lenti il maggiore.Qttenneoltrea ciòda,Lodouico ll.lmp.in Po nentc,diuerfifauori & priuilegi perld Rep. hauendo egli per ciò mandato imo ambafciadore , Et indi a pochi mefi Lodouicocon Augurta fua moglie venneaVenetia.Non molto dopo nacque difcordia caulàta dal Doge,frafei fa- miglie importanti & honoratc della citt;^ , con pericolo eftrcmo di qualche difconcio.Percioche i Polani, i Giufti- niani,& i Ba(èi,eflendo venuti in rotta co i Barbolani,con gli Ifcoli , & co SeluijCÓmeflero diuerfi homicidi dall'vna parte & dalTaItra:.& il Doge fauorendocoft oro, fece capi- tar malei Polani &ièguacì, & alla fìncgli fcacciò di Rial- to. Ma ritornati poi alla patria , fatta pace & parentado fra loro : miferole loro habitationi in Dorlbduro. Indi a cer- ti anni il Doge diuentatofcandolofo, & molto differente da quel primo tempo nel quale entrò nel Dogato, & vo- lendo che fi tratrallero le cofe,n5 fecondo la libertà del go- iierno, ma fecondo la flia volontà r fU crudelmente a m- mazato , da Stefano Gandiano, da Orfb Grugnario, da duC fratelli figliuoli di Saluiano, & da Giouanni Labrefca & co plici,ritornando effo da San Zaccaria a i ^.di Settembre,dci uè era fiato a vefpro per la folennità della fàcra. Ifromor fli grande,& l'atto fu riputato bruttifllmo nella perfòna del Doge. Per la qual cofà furono incontanente creati tre huo- niini,(y^ericercafleroi delinquenti :da quali alcuni dico* no, che gli Auogadori del Comunetrafìèro l'origine toro* Et eflò hauendo goucrnata 2p.annij hebbe nella pittura , Il prclènteBrcue. 79 -v -tir): jvmL'H'mi :v I'T e a ì a inBalìnaràMt^SaUGems marce pipémni infeflmìis\ remptus occutfih nh r 'j;^ r' ORSO PARTI CI PATIO DÒX3E Xiao'f ANNO 8Ó4ìv;ói / Dopo il delitto commefTo nel la perfbna del Doge, che haueuà pure,qnando che na,mcritato quel grado, oa dei pareri, (icoincauicne in colè tali,cranodiuerlì fra lebri gate,chi acculando, & chifcufando l'eccclfo, fu creatoUc io Participatio, per la memoria de Tuoi anteceftòri , i quali reggendo moderatamente la Rcp.s'erano acqui Hata la gra-^ tia della cittàjcoji molta lode del loro Principato . Nes'in- gannarono della loro rperanza,percioche le cole didentro focceflèro aliai felici & tranquilli . Conciolìa che fi hcbbe- ro da Carlo Crollò Imp.le confermationi della con fcdera- tione con la Rep. per cinque anni : 6i vlfu in ci ufo dentro , checofi egli,, cornei! Senaro,airaliflèrò daccordogli ischia-" noni : i quali fcorrendo armati per l'uno & l'altro m are\ nioleftauano i legni dei mercatanti. Et il Doge vifitato con prefenri honoratì da gli Oratori di Balìlio Imperatore diCortantinopoli , fu creato Prothofpatario.Al quale non volendo il Principe ceder punto di corteHa-, gli mandò a donare dodici grofiè 5c belle campane di bronzo : & fu la prima volta che i Greci vfaflèro le campane. Di fuori iì nebbe qualche trauaglio : li per le colè de Saracini , lì per i moti degli Schiauoni . Conciofia che hauendo i ^aracini occupata l'ifola di Candia, gettatili nella Dalmatia vVi fe- cero di gran danni ;& eflèndo corti a Grado , vi tennero rà -Dògi: furono ridotti a un certo numero terminato , fi come Ibno^anco al prefente . Finalmente venuto a morte Tanno 1 7.del fuo Principato , lafpèquattro figliuoli , cioè i3iouanni , che fu fuo collega nel gouerno , Badoaro , Orfo Secondo -che fu Priiicipe, & Pietro, altri aggiungono il quinto ciòè^ Vittorio che fu Patriarca di Grado. Lafciò parimente dm iigliuole , Felicita ,.la quale effodiede per moglie a Kódóal? do figliuolo di Cjìoiiaiwii.Duca di Bolosua^ & Giouanr ofniDh na ,,,,, ,-,.,.. DEL L-E^ y 1T..E.- :\/:^ juachefuBatkfladi San Zaccaria : la quale re(laurò quella parte antica del moniitero , che non era ftara fi?bric;atada apud Tarentutn fixliciterprGflì£iimé^\^--^^ GIOVANNI PARTICIPATIO ;^ Doge xuii* Anno SS i« Glòuannì entrò al gouerno dopo il Padre l'anno SSi.éC ancora che egli ftcflè Principe cinque anni, & (ci me- Ùy no fi ha però memoria delle cofiìrthe elio facefle in quel tempo , o per difetto de gli Scrittori , o per qualunque al- tra cagione ch'ella fi lia. Hebbe folamentcqUeftddifcoil- ciò , che dilegnando di far Badoaro Tuo fratello ,• Cónte ili ComacchiOjCh'alloraobbediua al Papay mandatolo a Ro- ma,ii Gonte che ui era,auilàto della cagione della fuaanda l:a,ailalitdlófu qud di Rauennà,loferi,5t fece prigione. Ma liberato fu la pfomefladi non tentar più il Pap^ i intorno a quello fatto , ritotnato à Rialto y (ì inori poco dà pòi . U Doge adunque oifefo nello honorc j & nel fangue, meflb all'ordine un gtoflb duolo di legni , hot! folamcnte prefe & disfece ConiiCchio, nia mifeà ferto &a fuoco il Conti do de Rauigriàtii , cóme partecipi & coniàpeuoli dell'ani- mo del Conte i Non molto dopo caduto in malattia ;tt- tioltatofi alla teligiortc,fece edificai' fui Lido di Malainoc- co,in un luogo Chiamato là Vigna j una Chiefa in honortf de i Santi Cornelio & Cipriano , & la fottomeflèà S, Mar- co^ I^ quale fu (fol tempo data in goUertìo,per farui uit monlftero di frati, a monaci di Sàrt Benedetto dà PàdOuc«! chio. Màeflcrtdo poi MalàmodcO atterrato & disfatto dal kfoi'turte,tk: dall'empito dell'onde marine,! frati partiti di «Quindi , & ottenuto un tel'reno irt Murano dalla famigliai Gràdeiiiga > ui fabricarono una Chiefa ^ fotto il titolo me- defimo DE PRINCIPI LIB. XIII. 211 defimo di San Cipriano . Venne anco in quefti tempi un diluuio d'acque di tanta iniportàza , che s'allagarono quafi tutte le Chie(c,& le cafc della città , con fpauentonon pic- ciolo delle pcrlbne . Petcioche il Lido non era ridotto an Cora con l'arte a tanta fortezza , che potclìe ftar faldo alle pcrcoilc del mare , fotlcnendo l'acque , che non paflàflcro con em pito nelle lagune . Fi nalmente ordinatoli per foc- cellbre Pietro Tuo fratello , il quale premori di 25 .anni , & poftoin fuo luogo Orfo ch'era l'altro fratello minore, la- fciò il Principato . Et in palazzo gli fu polla quella inferir tione . CowacìenfemZ^rhem Senatui Veneto infenfamiZ^ic tricihits arm^ nojlri^fu hegi , PIETRO CANDIANO UGGE XV. ANNO 887. ORa vedendo il popolo che Gìouanni non voleua inu tilmente occupare il Dogato,elelle Pietro della fami- glia Candiana : chiamata nel futuro Sanuta. Coftuiera huomo bellicofo & ardito molto, & non paflando l'età di 4o.anni,cra tutto diuoto,& dato die colè di Dio.Onde co piaciutoli ogniunodi cofi honorataelettione, trattolo di cafa, lo condulìèro a palazzo:doue fu anco fatto uenir Gio nanni ch'era ftato Doge Dal quale raccolto humanamen te, riceuè l'infegne del Principato: & fu cottele con Gio- Uanni & con Orlò . Ma la fuafelicità durò pochi mefi.Con ciofia che moleftando i Narcntani la marina , oc le riuierc della Dalmatia , vfcito in perfcna con dieci galee, ucnnca giornata cóloro.Nella quale combattendo ualorofamen- te fu morto, con lètte altri allillenti , alli 1 8.di Settembre, dopo cinque meli del fuo Dogato . Et ricuperatoli il cor- po,fli portato a Grado, & fepolto da Andrea Tribuno . Et in palazzo li fu infcritto .Dw» aduevfm Tiarentanosmams for^ k k k ùtcr D E L L E V i T E tker confererenij intev mìcantìa arma, patmpietate , uìrìlìter cecidi « La perdita del Candiano dolfe ad ogniuno: & cflendo il pò polo fènza capo, volle che Giouanni , le bene era malato , ritornane al gouerno, pregandolo, che come pratico delle colè pLibliche , accettafìè per allora quel carico , & gli prò- niifero di prouedere al Tuo focceirorc . Ma palTati lèi med oc tredici giorni : & ceflati tutti i romori : facendo egli in- ftanza che fi prouedelTe al nuouo Doge , finalmente crea- rono Pietro Tribuno: & Giouanni rinuntiato il goucrno, tornò di nuouo acafa . Et li fu pollo quello Breue. Qonfenfu Patrumypoptiliàyitemm ele^lus DuXyAdenfì bus fèxtdietus trejdecìm peraclis, inmlefcente morbo j Dticatiidenuo me atdicauL Ma io non voglio lafciarc di dire in quefto luogo, che nel- le fcritture antiche fi troua un Doge , nò^ nominato da gli Hidorici, ne ritratto in nelTun lato di palazzo, ne ricordato in conto alcuno da qual fi voglia pcrlòna che habbia tratta ta la materia de i Dogi . Et ancora che quello polla parer colà nuoua «Se llrauagante a chi l'ode : ella è pur cofi come iodico. L'anno r2 quello Principe, l'ifola di S.Giorgio Maggiore all'Abate Giouanni Morolìno, il quale vi mife Monaci di S.Benedet to. Addolcì etiandio l'animo d'Othonelmp. poco difpo- fto co Veneti , per cagione del Caloprino . VI ti m amente fatto frate,& venuto in pochi giorni a morte, fu fèppellito in San Zaccaria Et li fu infcritto in palazzo. ^£Ìs ah infidijs defendem ImperialtSi Othonis Patriam pondera multa tuli . PIETRO ORSEOLO IL DOGE XXV. ANNO ppr. "pNOpo il Memo entrò l'Orfèolo,al quale il padre prcdeP •^fcil Principato, molti anni inanzi . Coftui reftaurò la città di Grado, vi edificò un palazzo, & ui ripofe nella Chiefa cattedrale , alcuni corpi fanti . Fu il primo che allar- gane l'Imperio nella Dal maria. Con ciofia che fu l'occafio nediMucino & Smugura figliuoli diTirpiurio Re della Croatia,ucnuti dopo la morte del padre a romore, chiama- to DE PRINCIPI LIB. XIII. né toda i popoli della Proiiincia, fcccacquifto di molte città con molta gloriadcl liome Vinitiano . Accettò parimente rimp.Othoneche venne occultamctc a vifìtarlo, dal qual ottenne dinerfi fauori. Mandò a Colbntinopoli Giouanni & Otlìonc Tuoi fìgliuoli.DoLie Giouanni contrade matri- monio con vna nipote dell'Imperatore j & hauuioil tito- lo di Patritio, portò a Vcnetia il corpo di S.Barbara. Onde il Doge tolto Giouanni per fiio collega, & datogli la cura del gouerno, finì il pala^zo Dncalecon la cappella . Etdi- ftribuitoa poueri gran parte dellafuafacultajvennea mor- te dopo l'anno 17.Ò i^.delfuo Principato. &fu pollo in San Zaccaria.Eterail Tuo Breue. Suhìugo Dalmatiam Communìs commoditate, S fonte tona multi colla dedereiugo, OTHONE ORSEOLO DOGE XXVI. ANNO loop. DOpol'Orfèolo,continouò nel Principatoil figliuolo Othone,giouane di i S .anni,bello di perfona & di voi to, ma molto più bello d'animo . Percioch'era cattolico , giulì:o,& leale nelle Tue operationi : & ricco di facultà, on- de per la fua fama , hcbl^ per donna vna (ore la di Gcta Re diVngaria. L'anno fettimo gli huomini d'Adria prclcro l'armi contra la Rep.mafijronooppreflì, v'k hebbero la pa* ce.Fecepoi in perfona l'i mprclh córra Crefmuro nella Dal niatia,doue ottenuta vittoria:»!^ ritornato a cafa,nate alcu- ne (èditioni : fu mandato m cfilio col Patriarca fuo f. atei- Io in Iftria . Ma ritornato poi, & oppoftofi a Pepo Patriar- ca d' Aquilea,che haueua faccheggiata la città di Grado, no molto dopo venuto indifcordia co Veneti per occafìonc del Vefcouo di Calici lo/u per opera di Domenico Flabani co,confinato a Coftantinopoli , dopo l'anno 17. del fuo Principato . £t gli fu fatto quello Breue . Lil % Marte D E L L E V I T E Marte Gradii redimens , queui Tatriarcha tenehat * Vrhis zy^attileics demum de Sede repellor. iijij ao5 PIETRO CENTRANIGO DOGE XXVII. ANNO 1026. F.V porto in luogo d'Othone Pietro Ceritranigo oBaf-s belano l'anno 1 1 2 6.altri dicono 24.Ma'non piacendo molto airvniuerfale,& nata perciò difcordia nella città, co fìretto ilCentranigoa farfi monaco,mandarono per Otho ne a Codantinopoli, & mifero fra tanto in Tuo luogo , Or- lo fuo fratello Patriarca di Grado . La qual colà vdendo Do menico Flebanico co gli adheréti, ch'era flato cagione del- l'efilio di Othone, fi fuggì dalla patria . Ma trouatofi ch'O- thone era morto,Orfo dopo vno anno , ritornò al Patriar- cato.Et a pena partito, Domenico Orfèolo : occupò col fa uore d'alcuni pochi il Principato, & lo tene vno o^due gior ni . Percioche defiderando i Veneti il Principe legitimo & non tiranno,l'aflalirono con l'armi, ondefuggitofi aRaue na vi fi morì. Et al Centranigo fu polla quella infcrittione. ^ri€ceJJore meo vriuatOyfceptraguherno, DOMENICO FLABANICt) DOGE XXVUL. Rouandofi in efilio Domenico Flabanico ch'era ftato fatto Prothofpatario da Coftan tino Imperatore, & te '■ mendoi capi che furono cagione che Domenico Orfeolo folle fcacciato dal feggio Ducale, ch'il popolo nò lo richia- ' mafie, onde perciò ne Icguifle la rouinaloro, crearono" - in fuo luogo il Flabanico abiente , & aflòltolo dall'efi--'; lio,lo mifero in fede l'anno 10^2. Colini l'anno io4ó.''^'" adunò un Concilio nationale in San Marco -, nel quale furono. T DE P R T N C I P I L I B. XIII. lìj fui'onOjOrfo Oifcolo Patriarca di Grado, Domenico Gf* dcnigo V'cfcouo Oli uolcn (e, Vitale Oricelo Vcfcouo di Torcello, Leone Vcfcouo d'Equilio,5c molti altri. Cofto- ro còllituirono , (ecódo gli antichi decreti di Sana Padri , dici cherici non ficonfacrairero auanti l'età di 3o.anni,& i diaconi di 25 . o 28. col confcnfo del metropolitano. Che la con(ècratione delle monache non (1 faceflè fc no in bian co,ne giorni di PafqLia,dell'Epifania,°li Apoltoli.Che la cre(ìma,il corpo di Chrifl:o,i vafì (acri , & i paramenti (i tenellcro in Chie(a fotto chiaui.Che le cofè facre fofìero la nate da perfone atte a quefto: & le Secchie s'abbrucialìèro. Ch'i calici , le patene, & i corporali non fi lauafì'ero le non da i miniilri . Che le monache non toccafiero i iiafi {acri , non apparccchiaflcro I'altare,non deflero l'incen(b,5c mol te altre colè ordinarono per la riforma delle Chicle loro . Oltre a ciò, uedendo chela famiglia Orfèola andana a uer- fo,per la fua riputatione & grandezza, di nuocere a tempo & luogo,alla libertà comune della città : operò ch'ella fo(^ fé del tutto fpiantata , & mandata incfilio . Feceanco (la- tuire, che il Doge futuro non potelTè eleggerfi alcun com- pagno o focceflbr nel Dogato ; Fin al mente hauend© du- rato lo.anni', quattro meli , & dodici giorni, fu feppeUito in S.Zaccaria. Ht il fuo breue fu quefto . • : • . - - ^ i « v ■ ^ Suh mefaluhre decretum^ne quis confortemyfeujltccef^, fòrem in Ducatuftki ^viuensfaciat . j olIì S C*R I T T O R I VENETI. Fiorì in queflo tempo Gherardo Sagredo . llqualc uolendo andare al Sepolcro di Chr'^o , ft fetmò inyngaria\'afiimirato,qiiii4Ì per la fua dottrina da quelle gentìyche di poco s'erano in qualche parte uol tàten^ fede nóHnr. Onde trattenuto dai capi, uijfe un.fe)iI^omf\ loheremo ; Fatto poi Vefcotto di 'Moriféna yfit vftìmànjèritè marti^! rfl^^Àd t Satelliti infedeli del B^ prejfa al fiume panubióf" ^i fi carne ^D:EtL LE VITE fi comeìnm libro fino a qifena,fu poi di quindi codone a f^enetia^t ripofto honorata mente in San Donatoa Murano, DOMENICO CONTARINI Doge xxix. anno 104J. Domenico Contarino, nato di (angue iiliifl:rc,fu fatto Doge con fommo contento di ogniuno, pcrcioche era huonio fauio & cortctè . Nel fiio tempo , acquietò la Dalmatia, per la prefura di Zara cheli era ribellata. Etfu in aiuto de Normandi per le cofe di Puglia. Oltreaciò diede fine alle pcrfccutioni di Pepo Patriarca,3c reflaurò la città di Grado . Ottenne da Henrico Terzo imp.laconfe- deratione vfara & antica. Edificò pari mente luì Lido Oli uolenfcun Moniftero di Monachi , fotto titolo di Satì. Ni- colò. Et non molto lontano fccefabricar la Chiefa di San- to Angelo , & la dotò & fottopofe alla cura dell'Abate di San Nicolò. Ville ventifei,altri dicono vcntilètte anni , oc fu (èpelUtoa San Nicolò in bel (èpolcrodi marmo. Et il fuobreuefu. ^ello comiSlam fadram cafligo rehellem^ . DOMENICOSELVO Doge xxx. anno loyr. Domenico Sebo, di chiarilTlma & antichidlma profa pia , fu fatto Doge dopo il Contarino , in San Nicolò del Lido, con allegrezza dell'vniuerfalc* Sotto la guida Tua DE PRINCIPI LIB. XIII. iiJ fua fi fece armata in fauor di Niccforolmp.contra Rober- to Giiifcardo Duca di Puglia, ch'occupaua in Italia le terre dell'Imperio . Et li fcacciarono le fue genti della Dalma- tia, con honorata vittoria. Ma ritornato poi di nuouoa nuoua giornata, lì per aiutar l'amico Imp. 5c (i peraprirfi Jauia del mare già chiufa dall'armata Normanda,fu graue- mente rotto con molto danno de noftri . Fu il primo che cominciane a incrotlar di marmi , & a far lauorar di mo- faico la Chiefà di San Marco, finita del tutto al tempo (uo di mattoni . Reftaurò parimente la Chiefa di San lacomo di Rialto. Alla fine uenuto a morte l'anno 21. altri dico- no 2 2. del fuo Ducato : fu feppellito in San Marco . Et li fu infcritto . Ohfejjum repuli Gutfcardum marte 7{ohertum, Dyrachij hinc Dominum me uocat Praful Alexis , VITALE FALIERO DOGE XXXr. ANNO IC84. AL Seluo (èguì Vital Fallerò , che haueua titolo di Pro tholèuafton , & fi cognominaua con quella infcrittio ne . Fitalis Faktro de Donìs . Cofiui ottenne da Aleflìo Imp. in perpetuo , la Signoria della Dal maria , & della Croatia, tratta poco inanzi dalle mani de i Corfari . Onde fu perciò il primo,chehauefle titolo di DOgedella Dalmatia & Croa tia . Riceuè anco da Henrico Imp. diucrfi fauori . II quale Imp. gli tenne a battefimo una fua figliuola, fi come eflb Henrico attefta , dicendo in un (iio priuilegio . Qui eim fi- liam /acro fonte leuammus amicabiliter &c. Il quale Imp.uennc anco a Venetia , percioche San Marco era apparito nella fua Chiela , uicino alla cappella di San Leonardo . Si rice- uè anco una rotta notabile al Safcno , mentre che fi difèn- dcuono k ragioni di AlelUo Imp. contra Roberto Guifcar do. fr, .nrr jDTEix LEI V 1'-:^ f 1 ^ <^ d^.ilndl^eguita vnncftrcmapeniTria nella dttà, titì^^ molti difconci , per i quali fu creato l'officiò del Proprio , accipche calligaflè i delinquenti de i misfatti . 1 1 il Doge dopo i j.anni,a!tn dicono 22.pairato all'altra vita, fu ripo- so in S. Marco, dalla delira della porta grande > nell'enrrar dfnt£Q*Ex il ino breue fu quello . Clarefit occultum corpus mihi SanEli i^ìfarci . , ^-■ ^^i'T ALE M ;i; ;c H e l e ì ■: ■ . • DOGE XXXII. ANNO I C^5. MOrto Vitale Fallerò fu creato in fuo luogo Vital Mi- chele, ch'era Prothofeuafto . Egli fu il primo che. in parte lontane allargaflè lo Stato della Rep. Perciò che fa- cendofi la Crociata per l'acquifto di Terra Santa,ui mandò 2oo.legni , fotto la cura di Hcnrico Contarini Vcfc9uo di 01iuolo,& di Giouanni Ilio fìgliuolo.Si dice che anco egli ui andò in perrona,& checfpugnò lacittà di loppe. Con- ceflè all'Abate di San BcnedcttodiPadouctulo,laChiela di San Cipriano di Malamocco , foggetta a San Marco , & gli diedeentrate , & prouenti . Alla fine dopo quattroan- nijfli morto da un Marco Cafluolo. &. lepolto in San Zac- > cària.Etiii il fuo: Breue. , '• PifanamClaJ^em facrà tellurio it hofles Pr!- ;' ]'■■■ /'^numjuhmttrthutariueffcitur^ Monafleria San-^ Itorum ClememiiyO' Ucokide Palude »conftruuntttr, DO DE PRINCIPI LIB. XIIL z^ù DOMENICO MOROSINI DOGE XXXVI. ANNO II 48. AL morto focceflè Domenico Morofi no, d'età grande, & lìuomodi tanta vita,& ch'era (lato nella Soria,qua- do fi fece l'imprefa di Terra Santa , molto vtile per lecofe della Rep.Nel (iio tempo fi ricuperò Polare Parenzo nella Iftrìa. Et (i affrettarono gli Anconitani , con una uittoria, che il hebbcdi loro. Aiutò Lampridio Vefcouo , accioché Zara folle Metropoli di quella Prouincia. Fece parimente crear Góte di Zara Domenico fuo figliuolo . Et lo mandò poi ambafciadore con Vital Faliero , & con Giouanni Bo- naldi a Federigo Imp. ch'andana a Roma per coronarfi , 6c hebbedaluila confiieta confermatione della confedera- rione. Et eflendo durato nelgouerno otto anni, uenutoa mortCjfu (èppellito inS.Crocc di Luprio.Et il fuo BreucRi qucfto . Sub me admirandi o ferii Campanili S. ^SMarcicon-- firuìturi^ uniuerfeHiJìriie tributa renouantur . VITALE MICHELE II. DOGE XXXVlt. ANNO ll>6. ET flifublimato al Trono Ducale Vital Micli^la?^ccon do di quello nome,huomo pratico delie cole del mó* do,<5c di gra bontà,& riputationcSotto colì:ui,(ì diede aiu- to a Milanelì,p reftaurar la città loro mezza diflrutta da Fe- derigo Imp. Et in Dalmatia Zara fi ribellò al Re d'Vngaria, ma ricuperata , fi conduflcro a Venetia molti prigioni . Si hebbe vittoria del Patriarca d'Aquilea : per la qual fi dice che fu inftituita la fèda del Giouedigraflb. Et fi guerreg- giò parimentecon l'Imperadore Greco, contra alqualc ,fi fabricarono in cento giorni ico galee con lo.nauiappreflb fornite di tutto punto ; & ne fu egli medefimo Generale . Nella qual guerra cllintii Giuftiniani , il Doge tratto fuori Mmm a di V,'-ì ' .1? D E L LX VITE -• di S. Nicolò, un Nicolò Giuftiniano, gli diede per moglie Annaliia ngiiuola.lEra coltili de! l'ordine di S.Benedetto in età di I ó.anni.Dilpenfato per tanto dal Papa.cótrailè il prc detto matrimonio, co dote di tre contrades cioè, di S.Gio uani Bragola,di S.Moifè,& di S.Pan tal eone, hereditateper inanzi dalla moglie.Dalla quale hebbe Tei mafchi,& tre fe- mincL'una fu donna del Marchcle Elknfèdi quel tempo. L'altra fu data all'uno dei Signori delta Scala. Et la terza morì donzella . Et hauédo eflò ridotti i figliuoli in buono flato,fi che poteuano per l'età loro, matenerfifenza il (ito appoggio, uoUe ritornare nel moniftero.Et di cómun con fenfo ritirata la donna in luogo facro,& egli a S.Nicolò,di uentarono l'iino & l'altro Beati , (ì come li uede per le loro imagini dipinte dalla (Inillra nell'cntrar del choro di detta Chiefa, con un S. Nicolò ch'eifi hanno nel mezzo dì loro. Et fi dice, che dopo il ritorno fuo , fabricò la forefteria del conuento.Et ritirato pòi da per fé, pian (è tutto il rimanen te de gli anni fuoi,&viflè in afprilfjma penitéza.Sopragiun tà poi la pelle in Ven^tia , & il popolo dandone la cagione al Doge per la tornata fua,gli ti leuò contra. Onde fuggen- dofi dalla parte del canal Grande vcrfo-S.Zaccaria fu ferito. Perche conteiratoll in quello in(lante,ll mori a 2 7.di iMag- gio,ranno ly.del fuo Principato,&fu fcppeUito in S.Zac- caria. Et hebbe quella infcrittione. Imp^ium uajio triremibii^ undique mijsis Vrhii Aauiìei^e Patriarcham trado trihutis . SEBASTIANO ZIANI *j DOGE XXXVlir. ANNO I lyj. A L Michele , fu fbcceflbrc Sebadiano Ziani , primo de -^ Principi,crcarodavndici perfonc, altri dicono da do- dici,elettedal popolo a quefto eftetro.Et primo creato con regola, & non tumultuariamente, (ìcomcfifaccuapcra- uanti.Era d'età di 70.anni,di uolto & d'ingegno placido & ricco DE PRINCIPI LI B. Xlll. i^i ricco oltre modo . Si dice chenacque daini Tvlodel gettar danari per piazza, imirato dal coftuine de gli Imperatore Greci.bi dice etiandio che fotto lui, li crearono diiicrfì Ma giitrati , in luogo del Doge,il quale per auanti ammiriiftrar uà quali la maggior Ibmma delle colè della città. Et che quella fu tua inuentionc per leuariì da dodo l'inuidia & l'odio del popolo,nel gouerno.Er ch'allora furono ritroua ti i Conliglicri. Nel coilui tempo Papa Alcflandro Ili vcn^ a Venctia . Cndcfcguì la difelà che fece la Rep.per il predet; to Pòrefice,contra l'Imp.Federigo Barbarolìà,&: la vittoria che fi ottenne di Othone fuo figliuolo. Intorno al qual fàt to (oltre alle dette di ibpra) fi trouapo molte colè partico- lari che certificano la verità.Perciochcin diuerfè croniche fcritte a mano non folamentc è trattata qucfta materia dif- fufimemente , ma vi fono anco eofè allegate dd chi ic fcrille,d'auttori che fi viueuano allora,che poi col tempo fi fono fmarriti , Fra quali è la cronica di Meleto, douefì nar- ra diftefamente la Hi{loria.Et il Petrarca parimente nel Ilio libro intitolato de geftis I mperatorum dice . Fedemus pri- musnepos Conradi defuhElo patrefuOiB^manum fufcepit Imperìum, Qui de nobili]]', domo Sueuix uocatus cft Barbarujìa . Hic uir flre- niiifjìmus Mediolanum cimtatem ftorcntijjimam^cum auxilio Tapien- ftum , et multoYum Lcmbardorum cnertit . Sxpefuit infejiits Ecclefifiy et Alexandrum Tapam perjecutuseH. ^pud ^enetias ui&us pacem feàt.Tandem cum fuifjet in Jlbfidiuni Terne SanSi^ ,]i'.jfocatus eft in quodam flumine . Imperauit Kiagnificè ann, XXXVIJ. In Ancona parimentefu fatto porre dal Papa, una pietraio pra la porta di Santo Ciriaco fui montcNella quale fi con- tcneua la memoria dell'indulgcntia per lui conceduta alle Chicle di San Marco in Vcneiia, & di San Giouanni di Sai boro in Iftria , doue fu confermata anco da Papa Pio II. ad inftazade iPiranefi l'anno 1 45 p.Et allora fi accrebbe in ho horeuolczzadi titoli & in fplendore.Perciochequel Póte- ficcgratiifimo al Senato, gli lafciò fegni edemi dell'obligo fuo,6c dell'amorcuolezza della Rep.verlò di lui,col donar li gli licndardi-ie trombe,l'ombrcll'a,il lcggio,la Spada,& il dominio dei mare con altre colè apprclTo . Oltr? DELLE VITE Oltre ch'il detto Papa , feuorì molte Chicfè della città . Conciofia ch'egli diede diucrfe gratie,a S.Marco , alla Cari- tà,a San Saluadorca San Silueftro, & a San Giouanni Late rano,doue celebrò una mellà come Vefcouo Lateranenlè, all'altare di S.Antonio , che al prefènte è pollo fotto il bar- co d'efl'a Chic(à.Ora hauendo quello Principe aggradita la Patria in quella parte, Timori gloriolo, l'anno 6. del Tuo Principato . Etlafciando al Dominio diuerfe ricchezze,5c (labili intorno alla piazza di S. Marco, Tua ij. d'Aprile del 1 1 78. lèppellito a S.Giorgio Maggiore , doue fi vede anco- ra . Et la fuainfcrittione era quella . Ducatum titulis dotaui ingentihus atque, Tapa Ither minisft federice tuis ♦ ORIO MASTROPETRO DOGE XXXIX. ANNO 1178. IL primo Principe eletto dal corpo dellÌ4o. creati nella vacanzadella morte del Ziani,fu Aureo, oueroOrioMa ftropctro . Quelli fli dopo tre giorni della morte del Ziani publicato Principe,& accettato lietamente dall'vniuerlale. Et dicono alcuni,che allora furono nominate dal Confi- glio é.per{bnc,cioè una per Selliero (efiendo la città diuilà in ó.partio Seftieri)& fu llatuito che quelli inficme col Do gè, gouernaflèro lo Stato , & che quella fu l'origine de i Co Iiglieri. Nel fuo tempo Andronico Imp.liberò i mercatan ti Veneti ritenuti da Emanuello fuo antecefìòre. Et Ci rino- uò la tregua con Bela Re d'Vngaria . Si compolèro anco le cofe con la città di Ferrara, quanto al render ragione del- IXin popolo all'altro . Seguì poi la quarta ribellione di Zara p^r le cofe di Grado.Et altre cofe fi fecero in fpatio di 14. an ni ch'egli durò,in capo de quali, pafìàto di quella vita , fi fe- ce monaco in S. Croce di Luprio doue fu feppcllito. Et lifuinfcritto. DE PRINCIPI LIB. XIII. 1^2 Ducatum deferOymonachus'viHO, moriorque. HENRICq DANDOLO DOGE XL. ANNO Iipi. A Orio Maftropetro , feguì Hcnrico Dandolo , huomo vecchio,ma pieno di meriti & di valore . Sì rinoiiò in filo tempo la guerra co Zaratnii , i quali furono efpugnati , Si milèro daccordo i Vcronefi co i Padouani, 6c li rilicbbc la Città di Fola occupata da iPifani. Ma quello ch'impor- tò molto, fu l'occafione delle cofe di Leuantcj per le quali la Rep.& il Principe inlkme diuentarono gloriolLConcio Ila che venuti a Venetia alcuni Principi Francelì per lo paf- faggio di Terra San ta,pattuirono quella imprcfa col Doge. Il quale unito con loro, trasferitoli in Oriente, fece il nota- bile acquifto della Città di Coftantinopoli,occupato poco prima da Marzuflo che la tolfe ad Alelfjo fuo legittimo Si- gnore . Et hebbe di lei, fecondo i patti , la quarta parte, & la metà della quarta parte.con tutte le terre a quella apparte- nenti. Percioche delle quattro una fudell'Imp.Francelc che fi creò allora > l'altra del Doge, la terza de i Baroni Ven- turieri chiamati anco Pellegrini , & la quarta mcz za de Ve- neti & mezzade Venturieri .Nella qual portione afpettan te a Veneti,venne allora fotto la Rcp.la Città d'Arcadiopo li,di Mofinopolijdi Burgaropoli,diHeraclea,di Rodefl:o,& di PaneJor con molte altre marittime terre. Etibpra la Propótide toccò a noflri Andrinopoli, Gallipoli ai Dar- danelli,con molte altre Caftc Ila della Romania. Etl'Ifola di Negroptóe , & Sparta co tutta la Prouincia della Lacedc demonia.Molte Ifole dell'Arcipelago. Gran parte delle Ci- dadi. L'ifoladel Zantc& della Cefaloniacon gran parte de le Città marittime della Morea, & con molte Cartel- la & terre nell'Albania, nell'Epiro, & nella Ianìna,(ì co- me nelle memorie publiche appare. Et il Doge habi- taua in Coftantinopoli con Maellà quali vguale all'Im- peratore. Percioche era veftito con habito Imperiale* DELLEVIXE Etera creato Dcrpotodcll'lmpeilo. Et haucua il Tuo Con- figlio di Stato, cioè Coniiglicri, Auogadori, Camarlinglii & altri niiniftri come a Vcnctia . Et oltre al Dogeuierail Patriarca Veneto,creato, fecondo i patti da chierici Veneti. Et allora hauendo il clero fatto Patriarca , Tomafo Morofì no figliuolo di Theofilo,'gli elettori Veneti coTrancefi in- (ìeme crearono I mperatore, Baldouino Conte di liandm. Et allora (ì hebbc oltre a diacrfè altre reliquie,il Sangue mi- racololbche lì molbail Gioiiedi Santo^vfcitodabnaima gine di C hrifto nella città di Barutti, come attera Santo Athanai]o,& il Concilio Niceno,nel quale fu letto il libro d'Athanafio fopra quefta materia . et come anco ferine il Cardinal Contarino nel libro intitolato, la Somma de C6- cìlij più lllurtri . Si hebbero parimente diucrie gioie & al- tre riccliezzcPercioche fcriuc Gottifredo VillarduinoFra cele, che nel lacco diqlla città fu fitto coli gran guadagno, che neflùno nò faprebbe efplicar la fom ma del l'oro,dell'ar géto, de i vafi, delle gioie oc pietre pretioie,dei panni d'oro &di feta,& delle fodre,de Martori,de Armellini & de Zibel lini . Et lì hebbero etiandio i quattro Canal li di bronzo . I qualì,(econdo alcuni,furono fcolpiti da Lilìppo per i Rho- diani,& di quindi mandati in Sona, & poi condotti a BMariiio Morofmo^il quale fi diede inconta- nente DE PRINCIPI LIB. XIII. t;4 tanentc alla cura della CittiSotto quefto huomo , fi man- darono diucrlì nobili & alrri ndl'Kbladi Candia, in Colo nia,diui(ì in 7 5. Militic, & fu dato loro il pacfein feudo . Et allora lì fabricò la cirtà chiamata Canea. Furono anco fatti due Signori che cuftodiflèro la Città in tempo di notte, l'uno di qua,6c l'altro di la da Canale. Ma eflcndo viuuto ?. anni , altri dicono 4. fu portato con pompa honorata al fe- polcro . Et fi dice ch'allora, fi diede principio ad attaccar in Chiefa di San Marco, gli Scudi con l'arme dei Dogi , quali comeimagini rapprefen tanti la loro memoria. Et la fua in fcrittione in palazzo fu quella . Primiceri atum Iaculo ^ mitraque ornaui, RINIERO ZENO DOGE XLIIII. ANNO 1252. Ai^di Gennaio fu creato Doge,Riniero Zeno, huomo accorto, «5c fagace,di molta riputatione, & che s'era lu- gamente eflercitato ne i daffari dello Statoj il quale fi troua uà allora Podeftà a Fermo. Condotto adunque a Venetia dal Conte Marco Ziani con 4.galee, furiceuuto con molta letitia dalla Città.In quefto mentre il Legato del Papa,ban- dì la crociata fu la piazza di San Marco , cótra Azzolino da Romano : 6c fu fatto Capitano della fanteria Tomafo Giù. fliniano, & de gh huomini d'arme Marco Badoaroj &fi tolfe Padoua di mano di quello acerbo tiranno. Oltre a ciò fi trauagliarono le cofe d'iftria , perla guerra,fra il Pa- triarca d'Aquilca, & il Conte di Gotitia. Si guerreggiò Ci- milmenteco Genouefi, peroccafionedelmonifterodi Sa- io Saba. Per la quale fi fece giornata con loro , & fi acquiftò honorata uitto ria. Ma quel lo che afHiflemoltoi Padri fu , che Michele Paleologo,occupato l'Imperio di Coftantino poli,efclulei Vcneti,^'k i Francefi, checonlafugafi faluaro noaNegroponre, 5 8. anni dopol'acquirto di quella città. £t fi ^cbbc ricuperato dalie Hieniani , trauagliato molto ' ^ ^ - ]Snn a dal- DELLE VITE ranni iioftre.Ma fatto lega coi Genonefì, fu Toftenuto dal- la potenza loro . Co quali venutoli un'alrrauolia alle ma- ni,! Veneti recarono vincitori. In tantoii Principe, haucn do o-Qucrnato i6.anni,vcnnea morrej& fu feppeiliio a ban Giouanni,& Paolo.Et hcbbc quella infcrittione attorno al fuo ritratto . £x Acrefulfos lanuenfes dat Mare ^viBos. LORENZO THIEPOLO DOGE XLV. ANNO 1268. DOpo il predetto Doge, entrò in fuo luogo a 2 5. di Lu- glio, Lorenzo Thiepolo figliuolo di lacomo che fu Dogc,iI qualeera allora Podcftà a Fano , altri dicono a Ve- glia con la moglie gran Signora nella Dalmatia, altri dico- no figliuola del Re della Rafcia. Giouò molto allafua clct- tione la vittoria che egli hebbe a Tiro de i Genouclì . Fu pu blicato in San Marco da lacomo Bafcio vno degli elettori con molto contento dcU'vniuerlàle.Et tutti i collegi dell'ar ti,gli andarono a far reuercza, & la Principcfìa fece un còni to folenne in Palazzo fecondo l'ordine confueto . Dopo la fua crcatione fece due parentadi honorati. Percioche die- de per moglie a lacomo fuo figliuolo , vna ricchilTima & potentilTima donna, patrona in Schiauoniadi molte caftel la,& maritò Pietro con una gran gentildonna Vicentina , & concedè loro diuerfi reggimentii Di che fapendo male a Padri,& parendo loro che non tornaflè molto a propofito del Comune, prouidero nefocceflòri con legge, ch'il Prin- cipe non poteflc maritarli in perfone foreftiere , & che i fi- gliuoli follerò alla medefimaconditionedel padre . Si heb be fra tanto la Città di Cernia datafi volontariamente: & fi mandò loro per Podelì:à,GiouanniMorofino.Etnon mol to dopo Simonc,Stcno,(iegenerando dalla fua antica pro(a pia,moflòdaingiuftinimo defiderio, congiurò contra la patria : ma fcoperto fu bandito dal Dominio co i confapc uoli del fuo federato penllcro . ^i guerreggiò medcfì- -. ' *^ ma- DE PRINCIPI LIB. XIII. 2Ìf mamentc co Bolognefi percento delle gabelle di mare: ma dopo ^. anni li compo(c con loro ogni dilìicultà . Et fi hebbedifparerc per la Ikfla cagione con gii Anconi- tani. Vide quefto Principe fette anni, & venticinque gior- ni,^ fi morì a fedeci d' Agofto . Et fu fcppellito a ^^an Gio- iianni Se Paolo , fuori della porta grande nel fcpolcro del padre . Et hebbe la prefente infcrittione . Claujìra marina tuens , proflip *Bononìenfes . lACOMO CONTARINI DOGE XLVI. ANNO I275. Afèi di Settembre hebbe il fcggio Ducale lacomo Con tarini Procurator di San Marco , d'età di 80. anni . Il quale difcendeua per linea diritta da Domenico Con tari- ni , che fu Doge l'anno 1 043. Allora fi creò la prima uolta Vn Rettore a Murano, crefciuto per molti edifici , & giar- dini in forma di città . Si fece anco la legge.che chi non era nato di legitimo matrimonio , non poteffe entrar in Con figlio , ne hauer parte alcuna de i Reggimenti . Et il eftin- fe felicemente una congiura telluta da vn Giouanni Sara- ceno, che fli bandito . Di fuori poi fi reflituì la gratia a Pa douani,6c Triuifani , ch'in tempo di careftia , negarono il grano alla Rep. Si acquiflò Almiffa, 6c Montona, & Capo d'iftria. Et fi acquetarono ledifcordieco Mantouani, per diligenza di Marco Seicndolo . Si hebbe anco felicità nelle guerre con gli Amaritani. Vltimamentc indifpofto 5c inhabile, fecondo i Padri la volontà fua , crearono in fuo luogo Giouanni Dandolo . & a lui prouidero di honorati prouenti, mentre viueflc. Vfcito per tanto di palazzo a cin que di Marzo, & ridottofi in cafà de i BoccafTì a San Luca , fi morìa fei del feguen te Aprile, & fu portato nel chioflro de frati Minori.Et hebbe in palazzo quefla infcrittione. fh lujìinofolh Uenetorumfubdita regnii . GIO- D E L L E V I T E GIOVANNI DANDOLO Doge xlvii. anno 1280. LA morte del Contarini difpiaciutaall'uniuerfàle/u ad dolcita daireletrione a Principe , di Giouani Dandolo ch'era Contea Cherfo . Furono in quefto tempo due fafti- diofl accidenti. L'acqua ch'allagò la città con grauilTimo danno de i mercanti 5 l'altro un terremoto che mife a ter- ra diuerfì edifici). Et egli riformò molti abufi della città, cofi nelle cofe de i giuditij , come anco del uiuere de citta- dini . Si mi(èro anco in mare due armate, con Tuna fi an- dò a Langò,con l'altra s'ufci contra la città di Thrieile, per difenderfi dal Patriarca d'Aquilea, & dal Conte di Goritia, ch'erano entrati con l'armi nell'Iftria . Et acquiftato Pira- no,fifece la pace. Ma mentre che in quefte parti fi combat- teua della giunfditione, il Soldano occupo Tripoli nella Soria . Al cui Arciuefcouo la Rep.dicde venti galee,ad in- llanza del Papa,perch'egli aiutafle la Chiefa fua . Ma tutto fu vano . In quefto tempo mcdefimo fi battè la prima uol- ta il Ducato d'oro,che hoggi fi chiama Zccchino.Indi a pò co il Doge mancò l'anno ottauo del fuo Reggimento , & fu riporto in S. Giouanni &: Paolo. Et fi fece al ritratto fuo quella infcrittione . Infula y Pirammyfuhdmtur, cudo Ducatum. PIETRO GRADENIGO DOGE XLVIII. ANNO I288. AScefe al Principato Pietro Gradenigo,d'ctà di jS.anni, cflendo allora Podeftà in Capo d'iftria , & fu creato a venticinque diNouembreAccorto huomo, prudente, d'a- nimo inuitto,6c molto eloquente,& che gettò fi può dire il fondamento della eternità di quella Rep. con la ottima rcgo^ DE PRiNciri LiB. xm: ^ regolatione ch'egli fece delle cofcdel gouerno.Pci: Occafio ne della quale, nacquero in cafa congiure,felicementeeftin te,& fuori guerre imporranti co Genouefi, & co Ferrarefi, con rottc,& con danno,& nell'una cofa& nell'altra, de no ftri . Si hcbbe da fare co Padouani.Nelle quali attioni fiori ronOjGiouanni Soranzo, Morofino Morofini, & Andrea Dandolo,detto o Caluo^o Callo. Fiorì anco un Pietro Giù ftiniano, che nella giornata fatta a Curzola co i Genouefi , fatta gran ftrage di loro,confàcrò il fuo fangue per la patria. Rilulfe etiandio un Domenico cognominato Schiauo , il quale con tre galee ottenute dal Senato, corfo perdiuerfì mari,& grauemente afflitti i Genouefi in più luoghi , heb- be ardire di batter moneta fui Molo di Genoua,in faccia della città . Et fu parimente eflemplare per fedeltà, la fami glia Ziliola . Della quale vfcì poi quel Vittorio, che prefò dal Re d'Inghilterra , & sforzato a feruirlo con la fua naue contra il Re di Francia , amico allora della Rep. volle più tolto morire in prigione,douefu pofl:o,che compiacendo a quel Re fieramete adirato, far difpiacere a qfto Dominio, fé folTe andato cótra a un Re allora tanto fuo amico . In ca- fa poi fi fece la legge, che non potefle efìere eletto un Doge, fé non folle del Gran Configlio . Et nacque etiandio nel coftui tempo l'Eccclfo Configlio de Dieci . Il quale co- me perpetuo guardiano della Rep.lahaconferuata,& con- fèrua,con tanto temperamento della fua fuprema auttori- tàjChe nulla più . Ora il Principe uenuto a morte , & dico- no alcuni di veleno , a tredici d'Agofto , fu portato a Mu- rano nella Chiefa di San Cipriano.Et i'mfcrittione fua nel palazzo era quella. ty^faciendo falem Paduanos marte coegty V^rbempurgauiypropullts fedttiojis . SCRITTORI VENETI. Fr in queflo tempo Marco Polo Tubile V'mkknojìl quale fk il primo che ricjrcalfe ne tempi fuoi le regioni non conofciute, ^ DELLE VITE fcYÌfie ì y'ta^gi di Tr ahi fonda, & del Cattalo . Del paefe de Tartari:, C^ d'altre Trouincie . Et tornato ricco alla patria,acfuilìò cognome di Milione per le ricche:;^ portate con luhnelfHo ritorno , MARINO GIORGI DOGE XLIX. ANNO I^II. ^T On molto dopo fu alTunto al Ducato Marino Gior- ^ gio cognominato Santo , percioche^ era efìcmplare , & d'ottima vita . Nel fuo tempo che fu breue, fi ribellò la città di Zara . Et egli in quel tanto fece edificar del fuo , la Chiefa col moniftero di San Domenico, per i Frati dell'or- dine de i Predicatori,& la dotò largamcnte.Et mentre che fi fperaua ottima riufcita , eflèndo d'età di 8 r. anno \\ morì a i [ 4. di Luglio . Et fu per ordine fuo pollo in San Giouaa ili & Paolo,in luogo affai recondito,&: faputo,o ueduto da pochi . Et l'infcrittione fua diceua in quefta maniera . Tempore meo rexi lAciram)^ rehelUntem furgaui. GIOVANNI SORANZO DOGE L» ANNO 1^12. ^ [T fu pollo in luogo fuo Giouanni Soranzo , di età di -' 72.anni,grande & fcarmo nel volto, accorto «Se atluto molto. Et quantunque mollraflè nell'er}:eriore,d'eirer pcr- fona mcompofta & indifcreta , era però gentile & cortcfè, & llimato alTai dalla città, per il fuoconofciuto ualore. Jn quelli tempi fu tanta l'abbondanza delle cofe della città, che con un ducato, fi forniua rutta la cafa per una fettima- n a di camangiari . Nel fuo primo anno Ci rihebbe Zara, 5c fi fottomifeTrai:i,Spalato, & Sebcnico alienate lotto il fuo preceffore. Si ricuperò Negropontc. Si difcfe parimente io Stato a Cafa & in diucrfi altri luoghi centra gli in fui ti , che DE PRINCIPI LIB. XIII. t;7 che Genouell,i quali oppugnauano Andronico Imperado re. Alla fine ucnuto a morte dopo ledici anni del Tuo Prin ciparo: tu (cppellito nella cappella del Battiiterio di S. Mar- co . Et il fuo Breuc diccua . Tragurium^SfalMrumy& Sthinicumfub tuga mino* SCRITTORI VENETI. Vlfie in quefto Secolo Mari no Sznuto, cognominato Torfelio , // quale fcriffe un librolatino dtuifoin treparrij& imitdato . Liber SecretoYum fidelium Cruàsynel quale ft contengono moldfecreti , per acquiflare a Chrifliani dalle mani de Saracini,Terra Santa^ & confer- uarla . ScriJJè ancora un libro d^Epifìole latine a molti i^, Tontefici , e Cardinalitinpropoftto delle cofe di Terra Santa, FRANCESCO DANDOLO DOGE Lr. ANNO I328. DOpo le ceremonie del morto Doge , fu fubliniato al Trono Ducale,Francefco Dandolo,a gli otto di Gen- naio. bitrouaronoinVcnetiafottocofl:ui,inun tempo medefimo óo.Ambafciadorididiucrfi Principi,&Comu n ita per diuerfe occafioni fra loro, chiedendo il giudirio f'el Senato, tale era la fama della giuftitia incorrotta de i Pa dri.Si prefero poi l'armi per le cole d'l{tria,conrra il Patriar ca d'Aquilea. Et lì ver/nè in difcordiaco Principi della Sca la . I quali alpirando all'Imperio d'ltalia,difcgnauano inan zi rratto-,d*atterrar la potenza de Vinitiani. Ma trouan- doiì di gran lungaingannati,rPadri s'infignorirono di Tre uifo: & elfi Scaligeri hcbbcrogratia di farli amici della Re- publica.Si con traile anco una lega conrra i Turchi , fra Pa- pa GiouanniX XII. l'Imp.Grcco,il Redi FranciaJaSigno ria, & il Gran Maftro di Rhodi, ma fi dillblfe per la morte del Papa . Et hauendo quello Principe gouetnato dicci an- ni,^^ dicci mcli,ri morì d'Ottobre, & fti pofto nel capitela de Frati Minori. Non uoglio pretermettere in quefto Ino Ooo so \m^ DE Li E V ITE go di dire , ch'egli fli cognóhiinató Can , per focceffione dell'ano, & del padre. Perciochc l'ano hebbe nome Francc- fco Can,& Giouaniii Tuo padre il medefìmo.Deirauo fi ve de in diiierli luoghi per le fcritture prillate. Ma di Giouan ni,ci habbiamo una memoria publicajche l'attefta. Et que ftó è, un mandato , onero lettera credentiale,diGionanni Dandolo Doge,che niilè l'anno 1 2S0.Il quale, màdandofi tre ambafciadori a certi Principi, ieri ne.T^ox Ioannes Dandulo Dux &c Facimm, confirmamm , & ordinamm A( 7\(, vjr Sapìen- tes V V, MaUheum Qiànno ,. loannem Can Dandulo , & Jacohum Theupulum ^i'»baj}ìa[0"es y & fidetes noHros dìletios &c. Oltre a ciòjPietro Guilombàrdo,che ville in tempo di Prancefco, ferine que(ie parole. Francifcus Dandulm jiltus quondam Domini loannii Cank eit^mf/it Ùux FenetiarHm,& po/ifm in Ducatu die Venerici otlaMo ia?marij i j iS.&c, Al predetto Doge adunque fu infcritto in palazzo il prelènte Breue. diarchia tota diu mecum hellandofuhaEla > Taruifimn tandem (uh mea tura dedi . BARTOti^iviM^ClkADENIGO DOGE Lll. ANNO 1^39- HAuendo Andrea Dandolo Dottore,dietà di trenta an ni,& Procurator di S. Marco , ceduto alla volontà de Padri,fu aillintoal Ducato Bartolomeo Gradenigo co .:? i . votoa 7.diNouembre. Età quello huomo di età di 76. an- ni,Procurator di San Marco, liberale, pieno di bontà natu- rale,(5<: difcretcondc poilo l'animo al gouerno, opero che fi fecero i primi Rettori a Peleftina,a Poueia,& aMalamoc co,alti-c uolrecittà di momento,& pcrananti poftedeltut to in aiìòliitapodeftà del Doge , che le gouernaua per fuoi Caltaldi. in qucdi tempi auenneil famofo miracolo di S.Marco,di S.Giorgio , & di S.Nicolò,che faluarono la cit- tà,da una horréda,(3c fpauétofu fortuna, cheaftbndò quafi o2;gi DE mi.NCIPI LIB. XIII. 5^8 ,ognì cofà . Seguì ppi la ribellione .di Candia,con fi fatta car reftia,chegU pcrtiè la gratta d(;li;'.LM>iuerfalc.Et l'anno terzo del fuo Principaro ucnnc a niprtca aS.dijpicembrc, & fu feppcUito, ne fottoportichi di San Marco, 4^ fi gli fece quo fta infcrittione in palazzo . Tacijìce rexi^pMìcumi ,, 0* mente p rotexi . A,N D R E A DANDOLO DOGE LUI. ANNO 154^. FV quefto Principe dottilTImo : & primo de nobili Vi nitianijche ricenefle l'infegne del Dottorato . Et fu aC- funtoa tanto grado d'età di trentatre anni cllcndo Procu- ratordi San Marco.Scrifle la hiftoria larga & copiofa:& gli Annali aliai riilretti, nò pure della fua Patria , ma anco del mondo.Ritrouò in San Marco il corpo di S.llìdoro. Amò grandemente i letterati : & però gli fu molto cara l'amici- tia del Petrarca . Si guerreggiò fotto lui co Zaratini , che s'erano ribellati la Icttimauolta, Mali come la guerra fu difficile & pericolofàjcofi alla fine arrecò gloria & fplendo re,percioche il Re fu grauemcnte rotto, & Zara ricorfe alla miiericordia de Padri. Si rinouò etiandio la guerra co Ge- nouefi . Et fi prcfèro l'armi contra il Conte di Goritia , il quale datofi a Veneti , fu condotto nella città . Auenncro oltre a ciò due fieri accidenti in quello tempo. L'uno fu un terremoto,nel giorno di San Paolo,cofi grande, che anda- rono a terra diuerfi campanili,& faccie di Chiefè , onde da indi in poi fi chiama ancora San Paolo de i terremoti. L'ai tro fu quella horrenda pe{le,vfcita prima dalle parti di Tar tarla , & poi diffufà per tutto il mondo , della quale il Boc- caccio fcriflb con tanta eloquenza , & accuratezza . Per la quale nel mefc di Maggio morirono i due tcrzidellcper- iòne,& fra l'altre tutte le donne pregne, & durò pcrfèi Ooo a mefi. B E L L E V I T E mefi. Et di ciò fi legge ampia memoria fatta allora & pofta foprala porta della SciTòla della Carità . Et il Doge venuto a morte, Fu riporto nel Battifteriodi S. Marco , & hcbbc in palazzo queitoBreuc. Alta triumprohitas mihi quarto fuggent inflar^ Slui de Dandulea p rolefuere Du ces^ MARINO FA LIERO DOGE LI III. ANNO 1 3 54* C Ali al Ducato, con molto fauore dei Quarantauno,Ma ^ rino Faliero Contedi Val di Marino, eferci tato lunga- mente in diuerfe Podeflarieforeftiere, & in molti maneg- gi mcdefi mamente della fua patria . D'età di 80. anni,mol- to ricco,di eccellente ingegno>,& ben parlante, ma colleri- co fuor di modo. Per la qual coUora non andò molto, che iiioflò da un fiero fdegno, per ingiuria riceuuta in disho- nor del fuo nome,& non vendicata, come eflb voleua,c5- giurò, non per defiderio di fignoreggiare , efiendo d'età di 8o.anni,& fcnza figliuoli, ma per debolezza di ceruello in età cofi grande , contrala patria . Ma fcoperto col mezzo di Nicolo Lioni Grauifiimo Senatore di quel temporfu de- capitato in quel luogo,doue hebbe la corona Ducale.Et ri pofto priuatamente nell'andito della cappella della Pacc,in San Giouanni & Paolo . Et con tutto che in palazzo non vi foflè il fuo ritratto : ma nel campo negro della lunetta follerò Icritte quelle parole, Lochs Marini Faletri decapitati prQ criminibus, nondimeno lì trouain copie antiche queftoBrc uc,chc dimoftra che qualche uolta ui foffc il ritratto . TemeritatH mt^epcetutsìtii. GIQ- DE PRINCIPI LIB. XIII. 239 GIOVANNI GRADENIGO DOGE LV. ANNO 1555. SEppcllito l'infelice Prìncipe, la cui congiura fu prima fpenta che faputa dalla città, per la fomma prudenza de Padri di quel tempo, fu fatto in luo luogo Giouanni Gradc nigo cognominato Natone , di età di 76. anni,di profonda memoria, pcritiirimo nelle leggi , in tato ch'alcuni dicono ch'egli fu Dottore,& amantifl'.della patria,maperò notato ti'auaritia,& di (garbatezza nella pfona . Perciochchaueua certi modi fpiaceuoli,co quali iomigliaua Giouanni Dan- dolo Doge47.fuoauo materno. Nel fuo reggimento fi fe- ce confederai ione coGenouefi. All'incontro fi fufcitòla guerra col Red'Vngaria per laDalmatia.Vifle vnoanno 5» iiiefi,Óc i4.giorni. oc gli fu fatta quella infcnttionc. Ad emoria cjt* iuris peritia clami y Qum lanuenfibuSi^'tilefcedus inij. GIOVANNI DELFINO DOGE LVI. ANNO 1556. MEntre che Giouanni Delfino Proueditore in Treuifò difendeua quella Città contra gli Vngari, fu creato Principe a i ^.d' Agoilo l'anno 1 5 5 6. 1 Padri adunque ricer carono il Re,che aflcdiaua quella Città , che delle il paflb al Doge loro . Ma il Barbaro vantandoli con fallolà fuperbia di tener prigione il Principe di Venetia, non volle, metten- do a conto di gloria, quell'accidente ch'era nato dal calò. Mail Delfino,accorto & animolb infieme, vfcito con bel- la occaiionedi Treuilb, a bandiere fpie gate con zoo caual^ Ji,& condottofi felicemente a Mergara, fu raccolto da Pa- dri con molta letitia. Ora fotto lui lì finì qucUaguerra, ha- uendoil Receduto il titolo della Dalmatia. Et fi rihebbc iadictro Conigliano, Seraaalle,& Afolo, con tutte le altre caftella DELLEVITE caftella occupate fui Triuifano . In cafa poi fi fecero diucrfe leggi . fra le quali fu importante la regolatione delle pom- pe: imitata poi da diuerfi Principi d'Italia.AU'ultimo il Do gè venne a morte l'anno quarto del fuo Reggimento, & fu riporto in San Giouanni & Paolo. £t hebbe quella la fcrittione. Tamifium ohfidione lihemm feci j pace cwn Hungaris ìnita, SCRITTORI VENETI. Florun queHo tempo nelle lettere , allora in poco pfcz^ , o'per la condhicne dì quei tempi , o perche s'attendejfe ad altro ::egotio che ^»eflo,Barnaba Bardano Dottor Medico, ricco buomo,& chtlejfe lungamente nello Studio di Tadoua.Et lafclò dìfmuna opera dì Medì^ Cina dijìinta in 12. librila quale fi troua al prcfente prejjò a Hippo- lito Dardano' fuo difcendente.EtpoifeppelUto nel Chioflro de Seruì, LORENZO RELSI DOGE LVII. ANNO Ij5l. COncorreuano alla degnità del DogatcPietro Gradeni go figliuolo del Doge Bartolomeo, Leonardo Dando- lo, & Marco Cornaro > fé bene era prigione in Auftria . Et mentre che s'attcndeua ?. quello negotio, véne nuoua ch'il Celfi Capitano del Golfo, haueua rotto i Genouefi,onde fu incontanente creato Doge con molto applaufo a i ó.di Lu glio . Fu in quefti tempi a Venetia, il Re di Cipri, & l'Arci- duca d' Auftria.U quale per le molte cortefie riceuu te, liberò Marco Cornaro & Giouanni Gradenigo , che in ritornane do d'ambafciaria,furono prefi in Lamagna da un Tedcfco, per caufa particolare. Nacque etiandio la ribellione di Can dia 5 per la quale fi hebbc che fare aflaùMa la uirtù de noftri, fottoil Generalato di Luchino dal Verme,fu tanto poflen- te,che fi rihebbe l'lfola.Et i ribelli furono acerbamente pu- nitijcon tanto piacere dell'vniuerfale, chefi feftcggiò per al aia DE PRINCIPI LIB. XIII. 14® cun giorno. Et il Rq di Cipri gloftrò con lacomo figliuo- lo di Luchino,giouanc dincrcdibil valore. Della qual gio Iha, il Petrarca Icr irte nel 4.dclle Senili , fi comealtroues'è detto II qual Petrarca in quello tempo offerì la fua libre- ria al Senato,che fece unohonoratocditto,in quella mate- ria : (1 come di lopra il è ragionato,nella difcrittione dei Se polcro , doue il publico gli apparecchiaua la cafa , ch'era il palazzo del le due Torri della famiglia Molina, poflcduto allora da Henrico da Molino padre d'Andrea preftantiinSe natore del qual Andrea nacque Luca che habitauanel det- to luogo,al tempo che lo Squarciafico fcrifle la vita del Pe- trarca . Edifici, fatti poidomiciliodi Donne monache, per concefilone pia di elTi Molini,con certa ricompenfa hauu- ta dalle monache di conienfo del Senato. Ora il Principe fopraprefoda una febbre che lo tenne occupato 20. giorni, mancò ali i 18. di Luglio. Et fu portato alla Celeftia.Etil fuoBreuefu, E^ mari Dux uocor^Cretce Itherator opima . MARCO CORNARO DOGE LVIII. ANNO 1^6$. ETin Tuo luogo entrò Marco Cornaro Caualicro 3c Procurator di S.Marco d'età di Scanni , nobilifi^di (àn gue,5c illuftre per molte Lcgationi, & fu eletto a 2 1. di Lu- glio l'anno ij 65. co piacere della Città,pcrch'cra fauio huo- mo , eloquente , & amaua molto la pace & l'abbandanza della Città.Poco dopo la fua elett ione s'eftinfcro del tutto le reliquie della ribellione di Candia nella parte de monti . Si diedero poi a Papa Vrbano Quinto, che haueua acqueta to in Italia diuerfì romori , alruante galee, le quali lo con- idulfero con buon numero di Cardinali aMarfilia. Ma non andò molto, ch'il Principe hauendo Ducalo due anni, ne quali (ì Itette in pace,li morì a 1 z.di Gcnnaio,& fu portato a S. Giouanni & Paolo , & pollo nella cappella maggiore * Et hcbbe queI1:o Breue. 2^[ìdua nhelUnùs Creufunditus extinxi . scan> DELLE VITE SCRITTORI VENETI. 1"? Trono in qfiefio tempo chiarì per lettere humane , & diuwe Do* menico Lioni,// quale fcrijfe rn libro intitolatOyTrima etfecim da pars Solis Cbriflianorum.Et vrf altro detto, Trimum & Seamdum ifolumen de Fexillo Beat/t f^irginis . De lumìnefuper natmalìs Maìe- Hatii due libri . De Vhilofophia [acri Thronijuf naturalis un yolume» Defapientiali Theologìa Uh. i. De myflerio dominici incarnationrs. De matris Domini ortu . Dilucidationes de Luce S. Crucis . De notitia via re&a,vn Dialogo. De grafia & nobilitate natura humanoii vn inalogo tnoYale.De amore DeuScrijJe anco pojìille [opra Luca. Le quali tutte ccfe fi ferbano nella libreria di S.Domenico dì Bologna imitato hoggidì da GioBattifta Leoni, huomodotiff.& herede della uirtù &dottri ita delpredetto . Natal Veneto , lafciò un libro della materia delle forme da giuìiare intomo alle letteie. Et il modo da farle di vetro, ANDREA CONTARINI DOGE LIX ANNO 1^67. A Ncora ch'Andrea Contarino hauefle fatto intende- re ad ogniuno , d'eflère alieno dal defiderio del carico del Dogato, & che harebbe rifiutato a tutte le vie cofi fatta degnità,parue ai Padri di concedergli quefto honore , & fc bene s'era fuggito in Padouana, loaftrinfcro per ogni verfb ad accettarlo. Entrato adunque in (ède a 2 2. diGcnnaio.co fomma conlblatione della Città,macon molto fiiodifpia cere,psrcioche gli era ftato predetto, chequando fofìc Prin cipe,ia Rep.patirebbegrandeniente,fi pofecon ogni follcci tudine & induftria alla cura & gouerno del Principato. Ma chi è colui che poflàfchiuarle diuincdeliberationi ? Ccn- ciofia che non molto dopo, nata la guerra co Triclini & con altri,auenne cofa di fommo difturboalla Rep. Percio- che Fracefco da Girrara acerbiffimo nemico de Vinirìani, contratta lega col Red'Vngaria,col Patriarca d'Aquilea,(5c con la Repub.dc Genouefi, moHe l'armi per tutto con tan- toardore, che oltre alla riuolutione che perciò ne feguì per tutto lo n:ato,i Genouelì occuparono la Città di Chiog KJa DE PRINCIPI LIB. XIII. 141 già del I ^ 7P.& penetrando inanzi vcr(ò Venetia,Ia Rcpub. andò a pericolo eftremo d'intento, ih la virtù Veneta,(èm pre animolà sìk: inuitta nelle colcaducrtc, non affrenaiia il corfo delle uittorie de nemici . Pcrciochefattoll una grolla arrnata,della quale fu Generale il mededmo Principe che voHcandatcin perlòna,6c Amiragliod'elìà Vittorio Pifani, partitoli con grolìb Ituolo della città , aliali i Genouelì in Cliioggia,con tanto ualore,ch'allafinealibdiati,uinti, oc fu pcratì per ogni vello, fi ricuperò Chioggiaa 22. di Giugno ijXo.con grand ili', faufto del Principe. 11 quale alla Patria con allegrezza inaudita di tutto il l'opolo condulle con lui 4142. prigioni Genouelì, che in pochi melili morirono quali tutti, & x(5oo Padouani.Er portò parimente come pre ci può trofeo,ol tre a tant'altre bandiere tolte agli auerlàri,!o Scudo del Capitano Generale de Genouelì, fatto di cuoio cotto, fecódo l'ulodi qll'ctà,doueera di rilieuo S. Giorgio a cauallo(inlègna propria della Comunità di Genoua)lauo rato di gefìò & di ftucco,6c dorato,ilqualecola PromelTio- ne Ducale,«?c co altre cole di prezzo, lì lèrbano da Fraccfco & Hieronimo Conrarini già figliuoli di Bertucci,^ nipoti di Domenico da S.Apoftoli, difcendenti de i parenti piii ftretti del detto Doge,&:hoggi heredi del nome & della gloriadilui. Ora il Principe ridotte le cole a co(ì honora- to fine, Lienne a mortedopo 1 5. anni del Ilio Reggimento. Et fu Icpolto nel chiollro di S. Stefano fopra la porta per fianco,in ricco icpolcro,con quello epitaffio in marmo co lettere Gotiche antiche, venuto poi acafo, quali come in lèrbo,per l'incendio di quel luogo, nelle mani di Marco Antonio Contarini Senatore da S.Giouanni 6c Paolo, pro- pinquo d'eflb Doge . Hicjacer zy^ndrea^ fìirps Contarena moratur^ Dttx patria preci l^ii^jeni or , cjui lanua ciues , tifane tuosfundens , c^ ^ttlor clajje potitta , Amifjam Veneto Clugiam pacemaue reduxit , Ppp Et DELLE VITE Et la fuainfcrittione intorno al ritratto Tuo, fu qnefta. Ade nulla tacebit cetastcum lanuenps frojìigauerim Clodiamque receferimyW a> maximis pericttln Pa^ triamiiberauerim . MICHELE MOROSINO DOGE LX. ANNO 1^8 1. AL mortofocceiTeilMorofìnoProcuratordiSan Mar- co d'età di 74. anni, dottili^ & prudente huomo . Sotto coftuififecel'imprefadi Tenedo, occupato dal Mudazzo con l'aiuto de Greci . Riformò parimente alcune leggi, oc fra l'altre volle che fi decapitaflero i micidiali, che prima s'v faua d impiccarli. PreuaKe anco la pelle in coli fatta manie- ra,ch'ancora eflb (i mori di ql male a 1 5 . d'Ottobre , il quar to mele del fuo Ducato . Et la fua inicrittione fu quella. Pauca damus patria, fejìina morte reprefsi . ANTONIO VENIERO DOG E LXI. ANNO I j8l. IDifpareri dei Qip.rantuno , cagionarono l'elettione di Antonio Vcniero d'ccà di 6^. ann i , il quale era Capitano inCandia. Huomo cofi giuflo, che confino m prigione Luigi fuo figliuolo,che haueuagiouanilmcntc dishonora- toin parole una cafa nobile. Nel codui gouerno lì fece le- ga con Gian Galeazzo' Vi Icon te centra il Caiarele . Ma crcfciuta molto la grandezzadel Vifconte, il Senato lì con- giunfc co Fiorentini, co iSanefi, & con altri per manteni- mento della publica iibcrta . Et toltali Paùoua , lì reftitui ai Carrarclcànucikiidolo v^icario in quella Otta per nome del Senato. Si Ibccorfe etiandio tmaniieilo Imperntor contrai Turchi, lotto il Capitanato di Ibniafo Mocenigo che DE PRINCIPI LIB. XIII. 24^ cl'kc poi fu Doge.Et(l aiutò Sigifmondo Red'Vngaria che focce tic all'Imperio, ttfi mantenne in (lato ilMarthcfedi Mantouaconvraìl Duca di Milano. Venne anco a diuotio- ne rilbla di Corfu . Indi a non molto il Doge infermatoli, paisò ali altra uita & hcbbe l'infrafcritto Breue . Creu pTccfecltii Dux eligor , m€(^u€ auEfore unicm in uincuUs damnatiiì' fìim , c^ fi trijìeyfalubre tamen exempltim lujiiti^ypcjìeritati mar.dandum, SCRITTORI VENETI. Vlftero &fcrij3ero in qHcJlo tempo gli kjrrafcritti huomìni chiari nelle Ietterei Alberto Alberti P. Oratore molte mite a diuerfi Trinàpi.'&fcrjjfe diuerfe Omionì. Domenico Bolani Fìlofofo , et Oratore^fece una opera intitolatatContra detraóiores puritatis B. hiaria Virgmis . Marco Giorgi , dell'ordine de Scrui , Fìlofofo , et Theologo compofey De libertate Eccleftafùca lib. r .Comra Simoniacos lìb. z.Vita V.Thilìp^iBencì Fiorentini in uerfo heroico latino. Orlandino de Maftei Giurifconfulto celebre , mandò fiori un trattato con queHo ti- tolo . I{epetitiofuper F{ub. & titulo de obligationìbws , MICHELE STENO DOGE LXII. ANNO 1 400. Finite le funerali,rìufcì Doge in capo a y.giorni, Miche- . le Steno Procurator di San Marco,d'età di 69. anni , ric- co huomo,& di ualorejcod p terra come per mare. Et la Tua elettione piacque di modo,che lì fefteggiò dall'arti per mo(I timeQ. L'anno feguentel'Imp. Alberto & la moglie uen- ne a Venetia . Si hebbc parimente una uittoria illullre dei Genouefi- Ma importante fu la guerra vltima che li fece co Principi di Carrara. Percioche eflendo finalmente fuperati dall'armi Venete,fi hebbe allora Padoua, Verona, & Viceiv- za,contantoaccrcfcimento della Rcp. che da indi in poi, P p p a mct- DELLE VITE mettendo il piede in terra ferma, s'acrebbe inficmc co l'Im- perio, traua^l io &: inuidia prefìb a i Principi efterni.S'aggiù iè a quello, che Ladislao Red'VngariaccOèlaCittà di Zara a Padri . In quelli tempi,!! meflé a oro il cielo della Sala del Gran Con lìgi io, & fi fece il pergolo del fineftró grande che guarda fui Canale adornato l'uno & l'altro di Stelle, ch'era- no rinfegnedcl Doge. Il quale do pò i^.anni, & ^.giornijfi morì a 26. di Dicembre. Et il Ilio Breue fu quello . Sub me capta 'venii /anuenjts plurima Clafsis , Saxofa c^ dominum me no/itpulchra Verona , Tu quoque Patauium , tu Zy^incentina propago, SCRITTORI VENETI. }> ìjplenderono per lettere in queflì tempi, Andrea Veneto, V dell'ordine de serui^U quale battendo letto in Bologna^et operato co fé iUuflri nel Concilio di Bafileaidouefii mandato dalla H£p. lafciòvn Molume,fopra il Genefi. Commentari /opra i naturali d'^rifiole . f^n li' bro intitolato , Fariarum Orationum.Fn' altro detto Campus Florum , doue fi contengono e/fempi dellajàcrafcrittura . Carlo Zeno P. C^ senatore illufiriji. oltre al nome ch'bebbe neWarmi , compofe diuerfe Orationi latine , ajfai eulte , TOMASO MOCENIGO DOGE LX I II. ANNO. 41^. A Lio Steno foccefle Tomafo Moccnigo d'età di 69. an ni . La fua elettione fu gratifllma , come di huomo oltre modo defìderofò della pace,& di buona mente . Per- ciochc procuraua , che la città folle occupata nelle facende. Le quali erano in tanta copia, che fi traheua da diuerle par ti del mondo un gran tcloro. Et fi mandauano allora 46 . galeegrofle cariche di mcrcantia a diuer(è piazze, però s'ingegnaua, che la guerra ilefle lontana. Morì in quello tempo Carlo Zeno , il quale accompagnato dal Principe & DE PRINCIPI LIB. XIII. 14^ dalla Signoria alla Celdlia , fu lodato con Crarion funebre da Leonardo Giultiniano. Si finì la guerra col Patriarca d' Aquilea,col mezzo della famiglia illullrc de Sauorgnani, creaci poi nobili Vinitiani, g i quali lì fece acquifto della Pa tria del Frioli , con fodisfartione della Rep.& del Patriarca. S'aiutarono parimente i Fiorentini contra il Duca di Mila- no,& (ì ricuperarono diuerfe terre nella Dalmatia.Finalmc te gouernato i o . anni il Principe uenne a morte a i tre di prile. EtfuilfuoBreue. JJungaros hello domuiyTurcarum Clafem deleuiyTy- ratasukiquefti^izm. Imperio noflro TragtiriumiSpala^ trumyCathartim.Feltrumfienetamque adiunxi . SCRITTORI VENETI I'hl_ quefìì tempi furono Hluflri , Andrea Giuliano, di tanto felice ingegnOiCh'orò diuerfe yolie aWimprouifo . Traduffe in latino, Dione grecOi & lafciò diuetfe Orationi . Lorenzo de Monaci , Sccretam del Senato,& poi Cancellier Grande in Candia^fcriffe la HiHoria di Fé- •netia. Si legge anco difuo un'Oratione al Doge Steno,& alla Signoria, nelle funerali di tritale Landò il Secchio. Nicolo Con tarini P. & Senatore preclarifi. già figliuolo di Luca da S.CaJfano, Fitofofo et Giù- rifconfulto leffe in Tadoua,& fcriffe molti co figli et trattati nell'una & t altra proftffione. Hebbe giouane molte amhafciarie , & fra V altre in Spagna a Ciouanni I\e di Cajìiglia , & a Fiorentini collegati contra il Duca di MilanOy& poco dopo morìf uia^gio l'armo 1 4^ij.andado Ora- tore ad ^mideo Duca di Sauoia che poi fu Felice/^, Paolo Veneto dell'ordine Htremitano,Filofofo& acerrimo diluiate fcrijfe, Cotra Ih àsos lib. I .Sermones de tempore lib.i .Sermones de SanCiis lib. i.Super Torphyrium lib. i .& Super TrMicamenta. Pietro Donato jirci^ uefcouo di Candia,& Tre fidente in Tauia nel Cocilioyper Martino Ta payil quale fu poi tra portato a Siena, fcrijfe una difefa per jllefiandr^ eontra ^uerrùc de augumentatione . FRAN. DELLE VITE FRANCESCO FOSCARI DOGE LXIIII. ANNO 142^. Finito il mortorio , il Fofcarijpcr bello artificio Tuo , col quale girò il negotio .1 Tua volontà con orto uoti fermi, riufci ì-rincipc, a i ^ . di Aprile deh 4^5. coO caro alla città, che ne moilròletitiavn'anno itero 1 a prima cofadojro la creatone fu, che (i riceuè nel numerode nobili il Re di Da- tia,il qua! richicreinllantementc q^ielìofauore, col mezzo di Nicolo Giorgio (.^aualiero, Oratore reiìdente allora pref Ibaldcr-o Re Sih.:bbc poi la città di Salonicchi , Scutari, éc Dokigno. Ft nella Morea, s'entrò per ragione heredita- ria,in poUellb della città di Patraffo.Fu ancoin VcnetiaGio uanni Paleologo Imp. per chieder (bccorfo a Padri , centra i Turchi, che faceuano gran progresli nella Grecia.Ci fu pa- rimente il Re di Datia che paflàua in Hieru (aleni al icpol- cro di Chrifto . Non molto poi, il Defpoto della Rafcia,& il Ducadi Milano domandarono,I'iino genti, & danari per difenderfi da i Turchij& l'altro , che ilSenato folle giudice delle differenze che haueua co fuoi cugini . Et non molto dopo fi roppe la guerra col detto Duca. Pcrcioche afpirado alla Signoria d'Italia, i Padri fatta lega per ripo/b d'cfìà con diuerfeRep. hebbero in procefiòdi tempo la città diBre- fcia con diucrfealtre terre & caftclla . Fatta poi la pace , & rotta di nuouo , fi maneggiarono lunghiffime guerre, cofl •in Lombardia,come in Romagna,& in 1 ofcana, come an co nella Morea &c nei l'Albania , con tra i Turchi.Nelle quali auennerodiuerfi accidenti di pcrdite,di uittorie, di paci , di tregge , & d'altre cole delcrirte a pieno da diuerfi Hiilorici di quell'età,a quali fi rimette il Lettore ne predetti particola xi . Et Belle quali furono iliuftri nell'armi, de noLUi Virto- drio Cappello,Francefco Barbaro,Marco & laconio Dando 4i,Fantino MichelcGiorgio Cornaro, Santo Venicro, Pie- tro & Luigi Loredani,Federigo Contarim,PaolaTrono,et dinerfi altri cheli pretermettono perbreuita . Ltde gliefte- ri,Nicoiò PicciiiinOjFrancefco Sforza, chcfupoi Duca, A- gnolo DE PRINCIPI LIB. XIII. 144 gnolo della Percola, Carlo Malatcfta , & Tiberio Brandoli- no,dal quale dilccndc Brandolino illuftre Condottiero del- ia Rcp. al preterite Conte di Val di Marino . Viti inamente il Principe efTcndo di 84.anni,difmello perla grande età del rrinciparo,ucnnc a morte indi a due giorni. Et fatte le fu- nerali ne Frati Minori , fu lodato da Bernardo Giuftiniano. Et fu il fu o breue. Pojì mareperdomitum , po/ì ZJrbes marte ftibaElas > Florentempatriam long^uuspace rehqui . SCRITTORI VENETI. Fiorirono fotto il Fofcaà AlelTio Bolani dell'ordine de SeruUfcrìf f^^Dcaditentt* Dominiiei Commentaria inTauU Epijìolas. Fanti- no Dandolo , G'.uìifcvrìf^ltOj ^rciuefcouo di Candia, et Fefcouo di TaduuaiChe Lopofè uu travatOyOeBenefìcijSitt urfOpufcido di Bfijponfi moUofmgoUri . Fracefco Barbaro P. Dottore et Caualiero et Tro curatore di s.marcOtCcn tuttoché f-ffe continouamente occupato ne maneggi pubiiciylafciòi De te f^xoria lib. i .Epiflolarum li. i.Et trahjjè in Tinta, co le Fiie d'^riiìide , et di Catone , et fcrijfe altre co/è , Francefco Contari ni P. et Senatore,già figlinolo de Vicolo Ciu- rijcòulto et Fibfofo>ec di Maria figlinola di Iacono da Carrara [ratei lo di Francefco ultimo Signor di TadGa,et padre poi di Ziccatia , Cd- ual.eroyG: rilconfulto anco e[iofcri(ie tre libri y De rebus in Hetrurìa gejiìs y copoHi da lui neWefJercìto doue era Vroueditor per la ^epuhlica in fattore della libertà de Stnefh et Hampati prima in Lione imperfetti, et poi in f^e'ietia. fecondo teffemplare di (uà muno,hanutdft e a' Conta- rinidaS. Ccrux',o fuoi heredi. Et morì poco dopo ritornato alia patria Vanno 1456. Gabriello Códolmero Vapay et detto Euiì^emoJllI, copofe un i rateato coirà gli Hereticil^jfnani et Boemi . H icron i mo Zanncttino Giurifconfulto, mandò fuori un libro,nfl ifuale Cono nota te le differenT^ fra le leggi canoniche jet le ciudi . Lorenzo Giufti- niano ^.dell'ordine de i Celefìiwydel tìtolo di sa Ciorm in ^Igaypri mo Tatriarca di f^ enetia , et finto huomo , lafciò un uclume di diuerfi. trattati in:orno allafcriituta jacra.Fri quali fono.Ogni-.m t^i'^e De coH mbio uerbi et anima. De interiori confliÙu.Defacr amento aliar is . De con- DELLE VITE ct>ntentptHmundiDe officio paftoraliDegradibusperfe^ìonìs, Dedìfd plina monaHica.De agone CbriHi.De complan6lu Eccleft<£. De ulta foli- iaria.De fermcne Domini in Ccsna.De cbedientia , et sermones quadra- grinta. Leonardo Giuftiniano P. & Trocurator di san Marco , et fratello del Beato Loren^Offcriffediuerfe Orationi,Epi/iole ^et Ferfi lati ni,con molta facondia . Pietro Monte Fefcom di tre foia , fece un J^epertorio di leggi . Pietro de Tomafi Medico , compofe , Defaetu mulierum yCt De [acuitale plamarum lib,\, Pietro Moro fi no P. Cardinale fCompofe Commentarij fopra ilfefio de DecretaiiyCt un tratta- to di uarie terminationi in iure . Tomaio TomaGni, debordine de i Vredicatoriif^efcouo prima di Feltre^etpoi d'orbino , d*Emonia,di ^canatiyet di Macerata^ oltre allo hauer reftaurata dalle fondamenta , etampliatainmigliorformalaChiefadel Corpus Domini y lafciò di- uerft sermoni di santi:et un libro in ver fi heroici , in matet ia del Coypo di Chrifloy molto eleganti . Vincenzo Quirino , publicò un libro , Defingulis conclufionibus omnium fciemiarum . kt alcuni commenta rtj dell'India , et di Colocuth . Vital Landò P. et Dottore yCompofe un libro intitolato , Qmfliones mifcellane^ fuper potiffimas Thilofo- fhia difficultates I>ASQ.VAL MALIPIERO DOGE LXV. ANNO 1457. INnanzi ch'il Folcati fi morilTe , fu creato in concorrcza di Marco Folcari fratello del morto,di Chridoforo Moro & di Paolo Trono , Pafqual Malipicro Procurator di sa Marco,d'età di 71 anni,a 30 d'Ottobre. Et fu fatta icótanete la lege,chc p l'auenire il Doge non potefìeeflcr priuato.S'or dinò parimente, che il Doge andallèo^ni mercoledì alme- no per palazzo,ricordando l'efpeditioni delle caulc,& l'am- miniftratione incorrotta della giuftitia,& che ueitiflè fcni- prc di cremifino. L'anno 1459. inuellì publicamcntein piazza fopra un palco con folenni cercmonie , il Con- te di Goritia, fi come haueua fatto ne gli anni adietro il fuopreccfibre. In quelli anni fu condotta a Venetia l'ar- te nobiiiffima della ftampa , & la portò Nicolò lenfon Te- defco,nata in Germania pochi anni auati.Si dice che quella niara- DE PRINCIPI LIB. XIII. 241 marauigliofa inucntionc, hebbc principio, 5 00. anni fono nella China. & che coloro che furono in quelle parti del mondo nuouo, la portarono in Lamagna . Et noi habbia- moueduto un libro (lampato per lungo del foglio, nella detta lfola,in mano di Monf Beccatello Bologneie Legato in quella città per il Fapa,ch'cgli hebbe in dono da Filippo Re di Spagna. Valle poi in quell'arte, & le diede grand'orna mento co nuoui ritrouari, Aldo Manutio Romano , le cui veltigie feguendo i Tede(chi,& poi i Francelì , fra quali fio- rirono il Frobenio, & il Piantino : (1 uedein Venetiaridot ta a cofi fatto termine, per opera dopo il Manutio, de i Ginn tijdi Vincenzo Valgrifio, & di Gabriello Giolito già parec chi anni fono (oltre a diuerfi altri imitatori de fudetti ) che non fi può, ne meglio,ne più oltre dcfiderare o chiedere a bocca . Ora il Malipicro ingegnandofi a tutto fuo potere, di con icTuar quella pace, che fu lafciata dal Fofcari,giouan doa bnoni,attendendo alla religione , & facendo giuftitia, fi morì l'anno r 46 2.& fu fèppellito a fette di Maggio, nella Chicfadi San Giouanni & Paolo , in capo a quattro anni del fuo Principato . Et il fuo Breue fu quefto. Me Duce PaxfatrU dataefi, O* tempora faujìa, . SCRITTORI VENETI. 17^ ijuefloTrìncipatofìi chiarìffimo per lettere Borbone Moro- fino Dottore in Fìlojofiayilquaìe fcrifìe,De ìmmortalitate aninne ad mentem ^rifìotelis. Et il fogno di Scipione con diuerfe dichiaratio" ni,fcboliei& annotationi . CHRISTOFORO MORO DOGE LXVI. ANNO 1462. CHriftoforo Moro Procuratordi San Marco, d'età di fettantaducanni, huomo di bell'animo, & lungamcn te cflercitato ne maneggi della Republica , fu eletto a Do- ge,cò gran piacere della città . Il fecòdo anno fiio fi prefèro Qjqq l'armi D E L L E V 1 T E l'armi centra il Turco , il quale ampliata la fua grandezza, perla prefura di Codantinopoli : s'era cacciato nella Mo- rea per occQparIa:& prefà la città d' Argo,la haiieua mefla a lacco.Doue i Veneti rifatto incontanente l'Efamilo in pò chi giorni : 6c difendendo con iialore le cofè loro , morto Bartoldo Orfmo Generale, perdcrono l'Eramilo,uomo,et l ultra,del corpo facratìff.di Giefu Cbrijìo Nicolò Ma ncrbio dell'ordine di Camaldoli, mandò fuoriyn trattato colutolo y Defecundo Domìni aduei ti* . et fece le Vite de i Santi Tadri . ANDREA VENDRAMINO DOGE LXX. ANNO 147^. E' Talli 5. di Marzo fu pofto nella Sede Ducale, Andrea ' VendraminOjd'ctà c'i 84.anni, Se fclicìfl'mo in tutte le cofe fuc. Pcrcioche cilcndo r,;ou.inc,fli il più bello, 5c il più gratiofo gétilhuomo della città.Fatto huomo, hcbbe mol- ti figliuoli di eccciicnic Ipir ito vfc di valore . Hebbc anco di* usile DELLE VITE 5ierfe figliuole , ch'egli maritò altamente : pcrcioche furo- no (uoi generi Luigi Dicdo,Zaccaria Barbaro, Hicronimo Morofino,Hieron imo Donato, Michele Valicro, & Gio- uaniCotarini daS. Bernaba nobili de primari; della Fep. Et oltre a ciò fu ricchiflìmo difacultà, & piaccuole & cor- tefe molto. Co tutto ciò fi hebbe lotto lui nelle co fé di fuo- ri qualche dilìurbo . Conciolìa cofa,che hauendo il Senato mandato due mila perfonein liilTidio della Città di Croia nell'Albania aflèdiata da otto mila Turchi, furono dopo al €une honorate fattioni,rotte & fugate . Ma quello che fu molto peggio , eflèndo Amasbei Bafsà difcefo m Italia , & palTatoil Lifonzo nella Patria del FrioU, con 20. mila Tur- chi, venuto a fatto d'arme conoftri , gli roppe con tanta ftragc che pochi fi faluarono, & fra morti fiirono, il Conte Hieronimo Nouello & lacomo Badoaro > con molti altri huomini d'importanza . Ma partiti i barbari , ui fi mand^ rono alcuni Senatori , a prouederc, accioche per l'aucnirc non foflè cofi ageuol cofà a nemici , il penetrar da quella parte ne fini della Rep. Quelli fornirono la baftiadi Gradi- ica,di guardie armate,di fofTè,& di ripari . Et fu richiamato Carlo da Montone gran Capitano di guerra , il quale difefe per molti anni la Patria del Frioli col luo valore.ll Doge in quefto mentre pafsòdi quella vita airaltra,a 5. di Maggio l'anno 1478. hauendo gouernatoi.anno,altri dicono 2. Se 8 .mefi & 2.giorni:& fu feppellito ne Serui: in fepolcro fplé dido & ricco di marmi,& gli fece l'orationc funerale Hie- ronimo Contarini Dottore. Et la fuainfcrittione in pa- lazzo diceua. Senio iam confeSlusT^empuhltcam diuturno hello 've xatam intrepide guhernaui . Domi lujìitiam adeo co- lui , ut proprio necpepercerimfilio . Forts quidem ^au pa^umiformidanda hoftium ohfidione liberaui , SCRIT- DE PRINCIPI LIB. Xm. i^p SCRITTORI VENETI. VlJIero in queWifecoli AmbrofiO Còtàrino T, figliuolo di Bene dettOjil quale adoperatofi lugameme per la h^p.lafciò fcritio ifuoi uiaggi fatti a Fjjìincajfano I{e di 1^erfid,G2ify:inno Borro dell'ordii ne de Sernij battendo letto in Vddoua Logica^ér in Ferrara Theologia t richiamato a f^enetìa lejje lungamente Filofofia , Ccmpofe fcpra il MaeHro dtUefententìe, fecondo la mente di Scoto lib.^. Fn trattato de i Santi per tutto tanno per mòdo di predicatione.Sermoni predicabili fo fra i F angeli della Quareftma * Frì opera di ,4 urologia , & un libro diFerft spirituali.Gìou^nniVcncto dell'ordine CertoftnOi fece un libro intitolatói'hipfce te ipfum.De patientia & hufnilitAte lib.i.Spe' culummorientintn li b.^. Corona Senum lib l. Sermones varijiConmol te Epijìole & altre cofe » Paolo Veneto dell'ordine de Seruit diede in li4ce,De notitia DeijDe condendo Chrifiiano tefìamento . De ortu & progrej^ufuoi ordinis » Explicatio Dant'is Migerij Toeta Florentinu GIOVANNI MOCENIGO DOGE LXXL ANNO 1477* SI collocò poi nel Principato, GiouanniMocenigo fra- tello del Doge Pietro,cl'età dÌ7o.anni,a i8.di Maggio.Et allora boUiua la pefte , che durò molti anni . Et con tutto che fi faccflcro gagliarde prouifioni , ne moriuano per or- dinario 1 5 o.al giorno . Et dopò quefto , efìèndofi appicca- to fuoco in palazzo, fi abbruciarono le Sale del Collegio & dell' Anticollegio,fuoh che quella del Pregàdi.tt pafìàn- do la fiamma vorace in una delle cube di San Matco , 1^ di- ftrufle incontanente per l'eccefiTiuo calore del piombo li- quefatto . Onde il Principe impaurito par titofi di palazzo, fi ritirò di là dal rio,in cafa Duoda , doue fatto un ponte di legno, fi pafiauadi quindi in palazzo* Et ui (lette fino ch'il Principe AgoftinoBarbarigOj rifatte leftanze Duca- li, ui ritornò ad habitare del 1^92. Quanto alle cofè di fliori , Croia fu pf efa da i Turchi : & indi a poco fé n'anda ronoaScutarié Et accioche quell'imprefa folfe loro pia Rrr àge D I L t E V I T E Sgeilo!c,5c perdiuertirerpinfcro gemila caualli in Frioli» fi come s'era fatto ne gli anni a dietro . Ma il Conte Cario temporeggiando ne gli alloggiamenti, doue era forte , gli tenne di maniera a bada, che ti partirono fenza far nulla. In tanto il Turco leuatofì , & poi tornato di nuouo a Sen- tati ui pofe l'aflbdio,& finalmente trattando ciò Giouannt Dario Secretarlo, fece la pace co' Padri . Si prefèro anco l'ar mi in aiuto de Fiorentini,col Redi Napoli, & col Duca di Milano,ad inftanza diSido 1111. & uoltatigli eflerciti, aFerrara,& fatto acquifto di Rouigo,& del Pole(ène,il Pa pa partitori dalla lega,fcommunicò i Vinitiani . Indi nac- que la guerra fociale , lunga & trauagliofà , & a pieno de- fcritra dal Sabellico . Alla fine fu fatta una honorata pace, per la quale (i fecero nella città diuerle allegrezze . Et alcu- ni Prencipi efi:erni,con marauigliolb fpettacolo interuen- neroallegiodreche in quei giorni furono celebrate fu la piazza di S.Marco.Dicono alcuni che in quelli tépifu crea to l'officio della Sanità , accioche lirimediaHealla pefte, della qual fi crede che il Principe fi moriflb a 4. di Nouem bre l'anno 148 5.II qual portato a San Giouanni &: Paolo , fu lodato da Hieronimo da Molino D ottore , 6c hebbe i*- infrafcritto Brcue in palazzo. jFlic hellum Herculeum extinxlt , Italiam totam > terra marique furente refresfit , Im^erium auxit , au-^ Humquereliquit, SCRITTORI VENETI. '^Ijjèroinquefla età AlUigi daMoftO VJìligentijfmo inue-- » fiigator delle cofe di mare: percioche d'età di 2 iJmipafiò fino al porto della Scuffa nella Ethiopia inferìoreMcui ejjempìo mojjò il Co^ lombotrhrouò il mondo mom.ScriJ^^m libro mUolatQTortolano:ma '■■■ ^ [m-^ DE PRINCIPI L I B. XIII. 250 fenxx ìlfuo nome.Antonio Vinciguerra Secretario delSenato-mÉ dò fuori alquanti capitoli in tev^ rima in forma difatire , ripieni di molta dottrina , i quali fono in quel libro che è imiiolatOy fette libri de fatiredidiuey/i . Fraiiccfco Negro hucmo di Cine fa ccmpofe di Crammatica libri i^.lpifìole lib. i. De modo EpiUolandi Ub.i.Ele- gan';(e lib.i JìànccÌQo BixuìOjchc lefk in Tadouat & poi in I{g~ ma in ragion ciiùle , & fatto auditor di F^ta , fu creato f^efcouo di Cefena , lafciò un trattato De aucloritatc Tontificis Francefco Ba- rozzi ìiipote di Tapa Taolo 1 1. lejfe in Tadoua in ragion ciuile , a concorrerne di Antonio ^ofsello pretino ^ & fcrìffe De cognìtìone Juris , Francefco Luigi Contarino P. compofe De Thilofophia Gabriello Bruno t dell'ordine de minori Conuentuali , fcrijfe una tauola alfabetica del tésamente uecchio & nuouo , doue ma- fira tutte lefentcn'x^,& le hiHorie, in qual libro & in qual capo fi tra- nino. Hicronimo Ramufio Dottore ^w^^ //«o/o dì Benedetto , Filofvfo et Medico fingolareiintedentiffimo delle lingue Greca, Latina, et ^rabay fcrijfe un comento fopra ì 4. libri di Galeno^ De differentijs fulfuum y et De dignofcendis pulfibws . Et lib. 2 de nexu utriufque Thilofophia , dedicati a Hieronimo Donato . Tradufie parimen- te dall'arabo nella lingua Latina gran parte d'^uicenna , con ef quifita diligenza , etmaraulgliofa felicità : hauendo fcrittoin un me^ de fimo uolume iliefto uirabodifuamano , et di folto lafua traduttio- ne , doue è cofa notanda il ueder la corrìjponden^a del fenfo delteflo ^raboy allafua traduttione . J / qual libro fi troua al preferite appvef- fogliheredifuoi in cafa B^mufta : et fé neferuì di lui y ne gli annipaf fati Andrea Gratiolo Medico nella traduttione del primo libro d'Jl uicenna ,flampato in Vemtia tanno pajfato. Mori il B^mufio in Da- mafco di età di anni 5 ó.del 1 48 ó.Marco Negro Giurifconfulto Ve fcouo di Cherfo et d'Ojferofcce alcuni trattati fopra le Coììit ut ioni fino dali. SebaftianoBadoaro Caualiero T. copofeun uolume d'Oratio w/. Nicolo Sagódino , auo di T^icolo Exaudinos,chefu Secretario del Configlio de X.fcrijfe dello fìatOyet de'coflumi de Turchi. Et la pre fadiCojiantinopoli in lingua Latina ^et tradujfe alcune cofe morali di Tlutarco, Rrr a MAR- DELLE VITE MARCO BARBARICO DOGE LXXIL ANNO 1485. EJ Ntrò dopo il morto,Marco Barbarigo , d'età di 7 j.an- -^nijiumano & cortefe molto, & in grafia dell'uni ucrfà iàlc,in tanto che del mele di LugliOjgiunfe a Venetia vn'O rator del Turco che venne a rallegrarli per nome delfuo Signore, della fua afllintione al Ducato . Fu allora la città aflài quieta perle cofe di fuori . Onde il Principe godendo un reggimento pacifico & fcnza trauaglio : fece fabricar la faccia del Palazzo Ducale, che guarda lopra la Scala fcoper ta di marmo . Et mentre che con ogni fbllecitudine atten- deua alla conferuatione della pace, al culto della religione, &allaammini(l:ratione della Giuftitia, godendo la prefen- zadi 4.fuoi honorati figliuoli, & d'Andrea Cappello valo- rofo& honoratogentilhuomofuo genero, venne a mor- te a 1 4.d' Agofto, ^ fu lodato da Paolo Pifani . Et gli fu in- fcritto il preiènte Breue . Serumi morbo Patrtam, telloquefam^que, lujlitiam coltitjpltts dare non potuì , SCRITTORI VENETI. \J'lff€ro in quefÌQ tempo , Aluigi Dardano, che poi fu Cancellìer Grande,huo7no cattolico & ^udio/ò, Scrijie in uclgare vn'ope- ra in difefa dello honor delle Donne , & rn' altra ne fece in ter^a rima. Vìfìe poco meno di i oo.annii& uenuto a mone del i1 PRINCIPI L I B. Xni. l'si ra.Si dice anco che furono ordinati gli Inquifitori del Prirt cipe dopo la morte fua. Ora il Principe caduto in mala- tia,dopo 1 5. anni del luogouernof & non potendo hauer cura alle cole publichc fecondo il fuo delìderio, rinuntiò il principato . Ma non uolendo i Padri accettare il rif(iuto,(l morì fra pochi giorni. & portaro in S.Giouanni,& Paolo » fu lodato da Domenico Vcnicrodottils. gentilhuomo del tempo fuo. Et fu il fuo breiie . 2{hetticu Mlum confeci yCyprum recepi^Ferdirtarìdu^ iuniorem inliegnum reflitui , hincmaritimts ApuUiC VrbibiiSiCr emona inde Ahduanacj\ ^larea Imperia adieEliSypublide tranquillitati^ conpruator^quum nuU Ics in Ubera Cimtate titulos, pr^ter ciuium meorum be neuolentiày quod efl neri 'Trincipii ^ffi^^^y rejpexerim» SCRITTORI VENETI. EI{ano chiari per dottrina in quefli anni Andrea de Prioli T.fi' gliaolo diVietroTrocurator di S. MarcOiilqmle mandò fuori un trattato de Ortu et OccafufiellarHm fixarumj raccolto da dìuerft ^ut tori. Antonio OiCof^efcouOyCtl^ferendario di Innocentio FUU di ^lefiandro V l. et di Giulio 1 1. et GiurifconfuUo celebre jCotnpofe alcune dichiarationi /opra le ConUitutioni deWefirauagantiin ragione C^nowiw. AntonioCornaro V. figliuolo già di T>jataleilejie lunga mente Filofofia in Tadoua et in renetiayetpiwlicò. Deforma corporei- tatis tract, i .Deprimi motoris infinitate trad. i . De pnzcognìtionìbus totius VhilofophiA tract. i . Bartolomeo Paruta V. primo abbate ài S.Gregorio et Fefcouo,fece le Vite de Trincipi dìFenetia. Bernar éx>'L3Lnc'P.DottorTheologOyet grandemente amato da Vapa Mef- fandro VI. et adoperato da lutin cofe importanti,fcrifie de Eucharijiia, et de paffione Chrijìì , et fcrifie molte orationi recitate al Vapa et ài Collegio de Cardinali . Caflandra Fedele figliuola d^jingelo dot- tifi, nelle UnguSyet nelle fcie de J,ejje in Vadoua^et dijputò in Theologia co primi huominì dell'età fua. Cantò all'improuifo uerfì latini ^^ et fcrifie unlihro con titolo j De fcientiarum ordine , nelfjal com^ memora le fette de i Filofofi . Compofe anco diuerfe e£i^olejatjne^^. DELLE yiT£ Onde fu celebrata dal TkoidalVolkianOìdal Barbaro t & da tutti ì dól ti del tempo fuo . Et furono fuoi nipoti f^ imeneo Fedele Secretarlo del Senatòi & Mattheò Giuri fconfulto j & Caufidicofhmofo de tempi «d- firi . Federigo Theológo ! publìcò i Commentari uolgari fòpra la tApocalipfì.ltiìip^O Pàrutà T.Giurifconfulto,& P^efcduò di Torcel io , & poi ^rciuefcouo di Candiay compofe diuerfe poftille ne decreta-^ ti . Giouanni Stella Sacerdote j fcrijjè le Fite de Tontefict fino a Giulio SecondOi & degli Imperadóri fino al predetto tempo.Gìousitì. r\i Marino,^. DottorCy figliuolo di I\ofio senatore commentò alcuni Opufculi di Vlutarco , & lafciò una Oratione recitata nella morte del *Patmtca soriano . Giouacchino dalla TorrCjdell'ordine de Tre dicatori lejje in Tadoua la Methafiftca , & illuHrò i libri di jitiflote* teyùe Thlfica aufcultatione . Heriiiolao Barbaro Vatriarca W^- quileayCompofe de ccslihatu lib. ^.Compenditi philofophi^cGeometrica- rum qu^fìionum lib.uEpifiolelibjiFerft lib.u De confcnbendis hifto» ri£ praceptk lib, i.Dere uxoria lib. i ,De conueniemia ajlronomia & inediCin£Xorrefie Tliniotettradu/fe TemiHiOtet tiofcoridè dal greco. Hicfónimo Donato T». Dottor et Caualieyoy copofe de Trincipatu l^manx, SédiÉ . De procefjìone Spiritui San£Ìi,contra gr^cos * De ter-' temotu infuU Crétd. Epijìolarum et Orationum Lb.ì. Tràdufìéancù jllejfandfo ^fiodifeo i et altre cofe fcrìffe grandemenie filmate da gli huomini (/om. HkifOtìinlo de VrztìCcS:hijdell'ordine de Seruii^é fcoUO di Corone fece . De aduCntu Domini De Sancita lib. t . De fnorieii di deftderio lib. i.De excellentia nomini lefuslib. r .Expofnio tn 'jJPfal tnospcénitentiales. Quafliones Tbeologicàyac uarie^Victró Barozzì Vyefcouo di Sellunoietpoi di Vadouatlafciò De bene moriendi lib A* Confolatorij lib. 5 .Officium pfo tèmpore pefik. Officium ad pluuìam im pétrandam. Officium adfefenitatempofcendam. Defacerdotìi officio * Verfuum et hymnoru iib.^. Hermolao Donato 'P^fcrìfìè in uerfo tìeroico la hifìoria delfuo tepo . Lorena 0 Bragadinó T, lefiè Filo fofiain renetta : et lafciò un^operdydé P^irtutiacquirenda.M2rc'Ati tonio CàUaiZa; compofe uefft latini a Lodouico sfor^^y et tradufie Vorationi dì ifocrate a T^icocle* MafcO Gradcnigo T. copofe un ud iumè di diuerfe materie. Nidolò Michele T.Trocurator di S. Mat €0/ecedeThilofophÌ£ laudibscholiain oratione DemoHhenisde Ciaf fibui * Pietro Bruto refcouo di Cantaro, fcriffe un librò centra gli héreh& ^» H^^o difacrafcrittura , LEO- DE PRINCIPI LIB. XIII. 45^ LEONARDO L^OREDANO DOGE LXX I t t I. ANNO I5OI. FV poi datoli fèggio Ducale à Leonardo Loredano di età di 65 .anni.óc iiiiomo ani molò, liberale & facondo; ondefuacccttoadogni uno. Kt certo che non bifognaua altramente: percioche iì hebbe aliai che fare per 1 animofi- tà di Papa Giulio 1 1. llquale huomo inuitto 6c feroce,deli beròdiriaiperarleterre & legiurifdittioni alienate per qual fi uoglia cagione,di Santa Chiela.Onde tefluta una le- ga in Cambrai, dai primi Principi dei mondo contra la Rep. fi diuifero in quella il fuo Ibto fra loro. Percheil Pa- pa chiedcua Rauenna , Faenza, Ceraia , Scaltre^ Città dominateda i noftri . L'Imperatore Masfimiliano uoleua Padoua,Vcrona,Vicenza,& la Patria del Frioli; 11 Redi Francia afpiraua a Cremona,a Brefcia,ia Bergamo , & ad al- tre Città che elfo diceua che s'a(pettauano al Ducato di Mi- lano» Il Re di Napol' domandaua i luoghi & i Porti della Puglia, & con coftoro s'unirono i Duchi di Ferrara & di Mantoua , di maniera che pareua , che folle uenuta la fine deUImperio Veneto, quando i Padri con animo ueramé- te collante , prudcnte,& inuitto , s'armarono fotto il go- Uerno del Conte Nicola Orfino Principe di Pitigliano& di Nola,&di Bartolomeo d'Aluiano Capitani principalira quali focceile poiFranccfco Maria Duca d'Vrbino, Leo- nardo Prato , con altri famofi condottieri di quei tempi.Si guerreggiò adunque in Lombardia,nel Regno di Napoli, in Romagna, nel la Marca Triuifana, & in diuerfi altri luo- ghi co diuerfa fortuna. Tercioche per una rotta data da i ne mici in Ghiaradada all'Aluiano j 50P. & poi a Vicenza del 13.il perdè,& pofe in dubbio tutto lo Stato di Terra ferma 1 breue tépo,6cfi acquiftarono anco honorate uittorie.Ncl- lequalituttecofefuchiaralauirtùdi Domenico Triuilà- no,d' Andrea Gritti,di Pietro ^anuto,& di diuerfi altri prc ftantilllmi Senatori. Finalmente fi ricuperò lo Stato per- duto nellàPl:oiunda.Perciochc rihauuta Padoua, l'altre cit Sff tà DELLE VITE tà per diucrfi accidenti ritornarono 'all'obedienza de i Pa- dri . In quelli cofi fatti moti, & innouationi di co(è tanto grandi , dcfcritte felicemente dal Giouio,ma più feliccmé- te,& da (tatuale a giudici© mio dal G uicciardini , il Princi- pe Loredanomoftrò ualore più che humano . Conciofia che con l'opcra,col configlio,con lo fpirito,con i figliuoli, & con le facultà , fu intento 6c pronto al bilbgno della pa- tria . Onde grauato dalle cure cofi noiofe , dall'età , & dal male che gli foprauenne per una caduta, ci la(ciò,di 9 ©.an- ni morendo alli 22. di Giugno l'anno 152 1. Et portato in SanGiouanni & Paolo, fu illuftremente lodato da An- drea Nauaiero dottisfimo gentilhuomo del fuo tempo. Et quello fu il fuo Breue. ^ace cum 'Bayzeto Turcaru %ege confUtutayomnium prope Europa Principum in "Kempuhlicam conj^iran-^ tiumtarma compresfidiberos ^fortuYioó prò K^ip.in^ columitate deptoui jcoexituj'vt quumad exemplum 2(pman^ conRanti^ acque uinutu nunquam de B^p. dejperarim^at omml?HS Europee 'Kegihm oppugnatas ac plurihuó prAijs peneuiElu^ , uniuerjo demurnhello uiElor euaferim . SCRITTORI V ENETI. T !3V( ^uefìi anni furono iUusìii nelle lettere Alberto Caftellano -■■ dell'ordine de Tredicatori, &fcnjjey De uìrtutibHS moraiibHS , yna Cronica debordine de i Tredicatorì . fn Catalogo degli huomini illu^ iìridelfuo ordine, & correfic il Catalogo de Samidi Tietro de T^atali, Antonio SoxìznoVati^iarca diFenetia^dell'ordineìCertofinOilafrio di fuairtformatione in: er ieri lib. i.De uira conteplatiua lib.iJeJolitu dinelib. 1. Bartolomeo ZaxnbcnìytraduJfeEucUdetCompofeuna Comediay&JcriJJe altre co/e latine . Bertucci VenieroP. lafciò gli *dnmUif^emi,& alcune dechiarationifi^ra le cofe ojme d^^rifio- tele. DE PRINCIPI; LIB. XIII. 154 /«/e.ChriftoforoMarcelIo V.Mciuefcouq di Corfuymadò fuori um na opera ì ó.libn dcanima.ve auHorttate Toiiluis aduerfUs LatheìJi lib. i.ht pofe alcuni [almi di Danid.CorreJJè il lib i a detto jf^ ùonale di- uinoru ofjiàorUya richieda del Vapayetpublicò due uraiioit' gl'una ì mor te di Vietro baroi^^efcouo di Tadoi*a , e^ tal Tìi recitata da lai nel CocilioLateranenie l'anno i s »i Domenico GrimanoP.C«r/f .Francefco Argentino FefcoHO di Concordia , et poi fatto Cardinale da Giulio 1 1, Icnjfe diuer- fi trattatiyde immunitate EcclefiaHica. Fn comentarioinl paBacori' uenta . Et de modo prx 'icandi Enangelhm . Francefco Giorgio dell'ordine di ^an Francefco, di profnndiffima intelligenza nelle dottri- ne fcrifie, de hi armonia mundi Tre mila priblemintllafacrafcrittu- ra diiiift in 6 tomi . Gherardo Nodello > rriO^dòfu: ri un libro di uerfi amoro fi Giouannì Agollini Tar.theoMatl^ematico, fcrìjjè un'^(ìyolabio,et de computatione annovam, dal principio del mondo fi no all'anno 1 500 Giouanni KìccìOyP'ampò alcune annoi ationi fom pra ilfogno di 9cip'>one,\2LZO\\\0 ^o\à\XyV. figliuolo di Hietonimo/e' ce Epijiule etOrationiyfra le quali fi legge una oratione ìecitata nella morte di Thomafo Donato Tatriarca di Feneita Leonìco Tomeo dottiamo nella lingua greca et latina^comentò i Varui naturali di ^rì fiotele, et fece alcune queflionì , deintelleBu, et de jllica et jt^raga" lo.Etfii ilprimo lettore in Vadoua di Filofofia, che introduce/fé nelle fcole publìche di leggere il tefto greco d*^riftotele,et fi morì dì j^an- niMnorato dal Bembo deW Epitaffio . Marino Baldo,f/f//'orf//Ke de* Seruiypublicò un confcfjìonale in lingua uolgare . Vefiercitio dr Serid di Santa Maria,et una Sùma de cafìbu^ confcientije.Marino Giorgi T.Dfcriffcy De efficieàa primi wotom.Marco Li pomano,!". (urifc9 fultOyfcri/fe alcune di?iintiom,nelle quali fi contiene y qua fi tutto il cor- po di ragion ciuile. MarinoIBroccardo,cow/>oye un canone nel primo d^^uicennaM^tìnoS^nuto Senatore y compofede Ma^iHratibus Fenetislib. i . De Fins Vrincipum Fenetorum Uh. i ,De bello Gallico, iNicolo Veneto dell'ordine Heremitanodi S.^gofi>noyfece un libro deimmortaUtateanim£contra TÓponatium. Pietro Pnlqualigo 7\ Dottore,il quale di età di 2 iMnni tenne i.mila concLiiJiuiniylajaò diuer fé cofed€lfuoindiu€rfemai€rÌ€.V^o[o R^muWo Giunfconfulttyi^ Sff a Oh DELLE VITE Crìmìnaliflafkmofo del tépofuoygià figliuolo dì BeìicdettOj& padre poi di Gio.BattiJìa Secretarlo del Cofeglio de X.fcrijje un ibro De Ittte Em phyteotico, & lo dedicò ad angelo di CaHrofuo precettore : & Termi les ^ddidones ad Trahiatus ^ngtii ^. etini de Maleficijs:Et un'altro libro De Ojjicio ^Jjejjbris , ad Hieronym.im Feramufcam lurifconful- tum F icet mtm . Lafciò imperfetto un trattato f pr a il fecondo libro del DigeHo nouo : & Irt erp-ttati' nes in du'erfos Tiiulos primi &fe^ cundi Dige^orum yeterum , Morì d'età di 6 ^ . anni , ^JJèjJhy'edi micheli l^uai'ro Todejlà di Berganio^ l'anno 1506. Pietro CalcidoRÌO; nicjk infierrie un Compendio di varie Itttioniy con diuer fi epi [iole lati 'je. Sunto MgioV. lafciò un libro chiamato y Fiori di tutte lefiì-fìxe : & un'alsro di Vvobkmi , intitolato a Tapa LemeX, Simone Rimondo P. ieiìi'uì al'afmuera lettura alcuni luoghi corrotti iv Viinio: & publlch dhierfi poemi . Simone Ardeo deW ordine de Minr: (^nueìituaUyleffe in Vadoua Methafifica , & man- tiò fuori . De g; a:ia ba^-tifmi Uh. i. De Secundii imentionibm.Qu^' tiiones ivicihaphyi'tcalts . Vincenzo Quirino "P./^f^o monaco di ' Camaldolit corìipo fé diuerft trattati cantra gli infedeli , & tutti indi- ìiT^Aa Tapa Leone . • ■ ' "^ ANTONIO G R I M^ A N I DO G -E LXX V. A NN O 1)21. COncorfero al Principato Antonio Trono,Domcnico Triiiifano, Pietro Cappello , Luigi da Moiino,Leòilfàr do Mocenigo, Luigi de Prioli , Andrea Gntri , Paolo Cap- pello, Oc Giorgio Cornato, ma al la fine preuaile Antonio Grimaniay.di Luglio, d'età di 87. anni , lungamen- te eflcrcirato ne maneggi della Republica . Quelli, hauen- ho hauuta la fortuna aduerfa nel fuo generalato , più torto per colpa d'altri che fua, placitato da Nicolò Michele Auo gadore, tu priuato della dignità Procuratoria, & confinato a Cherfo . Ma rotto il confino , & ridottoli a Roma prcllb al Cardinal fuo figliuolo , & moiì:randofi( pieno di amore & carità ) nelle guerre de fuoi tempi non meno utile alia patria, fé bcncefulc,che anioreuok quando folle ftato prc- DE PRINCIPI L I B. Xm. M? fènte,operò di maniera,hora col Papa,&hora col Collegio de Cardinali,ncordando,ammonécio,6c minacciàdo , che 'qnafì come un nuouo Furio Carni Ho, meritò non pure cC- fcr richiamato alla patria j ma fu creato Procuratore la ie- * conda uolta (co(à non più auenuta ad alcuno) 6c fìnalméte Prenci pe con letitia & contento di tutta Vcnetia. Del qua- le huomo honorato , il Giouio ne gli elogi j de gli huomi- ni illudrifauclla con molta fua gloria. Et uifle in Princi- pato uno anno, mefl 2. giorni 2. Et portato in S. Giouanni Paolo, fu lodato da Federigo Valarcflb , dotto huo,mo del- l'età fua: EtilfuoBreueera, Attollentis prementifque fortuna mirahiles ludosfem^ fer dejjpexi, quum infr^cto animi uigorejirmus Q/co-^ ftartSyah hoc falutri temperamento meiffo maior 0* clarior euajerim , se R I T T O R l V E N E T K ., FyronofainofttnqùeHo tempo A\\i\^\ de VnoìiV.&fCYÌfìèdU ' uerfer'me in lìngua uolgare . Aluigi Cintbio de Fabriti j,;^i< blicò un libi 0 in tem^ rima diprouerbi con la loro figmfì catione 4 Car- lo Cappello T. Caualiero & Senatore , compofè latinamente alcuni dialoghi alla. Tlatonica, uè uanitatefcientiarum. De uera & perfc£lii ThilofophÌJ,cbri{iiam homine dignaj& lajcìò un'OratioJte recitata da Itii alla Sign:.ria,nelfi'nerale di Giorgio Cornaro fratello della B^giir4 di Cipro . Eufcbió de Prioli dell'ordine di Camaliioli , c( mpofe de Mundi miferia lib i yerft la] ini lib. 1 . Marco Dandolo P. Dottore &■ CauallerOypadre di MattheOitt della TrincipeffaVriclty tradufìe cin quanta Salmi conia loro efpofitìonc da una catena grecdyde più nobi" li et antichi Theologhi. Scrijfe etiandio una oratione in lode della Cro* ietcffendo prigione ìnFrancia^ondottouiper la perdita di Brefcìa* Et lafcià diiierfe orationì fatte da lui ad alcuni Vrincipi^quando fu ^4mba /fwiorf. PancratioGiuftiniano V .mandò fkoriiDcpr^clarù Fene ta^ri(kcraci£ge^is. Paolo jParadifo , dottijfmoticlk lingua he* hrea^t interprete del B£ Francefcojeri^e poemi latini didimi a Mar* ^ * g4rita DELLE VITE wafUd Regina di"^auarr a. Et fice un libro in forma di Dialogo Jernó" dokgedi hebraic£,?ìcti'0 Maria Fraco Giuri fcofulto & Tceia affai nobile, fece i libri in uerfhintitolati ^^rippma.Vktro Delfino Ge- nerale dell'ordine Camaldolenfe^publicò un uolume di fentenTe di San- ti Tadri. Lib.^d'EpiHole. Diuerfe Orattonì,Vn Dialogo comrajra Hie ' ronimo Sauonarola.Oiuerfi argomenti [opra l'Orationi di Cicetone. Et una Cronica delle cófe Fenetetmolto particolare & diHintat la quale fi legge a penna, ANDREA GRITTI DOGE LXXVI. ANNO 152^. MA lUudriisimo Ci può dire che fbflc Andrea Cri tti ProcLirator di San Marco, che hébbeil leggio Du- cale dopoilGrimani. Perciochene più trauagliofi tem- pi che prouaflè giamai la Tua patria : fi trouò con l'opera , 6c col configlio a difenderla cofi dentro come fuori . Con- ciofia che hauendo i Principi fuprenii del mondo difegna to di fpogliar la Rep. dello Stato di terra ferma , congiurati Hifieme>moflero Tarmi in diuerfi luoghi.EtafTalite le terre della Republica nella Lombardia,& nella Prouincia di Ve nctia , il Gritti fatto Proucditore delle genti fue : s'adoperò lungamente in quei maneggi : hora perdendo & horauin- cendo . Fu etiandio fatto prigione & mandato in Francia, doue oprando con molto artificio , pacificò quel Re con la Rep. con fomma lua lode , & fece lega con lui . Per la quale fii liberato Bartolomeo d'AIuiano,Marco Dandolo, &eflò Gritti. Ondeneleguirono in Italia di notabili e^ fetti . Conciofia che l'AIuiano creato Generale dell'armi noftre,mentre ch'egli procuraua di haucr Brelcia , aflaliti gli Spagnuoli al Crcazzo predò Vicéza, guidati da Profpe* ro Colonna, fu fracaflato , Oc rotto , & ui reftò morto An- dtea Loredano Proueditor General del Campo,con tanto difpi3ceredell'uniuerfale,che fi giudicò chequefta foflèfta ta maggior perdita che non fu quella del 1 5op. Ma hauen- do il Re di Francia rifatto nuouo eflcrcito,& condotto buw DE PRINCIPI LIB. XIII. i$S buon numero di Suizzeri , ricuperato Milano , i Padri per lo valore,& per l'induftria del Gritti , rihebbero Brefciada i Francefi,i quali la haueuano tolta a gli Spagnuoli fuoi pof felibri. Oltre a ciò fi fece la famofà giornata a Marignano, doue era la perfona del Re Franccfco ch'era (bcccduto a Lo douico Xll.nclla quale per l'aiuto clVegli riceuè dalle genti della Rep. ottenne vittoria illuflre.Ora quefto huomo chia risfimo fatto Principe d'età di 68. anni^ancora che non fof fcuolontieriucduto dall'vniucrfale che uoleua Antonio Trono^iìi poi tanto grato , che morendo fu pianto da ogni uno,tali & tante furono le colè eflèmplari & degne che egli fece nel fuo Principato. In (Lio tempo Francefco Re di Francia fu prefoa Paula, & mandato prigione in Spa- gna. MorìLodouicoRediVngaria rotto dal Turco. Et nauendo Antonio da Lcua per nome di Carlo Imp. deli- berato di fpogliar del Ducato di Milano Francefco Sforza 11. la Rep. collegata col Papa foccorfe lo Sforza fotto la cu radi Franccfco Maria Duca d'Vrbino fuo Generale, dal quale fi fecero diuerfc operationi in Lombardia . Seguì poi il miferando facco di Roma , & l'afledio del Papa . Et po- co dopo, Fiorenza che Ci gouefnaua a Rep.rha tumultuola- mente, mutòftato. Perciocheaflèdiata per nome di Cle- mente VII. hauutadaccordo , ni milè per Gouernatore & Duca, Aleilàndro de Medici fuò nipote; morto poi crudel- mente da Lorcnzinode Medici fuo congiunto & amico. Alquale focccduto Cofmo de Medici d'età di 1 8. anni , ap- probato dall'I mperadore,& eletto dal General Conflglio de Q^iarantotto della Città vaflàlito prima dalle forze de fiiorufciti col mezzo di Filippo Strozzi & di Baccio Valo- ri , & poi dalla potenza di Henrico II. Redi Francia , lòtto il Generalato di Pietro Strozzi,u incendo i nemici, & fupc rando tutte le difficultà , & riufcito fauio oc (Ingoiar Prin- cipe fra tutti gli altri de tempi nollri , (labili felicemente il fuoampli(simo&fortis(ìmo Regno, polìèduto bora da Francefco fuo figliuolo & (bcceflòre,có titolo di GRAN DVCA DI TOSCANA. Seguì parimente la gucr- ca dell a Rep. con Solimano , dal quale lì difefc Io stato di mare. !!> ELLE VITE ìiiare,5c fpetìaìmcnte l'IfoLi di Córfu . Nella qnal gueìtà furono illuftri per Generalati Oc per maneggi di cofè gran* di , Hicronimo dà Pelàro, Marco Grimani Patriarca d'A* quilea, VincenzoCappelioiGioLianni Vitturi, Giouannl Moro , Alelfandro Bódomiero, Giouan Matthco Bembo, Luigi Badoaro , Aleflandro Contarini^ Pandolfo Onoro , Chriftoforo da Canale,& altri diuerfi de noftri . Et de fo- reftieri, Andrea Doria, AleOandro Vitello, Camillo Orfi- no, &Ariadeno Barbarollh.chefupoiRedi Alghieri. I quali tutti ìèruendo i Principi loro ( percioche s'era con- tratta lega dalla Rep. con Paolo 1 1 1.& con Carlo V. contra il comun nemico ) acquiftarono fanià eterna, per gli egre- gi) fatti loro in quell'attione importante . Ora il Principe fatto VfCchio,& aggrauato dalle moleftie delia guerra , nel- laquale fu (empre vigilantijnrjmo,^ morì d'età di S^lanni > & fu portato a S. Giouanni & Paolo , & lodato da Bernat* do Nàuaiero > ehé poi fu Cardinale Et il fuo Breiie fu ìmfermm quód armatusforis^fummu meis periculii amijfum rejìitmràm» domi PrincefSì&acerrimiiho'^ flibm^(^famefefe oppugnatum h-a confemaui ,Wè mila ex parte immsmtum^mariensreliquerimi ^C Ritto RI, Ve NET i. E^ano allora dìuerft huohtìnì eccellenti nelle lettere humane, et dì* ulne. Fra quali KnàYC2il^2^^3^£ì:o'P. & SénattiYei Cónte maggior letterato d'Europàihebbè il carico dal Senato dijcmer la Hi fiotta Feneta in luogo del Sabellicò , & anco la cura della Èiblioteca T^cena . Scrifìe diece libri Latini di hiftòria > cominciando dalla Ve^ , mta diCarloF 1 11. in Italia )fi Come poi cominciò il Giorno & il : Guicciardiniimà uemtìoa .ffiorte in PranciàyeJJèndòui ambàfciàdore ' prejjo aì^e Francefcoy<^ come di acuto intelléitò , non fi fodisfacendò degUJcrittifuoiitjuafi tion limati & ridotti alla fua perfettione^gli ab- ^uciò i Lafciòpiii yerfi Latini di molta beUcT^^^tche poi dopò là mot ìefm DE: PRINCIPI LIB. XTII. «57 'tefua, ìnfieme con due orationi funerali al Senato nella morie dell' Jfl ulano, & del Doge Loredauoyfurono mandate allejìampe. Et (ì [mar- rìrono difuo due libri, De Fenatione , & uno De fìtu orbis in verfo beroico , infieme con l'oratione fatta nella morte della Bigina di Ci- pro. Et morì con vniuerfal dolore, d'eia di 46. anni a Bles 15 29. Andrea Moccnigo P. figlinolo di Leonardo Trocurator di S.Mar co,dopo diuerfi Magifìrati haunti, la/ciò De bello Turcam in uerfo hi , roico . ^ Bellum Cameracenje . Antonio Soriano D. Caualiero, nipote del Vatriarca Sortano , pubticò un libro di fenteni^ . Anfèl- mo Gradcnigo dell'Ordine de Seruiyfcrijje un Diario,nel qualfì ed- prende di giorno in giorno tutto quello che auenne alfuo tempo . Bar- tolomeo Cornino «yecm^Ti^/o del Con figlio de X. huomo dottiffì- mo i & di acuto ingegno , et molto amato et flimato dalla I{epubU- ca perii fuo ualore , e om pò fé un libro di dluerfe epiflole & ora- tioni latine, delle quali ne pablicò una fatta nella mqfte dìCiouanni Dedo CanceUier Grande 1 5 i o . Domenico Mario Negro meffèin luce un libro di Geografia con i coHumi di qua/i tutte le genti del mondo. Francefco de Lodouici,wtradufie in volgare i [almi di Dauit , con diuerfe anno- tationiyct l' Ecclefafiice .Giouannì Battifta Egnatio Lettor public co et hiiomo di Chiefa,fcrijfc lib.^. De B^manis Cdifaribm. annota» tiones in Vitas Cffarum Suetonij. In Francorum B^gem Tanegiricus, In Ouidium obfcruationes . De Origine Turcharum lib. i. De exem* plis illuHrium virorum Fenetoru lib.g.Septuaginta Orationum lib. r. ^nnotationes in Spartiani Lampridij et reliquorum uitas . B^cema^ tìones,etdichiaratione de luoghi ofcuri d'alcuni auttori. et altre annota tioni utili et dotte . Gian lacomo Caro! do Secretano del Confi- glio de X. huomo dotto,et intendente delle cofe di Stato,fece la hifioria f^eneta nella lingua uohar e, cominciando dal principio della Città fino a i tempi fuoi . Gafparo Contari ni che poi fu Cardinale, / ni,padre di Lorczo,detto lioggi Ma(ià,p lo cognome delia madre > che fu iòrella di Nicolo Mafia Medico & Filolbfo illullre , (òccorfe con una fua nauc, di monitioni&di ucttouaglie, la città di Napoli undici uolte. Nacque in quelli tempi grauidìma careftia. Ma fattali la pace col Tur co con darli Maluagia .5c Napoli nella Morea , s'acquetaro- no inlìeme co la penuria,le cofe della Rep. Auéne poi che Carlo Imp.difcefcin Italia conpoderofbeflercito.non fen za gelolìa de Principi d'Italia. Ma poco ftate paflato inSpa gna & fatta armara,traghettò in Africa per prenderui quel- le città marìttime,le quali fortificate da i Corfari , molefl^ uanolefueprouincie. Manongli cfìcndo riufcita l'im- prefa per una fierisfima fortuna di mare che gli tolfè diuer fé galee, con buon numero d'altri legni groiii , ritornò in Spagna. La fègucnte primaiiera,hauendo Solimano fpinta fuori l'ar mata, i Padri crearono Generale Stefano Tiepolo Senatore illuftre, prudente che in quel tempo Italia uiiiè Ttt 2 alfai D E I L E V I T E aflài ripofata : l'anno fèfto del Landò , fi crearono gli Au- ditori Nouislìmi,acciochefiipplifìcro alle molte facende de Niioui . Et fi condufle a gran perfettione il Gaftello de i Porti cominciato (il) modello di Michele da San iMiche- le Architetto . Ora hauendo gouernata la Patria con mol- ta fede & carità , per lo fpatio di ó.anni , & di S.mefi , uen- nc al fine della Tua aita . Et lodato m San Giouanni & Pao- lo da Michele Barozzi dottisfimo huomo nelle fcienzcj fii portato a Santo Antonio,&ripofto in ricco fèpolcro nella fua cappella . Et il fuo Breue in palazzo era quello. ^ace cum SolymanoTurcamm Imperatore fa[la* Patria ah annona carnate Itheratay/mperium 'vali' dis munitionihm egregie munitumj omnibus aeauus , in friuatam domum nihilpr(£ter gloriam intulit. SCRITTORI VENETI. ANdrea Triuifàno Gmìfconfulto, fratello del Tatriarca G/o- uanni , le/Jè lungamente in legge nella patria, &fcriffe diuerfe co^ fé fi latine come uolgari.ConeJse lo fiatuto Tadouano.et lo dìHinfein titolijCon bella et copio fa tamia . Fece etiandìo un dittionario uolgare afimilitudine del Calepino, et un'Indice ampli{fimo nello fiatuto di f^e netta. Bernardo Cappello P. cultiffimo et graui(JìmoToeta,lafcìò un libro de rime\Tofcane, '^Qinziàmo deMafFei Gumfcofulto^oltre € diuerfe orationi /fece un trattato fopra la ^epublica de reiudicata.Et de effeèlufententiarum. Bartolomeo '^ontamiyun' Itinerario da Ve netta a Bsgma,et da B^ma a S.hcomo di G^/irw.Cipriano Morello dell'ordine Heremitanoleffe in Tadoua et in Bologna , et fcriffe molte opere (fotf e.Chriftoforo daCanaleP/fce un libro dell'arte della mi litiaper mare. laconio Gabriello P. nipote di Trìfone^compofe un trattato deWhorto et deli'occafo delle (ielle , et delle regole della lingua «o/^dre.Marc' Antonio Contarino Caualiero et Senatore di cefi profonda fcientiay che meritò d'ejjer cognominato Filofofoyfcriffeun Commoper capi, /opra k Tolitica iMi^Qtele ; et compofe un libro inti" DE PRINCIPI LI B. XIII. 159 intitolato Speculum Morale Vhìlofophorum , Fu compagno fhmìlioi' re d'Andrea T^uaìero , di Gajparo Contarino, di Marcantonio Cor" naro , di 'Ricalo Tiepolo et jigoflino Tefaro , huomini letterati(fìmi,et hebbe molte ambafciarie ., ma tra l'altre quelle furono illuftri ,cheejfo fece a Carlo V. et Taolo III. morì Duca in Candia. Marino Grima ni nipote del Cardinal Crimaniyf^efcouo di Ceneda, Vatriarca d'jlqui leayCtpoi Cardinale Jouomo di gran maneggio , et nuouo Mecenate de iuirtuofty coment ò l'epi^oladiSan Taolo a Bimani. ì^ìcoìo Tic po- lo Senatore Dottore et Filofofo celebratifì.gìà padre d'Antonio Caualie ro etprejiatijfimo Senatore, jcrijfe un comentarìo fopra iprobkmi d'A- YÌHotele,etcompofe uerft uolgari degnìdi molta /orfe.Nicolo More- fino gomito di San Tietro del monte di ancona, mandò fuori un li' bro , De uita jpirituali . Et un trattato , De commendatione celU ac Mt£ folitaria . Pietro Bembo creato poi Cardinale da Taolo 111. re- fiauratore delle lingue , et grande imitator del Tetrarca , mandò inlu" ce,i Breui di Leone X. del qual fu Secretarlo . La yita dì Guido Baldo, Duca d'f^rbino . Gli ^folanije TrofCyle Bime,le Lettere uolgàrì,et la, bijloria Veneta fcritta latinamente da lui ,& poi tradotta in yolgare fi diffe da Carlo Gualterui^ da Fano . Vittorio Ziliolo , padre dì ^lejfandro Giurifconfidto,di Ce farete t di Scipione,huomofcientiato& din ita ejfemplare fcrifie di uerfi trattati cioè.Contra ingratitudine lu- d£orum a(pernantiiim bcneficium redemptionis humanae. Deimmacu" lat£ hoHÌ£ypanìs(juey&uinifacrificij ueritate cantra ludMs.Orationes ac fhmiliares» Contra infidelitatem Martini Lutheri, etCodexcar minum, FRANCESCO DONATO DOGELXXVIIL ANNO IJ45* AL Landò feguì Franccfco Donato Caualicro & Pro- curatore di San Marco, & fii fatto a 24. di Noucmbre. Era quello huomo dottifllmo nelle cofè diuine & huma- ne,rauio,cccellcntedi lingua, & di manfueta& benigna na tura, & degno dd Principato , onde l'elettione di tanto huomo, fu molto grata all'uniuerfale per le ottime Tue qualità . Nd IliQ tempo fu creato da i Padri, Guido Baldo DELLE V^LT'E Ducad'Vrbiino,Gouernatòre Generale dell'armi loro.Per cipche quelli Duchi amoreuoli alla Republica, furono in ogni tei il pò amati & béiieduti da ogniuno. Si mandò anco la prima uoìtaPodeftà a Ceneda lacomo Sonano, Parritio di molta in nocentia e^bontà . Morì in quefti anni Hennco Re d'Inghilterra, ilquale ribeliatofì dalla Chiefa iÒLierti nei Tuo Regno tiitrc le ragioni hu mane &diuine, per cagione della leggerezza dell'animo Tuo tutto uolto al- la carne. Fu anco mandato Stefano Tiepolo auedere di eflerciti & le cofe della Republica in Terra Ferma . Venne- ro etiandio a Venetia i Principi di Ghifa, & Vandomo , & rAmiraglio,accettati & accarezzati corteieméte dalla Re- publica. Et Filippo Re di Spagna palsò in Italia la prima uolta,per il uìaggio di Fiandra,uilìtato,& honorato da tut- ti gli Italiani con molta dimoftratione di riuerenza. Si fe- ce medefimamente armata per fofpetto di Solimano : del- la quale fu creato Generale Stefano Tiepolo , che era allo- ra Podeftà dì Padoua . Et fi mandò aCorfù Luigi Gritti , accio che quell'Ifola non patifìc per lo fuo moto . Ma l'ar- mata del Turco hauendo fcorfèggiata l'Africa , s'impatro- ni di Tripoli, dìfefo in darnodagliSpagnuolì.fuparimé te in quelH anni, mofla la guerra da Mauritio Duca di SaC- fonia & Eletror dell'Imperio col Lantgrauio di Haiìla , a Carlo V. Imperatore, dellaquale dopo moltefattioni,l'lm peratorereftòuincitorc. Nacquero etiandio in Tofcana femi di difcordic fra i Principi del mondo . Pcreioche ha- uendofi la Rep.di Siena,ribcllata dall'Imperatore , fi riduflc in libertà,^: diftrufle fino in terra la fortezza che ui fu fatta da Don Diego di Médozza Gouernatore di quella Città p l'Imperatore . Sul qual moto , partitofi Don Pietro di To- ledo Viceré di Napoli con molta gente per oppugnarla , fu per un pezzo difefaualorolarnente dal Cardinale di Ferra- ra, & da Pietro Strozzi per nome di Hcnrico 1 1. al quale s'era raccomadata. Nell'ultimo anno del fuo Principato,fi rinouò la memoria del Cardinal Zeno nella Chiefi di San Marco. Perciochetrouandofi allora capo di XL. Pietro ZenO) che ili figliuolo di Hieronimo Procuratore di San Mar- r>E PRINCIPI LIB. XIII. léa Mnrco, operò di maniera cori la Signorìa, & coni Capi del Configlio de X. che cficgucndofi il teilanicnto di eflb Cardinale, (i continuò di celebrare ogni anno nel mefe di Maggio, le funerali fecondo la difpoiitione del predetto Cardinale. Pcrciocheeilèndoegli ricchisdmo , ladiò bel- lo & honorato legato in perpetuo al Principe, alla Signo- ria , al Senato,"a gli Oratori ellerni,al Clero, & a i altri li co me in quello fi contien,eper la fòmma di due mi la Se ccn* to ducati l'anno . La qual cola Ci come apportò Iplendore al nome di quel grande & molto potente Prelato al Tuo tS- po,co(ifudimolta(bdis£utione a tutta la famiglia fua, poi che il predetto Pietro allora afìài giouane, procurò' cheiirifufcitaflcro nella famiglia gli honori intermeludi tanto huomo: lì per refìècutione di cod fatta cerimonia, &fi per l'oratione che ui fi recita ogni uolta alla prefcnza> del Senato in commemoratione delle colè fatte dal fudet- to Cardinale . Inoltre s'abbellì la città in publico & priuo- todinobilisfimefabriche. Percioche fi tidiifìc allora il palazzo dei Principe in gran parte a quella bellezza che lo uegginmo , & fi dirizzò fu la libraria all'incontro del foro- ciuile , &fi finì la Zeca. Et quafi che i priuati gareggialìèro inciòcoi Signori,fi uideroincominciarfi per tutto, & fi- nirli molti honorati edifici,onde iì giudicò,che la Republi ca dopo tante guerre che la haueuano per l'adietro traua- gliata,godefre allora il frutto delle fucfatiche . Ora il Do- ge infermiitofi grauemente uenneai mortePanno 7. & il 6, mele del fuo Principato,con molto dilpiacere dell'uniuer- làle.Etdopoleconfuete cerimonie fatte a San Giouanni & Paolo , lodato da Giouan ni Donato fuo ni potè, per let- tere humane, per dottrinale per bontà fingolariffimo Se- natore , fu fepellito in Santa Maria de Serui . Et il fuo Bre- uè fu quello. Curine parte tticuiento edificio* exornata , omnihelU fujjìitiotje femora , dum 2{efputlica [ut? mea jalutarl mela fecuriadmodumt rej^iraret feptimo Trincipa- m *•• DE L LE VITE tMS anno , uit^ amplius oEluagepmo , in unam public^ falutis Ataue ovuìentu curam excubantem > mors op^ prespt* SCRITTORIVENETI. a Fello Trincipato fu parimente churijjìmo perdiuerfi huomìnl dotti . Vercioche fiorirono allora Agoftino Bcuazzano , difcefo dd BeuaT^no , che fu CanccUìer Grande della t\epublica ne tempi andati. Queiiifu huomo di Chiefay^ fcnjfe diuerfe i{ime in mor té del Cardinal Bembo y & unuolumedi uer fi latini. Antonio Mcz- zabarba GiurifconfuUo & Toctaj compofe diuerfe rime inftrte nel li hro delle rime di diuerfi . Aluigi Diedo mandò in luce Qv.dsHìùnes Grammatica explanatas & folutas . Dijputationem unam de J^o- mine & uerbo . Quatiiones quidam in arte Toetica . Aiuigi Gri- falconi Ttiimgue , Filofofo & Mathematico , chiamato prima a Ta rigi dal B^ Francefco ,&poia B^ma fatto Leone, doue lejjc lungamen te t^ilofofia acquiHandoft il cognome di Mercatello, da Andrea Mer- catello Canonico Vadouano fuo Mecenate , conciofia che era delfath gue Dragano , fcrifie contra heretici . De Vhilofophorum nugis lib. i . A\iù$iCoì:naroydelitie& ornamento della città dìTadouaj & Me- cenate de gli huomini eccellenti in qualft uoglia co fa : lafciòfiampato un trattato della vita Sobria,intitolatoal Fefcouo di Bitonto,& ne fece uridltrofopra la Laguna dì Venetia . La cui uita regolata da lui fi cO' me fcriffe ,ftt di $6.ami.\ndiC2i VaCquaM^oT. figliuolo di Tietro, fcrijfe un trattato d' Eloquentia, doue fi trattano diuerfe cofe intorno al- la memoria artificiale.Bci'n^rdo ZaneP.Poef^ nobile ^erudito nel la lingua uolgare ,fciffe uer fi & profe molto eleganti . Domenico Marino Medico , fcrijfe un libro di uer fi latini . Due configli jl'uno fo- pra la orinaci altro fopr a lapeHe . Et una Tragicomedia intitolata Tra gne.hoxcnzo Contarini T*& Caualiero,già figliuolo di Maddali^ no , & fratello della Trincipejfa Veniera del tempo noHrOydottiJfimo velia lingua greca & latina , fcrifie , ^nnotationes fuper quxtìioni- bus Vlatonicis Vlutarchi. Et una oratione funerale recitata nella mer- le di Francefco Maria Duca d'orbino , & morì ^uogadore. Miche- le Barozzi P.PoWorf & gran Filofofojgià figliuolo di Giouannifcrif DE PRINCIPI LIB. Xm. 271 fé la Ulta di Tietro Baro^T^ Vefcouo di Tadoua, lafciò una oratione la- tina dei frutti della FilofofiaiC^ una funebre recitata nella morte del Doge Landò: & facendo alcune annotaiioni molto utili fopra l'Etica di ^Arijìotele,ft mori . Giouanni del Lago pub lieo una introduttione alla Mufica in lingua «o/^^; e.Giouani Bafadonna P. Dottore , dr Caualiero compole. De ucriori rnonalium fine ac felicitale. De intel- leBuali natura Deiyac diuina fapientia , De fingularium ac omnium rerum cognitione diuini intelletlm . De admirabili Dei prouidentìa » ac mortaUum cura.De diuina ele&orum prcedefìinaticne. Gian Ber- nardo Feliciano , Lettor publico della lingua greca in Fenetia, tra- dì4j]c la Catena aurea . Commenti fopra gli atti de gli ^poJìoli& fo- pra l' Epiflole di San Vaolo . 1 1 decimo d'^rifìotele d'animalibm.TSlo-* uè libri di G aleno , De decreti di Hippocrate & di Tlatone . Traduffh Torfìrio de abflinentia carnìum . Fn libro di Vaolo Egineta di Chiru- giay& d' Meffandro^frodifeoj Defemine^Defeptime^ripartu.Dell'E^ tinca di^riflotele lib. i o. con diuerfe dichiarationi d'Euflatio & di al- tri Scrittori Greci . Giouanni Francefco Beato dell'ordine de Trcdicatorijlefie Methafiftca aVadoua&poia Vìfa.Etfcrifìe diuer- fe EpiHole al Sadoleto. Et fopra il fecondo della Fi fica . Hieronimo Negro Giurifconfulto & Canonico di Tadoua . F icario prima di Bel- luno & poi di Ficen^a yfcce molti Ferft & Orationi, Fra le quali due fonofommamenteftimatej'una nella morte di Francefco Cardinal Cor naro recitata al Senato . L'altra nella morte di Labaro da Eafiano. La- fciò etiandio diuerfe epijìole latine. l^orcnzo Rocca , che fu poi Can- cellìer Grande , mandò fuori un'oratione nella morte di Luigi Dardano Cancellier Gmw^e.Marc' Antonio Veniero, Dottore &Tì ocurato redi San Marco y compofe un libro intitolato, Thifiologia^a Sebafìia- no Fofcarini : nel quale dichiara molte opinioni d'Arinotele & d'Aue roe . Nicolo Malia Medico & Filofofo celebre , lafciò diuerfi teHi- moni della fua dottrina y & fi legge. Opus Logicale lib. 7. Epifìolarum medicinalium lib.z.Defe^ione corporii humanilib. i.Depeflelib. r. De morbo Gallico ad Cademufìum lib. 1 . De febre pcfiilentiali , ac de peSìichijs morbilli^ , &fu -^o d'Apollonio Maffa Medico & Filofofo de tempi prefenti,& Lorenzo Maffa Secretano del Senato . Nicolo Eritreo GiurifconfultOyCorrejfe l'opera di Firgilìoy & ni fece fopra un'Indice copiofo , per ritrouar non folamente le parole y ma anco i con- mti.fcriffe parimete lib. i o.MythologiiCyne quali dichiara lefauole,m9 Vuu jlrando -s .une n ELLE VITE forando la Fìlofofìa naturale et morale che fi contiene fatto ì loro uela- mi . Nicolò Liburnio Sacerdote^et Viouano di Santa Fofca, lafciò. De copia dicendi hb. i .Epithalamiorum lib, i.Dialogorum Uh. i . Ele- gantiarum Uh. r .Sermonurn Uh. i . Et nella lingua uolgare. De cafì ha- mani Uh. i.U fpada di Dame . le tre Fontane.Selua di f^erfi yCt lefen- tenxe di molti Scrittori Greci et Latiniytr adotte da Marco CadamoHo . Pietro Aurelio Sanuto dell'ordine de gli Heremitanii fece un trat- tato Tbeologico con quello titolo . B^cem Lutheranorum ajfertionurn oppugnatio . Vittorio Trincauela Filofofo & Medicojejjè in Ta- doua t dopo Gio. Battifta di Monte per i^. anni . & lafciò qutsìe ope- re . De ratione ac ufu componendorum medie amentorum lib.^ . Expla- nationes in Galeni lihros , De dijferentijsfebriumj & in lihrum De ar- te curandi ad Glauconem . DefebrepeHdenii. Expofnio in quarta primi jìi4Ìcenni&. FnCommentofoprai libri di Galeno. Decampo- fitione medicamentorum per loca . Expofitio infecundum Ubrum prò- gnoflicorum Hippocratis. Et diuerfi Opufculi, come Defehre heÙicat Deajfe^ihu^ vsntricuU y lecinoris,& Lienis,& quadam anatomica jragmentaiDe vulneribm capitisji^^c. MARCANTONIO TRIVISANO DOGE LXXIX. 1555. Dopo le honorate funerali del Donato,entrò in Tuo luo go Marc*Antonio Triuilano , figliuolo di quel Do- menico , che fu tanto illuftre , & benemerito della Patria , come fa ogni uno . Senatore di coli innocente ulta, 6c An- golare per Santità, che lì hebbe fatica a fargli accettare il Principato . Percioche lo huomo ottimo , auezzo a i co- fiumi del tutto lontani dalla mondana grandezza, non fa- peua ciò che fofle ambitione. Alla fine aftretto da i fuoi parenti,acconfcntì alla uolontà loro, con tanta humiltà & con tanta modeftia , che nulla piu^di maniera che temu to & reucrito dall'uniucrfale, tene le cofe della giuftitia nel fuofildo 6c inconcuflb uigore . Eglitrouò il Principato in molto ripofo , per le cofe di fuori. Percioche s'erano per innanzi , fotte i fuoi prcccflbri,trancate molte cagioni di guerre DE PRINCIPI L I B. XIII. t;» guerre fra i Principi cfterni . Et la Rcp. eflcndofi in quei frangenti trattenuta, con Paolo III. con Carlo V. & con Franccfco Primo(Principi,& prima & poi fcnza alcun pa • ri)col niczzo di lapientilsimi Oratori (fra i quali furono il- ludri Nicolò da Ponte , Mattlieo Dandolo, & Giouanni Antonio Vcniero Caualiero molto honorato & itimato per l'accortezza del ilio belli fsimo ingegno da i tre predet- ti) haueua ridotto le co ic di Italia in bellitsimo Stato . Di maniera cli'il Doge fedcndo,in tranquillisfimo tempo,go uernaua il fuo Reggimento placida & fantamcnte. Ma egli fu molto breue.Percioche ellèndo una mattina a nicC- fa nella fila delie tefte , (1 morì alla fproueduta , & fi diflc per debolezza cagionata da i troppi digiuni . Et portato a San Giouanni & Paolo, fu lodato da Bernardino Loreda- no,figliuolo già d'Andrea, dotto & honorato gentiihuo' mo . Et il iuo breue in palazzo era quello . 'E^eligioni^ amanti fsimuSi Anno cìrcumaElo moriens in gremion^atrum antearoóiin coelumiUnde ueneram^ui t«e integer euolaui . S e R I T T ORI VENETI. FIOYÌuano in queflì anni Antonio Pellegrino , ilqualc compoje in voigare De ifegni della natura nello hmmo . Del mcndo lib. i , Delle itnjgini & fegni del Zodiaco lib. i. Della vita folitaria aTapa Tio y.lib. z.Del dijpreTJ^ della morte lib. i .f^n Dialogo intitolato Gra tiano . Tradufìe anco di Latino , ma pero fen^a il fuo nome,diuerfe Orationidi Cicerone , & l'Epifìola di Tapa Tio 1 1. fcrìtta a Maho^ meth li. Federigo Val lareffo V.& Senatore dottijjìmo & buon fi lofofoy eccellentijfmo in Greco & Latino,fcriffe giouane un Commento /opra le Quejiioni Tslaturali di "Plutarco , & lafciò una Qration Latina recitata nella mone d\/intonio Crimarù Doge . Francefco Qiiiri- no P. figliuolo di Hieroràmo: oltre a diuerfe Orationi & l\ìmc volga- ri ytraduffe la r ita di Carlo Zeno, dedicata a Giouanni Donato Tre- clarijjìmo Senatore . Giouanni de Grandi dell'Ordine di San- Vuu 2 ta D E L L E V I T E ta Maria de Semi , compofe m'Omìone in morte del B^hor- tello . Fn'Oratìone in lode di Bologna,& una Oratione recitata in i^- ma in lode delia cafa Farnefe.Ghn. Maria Memo P. Dottore & Ca ualiero dafciò nella lingua uolgare vn Dialogo della [ofiam^yi^ forma del Mondo. DeW Oratore Uh. 3 .Dialoghi lib.^.ne quali forma un Vrin- cipe,una i^/>. un Senatore,un Cittadinoy&un Soldato : Et un libro in- titolato l'Oratore. Gio. Battifta Ramufio Secretano del Configlio de Dieci , già figliuolo di Vaolo Gìurifconfulto, huomo diftngolar Dot- trina , et chiaro per l'amicitie d'i primi letterati dell'età fua,peri[i(Jimo della GrecayCt della Latina linguaydeìlaFrancefeydella SpagnuoUydel- la TortughefeyCt d'altre imparate in quelle Vrouincie ydoue mandato ne fuoi primi anni per importantijjìmi negotij dalla B^p.gliacquijla- rono nonpicciolo merito preffo al Senato . Ottimo Cofmografotinteìi- dentijjimo delie cofe di MedicinayCt di Filofofia.Laudò giouane in mor- tegli Cancellìer Grande Fafuolo con oratione latina,che hoggidì fi leg- ge f-a quelle d'huomini lUufìriflampate in Tarigi 1577. Tofe infìe- me Tre volumi delle l^auìgationi et Fiaggi^ne i qualiycome nouo Stra boneyO Tolomeo di queÙofecoloydìede piena notitia di tutte quelle par- ti del mondoyche à no^ri tempi fi fono rìtrouatey et furono incognite , 0 almeno riputate fìiuolojeprejfo gli antichi . 1 quali Volumi fece (ìam- pare Tomafo Giuntiydel quale fu amico intrinftco et cordiale,adornati da ejfo B^mufìo con varie prefationi et difcorfi , che feruono in uece di Commento . Tra quali e marauigliofo quello fopra il crefcer del 2v(i/o, dedicato a Hieronimo FracaHoro : materia trattata da molti filofofi antichi,et intefa da pochi del tempo nojiro . Scrijie anco in queHi ulti- mi anni un Trattato delflujjò et refiujfo del marcy doue apre ipiu inte- riori fecreti della filofofiayCt confuta alcune opinioni del Fracajìoroet di ^luigi Cornaro ne loro difcorfi fopra la Laguna di Fenetia , laqual fatica fopragiunto dalla morte 155 j. non potè fornire.Vìctro Maflb- lo. hora Don Loren'^o Monaco CajJineJèyCompofe De concordia Tlato^ nis et ^riflotelis.De ratione etmodofcrìbendi Hifìoviam. Fn libro di l^me morali . Paolo Manutio .^^/wo/o già d'^ldo,compofe Com- mentarim in Cicer. in Epijìolas ad ^tticum . EpiHolarum ad Urutum lib.<).Delegibus antiquìtatum B^manarum . Fece latine 4, Orationi di DemoUhene.Correffe l'Opere di Cicerone . et fece De Sena- tu Bimano lik i. con altre cofe di molta ecceUex^y& dottrina . Pietro Francefco Contarini P. Filofofo , et Oratore y et poi Tatrtarcadi Fenetia DE PRINCIPI LIB. XIII. 17? Fenftìa,fcriffe molte ejplanationi de i luoghi difficili , ne gli 8 . libri di ^r itotele, De Tbyfico auditu. Pietro Forte , deli' Ordine de Minori Conuentt4ali,fece i fette Salmi in verfi,€t un Trattato in lode de ìMoti, FRANCESCO VENIERO DOGE LXXX. ANNO 1554. CEppellitoil Triuifano, fu afllmtoa gli ir. di Giugno •^Franccfco Venicro d'età di 64. anni . Nel fuo tempo le cofe della Rep.furono in molta pace. Et ancora che il Tur- co paflaile in Puglia , & ui faccheggiafleBeftici, & altri luo ghi,& che in Toicana fi guerreggiafledal Re di Francia c5^ tra Cofmo de Medici Duca di Fiorenza , & altre cofè fi fa- ceflcro in diuerfe parti del mondo, la Città non hebbe tra- .uaglio alcuno. In quelli tempi uenne a Vcnetia Bona Sfor- za figliuola già di Gian Galeazzo Duca di Milano, tradito da Lodouico fuoZio : Regina di Polonia . La quale dopo» la morte del maiito Sigifmondo , ritirandofi al fuo Duca- to di Bari , pafsò p quelle parti,doue raccolta dal Senato,fii gratamente ueduta dalla Città, fi per la memoria de fuoi pafrati,& fi perche no ci era fiata teda alcuna coronata per molti anni auanti . Ma poco dopo la partita fua il Venic- ronon molto fano per ordinario, aggrauatodal male che poco inanzi lo haueuaaffalito, uenne a morte l'anno ièco- do o poco più del fuo Dogato . Et portato a San Giouan- ni & Paolo, fatteui le fblite funerali, doue fu lodato da Ber nardino Loredano , fu pollo nella Chiefa di fan Saluado re,in ricchifsimo,& Re^al fèpolcro di marmo , poflo alla memoria fua da Pietro fuo fratello . Et il fuo Breue diceua. 'Biennium magna animorum propenjtone cu in Prin^ cìpatuuixerimyfìonjtneatfoluta T^ligionis, ac'7rH*' denti Aaude i^Bonam Sfvrtiamy atc^ue zyimgoniam ^oloni^lieginamin ItaliamadtientantemnulU non honoris genere excepi . DELLE VITE SCRITTORI VENETI. FVronoetìandìo fotta queHo TmcipaiOjBartolomco Spatafb- ra P. ilquale mandò in luce in lingua uolgare , quattro Oraùonì, tre funerali fopratreVrincipi di f^enetiatetla quarta in dife fa della. Seruità . Bernardo Giorgi P. Senator figliuolo di T^icolòiCon tue to che fojìe impedito neWamminiflranone , compofe un libro in uerfi latìnì^DeW andate puhliche del Doge . L'Epitome de DogiyCt altri Toc- mi . B^ccolfe anco gli Epitaffi degli huomini llluflri in Vadona^ men- tre «//«Potìfe^à.&rnardino Loredano P. figliuolo d'Andrea commentò le Orationi agrarie di Cicerone, et publicò l'Oratione nella morte di Marc' jtntonio Triuifanoyet Francefco^eniero Dogi. BcnC' detto KmìoFilofofo et Medico , illufirò ^uicenna in moki luoghi €orrottì,ritrouando il proprio ftgnificato Latino a molte mei , o termi- ni Jlrabi , B^ccolfi nel margine tutti i luoghi doue ^uicenna replica il mede fimo medicamento et doue dice il conirario. Et auertì il Lettore dì tutti i luoghi doue jiuicennafifcrue d'Hìppocrate , d'Urìfìotele , di Diofcoride , di Galeno^ Taolo^d' Etiojdi Serapioncy di I\aft , et Halia- hateiComeftlegge nel fuo^Auicenna stampato fanno !<) 5 5. Domi- tio Negro F//oj^/ò , fcriffe diuerfi Trattati [opra .Arinotele in dì' uerfi fuoi pafjì pia dubijet ofcuri , fopra l'anima , et altre mate- rie ofcuri . Gian Pietro Mufatto Sacerdote , fece un'Itinera- rio in uerfo da Fenetia a Bologna , dedicato a Tapa Giulio III. dal quale fu molto amato et flirnato. Hieronimoda Molino P. figliuolo di VietrOyfcriJJè un uolumedì I^we publicateda Giulio Con- tarino Vrocurator di San Marco ,fuo fìrettijjìmo amico et parente . Martialc Rota Filofofu et Medico traduJfeiThemifìio,Boetio,et Sim pUcio 3 molti libri de Galeno . Fece anco diuerfe annotationi in diuerfi fi • tr> • L 'J ili il libri Greci • LORENZO DE P R I O LI DOGE LXXXI. ANNO 15 5<^. Dopo il Vcniero,fu dato il Tuo grado à Lorenzo dcPrio il j huomo prudente & di molt^ lettere . Nel fuo prin- "v cipio DE PRINCIPI LIB. XIII. 274 cìplo cominciò la pcite,laquales'cfl:in(cpoi perla molta ia diUhia di Pietro da Mollo Senatore , & figliuolo già di Franccfco , prepofto allora al goucrno dell'Officio del- la Sanità . Et poi Ibcccfiè la carellia cagionata dal fofpetto del contagio , perche le genti eflcrne non conduceiiauo le cofe necellàriep il uitto alla città. Fu in quefti anni la guer- ra di Paolo 1111. con Carlo V. Onde il Cardinal Carlo Car rafa (uo nipote uenne a Venetia, per folleuare il Senato, ac- cioche làcellè Tuo quel ch'era intereilè d'altri . Ma i Padri,^ commo£ii da i diiturbi del Papa,& delìderofi della fua quic te, Òclaluczza, mandarono al Duca d'Alua Generale del Re Filippo , Febo Cappella fagacifsimo , & prudentifs. Se- cretarlo : per allettar le cofe.Ma facendo gli Spagnuoli qual che refirtenza , la colà hebbe quello fine, che i Padri mada todi nuouoaRoma,Marc'antonio de Francelchi Secreta rio di bello & d'acorco ingegno,il Papa poltegiù l'armi ab- bracciò i Colonne.' i,& humiliandofi col Re Filippo fece la pace con lui . Fra tanto 200 galee del Turcoicorlero per la Calabria7& fi fermarono alla Valona . Et continouando la careftia nella Città, fu llatuito che fi riduceflèro a cultura diuerfi terreni in diuerfi luoghi polli , & loggetti alla Rep. trafcurati per lo paflato dalle perfone: accioche fi hauefiè in ogni tempo copia di grano. Et furono creati lòpra ciò, Fran cefco Barbaro, Antonio Erizo , & Nicolò Zeno che pro- molle quella materia . Si mandarono etiandio ambafcia- dori a Ferdinando,alqualc Carlo fuo fratello haueua renun tiato l'Imperio, Giouanni Cappello Caualiero , & Bernar- do Nauaiero , a rallegrarfi con lui . Et Paolo Thiepolo , al prcfente Procurator di San Marco , hcbbe la Legatione di Spagna. Mancarono in quelli tempi Carlo V.lmperado- re,Maria,& Eleonora fuelbrclleila Regina Maria d'Inghil- terra moglie del Re Filippo , & il Cardinal Polo dottifs. & làuioSignore. Et in Inghilterra lòccefìè a Maria, Lifàbet- ta fua forella.Laquale leuatafi dalla obedicza della catrolica Religione, ri tornò le herefie Luterane in quell'llola, che ni durano ancora . Oltre à ciò fi fece frali Re Filippo, t5c Hen rico il. (dopo molta mortalità di huomini in terra & in mare BELLE VITE mare, con immenfo trauagUo del mondo ). la pace ; Et ac- ciochefoflèpiuralda,Hcnrico diede per moglie Ifabella fua figliuola al Re Filippo,& Margarita fua forella ad £ma- nuello Filiberto Duca di Sauoia , il quale in uirtù di quefta pace , rihebbe il Ducato . Per la qual pace, ne fegui in Fran- cia gran male . Perche fefteggiandoli per le nozze della fi- gliuola del Re , con belliisime gioftre , Flenrico ch'era ani- mofo & ualorofo inricme,entrato in Aringo , & gioftran- do:fu rincontrato & ferito per difgratia nella fironte da Mongomerreo Capitano decaualli Scozzefi, onde pochi giorni dopo uenne a moite con dolore di tutta Chriftiani- tàrperciocheeflendo ualorofo nell'armi: oc di bellifsimo ingegnojfi eraacquiftato nome preflb al mondo di grandif fimo Re: Gli foccefle adunque Francefco li. giouanetto di 1 7. anni:alqualei Padri mandarono a congratularfl Ni- colò da Ponte, Dottore & Caualiero, al prcfente Principe di Venetia , & Bernardo Nauaiero , che fu poi Cardinale . Se finirono etiandiolefàbriche di Palazzo? con le fcale re- gie ornate d'oro,di pitture, & di ftucchi. Et non molto do- po , il Principe uenne a morte , Se condotto a S. Giouanni & Paolo, fu lodato da Leonardo Giulliniano P. figliuolo di Lorenzo. & fu portato a San Domenico ne'monumen- ti de fuoi maggiori . Et fotto il fuo ritratto,che fu il primo dipinto nella fala dello Scrutinio, per cflerfi finiti d'empie- re i luoghi della fala del gran Con(ìglio,era polla quefta in- fcrittione. OpnmammartmmJìudijsclaruSypeJìilentìluefedata, , d ndmirahili prudentia admittijìrata 'Kep.Tonttjìcemy \ AC C^Jarem ^eapolitano hello dtJlraB:os,in priflinam amicitiam reduxii'vt , ex Italia, diuturni^ hellorum incommodis afflìElatayirmpttones atque arma extera^ rHmgenÙHmfaluhri con/ilio pellerenttir . SCRIT- DE PRINCIPI L r B. XIII. 275 SCRITTORI VENETI. IT^ qucfU anni furono di nome & '(^ornamento del Vrindpcvo , Ab- uigi ArCGO,TìOuano di S. Cayitìmo : fncicchefcriffe un' Lr aliene nell'entrata di y incendo Dìedo al Tatriarcatc.al qualefit dato dalia 'B^p.Et tradujfe le ccmedie d'^riflifnic in un fi lambico , infcritte al ^Cardinal T^auaiero. AUligi lÀ^pyomcìnoF e fcouopr.mj di Modo- '■ìie,(jrpoi di Verona , & ultiwamen e di Bergamo , hencmeiiio di San ti Chiefàf moire [ne leq^dtioni, fcriJìeiScìmcncs SanSìcìU tctinsanni i^Ex'pofitiónes Synibolic/£po(ìolorUsOy<:tion}5 domimccSjiC-r Salutatìbms '^iAngelicji . Decempy^cept'oium Decalogurn^ Conflitutiones fynodales '■fupe^ ) efo' matione cleri. De A itis S'ari5ìoyhmpatrum Temi S. Allli- -'gi Barbaro T.hrifjimo ngimologià di TietrOjCompofe uerfi Ialini, et tyadMlìeV.lnfxycmentr'alci'Me OratictA ài G^^egom "^aT^an^eno. Alef- (àndro Marino Cànornco Litteranenfcfcrifk alcmecofe di Mùftcti, della (piale fìi'molfo imendente:BcY-i\:ìi:do Nauaicro V. Senatore che poi fi Caydìmle/criJjediMerfi Oratkjm'&uerfi lapìmin diuerfemate^ rle,Biniate& riputate molw dal mondo . Hicron imo Negro G:à- rìfconfulto & CamnicodiVadoMAifìampòdÌKerfe Epifoleó'' Ora" ' tion'h Hicroni ino Ferro T. Semt('re,tradufie di lingua greca in mi" ' gare ciriffue oratioti di DemoTiÌKne.G li offici di Cicerone , & altre cafe ìnifhdate-f^ò^ifen'Zail fno nome'yiltju'alefi morìt ejjèndo Bailo a Cofiàn tÌNOpoUMcóìno Moccnigo V.fece nella lingua noHra diuerfe ccm- p^//fio;i?IacoinoZancP. mandò fr.oii un libro di rime. Marco Marino Vm Senatore già fi^liitolo di BenedettOyfcriffe felicemente di uerfe rìme^ìn diuerfifoggetti,morì Vodeflà di BreJ^a-Kìcolo Zeno P, Sendtore,g}à figUmlo di Catarina Caualicro,& padre di CatarinOtptt- blicò di fuo, l'origine de i Barbariy& fcrijfe le Deche uniuerfalide i i^- ' gnì^et delle nationi.TomùCo Stc\\a,dell' ordine de 'Predicatori,FefcO' uo di Capodiì'ìriayTheologo etVredicatoreyflampò alcune oration-yet un trattato de Charìtate Chrijii. HIERONIMO DE PRIOLI DOGE LX XX l I. 1559. GOn reffempio de i due Principi Barbar ighi,fu poRo nel fcggio Ducale, Hieronimo de Prioli fratello del mor- to,huomo di molta bontà,& di grane & bella prclcnza. In fuo tépo,inori Paolo IIlI.5c HercolelIl.Duca di Ferrara,(Sc '- '^"'^ Xxx . alluno DELLE VITE all'uno fuccdle Pio nil.& all'altro Alfonlb II.Fu anco crea to Patriarca in luogo del Diedo morto,Gio.Triuiiano Dot torc, Abate di S.Cipriano,& prelato di uita efemplare. Sì co dulìe eriandio per Gouernator dell'armi della Republica Sforza Pallauicino Marchefe di Corre Maggiore , illultre nella militia . A Pio Quarto Milanele eletto Papa in luogo di Paolo,molto amico delia Republica, rimandarono Hie- ronimo Grimani,Hicronimo Zane , & Marc'Antonio da Mula, che poi fu Cardinale, a quali il Papa dette audienza nella fala'dei Re,& gli creò Caualieri:& efaltando molto la Republica grademcn te amata & honorata da lui,promefIc d'accrefcerla cóognifua forza & potercSi madarono poi Oratori.^ nome della Sig.al Cócilio di Tréto,Nicolò da Po te Dottore & Caualiero , 6c Mattheo Dandolo Caualiero , 6l con quelli Antonio Milledonne , Secretarlo, di cofi no- bile oc eccellente ingegno, che operando nell'attioni di quella fàcraadunanza,cofe importanti, s'acquiftò nome di huomo ptudentiirimOj&digrauiffimogiuditio fra diucrfi altri che lucrano della natione. Percioche allora ui fi troua ronoprefenti,gli infrafcritti Prelati,cioè,Bernardo Nauaie ro Cardinale,Lcgato del Concilio , in luogo del Seripando che era morto , Giouanni Triuifàno Patriarca di Venetia. Daniello Barbaro eletto Patriarca d'Aquilea. Pietro Landò ArciuefcoiiodiOindia. Marco Cornaro Arcìuefcouodi Spalato.Filippo Mocenigo Arciuefcouo di Cipri. Antonio Cocco Arciuefcouo di Corfu, & hora Cherico di Camera. Luigi PifaniVefcouo allora di Padoua & poi Cardinale. Giorgio Cornaro Vcfcouo di Ticuifò . Giulio Contarino Vefcouo di Bel luno.Tomafo Vcfcouo di Capodiftria.Gian Franccfco Commenduno Vefcouo del Zante & delia Ccfa lonia,«5c poi Cardinale.Pietro Barbarigo Vefcouo di Curzo la,Pietro Contarini Vefcouo di Baffo . Domenico Bolani Vefcouo di Brcfcia. Federigo Cornaro V^efcouo di Berga- mo & hora di Padoua . Pietro Delfino Vefcouo del Zante. Andrea Mocenigo Vefcouo Hi moficnfe. Hieronimo Tri- uifàno Vefcouo di Verona. Hieronimo Ragazzoni Vefco- uo di Famagcila 6c hora di BergamcMatthco de Prioli Ve fcouo DE PRINCIPI LIB. XIII. fj6 fcouòdi Città Noua,6c hora di Vicenza. Franccfco Conta* rino eletto Vclcouo di Baffo . Giouanni Delfino Vclcouo di Torcello,& horadi Brci'cia. Hieron imo Vici mo Velco- uo Ar5olicenfe,& poi di Città Nona. Et Adriano Valenti- co Velcouo di Capodiftria,tuttihuoniini di moltadottri- na.Ma non molto dopo, il Principe uenutoamorte,&: portato in San Giouanni & Paolo, m lodato da Gian Batti fta Gritti,già figliuolo di Aluigi Senatore . Et ripofto a San Domenico prellò al firatcllo, hebbe quefto Breuc. Clementu cultor t^ feuitU detcjìator accerrimtu , Principatum animi candore Jitheralis ingenij bonitate ac religione, fratern/t 'vinutis temtdus fufcefi. SCRITTORI VENETI. ILli^iforono m quefio tempo il predetto Trìncìpato con le Ietterei & con la dottrinaiAdnanoM'ordine de TredicatoriyTheolcgo & Fi lofofoyFefcouo di Capodi(imtche copofe un trattato de inqmcndis hxrè ticis. De facr amento Euchariflia aduerfia Caluìnos , contra Mattheum Cribaldum, AluigiContarino dell'ordine de iCrocicchieri cotrt' pofe,DeUa nobiltà di ìslapoli. Dell' antichità di ^oma. Della ottima bel" lej^ della Donnay& dell'origine della Tatrìa del Frioli , & tuttauia fcriue diuerfe altre materie & trattati . Cornelio Diuo debordine de frati Minori,FilofofoyTheologo,& Predicatore tfcrijjè un libro del- la uitaattiua & contemplatiua , ctdiuerfe Orationì . Filippo Terzo Dottare , Filofofo et Oratore illuflre, dottiamo nelle lingue Greca et Latina jCopQ fé una Bjjetorica latinatconpiu Orationiet Ferfi latinitgrc chi et uolgari . Giofèifo 2^rlino , pMcò 4 ^bri Delle Infìitttt io- ni H armoniche, Cinque libri dì Diwcfìrationiharmoniche.f^n trattato Depatientia.f^n'altrOiDe innouaticne ^uni. ì^n Difcorfodeluerogicr tu> della morte di Chriflo . Fn trattato dclhrìgine de frati CappucinL Et 2^ .libri in lingua latina. De utraque Mufica, Gafparo Erizzo P. erudito nelle lettere greche et latinCi compofe Epigrammi et Elegie la» Xxx 2 tinCf DELLEVITE tìne,et lafc'w un maggio da Fenetìa a Co^ant'mopoUJn lìngua uolgaru et morìfindìco in Terraferma. Giouanni Rìccio CmifconfuUo et Cron'fla celebre ; publicò un fommario /opra la prattka dìGìouan Tletro Vapìenfe.Vìì^^oWr.o Cicra , dell'ordine de Tredicatm.fcYÌffe ùlciwe cofe di Mufica.Hìcion'nwo Fcnarolo , compofe un libro di Jt^me . lacomo Folcarini Dottore , FUsfofoet Senatore prudenti^-' ino: figliuolo già di Micheiettradujjè digrecojl'introduttiotteinfexma dos pbilofophi ttfece un trat'.arQ,De Juhlimi genere dicettdi. Nicolo dalla. Croce dell'ordine de Vredicatorì man io fuori Homelie fopra la prima Epifiola di Sa Tao io a Co^inthij. ?'\ClTO Catena ^acrrdotejefifie la Metaphìfica inTado tia,et publicò;la Sfera.Superloca Mathematica contenta ìnlìbrhTo- picis,et Elenchici lib. K^nì'unfa loca Marhemaiicain Ugicn ^riflote ìis . Siilo de Medici Theilogo et Filofofo , dell'ordine de "Predicatori lefie lungamente in luogo di Sebafìiano Fofcanni Filofofo et Senatore, et fece untrattaiOyDe primis etfecundis imenaonibi Pt1É^T%'& LO R E D A NG^ BOG^^ ■\A i^Wl LILX.KX li. ANN p 1,367. MOi^tó il Prioliy fu, creato Pietro Loredano , Senator , prertaiitisfimcsdi rei igioji coftu mi,& dì buona 6c fin tera-mente, à i6. di Nouembre , con piacer. dell', qn wer- Éile, 6c coDrfperanza di osnimiOjd'ottiiiia riufcita nel fuo DE PRINCIPI LIB. XIII. Vjj gouerno . Venne intanto a morte SolimanoTmp.cle Tut chi, Principe fortunato Oc priKÌentc,& cliecflàitò molto la cafa Othomana . Seguì parimente l'mcendio dell* Ar(èna- Ierpau74 rr^ noP. f^eneto,fìglinolo già del Conte Hieronimo , et Condottiero Ulti' fìre di gente d'arme della I\ep.traduJJè di Grecoin uolgare molte co fé di Volibio . Compofe etiandio 4. libri della Militia amica , et moder- na. Et nel primo tratta deW officio del Generale y et d'altri Capii ani mi nari , et poi delle membra principali dell'efferato , come fono yfhmaria, caualleria, compartimenti,armijinfìitutiom et efìercitationi loro. T^el fecondo ragiona dell'accampar de gli efìercitì, del guadagnar i lidi [ce- dendo l'armate in terra, come fi ritirino poi, et alloggino bene et fi cura mente . rapprefentando ì modi che hanno offeruato in quefle attioni^ gU antichi et moderni Capitani . I^el ter^p difcorre , Delle giornate fatte da gli antichi et moderni,et per che fiano all'una parte infelici , ei alt altra felici . T^lf ultimo fauella delle fòrte:^e,et della qualità l(h ro in tutte le parti . DeWoppugnationi fatte fotta diuerfe città . Et finalmente defcriue la materia deW artigliar ie , con tutte le co fé ad effe appartenenti . Noè Bianco, dell'Ordine de Serui , compofe un' Iti" nerario de terra Santa . Olimpia Malipiero , figliuola già di Leo* nardo, fcrifie B^me eleganti f^arfe in diuerfi uolumi di amori . ALVIGI MOCENIGO DOGE • ■ . • • ' LXXXIIII. ANNO 1570, FV poi fatto Principe , Aluigi Mocenigo Caualiero 5c ProcLirator di San Marco a gli 11. di Maggio l'anno 1570. Scnator d'animo grande , di efficacilTima uirtù òc d'induftria , & riputato degno di ogni honore . Publicato adunqiieal popolo, panie che foflè mandato dalla mano di Dio, per gli vrgenti bilbgni allora della guerra, poco ina- zi cominciatafi con Selim Re de Turchi . Conciofìa che inuigilandb di continouo al bcnefitio commune , non re- tto mai con l'opera & col con figlio , d'elTer pronto per lo foftegno della grandezza della Tua patria, ad ogni fatica. La prima rottura della guerra fu in Dalmatia . Doue Bernar- do Malipiero figliuolo di Vincenzo Senatore , giouane di molto cuore &ualore,fu primo a confàcrar il Ilio fangue g la publica liberta. Nel cui luogo foccefle Fabio da Canale, ilqualc oiFcrtoIì a Padri di farne uendetta , s'acquiftò allora &poi 1 r r D lt\t VrTTg" & pòi in quelle parti , honorara lode di fortifTìmo Capita* no. Intanto il Turco sbarcato in Cipro, pofe l'adcdioa Nicotia , difefh gagliardamente da i nottn * Mapieualcn- do i nemici per numcro,Óc prcfà quella Città per torza, fé n'andarono a Famagofta. Et quella parimente occupar o^ no per mancamento di uettouaglic &: di monitioni , per-, cìochc fi diede a Mnftafa . llqaale ròzzillìnio barbaro, rot- ta la fede V">rome0a a Marc'antonio Bragadino & ad xMior Baglione, amCnduedi gloriola memoria, feceempiamcar te morire 6c fcorricare il Bragadino con eirérata crudeltà^. Bt ùifnetiandio decapitato il Baglione , co fonmio diipi? cérehie Padri, darqnulixralingolarmente amato. In que- fìo mei^zo tacendo i Corfari diucrlì dani ucl Cotfo Adria? tìeos Connon piccola perturbatione' de gUanuiìi de. Cit- tadininon auczzi per molti anni adietro a gli ftrcpiti,Óc al It turbulent ie de 11 a guerra, il Princi pe deiLderofo di con fo- iàre i piudebili,^: meno pratichi della Città, foilccitò che fi facefiero diucrfè prouilioni . Et fra l'altre cofe li manda- tpné alCaftelli alcuni Senatori, fl*a (gitali appare 'mplpo il ualore Oc l'amore di Vincenzo Morofino Caualiero, fat- to poi Procurator di San Marco . Il quale prouedendo a bi fogni con elàttisfìma diligenza, rendeua (icuri i timidi pé- fieri di molti della Città» Pércioche mandando ipellò al Principe «3c a i Padri, Domenico di Vico Secretarlo allóra del Senato, & al prelcnte del Configlio de Dieci , tornato poco prima dairarmata di Zara,apportaua fomma cohfo- lationeall'uniuerlale. Ora perdutoti il Regno affatto: éc continouandotuttauia l'armi per mare & per terra della Lega (percioche erano il Papa,il ReFilippo,& laRep. infie- me) temporeggiando i Generali tutta una State , alla fine giunto il lettimo giorno di Otfobre dell'anno 1571. i no- llri s'affrontarono con l'armata del Turco, non molto di- fcoftoda quel luogo, douc l'anticoAugufto ninfe Marc* Antonio fuo concorrente , & vicino all'Ifole dette à hora i Curzolari. Onde portili i noftri con ordine tale, che nel corpo del la battaglia erano 5;. galee, nel corno de- liro 5 ^. ne) lìniiko con alti;ettante,& gon $ o. di rqiroguar DE PRINCIPI L I B. XTII. 270 da , con altre 20. di foccoiTo diuifc per le (quadre de rimor chiare nuanti le 6. galee grolle 5 diftanti l'vna. dall'altra per conueniente fpatio, accioche prime attaccaflcro il fatto d'arme, fi hebbe quella uittoria,della quale ncilun'altra na- iiale fu giamai la maggiore.Perciochc , oltre che ui furono cecili i più fcelti foldati,& i più coraggiolì Capitani che ha iielìc ilTurco al numero di 50. mila,gli furono anco tolti ^24. legni, ^40. pezzi d'artigliaria,có altri corredi infieme; &ui fi fecero prigioni ^486. di loro. Et la cagione di tata uir. toria fi attribuì in buona parte alle predette 6. galeazze, dellequali era Capitano Francefco Duodo Preclarisfimo Senatore. Lequali cllèndo,come s'è detto nella fronte del la Vanguarda , & appiccando la mifchia con l'artigliaria , mefièro in confufione l'armata nemica, laqual poi in con- fcguenza fu rotta <^ disfatta . Et per certo che quel giorno fufeliciirimo,non pureaVenetij ma ancoà tuttala Rep. Chriftiana.Conciofiache oltre allo hauer ualorolàmcte di fcfa la religione, & il nero culto di Dio,fi moflrò anco che quando i fedeli fodero finceramente uniti , uincerebbono quelle forze tenute da molti inuincibili & tremende. Si rinouò allora la gloria degli antichi Padri,da mola de no- ftri celebri Se degni di perpetuo ricordo* 1 quali combat- tendo per Chrifto &per la PaTria,& morendo con l'armi in mano , s'acquiflarono il Cielo . Et fra quelli furono Ago- ftino Barbarigo Proueditor Generale . 11 quale mentre ac- cendeua animofamente gli altri , fra l'armi Se le grida ne- miche, ferito di freccia in una tempia che pafsò all'oc- chio, morì in breue rpatiodi bora, in braccio d'Andrea So riano Secretarlo . Ch'anco egli , quantunque carico d'an- ni,coraggiofo(lbttentrando in quei frangenti quafi in luo- go del Barbarigo che l'amaua molto) continouò d'infiam- mare i foldati alla uittoria . Morirono parimente Andrea Barbarigo , Antonio Pafqualigo,BenedetroSoranzo, Ca- tarino Malipiero, Francelco Bono, Gian Loredano , Hie- 'roriìmo Veniero,HieronimoContarini,con Stefano,fra- cefco,5c Hieron imo Comari fratelli , già figliuoli di Gìck ., uanni dall' Epifcopia, & fuoi cognati , i quali con im fierò^' Yyy uoto - D E L L E V IT E uoto di ulnccre ò di morire inficme , offerirono le ulte lo- ro alla conferuarionc ddla libertà della Rep. Marino Con tarini, Marc'Antonio Landò, Manc'Antonio Pifani, & Vincenzo Quirino figliuolo già di Lauro . Furono mede- ilmamente memorabili nel conflitto de noftri , Antonio da Canale, creato per ciò Caualiero in Venetia dal Re di Fra cia,GianBattifl:a Quirino, figliuolo già di Nicolò, laco- moGuoro, Marco Quirino, Marco Cicogna, fratello di Pafquale Senatore Integerrimo, & al prefènte Configliero di Venetia, Pietro Giuftiniano PriordiMesfina, & già fi- gliuolodi Paolo Senatore,Zaccaria Salamone,& altri , tut- ti huomini chiari . Et de gli efteri , Raldaffar Bofchetto Conte di S.Celàreo,Giouanni di Cardona,Siluio Conte di Porcigliajiora Gouernatore illuftre di Brcfcia, Gian Batti- ftaSpetiano,Hettore Spinelli Napoletano, Paolo Crfino, &Profpero Colonna Principi Romani, Antonio Eude- monoianni di Candia,condiuerfi altri ualorofi perfonag- gi . Et non meno furono allora foldati di quello che fi fof fero Generali , Marc'Antonio Colonna, Giouannid'Au- ftria , 6c Sebaftiano Venicro . Percioche accompagnando in quel giorno l'auttorità loro con l'attione del combat- tere a faccia a faccia co nemici, ottennero la Vittoria. Et furono etiandio in quel tempo memorabili, per ibllecitii- dinc,per pronifione,& per gouerno nell'I fole della Rep. al- lora o tentate da nemici , onero efpotte a gli aflalti & alle incurfioni della loro armata, in Candia, Lorenzo da Mula, creato poi Procurator di S.Marco . Marino de Caualli Ca- ualiero & grauilf Senatore . Marco Grimani già figliuo- lo di Nicolò Procurator di San Marco ancora elIò^Filippo Bragadino coraggiofo & bellicolb guerriero,Pa(qual Cico gna ottimo Senatore,Daniello Venieroeflèmplare di ualo re & di ulta , Luca Michele Senatorc,chiaro fra gli altri di uìrtù bellica & ciuile . Aluigi Lando,& Bernardino Lip- pomano . A cui focceilè nel feruor della guerra Pietro Cai- bo Senatore ualorofo già figliuolo d' Antonio,ilqual mori in feruitio della Patria . A Corfu , Francefco Cornaro Se- natore di fingolar uirtu 6c di fedel feruitio . Aluigi Gior-. gio '.I DEIpRINCIPILIB. XTII. 23o gio Senatore intrcpido,di nobile & pellegrino intelletto » ^ Natal Donato huomodi gran merito con la Republica. Al Zantc.Paolo Contarini fratello di Sebalbano Senatore, the Ibllenne con esemplare ardire & uirtù Taflalto dell'ar inataTurchefca, & bora Ci troua Bailo a Coflantinopoli con molta Tua lode . Alqnal foccefle Leonardo Hmo già fi gjiuolodiHieronimo,Senator per religione & pietà di- TpoRilsimo a morir per la fede, et per la libertà della Patria. AllaCefalonia Marc'Antonio Giutliniano, & Vincenzo da Molino figliuolo già di Piero . A Cattato , Zaccaria Sa- lamene Senator celebre per uirti^i militare . Bernardo Contarini, imitatore di quell'altro Bernardo , che per grandezza d'animo & per pcritia d'armi, fu ug;ualea gli antichi Capitani 5 & Giouan Battila Calbo xli honorata, & ualorofa memoria . Et a Tine Hieron imo Paruta ardi- to difenlbre,& ualorofo con fcruarore del fuo gouerno. Lalcconda uolta poi,che l'armata del Turco rifatta conia credibile prelieiza,fu a uilla de noftri , fottoil Generala- to di lacomo Fofcarini,huomo illulìre , 6c hora Procura- tor di S. Marco, lacomo Sorazo Caualiere, & Senatore Am plis(]mo,& Prouedi tot Generale, moftrò qual foflèla gra- dezza & il ualor dell'animo fuo. Conciofia ch'cflèndo nel (iniftro corno, 5c hauendo afialito il deftro de nemici, gli affrontò ilgiorno di San Lorenzo vicino al Braccio dì Maina,configrancuore,chefefoflè ftato leguitato da gli altri, s'acquiftauaagcuol mente un'altra feconda uittoria. JMa piacque aDio di metter finca cofi fatti diflurbi,perche quando ti credeua che la guerra doueffe andar alla lunga, nacque la pace,nel quarto anno dal fuo pricipio.In queffo mezzo uenutoa morte Augufto Redi Polonia, fu eletto al Regno Henrico III fratello di Carlo I X. Re di Francia , ^ & coronato,appreflb il quale mandò la Rep.ariiedere per AmbafciadoreinPolonia,Hieronimo Lippomano P. & Senatore d'in^e^no & ualor fin^olare , Ma Carlo manca- to in età puerile , Henrico chiamato al Regno paterno , oc partitofì afco(amente di Polonia,ficonduflea Venetia. Do uè accettato da'Padri con grand'affetto d'amore , quali 5c "^ Yyy X quante DELLE VITE quante dimoftrationi di honore gli fi faceflcro,ampIa!ncn te s*è dimoftrato di fopra . Ne quali complementi, il Priii cipe pr udente, §raue,& molto pratico, fodisfece di manie- ra alla Rep. & al Re,che ne confeguì fìngolar gratia preflb ad ogni uno. Indi à due anni furfc la pelle , dalle parti di Trcnto,ch'affliflè la Città : perla morte di molte perfonc d'ogni fòrte. Et non molto dopo , celebrandoil l'annuale dei Doge , s'accefè il fuoco inauedutamente in Palazzo, per lo quale arfè il Collegio & l'Anti collegio . Etappre- fa la fiamma in una delle cube di S. Marco,la difiruflb aflàt to. Onde il Principe fpauentato,ufi;ito di palazzojfi riti- rò in cafadi Giouanni da Legge Caualiero, & Procurator di S. Marco,che ftaua in piazza . Alla fine infermo fi mo- rì l'anno 15 77. Et portato in San Giouanni &Paolo,douc fu lodato da Lorenzo MaffaSecretario del Senato,6chuo- modi belle & eulte lettere, ui fu fepellito, fopra la porta maeftra di dentro,prefìò a Loredana Marcello Prineipefìa fuaconfòrte.Laquale(nonhauendoeflò potuto condurla trionfante in Palazzo , fi come haueua difegnato,per lo di- fìurbo della guerra ) era uenutaa morte, qualche anno pri- ma . Et il fuo Breue in palazzo fu queflo. De fui fa fame , confoci atts Chriflianorum Trìncipum 8t 2Sd ciochc rcgohflcro le coie di palazzo.Percioche cflendo in trodottediucrle corruttele per la lunghezza del tempo dai Utiganti,ri ucdeua gran contblìone nelle caufc, in pregiudi- tio della giuditia . Et furono Giouanni Donato , lacomo Gufìbni, Franccllo Vernerò che per l'elettione del Doge , deporto il grado di Conlìgi iero,era (lato creato Sauio Gran de, Giuftiniano Giuftiniani, & Luigi Michele, allora Auo gadorc, tutti Senatori grauillìmi, & di conolciuto ualore . -£t percioche i prezzi delle cole , & delle merci di Venetia , per l'ingordigia del giiadagno,crano Ialite tanto alto,che (I trouaun ogni cofacfìbr cara oltre modo, ò perla pefte palla tavòper qual tluoglia altra cagione,pa4:uea Padri, di far niioua rcgolationelbpra Tatti, (Scfoprai prezzi delle ro- bcr& ridurli all'ordine antico regolato dal le leggi .Et furo*- no fatti (apra ciò,Marco Giuliiniano, Lorenzo Bernardo, Sebafliano Barbarigo,Nicolo Quirino,& Luigi Contarini. Et furono anco creati tre altri Senatori Ibpra la francagio- ne della Zecca. Percioche edcndo'i per la'guerra pallata fatti diuerfidebitijpiacque al Senato (perinuétione diGio. Francelco de Prioli , Grauifl^. & Preclarisfimo Senatore)di rcftituireadogniunoilfuo. Onde tronatofi il modo di Igrauar la Rep. il Principe nel Tuo primo ridotto, dopo la fua creatione, ricordando la predetta materia , (1 eleflero fopra ciò , il predetto Gian Franccfco de Prioli, Antonio Bragadino , & lacomo Gufìbni . Et quali in quello tenv pò Iteflb , uenne da Roma Monlig. Annibale di Capoua , eletto Arciucfcouo d'Otranto, Nuntio del Papa. La cui uenuta fu grata a Padri,!! per la memoria del Zio , che altre uolte ci fu Legato con fatisfattione del publico^S: (ì perche con la uenuta fua,pareua che li douefl'cro aprire i pasfì & 1 i- berar la città,ch'era Ihta Icr rata dalla parte della Romagna, ^rla'pelf e paflara . Fu pari mente grata , perche egli portò a donar al Principe la rofa d'oro per nome del Papa.* Do- no còfucto à farli da Pontefìci,a più cari & amici Principi loro,&'dono giàfattoda Papa Alefìandro III. all'altro Se bàftianoDogel'anno r lyy.&laceremoniadi darla al Do- ge^tì tcce in San Marco con bella pompa . Etindi a 1 5*gioi:- ffiii ^zz ni. y.it PEL L E Vi T B 4ii,chLefLia-2 i.diLuglio/ilibefo la Città con fomma fefta 6c letitia . Et nel pubiicar la liberatione , il Principe , 6c la Signoria, con tutto il popolo di Venetia, uifitò Iblcnne- iiiente,con publica fetta & diuotionc,!a.nuoua chiefà fon- data alla Gindecca , & confacrataal nome dei Redentore . Kon molto dopo,eilcndo ucnuto a morte l'Ormanctto "V^efcoupdi PadoLia,il Fon teiice diede quel ricco Vercoua- do a Federigo Cornaro, allora Vefcouo di Bergamo. Et uolleche la Chiefa di Bergamo folle di Hieronimo Ragaz- zoni,ch'era prima Vefcouo di Nouara, con molta conlòla rione de Padri , uedendo ritornar l'una Chiefa nella fami- glia Cornara clic la haueua anticamente poileduta moiri anni in^nzij'Sc 1 altra in una cala benemerita di luoicittadi jtil,,PercioGhe il Ragazzoni era fratello di lacomo , &.di Placido,molto amati amendue dalla Rcp. per le qualità , & per le fitiche fatte da loro per la Patria. Dauano fola- mente alcun trauaglio le cofe di Brefcia . Conciofia cli'en- tratoui il contagio, s'era ridotta a tantac(l:remità,che uè ne nioriuano moki al giorno : ondea 26. di Luglio , il Prin- cipe col Senato , fecero per tre dì procesfióni diuotilsime , pregando Dio per la fua liberatione. JPochi mefi dapoi s'intelèjch'ellèndoltata faccheggiata la ricca città d'An- uerlà dalli Spagnuoli , il popolo Iblleuato, fiera ribellato .dal Re Filippo, & ch'era lìato chiamato l'Arciduca Mat- thias, lotto alqualetrattauano di fottoporfi. L'anno poi 1 5 7 y.a 20. di Dicembrea 2 2.hore (1 appiccò fuoco in palaz zo, <5c elfendo il uento aifai gagliardo,ariè la fala dello Scru tinio , col Collegio de Dodici , & poi penetrando inanzi, diltrufle parimente il Collegio de XXV. la Cancellaria delle fcritture de Notati morti, & la Quarantia Nuoua eh' era di fopra.Et entrato di quindi nel Salone del Gran Con- figliojlo abbruciò tutto fino al capo del Paradilo . Traua- glio molto quello accidente , non pure i nobili m uniuer- rale,maanco il Principe,di maniera, che da indi in poi nò fii ueduto più allegro, ne di buona uoglia . Ora il Principe aggrauatoda molti anni fiioi, fopraprefo( in tempo ch'eflb penfauadi celebrar la feda della Principefià Cecilia Con ta- rina DE PRINCIPI LIB. Xm. 184 Bina fila donna,& cheFrancefco Morofino fuo genero , gc tilhuomo di molto ualorc,& di conofciuta bontà , prepa- raua le cole neceilàric per tanto trionfo ) da un graue acci- dente,pafsò di queiia.uita aili ^. di Marzo , l'anno 1578. Et fatteli le ceremonie in S. Marco ( per rifpetto del tempo piouoib ) che lì fanno in fan Giouanni & Paolo,lodato da Grei^orio Manzino Dottore , & huomo di molte lettere , fu (cppcUito agli Angeli di Murano, con dolore vniucrfà- le della Città, poi die huomo tanto celebre, & amato da ogni uno, hebbecofi poco tempo di godere il ben merita- to fuo Principato . Il cui ritratto infieme con lacorazzi- na della quale era ueftitoil giorno della battaglia nauale,ri- chielio dall'Arciduca d'Auftria al Senato, per collocarlo nel fuo Mufco,gli fu amoreuolmente mandato . Et in Pa- lazzo il fuo breue è quello. . •- Lauream feruat£ Patri^y quam armatus /mperator ad Echinadas pattlo ante in triumphum retuleram , 'Trinceps una omnium fententt a creatusjitacimli mo- deratiònernuniui y'vt duhium reliquerim ,fuerim ne in "Kep. adminiflranda T^rinceps iujìior ^ Jan^ ciior yUn in rebus hellici^fortior ^^felicior /mperator. SCRITTORI VEN E ^ I. EI{a allora il Trìncipato del Teniero florido per gli infafcriui imo mìni eccellenti nelle dottrineiOltreapredct.i.Concic/ìa che Ange lieo Bonriccio della congrcgatione dis. Saluadore, campo fé Com- mentarla paraphtaflica in tres libros ^riflotelìs de ^nima . Com- mctariain D.Tauli EpiBolas. Super Epiflolas Canonicas.&fuper Eua gelia Matthm er Joi7;7wV.Benedetto Guidi Monaco Caf/nenfe.di s. GiorgioMaggiorCiCompofeyeJJendogiouanetto^mohe I{ime che fi leggo no nelle P^me di dìueriì.DefcrijJèl'lHriaj& le guerre de Feneti co ì TrieUini .&i^. Tajfaggi ^ correrie che fecero i Turchi nel Frioli . Zzz 2 Eti ^U "MIX DELLE VI TE ÌEtlVrogreflì Marmate dal 1^69. fino al dì della Fìttork, Fece dìuerfejirmotatmi&'Prefatiom fopra^. Tomi d'orationi latine del Jfidoro Clario Fefcouodi Foligno.fhtte da lui (lampare . Scrifje an- i:oJ.a Vita di Marco Dandolo V. DottoTyet Caualiero , che fu padre di Mattheo Trocuratordi San Marco . Etcompofe gli Elogij de i Toeti della fua Congregatione . Gaudentio "^nì^jcntio dell'Ordine de Ce- lejiini diS.Giorgio d' Mga^compofe della SfèrainonpureJpirituale,ma ynìuerfale lib. 2. Gregorio Giordano facerdote ,fece un libro per dìchìaratione del fuotheatro del Cielo et della terra, Gian Batti- fta Bernardo P. et al prefente ^mgador di Commune , di nobilif- /imojpirito, fcriffcun libro intitolatOySeminarium totins ThilofophÌ£. GiouanniBattifta Eletti P;o« ; .. i' i 'i-- ' : „ LXKXVr- AN^NO 15.78. DOpo il Venkrojfu aflunto , Nicolada Pónte Prociira- tor di San Marco,d'età di 8S .anni, eccellente nelle fcié- zc,nellequali Ielle un tempo in Venetia ne fuoi primi tépi Ma datoti poi al gouerno della Rep. auanzò tanto con le Tue lìngolari qualità,che trapalTando per tutti i gradiscile lì poilbno ottenere in quella patria, da un iègnalato ualoré, fu fatto finalmente Prmcipe della Città . Percioche quello Scnatore,in{lratto ottimamente ne maneggi di Stato, & fommamente pratico dell'attionipubliche & ciuili, era in jnolta riputationc.La quale tanto più crebbe allora, quan- to che mandato al Pontefice, quafi Idegnato co Padri per k pace fatta col Turco, lo fece con ungrauiflTimo & pruden- tiirimo ragionamento , refer di maniera fodisfatto, che il Pontefice lodò pubìicamentein Concilloro i Padri,chc ha ue£èro finita con la pacelaguerra. Nelfiio tempo adui> <ìue ripofandofi la Città , lotto la fua pacifica amminiflra- tione,fi godeua un tranquillifljmo ripofb,métrc che ilTur co trauagliato dall'armi Perfìane, contendeuacol fuo con- corre te. L'anno fecódo del fuo Pricipata auénc cofagratifti ma a Padri.Còciofia che bauédo Fràeefco de Medici Gran Duca di Tofcana, 6c potétislìmo Prencipe in Italia , tolto 5 donna>Bianca figliuola di Bartolomeo Cappello nobililfi- nio Senatore, comparì a Venetia , per nome dell'uno, & dell'altro Principe Mario Sforza,a dar notitia di quello £at> to,a Padri.I quali fentendo lo Sforza, checfpofel'ambalcià ta con aftettuofe parole,fi commoflèro di maniera, che in- teneriti nell'interno da una incredibile dolcezza che fi fpar fé per entro a petti loro , uerfarono lacrime giù de gli oc- chi . Et india poco , ridotti in Senato, crearono Caùaliero Baitolomeo con Vittorio fuo figliuolo. Et adottarono per figliuola della Republica,la detta Bianca Gran Duchefla,in quella maniera ch'elfi fecero già Caterina Cornara Regina ài :1>E L L E V IT E ài Cipri.Et haiiendo l'uniuerfale fatta dimoftratione di le- titia ^k)ra;& poi, quando ci uenne Dòn Giouahnino de Medici fratello del Gran Duca, fi crearono oratori a i detti Gran Principi,Giouanni Michele,& Antonio Tiepo lo grauiffimi Senatori, accioche s'allegraflbro in nome de i Padri , & fi trouaflero in Fiorenza , alla coronatione della Gran Duche(ra.L.'altro anno poi fu creato Procurato xe di San Marco,Nicolò da Ponte,nipote del Doge per An tonio unigenito fuo .figliuolo , con molto gaudio della Città.Et poco ftante mancato Andrea FrizzieroCacellier Grande,fu fatto in fuo luogo , Gioiianni Formento , allo- ra Secretarlo del Configlio de X.ll quale, hauendo fatto più diXX.legationiperlaRep.&maneggiate diuerfe cofeim- portanti per lei, con molta fodisfattionCjper l'accortezza del fuo uiuaciflimo ingegno, s'era acquiftata la gratiafua, & in confegucnzalo honor (lipremo degli honorati citta dini.Si mandò etiandio in quelto tempo a Carlo Filiberto nnouo Duca di Sauoia , Marco Giuftiniano, figliuolo già diFrancefco,Patritio di molta fl:ima,p Ambafdatore a co dolerfi della morte di Emannello fuo padre , afFertionato molto a quefta Rep.& a ralle^rarfi con lui della fuafucceP fione-Et ne medefimi tempi;(ì erefle dal Patriarca- Triui{a- no il ieminario fecondo l'ordine delle con ftitutioni del 66 cilio di Trento. Accioche, hauendo ridottoli clero allefue debite regolationi,fiallieui nuoua & be regolata generatio ne per la uigna del Signorclnoltre fi deliberò d'abbellir la piazza confabrichehonorate fimili all'altre che uiXono. OndeiPi'OcuratoH'deSupra,.fi pofero.ad effettuarlo con ogni follecitudine de cura . Etpercioche poco, prima il Re Filippo per fuccesfione fieraimpatronito delRegno di Por togallo per la morte del fuo Re naturale, il Senato eleflè per Ambafciatori, Vincenzo Trono & Hieronimo Lippoma- nò,amcndue Caualierit, & Senatori honoratisfimi , accio- che andaffero a rallegrarfi con fua Maeftà, del fu o ricco: .& feliceacquifto. Maoime,chem,entreio fcriuo,PaoloOrfi n,o è morto.Qi^él PaoloPrincipc Romano,già figliuolodi CàmillodaLamétana, etfratello di Latino, illuftrisfimo Ga- n; D E P R I..H CI 2 l X:I B, XI IL ìSS ■Caiialicro dell'età notl:ra,ttdqiial,ecflendQ tutti gli.ornan\c: ti di uirtLi ciiiilCjdi guerra, & .di ìettcrcancpra, civarisfìiiio per lo rplcndor della ca(à,& permolti honoriacquiftatincl la militia,cra mio protettore & fignorc.Ondelieiio la mar- no dalla uiiadelPoiitcpoi che per que(lainafpettatai?iort^ neramente poate all'eterna uita^^Upenng è diuenuta m9Ìt SCRITTORI \vy; B;Iì5vE.T VE. ' J\ano & pane fono ancora in qut^o tempo ,. di nome nello Uudio- 'delle letteye,Antonìo VoÌQ,fjglìuologià di FranceJcQiilquaJ^fe ce fìampare un libro intitolato. Lucidarium Toteftaf.is Tap Si5 91 93 517 518 fP 519 100 520 IO! 521 101 522 lOJ 525 104 524 105 525 lo5 525 107 108 527 528 lop 529 no 5S0 in 531 112 53* 11^ 553 114 534 X15 116 53 5 53^ 117 118 537 538 119 5 39 120 54» 121 541 VENETO. Celio Hormifda da FrofblonePapa. Flauio Valerio Giuftino dìTIiracia, Imperatore. Giouanni Tofcano Papa . Felice III. detto IIII. PugliefePapa. Flauio Valerio Giuftiniano Greco Imperatore. Bonifacio II. Romano Papa. Giouanni IL Romano Papa. Ruftieo Agabito Romano Papa . Celio Siluerio da Frofolone Papa. Vigilio Romano Papa. Crefc'tHta tuttauta U ntottiiudineper hfole delle taguHe,Jbno ordtfuitè in ogni Jfola i Tribuni pir amminìfirargiuHitia al popolo , feconda »4mireaDahdol9, Aiinidi Xpo. 5 44 545 5 4(5 5 47 548 549 550 551 5 5* 55J 554 555 556 5 5?^ 558 559 $60 5<5I 5^? 564 5<55 566 567 568 569 Gli ÒN I CO 570 57* Pelagio Vicariano Romano Papa . Giouanni 1 1 1. Romano Papa . .11 .,3 Taffete ualoYofifsìmo Capitano dell' Imperator in Italia^ottenuta uh torta de Cotbit edifica delle fpoglie loro , le chiefe per uoto, di San CeminianOi&di S.Theodoro nella città di B^aUo,in gratta dei Fé neti i che l'aiutarono co ì legnitCt nauili loro , Giuftino luniore Greco Imperatore . Longobardi chiamati dì Vannonia in Italia da T^rfetCfOffeJb ìngitàh famente di parole da Sofia Imperatrice , '■ ]' Chiefe di Santo Ermagora detto al prefente Mar cuoia , et dì Sanih Croce in Luprio , edificate da diuer/i rifuggiti alle lagune dàlie farti di ^quileatper la uenuta de i Longobardi . ^_ Taolo'Prelatodi^quiiea , traduce la fuaChiefain G]radodttàlonté^ m p€r poche miglia,p6jici.inj fola, per tmn da barbari, i Annidi ^IN>ET.0O V -"^ Vcn. X^o. ^ 572 5 74 Tribuni x. creati al gomr/10 delVlfole , dnràna psìr i. j o. (^mii /«f srr?» ^75 Benedetto Bonoiò Romano Papa. 576 Tiberio liglinolo di Giuiti no Imperatore. 5 77 5 7 8 Longino Efarco di J{auenna , et generale dell' Imperatore,uiene à ^lai tOìTaccolto con molto honore da i f^eneù, i quali co'Lyo nahilit l'aS compagnam a Collantin^ipoU . 57P Pelagio li. Romano Papa. i 580 582 tlia Greco , dì Fefcotto creato "Patriarca di Crado da un Concilio di %q.Fefcoui per ordine del Vapa. et la città fatta Metropoli di Ve neiia ^ di iHria, Tribuni x.et loro goiiernOì riconfermato per anni óo.fttturhfecondo ii ZenoMtri dicono 571, 1 584 5 8 6 Seuero Tatrìarca dì Gradoiprefo con tre altri Vefcoul dì lflria,da SmS ragdo Efarcoy è condotto à B^uenna^ et corretto a confermar l'opi-' nione di Giouanni ^rciuefcouo intorno a ^ . capitoli del Concilio rfff Calcidonia non creduti per uerida i ribelli della Chìefa , ritornato- in capo all'anno à Grado , fporge il libello del fuo pentimento a f yefcoHitetajfoluto , ritorna in fede . - 587 588 ^:^ 58P ;c 5 pò Gregorio Romano Papa. * 5P£ ì: 5 94 ■ 5 9^ *Padoua città nobiliff. nella prouincia di Fenetia yprefa et dìHrutta fbt^ i Longobardi. ^ 5 94 Moncel^e tenagroffOiet bene habitata,diflrmo da i medefmu 59$ 597 Annidi CRONICO Xpo. 5P9 ^ 600 Tadoua riprefa di nuouo, & disfatta un' altra uolta da i Longobardi . 601 6oi 603 Foca Aug. Greco Imperatore. 504 Sabiniano Tofcano Papa . 605 6q6 607 Bonifacio III. Romano Papa. Martiano da Pirano Patriarca di Grado . 60B Bonifacio II IL Marfo Papa. 610 CandianodaRiminiPatriarcadiGrado, ■ 5 1 1 Heracleo Aug. Greco Imperatore . 6iz 614 615 Deodato Romano Papa. 6 1 6 Cipriano da Pola Patriarca di Grado . 617 618 óip Bonifacio V. Romano Papa. 620 621 èli Honorio Campano Papa. 62^ 624 625 626 . ^ 627 6^0 Vr'ì niogen Io Aretino Patriarca di Grado > rimoflb Fortu- nato,occupator d'efla Chiefa . Botano F^ de Longobardi di^rugge Vdtr%p, & Magno VefcouQ d'ejfa cittày & chiarijf.per fantìtà di uitay condotto il popolo allela^ gme modifica la città di Heradea in honor di Hcracleq ImpJettA AniiUn VE NE T O» $ Ven. Xpo. poi per Vauenlve Città T^ua , prima fede de i Dogi . Ter rÌHeladone del qual Magno fatta à lui da San Tittro , & intima- ta à nohili,& à Tribuni deli'lfoleyfurotiofabricaie 8. Chiefe in I{ial tOi cioè , San Tietro , San ì\affaello , San Saldatore , Santa Maria FormofaySan Giouanni Bragola,San Zaccaria^ Santa Giufìina , c^ Santo ^pojìolo . ili 6^1 212 6^2 SI4 634 215 6^5 216 6^6 217 6^y 218 638 Giouanni midi Dalmatia Papa. 2 T 9 6 j 5> Hcraclcone figliuolo di Heraclco Imperatore . ■ 220 6-|o 421 6^1 Collante Il.Imperatore. 222 642 224 644 225 645 226 6j6 227 647 Martino Tofcano Papa. 228 6^i 229 64P 230 650 MaiTimoDalmatiiio Patriarca di Grado. C/j/e/è de Santi Sergio & BaccOf Ma(j^mo <^ MarceUiano ifabricat& da gli huomini di Tor cello yfuWlfola chiamata da loro ConHantia- co in honordi Colante Imp.Uqual poi col tempo s'affonda ,-. ì- -- 431 6)1 ' ';ì'^ «37 ' ^57 Vitaliano SigninoVolfco Papa. ' ^^^ bb Annidi CRONICO Xpo. 658 6)9 660 661 661 66^ 664 665 666 66y 668 Mcfcntio Armeno Imperatore. 669 670 Deodato Romano Monaco Papa . Stefano da Parenzo Patriarca di Grado . 671 672 674 6 7 ) Agatone di CapodiftriaPatriarca di Grado. 6-/ 6 677 67» 6j9 Agatone Siciliano Papa. 680 68 ( 682 Leone lI.Siciliano Papa. 68^ Coftantino , Heracleo,et Tiberio Impp. in un tempo mc- defimo . I 684 Benedetto Il.Papa . ! 685 GioLianni V.di Antiochia Papa. Chriftoforoda Pola Patriarca di Grado. 686 GiulHniano 11. Greco Imperatore. CononcdiTliraciaPapa . 68 j Sergio d'Antiochia Papa . 688 689 690 I Anni di ^' Ven. Xpo. ^t^ 692 ^13 69^ a.74 694 w^75 695 a/ó 696 277 697 278 6p8 379 ^99 .^.■^.o 700 a {il 70 £ a8 2 702 283 7OJ 284 704 -.?8l ' 705 ,a85 706 187 ' 707 as8 708 289 709 2pO 710 391 711 t9t 712 *9r . Jii M^ -7^4 295 7M i.«p<5 , ^716 i.?57: 717 39» 718 /^.'■. -\ . t99 719 300 720 301 721 302 71? JO^ r-s V E;N E T O. ^^ I f«^ LeomioPatritio Augufto Imperatore. Paoluccio Anafeilo Doge l.viflc anni 2o.mefi ^.giorni S, ChiejÀ Catedrale di Santa M(^ria in Tvr cello ,fabncata da mobili „■ et dal popolo della terray^t ui mettono i corpi de i Santi,Tècniflo , He- liodoroiliberaleyet TrabayCon un braccio diSJacomo ^^i/Uolo» Tiberio Abfimaro Augufto Imperatore Giouahni VII. Greco Papa; \ Giiiftiniano ILfcacciato da Lcontio,la feconda uoì^a Im- peratore. Silìnio boriano Papa. Filippo Bardane Imperatore. AnàLtado Artliemio Imperatore Theodofio Adramitcno Imperatore» Marcello Tegalinno D.II.viflc anni 9.giorm 2 r, Gregorio lI.Romano Papa, Donato Patriarca di Grado. - ji\ xva Leone lii-Uàurico Iconomaco Imperatore ?i\ bb 1-1 Annidi C R O N I C O Xpo. 7 24 Antonino Patriarca di Grado,w luogo di Tietro Vefcouò dì To- UfChe dopo la morte di Donato s'era ìntrufo nel Tatriarcato . Onde prillato dal Tapa dell'una et dell'altra Cbiefa; è finalmente , per le preghiere de f^enetiirdiìtuito alfuo f^eJcouadOj et rilafia la chieft di Grado. -jió OrfoHypatoD.III.vifleannilI.mefi V. Luitprando B^ de Longobardi ajjedia B^auenna . VEfarco fi fugge per mare alle lagune , et chiede Jcccorfo al Doge , & Tapa Crego^ ùj gli fcriue in fauor dell' tferco.Orfoper tanto fatta arrnata'ytfpu^ fna I\auenna , et occifo Ter edeo Duca di Vicen-^ che la difendeua con gran ualore , rimette l'Efarco in fede , con molta lode del nomt yinitiano, 728 729 7 i O Gregorio 111. ìnfauor delTatrìarca di Grado , comanda a Callflo Va' triarca d'^quilea^chc reUìtuifca Mojfone et Centenara , come luo^ ghi appartenenti al monifierio di S Maria in Barbiano,fottopojio al la Chiefa di Grado, 7ii 73» 754 7i5 ^ 7 j 5 Guerra cìuilefra Heraclea & Equilo , per occaftone de confirù. Isella quale Orfo ,portando fi forfè troppo anìmofamente comepa^rtialede fuoi cittadini d'Heraclea, è morto combattendo, 7^ 7 lntcnc2,nOiperciochefi muta ilgouerno.Et in luogo di Doge, fi crea *: . un Maejlro de Caualierio Soldati per uno anno. Ltl primo Domem co LeoneyCognominato cofi per il fuo ualore. Tatriarca di Gradojchiamato dal Tapa al Concilio di B^ma , per trai* tarla materia delle imagini de Santi,promoJfa dall' imp. Leone, 7^8 PdiCe Corn icola li .Maeftro de Caualien >-a \: • '* j '• 759 Deodatolll.MartrodeCaualieri. ^-'^ ' 740 GiulianoHypatoIUI.MacLlrodeCaualieri. 74 1 Giouanni Fabriciaco V.5c ultimo Macitro de CaualicrL Zaccaria Greco Papa. ; Annidi* veneto: "? Ven. Xpo; , « • - si ritorna di meuo alla creatione del pog€,& e/atto^ 741 Thcodato Hvpato D.llll.vifie anni XIII. Coftantino V.Copronimo Imperatore. Sede Ducale ridotta a Malamocco città florida et principale allora neU la TroHincia dopo Heraclea,per ejferfi difertate,HeracUat& £^«i- lo,per le difcordie ciuili, 744 745 746 747 748 749 Emiliano Romagnuolo Patriarca di Grado, •750 751 75 i Stefano II.Romano Papa. Stefano Ill.dctto ILRomano Papa. 754 llVoge i mentre chiatta bocca deW^dice fortifica lo fiato fuoper affi» >ì' ' curarlo dalla parte di ^uenna dinuouo occupata da i Longobardh w' ■ Calla detto anco Ganla da alcuniyCalunniandolo come tiranho^li fol lena e^tra Hpopolo,& ajfaluolojioprende et deponeMaendo^i trai tigli occhi. 75 5 Galla D.V.vifìe anni Laltri dicono ILmcfi II. '^^^ 75"^ Domenico MonegarioD.VI.viffe anni V. altri dice VlfL C*r gli fono dati per coadiutori & ajjtjlenti due Tribuni, fecondo il Daìf ':■'■■ dolo. ■ ■ '■■''■' ■ - '-'■ '■■'" ' ' ' 757 Paolo Romano Papa. Vitaliano LucchefèjPatriarca di Grado. 758 759 Giouanni da Tricftc Patriarca di Grado. "*'"^^ ! ' "^ 760 ■ • r'^'N' Y^i 761 • -- ^^^. 7<54 Mauritio Galbaio D»Vll»vlir« con Giouanni figliuoloi sffl- 7^5 mMì»» ^ , ;. i :};-' •Annidi .0 T A MCtK;0 N I C O ììAnnA V^n. Xpo. ^ ^ .t-rir^ ^ .n"-T 547 7 ó 7 ^..^vv 'j -':. 'v5'^,n ^/'^ i-x' ' ■ ■■•>;•> i V>- (-'•ì^'iux ih t.uxmk l't 548 768 Stefana Iiri.dcftò Ilt-Sidliano Papa: ■ • - - T" • : . : Si9 1^9 11 Vairiarcafcriue al Tapa delle cjfefe riceuute dalla gente Longohar ■ ■ dayhqt'alcejià chiama perfìdajcmdelifjimayet proto uayet'^li chie-- . ^ , ; • ; dejqcco,jo,et cffbaWìncontYQ fcriue a f'^efcoui d' iHria,follei4ati da i Longobardijchejìano obbedienti alla Chieja digrado, 550 770 ' t:fV i t^s 5>i 771 V ^ ' ^^*i 552 772 Adriano Romano Papa. • ■ 5 5^ 77^ 554 7 74 Fefcouado eretto neWlfola di Camello Oliuolo^eJJendo i Fenetì per aut ti [oggetti nello IpìritualealFefcouodi Malamoccó»etfu il primo .,Óbdalto,Quero Obéie0 Mc^ffitm figliuolo di Ènepgiroyfec^f^do aliri ' Emgriodìfuo titolo fu,EpifcopiM S\Ecdefia Oliuolenfis,] 355 775 - I '-Il 556 77^ .;:;;' -.•:;-•;"' -•■■' r • ' ;. 357 777 Leone llll.figliuolo di Leone (jrcco antedetto, Imjperato- re. ^ •■ r i ■ ' ;; r$5^ 77 ^ Giouanni figliuolo del' Doge Mauritioj dato per compagno al padre jet .^/ . , ^ • .^j, , fatto anco ejfo DogeM ^lueUa è I4 prima uqlta che i Veneti hanno s , ,"^^\' r,! i'l,,l:'.'4^e Dogiin untempp ìpedefimoti^ol quale ef^empiopoi) i DégifAtu-^ ,. " . , * TV ri fi fecero compagna figliuoli et fratelli f fino che fu prouedutopet 559 1 779 T:n-rrr.ironoxibaikJjrtn cj HI 5^^ 780; Viarie :;fri7.IV.a oh- '^^? ^'6\ ' 'j'èi^ Coftantìno Vi. Ìnipcratorc,con Irene faa madre. 1 " 3^3 783 - ■ ;^ 5^4 784 565 785 r, ^66 786 ^uiÌJiÌjf;jif.;ij^ljiiViÌA i^bii: , =t* ^ ^ 5<^7 787 X i <^-^? 568 788 lò^ li r 569 789 ■>' ! ;.- 570 790 Chiefa di San Giorgio Maggiore^et di San Gìouannì EuaHgelifla, édifU ^■.. ~ .."or:VT--rri l . f^^e dalU famiglia Tàrtìcipatia,oTatnciaca;d€tta poi Badadrà^ 57- { 7P* Irene Imperatrice foia. <^^C i Annidi .VENETO. i Ven. jXpo* I Chriftoforo Damiate Vcfcouo Oliuolcnfc. 7Pi Miiuritio figliuolo del Doge Giouanniiandato con giti armate a Grada per comme(Jtone del padre ^precipita giù d'uri' alt a torre il Tatriar ca Giouantiìycon'ie odiato da loro perche gli riprendem de loro tirati nici portamenti . 7P4 fortunato da Tricftc nipote di Giouanni, Patriarca di Grado . 7P 5 Leone III. Romano Papa . 191 ' 798 199 800 Niceforo con Stauratio fuo figliuolo Impp. 801 Carlo Magno I. Imperatore Occidentale . Diuifione deiC Imperio fra T^iceforo,et Carlo Magno,neì cui finì à Vt ncti re^a la libertà loro intatta , come contermini fi-a l'uno et l* al- tro Imperio. 802 Guerra ciuile di Malamocco . percioche uenutì ì Dogi padre etfigUuo lo in odio al popolojfi per le tiranniche operatiotù di Mauritiot et fi per leccefjo commejpì nella perjona del TPatriarca/olleuatift dìuerji principaliiCt creato Doge Obelerio Tribuno di Malamocco a Treui fo y ajfaltatìo MalamoccojCt i Dogi uecchi fi fuggono . altri dicono l'anno feguente. 80 3 Immunità diuerfe concedute da Carlo predetto nelle terre del fuo Jm» perio a fortunato Tatriarca di Grado . 80-j. Obelerio Antenoreo D. I X. ville anni V. Trende per fuo collega nel Vrincipato Beato fuo fi-ateUoyil quale uaà CoHantinopoli con Tuccia Tatricio > accompagnato da Chrifioforo VefcoHo Oliuolefey€t da Felice Tribunoydoue riceuuto dall' Impera tore il titolo di Hypato, fé ne torna a yenetia molto honorato, 805 Fortunato Tatriarca interuìene ncWejfamìna fatta in Ifìria da i Conti lj^neyCadolaoy& ^ioneper nome di Carlo, contra il Duca Gio' uannì Gouernator in quella Trouincia per il detto Carlo , come af- fifiente, 8o5 807 Valentino fratello di Ohelerio.et dì Beato Dogl^toltoper compagno nel Vrincipato da i due predetti Dogitonde fono in un tempo medefimo trcDegi, Annicli CRONICO xpo; 808 Sop Guerra di Tipìno I{c d'Italia co' P^encti) perfuafo À ciò dal Vatrtarat Fortunato, llqualeprefo Malamocco, etuolendo paJJhreaBjal- to nelle lagune èrottOsCt jracajfato nel Canale dell' Arco detto Or^ fano al prefente . Angelo Participatio D.IX.vifìeanni iS.primo Doge fatto in Rinlto . 8 1 o Ch liftoiòro Tancredi Greco Vcfcouo Oliuolenfe . 81 r Leone V.Armeno Imperatore. 8ii 814 angelo predetto fi Jn collegaiet compagno nel Dogato Cmanni fuo figliuolo minore) et poi mandato ine/ilio detto Gìotianni per opera di Giuiììniano fuo figliuolo maggior e t lo prende per collega in luor go di Giouannì . S 1 5 Lodouico LFrancefe Imperatore . 8 1 6 Stefano V.detto IIII.Romano Papa . ^ hate di San Seruolo , trasferifi:e i fuoi monaci nella Chiefa di SantQ llarioypofta ncWlfi}la delle Gambarare ne' confini di B^alto . 817 Pafquale Romano Monaco Papa . 8 1 8 Michele li. Balbo, o Traulo Frigio Imperatore . 815? 820 8ai VenerioPatriarca di Grado. Chiefe di San Loren-^o et San Seuero fabricate dal Doge]fu l'Jfole del te Gemelle, Sii 824 Eugenio II. Romano Papa. 82S 8i5 827 Gluftiniano Participatio D.X.Vifre anni IL Valentino Romano Papa. Teofilo Imperatore . Chiefa di San Giouanni Bragola fabrìcata da Cìomnni Talonico « 828 Gregorio Romano Papa. Ciufiiniano Dogeyiuocato Giouanni fuo fiatello U Cofìantinopoli dO" ne era confinato, lo fi collega fuo nel Puciit9.., Annidi VENETO. >* Xpo. ^ ■ '' Corpo di S. Marco EuangelOìa portato di Mefjandrìa da. Bono Tribu- no di Malamoccot cìr B^liico di Tor cello, à P'enctiayet ripojìo nelltt Chiefa di S.Theodoro dal DogCy et dal popolo con molta reuereri'^^ Guerra de Saracìni in Italia , i quali ajialiano l'Ifola di Sicilia , difèJ4 dall'armata Veneta per l'imperator Greco . S2p GiouaniiiPai-ricipatioD.Xl.viflc anni Vili. Chiefa o capella di San Marco continouata dal Doge, in efecMtione del teHamentodiGiufiinianogiàfno fratello, 8 j o Difcordia fra Fenerio Tatriarca di Grado , & Mejjentio Tatriarca di 8^r [^quilea perlelorogittrifdittionit 854 835 836 ■ 8sn BktroTradonicoD.XII.vifìè anni XXIX. Cvcajuo collega nel Trincipato ,con ajfenfo dell' uniuerfale , Cibuannl 418 S58 {[ho fìgliitolOiilqmle premuore al padre^ 41P 85P 4.10 S40 . L 4f»»t:^ 841 LotharìoI.Impcratore. (ì^irv . \ . Orio Oricelo Velcouo Oliuolcniè . ì 04 rt'.r [< "- Chiefa di San Vietro fi finifcefottoil detto Vefcouoin ottoannìi 421 842 GioLianni Sanuto , o fecondo altri PatritiOiVcfcoiio Oli- 42^ 84^ (uolenfe. 424 844 SergioII. Romano Papa. 42 5 845 Vittorio Patriarca di Grado . 426 845 Michele IlI.Impcratorc. ." "^ 4Z7. . -847 :LconeIIILRomanoPap4* n •• ;i' ir..' ..^ i^ 428 848 Saba Saracino affedia Tarato. Teofìlo tmp, ui mada armata & chiede aiuto a Feneti.ll Doge ui manda Giouanni fuo figliuolo con molti legnì.ll faracino finta la fuga}^^ tirateft dietro l'armate chriHiane, riuolta la fronte uicino a Cotron€,& uenuto a fhto d'arme, rompe prima i Greci , et^oi i Veneti, Indi entrato nel Golfo Veneto prende diuerft legni, &faccheggia le riuiers dell' Ifìria & della Dalmatia^ & mette a ferro & fuoco ancona co' l porto di B^uenna . .849- ,-:-".■- '' ' ce Annidi .'CRONICO Xpo, 851 Virale Partìcipatio Patriarca di Grado . 8 5 1 Maurilio Viccnzi Vcicouo Oliuolcniè . 854 8 > 5 Benedetto III.Romano Papa. %s6 LodoLiicolLImperatore . 857 858 Nicola Magno Romano Papa. odo 86r 862 Domenico BadoaroVefcouoOliuolcnfè. 8ÓJ % d-f Orfo Participatio D.XIII.uifle anni XVII. Ch:r\'j. di y. iVlaria Formo fa fàbricata per ahami dai progenitori di TietYO Candianoyal preferite rejiaurata da i figlinoli di Marino Va tritio bnoma illti^tre , 86$ 266 86 j Adriano IL Romano Papa. 868 Guerra ler^ co' Sara cmi . ptrcioche hauendo ejjì tolta l'I fola di Catu dia aU'imperator Greco Qaqual poi fi ricuperò indi à molti anni) fatta fi da f^eneti armata di ^ o. in 40 galee, et accompagnata coi Duchi della Dalmatiaidelia TugUayCc della Calama,urfu Genera- le di tutta la lega , uenuto a gi'jrnaca co Sa acini preffo à Taranto gli romperei uince . Indi uoltatofi contra à ì^r emani pe petuine» mici della B^p.gli riduce à quelle conditioni di pace che egliuuole» 869 870 Pietro Martiirio figliuolo di Giouanni Patriarca di Grado. "altri dicono 876. 8 7 1 Balilio Macedonico Imperatore . 872 Giouanni Vili Romano Papa. 8 7 3 Crallb Fatio Vcfcouo Oliuolenfe. 874 Vittorio 11. Participatio figliuolo d'Orfo, Patriarca di Grado . 875 8 7Ó Ciomnni figlinolo del predetto Orfo Doge, fatto collega del Tadreml Tnnùpaio dall' nniuerfale per la fuabontd» Annidi '■cn. Xpo. >7 877 58 878 59 87P 60 880 ói 881 VE NET O.- Carlo II.cogno4ninato Groflo Imperatore . l# 882 88? 884 SS6 887 888 88p 890 8^1 8px 8p4 8^,5 Lodouico IlI.Imperatore. Concordì.i P-a la yep.iHica & i^alpertoVatrìctrca d*^quìlea, Giouanai Participatio II.D.XllII.viflcanni Y.mefi VI. Carlo III. Imperatore . Guerra di Comacchio • per cloche hauendo gli hahìtmti prefoloilo 5P 534 555 5^6 5.n 55P 540 54^ 542 54? 544 54^ 54<5 547 952 954 p 55 Bono Bananico Patriarca di Grado . Ch}e{a di Santa Maria Zebenigo yedi ficaia dalli lubaniggi y et Bar-^ barighi infteme . 956 Giouanni XII.Romano Papa . 9 '^ 7 Chìefa di San Simon Grande/abricata dalla famiglia Brìofa, 9Sa 95 9 Pietro Candiano 1 1 1 LD. X X I. vifleanni XX. altri dico- no XaIIII. 960 eh:" [a dì s. Maria Mater Domini, edificata dalla famiglia Capelli* 5?^i Niceforo Foca ll.Imperatore . 962 965 Leone Vili. Romano Papa. 964 9'^5 Giouanni XIII.Romano Papa. 966 chìefa di San Felice fabncata dalla fhmìglia Gallina . 967 Anni dì Xpo. 96>i 970 971 P72 97? P74 P7Ó 977 P7« P7P 980 981 p32 VENETO,:? 12 Vitale Barbolano Patriarca di Grado . Vitale Candiano figliuolo del Doge, Patriarca di Grado. Gioiianni Zimifco genero di Romano.Inipcratorc. Pietro ìM al fatto Veneto, V cleono Oliuolenfe . Benedetto V.dettoVI.Romano Papa. Othonc ll.lmperatorc . Bonifacio VII.Romano Papa. Benedetto Vl.detto VII.Romano Papa. Pietro Orfeolo D.XXII ville anni Il.mefi II. giorni XX. al tri dicono meli li. giorni XX. Spedaletto (u lapia-j^i^a di San Marco fàbricato dal detto Doge, BafilioII.& Cortantino VlII.fratelli Imperatori. Vitale Candiano D.XXIII.vifìè anni Lai tri Il.mefì lì. Tribuno Memo D.XXIIII.vifle anni XIIII. altri XUI. Orfo Magadizzo Vefcouo Oliuolenlè . Guerra ciuile di Stefano CaloprinoMqualeejJendo potente hmmoy ma dato in efìlioji ripara à l^erona . Chiefa di S. Giorgio Maggiore,concejJa dal Doge , aW Abate Giouath ni Moroftno. Stefano Calopnno & Cuoi moti contra la Tatria . Giouanni XlIII.da Paula Papa. Giouanni XV.Romano Papa. :9U pH 985 p86 987 9'iS 9S9 Othonc IILImpcratorc 990 991 99i 99B 99^ 99S Pietro Orfeolo II.D.XXV.viflc anni XVIILaltri XVII. Domenico Badoaro Vefcouo Oliuolcnfc. 576 ^^6 Giouanni XVI.Romano Papa, Gregorio V.di Saflbnia Papà . Artnìdl CRONICO Xpo. O;) 7 Guerra nella Dalmatia & nella 1 Hrìa, & acquìtìo In effe di dìuerfe cìt tàyfatto dal DogCyCenerale in quelle imprefe , & primo de Vrincipi F eneti eh' allargaffe grandemente lal^epublica con tanto [iato jin quella pai te , 5?p8 Silueltro ILAquitano Papn . Othone hnp.uieneà Fenciia Jecretamente 3 & riceunto dd Dóge^ alloggia in San S eruolo . 999 . . 1 000 Chiefa di San Samuello fùbricata dalla famiglia Boldu . 1 00 r Pietro Quintaualie Vcicouo Oliuolenle . 1002 100^ GiouamiiXVlILRomanoPapa, 1004 ^ .... I òo 5 Guerra con i Saracini occupatori della Sicilia , in fnuore di Vapa Gio- uanni . alla quale oltre i Finitianiy concorfero anco in aiuto del desi to Tapagli Imperatori Grecita quali in cafo di uittcria renana U Sicilia , relafsando cffi al Tapa la Calauria con quello che teneua-^ noyin Italia . Il Doge per tanto affrontato dall'armata Saracìna , fi ritirò à Bari 3 doue congiuntofì con la Greca 3 fatta giornata cane-i micÌ3Ut4Ìnfe,& ritornò a f^enetia con boKorata uittcria^:, - ^ 1006 1007 ^ \ 1 008 Hcnrico II.Zoppo di SafÌònia,Inipcratòrc ^ loop Otlione Gif colo D.XXVI.vifleanni XY.altnXyiL Sergio Illl. Romano Papa. Gregorio Giorgi Velcouo Oliuoknfè* roio toii I o 1 2 Benedetto Vlll.detto VILPapa. IO 14 t • l .101 5 Guerra di^dria per i confini 3 percioche efsì pretendendo ragione in Loreto et Capodargerejoccupano Loreto, ma rotti in un fatto d'dr'» me dal Doge 3fi ricupera Loreto allora afsaigrofsa terra, IOI6 vv? 1017 ;;:? I o 1 8 Orfo Orfeolo figliuolo del Doge Pietro Patriarca di Gra- do, altri dice loso. ^ - , ;: :f)lO { '<^ f ^^ : iJOiO it^ ?Ce hH eh l V'>^ \^X ^ Z^t . ^v> ^■■: : AnAi(K V E N E T O. if Xpo. lozo I02t ro2S 1024 1025 1026 IÒ27 1028 I0 2P 1032 IOJ4 10^^ 1056 1057 I 58 roj9 Cnerra con Crefmuro Signor della Croatia,& uìttoria del Doge, chìé^ muto da ipopoli della. Trouincia contra Crefmuro . Marino Caffiano Vcfcouo Oliuolcnfe . Chiefd di Saia Soffia fabricata dalla famiglia OranfoM,alm GujfoM. Guerra di Grado . percioche ejìeniofi per i tumulti ciaili ritirati il Do gè et il Tatriarca in ifiriayTepo Tatriarca di ^quilea, fotta jpetie diuolerli aiutareyoccupa la città di Grado, ^ la foglia et face heg- già , ma ritornato il Doge col Tatriarca à cafa loro , ajfaltano ar^ mali la città di Grado,et la ricuperano . GiouaimiXIX.Tufculano Papa . Pietro Ccntranigo D.XXVII.viflè anni X. Cbiefa di San Geruafo detto TroMafo^ riHaurata dalla famiglia Barba riga et Carauella . Coftantino Vili. Aug.folo Imperatore . Corrado II. Aiigufto Franco Imperatore . OrfoOrleoIo fratello del Doge, Patriarca di Grado. Domenico Orfeolo occupa il DogatOi& tenutolo uno ò due giormjfcac^ ciato dal popolo fi riduce à B^uenna. Domenico Flabanico D. X X V III. vifTe anni X.mcfi IIII« giorni XII. Benedetto XlII.detto IX.Tiifculano Papa . Romano II. Argiropolo Aug.Imperatore . Chiefa di Santo ^ppoUinare detto ^fonale yfkbricata daUa fìimiglia Sìeuola . cbiefa di San Secondo fatta dalla famiglia Baffa , chiefa di San Trance fco edificata dalla cafa Marcìmand , Michele IlII.di Paflagonia Aug.Imperatore. Domenico Gradenigo Vefcouo Oliuolenlc. Concilio nationale celebrato in f^enetiatnella Chiefa di San Marco, dà Annidi C R O NI C O Xpo. 1 04 1. 1042 f 04^ Domenico Contarini D.XXIX.vifle anni XXVI. altri dico ' noxxvn. Michele V. Calafate con Zoe fua madre Imperatore . Zoe & Theodora Ibrelle Augulte iniieme Imperatrici , Guerra prima di Zara per occafione della fua ìibeUione .percìoche ha ' uendoiCorHattietgUFngarìaffiilHa la DalmatiaiZara riceuei pr efidij di Salomone I\e di angaria . Fatta per tanto armata, fi ri- cupera la città . Si ribella anco Grado, "occupato di nuouo dal Vatrìarca Tepo . 1044 Coilantino IX.Monomaco Aug.Impcratore . 1045 HenricoIlI.NegroAug.Franco Imperatore. Gregorio VI. Romano Papa . Domenico Bolcano Patriarca di Grado. Domenico Marango Patriarca di Grado , [Ò45 ' : 047 Clemente di Sailbnia Papa . 048 Damalo Il.di Bauiera Papa . . : 04P Leone IX._ Lotaringo Tapa , uiene à Fenetìa a uifitar il corpo di San MarcOiaccettato et fejieggiatofolennemente . 050 051 052 Chiefa dì San Biagio fnhricata dalla e afa Bonella . 055 Vittorio ILBauaro Papa. : 05 6 Theodcra Augnila vn'altrauolta, fola Imperatrice . 057 Henrico mi. Aug.Franco Imperatore. Stefano X. detto IX.Lotaruigo Papa . 058 Michele VI. Comneno Imperatore. : o 5i? Nicola ll.di Sauoia Papa. Ifaccio Comneno Aug. Imperatore. , Domenico. Gradcnigo IL Vcicouo Oiiuoknfe . .060 '■ 06 1 Aleflandro ILMilancfe Papa . .o6z .06^ Coilantino X.Ducas Im peratore . \ Anni di Xpo. 1064 1065 1066 io6y 1068 io5p 1070 1071 1072 107^ 1074 1075 1076 1077 1078 1079 1080 io8i 1082 108^ 1084 1085 1086 10S7 1088 io8p ropo VENETO/ M EudofTìa Aug.moglicdi Coftantino Imperatrice. Domenico Contarini Velcouo Oliuolcnfe . Domenico Seluo D.XXX.viflè anni Xll.altri XXII. Chiefa dì San Marco finita dì mattoni ò pietre cotte , et cominciata dal Seluo a Uiiorarft di mofaicoy et ìncrofiarft dì marmi . Gregorio VlI.daSauona Papa . Michele VlI.Parapinacco Imperatore. Chiefa di Santa Maria Formofa rejlaurata da Vaolo Barbetta . Niccforo Botoniate Imperatore. Guerra de Veneti in f mordi TslkeforOiContra B^herto Gmfcardo I{s di TugUa,per le cofe di Sicilia. Fiotta del Doge Seluo Generale dell'armata Veneta , hamta à Durai^ 7^ da B^berto Guifcardo , Alelsio Mega Comncno Imperatore . Domenico Cerbano Patriarca di Grado . Vitale Fallerò D.XXXLvidc anni XIII. altri XXII. ^ • Guerra Veneta con liberto Guifcardo , & rotta del Doge & d*jilef- fio Imp.ccnfederatìinfteme, riceuuta al S afeno, [caglio poHo diqm' daCorfH. .;-!;, <<>o Chiefa dì San Marco confacrata , & fu agli otto dì Ottobre . Vittorio Ill.da Bcncucnto Papa. Vrbano II.Francefè Papa . HéricoCotatinoVefcoiio Oliuolcnfe, primo s'intitola & dd 2 Annidi CRONICO Yen. Xpo. I fottofcriucVefcouo Caftcllano. lO(JZ iop-f uipparidone dì San Marco nella fuaChiefaiUÌdno all'altare dì San Leonardo, Gioiianni Saponario Patriarca di Grado. Pietro Badoaro ligi molo di Noci lo, Patriarca di Grada MagiUrato del Vroprio crealo dalla E^piiblica • rcp> • o>»6 Vital Michele aXXXlI.viiTe anni Illl. altri dice VI. derra d'I fina , ^'^91 Guerra prima focìal in Terrafantacon 200. legni f^eneti in compa-^ gnìa deWarraaie namli di Francia et d'Italia^ promoffa da Tapa Fr bano,et perjìiafa da Tietro Heremìta . I op8 Guerra , et fatto d'arme namle prejjo à B^di con tarmata Tifana , la ifhale è rotta con perdita di iii. Galee, dalla Fencta . Coi pi de Santi 'incoio maggior e ytslìcolofuo TÌp^et Thcodoroyportaiì a- Fenetia dalla città di Mira liuorale in ^4fia , ^oP9 Pafquale lI.Tofcano Papa . 1 . 00 Fefcouado di Halamocco affondato dalle tempejie del mare, trasferì- to con tutte le fue preminente & gimfdìnioni à Cbioggia.&fu alli lo.d* aprile , noi 1 1 C2 OrdelafFo Faliero D.XXXIlI.vifle anni XIX. 1 103 t * 04 Guerra feconda [odale con Fracefhdi Terrafantaynella quale Ordelaffit uà co I oo.galee in aiuto del B^e Baldouino, et prede la città d'acri, nella quale rìceuuta dal l{e una contrada con piaT^^ChiefaiCt Ta- U'^iCongìurifdittione afìoluta , etefentìoni et priuilegi per tutto ìljuo I^egnOi ritorna à Fenetia trionfante . I I o 5 Talk dell'aitar maggiore di sMarco,di ualuta inesììwabile.fattafare inCoflantinopolìdaMaejirieccellentijper ordine delia I\€p,ècondot ta à Fenetia . 1 1 06 Fuoco ujcito diiafa Remico Zeno,altri dice Dandolo, abbrucia ó.con- tradeycioè Santo ^poHolo,San C affano» Santa Maria Materdomi^ nijSanta ^gata,Santo ^gofììno^et Santo Stefano . & dopo due me ft un'altro fuoco ufcito di cafa Zacani arde le chìefe et le cafe di S.lo ìenxp,di S,Semo,di S* Zaccaria,dì S.Trouolo di S,ScolaHica,fU S, Annidi VENETO. ly Vcn. Xpo. Maria Formofaydi i\BajJoydi S .GidlinOtCon pane diS. Marco & del palaT^ , di S. Giminiano , di San Moife , di Santa Ma ia Ze- benigo4i S. Mamtioydi 9.^ngelo,di S.Vatcrmanoy di S. aitale, et di S.Srm'iello,et pacalo di Udai Canale^arie S.GregonoyS.^gne fi-, y Geruaf(j,S.BamahayS.Bafilio,S. F^affaellotet S.\icoloyfi per lo teporale horribile che cacciaua il fuoco per tutto , et fi per la ma lena combnjìibiìe della quale erano fabricate le cafe di quel tempo, 1107 Hcnrico V.Aug. Franco, Imperatore . Monache di San Leone di Malamocco,fi trasferifcono neW I/ola di San Sentolo . L 108 Monijiero di S. Cipriano di Malamocco , trajportato a Murano fulter- reno delti Gradenighì . (^fn di Settembre . Angelo Fallerò creato Procurator di S.Marco . 1 1 op Corpo di Sunto Stefano primo maaireyportato à Fenetiat & collocato in S. Giorgio Maggiore . tuo G terra prima co i Tadonanit & uittorìa di loro» rt confini di Sant0 Ilario . iiir 1112 1115 1114 m 5 Fuoco nella Chic fa dì Santo Hermagora detto Marcuolatnelqualrefla intatta la mano di San Giouanni Battifla . 1 1 1 6 rimp. Henrico uiene a Venetia , et accettato & fejleggìato foUennC" mentCyalloggia in Va Ut^x^ . Caloianni Comncno figliuolo d' Aleffio, Imperatore. ^cqui^o della UalmatiayCt Spalato et Sebenico ejpugnato . 1 1 1 7 Domenico Michele D.XXXIIII. vifleanni IX. Guerra feconda di Zarafoccorfa da Stefano ll.^e d'angaria y et affe^ aiata dall'armata Feneta . la qual finalmente è prefa dal Doge [et fcaccìatigli Fngari . ta Croatia parimente foggtogata dal mede fimo . 1 1 1 8 Gelafio lI.Gactano Papa . u I p Califto II.Borgognone Papa . Guerra ter%^ di Zara aficdiata dagli Ongari, al cuìfoccorfo con nume rofonauilio uà il Doge, doue combattendo co nemici coraggiofa- mente è amma^^to da loro con l'armi in mano . Chìefa delia Caritàedificata da Marco CiulianoMtridice 112^. itinldi 'C R O NI CO Xpo. Il 20 Fmcoardeia Chìefa congli edifici ali' intorno ^d'i San Tietro di CaHcl- lo , pCì'occafìoKe delle funerali delFefcouo morto allora . armata Veneta di zoo. legni per l'iniprsfa di Terrafanta . 1121 Gionanni Veneto Parriarca di Grado . \'ital Michele Vefcouo di Cadello . 1 1 22 J19 ^1^3 II 24 Honorio ILBolcgncfc Papa . ' 112) Virai Iviichclc lI.Vclcouo di Caftcìlo . G:-eìYaVencta con Cai danni Imperatore , il qual fatta lega con gli Fngari ,, lietta alla B^p Zara^ Spalatc,& Tran. Ma il Doge partito fi con l'armata da Tiro , faccheggìa l'ifola di F^di con altre ap- prejjofuddite à Caloianni, et prende Modone. 1 1 27 Lotario lI.Au5.di SaiToniaJmpcratore . 1128 I I2p 1 1 5 o Pietro Polani D.XXXV.viffe anni XVIII. mcfi UH. Innocenzo lI.Romano Papa . 1 1^ I Bonifacio Falicro Vefcouo di Caftello . 1152 Giuftino Badoaro Vrocurator di San Marco. Plenrico Dandolo figliuolo di Domenico, Patr. di Grado . Giouanni Polani figliuolo del Doge, Vefcouo di Caftello,, I I j j Chic fa di S. Marci liano edificata dalla famiglia Bocca» . 1 1 j 4 Bafdio Bafeìo creato Trccarator di San Marco , ali: i j . c/i Luglio, 1 1 5.5 I ijii Murino Thiepolo creato Trocurator di S. Marco, olii 1 yji Settehre , 1140 Corrado IlI.Soeuo Imperatore. ' Guerra de Veneti in fnuore della città di Fano , ricorfa aW aiuto della ^ep.per la molejiia che le dauano le circonuicine citta collegate infte ..,:.,^.,-metàfuadifìruttion€. 1 1 4= I Chiefa et Spedale di San ClementCyfu la riita, del Canale Orfano fibri- cala da Vie tra Garileffo huomo potente . .ii^.z ^limanuello Comneno Aug. Imperatore . 1 Anni di Ven. Xpo. II4J 1144 1145 1145 1147 1148 U4P 1150 115.1 VEN ET O. :^ 16 CclcmnoII.da città di CaftcUo Papa. '.-iV 'u^t I ^r Guerra coVadouanìche hauenano dinmiiala Bnnta difopra a^4 Badia di Santo Ilario alle Gambarare . & fi conbattecaild I^ow^■ con uittoria . '' ' > '^ : Marco Contarini creato Tr oc urator di San Marco.alli i ó.d'^goHo . Lucio lI.Bologncfc Papa . Eugenio III. Pilano Papa. Vola citta di Istria uicne à diuotionc della B^p. Chieja di S. lacomo di Taludo con lo /pedale jfahricata da Giouanm Trono, fui terreno donatoli da OrfoBadoaro. Doge giudice arbitro delle differeuxe uer tenti fra Corrado & Emanuel lo Imperatoriy eletto dall'uno & dall'altro di loro. Domenico Morofin'o D.XXXVLviifeanni VlII.medVII. Guerra l^eneta con 60. Galee in famrdi Emanuello contra P^tggiero B^ di Sicilia y il quale ajjaltate le terre dell' Imp, Greco gli haneua tolto Cor/li j et faccheggiate le riuìere di Grecia . Fenuto adunque alle fnani Giouanni figliuolo del Doge^rompe i nemici , et B^tggiero fi fugge con perdita di 2 o. galee et ricuperato Cor fu , danneggia in uendetta de Greci,le riuiere.di Sicilia. Guerra Feneta con gli ^inconitani che daneggìauano in mare iFenetì onde creato Generale Marco GradenigOiaffalitii nemici allafpro^ ueduta, prende 5. galee col Capitano y & rompe ogni loroap^ parato. B^cupera parimente 'Pola,Taren':(o,& altre terre inlflria che s'eranoribellate . Fuoco ufcito di S .Maria Materdominiy arde i ^. contrade. Moife Graìenigo creato Trocurator di San Marco.alli 2p. dì Maggio, anconitani fanno lega & confederatione con la B^publica, Spalato fatto ^YciuefcQuado di Santa Chic fa. Il 52 1154 Anaftafio III. Romano Papa. Federigo I.cognominato Baibarol]àJmpcrat.orc. Adriano II li. In glcfc Papa. ■ Chiefa di S. Maria de Crocicchiericol fuo (pedale ,fnbricata da Tietro Gujfoni . Chiefa di Santo Matthia à Murano edificato da Bernardo Cor- naro . Ti J 1^155 Guglielmo Delfino creato Trocurator di San Marco,alli i '^JVttibreé àmiidi ^ CRONICO. Vctt. %y^*A i " ^(>\. ih sAmì XXViL 139 740 742 u 5 5 Vital Michele I i. Doge X X X V I L vifìe anni X V I Lglo^ 74^ 7+4 745 747 748 7-19 750 751 751 753 754 755 75adenigo . imp. uiene à Feneiia , raccolto '^ con ogni conefiafe^cggìato folen- nemcnte dalla l\epiMica . 8ri 812 ^\3 814 815 di6 817 2i^ 820 821 125? 2 j 4 Chic fa di fan Glouanni & Vaolo edificata da i /rad di fan Domenico , fili terreno donato loro dal Doge . lùC mo Barb ■ creato Vroc idratar di fan Marco^ alli 24. di Settembre, m ^ Virai Miclicle llI.Vdcouo di Calìcllo. 1 2 j 6 Marco Moroiino VclcoiiO di Caitelio . • Guerra J ciak in fùiior del Tapa conira Federigo ìmp. occupator del- la libertà d'Italia . Capitani Leonardo (^urtnoyO^ Marco Gufjoni , 12^7 I 2^8 Guerra feconda con Glouanni Fata'z^ lmp.il quale fatta lega con L'imp.di Trabifonday tenta di occupar Cvfantinoyoit . ^. hahendo con l'armata [uà chiufolo jireitodi Galipolii^ afjedr.atala città ^ Leonardo Quirino con 2 5. galee fopramtne ^ rompe la. chii fnr ;'lt -^ Xpo. 1 14J Innocenzo mi da Gcnoua Papa. lx)tcnzo Patriarca di Grado . I 2-14 Ma'i^iil a'o citili Signori di \otte criminaliiCreato dalla I{ep. ? 12*^5 AlcfiandrolIUd'AnagnaPapa. Filippo neltgno , cnato Trocurat alla fine fi ottiene uittoria di loro. 5ji ;i27l Ridolfo Aug.d'AsbnrghJmperatore* Tomaio Rimondo Veicouo di Caftello . Tomafo Franco VcfcoLio di Caftello . Ss 3 [1-7? littoria di Mar co Gradenig^o de iBologneft, 854 1 1 274 Bartolomeo Quirino Vcfcouo di Caftello. * Annidi C ' VENETO. ab Xpo. .' Cernia citta ukne àdìmtione della ì^p.& fé lematidaperTodefìàet Eiettore Giouamii M'jrofino . [275 lacomo Contarmi D.XLVI.vifìcannilIII.mcfi VI. Marco Michele creato Vrocmator di fan Mai coi ^IH 2.2. di Set" temhrc . 1276 Innoccntio V.Tarnntafio Papa . Adriano V.Gcnoiicfc Papa. Guerra feconda ^monitana per due anni feguentì. Guerra di CapodiHna.et uittoria d'Andrea Bafeio. Telicelo Z.ine creato Trocurator di S. Marco j alli i^.di MarT^ . 1277 Bianchino Trinifano, creato Trocurator di fan Marco ; alli 1 8 . d'^^ gojio . _ lacomo Giorgi f creato Trocurator dì fan Marco; alli 22. di Set- tembre. 1278 Terremoto notahiliffìmo in Fenetìa,et quafi per tutta Italia . 127^ lacomo Dandolo,creato Trocurator di Jan Marco j alli 19. di Luglio . Tietro Quirino creato Trocurator di fan Marco alli ii* di Gen- nato 1 280 Giouanni Dandolo D.XLVII.uifie mcfi VII. Guerra f^encta co Triejlini ribellati dalla P^p.et datta Immondo dalla Torre Tatriarca d'^quilea . Magifìrati de Sopraco72foli,dell'Efaminatoreydella Ternaria dell'olio j delle Biade,et de Cathaueri^crcati dalla B^publica . [ 28 I Martino Ill.detto IIII.Franccfè Papa . Ifola inlHria uiene à deuotione della B^p.et uifi manda primo J{ettà^ re Uenrico Doro . Andrea Morofmo Caualiero creato Trocurator di fan Marco , alli 8. d'aprile. 1^82 Simone xMoro. altri MorofinoiVcfcouo di Caftdlo. "f^ Guido Hcrcmirano Patriarca di Grado . ^cqua delle lagune allaga la città condanno de mercatanti. Ducato d'oro battuto laprima uolta . Tanto Tanti Il.Canccllicr Grande di Vcnctia . 1 28 j Tirano in isiria uiene a dìuoiione della B^p, et ui/i manda primo i^f- '^ tore Andrea Dandolo, 1284 Terremoto et acqua importante nella città. Tietro yitturicreatoTrocarator di fan Marco ; aìliS. di Luglio. Guerra col Tatriarca d'^d^uilea^nella quale Gherardo Lancia huomo Aiìnidli Xll^O K I C O Ven. 865 86'/ S6S XpO. 1185 L2S6 1287 1288 ^arme della Hjp. [coperto d'un trattato ch'effo conduceua di dar una porta dì TneUe a nemki, è Victro Gradcniizio D.XLVIII. ville XXI. anno altri dicono XXII. nidi fX. 8óp , 1 28p Guerra di friefe col Tatriarca d\AquilcayCapìtano Marino Morofi- m^nelta quale i t^eneti , foprapicfi da 6. mila cauaUì et da j rnita fami condotti dal Cofite di Gonùa^fi ritirano infelicc?n.eme con mor talità d'i moki di loro . & i nemici afjalito C aorli , & prefo ì^ arino Seluo I{citor della terrayfconono à Malamocco,et lo mettono àfer^ Yo & a fuoco. .■■:,. Trefo Tripoli dal ^oldano , la P\cp. ojferifce al Vapa 2 o. galee per le cofe di Tripolijonde nenuto il i^efcouo di quella ciità à yenetìa , vi^ accrefciuto da i Tadri d'alcre 5 .galeCy ejjo Fefcouo Capitano infie^ me con laccmo Thiepolo figliuolo del Dogeyfi conducono in Soria comra il Soiiano . - ■> Guerra co iVadonaniper occafwne della fortificatìone fitta da loro à Vetadebè, Tace con Bramendo dalla Torre Tatriarca d'^Aquilea., Magiflrato delti Proueditoridi Commune, creato dalla I{ep. kA-c/i città in Soria prefa da Mcnichefadar Soldano , moki nobili et fil- tri, fi faluano con lefhci 1 ? 1 3 P/Vwo Grimani creato Vrocuratordi fan Marco de Supra j alli 27* di Luglio . Cnido daC anale y creato Vrocuratordi fan Marco ; alli 2p. d*U' prile . 15 14 LodouicoV.Bauaro Imperatore. Marco dalla Vigna Canccllier del Doge, fatto Patriarca di Grado. ^cqua delle Lagune,alla fine di T^uembre crefce per la città . Giouanni Zeno , creato Vcocurator di fan Marco j alli 27. di Mar%ò, Bartolomeo da F^u^i creato Trocurator di fan Marco -taUi l'j. di Gennaio. > I j 1 5 "mcolò Quirino , creato Trocurator di fan Marco ; alli i2. d'Ottobre, ^ Craton Dandolo creato Trocurator di fan Marco de Citra^ alliit, di Gennaio . I i r ^ Giouanni XXI. detto XXII. Franccfe, Papà ^i 17 Tietro Gradenigo ^ creato Trocurator di fan Marco de Supra', alli t, di Luglio . Murco Morofino creato Trocurator dì fan Marco de Vltra j alti 2. dì Mar^p. ,;; I ^ i S Fuoco arde miferabilmente il ricco Fontico de i Tedefchi, I J I P 'hlicolo Faliero , creato Trocurator di fan Marco de Citra 5 alli t$,dt Marz$ . Marino Pofcarìni, creato Trocurator di fan Marco de yitra^ alli t j. di Marzo . 1^10 Marino Badoaroì creato Trocurator dì fan Marco de Supra ^ alli . . di Giugno . I ^ 1 1 Andrea Dotto Cancellieto del Doge / creato pei, Vefco- uodiChioggia. 1521 I J 2 ^ frittovi a de i f^eneti ntl mare di Fiandra cantra gli Inglefì . J^ina di Sicilia figliuola del Duca di Chiaren'^^a ^ nuora del i^ 1^ • ff a Atinidi $t! R O N ICO Xpo. ^ ^ ^ • ■ ^ berto i uìene a Fenetia , raccolta et fcHeggìata folememente . aL tri i^ió. Nicolò Piilorino III. Cancellier Grande di Vcnetia. angelo MuaT^i creato Trocurator di fan Marco de Supra-, allij.di Gemalo . r _j 24 Guerra quinta Genouefe in difefa di Andronico Imp. con i Genouejì^et uittoria di Giufliniano Giujiiniani prefìo al Cariale di Cojìatinopoli . 1^25 Bartolomeo Quirino II. Vefcouo di Caftello . I ^ 1 5 Txicolò Contarìjiijcreato Trocurator di S, Mar co de Supra 3 alli 1 6Ji T^puembre . 1^27 1328 Francefco Dandolo D. LI. uifie anni X. mcfi X. I j 2p Guerra 6. co Genoiie flanella quale in qucjìanno Giufiinìano GiufUma- ni Capitano di 40, galee a Vera , occupa à Genouefi 5 4. legni con mille perfone,et ajjedia la cinàja quale alla fine patteggia,& paga agili danno, con la j^ e fa infieme dell'armata , (ratia . Tre Trocuratie ordinate dalla B^p.per 6. Procuratori à due per TrocH 1^30 Guerra quinta di Candia, & uittoria di Giouanni C amaro . 1^51 Andrea Dandolo che fu poi Doge creato Trocurator di fan Marco ; de ^ Supra alli 2 1 .di Luglio . Tola città in liiria uiene à diuotìone della B^publica , 1352 Miciiele Calergi Vefcouo di Gattello . I5J5 Francefco Michele Arciuefcouo di Rauenna. Bartolomeo Gradenìgo che fi: poi LogCyCreato Trocurator di fan Mar- co de Citra ; alli 2 5 .di Febraio . I j J4 Benedetto X. detto XII. da Tolofa , Papa . Lega della ì\ep.col Tapa^con Nmp.& col i{e di Francia cantra il Tur'^ CQiGenet'alediejfa Tictro Zeno ^il quale otiien la uittoria. B^ccardo Malombra Criìnoncfe Conte , & lurifconfulto celeberrimo , chiamato dalla I{ep.per riucder le cofe delle jue leggijfi ferma nella cittàj& uilafcia lafua difccnden^a . Marco Loredana creato Trocurator di fan Marce de Supra; alli ly»-:^ d'aprile . Marco Ciujìiniano creatoTrocLtatordi S. Marco deTltrafallì i j.dh Luglio . I J J 5 Spedale di S. Giouanni et Vaolo , inUituito da Gualtiero Ceroico perh marinari. ^SS^ Anselo Delfino Vefcouo di Caftello . Anni dì Ven. 1 Xpo. VENETO. tf Guerra focìale co FiorentlniiCotra MaWno dalla Scala Sìg. di Ferom^ Cìonanni Grìmani creato Trocurator di S. MarcOtalli 16. di Settebre. 917 1^57 Continouatione della Guerra con Maftirio,Capita?ti in efjay Marco B^ug ginii Andrea Morofmo, Tietro ZenOy Incoiò F alter OtMarino Fa- UerOi& Marco CornarQi& Marco Giiifiiniano. Mberto della Scala Gouernator diVadoua codotto prigione a Vcnetìa p r 8 1 1 ^ ^ 8 ^cquifioper i Veneti della città di Treuifo . 9^9 IS39 Bartolomeo Gradcnigo D. L 1 1. uific anni III. meli II . Bertucci Grimani , creato Trocurator di S. Marco de Citra ; allii 6 Ài Islpuembre . Andrea Moro fino creato Trocurator di S Marco de Citra ; alli 24. d^ Febraìo . 910 1340 Nicolò MorofinoVefcoLio di CaftcUo. Benedetto da Molino creato Trocurator di fan Marco de Citra 3 ilprU mo di Giugno . ?-i 1341 GioLianni Balbo Vcfcouo di Caftcllo. Paolo Fofcari Vcfcouo di Caftcllo . 912 1342 Clemente VI. Francelc Papa. Francefco Quirino , creato Trocurator di S. Mar co de Supraalli 8. di Gennaio . 9 '3 I j 4 j Andrea Dandolo D. L 1 1 1. uilTe anni XI. meli I X. gior- ni IIII. MagiHrato delli auditori Vecchi creato dalla B^p. Ciouanni Fofcarini creato Trocurator di S. Marco de Vltra 3 alti _j . dì MarT^, 2 4P 1 344 j{ptta de Veneti riceuuta da i Turchi, & morte di Tietro Zeno Ce-- nerale . - ' Guerra fe^a di Candia^et uittoria di ^icolò Fallerò et compagni . p *5: 1 1 3 54 Carlo IlII. Boemo Imperatore . Guerra ottaua di Zara datajìà Lodoitico B^ di Fngaria, figliuolo di Carlo B^berto ; Capitano in ejja Marco GinHlnianOyChe ui tien l'af- fsdioper tutto l ano fcguete. alla qual uenuto il B^in perfonajpartito fi per la carejìia del uiuere nella Dalmatiai alla fine Zara fi anede. - MagiHrato de Signori [opra le Camere dell' Impreftì creato dalla I{ep, p-2 6 1346 Tancratio Giufiiniano , creato Trocurator di fan Marco de Fltra-^alli 2'^ .di Gennaio , Turno Quirino creato Trocurator di fan Marco de Suprai alli 1 -j.di FebraÌQ , 'AnnMi € R O NI CO • 547 Terrcntotc nel giorno di fan Taolo , manda à terra in Fenetla diucvfe cafe , ftfecca il Canal grande , et dura per loj^aùo di 1 5 giomiin più mite, \ MagiHraio delli SignSrifopra le Beccarle creato dalla ^ep. laconio Scranno Vrocurator di Jan Marco de Supia'y alti 24. di Mat%o . StifdHo Contarmi , creato Trocurator di fan Marco de Ciira 5 allì^»'' di T^ucmhre . Bcnintendi Raucgnano 1 1 1 L Cancdlier Grande di Venc- tia. Ì4S ^^/^^ borrendo, per tutta Italia originata in Turtamydefiritta tanta eloquentemente da Cibuannì Boccaccio . Guerra fettìma Genouefepcr le ccfe della Tanaj et uìttoria ottenuta di' Uro à Carifiojda Mu reo ì^ggieri . Andrea Erì'^o creato Tiocuratcr di fan Marco de feltra; aliiiS. di l^uemhre . ^ J 5 ° Ciouanni Delfino che fu poi Doge , creato Trocurator di fan Marco de Supua j allii^ d'aprile. i i 5 1 Fortunio Patriarca di Grado . V^tta notabile di "^icolò Tifani , allo eretto di Cofìantlnopoli . 1352 Innoccnrio VI. Francefè Papa. l^aclo Lcredano creato Trocuraior di fan Marco deFltra; aUìi^, d* aprile, Andrea Contarini che fu poi Doge, creato Trocurator di fan Marco^ de Citra'^alli^. di Giugno. ^3 53 Andrea Dotto Vcfcouo di Chioggia,Patrìarca di Grado. l ìttorìa di T^colò Tifani alla Loria centra i Genouefi . I 7 di Feltrct di Ciuidal di Belluno , di Bajfano, et d'altri luoghi . Cuerrater^a con Francefco Carrarcfe Signor diVadoua . 1404 IiinocentioVII. da Sulmona Papa. ^cquisìo del Tolefene di I{ouigo . luigi Moro fino creato Trocurator di fan Marco di poltra , alH ig. di T^ouembre • 1 40 5 N. Veneto Patriarca di Grado . ^cquifio delle città di Tadoua et di Verona, Fuoco arde la cima del campami di fan MarcOyet fi rifa^ poi di pietra uiuamefiaaoYO. Tcmafo Mocenigo che fu poi Doge , creato Trocurator dì fan Marco, di Supra ahi z^.di Gennaio . Nicolò di Gherardo IX. Cancellicr grandedi Venetia . Giouanni Piumazzo X. Cancellicr Grande di Vcnetia. r 4 06 Gregorio XII. Veneto Papa, chiamato prima angelo della y9- miglia C orerà Tatriarca di Coflantinopoli , & poi fatto Cardinale dal detto JnnocenT^iaJfunto finalmente al Tapato . dal quale depo- fìo nel Concilio di Coììan'za , re^a Cardinale & Legato perpetuo della M arca y&ft muore in B^canati. 1 407 Leonardo Delfino Patriarca di Grado . Filippo Coreroy creato Trocurator di fan Marco àeSuprataUiiB, dì Marzo . ^Antonio Moro, creato Trocurator dì fan Marco de Fltra, alli ^.di Giugno. 1 408 jlntonio Corero Cardinal nipote dì Cregorio,creato da lui,et fatto Fé- fcouo Ofìienfe . angelo Barbarìgo dottìff. nelle fcìen'xe,et illujìre nel Concìlio dì Co Han:^yCreato Cardinal da Cregoììo. ^AcquìUo di Zara hauutofer accordo dal I^ Lodoulco . CTo- a .00 •* Annidi CRONICO Xpo. Guerra col ^e Sigifmondo per Sebenlcoyet; dura i.ami, 1 40P Aleflandro V. di Candia Papa . 1410 Giouanni XXII. detto XXI li. Napolitano Papa . Sigifmondo Boemo Imperatore . • Fortuna di uento & di mare in Feneda inauditaiper la quale perìfco- no 3 ^.perfone, cade a terra parte del Momjtero del Corpufàominì , & infiniti colmi et camini per la città . Taolo Giuliano , creato Trocmator di fan Marco de Supra allì i o. di T^ouembre . Marino CarauellOjCreato Trocurator di fan Marco de Saprà-, allì 1 6, dil^uembre , 1411 Franccfco Landò Cardinale creato dal detto Papa. 1 4 1 2 Lodouico Barbo Monaco CaffinefCi riferma l'ordine di fan Benedetto in Tadoua nel MoniHero di /anta GiuJiina,con nome di Secondo fonda toredi quella religione . [41^ Tomafo Moccnigo D. LXIII. vilTe anni X . Magi/irati della Grafcia^della Dogana , delle T amie, cìol banchi del- l'entrata, dell' ufcita, etdejli X. officij , creati dalla B^p. allora flo- rida per grandiff.faccnde di mercatantie per diaerfe parti del mon^ do, per ^'^. galee groffe mandate à diuerfe piai^ con groffiffima facultà . Leonardo Donato , creato Trocurator di fan Marco de Supra, allì ^.dì Febraio . 1414 Giouanni Zeno , creato Trocurator dì fan Marco ,,..*»aUÌ2j.di Mar%o . intorno Contar in: , creato Trocurator dì fan Marco de V lira-, allì 4. dìTsipuembre. 14^5 Guerra feconda con Sìgifmondo Imperatore ; nella quale Fantino Mi- chele,^ Marino Carauello Capitani, ricuperano Sacile , Ciiiìdaldì Belluno , Seraualle, Fdtrei& la Mota, rimettono i Sauorgnani in Vdine,et dijjoluonol'affedio da Ciuidale . & finalmente f^dine,leua toft dalla feruità di lodouico Tecchio Tatrìarca d'^iquilea^uiene a diuotìone della I{ep. Francefco Fofcarichepoifu Doge , creato Trocurator di fan Marco de Citra; alli 16 Ai Gennaio . 1415 Marco Landò Vcfcouo di Cadcllo, 991 Anniai " veneto: «7 Ven. Xpo. ... ^cquìjlodi selenico et d'altre città nella Dalmatia perVietro Lare-. daìWiCtfua uittoria cantra Turchi à Marmara,con acquijio di mol te galee de nimici . lAi-j Martino 1 1 1 1. detto V. Romano Papa, creato nel Conci- ' Ilo. Magitìrato della Meffettaria creato dalla ^ep. Carlo Zeno Senatore & Capitano iUuJìre dell'età fua uìene à mortc^ac- compagnato alfepolcro dal Doge con la Signoriatet lodato inpubli-^ co da Leonardo Giufiiniano . Fuoco per una faetta trde la cima del campami di fan Marco . 1418 Pietro Morofmo dottifs. creato Cardinale nel Concilio di Colta n za . Leonardo Mocenigo , creato Trocurator di fan Marco de Supra-, ilprt mo di ^gojìo . 1 4 T p F^o co II [cito del ValaT^ Ducale j[arde le cube di fan Marco coperte di piombo . 1420 Bertuccio Quirino , creato Trocurator di fan Marco de Citra ; alli i p , d'aprile . 1421 142^ FrancercoForcariD.LXIIII.uifreanniXXXlIII. mcfiVI. Salonicchi città nell'Albania uiene à diuotione della E^p. et [uo primo B^ttor Marino Bondomieroycon titolo di Conte . Talrajfo cìttànella Morea lafciata dall' ^rciuefcouo al Senato, Lazareto fàbricato di nuouoper occafione della preJemepeHe . Ciouanni imperator figliuolo di Emanuello , mene a Fenetiaffefteg- giato . MagiHrato de* Gouermtorì all'Entrate y creato dalla ì^ubli- ca. Tefte nella città. Albano Badoaro , creato Trocurator di fan Marco de Citra, alli j, d'Aprile. 14 24 ^e di Datiaypajfando per andare al Sepolcro di Chriftojuiene a Fene- tia , raccolto & fefteggiato confolennità . Jfola di Lefina con Allotto Caopenna fuo Signore,uiene a diuotione del la I^epublica uolontariamente . 142 5 Francefco Malipiero Vefcono di Caftello . Guerra col Dejfoto della B^fcia , \ PPS 999 1000 looi 1002 1004 1005 2007 ioo8 Émìòì CR O NI CO Vcn. xpo. ^ . , Terremoto Importante con ff'duento della città . Fantino Michele prende llfola di Cajjandraprejfo a Salcmcchìjla for» ■i tc%7:a di Tlatanea et Chrifiopoli . I Seccura grandìjjimafopra la tetra per lo fi reno di 4. me/1 continoui, 1 006 1426 Gnerra prima con Filippo Maria Fifconte Duca di Milano > per oc- \ cafione della Bsp'Fiorentina collegata co f^eneti, l tAcquiUo della città di Erefcia^et uanno a riconojcerla Marco Dando- lo et Giorgio Cornaro . Trimo Todejìà et Fattore in ejìa Fantin$ Dandolo Dottor di Leggi , Tietro Loredano creato Trocurator di fin Marco dcVltrai, alli l^.di Giugno . 1427 Vittoria in To di Francefco Bembo Generale deW armata contra il Fi /conte con acejitifio di 8 'galeoni .et di Francefco Carmignuola Ge- nerale de gì' e//erciti V cneti à Maclò ò Marcalo^ tt acqi. isìo della città di Bergamo . Bartolomeo Donato , creato Trocurator di /an Marco de Supraj alli ip. di Maggio. 1428 Tefiegrauif/ìma coh mortalità di molte perfine . Lega et confederatione col B^e di Fngaria . Tietro figliuolo del B^ di Tortogallo uiene a Fenetia ricenuto et fé- Heggiato filennemente . Francefco Ecuazzaiio XL Canccllicr Grande di Venetia. Magistrato de Gouernatori all'entrate , creato dalla F^p. et primi in ej/b Finciguerra Giorgi j^mbrofio Badoaro , et Hieronimo Conta' vini , H^p jicqita ere/ce nella città con grani/fi danno degli hahitantì . Bologna /i o/firi/ce alla Signoria . la quale non t accetta jWa s'interpo* neper accordarla col Tapa . 1450 Tace col Turcoytrattataet conclu/adaSilue/lroMorofino. B^p. in/ìituita comme/faria di B^uenna da 0hÌ7^ da Talenta fio Sl- gnorcyCt uà per nome di lei Hieronimo Cauotorta al gouerno d'e/fa città . 14^1 Eugenio IIII. VcnetoVap3.. detto prima Gabriello Condolme-- ro dijhmiglla popolare ; nipote di Gregorio XU. & creato Cardina le da lui . Ter dita di Salonicchì , etuittoria di Fantino Michele' ncUa Romania, Guerra feconda col Duca Filippo Maria Fi/conte . F^tta di T^colò Triui/ano et di Francefco Cocco in To • loop lOIO ioli Anni di VENETO. tS Xpo. Vittoria dì Tietro Loredano a I\apaUo cantra Genouefr, nella quale fa prigione Franccfco Spinola Capitano de vernici, lacomo Triiiifano creato Vrocuyator di fan Marco de Supr agalli i o. dì Giugno . 1 45 2 Lorenzo Giuftiniano Vcfcouo di Caftello. Conte Francefco Carmignmla Generale degli efjhciti Veneti decapi- tato dalla f\ep. per l'intelligenza che haucua col Duca di Milana cantra lo Stato. B^tta &prefa di Giorgio Cornaro in Valtellina . 1435 Francefco Condolmero Cardinale creato da Eugenio . Vace con Sigifmondo Imperatore trattataci conclufa da Andrea Donato . 1454 B^tta di Gattamelata à ImoUy nella giornata fatta da lui in di fé fa del Tapa per nome della I{ep. come fuo Generale , con Tyjco/ò Ticcintna Capitano del Duca Filippo occupatore delle cittadella Chiefa, altri dicono l'anno difopra . ^dndrea ContariniyCreato Trocurator di fan Marco de Citra , alli 1 5. di Tslpue-mbre . 1435 Marco Fofcari creato Trocurator di fan Marco de Citra . . . 1435 Kl^colò Giorgio Mar che fé della Bondonixay& Signor di CariHo, 1 43 7 Guerra co Filippo Duca di Milano»laqual dura ifeguenti cinque anni, Chiefa di San ChriHoforo dalla Tace uicina a San Michele da Mura-" nojfahricata da Fra Simonetmediator della pace fatta-fra la B^pH- bUca^& il Duca predetto . Caloianni Imperatore uiene a Venetia con poo. bocche, riceuttto & feUeggiato folennemente . 1438 Alberto II. Duca d' Auftriajm pcratorc. Vittoria di Francefco Barbaro cantra Francefco Ticcinino a Brejcia . Fraterna 0 Scuola Grande di San Marcoyridatta da Santa Croce in Lfi prio,preJio alla Chiefa di San Giouanni & Taolo . M agi/irato fopra alle LegnCyCreato dalla B^p. Tao lo Carerà creata Trocurator di fan Marco de Vltra , alli 6. di 7s(o- uembre, 1 43 p Vittoria di Tietro ^uogar0y& di Taris dz Ladrone per la Bsp, a Ma derno cantra il ^ ifconte . B^tta di Marco ZenOi & di Taddeo Efienfe a Salò , hauuta da T^colò Ticcinino . Vittoria a Trento, & a Verona contra Vicolo Ticcinino ; Capitani Attili di . CRONICO Vcn. Xpo. nelle predette fatti on'i Gherardo Dandolo j Tìetro Zenoi Dario Ma- lipierOyet Francefco Barbaro illuiìre . Francefco dalla Sega XII. Caneellier Grande di Vcnetia . I020 1440 Federigo IlI.Ducad'AaftriaJmpcrarore. Vittoria di Stefano Contarini Capitano d'annata prejio a ^iua di TrentOyContra Biagio Affareto General del Duca Filippo ^già trion fatare di due B^ prefi da lui nella giornata nauale con ^Ifonft d'Aragona , et acquijlo di Bjaa et d'altre terre circonuicine . ^cquiUo per i Veneti delle città di I\auenna & dì Ceruia . Bigina di Cipro figliuola del Marchefe di Monferrato uiene a Fenetia feiteggiatafolennemente, ^gtta di Montecbiari riccnuta da T^cob TiccìnlnoGenerale del Duca di Milano, & ricupera ciò che i Veneti haueuanoful Cremonefe in Gbiaradadda,et fili Bergamafco . Stefano Contarini, creato Vrocurator dì fan Marco, lOÌI 20Z2 102 1024 1 44 1 Luigi Gradenigo , creato Trocurator di fan Marco . 1 442 Driuasìo città nelT Albania co Tamalwtti uengono à diuotione. Luigi Loredana , creato Trocurator di fan Marco de Supra ,am ^. di Febraio . Taolo Trono 3 creato Trocurator di fan Marco de Citra^alli io. diFe" braio . Francefco Barbarigo , creato Trocurator ài fan Marco de VUratallì ij. di Febraio. Marco da Molino , creato Trocurator di fan Marco de Supra, allì 7. di Dicembre . 1 44^ Luigi Veniero , creato Trocurator di fan Marco de Citra , alJi 1 2 . 4? Gennaio^ Leonardo Giufliniano , creato Trocurator dì fan Marco deVltra , alli 29. di Dicembre , Bartolomeo Morofino creato Trocurator di fan Marco de Vltra^ alli 1 p di Settembre . 1444 ^cqua delie Lagune, crefce nella città con graue danno de mer^ calanti . Taolo Ducagim z^r Lecca fuo fratello figliuoli di Tamufio , uengono con gli fiati loro d'Albania à diuotione della B£p, Federigo Contarini ^ creato Trocurator di fan Marco deVltra, alli ly.d'^goHo, Coftaii- Anni ai Vcn. Xpo. VENETO. 4^ 1025 1026 1027 1028 1445 1446 H47 1448 I0Z5> lojo XOJl I44P •M.-. 1450 I45I I Coftantlno X. Palcologo Imp.vltimo di Coftantìnopoli ♦ ^cqua delle lagune crefce nella città con danno de gli habitanti . Guerra quarta col Duca di Milano^ & acqui fti fra queHo amia & il fe^ guente^i Ghiaradadda^ di CaJJano, del Cr emone fe.et del Monte di Brian%a . & uittoria nell'ifola prejjò à Cafal Maggiore contra Fra ceJcoTiccinino, Capitani Gherardo Dandolo t etlacomo Antonio MarceUoyTietro jtuogarOtet Antonio Martinengo . Tafqual Malipieroche fu poi DogCy creato Vrocurator difan Marco de f^ltrayaUi 1 1 .di T^ouembre . Nicola V. da Scrzana Papa . littoria di LorenT^ Loredanoprejjb\à "MapoU^di Fital Sardo Cor faro, per la quale ^ ifonfo F^ di l>{apoU [aerato , ft confedera col Du- ca di Milano à offe fa della 1\ep. Terdita della città di Tiacem^ acquifìata peri Veneti poco atlanti, con la prefura di Gherardo DandoloyCt di Taddeo Efìenfe . AcquiHo della città di Lodi per i Veneti , B^tta di Andrea Quirino à Cafal Maggiore,et di Micheletto Attendo lo a Caramggìo . Terdita di [.odi . Tietì-o Michele j creato Vrocurator di fan Marco de T lira talli i^^ d'Agoflo. 'Chriììoforo M^rOychefu poi Doge^ creato Trocurator ài fan Marco de y Uragani \^ di Settembre, Acquifloper i Veneti della Città di Crema . Vittoria di lacomo Antonio Marcellot prefìo a Sefia fiume del FeY" • cellefe,contra i Sauoini collegati col Fifconte , conia prefa di Gio- uanni Campefe loro Generale . Guerra di Luigi Loredana con Alfonfo B^e di T^apoli, Guerra de Veneti col Conte Francefco Sfor':^^ et dura 4. anni, Teforo di fan Marco rubato da Stamani Greco^et ricuperato . Andrea Donato, creato Trocurator di fan Marco de Supra^alli 16 Jl Ottobre . Michele Veniero , creato Trocurator di fan Marco de Supra, alli 20, di Aprile . Luigi Storiato , creato Trocurator di fan Marco de Vltra, alli 14. di Settembre. Domenico Michele ultimo Tatriarca di Grado, et entra in fuo luogo il Beato Lore^ GiufìinÌMO Fefcouo di CaflellotCt afiumedo il titolo del ^ h h IC?4 Annicfi CRONICO Ven. I Xpo. I Tatrìarca di GradOift trasferifce il Vatriarcato nella città di yene- tia per bolla di Tapa ISlicoU .et è il predetto LoreriTo 1. VatriarcA di Fenetia . Maffeo Contarini Patriarca II. di Vcnetìa . Francefco Barbaro Dottor c^ Caualiero , creato Trocurator di fan Marco de Citraj alli 1 6.di Gennaio . 1452 ^4)i CoUantinopoli città Imperiale occupata aXXFUl. di Maggio da Mahomeih ll.B^de Turchi , con danno di tutta Chriflianitàydifefa , ma in r.anOida Isijcolo Mo!ino,Giomnni Loredana , Battiiìa Grittit et a h ri C'mjìjatìi afìai cofi Veneti com e Genoueft . Vittoria di lacomo Loredana nell'arcipelago contra i Turchi fcorfi fi no à 'h^groponte . Ciottanni de Trioli , creato Trocurator di fan Marco de Citra , alli 7. di Gennaio . /4H J035|i4)> Califto III. di Valenza Papa. «45^ Madalino , 0 J^atalino Contarini , creato Trocurator di fan Marco de Citra^aili z.di Gennaio , H5 7 Pafqual Malipiero D.LX V. vifle anni IIII. mefì V I. gior- ni V. Trincipejfa della famiglia Dandola condotta con pompa reale in pa* U'ZT^ dal Dogefuo confoìte, Antonio Diedo creato Trocurator di fan Marco de Vltra, alli 6,di J^o uembre* Te^'r emolo notahile-^con danno di molti luoghi debili nella città . ^ 45 3 Pio II. Piccoloniini Sanefe Papa . l TìetroMùcentgOy che fu poi DogCiCreatoTrocmatOY dì fan Marco de' Citra,aUi i ^.di t^jouembre . Antonio fremerò, creato Trocurator di fan Marco de SHpratalli 13M Gennaio . Caterina Cornara figliuola di Marco,fktta Fuegina di Cipro,per Ciacco B^fuo marito, et adottata dalla I{€p. con dote di cento mila ducati. Magistrato delli SopracaHaldiyCreato dalla B^p. Marco Zane^creato Vrocur.dì S. Marco de Supra^alli i. di Dicembre, X052 1472 littorie di Tietro M ocenigo Generale dell'armi y enete . ■ . ' : Trinàpejfa della famìglia Moro fina conforte del DogejCondotta in Va laT^ con folennità &fejìa reale, Francefco Zancy creato Trocurator di fan Marco de feltra , alli 1 6,di MarT^. 147^ Nicolò Marcello D.Lxviij.uiflèanni j. mefi iiij giorni xvij. vittoria di sintomo Loredano à Scutari contra i Turchi . CiouanniGradenigOj creato Trocurator di fan Marco de Supra^ alli 'j..^ìì"JrV.\ ;>.;V ig.d',Agojio, Andrea Lione , creato Trocurator dì fan Marco de Supra , alli i o. di Jslouembre . r 474 Pietro Mocenigo D.LXIX. vifle anni I. mefi II. giorni IX. Scutari ajfediato di nuouo dal Turco . J\£gina d'angaria figliuola di Ferrando B^ d! Aragona moglie del Bfi Matthias uiene a f^enetia , infieme col Cardinale fuo fratello» accet tata etfefieggiata con gran folennità . Giorgio LoredanOiCreato Trtcurator di fan Marco de Cìtra, alli 2 S.di Ottobre . Filippo FofcariiCreato Trocurator di fan Marco de Supra, alli i^.di '^puembre. Bernardo GiuHiniano Caualiero, acato Trocurator di fan Marco de Cìtra,alli i 8Ji Dicembre, 1^ 5 5 ^475 ^^^<^ etprefa di Francefco Contarini à Croia,rìceuuta da Turchi , trotta riceuuta da Turchi fui fi urne Lì fon':^ nel Frioli.& ui refla mot to il Conte Hieronimo da Tsluuolone^t lacomo Badoaro Trouedito* re.&i Turchi ch'erano al numero di X. milaimorti molti di loro , &poflo a ferro et a fuoco il paefe fino al Tagliamento 7 fi partorì uittoriofi, Hieronimo Landò Patriarca di Coftantinopoli. MagiHratodelh^,Saui,creatQ dalla F^pt 1054 Anniai CRONICO Xpo. Francefco Venìero creato Trocurator di S, Marco de Fltra , aìlì 27. d'aprile ^ ^Antonio Erì%o creato Trocurator di S» Marco de Citta > alti ^t,di Dicembre . 1 475 Andrea Vendraiiiino D. L X X. vifTe anni I. mcfi Vili. Terdita di Cmaidi DriuafÌ0i& d'^leffìoycccuparc da Turchi , yiitoria à Scittari cantra i Turchi di emonio da Legge . Benedetto Feniero creato Trocurator di San Marco de Citra, alti 1 0. di Marxp . r477 GiouanniMocenigoD.LXXI. uifìe anni VII. mcfiV. giorni XVI II. Pietro Folcari Cardinale,piiblicato da Sifto . Terdita di LemiOy di Mantinea)&' di Scutan . r 47 8 TeHe grauifjima nella città , con morte di 240. perfonc al giorno^ Antonio Loredana creato Trocurator di San Marcode Sipra^aHi ^O* di^gojìo* \ Marco Barbarigo che fn poi Doge : creatoTrocurator dì S. Marco de fupra, alliiS. di Ottobre . 147P Fttoconotabile in pala':(;^0iarde le/ìan:^e del DogetCon vna cuba della Chiefa di San Marcot& fi Jlilua la [aia del Tregadi . ■■< 1480 ^cquifto deU'lfola di yeia^ ricaduta alla f{€p. per la rinuntia fatta dal Conte GiouanniSchinchinellc cognominato Frangipane ^i cui mag- giori nel Ducato di B^mero Zcno;la hebbero in feudo , & rìceuuta per nome della Signoria ^da ^Antonio Vinciguerra Secretarlo del Conf.deX, Stefano Malipiero creato Trocurator di San Marco de Fltra, alti ^, d'^goUo» Gabriello Loredana creato Trocurator di fan Marco de Fltra , aUi 1 8. d!^gofio. Febo Capella XIIII. Cancellier Grande di Venetia. 1481 Vittorio Soran'^ creato Trocurator di fan Marco de Supra, alli 1 u dOttobre, f 4 S 2^ Guerra de Veneti contra H ercole Trimo Duca Eflenfet cagionata daW innoferuan%a de i Capitoli con la !{ep, per la parte d'effb Duca , Ca pitoni in ejfa , oltre a I^oberto Sanfeuerino, et B^betto Malatejìa $ Tietro Marcellotk'ittorio Scran^^et Damiano Moro» %4cqnJiod^jldrìaper Chrifioforo da Mula . jlcquifio del Tolefcne di ^uigo per il predetto Tietro Marcello • lo53 io(54 10Ó5 Annidi VENETO. 52 Ven. Xpo. yìttOYÌa di Damiano Moro alla VulefelUt et a Fìgaroh . littoria fu quel di Bfima in difefx del Tapatdi Vietro Diedo,& yitto^ rio Soranxo « Tietrodc TrioliyCreatoTrocHrator di fan Marco de Supra, alli 16 • T d'^goflo. Giouanni Dedo XV. Cancellicr Grande di Venetia . r 48 3 I{otta et prefa d'Antonio Ciulìiniano al Eondeno . littoria di Giorgio f^iaro à Cur-^la . Leonardo Contarmi , creato Vrocuratordifan Marco de Citra , ilprì-- mo d'aprile. 1494 1485 Marco BarbarigoD.LXXII.uìilemefi IX. ^goWno Barbarigo che poi fu Doge,creatoTrocurator di fan Marco de Suprajalli i^.di ì\puembre. Agoitino Barbarigo D, L X X 1 1 1. uiflè anni XV. giorni XXI. Magijirato de Superiori creato dalla ì^publica . Bertucci Contarmi , creato Trocurator di fan Marco de Vltray alli 1 8, di Settembre . yj:' (. 'Federigo Cornaro > creato Trocurator di fan Marco de feltra, alli jq» d'Ottobì-e, Tomafo Triuifano , creato Trocurator di fan Marco de Fltra, alli zo, di Gennaio. 1 48 6 Gìomnni CappelloyCreato Trocurator dì fan Marco de Supra, aUì _j .di Ottobre . • *"V »' ( Cio'Aanni Cornaro , creato Trocurator dì fan Marco de Citra , aìlì i j, di IS^oiicmbre . 1487 Guerra con Sigifmondo , il quale con 20. mila fanti occupa la terra di F^uere pofìeduta dalla %p. Cipro nobiliffimo l^egno^iene al gouerno della T{epMediarfte la i^e^A. na Cornara,& Giorgio fuo fratello . Zaccaria Badoaro Caualiero , creato Trocurator di Jan Marco de Ci* traballi 14.^/ Mar%o . 1 488 B^tta dell'efferato f^eneto à B^uerhidoue s*anmega B^erto Sanfeucri no Generale dell'efferato Fenitiano . 1 4 85? TeHe grauiflima nella città con molto danno dell'uniuerjàle . Caterina Cornara Regina di CipriiUÌene,dopo la morte del B^fftO fff4* IVis.-Ur rito a renetia^etHÌrnHore Iranno 1^10, ic66 1067 1068 106$ AnmcR CRON ICQ- Yen. Xpo. jintoHìo Veniero creato Trocurator di fan Marco de Supra , il primo di MaY%o • Ciouami Contarinì creatoTrocurator di fan Marco de Cìtra alti ii. di May^ . 1070 i4po CJmiìoforo Duodo creato Trocurator di fan Marco de Fltrat alU p. di Gennaio . I o 7 1 1 45» I Te^ per occafionv delia quale fi crea lOfjitio di tre Signori fopra la Sanità . 1072 1492 Tomafo Donato Patriarca VII. diVcnetia. Aleflandro VI. Borgia di Valenza Papa. Quarantia "^oua creata dalla I{epkblica . 7v(f co/ò Mocemgo creato Trocurator di fan Marco de Supra , alli 2 7» di Marxo. Leonardo Loredana che poi fu Doge , creato Trocurator di fan Marc§ de Citra,alli 2 . di Luglio. Domenico MorofmocreatoTrocuratar diS. Marco de Citra talli j. di Dicembre, Filippo Trono creato Trocurator di fan Marco de Supra alli ^ i . dì Dicembre . J07 3 1 49 j Mafsimiliano Aug. Arciduca d'Auflria Imperatore Domenico Grimano Cardinale, creato da Aleflandro . MagiHrato delli 5 . Saui [opra li Conti,creato dalla B^p, Tace con Sigifmondoper le cofe di I{puere,conclufa dal Tapa. v'ii V Gìouanni Moro creato Trocurator di fan Marco de Citra yalli 16, rfi ^goHo. ,z-ih'^%0 ■ 1074 1494 T^uigationedeWìndìeiritYOuatadaìTortoghefhCongrauiffinio dan- no de mercatanti Fenetijper la cofa delle fpetiarie , riceuute prima datutteleTrouincicChri^ianedaloro. Antonio Grimani creato la prima uolta Trocurator e di fan Marco de Citraialli 1 6. d'^gojlo . 1075 1 4P S Lega Veneta col Tapa^col F{e di Spagna^et col Duca di Milano , in no- 'C .-» ,\xA.'\ A%i\ ^^ P^^ conferuatione de loro Stati yin fatti per cacciar fuori d'ita^ Ha Carlo FIIL B^ di Francia^lquale con felicità inaudita^difcefo in ltalia,haueua in {patio dipoco più di 1 5 .giorrùtcorfa tutta la Pro- uinciajimpaurito il Tapa^et la F{epublica Fiorentina, infojpettita la Fenetajetgli altriTrincipiy et occupato il i\egno di liapoli quafi fen:^ metter mano alla Jpada, .'^*'^ l©7^ T4p6 7{icolQlÌ9nicr€atoTrofHrmr4iS*MarcQd^f^ltra,allÌ2.diMar^, Luisi Annitrì Ven. Xpo. 1077 VENETO. ^; 4^ y Z///^; Bv-ig^dìnOi creato Trocurator di fan Marco de Fltra , aUi 1 2 .di 7{ouembre . 1078 1498 Guerra col Turcoy promoffo cantra alla F^p. da Lodouico Sf^rT^ Duca di Milano, C-J^ Ctncrale dvWarmata Antonio Grimanì. 107^ 1 4PP Marino Lioni^crcato V) ocuràtor di SMarco d'Vltra,aUi z.di Mar^o. T^colò TrÌHÌfanO)Crea[o Trocurator di fan Marco» de Citra, allì 2 %.di Gennaio . loJJo 1500 Marco Cornaro, creato Cardinale da Papa Alefiandro . Benedetto da Tefuro Generale in luogo di Marchiò Triuifano nella con tinouatione della Guerra col Turco . "KIJcgIò Michele Dottor & CaualieroyCreato Trocurator di fan Marco de Citraidli 1 4 di Giugno . Ter dita di M odone nella Mo reayCccupato dal Turco . 1081 1501 Leonardo Lorcdano D.LXXllII. vide anni XIX. mcd VlII.giorniXX. . . Marino de Gar^ni, creato Trocurator di fan Marco de Cifra jalli ) .c/i Ottobre. , .^ Benedetto da Tcfaro, creato Trocurator dì fan Marco de Supra * ' ' "'' Marino FenierOyCreatoTrocurator di fan Marco de Supra, alli 23. di Dicembre . Taolo Barbo,creato Trocurator di fan Marco de Supra, allì iiJi Cen naio. ,i|c(coi 1082 1502 Andrea Gabriello,creat9 Trocurator di fan Marco de Poltra, alti 2 i.di Dicembre. io8j 150^ PioIII. PiccolominiSenefèPapa. Giulio II. dalla Rouere Saonefè Papa . Domenico Triuifano Caualiero, creato Trocurator di fan Marco de yl traballi '^. di ^goHo . Marc' Antonio Moro fino Caualiero, creato Trocurator di fan Marco, alliiS'^^^S^fiO' Luca Zeno, creato Trocurator di fanMarco de Fiera, allì 5 . di Set- tembre . j 08 4 1 5 04 Anton io Soriano Patriarca Vili, di Venetia . Fuoco importante nel Fontico de i Tedefchi . Tomafo Mocenigo , creato Trocurator di fan Marco de Fltra , allì $, di Maggio . 1 08 5 1505 Domenico MarinOtCreato Trocurator di fan Marco de Citra,aUi 1 6. di Giugno , il loSy Jo2S io8p Amildi C R'O N I C O Ven. Xpo. 1 08 6 1506 h/iarco Antonio SabeUicofcriltore ìlluftre delle cofe Venete , hcnoratò & pYOuifionato dalla i{epublica,muore in Genetta . 1507 Antonio Trono j creato Trocurator di fan Mirco de Citra,alli j,di Sei'- te7nbre . 1 5 08 LodoLiico Contarini Patriaixa IX. di Venctia . Viitoria de Feneti in Cadoro contra i Tedefchi . ^cqiiiiio della città di Triefte . DiJJulatione della terra di FÌHme,arfa da angelo Triuifano Generale. Lega di Cambrai ds i Trincipi fupremi del mondo, contra la t{ep. 1 5 op Biotta deltejjercito Veneto in Ghiaradadda , e^ prefa di Bartolomeo d'^liùano Generale dcW armi Venete. Andrea Veniero, creato Trocurator di fan hA.circo de Supra, aUi iS.dì Luglio . Terdita della città di Brcfcìa , di Bergamo & di quafi tutto lo flato dì terraferma. :J.j.( iU-^tV.\ù ) FuoconéWArfenalerouinadiuerfe cafe all' intorno, al cui tuono tre- mò Venttia,con morte di 2 2 perfine . . . ; .•<^-\V ,' Giorgio Cornavo Cai^aliero, creato Trocurator di fan Marco de Citra , :\Y>, c:'^{l. Mi 2 1 Ai Mar^o . Andrea Cri turche poi fu Doge, creato Trocurator di fan Marco de Su pra,alU 12. di aprile . i^io Infermità uniuerfale con febbre per 6. giorni , ammala più dì 1 o. mila perfone. Antonio Grimanìychepolfu Doge, creato la feconda uolta Trocurator di fan Marcojde Supra.alli 2 1 .di Dicembre. Lui^i Dardani XVI. CanccUier Grande di Venetia. 1 5 1 J Fraiicefco Argentino popolare , creato Cardinale da Giù- lioll. tAcquijlo di BrefcÌA per Andrea Crini , & perdita di ejfa et di Crema in pochi giorni . '■'"•- X*' • ) . Lega col Tapa et col I{e di Spagnd.p la quale fi rimette in Stato Maffi miano Sforma Duca di Mdano. proueditor del capo,Taolo Capello, Eranccfco Falliolo XVII.Cancellier Grande di Venetia . 1 05> 2 1 5 1 2. Lega col P^ dì Francia . Terremoto horribile,per lo quale uanno à terra cafe et capamli,et cag gionocinqjfldtue marmoree dalla cima della Chiefa di S. Marco. .' Medici di Fiorenza fatti nobili Venitiani , nella perfona del Cardinal CiQuannitdhe fu poi JLeQm XM di Gihlìano fMofi-atelh* lopo lOpi Anniai VENETO. 14 Xpo. 15 15 LconeXdc Medici Fiorentino Papa. Isotta di Bartolomt 0 d' Muiano Generale dell' esercito f^enetò, al Cre* ai^iful terr i i orto f^icentitt}. Fuoco importante in I{jalto diflrug^e più di ^ o. Officij di giudicati , et incendio in quel punto nel Monijierio delti Crocicchierr. Marco Bolani creato Vrocurator di San Marco de Supratalli ij.di Gìi'gno, '514 ^cuperatione di Brefcia^occupata prima da gli Spagnuoli, J\guigo prefa da Domenico Conta rtni, 15^5 Fatto d^arme a Marignano^et uittoria del /^ di Franciajper l'aiuto del le gemi yinitiane. 1516 Bjcuperatione di f^erona^tenuta prima da II* Imperatore ; et di Brefcia, nella quale entra per la l{epublica Andrea Griiti. Zaccaria Gabriello creato Vrocurator di San Marcodef^ltra,alli 28. di aprile. Luigi Vifani creato Vrocurator di San Mareode Supra,alUì$,di Maggio» Giorgio Emo creato Vrocurat. di S. Marco de Citratalli lo.di Maggio, Francefco Fofiari Caualiere creato Vrocurator di San Marco de feltra, alli ij.di Maggio, Lorenzo Loredanofigliuolo del Doge creato Vrocurator di San Marci de Suprajl primo di Giugno. Luigi da MolinOtCreatoVrocurator di San Marco de Citra,alli 2, di Giugno, Hieronimo G'tufliniano creato Vrocurator di San Marco de feltra , alti ^.di Giugno. Gian Pietro Stella Caualiero XVIII. Cancellier Grande di Venetia. 15^7 Francefco Pifanljcreato Cardinale da Leone. jlcqua notabilijjimatcrefce per tutta la città con danno de imercatan* ti. 1518 1519 1510 1521 Carlo V.d'Anftrialrtiperatorc. Antonio Grimani D.LXXV. vifle anni Iliicfi X. giorni IL Fuoco importante neU*Mf9nale alli 1 9* di Gennaio $ con fnorie di ciìh ' queperfone, il % Il02 Annidi CRONICO Ven; ; Xpo. 1522 AdnanoVI.daTraietroPapa. Domenico Trimjano Generale d'atmatajtnentre ScUmano affedia 1{odh lacomo Sorani^}Creato Trocurator di San Marco de Supra^ alti 16. di Marco Grimanuchefu poi Tatriarca di ^quileajCreato Trocurator di San Marco de C![ra,aUi z6. ditto. Fra<}cefco Cùrnarn,chefupoi Cardinale iCreato Trocurator di S.Marco de Fltr agalli 1^. di MarTo. Marco da MolinOiCreato Trocurator di San Marco de Citra,il primo di Giugno. Luigi TafcjualigOiCYeatoTrccuratordi S. Marco iSupra^alli l 'y. ditto, Tietro da Tefaro , creato Trocurator di San Marco de Fltra , alU 2 p. detto. Andrea GiuP.iniano, creato Trocurator di San Marco de Citra , alti 6. di Luglio. Andrea Lioni,CY€ato Trocurator di San Marco de Supra,aUi 1 1 .di Lit glio. ^Andrea Gufìoni , creato Trocurator di San Marco de Citra , alli 20, detto. FrancefcoTrioU^creato Trocurator di San Marco de Suprayalli 2j. detto. Carlo Morofmo , creato Trocurator di San Marco de Vltr agalli 2 8. di Settembre. Ciouanni da Legge ^creatoTrocurator di San Marco de Supra,alli ip, d'Ottobre, littorio GrimanijCreato Trocurator di San Marco de Suprayalli i^Mi Gennaio. I ) 25 Clemente Vll.dc Medici Fiorentino,Papa- Andrca Gritti D.LXXVi.vifle anni 1 5 . emonio MocenigOiCreatoTrocuratordi San Marco de Citra, il primo diMar-^^. tAntonio Cappello, creato Trocurator di San Marco de Si*pra,alli ZM Mari^. Nicolo Aurelio XlX.Cancellicr Grande di VcnetiaJ. , , .< 1524 Leonardo Mcccmgo,creato Trocurator di San Marco de Supfa,alll:2, di Ottobre. Luigi de TrioliiCreato Tmuratw di San Marco de Citra^llì 4. di Ot- tobre, ] r 210? XIO^ Annidi VENETO. ^j Ven. Xpo. Taoh Cappello CaMalierOy creato Trocurator di fan KUrco de yltra, alii 6 di Ottobre . Hicronimo Dicdo XX.Canccllier Grande di Venetia . 1105 tio6 1107 tioS iiop Ilio mi 1112 15^5 1526 Cajparó da hioitno,creato Trocuratw di fan hUrco de Citra , alll 6. di Giugno . TietYo \iarcellOjCreato Trockratordi fan Marco de Polirà , aUi 1 5 .di Giugno . Lorenzo TafquaPgOjCreatoTrocurator di fan SUrco de VltratuUì i j» di Giugno . Luca TronOiCreato Trocurator di S. Marco de Citra,alli 5 .di Gennaio» 1527 B^ma pojia miferabilmente a facco da gli Imperiali. Francefco Comaro Trocurator di fan MarcOjCreato Cardinale da Cle- mente . 1528 fuoco nel monilìero di fanta Maria delle Grafie , & nel chìofìro dcUd Chiefa di fatuo Stefano. i Francefco MocenigOtCreato Trocurator di fan Marco de Citra , alli ^, di aprile . Antonio deTiioU, creato Trocurator di fan Marco de Citra yalii -j.di Maggio. • ^ -!>'■ -i'i i ' Giouamn Tifani , creatoTrocurator di fan Marco de Fltra, alli 2 S.di Maggio . I 5 ^9 Fincen-^o Grimani, creato Trocurator di fan Marco de Citra*, olii 1 8. di aprile . Andrea de Francefchi XXI.Cancellier Grande di Venetia . 1550 Francefco SforT^ 1 1. Duca di Shlanojuiene a f^'enetia^ raccolto or fes- teggiato folcnnenieme . Lorenz^ GiuJìinianOyCreato Trocurator di fan Marco de Citra, alli j o. di Maggio . Hieronimo Zeno , creato Trocurutordi fan Marco de Cifra, alli ig, d'^gofio. '551 hìacìAna nobìliff, della Scuola Grande della Mtferiiordìa, fondata & cominciata fui modello di lacomo Sanfouino ^rcìn. etto , fono il guardianato di Francefco F eletto celcbenimo Oratore. i 5 i - Monache di fan Secondo tra/portate alla Ciudccca in fan Cofmo & Da miano , et conceffo il luogo alt" creine degli oJfcnantK Fuoco notabile nella cafa Cornara della I{eginaful canal grande a fan Mauritio» ii B Annidi CRONICO Yen. j xpo. •-' I Francejco Donato Caualìeroyche fu poi Doge, creato Trocurator dì S, . Marco de FUra,al!ì 2 -j. d'Ottobre . I ^ ^ 5 ' 5 3 5 Fuoco importante neW^rfenale . 1 1 1 4 1554 Paolo IlI.Farnde Romano Papa . Daniello laniero , creato Trocurator di fan Marco de Supra, alti 6, dì Dicembre . Tietro LandOiChefn poi Doge, creato Trocurator di fan Marco de SU' praiallió.diFebraio. 1 1 1 5 1555 Casaro Contarìni SenatorCyet Pilofofo acuti{fimo,creato Cardinale da Taolo . ^cqua crefce nella città con gran danno di molti mercatanti . 1116 1556 Libraria nnoua di rincontro al pala':^ publico sfondata <& comincia- ta per ordine di Vittorio Grimani,et d'Antonia Cappellai Trocma- tori de Supra di fan Marco ,[ul modello di lacomo Sanfouino loro prouifionato. 1 1 1 7 1 5 j 7 Andrea Cappello i creato Trocurator di fan Marco de Fltra, alli 8. di Giugno^ .1 -::'.;- Bieronimo Bragadino, creato Trocurator di fan Marco de Vltra talli 1 o.di Giugno . tìieron'.m.i MiarcellOiCreato Trocurator di S.Marco de Fltra, alli 15. di Giuzno . lacomo CornarOfCreaio Trocurator di fan Marco de Vltra,à dì ditto, Bernardo Moro , creato Trocurator di fan Marco de VltraialU i gJi Giugno . Giulio Contar ini)Creato Tro curator di fan Marco de Fltra , alli 2 1 .di Gi;/g«a..nMU5-.vi','4u/'i ili v.- Giouanni da Legge Caualieroi creato Trocurator dì fan Marco de Su^ pra,il primo di Lu^ Ho . Ili 8 1538 Pietro Landò D.LXXVII.viflc anni VI. mcfi Vili. Tietro Bembo huomo eccellentijfimo nelle lettere , creato Cardinale da Taolo . Tictro G. imani , creato Trocurator di fan Marco de Supra yalli 25. dì aprile . tAlcjJ'andro Contarini , creato Trocurator di fan Marco de Citra , alli 2^. di Giugno, Vlncenjo Cappe llojcrcato Trocurator di S^Marco de Supra, alli 21. di Gennaio . lì 1^^539 Guerra con Solimano Imp* de Turchi per marej et nella Dalmatia,et Anni (fi VENETO. ié Yen. 1120 1I2I II22 1I2J II24 1125 XpO. lega con Carlo r. et col Tapa cantra il Turco.Generali Fìncen%o Cappello perla^ep. Marco Grimano Tatriarca d'^quilea ^er U Tomefice, et Andrea Daria per l'Imperatore . auditor il^ouijfimi delle cauje di terraferma fino ad ma certa fomma, creati di nuoHO. SebaHiano Ciufìiniano Caualìero , creato Trocuratordi fanMarco de Citra,alli j o .d'aprile . Luigi CradenigOiCreato Trocurator di fan Marco de Supra, alli zoÀi ^4gofìo » T^colò BernardOiCreato Trocurator di fan Marco de st*pya, alli i ^Ji Maggio. Tomafo Contarini,creato Trocurator di fan Marco de Citray alli 1 $.di Marxp . n 2 4 , 1 5 44 Andrea Cornnro figlinolo di lacomo, Vefcouo di Brefcia, creato Cardinal da Paolo. Francefco Donato D. LXXVIII. viflè anni VII. nicfi VI. T^colò de Trioli , creato Trocuratordi fan Marco de y lira, alti 16, di J^uembre , 1126 1 127 I128 1125) 11^0 II 31 11^2 I154 1540 1541 1542 M45 1545 r54<$ 1547 '548 r54P 1550 1551 1552 1554 Tomafo Mocemgo,creato Trocurator di fan Marco de Supra , alli i o. di Ottobre . Hierohimo da Te favo , creato Trocuratordi fan Marco de Fltra talli 29 di Maggio. Marc' Antonio Triuifano , che poi fu Doge ^ creato Trocurator di fan Marco de Fltra, alli 8 di Gennaio . Giulio Ill.dal Monte, ArctincPapa . Filippo Trono, creato Trocurator di fan Marco de Supra , alli io. dì Gennaio. ' ^^^i'nr-^A rr- Luigi Cornaro, creato Cardinale da Giulio , & Camar- lingo di S. Chieia, mentre fcmiamo leprefemi cofe . Lorenzo Rocca XXII. Cancellicr Grande di Venetia. Marc' Antonio Triui(àno D.LXXIX. ville meli X 1. giorni XXVII. Stefano Tiepolo creato Trocurator di fan Marco de Fltra talli 6. di Giugno. Fràcefco Venicro D.LXXX.viflc anni II. meli 1. giorni xx|. Pietro Franceico Contarinifommofiloibfo, .5c Oratore AmìM CRONICO Ven. Xpo.' Patriarca XI L di Venctia. Marc' ^ntoììio Fcnkro crealo Trocurator dì fan Marco de Citraj alli r 7. di hAajgio , ^^55 ^555 Vi nccnzoDicdoprcclarifs. Senatore, Patriarca XIII. di Veneti a. Marcello II. Ceruino,da Monte Falciano Papa. Paolo LUI. Carrafa Napoletano Papa ♦ 1 1 36 r 5 5^ Ferdinando d'Auftria Imperatore. Lorenzo Prioli D. LXXXI. vific anni IlLmefi X I. giorni Vili. Triamo da Legge creato Trocurator di fan Marco de Citraiallió, d'aprile, Francefco Contarmi creato Trocurator di fan Marco de Supra , alli ij. d'Ottobre. * I J 7 M 5 7 Tomafo C omarini creato Trocurator dì fan Marco de Cìtra, alli i$,di Mar:^o . Hieroninìo de Trìoliychefupoì DogCyCreato Trocurator di fan Marco de Fltra , alli 5 o. di Maggio. Bernardino Feniero creato Trocurator di S. Marco de Citrat alti ^, d'^gojio . 1 1 38 1558 Marchiò Michele Caualieroy creato Trocurator di fan Marcò de Su- pra , alli 12. di Marxo . 1139 155P Hieronimo Prioli D.LXXXlI.vifìc anni VI II. mefiXL giorni 1111. Zaccaria Vedramino creato Trocurator di fan Marco de Fltrayallì 5. di Settembre. Luigi feniero creato Trocurator dì S.Mxarco de Citrayalli z^.d'iOtto^ bre . Giouan Francefco Ottobono XXIII. Cancellier Grande .; diVenetia. 1140^15^0 Giouanni Triuirano Dottor di Leggi Patriarca XIULdi ' Venetia . Pio mi. de Medici Milanefe. Hieronimo Grinianijcreato Trocurator di fan Marco de Citrajalli i J.» di aprile . 1 141 1 561 Marc'Antonio AmuIio,& Bernardo Nauaicro, creati Car 1142 1562 dinalidaPio. II44 114 5. Ii4<5 1147 1148 Anni ai VENETO. ^37 Ven. XpO» . / ''^'^ 114^ 156J I^fowo M'wìhcrealo Trocurator di San Marco de Cìtra , allì i6,dl Mattheo Dandolo Canali ero,creato Trocurator di San Marco de FU traballi ^ Ài Dicembre. 1 554 MaflniiiliaiìolI.d'AuftriaJmpcratore. Marc' Antonio CrlmaniiCreato Trocnrator di San Marco de VUrayil primo di Fehraio^ . 15^5 Zaccaria Delfino , Luigi Pifani , & Giouan Francefco Co- j . J, , mendunOjCreati Cardinali da Pio. Luigi Mocenigo Camliero , che poi fu Doge^ creato Trocurator di San Marco de Vltra^alli zj.di Febraio. '^i - ?. » '' 15^6 Pio V.Gislieri dal Bofco Papa. Colojjì marmorei [colpiti da ìacomo San fonino architetto t figurati l'uno per'TSlettunojet l'altro per Mayte/ignificanti l'uno leforie di Mar§yet l'altro di Terra della B^publica,pofìi alla fcala Grande del Tala':^, '. 1 5 ^7 Pietro Loredano DXXXXllLviflè anni IlII.mefi V^giorni Vili. 15^8 Hieronimo Zane CaualìerO)Creato Trocurator di San Marco de Citra $ ^. ..^^. , olii i^Ji Màggio*, ; ^$^9 CareHia notabilijò. nella città. / . FuocqimportariiiffimQ mtl' ^rfenale iper lo quale tremò P^enetia, et rouinò la Celefìia,con diuerje cafe all'intorno. • Guerra mojfa da Selim lmp.de Turchi per lo B^gno di Cipro t et dura per ^, anni ftguenti. 1 1.50 1 570 Luigi Mocenigo D.LXXXIIII.vilTe anni Vili, f Terdita della città di 'hlicofiaiet del B^gno di Cipro. LorenxodaMdaiCreato Trocurator di San Marco de Citra ^ alti ^c>, (Caprile» -.;-. ;:!.' , '\ Sebajìiano F enierOyche fu poi Doge, creato TrocUrator di San Marco de Fltrayalli i$.di Maggio, T^colò da Tonte Dottor et CauatierOychefupoi Doge,creato Trocura- tor di San Marco de Fltr4,alli ^o.di Luglio. Federigo ContariniyCreato Trocurator di San Marco de Supra^alli 1 4, Òttauiano Gnmani^ilteato'PràctiYa^.otÙSatilldànkde'CÌ^^ aRiry, di Gennaio. -«w^- ■ ''.-l-.- ■■ 'rr ■ ^ • :^ ^V lodQUÌco d€ TM,crmo Tmurator di San Marco de poltra , alli zu xi5^ At^nUi CRONICO Vcn. 1 Xpo. di Gennaio, francefco de TrioliyCreato Trocurator di San Marco de Supraiallì 1 5. dì Gennaio. Luigi TiepclOfCreato Trocurator dì San Marco de Citra,allì iB.di Ceti I naio. 115111571 Vittorta ammiranda hauutaft da Fenetì centra il Turco nella pugna I nauale aUi Curxplarìya yM OttobrejGeneraleper la B^p. Sebafìia no f^enierOiper il Vapa Marc' sintomo Colonnayetper Filippo B^ di SpagnUiDon Giouannid^»4ufiria,tutti collegati infteme contra il co mun nemico* 1574 Gregorio XllLBoncompagno Bolognefe Papa. Marc' Antonio Barbarojcreato Trocurator di San Marco de Suprayal li i^j. d'aprile. Hieronimo Contarmi tCreato Trocurator di San Marco de Fltra^ ilprt modi Maggio. Hìeronimo da Mula,creato Trocurator di San Marco de Supra,allì^, di Maggio. 5 7Ì Jlndrea da LeggCyCreato Trocurator di San Marco de Citra,alli 2 $ .rf« Ottobre. Lorenzo CorerOfCreato Trocurator di San Marco de Citra , alli iH, di Ottobre. BattiHa M orofini , creato Trocurator di San Marco de feltra , alli 8. diliouembre. Andrea Delfinotcreato Trocurator di San Marco de Supra aUi t^.di T^uembre, Taolo7{ani,creato Trocurator di San Marco de CitratoUi it.di V^ f^mbrCé 1 1 5 41 ' 5 74 i'wof 0 w Tala':^ arde la Sala del Collegio , deW^nticoUegto , et dei Tregai • et abbrufcia parimente una delle cube della Chiefa di San Marco* Uenrico 111. ^e di Francia et di Tolonìatuiene a yenetia/tceuutoetfc fieggìatofolenniffimamente. Jl55l'575 lacomo Soran^ CaualìerOicreatoTrOCurator di dan Marco de Supra^ l alU il. dì Luglio* ! Andrea Frizzicro XXII IL Cancellici Grande di Vcnetia. .115^,1^7^ Ridolfo ll.d'Auftria AugJmperatorc. I Te^e notabili^, nella città con danno degli habìtantì» J Taolo TiepoU Caualieró < creato Trocurator' di san Marco de ykrdt Ii5j Annitrì VENETO. 3^ Ven. 1157 1158 II5P li^o Xpo. alliio.di^gojio . Marco Griniani -.creato Tvocmator di fan hUrcode Citriti all'i 1 6. di Ottobre . 1 577 Scbcìftiano Vcniero D.LXXXV.vifle mefiVIII.siomi XX, Fuoco notabile^ abbrucia la Sala del Gran Conjìglio > ei la Sala della Scrutinio. "Paolo Cornavo , creato Trocurator di fan Marco de feltra j alli i ^.di Giugno . chic fa confacrata al B^dentore, & fondata alla Giudeccayper uoto fat to dalla f{ep.ful modello d'Andrea Talladio yArchitctto . 1578 Nicolò da Ponte D.LXXXVI. ^kffandro Gritti , creato Trocurator di S.Marco de Fltra , alli 2 i.di Mari^ . Vincenzo Morofino CaualierO} creato Trocurator di fan Marco de ei- ra, alli I $.di Dicembre . l'i 7 9 Bianca figliuola di Bartolomeo Cappello, & adottata per figliuola dal la Signoria,Gran Duchejfa di Tofcana,per Don Francefco de Medi ci Gran Duca fuo marito . & effo Bartolomeo con littorio fuo fi- gUuolotfatti Caualieri dal Senato . ?{jco/ò Feniero, creato Trocurator di fan Marco de Cìtra , alli 2p, di Febraio . 1 5 80 jacomo Fofcarini CaualierOyCreato Trocurator di S.Marco'de Supra, alliS.diMar%p . Ciouanni Michele Caualiero t creatoTrocurator di fan Marco de FU tra, alli iS.di^goHo. Tijcolò da Tonte nipote del Doge , creato Trocurator dì fan Marco de F Itra, alli iS. di Dicembre. ^ Giouanni Formcnto,XXV. Cancellicr Grande di Venetia, acato a gli 8.di Gennaio. PRIMA TAVOLA delle Chiefe 6c Moniiteri DI V E N E T I A. Santo la Certofa Anna Ansiclo Goftino ca. 64. folb Aluigi6 2.^ Andrea de Zira 75. & Andrea del 79.^ ^6.a Angelo di Concordia S6,b Antonio 6.b Antonino 10.4 Aponalc 6^.b Apolloli 53'h B T>Arnaba X) Bartolomeo Ss>.a 48.6 Bafilio 88.4 Badò. 49.6 Benedetto ^6.a Biagio 9,a Biagio Catoldo 9o.è.Ct Giofetfo 24.^ T Azzaro 84.* Giouanni Huan^clifia 70.& Giouanni in Oleo 1 2.h GiouannideFurlani i_j. Giouanni & Paolo i 'ja Giouanni Bragola 9.b Gipuani Chrilòftomo 56.^ Giouanni di Rialto 6^.0. Giouanni Laterano z6. Giorgio d' Alega 8 6.a Gregorio ZgJb H rEIena ^Hiereniia Hicronimo -»— ' Lazzareto Vecchio car. 84.^ Lazzaretto Nouo 84.^ Lio 11.(1 Leonardo ^^.h Lorenzo 25.6 Luca ^j.a. Lucia 55.« M MAttheo €^.a Maria Noua 56.* Maria di Mi (èricordia 6 2.6 Maria de Miracoli 6i.b Maria delle Vergini 6, Maria Formofà io.fr Maria Zebenigo 44.fr Maria della Faua 5 i .4 Maria in Brogl io 5 1 .fr Maria Materdo mini 74.fr Maria delle Grafie 8,5^ Maddalena 54.« Marco TAVOLA. Marco Alarcuolci MarcilianO Marta Martino Marina Margarita Mauri tio Michele Moilè Maria Maggiore 29.1 5^^ 54.a 96.b 9a t i.a 88.b 45.b 86.à 44 b 96.b Nicolò de Toletini y^.b Nicolò de Mendicoli foL^ «7.b Nicolò de Frati Minori fol. 70.b Nicolò del Lido 84.à O OGfìi Santi 98. b Orfola Oratorio 2j.a Orto 59.a P PAolo 6^h Pan falcone {^S.b Paternlano 46. b Pietro 5. a Procolo i^.a Jì RAffaello Sy.b Rocco 7i.b Rocco 6i Margarita 4 ; .b SAluadorc Samuel lo Santo Spirito Stai Scbafliano 4. ^■ 8^a 74.a pi.a Sebadiano Oratorio 2 « .b Sepolcro 24.b Semi 5 -j.b Sellerò 1 o.b Secondo 86.b Siluellro 64.b Stino 64.3 Sofìa 54.b Stetano 49.b Simon picciolo 7^.b. Simon grande y^.h Spirito latito py.b Scolal^ica oratorio ij.a Scuola della Carità 99.3 Scuola di S.Giouani loo.a Scuola di S.Marco Toz.a Scuola di S Rocco i o 2 .b Scuola della Milericordia lOi b Scuola di S.Theodoro f o ? .a Scuola della pafllone io^.à T" Heodoro A Tomaio 4i.b 6,:à Trinità lo.a Trinità V" 98.b \ / Lrgini V Vitale 4-b 4-.b Vito 8y.b / z ^Accaria 26.4 a 2 SE- 5EC0NDA TAVOLA DE I D O G i di Veneti a. Ngelo Participatio car. 2i5.b Andrea Dadoloz^ 8.a Andrea Con tari ni 140 b. Antonio Vcnicro 141 b Atidrea Vendramino 248.3 Agofti no Barbarigo 2 5 1 a Antonio Gri mani 2 54.b Andrea Grirti 25 5 .b Alui^i Mocenigo 278.q B C B Artolomeo Gradcnigo 2i7.b C Hriftoforo Moro245 .b D Domenico Moncgario 2 i4.b Domenico Flabanico 2^4 b Domenico Contarini 2 ly.b Domenico Seluo 227 b Domenico Michele 229^ Domenico Morormo2 3o.a F FRaccfco Dandolo 25 7.3 FrancelcoForcari 24j.b Francefco Donato 259.3 Francefco Veniero G GAlla 2143 Giuftiniano Participa- tio 217.3 GioiianniParticipatio2i7 b Giouanni 1 1. Participatio 2 20.b Giouanni Dandolo 2;5.b Giouanni Soranzo i^ó.b Giouanni Gradcnigo 259.3 Giouanni Delfino.^ 25 9.3 Giouanni Moccnigo 249.3 H T T Enrico Dandolo 2? 2^ -nHieronimoPriolÌ275.a IAcomo Ticpolo 25 5. b lacomo Contarini 23 5.3 L Lorenzo Thiepolo 2J4.b Lorenzo Celli 259.» Leonardo Loredano 155.3 Lorenzo Prioli ^iS-b M lianò ca. \ /ArcelloTegal MauritioGalbaio 2i4.b Ma- TAVOLA. Marino Morofìno i^sh Marino Giorgio 256.0 Marino Faliero a^S.b Marco Cornaro 240.3 Michele Morofino 24 1 .b Michele Sreno 242.3 Marco Barbarigo 2 5 o.b Marc'Anronio Triuifàno ayi.b N Nicolò Trono 2464 Nicolò Marcello 245 Nicolòda Ponte a8j,a O ORfoHypato 21 5.1 Obelerio Antenorco 2 r 5 .a OrlbParticipatio aip.b Othone Orfeolo 226^ Orfo Participatio II. 2 2 2.b Ordelatio Faliero 228.b Orio Maaftropetro 2 3 i.b P PAoluccio Anafefl:o2i 2,b Pietro Tradonico 2i8.b Pietro Candiano a 2 1 .a Pietro Tribuno 2223 Pietro ll.Candiano 225^ Pietro Participatio 225.3 Pietro llI.Candiano 2 2^h Pietro li ll.Candiano 224.3 Pietro Orièolo 224.0 Pietro ll.OrfeoIo 2 2 5.b Pietro Centranigo 226.0 Pietro Pola ni 2 2 9.b Pietro Ziani *?5.a Pietro Gradenigo 255.0 Pafqual Malipicro 244.b Pietro Mocenigo 247.0 Pietro Landò 2 57.b Pietro Loredano 276.0 R "D InieroZ^no 2^4.3 S SHbaftiano Ziani 250.0 Sebaftiano Vcniero 28 2.3 T THeodato Hvpato 2 15.5 Tribuno Memo. 2 2 5.b Tomaio Mocenigo Vitale Candiano Vitale Fallerò Vitale Michele Vitale ILMichelc 242.5 225.a 228.a 2 28.b 2jo.a TERZA TERZA TAVOLA degli huominì Letterati VENETI che hanno fcritto. A J^lreaTrmifano 258/6 .Antonio Me'^^abarba • 259 a t/i luigi Dìedo 2«?9.4 uAliti^i GrifaUoni 1 5 g.a ^ luigi Cornata ì 5 ^.a Andrea VafcjuaUgo 2<[ p ^ .Alberto Alberti i^i.a Andrea ycneto 242.6 t/tleffìo Balani 244.4 ^Antonio Bernardo 247.4 sintomo Grajjello 248.4 Ambrogio Contarìni ^494 tAlui^ì da Mojìo 249.6 ^Uigi Dardano 2506 intoni) Vixjamam 2506 Andrea Vrioìi 2524 tAnt'jnio 0<-[<} 2^24 ^An-omo Comaro 1 5 2.4 ^ /6cr;o Calie ciano 2 5 ^ .4 ointonio Soriano VaU 25^.4 ^luìgiVrinli 2S7.4 ^dlwgiCh'ihlo 255.4 v4 >7t/>e4 'hiauaiero 256.6 Andrea tUpceni^o 2 5 7.4 Antonio Snlanoty. tAnfelmo Gradenìgo ^luigi Lippomano ^ luigi Barbaro ^lefiandro Marino Adriano f^ akntico jiluìgt Contarini >Ali*igi Taftjualigo angelo Ferro ^Antonio s ella Andrea Giuliano intoni) FinciguerrA Antonio Dandolo Antonio Tellegìino xA fonino f^ a liero ^goHìno A-rrtadi gl'Agi Moctnigo ^Antonio Cocco Antonio Zeno Antonio Vagano ^Ido Mann'iccìoluniore ^rìgelico bornie ciò emonio Telo. ^Uigi Contai ini 257.4 257.4 275.4 275.4 275. 276.4 275.4 277.6 277.6 277.6 243.4 250.4 246,4 2/2.4 2806 231.4 28 r. 4 281 4 281.4 281.4 281 4 2S4.4 2 86.4 276.4 B B Orbnne Moro/ino 24 '.4 net nardo Gihjìiwano 2476 Barn À T A V 0 L A. B'irtolomeo Taruta i^i a Bernardo Zane i^i.a Bartolomeo Zamhertì 2 ^ ^ . ^ Bertucci temerò is ^.b Bartolomeo Cornino 1 5 j.a Bernardo Capello l)8.b Bernardino de Maffei 2 5 8 i» Bartolomeo Fontana 2 5 8.^ Bernardo Zane 259.6 Bartolomeo Spatafora 273.6 Bernardo Giorgi ^ 7 ? .6 Benedetto Bjpinio 27 ^ .4 Bernardino Fcliciano 2 7 -j.b Bernardo 7{auaiero 2 7 5 .<« Benedetto Guidi 2 84.^ Barnaba Dardano 2 j 9.6 Bernardino Loredana 2 7^ .6 Bartolomeo Malombra iSiA CjtrloZeno 242.6 Candìano Bolanì 247.6 CaJJandra Fedele 2 5 2 .mifio de Francefchi 2J^B, oiureUo S(tnHt$ , a 71.6 Tietro Catena, x-j6Jb Tietro de Tomafi, 244^ Tietro Ciujìimano, »8i. *57-^ 271.6 37tfii / XAJ,0L:A QVAIITA di tutrele niaterie fc H ESI CO NT E 1^ do N O w.i.u;;.N.£ L L' O P E R A P R E S E N T £. AB A TE Ioachiho dorme nella Chiefa diS. Man o. ^ 4..liriydoue fepolto.So.a ijp.a ^4g doue [e- folto ^y.{i t^lmij'Jat Montana, et Capodijìria quando acquìfiate 2 5 5 .tf t/iltar grande di San Saluadore di , che mater'iafia et quale 47.6 ^Altar di Gabriello de GaìT^ni Ca ualiero ne Semi ^'j.b altare grande di s. Marco et jfua . difcrinione ^6, a ^Uare di s.Taolo in sMarCo qua do et da_ cbifabricato 5 6. a uiliare in sm saluadore fagrato , dal Cardinale OHienfe 47.^ Jlltare di s.lacomo in S4 Marco da chi fatto ^y.b tAUare di san Leonardo in s. Mar j co.pieno di reliquie et quando tròuate . ^S.a Imitane ciòchefiano,etperche^& loto ufo ì^O,a t/iltaredi s .Antonio in s.GÌ6uan- , ni Lacer4n^,eJifu4,iegnita > & . perche . . ., . .-. 1 ■? v i^i.b iAlte"^^ del campanile di SiMar- co et quanta 106. a %Àluigi Conte dalla Torre douefe- polio Sg.a tAluigi Fofcarini Trocurator di s. .Marco doue fepolta 6g.b t4}nbafciarie 6p.in Fenetiatin un tempo medefimo , & perche a^7.4 ^mhafctadori quali per la uenu' tadel B^di Francia af^enetia i6i.a oimbitione non conofcìuta dal Dò- ge Triuifano - 471*^ Ambrogio da Frhmo et fua ope- ra a san Michele da Mitrano S6.a ^madeo de Songuadagm Fice- cancelliero di f^enetia, doue fé- polto i^.a ^madi famìglia &fuo carico nel l'Oratorio della Faua 51.^ anconitani arrenati da Feneti^et quando t ^ 6 A.. andare in traUo ciò chefiayet co- iney& da chi fi faccia 1 49.45 ^Andare in trionfo del Doge come fi intenda 18^.4 andata dal Doge nel giorno di s. : jfidoro & perche 204.(1 ^Andata dal Doge a san Gemh nìano& perche cagione i c)6.b andata del Doge a s. Fito et per- . che cagione 1 g6.b andata del Doge in s. Marco peir la Madonna di Mar':^ zOì.b andata del Doge in san Marco t ^perche cagione ìoi.b andata del Doge a san Giorgia Maggiore , et perche cagione 101.4 andata alli due CajìeUi del Dog€s et perche cagione 197.^ andata del Doge allaCiudecca^et perche cagione i o 5 .4 ^Andata del Doge a s. GiufVna ^ perche TAVOLA. . perche cagione to^.4 yindata del Doge per il Corpus ,: Domini lO^.b i/indata del Doge a s.Zaccaria,i& perche caufa i9sb tAndata del Doge a s. Maria Por- mofa,et perche cagione I9^.a andata del Doge a s.Marina,<& perche cagione ioo.4 jlndrinopoli Città fottopofia a Ve netiet quando i-^z.a i4ndrca GrittiÙoge^etjua pompa : fjj.betdoUefepùlto i6.b Andrea de Framefchì Cancellter i, Grande quando fojje izi.bdo- • Uefepolto it.a ^ ^Andrea di Bartolo da siena , et fua opera in ^Michele di Mu- tano 86,a tAndreaPrix2Ì^oCanceUìer gran de doue fepoltò a. a oindrea Valladio et fua opera alla • Giudecca ^iMSi.aóp.a Andrea FrÌT^ero CanceUier Gra . de^et quando fofìe iti.b Andrea Vendramino Doge , dotte fefellito ^j.b Andrea Bono Fefcouo d^Equila qualChiefaconfacrajje i^A ^Andrea ^cciofculioretetfua ope rainpalaTXopubUcè ii^.b ^ndreardi et loro edificio et qua- . te 6*). a tAndrea Venàramìm Guardian Grande della /cuoia di s.GiouS- ni tco.b t4ttdrea Cìwémo iUt^irc àpnefe- polio ^4.4 ^Andrea schiauonepìitoret et fua opera ne i Crocicchieri 6ii 4 1 14.4 ^Andrea stomardo Trocurator di san Marco , et fua cappella is* doue i^.(t Andrea ErÌT^ Trocuratordi s.irt Marco douefepeUìto t z.h^ %Andrea Contarmi Doge doue jc^ polto 5 04^ lAndrea Cappello ualorofo hHomo genero del Doge Barbarigu Cfff^, t"-i v',<--.;v,. Antonio Maùa Fontana j etfueco fé di prezzo ^^ q>*ali' ^B^-^ Antonio Soriano Vatriarca , doue fepolto. Sob tAntonio Scarpognino Architetto di S.Gìouanni^uo in B^alto, A.ntonio et Sigifmondo^deCauaUi. emonio da Molino Burcbiella et fua qualità. i6S.b Antonio Gradenigo Conte d'orbi con MifìafuaConforte doue fé polio. iz.b . Antonio Centani Cau altero bene- fattor degli incurabili, ^-j.b emonio et Taoh Mantouani.et lo to opera in s. Marco. ^^,a Antonio temerò Dogetdovef^pol to. 18^ Antonio Fincigucrra secretarlo , douefi'piho. Sì a Antonio Mimilo iCt fua opera in S Maria Mater uomini. i%.a xAntorùo Donato illuiirey doue fio. fepolto. --2 R 'i^^tliiL •: vy^Jfc jlntonelloda Mefftm^nuentordel colorito a 'Ho J'y.et fua opera inS.Caffano. 75.6 ^Apparato delli drappieri in RiaUo ' per la uittoria delTurco. i % S.a jtpparecchi ordinari fatti a Vnn- , cipi eterni quali fiano. lóS.a ^apparecchio infala del gran con- figlio per lo F^ di Fiacia. 1 6 5 .« . ^pparittone dì S. Marco in qtial ■ luogo della fua Chic fa . ^8. a Arcella ciochefoffe et portata con lefpofe a CaHello* 14 S.b architettura di S. Marco di quétr- . le ordine fia. 5 o.b architettura Tedefca quando in' trodotta in Ven etia. là^o.a ^rciuefcouo della famiglia Critta ins.Vamaleone. 8S.b ^rciuefcouo di Tripoli aiutato da . yeneti per lo racquiiio della eie tà. 2^5.^ ^ria di Fenetia et fua qualicà.i.b ariana etCadj.ana famiglia rejiau ratrici di s. B^ffaeUo. 88 .Jepolto. SI. a Bartolomeo Montagna pittore , et fua opera nella Scuola di S.uar €0. loi.a B^fìardt quando efcluftper legge i.., dal Gran Configlio, 255.ai5 .a Be^^liaili Smalto et fua dlfcritth A tJtei.-'.'.'^K--'^ '- :' ■■'■■ i. 5-.. 155.4 B^intiFiumnii et altri pittori -».. quando fojiero^ - ■■ . ■ = US .6 •Benedetto ManTJniet fua flatus in S. Gemmano. 43.^ benedetto Diana Vittore. 16. b. 54. b.p^.b.ioo.b.iì').b. Benedetto da Vefaro douefepoltc, 6S.b. Benedetto Manzini fa refìaurar S.Oemimano dal senato. 4^2. a Benedetto Feronefe & fua opera- nella libraria di san Marco., 114.6. Benedetto lU.Vapa uifita la Chic Ja di S.Zaccaria. ■ 26.^.15 p.^ Bene ditt iene data dal Doge , et da chi et quando. 185.& Berretta Ducale del Doge & fua ualuta, ^S.b Berretta Ducale, fuoi nomidiuerfi et perche, ijó.b Bernardo^ Giorgio Voeta douefe- polto. 44.6 Bertoldo Orfìno Generale dell'ar- mi della B^p.et doue. 245.6 Bejìici faccheggiato dal Turco in Vuglia et quando. "2-7 3. a Bianca Cappello CranDuchejfa di Tofcana. 1^^.(1 Bianca Maria sforma etjùafiaiua doue fi ccnferui. 1 ^ J •<< Boccaceino Cremonefeet fua ope- ra in s.GiuUano. 4p.a Boccajfi famigliaa s.luca.i^ 5.tf Boccoli rwbili doue habitajfeto ne tempi andati, ■ < V^a ^BoUa dell' IndulgeoT^ di s. M4rco, 40.rf " J^i iiQll4di1i^ap4 MejfaHidfOfin^m ali*!»' T A V O L A. ■^ ^ àWìndulgen%a della Carità. 9 5 .« ^olla dì p'mnboyantica de Dogi , <& • prona di ciò. i88.gUa et loro Vrocuratc- ri et quali. 108.6 capelli & loro memoria in San- ta Maria Formofi . car. i o. b c in TAVOLA. w santo Antonio. 7. a. in santa Lena.iS.ain sanZaccaria.^S.a Capi di Quaranta perche uanno in Colkgioyetfuo fignificato.i -j^.a Capitani Veneti illuiìri cantra soli- ■ mano & quali. 2 5 6.b Capitani Feneti cantra ^A'^linó da Esìmano quali fojjero. z^ ^.a Capitano Generale di fidare, &fua creaticne,i^ come. 2o6.a Capitoli concernenti al cuho delle coje di iiìne i-r quali. iij.a Cappuccini et loro cbiefa & da chi ordinati. 91. a Caraueìli famiglia &fuoiTrocura tori et quali. ìo'è.b Cardinali Comari fepoltiin s. sai- uadorei& quali, 4^ b Cardinali GrÌ7nani quali & douefe polti. ij\,a Cal%e et pianelle rojje del Doge ciò che fignifichìno. 1 7 g.a Carlo da Montone Capitano della Bsp-nel Frioli. •178 .6 Carlo OttauOi etfua uenuta in Ita- lia et quando. l'yi.a Carmignola creato Conte dal Doge et come. i-j^.a CaJhCiuraaa , et fuoi [epolchri et memoria doue. gj\.a Cafe Iucche fi uenuteda Lucci ^ quali. ' <^8.b Cafamenti dìuerfi quali et douefta- no. l i^i.b> Calcano & fua dìfcrittione . 7 5 ,a Cajìandra Fedele qualfofìe et doue fepolta, 6. a Caffiodoro senatore , et fua lettera in lode di Fenetia. 2 o 7.^ Ca(ielli.6.b et quando et da chi fa^ bricati. 258.^ Cafiruccio etfua eperation in Luc^ .ca.^S.a Catarina Cornava, a chi maritata» ^S.a 5 5.i>' u\x.' Catarina Zeno et fm parentado col i^ediVerfta. 2^6.ro& Stefano Brefcianlt CI c^ TAVOLA. et loro opera in Santa Maria dello Horto. ^,c).b cibi ordinarij del giorno qualità. ii6.a cinque dia pace quando acati . t33.b ce j cui:o dif^eneùa qualfia. 2.a città 'hlntia come chiamata da gli antichi f^eneti. zi^.a città pcjfcdute da Veneti nell'Im- perio d'Oriente et quali . car. 2^2.ft città pojjedute dalla B^p, et quali in Italia. ^53-iuifìone dell'Imperlo fra cario Magno et Tsljceforo qiuk.car. ziè.a Dogaline et Ducali y forte di uefle deFeneti. I47-^ Dogana da Mare et Granari qi-a- . do fatti. 11 6, a Doge ciò che rapprefentì con V ap- parenza^ et qual fu. tj'S'a Doge non poffa elegger Doge da chi & quando ordinato. car. 227.4 Doge crea conti , caualieri & altre degnità et perche, carte 178.4 Dogeet fiio donatiuo èia nohihà et quale. 189.4 Doge creato Dejpoto nell'Imperio di coilantinopoli . 1 5 2.4 Doge , et tifate fue in puhlico et per qual cagione. loó.a DogCj etfua andata per palai^ t quando injìituita. 2 4^ -^ Doge da chi accompagnato per legge fuori di palazzo . carte i8i.4 Doge ò Duceypercherìtrouato da gli antichi Veneti. 174.^ Doge^perche detto B^ttore^et fua fomiglian'2^ co Fattori delle citta. 175.'* Doge j perahe cagione chiamato O L A. Trincipe. jjY^ DogeyTrincipeìnapparen%ay ma legato dalle leggi. 17 5 .a Dogi nella fala delti 2 5 . er quali , 124.& Dogi diuerftfeppeUitiin s.Zacca^ ria. 29 a DOgi che fi dilettarono di haliti'po poft et quali. ^TJ'^ Dogi apparentadi con principeffe grandi et quali. i jg.a Domenico Meppo Vefcouo doue fepolto. 'j^.b Domenico di Tiero et fua cappel- la nella carità. Q6.b Domenico contarini Doge, et fua opera in San "incoio di Lido. 84.4 Domenico Triuifano padre del Do gè doue fepolto. 1 5 .4 Domenico Michele Doge doue fe- polto. 82^ Domenico et Fracefco Santi, figu rati in san Marco et quando . 3^.b Domenico Moroftno Doge doue fé polio. j^.a Domenico Beuilacqua Secretarlo etfiiofepolcro. 9^.6 Domenico seluo , et fua creatione comefoffe. iSia Domenico Tribuno Dcge preter- mefio da tutti' gli Scrittori, et approuatione d'efjoper anticìje fcritture. iiiJb Donato Finitiano Vittore , et fua opera in S.mrina.i 2 .<* ^6. a DO' TAVOLA. Donatello Scultore &.fiu opera ne Frari. 66. a Donatione di Tifo ^ureo dello fla bile di BlaUo V^ono alla l\ep. ìS3.a Donne f^enete per natura bian - chijjìme. 148. Drappieri &fejìa loro per la uit" toria del Turco. 1 58.<8 E T^ Difitio di s. Maria ^ormofa, -t-> da chi edificato. 1 o.h Edifìtio dì s.Giufìina come edifica to. I2.b Edifiiio della famiglia Candiamt quale. 45.6 Edifitio di S.Seuero da chi fabri" cato. I o,b Edifitio della famiglia Tarticipa tiaduuepoflo. lo.a Edifitio di S. Zaccaria da chi fat- to. 2 6. a Edifitio di S. Trinità da qual fami gliafatto. ìo.a Edifitio di Fital tallero Doge qual fi a. 45 ir Edifiiio di S. Giouanni in Oleo da, chi fabricato. i^.b Edifitio di S. Mar ina da chi [ubi ica to. i i.a Edificatori della Chiefa di s. Volo q "ali f /fero. 6j.& Edificatori dtUa Chiefa di S.Marti ■ no quali, g.h Edificatori di s.Giouanni Bragola quali. gh Effìgie uera di Chriflo in s.yiarco, crdoue. 38.4 Emanuello Imp. foccorfo con ar- mata dai Veneti. 3-^i.a i Ifcti^ T A V O L A. £fcufatì,& loYodichmatìone fé- condo lefcritture antiche, car. 2io.b Efcufati pofli in Dorfoduro dal Dogey& quando. 270.^ Efchfati del Doge chi fofìevo , 6"* loro nota amica. ^i.z "Epitaffio di Uieronimo MoUno Vocia. 45..-Z Epitaffio di Marino MO'-ofmo Do- ge, j i.a Epitaffio d'^go[lino Baibarigo Doge. 9 6. a Epitaffio di Dionifto "^laldo . car. lo.b Epitaffio di Hìeronimo da Canale. zo.b Epitaffio di Limo Vodacataro.Ar ciitefcoHo. 9 i.b Epitaffio di scbafìiano Ziani Do- ge, 8 ì.b Epitaffio di Fortunio spira. 5 6.b Epitaffio di GiOuanni Cappello Ca ualiero, iS.a Epitaffio di Francefco de B^ffiora tot di Francia, q9.a Epitaffio di Leonardo Trato. lo.a Epitaffio d' .Andrea Trocuratordi S. Marco. 2i,b Epitaffio del Vefaro Fefcouo di Baffi). 66.b Epitaffio di Marco sanuto. 28.4 Epitaffio di Islicolo Crafìo Orato- re. 9 2, a Epitaffio di Incoiò Marcello Do> gc. 1 1 .b epitaffio di Riccardo Malombra. 2i.b Epitaffio di T^icolo Trono Doge . 6j.a Epitaffio di M are' .AntonioGrima ni Trocuratordi san Marco, 9^.a Epitaffio di Dea Moro/ina Trinci pe(li. 'yj.b Epi: affilo di Gian Tietro stella. Epitaffio di Marchiò Miche leTro curatore. 42.6 Epitaffio di Giouanni Mocewgo Doge. ipa Epitaffio di Luigi Grìfalconi.i i .b Epitaffio di Domenico Triuifano. i').a Epitaffio di Domenico MicheleDo gè. 82.a Epitaffio del Fefcouo de Mariti. óo.a Epitaffio dì lacomo Sanfonino. 44.^ Epitaffio d'OdoardoBaronlngleJè. Epitaffio di Marino Bolani. g^.a Epitaffio di Zaccaria Barbaro Trocurator di san Marco.car, i6b Epitaffio di Bartolomeo Gradeni- go Doge. si.o del Doge. 1 S.b Epitaffio di Taolo sauello. 6^. a Epitaffio di littorio Tifani & do uè, S.b Epitaffio di Marco Barbarigo Do gè. 9^.b Epitaffio di Marc'^ntonio Venie ro D.& V.di S. Marco. 9 ^ h Epitaffio di lacomo Marcello, 6 9. a Epitaffio di Hieronlmo Barbari- go. So. a Epitaffio dÌDamelloVeniero 9^.h Epitaffio di Tomafo MocenigODO gè, ^ t^.a Epitaffio d'Antonio Cornar 0 Filo fofo. 50.& Epitaffio di Vittorio Cappello Gè nerale jS.d Epitaffio di Tietro Cappello Sena tore. 28. b Epitaffio d'Andrea durano Sena tore, 9^.a Epitaffio del Conte Incoia Or fino, 19. b Epitaffio di FracefcoGrimani.Si.a Epitaffio di Marc' Antonio Morofìno Trocurator di san Marco.i <).b- Epitaffio di Loren'z^ Gabriello Ve fcouo di Bergamo. 2^. a Epitaffio di Hieronimo B^aga-^c^- la. p^.a Epitaffio di michele Steno Doge. ii.b Epitaffio di Melio da Cortona Ce nerale della fanteria. 9^.h Epitaffio di Domenico Eeuilacqua Secretario. 9^.h Epitaffio di GiufUnìano Gran com wendatorc di Malta. 90. b Epitaffio di Francefco Fofcari Do- ge. ^ ^ ^ ^ 6j.a Epitaffio di Tietro hiiani Vefcouo di Vicen'za. qo.a Epitaffio di Marco cornaro. 5 5 .4 Epitaffio di Tietro Mocenigo Do- . gè. \9.a Epitaffio del Doge ..Andrea conta rino,& douefoffein Chiefa^^ doue fta al prefeme . i^ì.a Epitafio di ^oromeo Conte di Val tavola: . taro in SMdcna. jj.a Bpiiaffìio di Muigi Fofcarim P. di SM-nco. 6 g.h epitaffio di ^rigelo nadoaro. car. epitaffio dì Lodouico spinelli Se- cretario. 4^.^ Epitaffi delti Cornari in S,^po(io a, 55.4 F^hrica del pala?^ Ducale quando & da chìfhtta. 1 1 9 h 250.&274 a Tahrica della Libraria quando & da chi cominciata. \\^h Vahriche nuoue di pìaT^ uerfo uarceria da chifabricate. car. lo$.a tabricbe nuoue in^alio da chi fa hrìcate. i ^ 5 ^^ Talleri poffèdeuanoin Esalto gra parte di terrenOé ^3S-^ Vamì'ilia Dolce &fuo aitar doue ilb famìglie & quali andajjero ad ha bitar in Dorfoduro. 8 ']incipe Malìpiero,qua do & perche. 15^.6 Fejìa nella [ala del gran Conftglio per lo B^ di Francia. 1 6 6. a Feììa di s. Gìouanni DecollatOtper che cagione foleni%jata. 205.6 Fejìa di S. M arciliano perche ca- gione folennÌT^ta. 205.6 Fejìe publiche etpriuate, quali et da chi fatte. lóS.a Flamini ò facerdoti antichi, che officio fojfe il loro. 1 -jó.a Figliucli di ncbili,ft danno in nota alCAuogaria, t^^.b Figliuoli del Doge Fendramim et quali,& qualità d'ejii . 278.^ Figliuoli d Orfo Tarticipatio qua lifojjero, iro.a Figliuolo di Doge,auttoricà &pre minenXefue. 1 90.6 figura nella Loggetta di mano del SanfouinOi & quale 1 1 2.^ Figure in San Marco per inuen^ tione dell' cibate Ioachino.car. Figure al tiaturale in S. Marco^et quante. 3 7 Figure^, di por jì do fui cantone delia s\an\a delle gioie di doue uenijiero. 1 1 g.a Filcmene B^ de gli Henetì. i .a Filippo B^e di spagna quando paf- fafte in Italia. i59'6 Filippo F^ di spagna fratello dei- la [cuoia di san Giouanni. car. loua Filippo Majjeri Gran Cancellìero di Gierufalem &fuo dono alla jcuola di san Gìouanni. i oo.b Filippo Vanita .Arciuefcouo di Candia &fua operatione . car, 8p.b Fortunio spira dottijjìmo dove [e ^ polto, 5 6. a Fifolare , ciò che jìano ,& quello chefifhdilcì-o. 17 1.6 Fiumi & quali pafjinoper le La- gune. 2. a Foccari , etfua camera in Fornica de Todejchi et quale, i ^ 5 .6 vondo di s.Giouanni & Vaolo do- nato a frati & da e hi. ly.a vomico de Tedefchi & fuo ufo ne tepi di Carnouale.ì^ 5 mi6 8.6 vorma acuta in capo a Trìncipi « ciò che fignifichi. 175-^ forefìieri fecondi che ajìaltajfer9 la Laguna,^ quali. 222^ tran" TAVOLA. Francefco Contami Trocurator de S. Marco et fuo ritratto nella [ala del Confi;ilìo i ^z.b Francifco Contarmi Giurifconful- to, figliuolo di T^colò Gìunf- confuUo et fuo ritratto in pa- laj^o. i^i.b Francesco ISlouello signor diVa- doua^ doue fepolto. 5 0.4 France/l'o Fofcari Doge.66.h et amato dall' uniuerfale. 19^. a Francefco Maria Duca d'orbino Generale della B^p, et quando. Francefco da Carrara et fua lega contra la B^p. yinitiana, 240.6 Francefco Carmlgnola creato Co- te dal Doge. lyS.a Francefco et Hieronimo Contari- niyhanno lo feudo di Genoua , tolto a Chioggia dal Doge,nel- lauittoria, 1^1 a Francefco Landò Dottore et Ca- ualiero doue fepolto. i^.a Francefco Berrettaro,famofo re- citante aliimproufo. \6g.a Francefco BiJì..ola pittore y tt fua opera in s. Maria Materdomi- ni. 7 4.6 Francefco Barbaro liberator di Brefcia doue fepolto . 16.& Francefco Cherea fua profesfìo- ndetchifofìe. lóB.b Francefco Giglio antiquario do- ue fepolto. 6.b Francefco Donato Doge , doueje- polto. 57.^ Francefco et Valerio Zuccatti,et opera loro in s. Mai co . 3 4.6 Francefco de Bojfi Orator dìFran eia doue fepolto. jg.a. Francefco Feletto Guardiano Gra de, fondai or della scola ì^oua della M ifericordia . loi.b Francefco de Francefchi, et fua opera in s.samuello.^6.a 8 ó.a Francefco Grimani doue fepolto . 81.^ Francefco Dandolo Doge doue fé polto . óg.b Francefco Bernardo Caualierodo uè fepolto. 6j.h Francefco Moran'zone intagliato re,etfua opera in fan Samuel- Io. ^6.h Francefco saluiati pittore et fua opera nel corpufdomini.ói. a 143.4 Francefco Feniero Doge doue fé- polto. 48.* Francefco da K^egroponte pitto- re,etfua opera in s.Francefco. 15.6 Francefco Beua'x;^no Cancellier Grande quando fofie . iii.b Francefco dalla sega Cancellier Grande quando foffe. izi.b Francefco Slpìicllo da Carrara et fua Hatua doue fi a. i 3 J •<* Franchi famìglia et fuo fepolcro . z'è.b Framiotto famofo recitante all' fcitola TAVOLA: ìmprouifo. 1 6g.a Fiigij et Eghtlj et loro creatione della portatura in capo de Trincipi. I75^ Fratello del Dogejauttorità fue et premineriTe i ipo.6 Frefchi famìglia etfuo fepolcro . 28.6 Frate^rhano maejlro eccelletijì. di fare organi. 7 5. a Frali Minori de Frari fratelli di Scuola di s . Clou anni, ioi.a Fraterna della Croce et opere fue. Fraterna dì s. uignefe etfua ope- raiìone. Sg.b Fraterna de ì Mafcoli in s. Mar- co, 5 6. a Fraterna de Fiorentini doue et da chi inftituita, qo.b 'Fraterna di s,Marìa di uifericor- dia doue poHa. 6o.a fùoli quando haueffe tìtolo di Du catc. 17 5".^ ?uochìyet loro/ìgnijìcato et inter- pretationeìn Feneria. 1 1 j.b vuùco in pala':^^ fotto il Moceni- go. et quando. 280.6 Funerali quanto cojìi. i ^o.a et la qualità. 1 5 o.b funerali di figliuolo di Doge uiuo^ et quale. i$i.a fuoco difir ugge s. Tietrodi Ca- mello. ^,a funerale del Cardinal Zeno in s. hUYCo quando rinouato. 2 5^.6 funerale del Doge come fi facejjè ro.i6i .a et quale alprefentf» ipì.b funerali del Doge quali fojfero per il paffuto, ipi^tt funerali del Trocuratore quale et quanto. 16 1. a TuneraU,et ordine loro della Chic refta, 150.* -funerali del Cancellìero Grande ^ et quali, 1^1,0, 0 GMere grofeyet loro cagione della uittoria del 71. 27P.^ Giorno felici fs. a Veneti et alU Chrìfiìamtà qual fofìe, 2y g.a Gabriello Seluago-,et ciò che feri- uà intorno alla nobiltà Fene- ta, 1 6g.b Galea di tacomo SoranT^ et fua belkT^. ló^.b Galee date a Tapa Frbano F.per pajfar a MarfiUa. 2^o.a Galee Fenete quali et quante in Terra Santa, 2i().b Gallia togata perche cofi detta, et da qualnatione. '47-'2 Gallina famiglia , et edificio fuo doue. 5 4.6 Galparo MoranT^one, et fua ope- ra in S. Maria dello horto. 5 j.a 5 9 a Gajparo dalla Fedoua Secretarlo doue fepù Ito. iS.b Gaula 0 Daula famìglia qual fia» 88. d Cenerai da, M^retSt fua creatìom €tC(h. ■ TÀVOLA. *.'■ KcomB. ■ 106. a -Genen del Doge Vendramim qua. liei; quanti foifero. lyS.b Ì}enouefi mantennero Nmperato- ■ re inCoftantimpolt cantra i Ve J ; fKti. i>4.'? 'Gentil da Fabriano Tittoree!: fua 1- opera in Sala del Gran Confi' ^- 1 glio. 2 24 a. g^.b.\oi.a.ii^.b. , LeghedeVenetiz^z.a. 245, 441.6.15^.^.237.4. Legato del Cardinal Zeno quaìfoj fé et a chi» t6o.a. Legge intorno al Doge Ì79.&.177. a.ì.^^.b.i'^ó.h. Legni l/eneti aiutano Baldomno . B^inTerrasata.i 28.6.2 29.. Manto, quando foffe ordinato nella per fona del Doge, 1 7 7.4, uantouanii & difcordie con loro ^quando. ì3$*a, Mappamondo,altreuolt€ dipinto in Rialto. IJ4. A< V 0/ L A^ Matilde di [angue reale,mogUe di Ordclajfo Palmo Doge, itp.tf» yiarfiUo da Carrara figmr à'i la douii <^ fua chiefa alla Giudee ca. 90.4. }Aai(^ Antonio Grimam Trocura tor di San M^ reo douefepolcc» Mire',Antonio hUrofmo Trocu- rator di San tAareo doue fé- polio, 15À 'hA.ar(f Antonio ^ragadìno ÌAartì re dme ripojlo, ^9. a, lAar L'Antonio fremerò Trocura tor di san M^rco douefepolto. Marc' Antonio Gìujlimano il uec chiOi&fne qualità, 1 5 ,a, yiarco Giujliniano Oratore a Car lo Duca di sauoia, z 8 5 .&. hAarc'AntonioTriuifano Doge do uè fepoltOt 14.&* hUrchiò hAicbele etfuo dono alla. chiefa di s, Geminiano 4 ? . rf. douefepolto» ^t.a, Maurìtio Duca di sa/fonia etguer ra mojja all'lmp. » 5 p ^ Marco Barbarigo Doge doue fé- polio. 9%.y Marco Cornare Doge douefepol- to. 1 7 b. Marco Bafaito Vìttore^et fue ope re.^j.a.ói b.-jpb. Marco dal Moro Vittore et fue iio.a. uarco Ehangelifia di mfaico, ofe ra ammiranda et doue, 14 ^/ Mano Gofmero f^efcoHodoue fé polto, 75^*1 Marco Volo detto Milione doue fé folto, fy.b. Marco fioccai et faa opera in$. Maria delio Orto. 5 pir. Marco Sanuto dùttiffimo douefe^ polto, t^Jl Marco 1^ eghìa Vittore et fuo opc ra in S, A luigi, 6 1 . ii^.b, OrfattoGiuflinìano Generalddoue ■ fepolco.So.a.z^^.b. Orfeola famiglia perche repulfa daVenetia. i2j.a. Orfo Badoaro njrfuo dono a Gioua ni Trono. 85.^. Ottauiano Valerio senatore et fuo ritratto ìnpala"^. 120. . TaU:^jììiVenctia,quali,et quan , tiiCidoue, , ^3?.^. Tala-:^ Ducale quando & fótte qual Doge rifatto, léo.a, Tala':^ Loredana a s.MarcuoU etfua difcrittione. 144.6'. Tala'^ Cornaro a S.i^uritio et fua difcrittione. 144.&, Valai^ Delfino as.saluadoreyCt fua difcrittione. i^^.b» TalaT^ Grimano a S, Luca , & fua difcrittione . Ì44.&. Tala-i^delComun dì Ciujìitiat douefoj^e in B^aUo. 134.^. Vala'^^publico &fuadifcrittio* ne. I ìiJb. quando cominciato j quando arjfo, quando rifatto , iiy.b. Tala%p($ Fofcari etfua qualità et difcrittione. l^%ut. Tala'Z^ Tatriarcale da chi am- pliato et refìau rato. 6 .a, Talandarie ufate da Veneti, et in che tempo. 2Ìp.a, TaUio fatto dal Doge per la Chie^^ fa di San Marccet quale. caVp t-^j.a» Tanni Veneti per la bontà et bel* leTJ^lorodeftderati da tutti, 134.4. Taolo Verone fé Tittore etfue ope re.'^.b.zj.b.'y'j.b.óì.b.ó^.b» ó^.a.'j^.a.^ijt. gi.b. iio.b, 114.6.123.4.125.4. ' TaclùJ^amufio Giurifconfutto & fuo ritratto in Tala'x^.caT. 13 2.4. Taolo Contarinì ifaluò l'I fola del . Zant€,etqHandoSLa.iSSa^ ' Taoh T A V paolo Pillane fé scuitoìre3& fua , epera in S>.GÌMH'ma. i 2.b. Taolo sauello Bimano douefepol , to>6S.a.6^.b Taolo Orftno morto in Yenetm& ,. quando. ^'è6.a Taolo Efarco di B^uenna rifugge aW aiuto del Doge & quando, " zi^.a. Taolo B^mufio , & fuoi libri in- .- torno aWacquiflo di Cofìanti- . nopoli. i^?^- Taradifoinfala del Gran Confi- - glio da chi dipinto 0- quando . TayrafioVittore & fua opera in ; s.Giofeppe. 24.^. T^rentadi del Doge Loren':^ Thie ^.. polo & quali^ z 54./;. Tatolc del Tapa al Doge Ziani , dopo lauittoria acquisìata.car. Tavole del Doge al Capitano Gene ral da mare quando fi crea . io6,a. Tarole del Doge quando ^ofa il . mare per la ^fcenfione . car. Tarole di Gabriello seluago in Un , de della nobiltà Finitiana. car, lóg.h, Tarole del R^ di Francia al Doge - , MocenìgQ infarti undono.car. AÓy.a. Tarti,& loro difcrictioney pompa & grartde%^. l^p.b. Tarli di CoHaminopoli cpme dtui o L a: fé fra Franceft &VeHetU* i^Z'a, Tartita del Doge Or feolo fatto mù nacQ in Guafcogna, 2z<^.a. Tanta delle cafe in Venetia , ^ quando & perche. ì<\o.co di brcn'i^ da chi f colpiti, ^j.b. Ter fona prima di san Marco dopa ilDoge qualfia, ^g.b^ Te- . -T Jl y Teffdgmi (Mondanti in yene- tia, zjf. Tejcare in ualle^etfue maniere et diletto.i'ji.b.i'ji.b. Tefcariadisan Marco^et fi4a di- fcrittionCiet ciò che fojp prima, ìl'y.b. isTeUe in yenetia, et cagione della . . . , morte delDoge wchele. i^o.b. 15 8.*.24 1 A274.« 249. ^. ,Teiitione officio ciò chefta et qua- ; ,, do creato, ,. < ^ìt^iJf Tetrarcayhabitaua inVenetia nel pala'jf^dei Molini dalle due . Xi.rTorri.i^o.a.inolto amico d'An àrea Dandolo Doge.z^S.a.fi^e parolenella giornata fatta da Feneti coFederigo Imp, 2 3 i.a. etjua difcrittiohe della gioflra pia ricuperatione diCadia. 5 2. . b.fuQJoni!) fatto alla signoria, 24Ì». Tiaceri ne tempi di flate la notte.et quali^\ ^ i-jS'b. Tiai^ di s.Marcofotto qual Do . gè f aleggiata. 105.4. Tìaj;!^ di s. Marco forma quat- tro piai^XS ^^ ^^^' io<).a, Tiai^adi s. M.arco,et quale fecon do il Petrarca. . 104.^. viaT^ ottenuta dalle monache di ^.Zaccaria. ì7j^»; fictra doue predicala Chrifio in . ; Tiro » dpMefia^ttsan laarco . pietra della prigione di san Gìo-r ^ Ui^mi Battici dohepcfiaiìi s. '^. ili O ^t A ^arco. '-|4<«J vietra in San. M Arco ideila qual Moife traffe l'acqua nel defer^ to. 33.a, TÌetra del bando dipiax2$ di doue uenifie; -. '^^r,^\ ;-> nS^, pietra prima in San uarco chi U mettere, go^. viero Giouanni Campanatto et [un opera in SMarco. ^ 5 .a, Pietro Fofcari etfuo pala^jo rea- .^ , U inTadouaÀ6j.b.i ^ .^* >> ^"Ji RKAgatte ciò chefiano '& qua - litàlorot & perche introdot ;-'fe. iji.a J^g^'^rsl famiglia i& loYofepol cYo'j&doue. 6'i.b J^fhìnoCare/ìniCancélUer Gran '' de quandofojji', lii.a 1^ coronati, et quali ueràfferoa "-Venetìa. > lóo.h J{efèùorio di s. saluadore notabile per più cofe. 48.4 VyCgina d'angaria d' Aragona fua ^uenuta a Fenetia et, quando. *• .'x47.^. ■ ' f^gma CQrnara di Cipri, & fua • partita di renetta. 24^.21 B^egina di Datia &fuauenuta a Venetià,& quando. 161. a Bigina d'Vngaria,qualey€t quado uenìjfe a Venetia. 161. a Bigina Cornar a , et fua uenutaa Venetia^et quando. i '^\,a.ì6ì.b BS dì Francia gioftrando èferitOyet fi muore. 274.(1 I{e d'Vngarìay &fua uana opinio ne della prigionia del Doge Del fino. 2^9.m Bernardino orìgine di s-Vran- cefeo della Vigna. l ^.a san pemetrio qual Chiefa fofìe i. &dachifabricata. 48. ^ sanciouannidePorlani Triorata dei Malte fi. 13.^. S^ro Ilario & fua giuri fditione nei , leCambararc, . 89.^ S40 T A V Bofchei^i^fM OptTA. 3^ 9 A £m liberale fscfioimS, Maràu, 11 Jk Sòma Marìd T^itdU qad (D(fe M^Cimdecau ^c.a SiOU SatUSUcAet fmOrntcno émtpofèo, i^.b ftalv ta(iimi àmtfife ffrìmt, ^3M Tbeadarojcpra la cdvmjt èetut s. Gid^fo dd Gmhmh^tr da* ^ 1 1 6*& S3M^ B.vrhxrigo (k;,;: ; ;: i io.b, ^V4 -rio ^m S:''?ir ;'.;-^ -; ■ r^'icmioTo^et 5 ■, f. OT.^ineloro^ 11. b, ^ ; f cot^enexi. i4o.«. Scipio Ce'iljtì'^ ftfi^a opefMione coi ^ di Fraiicii. 16 ^ .i. Scriicyre fmhiiche in ncmt dei Dò ^ e: perche. ì8jM. Scrmure Duuli e: ìmpórtanu cS filxz^ q.*-indo ai'defìerotel doue. 4^^fc Sr;<'V) delU ComumtàiiGencud tci:o -:. Loro Genersie qualfof fé. i4t^ S-:niie ri dd Dogey chUmati ami- tamence Efcufxti. no Ot Scapa bumcA delu-oge, ciò che ft' ?--■•' _ ^ i77-^' S e ... . . , , . e : inHi:u:o loro 9^. a.b.deiU Cariti 9 9 ^.é S. ^B^ Co to;.!J. della bAjjericordià 1 oi.bAi S.y.rrco loiji.di San CiO-'..ir,ni ( 00. ài S. Theodjctn^ ìz^ .:.. d-e'dx T''J:or.e . 10^. a. dei bagr:. r,. : k :o. 1 c 5 ir. Siutari ^lleduto^t Capitani lUw flri Fene:i quali fojìerr.1^1^ Sebjiìi^no Fofcarirù Filcfofo d»~ me fepoUo. 45.4; SebasUaw Ziani Doge douefepoU to, St.b, S^bijìiam dal piomba yetfua ope^ r a in San GìouarM C hrifojì-iy' T A V t) L A. Sfh^fwio da Lugano Mcbàelto diSi-n GioiuKikCbnf^Umo , Sedia del DogCj et cuftno^tfuoft- gmficato, 1S4Ì7. S^^ bvmrad Ufciati dai Tapa al Doge et quali. i^ljt. Se tuo Doge^im9 a far di Siofai- coins.MVxa, ziB.a. Semirurio conceduto a San Mir- ro da Vip A GregomXllL et fuo ordine. 41^. Senatori ai goMeroodeirifoU qua- lifofiero. ^79-b' Senatori ritratti affala del gra Configlioy et iptalL 13/^. Sepolcro momfierò, a cui feminan "^ fólto . 1^6. ottiene per eia ccnceffìane della fmniglia Me- lma , il fuo pala^ delie due Torri, per doiniciiio delle Sio nache. a4c.4 Sepolcro delia famigtia da Legge, neili Crocicchieri , 6ib. SepolcìO delli Tolani (t doue . car» ■ 9-\a. SeJiìeri,come et perche cofi cbia- . vtati. ^.h. Sesìiero di Caftello ,percbe cofi . chiamato.\.a.ig.b. Sefitero di s. Marce j per che cofi detto. 19 b. Seftiero di Dorfoiuro et fua deno- minatione. 87.4, Schiero di Cdnareio t perche coft detto. $^.0. Stfliero di sanu Croce etfua deno minatione. 7^.#, leiUeroé s.'Pob,etfua dewómins tmne. 6^jb, SicardoCoHte di CdpoJShu fi (9 tribméorio ddU t^^Mu . Siettoliet Scopai » et /or» ed^ti^ et quale. tf 4^. SignoTCi et legge fopnt dò é^^ te^pt perche, Ì75-i» sigmn due é matti fuatàojktài etpercbe. ^34^» Sìgnéuad deSaherrtìtao conao ùmdeédDoge, i-jó.b, Siim»Cktéi VmgfU mUagiar nata dell i. *79^. Sìgmficationeéeìii cigati dip^ la:^. lipA Simone jr ite herewHtam fìmda* tor di San Cln^ìefòro delie Tice. B'y.h, S'arwictta di S.Ca^am etfua ope ra nelìi Ciefùti. p8 ^ lìrugura et Wiudno jrautii et si- gnori delia Crcatia. .1 » 5 3 siHo de nedici Filofofi et Tbeoloc go douefepolto, iiJt. silo della Città di VeaeùtL ^Ju so^to dello s^rmhào come di- Jiinto , et da chi dipinto. ì 2 4,^ soffitto del Collegio fue ì^iorie , et fignificati. li^.i soffitto et piume nella libreria di SUI VLorco, 114^. soffitto del Gran Conffgiio dipinta a hShrie di yencti» 1^ 2. ». soffitto del Salone auami l'Anticol legio, T A V ola: -■■ .'" t^glojetfua dlfcrinione. iiz.a. Bojfvtto delia fata del Coniglio de .' X.et fue hijìorie» 123.^. i^^omma delie CGmrade,et d'altro in B.Marco,etfi^oseliiero. $2.b somma delle contraJe,cbiefe, hor- •di'- ti , pontkt altro del se^ierodi .^'■i santa Croce, K6 h. 'SWtma delle contrade^chiefe ^fi-a- .; : terne yCorpi santitpala'j^tgiar dini et altro del seftiero di s.Vo lo. 7 ^.b. somma deUe chiefe , de Corpi s>t«- tiy delle Jiatue i de giardini y de V ponti et d'altro in sejìiero di Ca À.'fieUo. .'■ \ ' *p^f. somma di chiefe,gìardìnii Torri fa ere i corpi santì,et boni nel se- fliero di Dorfoduro. 98 i» srmma delle chiefe^ contraàeyjra- terneyOYganiy ponti et altro del seHierodi Ca)jareio. 6^. a ^ormglìanxafrailDoge et il B^t- ■ tare delle Città particolari . "sottanella JoUo il manto del DogCy : ciòchefofìe. ^11 •^' Sottofcrittionedel procuratore di ■ san WLarco qttalfaffe. 1 06. b SOttofcrittioni de Gran Cancellieri V^ antichi quali, I2i.a^ 'Spedale di s.Giouanni et Taolo da chi fatto et inUituito . a j .b. Spedale di S.Antonio perche edi- ficato .^quando, p.a Spedali in Sejìiero di CaJkUo qua li, io.a Spefa cheftjh in Chiefa dì s. w»^ • cQjqtMle,. .'\\^\'^ \s\c\\^g.h spffa qual fi a nella Gondola y& fuo apparecchio , . 17^^ spettacolo grato qual fofie nella creation. del Doge Feniero* i^i.b . spetieriediffufe per tutto da if^e^ . netìy& quando. IJ5.<* spinalonga detta bora GiudecCa . ^perche po.a.i2o,a spofa fi conduceua alla prefen^fi del Doge , c^ quando difmeffb l'ufo. I4p.fl.& ' stabili & riccbéxT^ lafciate dal Doge a s.Marco. 2?i.fr stalla del Doge Steno qual fojfe et quanto honorata. ^7^'^ stampa quando & doue hamfie principio. i^^tH.z^^.b stato FenetOi come partorito & fu.che fondato. . fj^b Statue pedeUrì di Vittorio Cappd lo.jS.a.diVincen';^ Cappello IO. b. di marchio Triuifano.óy, b.di ciouanni Emo 5 8 .aidila~ cerno Marcdlo.6g.a.diD,'^dl do.io.a. di V. mcenigG.iO.b. statue equefìri. Di Bartolomeo d gitone ^o.a. di Taolo sauello, 6S.a.di Leonardo Trato. 20,« . di. t{icoU Or fino, i p.b. di Tad deo dalla Volpe. 1 i.k statue diiterfe di bronco &mar- s mo . del Cardinal Zeno . ^ 3 .a^ diOrfattoGinflinianaSo b.di Giulio Contarini,^^ .a. di Fra» cefco tavola: cffco da Carrara, i ^ ^ .a.di bf5 ca Maria sfor%a.\^^.a. di Gì- herto da Correggio,! ^^. a. statue di brorf]^ della Loggetta , & lorofigmficato. iii.a Statue & numero loro in dìuerft luoghi di Fenetia per i Seftie- ri,i9.a,')2.b.6^ji.'j2.b.9S.b. Stefano Ot}?obono in S, Antonio, 8.a. Ste/htio CaloprìnOi& fue operatio ni nella Città. 125.& Stefano Meganipano I{e della 1^- fcia coronato da un (Cardinale. zSi.a. stendardi del Doge , & perche di diuerfi colori. i85.<« Stendardi di pia^p^ di s. Marco quantità loro fignificato , & quando fatti. 105.ii Stendardo di Brefcia appefo in ■ Chiefa di San ÌAarco. ^$.b Stino, Chiefa detta già san Stefa- no Confeffore. 6^,a Stocco del Doge ciò che fìgnifichi, idrcome lo haue(ie. 1 jS.a.b Stola de f^eneti , come & quando formata & à che buona . car. ^ 147.^. 'Studi di libri doue & di chi ftano. stadi d'anticaglie doue , & dì chi ftano. i^S.a studi di Mufica doue,& di chi fta- no. i^B.b studi d'armiidoue,& dì chi ftano. Tabernacolo dì madreperla, nella fcuola di S.oìouanni, ìoi.a Tabernacolo belliffìmo nella Chic fa delli Giefuiti. 98-^ Tanto Cancelliero con tìtolo di ÌAaefiro & quando foffe. 12 1. a.izijb. Taddeo dalla Volpe da Imola co» dottier douefepolto . n.b, Tamledel legno di Cedro, fatte condurre dal M.onte Libano a Fenetìa per indugia di Gio. Battio B^mufto . 1 J ^ .« Tedefchi &fef\a loro per la uitta ria del i')ji. del Turco.i 5 8 ut Tempio di S. Sergio & Bacco in CafleUo. i.« Templarìypqffefiorìgìà dìS. M*- ria in Broio. ^i.b.i^.a. Tenedo occupato dal MttdaT;^, &fua imprefa. i^\.b Terre prefe nel Kegno,daUa^B^p» ^quando. 251.6 Terremoto notabile in V ernia & quando.! ^^.b.i^S. a. The odo fio Tatritioj& fua uenuta, a Fenetìa. 218.6 Terentio prejò da Scipione, &fua operatione. i jé.n Te foro di s. Marco rubato da chi, ^ quando. J 9. Gio. Battila RamufioSecretariodclConfigUodc X. i3z.b Gio.Mattheo Bembo senatore. i j z.b H Hermolao Barbaro Patriarca d' Aqiiilea. 13 2.a Hieronimo Donato Dottore Cauaiiero &. senatore. 1 5 2.a I lacomo Sannazaro Napolitano. 13 1^^ lacomo Lorcdano Procurator & Generale. ij i.b laconio Lulignano Re di Cipri. li i.b lacomo Veniero Generale. 15 i.a lacomo Marcello Generale. i s ^-a lacomo Soranzo,auo di lacomo Caualicro óc Procuf.i 3 i.b lacomo Gudoni senatore. 1^2. b lacomo Barbo senatore. 15 2.b L Leonardo Giuftiniano padre di Bernardo Procuratore, i^i.a Lauro Quirino Dottore Oc Senatore. Ì5 1 .b Luigi Storlado Procurator di S-Marco. i j i.b Luigi Fofcarini Dottore, & Procurator di S.Marco. 1 3 i.b LucaZeno Procurator di s Marco. 152 a Luigi Moccnigo Procuratore,che fu Principe. 13 2.b Lorenzo Giuiliniano Procurator di S.Marco. i^ 2.b Leonardo Moccnigo Caualicro. 13 2. b X-odouicoAriofto. 13,1. a M Marco Antonio SabellicoHidorico. 1 3o.b Marco Grimani Proc.di s. Marco, figliuolo del Principci^i-a Marco Mufuro Arciucfcouo. 15 J.a ' Marco Barbo Cardinale. 1 3 1 .a Marco Zeno Caualicro. i^i b Af arco IJppomano Dottore,& senatore. 1 3 1 .b inarco Dandolo Dottore Oc Caualiero. i 3 1 .a Afarco MnrcoSanutoHlofofc&^^enaforel . i^iib Jv^arino CaraucHo Prociirator di s.Marco. i .i.b '!M arco Cor naro Caua' icro padre dei la Regina. i ^ i.1i> Ivhrc'Anronio Mòrofino Caiialicro & 1-roc.di S.warco i^i.b Marc* Anton io Vernerò Dottore & Procur.di s Marcó.i^2.b Marco Fofcari J^enatore,g,ià padre di Pietro- i ^ i.b Marc'Anroniojvaichele, già padre di Aluigi Auogadore , <5c ' diGiulio. i^i.b iWarc'Antonio Barbaro Procurator di s.Marco. i?2.b Marc' x^nron io Gri mani Procuratordi s Marco. i ^ 2.b Marchiò Michele Caualiero,&Prociirator di s.warco. 1^2 b Michele Soriano Dottore &:Caualicro. ij2.b Nicolò da Canale Dottor &: Senatore. 1 3 1 .b Nicolo Contarini senatore & Giurifconfulto. ij i b Kicolò Michele D Canal iero,&.Procurator di s.Marco. i >a.a Nicolò Zeno Senatore,già padre di Catarino. 1^ 2 .b Orfatto Giudiniano CaLialiero,& Procdis-warco. iji b Paolo Barbo Caualiero, fratello del Papa. i j2.a Paolo Thiepolo LauaIiero,5c Procuratore di s Marco, t j :.b Paolo Cappello Caualiero, Procurato! di s.Marco. i i « .a Paolo Raniulìo Giurifconfulto. 1 S ^-^ Pietro Bembo che fu Cardinale. 131. a Pietro Barbo che fu Papa Paolo II. 1 j i.a Pietro Fofcari Cardinale. i^i.a Pietro Lorcdano Procurator di s.Marco. Ì3i.b Pietro Sanuto Senatore. ì , 2 b RoHo Marino Senatore. 13 i b J'tefanol hicpolo Procurator di s warco. 13 2. a Taddeo Giulliniano Caualiero &: ^yenato^c. ì^i.a TriadanoGritti Generale. - . iji.b Tomaio Lippomano dal Banco,scnatore. 131 b Thcodoro Gaza Greco. 132.3 \'ital Landò Giuniore. Ì3Ì.b Vittorio Pifani Generale. 1 3 i.b Vittorio Cappello Generale. i3Ì.a Vittorio cri mani Procui-ator di S.Marco. ij 2 b Zaccaria 1 riuifanoD- padre «5c figlio. i? 2.3 Zaccaria Contarini 6enatore,biì'auo 5c nipote. 15 i.b ERRORI ERRORI SCORSI. Perche è difficile , & quafì imposfibil cofa che nelle flampe no corri- ne errori,/! è pofto in quefto luogo tutto quello che fi è corretto d'im- portanza,rimettendo il refto al benigno & cortefc , & non all'inuido ò maligno Lettore. Car. s b Antonio Mafia dica Antonio Carefino . Car. xo b MauicinoalRofario. Va tutto calfo^perche è duplicato fi- no alla parola Et mezzo . Car. z8 b Natale de ^ontÌ. dica Matthco de Conti. perche Natale è de Conti di Roma & non Veneto. Car. 3^ b TuncArchlatusFaledrusinVrbeducabatjdica TuncArchelafus FaletrusinVrbeducabat. Haec nona fadta fuit genus ditisfima Pala , Quajrenouatafuitte PetreducanteZiane.&c. Car.^f a S.GiouanniNouo. dica di Rialto. Car. 73 b S. SimeonGrandejdicapiccoloj&.fitraiporti. Car. 87 a Perciochefolo perche fcriuefiTero.dicajnonlolo perche fer* uiflero. Car. 8 8 b Difcofto cento braccia, dica^difcoflo per un pezzo ► Car. pò a S. Biagio &Catoldo. dica Cataldo. Car. 94 a Della famiglia Guera. dicaGuora. Car. 98 b Si ha fui cafo. dica Si ha fui corfo. Car.io7b Diloro 28. dica 29. Cinque di quella di Citra. dica 6. C^r.ioSa Dopo Andrea Vendramino fi metta Leonardo Loredano . Car.ii6b Quafi come per difotto. dica Quafi come per difetto. Car.i4fa Venduto all'incontro, dica uenduto all'incanto. Car. 143 a Sul campo di S. Maria, fi aggiunga,Formolà. Car. 48 a Sulcatenale. dica lui cantonale. Car. 2 2 2 b S.Felice in Ariniano. dica in Amiano. Car. X 2 4 b Dux eligor,occidor,fedor fero, dica Occidor ferro . Car. 47 b errore unquam promotus. dica permotus. In dicundam fenrentiam,dicajln dicunda fententia . NEL CRONICO. S04 ObclcrioAnrnoreoD. IX. dica D. Vili: J T f 4 Adriano IIII. Inglefe Imperadore. dica Papa . IXI2 FedcrigoIII.Soeuo. dica Federigo II. Socuo. J.280 GiouanniDadoloD. XLVII.viffemefiVII.dica. Anni8.mefi7. J230 Fuoco importante in Santuario. Vada fotto 1x38. 1031 Odo Orfeolo Patriarca, fi cancelli tutto. Altri poi di mutationi di lettere o di fillabe fparfi per entro illibrOjfi la* fciano à dietro per non cfler tediofi . y ■ Regijftro . ♦ ABCDEFGHIkLMNOPQJRSTVXYZ Aa Bb Ce Dd Ee Ff Gg Hh li kk LI Mm Nn Oo Pp Q^ Rr Sf Tt Vu Xx Yy Zz Aaa Bbb Ccc Ddd Ecc Fff Ggg Hhh lii kkk Lll Mmm Nnn Ooo Ppp Q^q Rrr S ^C Ttt Vuu Xxx Yyy Z2z. aa bb ce dd eè ff gg hh ii. a b e d e f g h. Tutti fono Duerni, eccetto A ii 5c h che fono Terni. Stampatali! Venetia 3 Apprefló Domenico Farri . M D L X X X I. ^ <# y f6 ^ ^^:ì-/ V